Il discorso tenuto da Maurizio Sella, Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, in occasione del convegno “Marcotullio merita memoria” tenuto a Pescara 10 luglio 2021.
L’incontro è stato promosso dalla Fondazione Nazareno Fonticoli, dalla Fondazione Europa Prossima, dall’Officina del Senatore Luciano D’Alfonso, col patrocinio della Città di Penne. Hanno preso parte all’iniziativa il presidente di Europa Prossima, Marco Presutti, il senatore Luciano D’Alfonso, il prefetto di Pescara Giancarlo Di Vincenzo, il questore Luigi Liguori ed il sindaco di Penne, Mario Semproni.
Autorità,
Signore e Signori,
rivolgo i miei saluti e i miei più vivi ringraziamenti al Presidente della Commissione Finanze e Tesoro del Senato, On. Luciano D’Alfonso e alla città di Pescara per aver voluto celebrare, con grande sensibilità, la memoria del Collega Lucio Marcotullio.
La mia presenza con voi oggi intende esprimere non solo una partecipazione personale, ma il sentito e condiviso omaggio della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro a un uomo che con il suo agire quotidiano ha mostrato di interpretare pienamente, nel suo significato e nei sui valori etici, l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro che gli venne conferita dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 1999.
Operare nel proprio territorio d’origine, valorizzando la tradizione e l’eccellenza del lavoro sartoriale italiano nel mondo nel segno dell’innovazione, fu ciò che contraddistinse Lucio Marcotullio quale oggi lo ricordiamo.
Imprenditore illuminato e docente universitario, ha legato la sua esistenza al territorio d’Abruzzo e alla crescita di Penne.
Il suo percorso imprenditoriale ha inizio nel 1959, quando dall’incontro con Nazareno Fonticoli, maestro tagliatore e titolare dell’atelier Brioni a Roma, nasce l’azienda Brioni Roman Style.
Entrambi erano uniti e determinati nel salvare il patrimonio secolare delle sartorie artigianali e nel contribuire ad arginare lo spopolamento dell’area vestina.
«Con una quarantina di sarti», scrive in un suo discorso Marcotullio nel 2007, «in un garage in affitto, pochi soldi, tanto lavoro e caparbia volontà, mi imbarcai in un’avventura che solo l’ardore dell’età (26 anni) poteva giustificare […] Era per me un’occasione da cogliere per creare un’impresa, moderna, innovativa, sintesi della migliore arte sartoriale abruzzese e degli aspetti positivi della seconda rivoluzione industriale».
La storia sembra un film: anni ’60, i macchinari sono quelli di un’azienda svedese dismessa, viene noleggiato un treno per il trasporto su rotaia fino a Pescara e poi un vettore locale per arrivare fino a Penne.
Ha inizio così il miracolo Brioni, e nel 1961 lo stabilimento vestino apre i battenti con Marcotullio che ne prende in mano le redini come amministratore delegato.
Il ciclo artigianale della tradizione sartoriale classica viene strutturato in un flusso di operazioni specializzate tra loro coordinate. L’organizzazione diviene industriale e in essa confluiscono i valori dell’artigianato classico, integrati con tecnologie produttive altamente innovative che consentono di ridurre a 20 ore le iniziali 43 ore richieste per il confezionamento di un abito.
Un modello industriale, quello avviato da Marcotullio, centrato da un lato sulla grande sartoria artigianale classica, con i suoi segreti di bottega, e dall’altro sulla divisione del lavoro e sull’aumento della produttività.
Nell’arco di quindici anni l’azienda si trasforma in un’eccellenza del “made in Italy” nel segmento dell’abbigliamento maschile di lusso, diventando volano di crescita di un’intera area.
Al centro del suo agire ritroviamo i valori propri dei Cavalieri del Lavoro: l’impresa come generatore di progresso sociale, civile ed economico, la formazione d’eccellenza e la valorizzazione del merito.
Ne sono testimonianza il successo internazionale della Brioni e l’istituzione nel 1985 della scuola di sartoria all’interno dello stabilimento pennese, successivamente confluita nella più ampia offerta formativa della Fondazione Formoda, nata per sua iniziativa nel 2002.
A lui va il merito di aver creduto e dimostrato come la tecnologia applicata ai processi produttivi, la qualità delle produzioni, la formazione e le alte competenze possano creare sviluppo in territori apparentemente svantaggiati e possano esprimere il loro potenziale a beneficio della collettività.
A lui, al suo impegno e al suo esempio imprenditoriale, i Cavalieri del Lavoro dedicano con forza l’obiettivo di contribuire ad una nuova fase di crescita economica.
Crediamo che il nostro primo dovere sia di vedere nei momenti di crisi e di discontinuità, come quello che stiamo vivendo, le opportunità da cogliere per cambiare in meglio, per progredire e per contribuire a un nuovo sviluppo su basi più solide, sostenibili, inclusive.
Oggi abbiamo l’occasione storica – e la volontà – di cogliere queste opportunità di cambiamento: lavoriamo per ottenere questo risultato, per il bene comune, come sarebbe stato nello spirito del Cavaliere del Lavoro Lucio Marcotullio, che noi ricordiamo con commozione e stima.