di Silvia Tartamella
Una riflessione su merito e società, un incontro fra generazioni, una festa. È stato tutte e tre le cose insieme l’evento che si è svolto il 21 maggio a Roma, presso l’Auditorium del Maxxi per celebrare i 50 anni del Collegio “Lamaro-Pozzani”.
Organizzato dall’Associazione Alumni e intitolato “Merito Sostenibilità Inclusione – Quale eredità per i prossimi 50 anni”, l’appuntamento ha visto protagonisti sul palco diversi relatori. A fare da cerimoniere e coordinare i lavori è stato il presidente dell’associazione Giorgio Ricci Maccarini, accolto da un sincero e lungo applauso per l’impegno profuso nell’organizzazione, il quale ha ringraziato la Federazione dei Cavalieri del Lavoro per il sostegno all’iniziativa.
Dopo il video messaggio del presidente nazionale Maurizio Sella, ha preso la parola Linda Orsola Gilli, presidente delle attività di formazione della Federazione. “Un traguardo assolutamente straordinario – ha affermato – non solo perché cinque decenni rappresentano un lasso di tempo davvero lunghissimo, ma anche e soprattutto per la grande soddisfazione di vedere gli studenti che si sono succeduti nel Collegio in tutti questi anni riuscire in maniera così brillante nei loro percorsi professionali, fino a diventare a pieno titolo classe dirigente del nostro Paese”.
Un Collegio che moltissimo deve alla figura di Giovanni Cavina, storico direttore quando l’istituto ancora si chiamava “Residenza Universitaria Lamaro Pozzani”, il quale ha fatto della formazione e dell’orientamento dei giovani la propria missione per ben 38 anni. A lui è dedicato il libro “L’Abbazia laica. Giovanni Cavina educatore visionario”, presentato durante l’incontro e realizzato dal gruppo Saredosettantaquattro, un vero e proprio collettivo del quale fanno parte alcuni fra i primi ospiti del Collegio.
La figura di Cavina – definito come un “pater familias” dal presidente emerito della Federazione Alfredo Diana in un video messaggio – ha offerto lo spunto per la prolusione di Giuseppe De Rita, presidente del Censis, che si è interrogato e ha stimolato il pubblico sulla differenza tra una formazione che avviene per ascription e una che si ottiene per achievement, con esplicita preferenza per la seconda modalità in quanto portatrice di innovazione e miglioramento.
Il dibattito successivo ha esplorato il tema del merito ed è stato condotto da Marco Magnani, alumnus del Collegio e docente presso la Luiss Guido Carli e la Harvard Kennedy School. Al centro della discussione, in particolare, il problema della scarsa mobilità sociale in Italia e le ricette per favorire l’avanzamento dei più meritevoli, a prescindere dalle condizioni socio-economiche e familiari di partenza.
A intervenire sono stati Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, il Generale Fernando Giancotti, già presidente del Centro Alti Studi per la difesa e comandante della Squadra aerea, e Sara Bernardini, alumna e docente di Intelligenza artificiale e Robotics al Royal Holloway della Università di Londra.
A conclusione della mattinata è stato presentato il premio “Paola Piccinini Tosato”, intitolato alla memoria della moglie del Cavaliere Gian Luigi Tosato e ispirato ai valori che ne hanno contraddistinto la vita e l’attività professionale. Un premio, si legge nel bando, per “sottolineare la continuità fra i valori della cultura dell’impresa e quelli dell’etica della responsabilità e della cura per il bene comune”, come anche richiamato nelle parole del Cavaliere Tosato stesso, che ha illustrato l’iniziativa e ricordato lo spirito del Collegio.