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“Molto più di un’etichetta – Puntiamo su formazione e digitale” di Roberto Briccola | Civiltà del Lavoro 1/2024

23.05.2024

Articolo pubblicato nella rivista n.1/2024 di Civiltà del Lavoro

 

Il “made in ltaly” rappresenta molto più di una semplice etichetta. È un mar­chio di eccellenza, sinonimo di qualità, artigianalità e stile distintivo che si è guadagnato un posto di prestigio sia sul mercato nazionale che su quel­lo internazionale. Sono molti i motivi per cui il made in ltaly è così apprez­zato. In primo luogo, c’è l’attenzione per i dettagli e la ricerca della perfezione che caratterizzano la produzione italiana. Gli artigiani nostrani sono noti per la loro maestria nel lavorare materiali di alta qualità e nel creare prodotti che uniscono funzionali­tà ed estetica in modo impeccabile. In secondo luogo, c’è il senso di autenticità e tradizione che permea i prodotti. Molte aziende italiane sono radicate in distretti e mantengono vive le tradizioni che risalgono a secoli di storia. C’è, poi, il valore intrinseco dell’italianità stessa: il fascino della cultura italiana, la sua ricca storia e la sua reputazione per l’eccellenza contri­buiscono a rendere i prodotti ambiti in tutto il mondo. Tutti elementi che rendono il made in ltaly parte integrante del tessuto economico e culturale del Paese.

Ma per preservare e valorizzare questo marchio di eccellenza, ci sono nuove sfide da af­frontare. Il primo elemento da considerare, per tenere testa alla concorrenza globale e al­la crescente omogeneizzazione del mercato, è il costo del lavoro rispetto ai competitor in­ternazionali. Nel settore nel quale opero, ad esempio, quello della pelletteria, che unisce le fabbriche di borse, valigie e piccola pelletteria, possiamo distinguere nel panorama italiano due grandi raggruppamenti di aziende: quelle che producono conto terzi e quelle che pro­ducono e distribuiscono con il proprio marchio. La prime si sono specializzate nella produzione per i grandi marchi e sono dislocate essenzialmente in Toscana, Veneto, Campa­nia ed anche Lombardia. Si tratta di fabbri­che che hanno raggiunto alti livelli di eccel­lenza qualitativa e riescono, sia pure con un costo del lavoro importante, a soddisfare le richieste dei grandi gruppi, in particola­re dei marchi francesi del lusso. Le aziende, invece, che lavorano a marchio proprio so­no quelle che oggi devono maggiormente confrontarsi con le sfide della globalizzazio­ne del mercato, la quale impone anche alle imprese di media dimensione di svolgere un’attività commerciale molto intensa per poter essere presente sui mercati interna­zionali. Solitamente queste aziende fanno riferimento anche a fonti produttive ester- ne all’Italia. Per questo motivo, pur essendo il made in ltaly un grande valore, per le aziende con un target price di medio livello diventa importante col­laborare con fornitori che abbiano un costo del lavoro ridotto e allineato ai competitor internazionali. Un’altra sfida imprescindibile per chi opera nel setto­re è quella legata all’innovazione e alla sostenibilità. Oggi l’artigianalità di alcuni processi produttivi deve in­trecciarsi necessariamente con l’utilizzo di materiali e tecniche innovative, per realizzare prodotti altamente performanti. Per mantenere la propria competitività, le aziende italiane devono continuare a innovare per adat­tarsi ai cambiamenti delle esigenze dei consumatori. È quello che cerchiamo di fare in Bric’s, dove applichiamo i concetti di tradizione e innovazione legandoli ad ele­ganza e funzionalità. Stesso discorso riguarda la soste­nibilità, intesa come durabilità: contrariamente a quan­to oggi avviene con la fast fashion, vicina al concetto di usa e getta, i nostri prodotti devono durare nel tempo.

Allo stesso tempo, è importante proteggere e promuo­vere l’autenticità e l’identità uniche dei prodotti ita­liani, combattendo la contraffazione e preservando le tradizioni artigianali. A questo proposito è fondamen­tale che le maestranze siano mantenute e coltivate in azienda. Oggi, infatti, abbiamo un turn-over negativo tra persone che raggiungono l’età pensionabile e gio­vani che si avvicinano alle professioni più tradiziona­li. È compito di noi imprenditori promuovere scuole professionali che possano formare nuove leve e, con­temporaneamente, creare uno stimolo che possa es­sere di aspirazione ad entrare in un mondo di pellet­teria di alta classe.
C’è poi un problema legato all’eccesso e alle lungaggini delle pratiche amministrative. Se è vero che l’imprendi­torialità italiana, ovvero il genio imprenditoriale, è l’e­lemento fondamentale di tante nostre aziende, la bu­rocrazia rappresenta un freno all’attività d’impresa, ne rallenta i tempi decisionali e crea complessità che non vivono i nostri competitor internazionali.
Un cenno merita anche la sfida dell’online, oggi una realtà fondamentale di tutte le aziende che si rivolgono ai consu­matori finali. La sfera del digitai è un touch point che deve essere considerata un’opportunità per varie sfaccettature. Se da una parte è un’importante e potente modalità per arrivare a comunicare al consumer e per costruire o au­mentare la brand awareness, dall’altra parte costituisce un vero e proprio canale di vendita, attraverso gli store onli­ne, che va ad intrecciarsi e a creare sinergie positive con i negozi tradizionali, secondo la logica dell’omnicanalità. Insomma, la parola d’ordine è non fermarsi mai, sostenere il made in ltaly e applicare la scuola e la cultura del made in ltaly per noi italiani è un valore fondamentale per con­quistare i mercati internazionali ed anche un impegno per salvaguardare un patrimonio di valore inestimabile che ar­ricchisce il nostro Paese.

Roberto Briccola è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2019. È presidente di Bric’s Industria Valigeria Fine, azienda di famiglia, attiva neHa produzione di alta gamma di borse da viaggi-o e pelletteria. L’azienda è presente nel mondo con 100 punti vendita a marchio Bric’s e oltre 200 corner nei più importanti aeroporti internazionali e centri commerciali. Esporta il 70% della produzione e occupa 135 dipendenti, di cui 111 in Italia

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