Articolo pubblicato nella rivista n.1/2024 di Civiltà del Lavoro
Il “made in ltaly” rappresenta molto più di una semplice etichetta. È un marchio di eccellenza, sinonimo di qualità, artigianalità e stile distintivo che si è guadagnato un posto di prestigio sia sul mercato nazionale che su quello internazionale. Sono molti i motivi per cui il made in ltaly è così apprezzato. In primo luogo, c’è l’attenzione per i dettagli e la ricerca della perfezione che caratterizzano la produzione italiana. Gli artigiani nostrani sono noti per la loro maestria nel lavorare materiali di alta qualità e nel creare prodotti che uniscono funzionalità ed estetica in modo impeccabile. In secondo luogo, c’è il senso di autenticità e tradizione che permea i prodotti. Molte aziende italiane sono radicate in distretti e mantengono vive le tradizioni che risalgono a secoli di storia. C’è, poi, il valore intrinseco dell’italianità stessa: il fascino della cultura italiana, la sua ricca storia e la sua reputazione per l’eccellenza contribuiscono a rendere i prodotti ambiti in tutto il mondo. Tutti elementi che rendono il made in ltaly parte integrante del tessuto economico e culturale del Paese.
Ma per preservare e valorizzare questo marchio di eccellenza, ci sono nuove sfide da affrontare. Il primo elemento da considerare, per tenere testa alla concorrenza globale e alla crescente omogeneizzazione del mercato, è il costo del lavoro rispetto ai competitor internazionali. Nel settore nel quale opero, ad esempio, quello della pelletteria, che unisce le fabbriche di borse, valigie e piccola pelletteria, possiamo distinguere nel panorama italiano due grandi raggruppamenti di aziende: quelle che producono conto terzi e quelle che producono e distribuiscono con il proprio marchio. La prime si sono specializzate nella produzione per i grandi marchi e sono dislocate essenzialmente in Toscana, Veneto, Campania ed anche Lombardia. Si tratta di fabbriche che hanno raggiunto alti livelli di eccellenza qualitativa e riescono, sia pure con un costo del lavoro importante, a soddisfare le richieste dei grandi gruppi, in particolare dei marchi francesi del lusso. Le aziende, invece, che lavorano a marchio proprio sono quelle che oggi devono maggiormente confrontarsi con le sfide della globalizzazione del mercato, la quale impone anche alle imprese di media dimensione di svolgere un’attività commerciale molto intensa per poter essere presente sui mercati internazionali. Solitamente queste aziende fanno riferimento anche a fonti produttive ester- ne all’Italia. Per questo motivo, pur essendo il made in ltaly un grande valore, per le aziende con un target price di medio livello diventa importante collaborare con fornitori che abbiano un costo del lavoro ridotto e allineato ai competitor internazionali. Un’altra sfida imprescindibile per chi opera nel settore è quella legata all’innovazione e alla sostenibilità. Oggi l’artigianalità di alcuni processi produttivi deve intrecciarsi necessariamente con l’utilizzo di materiali e tecniche innovative, per realizzare prodotti altamente performanti. Per mantenere la propria competitività, le aziende italiane devono continuare a innovare per adattarsi ai cambiamenti delle esigenze dei consumatori. È quello che cerchiamo di fare in Bric’s, dove applichiamo i concetti di tradizione e innovazione legandoli ad eleganza e funzionalità. Stesso discorso riguarda la sostenibilità, intesa come durabilità: contrariamente a quanto oggi avviene con la fast fashion, vicina al concetto di usa e getta, i nostri prodotti devono durare nel tempo.
Allo stesso tempo, è importante proteggere e promuovere l’autenticità e l’identità uniche dei prodotti italiani, combattendo la contraffazione e preservando le tradizioni artigianali. A questo proposito è fondamentale che le maestranze siano mantenute e coltivate in azienda. Oggi, infatti, abbiamo un turn-over negativo tra persone che raggiungono l’età pensionabile e giovani che si avvicinano alle professioni più tradizionali. È compito di noi imprenditori promuovere scuole professionali che possano formare nuove leve e, contemporaneamente, creare uno stimolo che possa essere di aspirazione ad entrare in un mondo di pelletteria di alta classe.
C’è poi un problema legato all’eccesso e alle lungaggini delle pratiche amministrative. Se è vero che l’imprenditorialità italiana, ovvero il genio imprenditoriale, è l’elemento fondamentale di tante nostre aziende, la burocrazia rappresenta un freno all’attività d’impresa, ne rallenta i tempi decisionali e crea complessità che non vivono i nostri competitor internazionali.
Un cenno merita anche la sfida dell’online, oggi una realtà fondamentale di tutte le aziende che si rivolgono ai consumatori finali. La sfera del digitai è un touch point che deve essere considerata un’opportunità per varie sfaccettature. Se da una parte è un’importante e potente modalità per arrivare a comunicare al consumer e per costruire o aumentare la brand awareness, dall’altra parte costituisce un vero e proprio canale di vendita, attraverso gli store online, che va ad intrecciarsi e a creare sinergie positive con i negozi tradizionali, secondo la logica dell’omnicanalità. Insomma, la parola d’ordine è non fermarsi mai, sostenere il made in ltaly e applicare la scuola e la cultura del made in ltaly per noi italiani è un valore fondamentale per conquistare i mercati internazionali ed anche un impegno per salvaguardare un patrimonio di valore inestimabile che arricchisce il nostro Paese.
Roberto Briccola è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2019. È presidente di Bric’s Industria Valigeria Fine, azienda di famiglia, attiva neHa produzione di alta gamma di borse da viaggi-o e pelletteria. L’azienda è presente nel mondo con 100 punti vendita a marchio Bric’s e oltre 200 corner nei più importanti aeroporti internazionali e centri commerciali. Esporta il 70% della produzione e occupa 135 dipendenti, di cui 111 in Italia