Nell’ultima bolletta il costo dell’energia elettrica è praticamente raddoppiato. «Eccola qui: a luglio abbiamo pagato 45 centesimi per chilowatt/ora, al netto di tutti gli oneri di trasporto e distribuzione. A gennaio, appena qualche mese fa, la corrente costava 23 centesimi per chilowatt/ora». Vladimir Putin non aveva ancora ordinato l’invasione dell’Ucraina e il prezzo dell’energia elettrica non aveva ancora subito la fiammata che sta mettendo in ginocchio imprese e famiglie. Ma l’ingegner Michele Vinci – da quarant’anni al timone della Masmec, azienda leader nel settore automotive e ora anche in quello biomedicale – aveva già deciso di dotare di pannelli fotovoltaici il suo stabilimento. Quella distesa di seimila metri quadrati di silicio, costata 700mi1a euro alle casse dell’azienda, è un bel colpo d’occhio per chiunque salga sul tetto del capannone in via delle Violette, nella zona industriale di Modugno. Poco più in là ci sono i palazzoni del quartiere San Paolo, all’orizzonte il mare Adriatico è una sottile lingua blu. Sotto gli occhi, invece, il bianco del tetto è marginale. «I pannelli occupano circa due terzi della superficie totale», racconta l’imprenditore e cavaliere del lavoro, con un passato al vertice di Confindustria Bari e Bat. Ed è grazie al lavoro di quelle lastre hi-tech, e al sole a picco di una giornata d’inizio settembre, che la bolletta Enel di luglio supera di qualche centesimo i 17mila euro. Contro i 27mila euro pagati a gennaio, quando l’estate era lontana, le giornate più corte e l’impianto non ancora a regime. «La nostra non pub considerarsi un’industria energivora, ma comunque abbiamo scelto di produrre energia elettrica da fonti rinnovabili perché è green e perché avrebbe aiutato i conti».
Del resto, al netto della notte, quando i pannelli sono out e l’energia è solo quella che arriva dalla rete nazionale e va pagata in bolletta, dall’aprile scorso, cioè da quando i pannelli hanno preso a funzionare a pieno ritmo, l’azienda ha consumato 280mila chilowatt/ora. «È il nostro fabbisogno al momento ma riusciamo a produrre anche un surplus di corrente elettrica che viene immessa nella rete», spiega Noemi Siragusa, l’ingegnera che in Masmec custodisce i numeri dell’energia. A conti fatti, i pannelli installati a una decina di metri dalle linee di produzione hanno messo su corrente per 315mi1a chilowatt/ora da aprile a luglio. Fanno 35mila chilowatt/ora in più rispetto all’autoconsumo di Masmec, sempre nello stesso periodo.
Tutta energia che perb sarà ripagata nel giugno 2023 dal Gse (Gestore dei servizi energetici), società per azioni interamente partecipata dal Ministero dell’economia e delle finanze. «Il punto è che non c’è molta trasparenza. Qui non sappiamo quanto ci verrà pagata l’energia in eccedenza già immessa nella rete. Sappiamo soltanto che il conguaglio viene fatto a distanza di un anno, e questa incertezza non aiuta le imprese, soprattutto in tempi come questi», commenta Vinci. Il ragionamento è chiaro: «In questi giorni si parla tanto di aiuto alle imprese in difficoltà per i costi dell’energia schizzati, ma – continua l’imprenditore barese – basterebbe riconoscere la compensazione mese per mese a chi ha un impianto fotovoltaico, per dare già un sollievo alle aziende». E, rintuzza Vinci, «per dare un ulteriore incentivo ai colleghi a dotarsi di sistemi per la produzione di energia rinnovabile». L’incognita sul prossimo inverno pesa come un macigno da queste parti (e non solo). Per questo, Vinci metterà la sua proposta sul tavolo delle istituzioni. «Chiediamo una regolamentazione più trasparente e aderente al contesto internazionale dei contratti con il Gse», ripete. Intorno al suo ufficio, nell’ala dell’azienda destinata alla produzione di macchine biomedicali, un gruppo di tecnici continua ad assemblare gli apparecchi che consentono ai laboratori Covid di fare l’analisi molecolare dei tamponi. Fra i clienti di Masmec ci sono le industrie del gruppo Menarini. E il lavoro di Vinci continua. Con gli occhi puntati verso il futuro, a cominciare dalle urne del 25 settembre.
Articolo pubblicato il 9 Settembre da Repubblica