Abbiamo cercato di portare a casa la prima medaglia d’oro per l’Italia mettendo a disposizione i nostri prodotti e i nostri servizi a 12 mila atleti». Il Cavaliere del Lavoro Nerio Alessandri, 60 anni, fondatore e presidente di Technogym è orgoglioso che l’azienda che ha creato nel 1983 sia per l’ottava volta fornitore ufficiale dei Giochi. La prima volta fa a Sydney nel 2000.
«Si, ma ricordo i primi incontri nel ’92, a Barcellona. Non esisteva un luogo dove gli atleti potessero fare una vera preparazione atletica. Ci abbiamo riprovato poi ad Atlanta nel ’96, ma gli organizzatori ci guardavano e ci chiedevano a che cosa poteva servire un centro di allenamento valido per tutti gli atleti e per tutte le discipline dal tiro con l’arco all’atletica. Oggi è evidente a tutti, ma allora no».
Quali erano i numeri della fornitura a Sydney?
«Qualche decina di macchine in uno spazio di circa 200 metri quadrati. A Tokyo siamo nell’ordine di migliaia di metri quadrati e migliaia di macchine. Dentro il Villaggio olimpico c’è una palestra di tremila mq con 400 attrezzi, poi ci sono altri 15 centri di preparazione dentro gli stadi dedicati alle varie discipline. È un’immensa palestra diffusa. E un luogo di ritrovo per gli atleti».
Lei frequenta molti sportivi. Che cosa le piace di più di loro?
L’ossessione. È una caratteristica che tutti i campioni hanno in comune, da Nadal a Schumacher che ho conosciuto e seguito agli inizi. L’ossessione del dettaglio, della preparazione. E alla base c’è ovviamente la curiosità, vogliono sapere tutto. Sono persone che hanno l’ossessione di quello che fanno, come uno stilista, come un imprenditore».
Anche lei d definirebbe ossessionato?
«Sì, nel senso buono del termine. La gente è abituata a considerare l’ossessione una malattia. Invece dal punto di vista agonistico e sportivo vuol dire non dare nulla per scontato, curare i dettagli, sfidarsi costantemente e non accontentarsi mai. Da noi a Cesena lo chiamiamo l’imbestio: è energia, passione, determinazione. Per raggiungere risultati superiori serve l’imbestio».