La questione energetica continua a rappresentare una sfida cruciale per le imprese italiane. Negli ultimi anni i costi per l’approvvigionamento dei vettori energetici hanno subito incrementi rilevanti, facendone registrare aumenti considerevoli del peso specifico nei bilanci aziendali. Seppur i picchi raggiunti nel corso del 2022 sembrerebbero ormai alle spalle, non si può certamente affermare che i costi siano completamente rientrati ai livelli precrisi energetica. Questo scenario implica necessariamente una serie di conseguenze che impattano in maniera negativa sulle imprese e che possono essere contrastate solamente grazie a interventi tecnologici e organizzativi mirati.
Proprio per questo, Bonomi Group crede fermamente che la transizione energetica debba essere vissuta come un’opportunità di crescita e non come una zavorra gravante sul sistema industriale. Poter contare su una riduzione dei costi di approvvigionamento della materia energia significa anche subire in maniera minore le fluttuazioni di mercato e garantire un livello di servizio più elevato verso il cliente.
L’indipendenza energetica rappresenta probabilmente una chimera per aziende manifatturiere ad elevati consumi di energia; tuttavia, essa deve comunque rappresentare un obiettivo a lungo termine per tendere costantemente al miglioramento continuo e puntare ad un Pianeta più sostenibile. La salvaguardia del pianeta e la riduzione globale delle emissioni di gas serra passano inevitabilmente anche da una transizione energetica strutturale ed efficace.
In quest’ottica Bonomi Group, da anni leader nel settore dell’idraulica, del riscaldamento e dell’energy per la produzione di articoli destinati al mercato idrotermosanitario, industria le, navale, oil&gas e multiutility, e che oggi conta undici insediamenti produttivi e otto unità commerciali in tutto il mondo, ha attuato, nel corso degli anni, una serie di investimenti in tema di efficienza energetica e sostenibilità. Di seguito se ne fornisce un quadro riassuntivo. L’ottenimento della certificazione UNI EN ISO 50001 “Sistemi di gestione dell’energia” nell’anno 2015, rappresenta il primo passo verso una gestione consapevole delle prestazioni energetiche aziendali. Investire in un sistema di monitoraggio dei consumi rende possibile l’individuazione delle utenze maggiormente energivore al fine di attuare politiche di riduzione e ottimizzazione di consumi e relativi costi.
Nel settore metalmeccanico, una delle utenze a maggior impatto energetico è la produzione di aria compressa. Proprio per questo motivo, abbiamo deciso di investire nel rinnovamento delle sale compressori delle nostre aziende, ottenendo importanti benefici in termini di riduzione dei consumi, grazie all’installazione di macchine ad alte performance.
Altra fonte di consumo rilevante è rappresentata dall’illuminazione degli ambienti produttivi. Nel corso degli anni, abbiamo condotto numerosi investimenti per il rifacimento dei nostri impianti di illuminazione, sostituendo i corpi illuminanti tradizionali con quelli a tecnologia più efficiente Led.
Inoltre, crediamo fermamente nella tecnologia fotovoltaica come indispensabile fonte di energia “green”. Abbiamo investito in cinque impianti fotovoltaici che ci consentono di giovare annualmente di un autoconsumo energetico significativo, che è risultato essere pari a 2.253 MWh nel corso del 2023.
Infine, abbiamo promosso la mobilità sostenibile attraverso l’installazione di punti di ricarica per autoveicoli elettrici presso le nostre aziende.
Il costante impegno di questi anni è stato coronato, nel 2022, con la pubblicazione del primo bilancio di sostenibilità della storia di Bonomi Group e oggi è disponibile la seconda edizione sul sito web aziendale. Riteniamo che questo strumento sia di importanza strategica al fine di comunicare con trasparenza, a tutte le nostre parti interessate, i traguardi e i risultati raggiunti dalle aziende del gruppo su questi aspetti.
Una riflessione finale sull’Industria 5.0. La transizione energetica passa anche da qui, ma molte imprese faticano a implementare il piano a causa delle complesse procedure burocratiche per accedere agli incentivi. Si auspica una semplificazione delle procedure, così da coinvolgere più aziende e accelerare il processo di transizione.