Fino al 13 gennaio 2019, in occasione dei 5 anni di apertura dell’omonimo Centro culturale multifunzionale, la Fondazione Mast, presieduta dal Cav. Lav. Isabella Seràgnoli, ospita la mostra “Pendulum. Merci e Persone in Movimento”, una selezione di 250 immagini storiche e contemporanee della propria collezione che propongono una riflessione sui temi dell’industria e del lavoro.
I 65 artisti scelti per l’iniziativa mettono a fuoco la genialità e l’energia che negli ultimi due secoli hanno spinto gli uomini a progettare mezzi e infrastrutture per muovere merci, persone e dati.
Si possono così ammirare le fotografie che Robert Doisneau ha dedicato agli stabilimenti Renault e il Paint Shop della BMW ritratto da Edgar Martins, le auto da corsa di Ugo Mulas e il monumentale trittico in onore del feticcio-automobile di Luciano Rigolini.
Presenti anche le installazioni di Ulrich Gebert e Xavier Ribas sul tema della migrazione e del nomadismo. E poi ancora i container di Sonja Braas, l’epopea dei truckers di Annica Karlsson Rixon, la serie di Yto Barrada sui manovali, i pendolari nelle metropolitane degli anni settanta e ottanta di Helen Levitt. Non mancano le immagini scure e cupe di David Goldblatt, che documenta la fatica di affrontare quattro ore di viaggio in autobus per recarsi al lavoro e tante altre ancora.
Riflessione a più voci sul tema della velocità che caratterizza la società attuale, l’esposizione, di cui il pendolo è metafora visiva, illustra le energie opposte che nascono da due fenomeni che dominano il presente: da una parte la forza prorompente dei motori, l’enorme accelerazione, i mezzi di trasporto trasformati in feticcio del nostro tempo, la connessione continua come imperativo assoluto e dall’altra il rallentamento, la brusca frenata, il blocco dei flussi di persone che migrano, unica barriera all’ideale di una mobilità globale.