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Pensieri Del “Marinaio D’epoca” Giovanni Novi: “Incoraggio i giovani ad avvicinarsi alla vela”

12.09.2022

« Dieci e lode. Sia dal punto di vista della presentazione e della logistica, sia come presenza di barche». Mentre Giovanni Novi promuove a pieni voti il Raduno 2022 e si racconta, i velieri sfilano al largo nelle acque inquiete di Porto Maurizio. Si srotolano lievi le parole di questo «marinaio d’epoca», come si definisce scherzando sull’età, 87 anni, che ha dedicato tutta la vita a cose di mare con sentimenti profondi. Un’esistenza che sembra non poter stare rinchiusa tutta in un solo passato: broker, armatore, velista, presidente per undici anni dello Yacht Club Italiano e per quattro anni dell’Autorità Portuale di Genova, Cavaliere del lavoro, marito dell’adorata Nucci Ceppellini, signora del suo cuore e asso della vela, con cui ha condiviso regate e tantissimo altro. Fino alla fine, nel 2008, quando lei si è spenta appena venti giorni dopo aver regalato Chaplin, la barca di famiglia, alla Marina Militare.

Un ricordo dolce che lenisce il dolore di quei giorni. Spiega Novi: «È una cosa bella che abbiamo fatto insieme, decisa quando lei stava già male. Si occupava tanto della barca. Anche i nostri figli sono stati contenti di questo gesto, il rapporto con la Marina Militare è ottimo, ci tengono informati. Chaplin a Imperia non c’è perché ha una piccola avaria. In ogni caso vorrei fare un plauso alla Marina che al Raduno non manca mai». Giovanni Novi spende complimenti destinati all’organizzazione e al sindaco Claudio Scajola, anche inriferimento alla lunga storia del Raduno: «Ricordo bene la prima edizione del 1986 e la fatica fatta con Gianni Loffredo dell’Associazione Vele d’epoca per mettere insieme gli scafi di varie nazionalità. Fu un successo. Considero che tanti, non solo in Italia, ma anche all’estero, hanno copiato quell’evento del 1986. E il Raduno di quest’anno è di ottimo livello». Ma lo sguardo di Novi è proiettato anche al futuro e guarda ai giovani: «Li incoraggio ad avvicinarsi alla vela e lo Yacht Club italiano fa tantissimo in questo senso. Ci sono le scuole che iniziano a 5 o 6 anni, ci sono le barchette e quando uno diventa bravo può andare su tutti gli scafi che vuole.

Può fare il giro del mondo, può fare regate importanti. La soddisfazione che dà la vela è unica. Inoltre si possono stringere amicizie con giovani di altri Paesi». Infine, una riflessione sui momenti difficili: «La cosa che ci preoccupa è che il futuro non è chiaro. Non lo è per nessuno e non lo è per nessuna attività. Tanto di più per comparto armatoriale, navigazione e shipping. Però penso anche che difficoltà nella mia vita di lavoro ne ho viste tante. Sono tutte superabili con l’ottimismo e con la voglia di fare». Parola di un esperto «marinaio d’epoca».

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Articolo pubblicato il 10 settembre da La Stampa Imperia

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