“La Festa del Primo Maggio è una ricorrenza, per noi Cavalieri del Lavoro, mai formale, ma densa di significato perché il lavoro non è solo uno dei valori fondanti della nostra Costituzione Repubblicana ma è il patrimonio più grande dell’uomo. L’unico in grado di assicurare la libertà dai bisogni, la dignità dell’individuo e la costruzione di una società più civile, più equa e più solidale”. Così Antonio D’Amato, Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, ha aperto il suo discorso al Quirinale in occasione delle celebrazioni per il Primo Maggio.
Alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, D’Amato ha fotografato la situazione economica dell’Italia: “Negli ultimi dieci anni – ha detto – non solo abbiamo registrato un calo di dieci punti di Pil ma la produttività della nostra economia è diminuita, gli investimenti e la produzione si sono ridotti del 30%, abbiamo perso quote di mercato nell’interscambio mondiale mentre il costo del lavoro per unità di prodotto è aumentato dal 2000 ad oggi di oltre il 40% rispetto al nostro primo competitor europeo, la Germania”.
Per il Presidente dei Cavalieri del Lavoro, “l’Italia è un grande Paese, ricco di capacità di lavoro e talento imprenditoriale. Abbiamo tutte le potenzialità per tornare a crescere e affrontare le sfide complesse che abbiamo di fronte. Ma talento e capacità da soli non bastano. Occorrono riforme vere. E soprattutto la grande e operosa convergenza di tutti i ceti dirigenti del Paese sull’obiettivo prioritario di restituire competitività all’Italia per rimettere in moto la crescita e creare tanta, buona e nuova occupazione”.
Alla cerimonia, che si è svolta nel Salone dei Corazzieri, sono intervenuti anche il Sottosegretario di Stato al Lavoro e alle Politiche Sociali, Luigi Bobba, il Presidente dell’Associazione Nazionale Seniores d’Azienda, Antonio Zappi, e il Vice Presidente della Federazione dei Maestri del Lavoro d’Italia, Renzo Pravisano.
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