In evidenza sui maggiori quotidiani:
– Regionali in Umbria: domani urne aperte.
– Conte, Zingaretti, Di Maio e Speranza: foto di gruppo a Narni.
– Stardard&Poor’s conferma rating e outlook sull’Italia
– Russiagate, il contrattacco della Casa Bianca.
PRIMO PIANO
Politica interna
Testata: Corriere della Sera
Autore: Caccia Fabrizio
Titolo: Sfida in Umbria, primo test per il governo Conte: noi il futuro. Salvini: pacchia finita – Tutti i leader sul ring umbro
Tema: Umbria al voto
Domani si vota in Umbria: urne aperte per un solo giorno, dalle 7 alle 23, senza ballottaggio. Chi, tra gli 8 candidati in corsa, otterrà più voti,diventerà presidente della giunta regionale. La partita è tra l’imprenditore alberghiero Vincenzo Bianconi, 46 anni, sostenuto da Pd e M5S, e Donatella Tesei, 61 anni, senatrice della Lega, appoggiata dal centrodestra unito. M5S e Pd ripetono che non si tratta di un test sul neonato governo giallorosso, mentre sull’altra sponda si ribatte che “sarà il primo avviso di sfratto per il Conte Bis”, come affermano in coro Salvini, Berlusconi e Meloni. Di certo è che sarà il primo esperimento da alleati per M5S e Pd, e l’esito potrebbe avre conseguenze sul voto in Emilia Romagna, previsto per gennaio.
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Testata: Repubblica
Autore: De Marchis Goffredo
Titolo: La foto di gruppo dei giallo-rossi – L’Umbria unisce i giallo-rossi che ora cercano la rimonta
Tema: Umbria al voto
Chiusa la campagna elettorale in Umbria, con l’inedita foto di gruppo dal palco di Narni del candidato Vincenzo Bianconi: Giuseppe Conte, Nicola Zingaretti, Luigi Di Maio e Roberto Speranza, uno a fianco dell’altro, alla vigilia di quello che si annuncia come il primo test elettorale per il governo e per l’alleanza giallo-rossa. “Se non facevamo una cosa insieme ai 5 Stelle non giocavamo neppure la partita”, spiega Zingaretti, mentre Conte ha spinto per essere presente, nonostante i consigli contrari di Rocco Casalino. Resta sullo sfondo l’assenza di Matteo Renzi, che ha deciso di non scendere in campo, sebbene il governo sia anche il suo. Nell’appuntamento di Narni ci sono poi molti aspetti che investono il dopo voto. Conte e Di Maio passeggiano a braccetto per le vie della cittadina in modo da fugare i sospetti di un attrito, legato a un presunto asse tra il leader grillino e Renzi. C’è il dilemma sul futuro di questa strana alleanza, tanto più in caso di sconfitta. Zingaretti rimane prudente: “Sono tante le differenze tra di noi. Ci siamo uniti solo perché amiamo l’Italia e vogliamo restituirle fiducia”.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Guerzoni Monica
Titolo: Conte con gli alleati «Questa coalizione ha un futuro»
Tema: Umbria al voto
Il premier Conte in Umbria, per sostenere il candidato di M5S e Pd alle regionali di domani, Vincenzo Bianconi. “Il progetto è partito da poco e si stabilizzerà sempre di più — dice Conte in queste ore di vigilia —. Andremo avanti fino al 2023 e oltre”. E in questo senso assume rilevanza la foto di gruppo dal palco di Narni, al fianco di Zingaretti, Speranza e Di Maio, forse il più freddo dei tre, preoccupato dall’impatto che una sconfitta di Bianconi potrebbe avere sul fronte più scettico del M5S.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Verderami Francesco
Titolo: Settegiorni – Le manovre dei partiti che agitano la maggioranza – I 5 Stelle spaccati e gli inquieti tra i dem I «bachi» che si insinuano nel governo
Tema: Maggioranza
La forza del governo, più che alle minacce di Renzi, è legata agli equilibri interni in Pd e M5S. Ecco dove s’insinua il baco. Il Movimento è diviso, i suoi gruppi parlamentari — in Italia come in Europa — si muovono come corpi autonomi, tanto che anche una banale votazione alla Camera rischia di farlo esplodere. L’ultima lite è dell’altro ieri: mentre il capo del governo era a colloquio con il presidente della Cei Bassetti, il ministro degli Esteri ha lanciato la proposta di recuperare cinque miliardi dall’Imu della Chiesa. E anche la foto di ieri a Narni, più che accorciare le distanze tra gli alleati, rischia di far esplodere il malumore in molti esponenti di governo, che si chiedono se fosse necessario mettere la faccia sulla probabile sconfitta in Umbria. Di certo il voto regionale non avrà effetti sull’esecutivo, ma tanto basta per capire che anche tra i democratici il fuoco cova sotto la cenere. Basta osservare i primi segnali: c’è il sindaco di Firenze Nardella che propone di «cambiare nome», c’è il «giovane turco» Verducci che chiede «primarie e congresso», e c’è addirittura chi in prospettiva vedrebbe Zingaretti come «il miglior candidato al Campidoglio». E dentro queste crepe s’infilano Renzi e l’opposizione.
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Testata: Stampa
Autore: Bertini Carlo
Titolo: Intervista a Dario Franceschini – Franceschini: con il M5S per governare a lungo In Umbria il primo passo – “Ora avanti insieme in tutte le Regioni La coalizione Pd-M5S adesso è strategica”
Tema: Maggioranza
Dario Franceschini, ministro della Cultura e capodelegazione Pd al governo, si dice soddidsfatto della strada intrapresa da dem e M5S, esplicitata ieri dalla foto di gruppo a Narni: “Questa in Umbria è la prima tappa di un percorso che deve durare nel tempo. Quindi è giusto metterci la faccia”, dice il ministro, che aggiunge: “Dopo l’Umbria, ci saranno Calabria, Emilia Romagna, poi sempre nel 2020 Toscana, Liguria, Campania. Tutte le alleanze hanno vittorie e sconfitte. Io sono ottimista sul risultato in Umbria. Ma non è un solo risultato che può condizionare in senso positivo o negativo il futuro di un campo riformista che si ricandidi a governare il paese. Rispetto le prudenze di tutti, però rovescio la prospettiva: se il governo va avanti bene, che ragione può esserci per dire agli elettori “governiamo insieme l’Italia ma non ci presentiamo insieme nelle regioni o città in cui si vota?”.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Palmerini Lina
Titolo: L’analisi – Il Colle teme nuove tensioni tra regionali e manovra
Tema: Maggioranza
Alla vigilia delle elezioni in Umbria, nel giorno della foto di gruppo tra leader della maggioranza (tranne Renzi), tutti ripetono la stessa formula: «Si tratta di un test locale». Tra le forze di governo quindi si tende a minimizzare quel che sarà il risultato del voto. Per la verità, il punto non è tanto mancare la vittoria – che è accreditata al centrodestra vista la tendenza delle europee dove sono andati già oltre il 50% – ma quanto sarà pesante la sconfitta. Quanti punti, cioè, divideranno i due opposti schieramenti, maggioranza e opposizione. È da quell’analisi che potrebbero riaccendersi le tensioni all’interno della coalizione. Tensioni che vanno ad aggiungersi a quelle che hanno segnato le ultime settimane del dibattito sulla legge di bilancio che molto hanno colpito anche il Quirinale, che teme un troppo rapido deterioramento dei rapporti tra M5S e Pd. A Roma, come a Bruxelles, la domanda è la stessa: qual è il grado di affidabilità di questa maggioranza? Nei giorni scorsi, sono stati frequenti i contatti del mondo politico con gli ambienti del Colle e l’impressione che ne hanno ricavato è che il capo dello Stato considera questo Governo un po’ come l’ultima “carta” di questa legislatura.
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Testata: Repubblica
Autore: Tito Claudio
Titolo: Il commento – Il confine del sei per cento – Il vero confine di 5S e Pd
Tema: Maggioranza
Le elezioni di domani in Umbria hanno inevitabili risvolti sui partiti nazionali e soprattutto sul governo. Per una ragione: è la prima occasione in cui la nuova maggioranza, quella composta da M5S e Pd, si presenta davanti agli elettori. È insomma un test. Sulla coalizione e sull’esecutivo. Il cui esito condizionerà il percorso futuro della “fusione fredda” attraverso la quale dem e grillini si sono alleati. Stabilirà se possa evolversi in una unione calda, con una visione e un progetto condiviso. L’alleanza giallorossa in queste settimane si è mostrata in imbarazzo. Quasi si vergognava di presentarsi insieme. Il ritardo con cui la foto di Narni è stata scattata ne è la prova. Considerando la vittoria del centrodestra molto probabile, il confine tra lo scacco neutro e il tracollo dell’alleanza gisallorossa si misurerà con il confronto con i numeri di 5 mesi fa. Nella tornata europea dello scorso maggio Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia avevano raccolto circa il 51 per cento dei consensi. Pd, M5S e le altre liste del centrosinistra si sono attestate intorno al 45 per cento. Aumentare o ridurre il distacco equivale a esprimere un giudizio.
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Testata: Repubblica
Autore: Lopapa Carmelo
Titolo: Salvini è già in festa: “Conte a casa” Ma teme l’ipotesi di un governo Draghi
Tema: Centrodestra
L’incubo di Matteo Salvini e del centrodestra che sogna di andare al governo si chiama Mario Draghi. L’unico scenario che il leader leghista teme davvero è una caduta in corsa di Conte che non porti immediatamente al voto ma anche invece veda il testimone passare di mano verso l’ex governatore della Bce. Nonostante la spallata che Salvini e i suoi alleati di centrodestra puntano a dare all’esecutivo, fin dal voto in Umbria di domani. “Domenica questa terra darà una lezione di democrazia e se la ricorderanno per i prossimi 50 anni, a gennaio comincerà un percorso: Emilia Romagna e Calabria, ci metterò l’anima anche lì, poi in Toscana, quindi andiamo a votare a livello nazionale. E torniamo al governo dal portone principale”, dice il leader leghista da Terni, nella chiusura della campagna elettorale. Tuttavia il fronte interno alla Lega, Giorgetti in primis, che teme la prospettiva Draghi si fa sempre più numeroso. “Chi ha deciso di mettere Conte alla presidenza del Consiglio potrebbe anche decidere di mettere al suo posto Draghi”, ha detto o stesso Giorgetti durante l’evento “Liguria 2020-2025”. Salvini per ora preferisce pensare che tutto crolli tra 6 mesi, dopo le picconate delle regionali. È tanto sicuro di farcela che già domani sera sarà a Perugia a chiusura delle urne.
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Testata: Giornale
Autore: Cuomo Andrea
Titolo: Sfida di Forza Italia: «Tasse, tetto al 30%» – Berlusconi lancia il no tax day «Un tetto al prelievo fiscale»
Tema: Centrodestra
Il tema delle tasse è diventato sempre più centrale nel corso della campagna elettorale in Umbria. A lanciare l’hashtag #notax è stato colui che più ha titolo per farlo, quel Silvio Berlusconi che ha fatto della lotta allo Stato esattore una battaglia politica negli anni: “Mi hanno accusato di essere un evasore fiscale, io che sono il primo contribuente italiano”, ribadisce da Todi l’ex Cavaliere. “I nostri gruppi parlamentari – spiega – riprendendo progetti già studiati da tempo dagli economisti più vicini a noi hanno preparato un progetto di modifica alla Costituzione volto a fissare un tetto all’imposizione fiscale: lo Stato non potrà mai, per nessuna ragione, imporre una tassazione superiore a un terzo della ricchezza totale prodotta nel Paese durante l’anno, né ad un singolo contribuente, persona fisica, famiglia o impresa, potrà chiedere più di un terzo dei suoi guadagni”. E ancora: “Una tassazione troppo alta impedisce all’economia di crescere, mortifica il lavoro e lo spirito di iniziativa delle persone, alla lunga non giova neppure ai bilanci dello Stato, perché un Paese che non cresce, che non genera neppure gettito fiscale”. Berlusconi vuole passare subito dalle parole ai fatti. Con una lettera ha indetto per oggi un no-tax day come ai vecchi tempi, invitando tutti i militanti e i simpatizzanti a organizzare “iniziative per spiegare questa nostra proposta ai cittadini e raccogliere firme a sostegno”.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Franco Massimo
Titolo: La Nota – La Lega sogna la spallata ma i tempi sono un’incognita
Tema: Centrodestra
Adare rilievo nazionale al voto di domani in Umbria è soprattutto il capo della Lega, Matteo Salvini. Il Carroccio potrebbe velare con un successo Iocale il pasticcio suicida della crisi di governo in agosto; e riaffermare una leadership dell’opposizione che, dopo le Europee di maggio, è affidata ai sondaggi. “Sarà una lunga marcia di riconquista della democrazia” ha detto ieri Salvini, che poi aggiunge: “L’inizio di un percorso, perché a gennaio andrà al voto l’Emilia Romagna, e poi entro primavera Toscana, Marche, Campania, Puglia, Liguria e Veneto. E poi andiamo a votare a livello nazionale e torniamo al governo dal portone principale”. Eppure, l’espressione “lunga marcia” lascia intravedere la consapevolezza di un’opposizione che potrebbe rivelarsi meno breve e facile di quanto si dica. Al di là degli attacchi alla maggioranza M5S-Pd e ai suoi alleati, la Lega sa che far cadere il governo di Giuseppe Conte sarà difficile e occorrerà tempo. Sarà necessaria maggiore compattezza con Giorgia Meloni e con Silvio Berlusconi. E bisognerà ricalibrare la politica estera di un fronte sovranista reduce da un risultato in chiaroscuro a livello continentale.
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Economia e finanza
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Negri Giovanni
Titolo: Evasione, più intercettazioni e carcere – Più intercettazioni per i reati tributari
Tema: Evasione
Il decreto legge fiscale si irrobustisce di misure contro l’evasione attraverso la leva di un’inasprimento delle sanzioni che conduce, tra le conseguenze, anche all’allargamento delle possibilità di effettuare intercettazioni da parte delle autorità investigative. Nel dettaglio, il pacchetto in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale innalza la pena detentiva dagli attuali 1 anno e 6 mesi nel minimo e 4 nel massimo, a un minimo di 2 e un massimo di 6 per il reato di omessa dichiarazione. L’intervento sulla condotta di omessa dichiarazione e dichiarazione fraudolenta si affianca a quelli che, negli anni passati, hanno reso possibile effettuare intercettazioni per le ipotesi standard di dichiarazione fraudolenta, di occultamento o distruzione di documenti contabili, di falsa fatturazione, di indebita compensazione, dei casi più gravi di sottrazione fraudolenta. Anche se l’utilizzo di intercettazioni ha posto negli anni diverse questioni, alla luce della perdurante assenza di una disciplina sulla divulgazione dei contenuti estranei all’interesse investigativo nel doppio binario penale-amministrativo.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: De Mita Enrico
Titolo: Le manette non risolvono niente – Fisco, le manette non risolvono nulla
Tema: Evasione
Va seguito molto equilibrio nel tema delle sanzioni penali in materia fiscale. Precipitosamente e al di fuori di una meditazione seria, il governo ricorrendo al decreto legge, scritto in una forma fortemente discutibile, ha fatto approvare l’inasprimento delle sanzioni penali con la demagogica etichetta di “manette agli evasori”. Si tratta di un maldestro tentativo di propaganda. Gli evasori usciranno allo scoperto solo con la riduzione delle imposte. In questa iniziativa non si è tenuto conto né del Paese e, cosa più grave, né del Parlamento. La strada perchè il sistema possa cominciare ad assolvere compiutamente ai propri doveri sono due: una imposta sopportabile e un sistema tributario fondato sul rapporto di fiducia e di collaborazione tra cittadino e fisco, che è solo un aspetto particolare di quel rapporto che deve intercorrere in ogni regime democratico fra cittadino e Stato.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Salvia Lorenzo
Titolo: Pagamenti digitali, bonus fiscale al 30%
Tema: Contante e rating
Il primo giudizio sull’Italia di Standard & Poor’s dopo il cambio di maggioranza rimane invariato, con un rating fermo al livello BBB. Fermo anche l’outlook, cioè la prospettiva per i prossimi mesi, che resta negativo. In sostanza, giudizio sospeso in attesa di conoscere i dettagli della manovra di Bilancio, ancora non approvata dal Parlamento. Secondo l’agenzia Usa, il Pil “debole” resta il “principale rischio” per la tenuta dei nostri conti pubblici. Mentre “le famiglie e le aziende, invece di spendere, continuano a costruire risparmi precauzionali, complicando gli sforzi per ridurre il debito pubblico”. Intanto nell’ultima versione del decreto legge fiscale approvato in Cdm dieci giorni fa, ma ancora non arrivato al Quirinale, c’è un’importante novità: un primo passo per tagliare i costi a carico dei negozianti sulle somme incassate non in contanti ma via carta di credito e bancomat; dal prossimo luglio partirà anche un credito d’imposta pari al 30% delle commissioni addebitate ai commercianti perla transazioni via Pos. Così lo Stato si fa carico di una parte dei costi che il settore del commercio dovrebbe sostenere con l’operazione per disincentivare i contanti. Positivo il giudizio di Confesercenti, che parla di “segnale tangibile di attenzione alle imprese da parte del governo”.
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Testata: Repubblica
Autore: Petrini Roberto
Titolo: Con il taglio al cuneo mille euro l’anno in più S&P conferma il rating
Tema: Cuneo fiscale e rating
Prime indicazioni sul decreto fiscale, allo studio dei tecnici del Mef: iI nuovo bonus sulla busta paga sarà di 1.000 euro l’anno, partirà con tutta probabilità già da maggio dell’anno prossimo e si estenderà ai redditi fino a 35 mila euro. Complessivamente l’operazione del taglio del cuneo fiscale potrà contare su ulteriori 16 miliardi in tre anni e coinvolgerà circa 15 milioni di lavoratori. Resterebbe fuori da questo intervento la fascia degli incapienti, cioè coloro che hanno un reddito così basso da non poter beneficiare della detrazione fiscale. Ma in questa zona, spesso fatta di lavoro frammentato, lo strumento destinato ad intervenire è il reddito di cittadinanza, così com’è o con alcuni miglioramenti. Intanto arriva un parziale incoraggiamento da parte di Standard&Poor’s che, in tarda serata, ha confermato il rating dell’Italia al livello “BBB”, con outlook “negativo”: è lo stesso livello dell’aprile scorso, dopo la riduzione avvenuta nel difficile 2018. La “bassa crescita” è una delle ragioni che ha impedito un miglioramento del verdetto di S&P che qualcuno già vedeva nell’aria: un segnale positivo viene invece dall’apprezzamento sugli obiettivi di finanza pubblica definiti «credibili».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Sensini Mario
Titolo: La nuova mappa delle detrazioni
Tema: Fisco
Il taglio delle detrazioni fiscali per ora riguarda solo i contribuenti più ricchi, chi guadagna dai 120mila euro annui in su, che vedrà progressivamente ridursi (o sparire oltre i 240mila euro) tutte le detrazioni al 19%. Parliamo di appena lo 0,73% dei contribuenti (che tuttavia versano il 18% dell’Irpef netta), 302 mila persone. Ma la breccia è aperta, perché sebbene siano nel mirino da anni, nessuno finora aveva osato toccare gli sconti fiscali. Che, sommandosi di anno in anno, sono diventati oltre 400 e costano, tolti i più importanti, considerati intoccabili, quasi 60 miliardi l’anno. Dal 2021 tutte le spese per le detrazioni dovranno essere tracciabili, e ne spunteranno altre (non si sa con che aliquota) sulle spese in “odor di evasione”. Come quelle per le piccole riparazioni della casa, o dei servizi perla persona. Naturalmente a fronte di una fattura elettronica.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Barenghi Andrea
Titolo: Case e ticket, una partenza piena di errori – Ticket e tassazione immobiliare, una partenza piena di errori
Tema: Fisco
La proposta del ticket progressivo sul reddito, come attuazione della progressività del prelievo, è frutto di un duplice equivoco. La progressività che vincola il legislatore tributario si riferisce, intanto, alla fiscalità generale e non al costo (tassa) dei servizi. ‘universalismo del sistema, poi, è stato delineato proprio per offrire una garanzia indipendente dalla posizione sociale dei cittadini: introdurvi simili correttivi rischia quindi di contraddirne le stesse basi. Se davvero si volesse attuare un finanziamento progressivo del sistema sanitario, bisognerebbe, al contrario, eliminare il ticket. Del pari fuori fuoco è il tema del prelievo patrimoniale, in particolare sui cespiti immobiliari. Ma anche qui va sottolineata l’irrazionalità di un prelievo selettivo sulla casa di abitazione in base a certe caratteristiche dell’immobile e al reddito del proprietario.
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Testata: Repubblica
Autore: Patucchi Marco
Titolo: Patuanelli: una tregua sull’Ilva Ma Lezzi (M5S) attacca il governo
Tema: Ilva
Le parole del ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli dopo l’incontro con i sindacati sul tema dell’ex Ilva: “La posizione del governo è chiara: non esiste un’Italia senza siderurgia. Chiederemo ad ArcelorMittal di rispettare il piano industriale e ambientale. E non c’è spazio per polemiche politiche”, dice il ministro, nel tentativo di sedare le fibrillazioni all’interno del M5S e con il Pd, confermate dalle parole di Barbara Lezzi, ex ministro e senatrice grillina, prima firmataria dell’emendamento che ha soppresso l’immunità penale per gli amministratori dell’acciaieria (“L’idea che mi sono fatta è che si stia utilizzando la solita tecnica della denigrazione perché i vari Provenzano e Bellanova sono privi di visione, lontani dai cittadini, troppo proni alle multinazionali”, dice l’ex ministra). I sindacati sono usciti dal confronto poco rassicurati e con la consapevolezza che il piano industriale della multinazionale indoeuropea “sta procedendo con forti battute d’arresto”, come dice la leader Fiom, Francesca Re David. Anche se la nuova ad, Lucia Morselli che ha incontrato Patuanelli martedì scorso, non avrebbe mai parlato di esuberi, i numeri dimostrano che la crisi è una realtà: solo 4,5 milioni di tonnellate di acciaio quest’anno, contro i 5 stimati precedentemente e i 6 scritti nel piano industriale, ambientale e occupazionale. Prossimo appuntamento al Mise a metà novembre, quando ci sarà anche l’azienda. Operai e cittadini di Taranto restano nel limbo.
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Testata: Stampa
Autore: Baroni Paolo
Titolo: Intervista a Carlo Calenda – “Inconcepibile lo stop allo scudo per l’ex Ilva Vergognoso il silenzio di Renzi e del Pd”
Tema: Ilva
Sul caso Ilva interviene anche Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo Economico, il primo ad avviare un’operazione di salvataggio, lanciando poi la gara conclusasi con la vittoria del gruppo Mittal ufficializzata sotto Di Maio. Calenda risponde a chi avanza dubbi sullo scudo penale: “Una stupidaggine. Perché lo scudo è stato previsto già ai tempi dell’amministrazione straordinaria e confermato sin dal primo giorno di avvio della gara, richiesto sia da Mittal che dalla cordata concorrente guidata da Cdp. Serve a fare in modo che chi rispetta tutti gli obblighi previsti per legge dal piano ambientale non venga perseguito. Cosa che invece è avvenuta in passato. Dopodiché senza lo scudo nessuno investe a Taranto e nessuno fa i lavori di ambientalizzazione”. Secondo Calenda c’è il rischio che Arcelor possa defilarsi. “Aggiungo un punto per me fondamentale: abbiamo portato un investitore da 4,2 miliardi, il più rilevante al Sud da 40 anni aquesta parte, il tutto per rendere quella di Taranto l’acciaieria più pulita del mondo. Ma se non basta questo in Italia cosa bisogna fare? Proprio non ci si rende conto che se Mittal decidesse semplicemente di chiudere il ciclo a caldo l’Italia perderebbe di fatto la produzione di acciaio primario, diventando dipendente dagli altri paesi dove si inquinamolto di più”.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Bocconi Sergio
Titolo: Utili, le banche battono l’industria
Tema: Rapporto Mediobanca
La classifica dei maggiori gruppi industriali italiani secondo la 54esima edizione dell’indagine condotta dall’Area Studi di Mediobanca. In testa alla graduatoria per fatturato nel 2018 c’è il settore energetico-petrolifero: Eni, grazie soprattutto all’aumento del prezzo del greggio, raggiunge ricavi per 75,8 miliardi scavalcando Enel, che è stata prima nel biennio 201617 e che si attesta a 73 miliardi, mentre terza è Gse, società che svolge attività di compravendita di energia elettrica, con 32,3 miliardi. La prima azienda manifatturiera e la quarta nelle Top20 italiane dell’industria è Fca Italy con 27,2 miliardi, seguita da Telecom Italia con 18,7. E sui profitti un dato può in parte rappresentare una sorpresa: l’industria in quanto a utili nel biennio è superata dalle banche. Intesa Sanpaolo ne ha realizzati per 11,3 miliardi, Unicredit 9,3. I due maggiori istituti di credito italiani nei due anni hanno compensato la scarsa dinamicità del margine d’interesse con l’aumento del saldo delle commissioni e hanno beneficiato di componenti straordinari che si aggirano per entrambi sui 2 miliardi.
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Testata: Repubblica
Autore: Rampini Federico
Titolo: Amazon, meno profitti E Bezos cade dal trono
Tema: Amazon
Titolo Amazon ieri penalizzato dai mercati. La notizia che ha deluso le attese e turbato gli investitori, è che nel terzo trimestre la regina del commercio online (in Occidente) ha visto l’utile netto scendere del 28%. A fronte di questa riduzione nella redditività, il fatturato dell’ultimo trimestre invece è salito del 24% su base annua. La spiegazione sta in una piccola novità nel modello di servizio: ai clienti Prime, la merce ordinata viene consegnata automaticamente entro le 24 ore. Quella consegna ultra-veloce che prima era un privilegio su richiesta, ora è l’opzione “default” anche se uno non la chiede espressamente. Piccola modifica, grosso impatto: da quando è stata introdotta la novità, il volume delle vendite è salito del 22%. Naturalmente la rapidità ha un costo e in certi casi, per ordinazioni online di piccolo valore, Amazon sta offrendo il servizio in perdita. Donde l’impatto divaricato: molto positivo sul fatturato, altrettanto negativo sul profitto.
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Societa’, istituzioni, esteri
Testata: Corriere della Sera
Autore: Sarcina Giuseppe
Titolo: La contro-inchiesta di Trump che «ribalta» il Russiagate
Tema: Russiagate
Il ministro della Giustizia statunitense, William Barr, ha aperto una indagine penale per stabilire l’origine dell’inchiesta sui rapporti tra Vladimir Putin e Donald Trump. Si ipotizza che spezzoni di Cia, Fbi e amministrazione Obama abbiano fabbricato una falsa accusa contro l’allora candidato alla Casa Bianca, accusandolo di cospirazione con i russi per danneggiare Hillary Clinton. E in questo complotto potrebbero essere entrati anche i governi di Italia, Australia e Regno Unito. Si tratta di una mossa inedita e clamorosa, vera e propria “azione parallela” all’impeachment contro Trump. Si prospettano ora settimane di scontro durissimo. Nel documento redatto da Barr ci sarebbero anche le prove che il ministro della Giustizia avrebbe raccolto a Roma. Anche se il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha assicurato la totale estraneità dei servizi segreti nel Russiagate.
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Testata: Stampa
Autore: Semprini Francesco
Titolo: Russiagate, l’inchiesta diventa penale
Tema: Russiagate
L’indagine ordinata dal ministro della giustizia americano William Barr sulle origini del Russiagate é diventata ora un’inchiesta penale, una sorta di controinchiesta volta ad accertare gli eventuali responsabili che avrebbero creato ad arte le condizioni per avviare il primo filone sulla collusione di Donald Trump nelle interferenze russe nelle elezioni 2016. Documenti e testimonianze che potrebbero passare anche per l’Italia dopo i noti blitz di Barr in Italia: a tal proposito il ministro Usa aveva inviato a palazzo Chigi una missiva datata 17 giugno, dopo la quale il premier ha autorizzato ai colloqui il capo del Dis Gennaro Vecchione. Questo, secondo quanto riferito dallo stesso Conte al Copasir – l’organo di vigilanza dei servizi di informazione italiani – senza fornire alcuna informazione riservata. Non è proprio così per Fox News, secondo cui durante una delle due visite effettuate a Roma, il 15 agosto e il 27 settembre, Barr e Durham hanno raccolto nuove prove per la loro contro-inchiesta sul Russiagate.
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Testata: Messaggero
Autore: Pompetti Flavio
Titolo: Russiagate, Trump e Barr all’attacco dell’Fbi: controinchiesta penale
Tema: Russiagate
L’inchiesta sulle origini del Russiagate, ordinata dal segretario alla Giustizia Usa William Barr, da ieri abbraccia ipotesi di reato penale. Il procuratore John Durham, che ha ricevuto l’incarico ministeriale, avrà ora una maggiore autorità nell’ordinare la comparizione degli indagati. Perno dell’indagine è l’ipotesi che la pista russia sia stata creata con la collaborazione anche dell’intelligence italiana e australiana, e con la colpevole negligenza, se non addirittura con il coordinamento, della Casa Bianca di Obama, nel tentativo di screditare Trump. Il rapporto Durham dovrebbe contenere le prove di questa tesi. Nei democratici c’è la convinzione che la mossa di Trump sia una vendetta politica, e il salto di qualità nel campo penale ha scatenato le proteste di Schiff e Nadler, presidenti delle commissioni che indagano sul Russiagate.
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Testata: Repubblica
Autore: Ansaldo Marco
Titolo: Erdogan: “Gli Usa ci consegnino il comandante dei curdi”
Tema: Turchia
Il leader turco Recep Tayyip Erdogan non si ferma e chiede la testa del leader curdo Mazloum Abdi: “Abbiamo un accordo di estradizione. L’America ci deve consegnare questo uomo”, dice il sultano, che ora mette nel mirino Kobane, per la prima volta indicata come possibile obiettivo. Alla tv di Stato Trt Erdogan ha detto che la Turchia “prenderà una decisione” sulla città simbolo della resistenza curda all’Isis. Gli Stati Uniti chiedono ad Ankara di non entrare, mentre i russi sì. Non è un esercizio difficile immaginare dove penderà la bilancia del Sultano, dopo avere appena stretto un accordo più forte con Vladimir Putin. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha avvertito i combattenti curdi che se il loro ritiro non avverrà entro le nuove 120 ore assegnate di tregua, “purtroppo saranno lasciati di fronte all’esercito turco perché le guardie di frontiera siriane e la polizia militare russa non rimarranno nel mezzo”. E ieri all’Onu si è registrato un pesante litigio tra gli ambasciatori turco e siriano: il diplomatico di Ankara definiva il blitz del proprio Paese come un’operazione “anti-terrorismo per rafforzare l’integrità territoriale della Siria”. Il collega di Damasco accusava la Turchia di “flagrante violazione” del diritto internazionale.
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Testata: Repubblica
Autore: Zampaglione Arturo
Titolo: Pechino contro Pence “Arrogante e ipocrita per le critiche all’Nba”
Tema: Cina
Duro scambio di accuse tra la Cina e gli Stati Uniti. Alla vigilia dell’avvio dei negoziati commerciali, il vicepresidente americano Mike Pence si è lanciato in un’offensiva politico-ideologica contro Pechino, in particolare contro “la limitazione dei diritti e delle libertà” ad Hong Kong. Il numero due della casa Bianca ha anche denunciato la Cina come “uno Stato di Polizia”, con atteggiamento militarmente “provocatorio”. E ha criticato la multinazionale americana Nike e la stessa lega di basket Nba per aver avallato le censure cinesi contro Daryl Morey, general manager della squadra degli Houston Rockets, che aveva twittato la sua solidarietà ai manifestanti di Hong Kong. La risposta di Pechino non si è fatta attendere. “Le parole di Pence”, ha detto Hua Chunying, portavoce del ministero degli Esteri, “erano farcite di arroganza, pregiudizi e bugie”.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Coppola Alessandra
Titolo: L’Argentina, le lacrime Cristina sogna il ritorno – Argentini al voto, code in banca Domani ritorna Cristina?
Tema: Argentina al voto
Vigilia del voto in Argentina. I sondaggi danno per favoriti Alberto Fernández e Cristina Kirchner, che stavolta si presenta come vice, sul presidente uscente, il liberista Mauricio Macri. Ma si teme la reazione dei mercati: nella giornata di ieri, lunghe file di argentini negli uffici di cambio, per comprare dollari. “La “corrida cambiaria” è un tentativo di condizionare il presidente che viene” — dice al Corriere Eduardo Valdés, peronista di lungo corso. Le previsioni più realistiche indicano, per la verità, che Fernández una volta eletto avvii un negoziato con l’Fmi per ristrutturare l’enorme debito. Un piano simile a quello che permise all’Uriguay si evitare il default nel 2002, ma che non può funzionare senza sostanziosi tagli alla spesa sociale, che l’ala kirchnerista però non appoggerebbe. Ci si chiede quindi che peso avrà Cristina nella nuova gestione e quanto condizioneranno Fernández lei e la sua base radicale.
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Testata: Stampa
Autore: E.GUA.
Titolo: Il peronismo verso la vittoria E l’Argentina rischia il default
Tema: Argentina al voto
Alberto Fernandez e Cristina Kirchner hanno chiuso la loro campagna elettorale convinti che la partita del voto sia già praticamente chiusa: sono 17 i punti di vantaggio sul presidente uscente Mauricio Macri, secondo gli ultimi sondaggio. A poco sono serviti finora i richiami di Macri agli scandali che hanno colpito Cristina Kirchner, ai bilanci truccati, gli appalti gonfiati, gli alti funzionari arrestati. Ha citato fatti concreti, ma la verità è che gli argentini oggi hanno ben altre preoccupazioni, che ruotano essenzialmente attorno alla crisi economica. Più di un argentino su tre oggi è povero, l’inflazione è passata dal 30% al 55%, il debito è aumentato, le casse pubbliche, pur dopo il maxi prestito concesso dal Fmi, sono vuote.
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Testata: Repubblica
Autore: Ciai Omero
Titolo: L’eterno Perón d’Argentina – L’eterno ritorno di Perón
Tema: Argentina al voto
Domani ci sono le elezioni in Argentina e ancora una voltai peronisti sono favoriti per riconquistare il potere a furor di popolo. Sarebbe la seconda volta nell’ultimo mezzo secolo. L’ultima fu dopo la crisi del grande default del 2000. Dalla devastazione il Paese uscì con Néstor Kirchner, l’alfiere del «prima gli argentini», presidente dal 2003. Con lui e sua moglie Cristina, presidenta dopo il marito dal 2007 e ora candidata alla vicepresidenza, i cittadini tornarono a non pagare molti servizi, dal telefono al tram, gonfiando i debiti del bilancio statale. Ora a Cristina e al candidato presidente Alberto Férnandez, gli argentini tornano a chiedere una nuova stagione di assistenzialismo.
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Testata: Repubblica
Autore: Rodari Paolo
Titolo: Immobiliare Vaticano A Londra un altro palazzo acquistato per 90 milioni
Tema: Vaticano
Nel 2015 l’allora presidente dell’Apsa, Domenico Calcagno, propose al cardinale Versaldi, allora presidente della Prefettura degli affari economici della Santa Sede, l’acquisto di un immobile a Londra per 94,3 milioni di euro. L’immobile ancora non figura sotto la lente degli inquirenti vaticani a differenza di quello acquistato dalla segreteria di Stato e per il quale sono stati sospesi nei giorni scorsi cinque funzionari interni. Da tempo la Santa Sede fatica a far quadrare i conti. Francesco chiede risparmio ed oculatezza. Eppure all’Apsa viene portata avanti un’operazione finanziaria che per alcuni dentro i sacri palazzi ha il sapore della speculazione. Tutto è certificato nel bilancio della stessa Apsa del 2015: l’acquisto alla fine avviene per 96 milioni di euro, seppure per l’immobile “emerge una criticità in merito alla rappresentazione contabile degli asset di proprietà formale dell’Apsa ma inclusi nei bilanci di altri enti vaticani”. Londra, dunque, si conferma punto di riferimento importante per le finanze d’Oltretevere.
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