In evidenza sui principali quotidiani:
– L’impegno di Draghi con Greta sul clima. “Al G20 chiederò di agire rapidamente”.
– Alta tensione nel centrodestra. Meloni ritarda e Salvini se ne va.
– Morisi, l’ombra del ricatto da parte del ragazzo romeno per una lite sui soldi.
– Tredici anni a Lucano per “irregolarità sui migranti”. Il Pd lo difende, la Lega va all’attacco.
PRIMO PIANO
Politica interna
Testata: Corriere della Sera
Autore: Lio Pierpaolo
Titolo: Alta tensione nel centrodestra Meloni in ritardo e Salvini se ne va – Meloni è in ritardo e Salvini va via Salta l’incontro, tensioni tra alleati
Tema: Alta tensione nel centrodestra
L’incrocio sfugge per una manciata di minuti. Matteo Salvini lascia la sala. Dieci minuti dopo arriva Giorgia Meloni. «E’ colpa di Alitalia», spiegheranno. E di agende fitte d’impegni elettorali. Resta che la foto di gruppo dei big di centrodestra salta di nuovo. Nel «celo, celo, manca» di Luca Bernardo, il suo introvabile Pizzaballa resta infatti la figurina con il ritratto di «famiglia» con i leader al completo. Saltò anche al lancio della sua candidatura a sindaco di Milano, a metà luglio, quella volta per il forfait polemico di Giorgia Meloni per lo strappo con la Lega sul Cda della Rai. E dire che l’appuntamento di ieri era stato costruito apposta per lanciare un segnale chiaro all’esterno (e all’interno) della coalizione: siamo compatti, e sosteniamo la corsa del pediatra che veste la casacca di anti-Sala.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Verderami Francesco
Titolo: Il retroscena – Giorgia e Matteo «accerchiati» Il capo leghista avvisa Giorgetti: dopo le elezioni sistemo le cose
Tema: Alta tensione nel centrodestra
Se il patto c’è, è stato battezzato con una falsa partenza. E il patto tra Salvini e Meloni c’è, a sentire uno dei maggiorenti del centrodestra: «Si sono parlati dopo la sortita di Giorgetti, siglando un patto di mutuo soccorso». In quell’occasione hanno pensato alle conferenze stampa per chiudere insieme le campagne elettorali di Milano e Roma, ma l’organizzazione del primo evento ha finito per trasformarsi nella metafora del nervosismo e della fretta: così l’intesa rischia di apparire stipulata (quasi) fuori tempo massimo. E comunque un fatto che dopo mesi passati a contendersi la leadership hanno compreso come dalla loro sfida non stesse per emergere un vincitore ma due sconfitti. E avrà le sue ragioni la Meloni a denunciare una «turbativa interna ed esterna per far saltare la coalizione», alludendo anche alle vicende giudiziarie, alla «preoccupante uscita di notizie» sul «caso Morisi alla vigilia delle urne. Ma non c’è dubbio che sul fronte politico i due leader hanno offerto il fianco a loro avversari.
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Testata: Stampa
Autore: Magri Ugo
Titolo: L’analisi – Se il Cav scarica Giorgia e Matteo
Tema: Alta tensione nel centrodestra
Due scaltri “comunisti” vanno insinuando in giro che questa destra ideologica, estremista, sovreccitata non è pronta a governare; se arrivasse al potere con gli attuali leader rischieremmo un frontale con la realtà; per cui meglio tenerci stretti Mario Draghi, possibilmente «forever». Il primo subdolo “denigratore” si chiama, sorpresa, Giancarlo Giorgetti: ministro dello Sviluppo economico e figura autorevole della Lega, quella che non rinnega le proprie ascendenze bossiane e mantiene ferma la rotta a Nord. Ha dichiarato domenica a La Stampa che vedrebbe bene Draghi sul Colle; però non a tagliare nastri né a ricevere scolaresche bensì come Charles de Gaulle, dunque da presidente che regna e governa nello stesso tempo. Una polizza assicurativa per l’Italia. Un “tutor” per Matteo Salvini o per Giorgia Meloni che, lascia intuire il ragionamento, non hanno la stessa esperienza, il medesimo “standing” internazionale, e se dovessero vincere andrebbero aiutati. L’altro subdolo avversario della destra si chiama nientemeno Silvio Berlusconi; anche lui su La Stampa ha manifestato dubbi che, a chi lo frequenta, sono quasi venuti a noia per quante volte l’ex premier li esprime privatamente. Il Cav va ben oltre Giorgetti: trema all’idea che Meloni o Salvini possano sedersi al volante dell’Italia, «non scherziamo» si mette idealmente le mani nei capelli. Ironia della sorte, proprio Berlusconi ai suoi tempi era stato bollato come «unfit» a governare.
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Testata: Giornale
Autore: Berlusconi Silvio
Titolo: L’analisi di Silvio Berlusconi «La sinistra va al potere se si indebolisce il centro liberale con i valori cristiani»
Tema: Alta tensione nel centrodestra
“In questi mesi ho provato a spiegare – anche attraverso una serie di articoli pubblicati qui sul Giornale – quali sono le caratteristiche e i valori di riferimento che rendono Forza Italia qualcosa di unico nel panorama politico non soltanto della «seconda Repubblica» ma dell’intera storia d’Italia, dall’unità nazionale ad oggi. Caratteristiche che si riassumono nei quattro aggettivi «liberale», «cristiana», «europeista» e «garantista». Ma perché è tanto importante una forza politica con queste caratteristiche? Perché vale la pena continuare a votarla ed anzi darle maggior forza? Forza Italia è certamente un movimento politico «di centro» […] Per questo voglio ribadire un concetto: Forza Italia non fa parte del centro-destra, Forza Italia è il centro-destra. Non si vince senza le nostre idee, oltre che ai nostri numeri. E noi siamo garanti della connotazione liberale ed europea della coalizione. Ecco perché Forza Italia non ha solo un glorioso passato, ha un presente e un futuro ancora più importanti”.
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Testata: Libero Quotidiano
Autore: Chirico Annalisa
Titolo: Intervista a Matteo: «Non temo per la mia leadership, Draghi bravo ma…» – «Non ho paura che mi sfilino la Lega»
Tema: Intervista a Matteo Salvini
Senatore Salvini, la Lega quando andrà a congresso? «A fine ottobre il percorso congressuale riprenderà, secondo quanto prevede lo Statuto. Era difficile tenere i congressi nel pieno della pandemia. Se passate le elezioni la situazione sarà, come ipotizzabile, sotto controllo, si faranno». La sua leadership è a rischio? «Lo escludo categoricamente, non ho paura», risponde così il segretario federale della Lega a margine della Scuola “Rinascita Italia – The Young Hope” di Fino a prova contraria, a Roma. II presidente Silvio Berlusconi, a La Stampa, ha detto che lei o Meloni a Palazzo Chigi non se ne parla. «Non commento le parole di Berlusconi, prendo atto che ha smentito». La vicenda di Luca Morisi, al di là degli aspetti penali, rivela un abisso esistenziale: lei si è chiesto se avrebbe potuto aiutarlo? «Luca sta subendo una barbarie: quando tra un mese si scoprirà che non ha commesso alcun reato, chi gli restituirà la reputazione? Mi hanno attaccato per tre anni dicendo che prendevo soldi da Putin, adesso attaccano i miei per colpire me. Ma io sono più forte. Quanto al mio amico di una vita, è vero che viviamo in un frullatore, dalle sei del mattino a mezzanotte, così a volte non ti rendi conto della sofferenza di una persona che stimi e ammiri. Capita di essere distanti nella vicinanza, è la vita».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Fasano Giusi – Sarzanini Fiorenza
Titolo: Morisi, l’ipotesi di un ricatto dei due escort – La lite, poi i rumeni chiamano il 112 L’ombra del ricatto sul caso Morisi
Tema: Il caso Morisi
«C’è stato un furto, dovete venire». Sono le 15,30 del 14 agosto quando arriva una chiamata al 112. A telefonare è Petre, rumeno di 20 anni appena uscito dalla casa di Luca Morisi, l’ex responsabile della comunicazione social di Matteo Salvini. Il giovane chiede aiuto, vuole fare una denuncia. Quando arrivano i militari lo identificano insieme a un altro ragazzo rumeno. Petre racconta di essere stato derubato da quell’uomo con cui hanno trascorso una notte di sesso a pagamento e con il quale hanno consumato cocaina. Poi apre lo zaino e consegna un flacone di ghb, la «droga dello stupro». Per Morisi è l’inizio della fine, l’addio alla Bestia che ha creato e fatto crescere portando Salvini ad essere uno dei politici più presenti in rete e con milioni di follower grazie a una strategia aggressiva e martellante. Ma il comportamento del giovane Petre apre nuovi retroscena sulla vicenda. E avvalora l’ipotesi che dietro questa storia ci sia un vero e proprio ricatto. Sono ancora molti i punti oscuri nella vicenda, interrogativi che l’inchiesta dovrà adesso chiarire partendo proprio da quel pomeriggio di agosto.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: C.Ma.
Titolo: Una sentenza agita i partiti – Maxi condanna a 13 anni per Lucano Letta lo difende, Salvini attacca
Tema: Scontro politico sulla sentenza per Mimmo Lucano
Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace che la rivista Fortune, nel 2016, aveva inserito tra i 50 personaggi più influenti al mondo, è stato condannato a tredici anni e due mesi di reclusione. Il Tribunale di Locri, presieduto da Fulvio Accurso, dopo una camera di consiglio durata tre giorni, l’ha ritenuto colpevole di peculato, abuso d’ufficio e associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Quattro anni e io mesi, invece, la pena inflitta alla compagna Lemlem Testahun. Lucano, considerato il paladino dell’accoglienza e della integrazione, che aveva fatto di Riace un modello di sviluppo tra diverse etnie, dovrà anche restituire la somma di 702.410 euro, l’equivalente dei finanziamenti arrivati a Riace e che, anziché essere investiti per le attività di accoglienza, sarebbero stati distratti per fini personali. Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. «Credo che qui si dia un messaggio terribile, pesantissimo, che farà crescere la sfiducia nei confronti della magistratura» ha affermato il leader del Pd Enrico Ietta. Il sindaco di Milano Beppe Sala ha sostenuto che «le sentenze vanno rispettate, ma ritengo che Lucano abbia cercato di gestire l’immigrazione basandosi sulla convivenza pacifica». «Altro che dare la caccia agli omosessuali nella Lega, la sinistra in Calabria candida condannati a 13 anni di carcere!» ha detto il leader del Carroccio Matteo Salvini. Per padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, «è stata stracciata la democrazia, si è fatta fessa la giustizia: questa è una sentenza che grida vendetta al cospetto di Dio».
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Testata: Repubblica
Autore: a.can.
Titolo: Tredici anni al sindaco dei migranti “Condanna che mi ferisce per sempre”
Tema: Scontro politico sulla sentenza per Mimmo Lucano
Confuso, frastornato, incredulo. Ma senza alcuna voglia di nascondersi. A poche ore dalla sentenza con cui il tribunale di Locri lo ha condannato a 13 anni e 2 mesi di carcere, Mimmo Lucano è seduto al tavolino di un bar della sua Riace, circondato da attivisti, qualche candidato della lista messa in piedi per sostenere Luigi de Magistris alle regionali, amici. «È paradossale – dice – per le accuse che mi sono costate i domiciliari e il divieto di stare a Riace sono stato assolto, mi hanno condannato per tutto il resto”. E il conto presentato dal tribunale di Locri è salato, tanto per Lucano, come per 22 dei suoi 26 coimputati. Anche la sua compagna dell’epoca, Lemlem Teshfaun, è stata punita con 4 anni e 10 mesi di carcere. Cuore e simbolo del modello Riace, l’ex sindaco è stato invece ritenuto il capo di un sistema criminale che ha lucrato sull’accoglienza attraverso una serie di truffe. Disordine amministrativo lo avevano definito Tar e Consiglio di Stato, che avevano bacchettato il Viminale per non aver consentito al Comune di apporre dei correttivi. Per il Tribunale di Locri invece si tratta di truffe e significano anche una confisca da oltre 750mila euro.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Macrì Carlo
Titolo: Intervista a Mimmo Lucano – «Sono un uomo onesto È stata la mia popolarità a dare fastidio a molti»
Tema: Scontro politico sulla sentenza per Mimmo Lucano
«Dietro la mia condanna ci sono ombre poco chiare». Si spieghi meglio Lucano. «Un magistrato molto importante, un politico di razza, hanno dall’inizio cercato di offuscare la mia immagine, il mio impegno verso gli immigrati, i più deboli». Faccia i nomi. «Adesso è ancora presto, più avanti. Voglio prima leggere le motivazioni della sentenza. Mi aspettavo un’assoluzione piena. Io non mi sono mai lasciato intimidire da nessuno. Per ora hanno vinto loro, ma siamo solo al primo grado. Ci sarà l’appello». In che modo avrebbero tramato contro di lei? «Già dall’inizio la mia popolarità, mai cercata, li ha infastiditi. Hanno voluto (e vogliono) che si parlasse solo di loro, delle loro attività, dei loro libri, delle loro inchieste. Io non ho avuto la notorietà perché me la sono cercata. Il mio impegno, il mio modo di aiutare il prossimo, sono stati gli argomenti che mi hanno reso popolare. A loro dava fastidio che i media, la politica, s’interessassero di quello che io facevo. Invidia pura. Diventata probabilmente anche rabbia quando la rivista Fortune mi ha assegnato quel riconoscimento e, soprattutto, quando la Rai ha voluto realizzare la fiction su Riace con Beppe Fiorello protagonista. Lì è scattato qualcosa che è alla base delle mie sventure giudiziarie».
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Economia e finanza
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Rogari Marco – Trovati Gianni
Titolo: Fisco, taglio al cuneo già in manovra – Taglio del cuneo già in manovra Obiettivo metà dei 22 miliardi
Tema: Fisco
La riforma fiscale prova a prenotare quasi la metà dei 22 miliardi offerti alla legge di bilancio dall’effetto-crescita. In lista premono poi gli interventi per estendere gli ammortizzatori sociall e il welfare dopo la fase emergenziale, i nuovi fondi per il rafforzamento del sistema sanitario e gli incentivi agli investimenti privati. Fissata nella Nota di aggiornamento al Def approvata mercoledì la cornice della manovra, ora il governo deve passare ai numeri. Finora il lavorio, intenso, si è sviluppato solo sul piano tecnico: perché il confronto politico fra le agende, molto diverse, dei partiti che compongono la maggioranza entrerà nel vivo solo la prossima settimana, una volta archiviato il primo turno delle amministrative in oltre 1.300 Comuni. Su tutto l’impianto pesa una grossa incognita: legata alle pensioni, che con il 31 dicembre vedono tramontare Quota 100 prospettando uno scalone che ha bisogno di fondi per essere smussato.
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Testata: Repubblica
Autore: Tito Claudio
Titolo: Nicolas Schmit “Un reddito minimo per i giovani europei che non hanno risorse”
Tema: Intervista a Nicholas Schmit – Lavoro
Un reddito minimo per i giovani che provengono da famiglie in difficoltà e in situazioni di disagio, aiuti alle imprese per assumerli, un intervento per disciplinare il lavoro sulle piattaforme digitali e un freno al precariato. Ecco il piano della Ue sul lavoro messo o a punto dal Commissario europeo Nicolas Schmit. Stiamo uscendo dalla pandemia. II lavoro, dopo la salute, è l’emergenza principale. In Italia da anni il dibattito è: serve una normativa che faciliti le assunzioni o Entro fine anno faremo una proposta per garantire a chi lavora nelle piattaforme digitali più diritti e protezione sociale che renda più facile licenziare? «Questa è una domanda molto difficile. Inizierei dicendo che prima dobbiamo assicurarci che vengano creati posti di lavoro. Se hai un mercato del lavoro dinamico, avrai anche più mobilità. Le persone sono pronte anche ad accettare una maggiore mobilità quando sanno che se vengono licenziati, facilmente trovano una soluzione. I due aspetti vanno affrontati insieme».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Ducci Andrea
Titolo: Giovannini: già assegnati 45 miliardi del Pnrr Il governo resta unito
Tema: Intervista a Enrico Giovannini – Def e Fisco
Ministro Giovannini al vostro arrivo le priorità erano la scrittura del Pnrr e la campagna vaccinale. Due missioni molto chiare, anche agli occhi della politica. Lo scenario però è cambiato e aumentano le tensioni nella maggioranza. Quanto può reggere un esecutivo come quello attuale? «La nota di aggiornamento del Def propone nei prossimi due anni una politica fiscale espansiva in un contesto che registra una forte fiducia nella ripresa e, al contempo, investimenti in crescita da parte del settore privato. Si tratta di un percorso che, come ha detto lo stesso premier Draghi, va trasformato da rimbalzo congiunturale in uno sviluppo equo e sostenibile che cambi il Paese. Questa è la partita. A questo sono interessati i cittadini, poiché proprio da questo dipende il loro futuro».
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Romano Beda
Titolo: Aiuti di Stato, Bruxelles proroga il regime Covid al 30 giugno 2022
Tema: Aiuti di Stato
In un momento di ripresa economica e mentre si dovrebbe presto iniziare a discutere di una riforma delle regole di bilancio nella zona euro, la Commissione europea ha proposto ieri di prolungare limitatamente, fino a metà dell’anno prossimo, le regole straordinarie sugli aiuti di Stato introdotte al momento dello scoppio della pandemia. Nel contempo, Bruxelles ha anche suggerito di introdurre due nuove misure di sostegno, in particolare per le piccole e medie imprese. Secondo la proposta della Commissione europea, che verrà discussa con gli Stati membri anche se la decisione finale spetterà all’esecutivo comunitario, le misure straordinarie adottate nel marzo dell’anno scorso dovrebbero essere estese di altri sei mesi, dal 31 dicembre 2021 al 30 giugno 2022. Si tratta della sesta modifica in corsa dell’impianto ideato al momento dello scoppio della pandemia quando l’aiuto pubblico fu liberalizzato in modo da sostenere la congiuntura.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Cellino Maximilian
Titolo: Fiammata dell’inflazione per i prezzi energetici Settembre nero in Borsa
Tema: Inflazione
La minaccia dell’inflazione, ma anche i dubbi che l’incombente crisi energetica e le strozzature nella catena di approvvigionamento delle imprese innescano su una crescita economica che a livello globale viaggia oltre le attese sarebbero già motivazioni sufficientemente valide. Se a tutto questo si aggiunge la legittima volontà di molti investitori di portare a casa una fetta dei (cospicui) guadagni messi a segno nell’ultimo anno non si fatica a comprendere come il settembre terminato ieri sia stato un mese nero, per le Borse e anche per l’obbligazionario. Per risalire al -3,6% accusato dall’indice Msci World occorre tornare indietro esattamente di un anno, al settembre 2020. Allora però erano soprattutto le vicende legate allo sviluppo della pandemia a mettere apprensione. Oggi invece si tende a ragionare in ottica post-Covid, a misurare cioè la tenuta della ripresa economica (la parola stagflazione, che indica prezzi in rialzo in una fase di crescita nulla, circola sempre più spesso), a valutare gli inevitabili segnali di surriscaldamento che questa comporta e le reazioni delle Banche centrali, che finora hanno dettato il passo ai mercati con politiche ultra-espansive.
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Societa’, istituzioni, esteri
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Di Donfrancesco Gianluca
Titolo: Clima, Draghi: «Nessun bla bla, oggi leader convinti di agire subito»
Tema: Draghi parla a Youth4Climate a Milano
Dalla generazione Greta ai leader politici: il testimone dei lavori di preparazione della Conferenza Onu di Glasgow è passato dalla Youth4Climate ai ministri dell’Ambiente riuniti a Milano. La Cop26, organizzata da Italia e Regno Unito, comincerà in Scozia tra poche settimane ed è considerata l’ultima chiamata per mettere un freno al surriscaldamento del pianeta. Tocca alla Pre-Cop in corso provare a costruire le condizioni perché Glasgow non sia solo un altro summit sul clima. E dare almeno il segnale politico che si cerca ancora di inseguire l’obiettivo più audace: contenere l’aumento delle temperature globali il più possibile vicino a 1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali. Tra temi centrali in discussione ci sono gli aiuti ai Paesi più fragili e più poveri. Un «imperativo», come ha ricordato il premier Mario Draghi nel suo intervento. Le economie avanzate sono però in ritardo sulla parola data. Nel 2010, avevano sottoscritto formalmente l’impegno 100 miliardi di dollari l’anno. Ci si doveva arrivare entro il 2020, ma secondo dati Ocse, nel 2019 non si era nemmeno 80 miliardi. Ai 40 ministri al lavoro alla Pre-Cop, che si chiude domani, istituzioni internazionali e giovani di tutto il mondo chiedono di lanciare un segnale forte, almeno su questo fronte. Con la consapevolezza che 100 miliardi di aiuti sono solo «una goccia nel mare», come ha sottolineato ieri, da New Delhi, il consigliere economico del Governo indiano, K.V. Subramanian. Draghi ha affermato che spingerà i partner del G20 a tenere fede alla promessa in occasione del vertice in programma a Roma il 30 e 31 ottobre, alla vigilia della Cop26.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Massaro Fabrizio
Titolo: L’impegno di Draghi con Greta sul clima Al G20 chiederò di agire rapidamente»
Tema: Draghi parla a Youth4Climate a Milano
La mano di Mario Draghi è tesa verso i giovani attivisti della conferenza dei giovani sul clima «Youth4Climate» che chiedono di agire «subito» contro i mutamenti ambientali. Il premier a Milano prende un impegno sia come presidente del G20 sia come co-presidente della Cop26, la conferenza sul clima che si tiene a novembre a Glasgow: «Stiamo spingendo i Paesi a rispettare i propri impegni climatici e, in certi casi, a che ne prendano di più audaci. Se vogliamo avere successo, tutti i Paesi devono fare la loro parte, a partire da quelli del G20, che generano oltre l’80% del Pil mondiale e oltre il 75% delle emissioni». Al G20 di Roma del 30-31 ottobre punterà a rendere effettivo l’impegno di donare 100 miliardi di dollari l’anno ai Paesi in via di sviluppo per affrontare la transizione ecologica, che «non è una scelta, è una necessità» se si vuole contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi. Draghi — che in mattinata aveva incontrato in prefettura la leader ambientalista Greta ‘Thunberg, l’attivista ugandese Vanessa Nakate e l’italiana Martina Comparelli — parla alla prima giornata della preCop26 organizzata dal ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, alla presenza del presidente Sergio Mattarella.
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Testata: Stampa
Autore: Bottero Giuseppe
Titolo: Intervista a Roberto Cingolani – “Cara Greta, nessun bla bla ma impegni veri diamo alle imprese il tempo per cambiare”
Tema: Youth4Climate a Milano
«Il lavoro che abbiamo fatto è tutto il contrario del “bla bla bla”. A Milano è successo qualcosa di importante, con quattrocento ragazzi che hanno preso l’aereo e, per due giorni, hanno lavorato per produrre un documento di proposte. Il nostro impegno è portare questo testo alla Cop 26. È giusto che loro provochino, ed è nostro compito dare risposte». Roberto Cingolani risponde al telefono dopo «una giornataccia, senza pit stop. Ma qui – dice – è successo qualcosa di eccezionale. Avevo aspettative enormi, sono state superate». Ministro, qual è la lezione di Vanessa Nakate e Greta Thunberg? «I giovani fanno un discorso molto corretto: quando saranno adulti, pagheranno il prezzo dei nostri errori. E quindi chiedono di sedersi al tavolo adesso, di essere rappresentati. Certo, la situazione è complessa. Parliamo tutti di transizione energetica e abbiamo la certezza che non è procrastinabile. Ma sappiamo che si tratta della più grande opportunità del secolo. Va trattata in strettissima connessione con la lotta alle diseguaglianze. Il G20 rappresenta l’80% dei gas climalteranti e oltre 4 miliardi di persone. E gli altri 3 miliardi? A loro non si può parlare di transizione come si fa in Italia o negli Stati Uniti. In questi giorni i delegati ci hanno bastonato, e avevano ragione: loro pagano conseguenze molto più alte delle nostre. Per loro, già oggi, il problema è la sopravvivenza».
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Bongiorni Roberto
Titolo: Premier donna in Tunisia: una svolta simbolica con ancora molte ombre
Tema: Tunisia
Pur tra mille difficoltà, nel mezzo di una grave crisi economica, ostaggio della corruzione endemica e di una crisi politica che ha polarizzato da anni la società, la Tunisia riesce spesso a sorprendere il mondo con iniziative che fanno ben sperare. Il primo Paese ad aver dato il via alle rivolte popolari contro i dittatori, tanto da meritarsi l’appellativo di “laboratorio” delle primavere arabe, sarà anche ilprimo nel mondo arabo ad aver nominato una donna primo ministro. La donna in questione è la professoressa Najla Bouden Romdhane. Se questa decisione sarà seguita da un’azione di governo concreta, cosa non scontata, sarebbe un passo incoraggiante. Tuttavia, la nomina di questa geologa, sconosciuta ai più, non ha seguito le normali procedure. Non era possibile. II 25 luglio il presidente Kaïs Saïed, che comunque gode di un deciso sostegno popolare, ha infatti congelato il Parlamento, ha licenziato il Governo, per poi esautorare la Corte costituzionale, che peraltro non era stata ancora nominata, dando a sé stesso il potere di governare per decreto.
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Testata: Repubblica
Autore: Ginori Anais
Titolo: Sarkozy condannato Un anno ai domiciliari e bracciale elettronico
Tema: Francia
«Come potete pensare che mi occupi pure del costo delle bandiere dei comizi?». A giugno Nicolas Sarkozy si era battuto con la sua proverbiale energia davanti ai magistrati, sostenendo di aver ignorato la contabilità della sua campagna elettorale del 2012. Per tentare di essere rieletto all’Eliseo, l’allora campione della destra aveva organizzato grandi show all’americana, più di quarantaquattro comizi in pochi mesi, rispetto alla decina del rivale François Hollande, spendendo alla fine quasi il doppio del tetto legale consentito, anche grazie alla società Bygmalion al centro di un sistema di doppie fatture. «Dal momento in cui mi era stato detto che le cose erano in ordine – aveva risposto Sarkozy riferendosi ai suoi collaboratori – non avevo motivo di preoccuparmi». I giudici non gli hanno creduto e hanno condannato l’ex capo di Stato a un anno di detenzione per finanziamento illegale. «Sarkozy conosceva l’esistenza del tetto legale. Non era la sua prima campagna», è scritto nella sentenza.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Valsania Marco
Titolo: Gli Stati Uniti schivano lo shutdown ma l’agenda di Biden resta in bilico
Tema: USA
Il Congresso americano era ieri in dirittura d’arrivo per evitare in extremis drammatici shutdown parziali del Governo: una paralisi temuta a partire dalla mezzanotte perla scadenza dell’anno fiscale al 30 settembre in mancanza di nuove leggi di finanziamento delle normali attività dei ministeri. Il rischio è apparso sventato dopo il voto bipartisan in Senato, a larga maggioranza (65 a 35) che ha approvato un’estensione dei fondi fino al 3 dicembre. Più scontato, in seguito, il voto della Camera a maggioranza democratica, per poi arrivare entro la mezzanotte americana alla firma del presidente Joe Biden. Senza la misura-tampone si sarebbe arrivati a un forzato blocco di ogni servizio non essenziale, con centinaia di migliaia di dipendenti pubblici momentaneamente sospesi dal lavoro senza stipendio.
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Testata: Stampa
Autore: Olivo Francesco
Titolo: Intervista a Carles Puigdemont – Puigdemont avverte “Io spiato da Madrid tornerò in Catalogna”
Tema: Spagna
Una notte in carcere e due giorni di bagni di folla. Caries Puigdemont ha ancora la Sardegna in testa. L’ex presidente della Catalogna, rifugiatosi in Belgio per l’accusa di aver organizzato un referendum illegale nel 2017, parla dal suo quartier generale di Waterloo ed è pronto a tornare a Sassari per l’udienza di lunedì. Presidente, è scosso per questo arresto in Italia? «Sono abituato a queste persecuzioni, ma continuo a combattere contro uno Stato che prova e proverà ancora a fare di tutto perché io non possa parlare o viaggiare». Si aspettava di essere arrestato ad Alghero la scorsa settimana? «Quando organizziamo un viaggio lo mettiamo in conto, ma non pensavo che lo Stato spagnolo potesse commettere una sciocchezza così». Lei la chiama sciocchezza, ma c’è un mandato di cattura che i giudici spagnoli ritengono essere in vigore. Ha temuto di poter essere spedito subito in Spagna? «No. C’è una decisione del tribunale generale dell’Ue che è chiara e che qualsiasi giudice, di qualsiasi Paese d’Europa, con l’eccezione della Spagna, applica».
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IL SOLE 24 ORE
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CORRIERE DELLA SERA
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LA STAMPA
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IL MESSAGGERO
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LIBERO QUOTIDIANO
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IL FATTO QUOTIDIANO
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LA VERITA’
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***seri/