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SINTESI IN PRIMO PIANO – 11 aprile 2020

RASSEGNA STAMPA DEL 11 APRILE 2020
In evidenza sui maggiori quotidiani:

– Conte: “senza eurobond non firmo; no al Mes”.
– Fase 2: misure restrittive fino al 3 Maggio, poche le riaperture
– Il PD propone la “covid Tax”
– New York: fosse comuni per le vittime

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Repubblica 
Autore:  Ziniti Alessandra 
Titolo: Le misure Riaprono studi e negozi per neonati L’Italia prova a uscire dal lockdown
Tema: Fase 2: poche le riaperture

Il debutto, già martedì, tocca a librerie, cartolerie e negozi di abbigliamento per neonati e bambini. «Si riapre cum grano salis», annuncia il premier Conte incrociando le dita. Saranno queste le prime, e fino al 3 maggio uniche, attività commerciali (oltre a quelle già aperte naturalmente) che dovranno testare le nuove modalità di fruizione che ci accompagneranno per molto tempo: ingressi contingentati, una sola persona alla volta nei piccoli negozi fino a 40 metri quadrati, ingressi e uscite differenziati per chi ha due aperture, acquisti rapidi, ampliamento delle fasce orarie di vendita, pulizia dei locali due volte al giorno, e naturalmente utilizzo di guanti, mascherine e dispositivi di gel igienizzanti soprattuto accanto a Pos, tastiere, schermi touch. Via libera, oltre alle aziende della filiera agroalimentare e farmaceutica, alla silvicoltura, alle aziende del legno, alla componentistica. E a tutti gli studi professionali. Con l’obbligo assoluto del distanziamento sociale e delle dotazioni di protezione individuale.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bertini Carlo 
Titolo: Conte, solo una mini-riapertura per l’Italia – Riaprono studi, librerie e cartolerie Ma Conte avverte: c’è ancora rischio
Tema: Fase 2: poche le riaperture

Pronunciata la dura sentenza «proroghiamo le misure restrittive fino al 3 maggio, decisione difficile ma necessaria», due frasi del premier Giuseppe Conte la dicono lunga: il primo messaggio – dopo aver confermato che resta tutto chiuso tranne librerie, studi professionali e negozi per bambini – è quel «dobbiamo prevenire il contagio di ritorno»: che svela una paura inconfessabile che rimbalza nelle conversazioni tra ministri. Il paese non è fuori pericolo. «Prometto che se anche prima del 3 maggio si verificassero le condizioni, cercheremo di provvedere con ulteriori riaperture. Non possiamo aspettare che il virus sparisca. Dobbiamo ripensare le nostre organizzazioni di vita». A quello ci penserà la task force affidata a Vittorio Colao. E anche l’Inail, che ha stilato la lista dei lavori più a rischio, bar e ristoranti, e di quelli che potranno riaprire prima.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Scafi Massimiliano 
Titolo: Colao, «ministro» della Fase 2 (che commissaria il premier)
Tema: Fase 2: Colao alla guida

Magari serviva un Draghi, ma forse Supermario non era disponibile o, chissà, Conte aveva paura di essere commissariato. Così, a riaccendere i motori del Paese ci proverà Vittorio Colao, per dieci anni amministratore delegato della Vodafone, manager comunque di alto profilo internazionale, forte anche del nulla osta del Quirinale. Sergio Mattarella è stato «informato in anticipo» e ha dato il via libera. Toccherà a lui dunque, un cervello di ritorno, guidare la task force che riunisca «le eccellenze italiane» – economisti, scienziati, giuristi, ma anche sociologi e psicologi – gestisca la fase due dell’emergenza e che, come nel dopoguerra, si occupi della ricostruzione di un’Italia distrutta.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  M.T.M 
Titolo: Dal Pd l’idea di una «Covid tax» Coro di no, anche il premier la boccia
Tema: Covid tax

L’hanno già ribattezzata «Covid tax». E’ un contribuito di solidarietà che il gruppo del Pd alla Camera propone di far versare, nel 2020 e nel 2021, ai cittadini con redditi superiori agli 80.000 euro annui. Lo hanno annunciato ieri il presidente dei deputati dem Graziano Delrio e il capogrupPo del Pd in commissione Bilancio Fabio Melilli, precisando che in questo modo si avrà un gettito di un miliardo e 250 milioni l’anno. «La somma versata — hanno spiegato i due esponenti del Pd — rispetterà i criteri di progressività, sarà deducibile e partirà da alcune centinaia di euro fino ad arrivare a decine di migliaia di euro per i redditi superiori al milione». Delrio e Melilli intendono trasformare la proposta in un emendamento al decreto Cura Italia. Così, a loro giudizio, si verrà incontro a quelle famiglie «che non hanno risorse sufficienti nemmeno per provvedere all’acquisto i beni di prima necessità». Secondo questo schema, che riguarda una platea di ottocentomila cittadini, il contributo andrebbe da 110 a 54.000 euro l’anno. Ma la misura è stata bocciata sia dall’opposizione che dalla maggioranza. «Non la vedo all’orizzonte», dice il premier.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Meli Maria_Teresa 
Titolo: Il retroscena – Zingaretti (e l’esecutivo) spiazzati dall’ex ministro Ma il gruppo dem è con lui
Tema: Covid tax

La decisione di Graziano Delrio di presentare un emendamento al Cura Italia proponendo un contributo di solidarietà ha spiazzato il Nazareno ma anche il governo. Non che non si sapesse che l’ufficio di presidenza del gruppo del Pd stesse valutando questa ipotesi. E nella chat dei deputati dem la discussione sull’argomento era avviata da giorni, ma l’accelerazione impressa da Delrio quella sì che era inaspettata. Eppure il capogruppo dem a Montecitorio mordeva il freno da tempo. «Non si può pensare che il Parlamento sia solo il luogo della ratifica dei procedimenti del governo», andava dicendo in questi giorni. E i deputati del Pd, stufi di non toccare palla, erano dello stesso avviso. «Ci arrivano i provvedimenti del governo, magari anche pasticciati, i grillini al Senato ci infilano quello che vogliono, e noi dobbiamo ratificare tutto senza metter bocca», era la lamentela più ricorrente nella chat dem.
Morale della favola, questa proposta non ha i voti né il sostegno per passare. Eppure i deputati del Pd non demordono. La maggioranza del gruppo è su questa linea, pur sapendo bene che il contributo di solidarietà è destinato a essere archiviato: «Comunque abbiamo dimostrato che anche noi possiamo dire la nostra».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Franco Massimo 
Titolo: Il commento – Il dialogo finito – Il dialogo ormai finito
Tema: Governo diviso

L’ultimo simulacro di dialogo si è sbriciolato. Era prevedibile. Lo scambio di accuse tra il premier Giuseppe Conte e la destra evoca qualcosa di più di uno scontro. L’Europa è diventato il vero spartiacque. La maggioranza si aggrappa alla mediazione con l’Eurogruppo per arginare le conseguenze economiche della pandemia; l’opposizione la usa per strappare con l’Ue. Utilizza il fantasma del Mes, il cosiddetto Fondo salva-Stati, per accreditare un governo sconfitto e umiliato nella trattativa con le altre nazioni. E un’offensiva strumentale, che trascurai passi avanti, seppure controversi, di una mediazione difficile e tuttora incompiuta. Ma trova una sponda involontaria nell’ostilità del M5S contro il Mes, assecondata dal premier Giuseppe Conte; e nella confusione che si è avvertita nell’esecutivo dopo la proposta estemporanea di una sorta di Covid tax proposta dal capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Lo show di Conte in diretta tv «Le opposizioni dicono falsità»
Tema: Governo diviso

Mai così stanco, mai così arrabbiato. La voce a tratti roca, il dito puntato verso la telecamera, Giuseppe Conte ha sfidato Matteo Salvini e questa volta anche Giorgia Meloni. Li ha esposti in diretta tv al giudizio dei cittadini stremati dall’emergenza, ha respinto con foga le critiche, come «falsità e menzogne che ci indeboliscono nella trattativa con l’Europa». E ha mandato in pezzi quella unità nazionale benedetta dagli auspici del Quirinale, ma che a giudizio del professore pugliese purtroppo non c’è mai stata.
Ecco cosa lo ha spinto a usare, forse impropriamente, una diretta istituzionale per dare degli «irresponsabili» ai leader delle minoranze: «Faccio i nomi e i cognomi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Questo governo non lavora col favore delle tenebre, ma guarda negli occhi gli italiani. E’ una menzogna. Non ha firmato alcuna attivazione del Mes, perché non ne ha bisogno e lo ritiene inadeguato».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso 
Titolo: Il retroscena – Ma c’è la prima lite col Pd “Folle seguire la linea 5S” Il governo resta diviso
Tema: Governo diviso

Il più lungo, drammatico vertice di governo dell’era giallorossa ha un prologo. Mattina presto, a telefonare è Dario Franceschini: «Ti chiedo un incontro di maggioranza – dice a Giuseppe Conte – serve un chiarimento. Non si può andare avanti in questo modo. l grillini non fanno altro che attaccare Gualtieri da ieri notte, nonostante i passi avanti che ha ottenuto all’Eurogruppo. Hai Ietto le critiche di Crimi?». II nodo, ovviamente, non può essere Crimi, semmai la chiusura totale del premier al Fondo Salva Stati. E infatti, il capo delegazione dem pretende una sintesi: «Un conto sono le posizioni dei 5S, altra quella dei capo del governo. Tu sei il premier, non il leader del Movimento». Sarà una giornata durissima. Ma nessuno, visto il dramma in corso, evocherà davvero una crisi di governo. Tanto che Conte, a sera. tirerà le somme e ridimensionerà: «Nessuna lite. Con Gualtieri iI rapporto è ottimo, a Bruxelles abbiamo ottenuto una prima vittoria e fatto grandi passi avanti». Chi resta scettico, però, è Luigi Di Maio. Più che scettico: «Noi i soldi del Mes non vogliamo prenderli, lo diciamo da anni, non cambiamo linea in una settimana». La lite riprende, Franceschini accusa l’ex capo del Movimento di un «pregiudizio» infantile, visto che il Fondo è cambiato, «e a disposizione di tutti, non solo degli Stati in crisi». ll ministro degli Esteri teme invece che i mercati soffino sullo spread e spingano Roma tra le braccia del Mes.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Grignetti Francesco 
Titolo: Il retroscena – Viminale in allerta: “A rischio la tenuta sociale del Paese”
Tema: Tenuta sociale a rischio

Il rischio è ben presente, sia ai vertici delle forze di polizia, sia al ministero dell’Interno. Il rischio che la crisi sanitaria si trasformi in qualcosa d’altro. Vista con gli occhi del ministro Lamorgese, lo stop alle attività può trasformarsi in un’infiltrazione massiccia delle mafie nel tessuto della nostra economia e della società, ad esempio. il mondo della sicurezza ha spinto per essere meno drastici, per qualche apertura in più, soprattutto per anticipare il prima possibile la ripresa delle attività economiche compatibili con la lotta al contagio. Sono le forze di polizia, e il ministero dell’Interno retto da Luciana Lamorgese, la prima linea nel fronteggiare il malumore degli italiani e nel richiamarli al rispetto dei divieto. Ma sono anche, come sottolineato ieri dal Presidente della Repubblica, quelle che contrastano «gli illeciti interessi della criminalità organizzata che attentano alla libertà d’impresa e alla legalità delle attività economiche». Criminalità grande e piccola sembra essersi scatenata.  I1Dipartimento di Ps ha già avviato una cabina di regia interforze per monitorare il rischio di infiltrazione mafiosa nelle filiere attive.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guastella Giuseppe – Santucci Gianni 
Titolo: Case di riposo: un indagato per le vittime – Il direttore del Pio Albergo Trivulzio è indagato per omicidio colposo
Tema: Primi indagati per il caso Trivulzio

C’è il primo indagato nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Milano sulle infezioni da coronavirus e sulle morti tra gli anziani ricoverati al Pio Albergo Trivulzio. Si tratta del direttore generale della «Baggina», Giuseppe Calicchio, che è iscritto nel registro degli indagati con le ipotesi di reato di epidemia colposa e omicidio colposo. È anche il primo passo formale delle indagini guidate dai sostituti procuratori Mauro Clerici e Francesco De Tommasi, che fanno parte del pool diretto dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, che si occupa dei reati legati alle colpe mediche e ai soggetti deboli. L’incontro tra la dirigenza del Trivulzio e gli ispettori è cominciato in un clima molto teso, perchè il dg era accompagnato dal suo legale. Gli incaricati del ministro hanno chiesto alla dirigenza una mole di documenti ben più corposa rispetto alle prime relazioni.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Perrone Manuela – Trovati Gianni 
Titolo: Conte: l’Italia insiste sugli Eurobond «Non firmo l’attivazione del Mes» – Scontro Pd-M5S sul Mes Conte: all’Italia non serve
Tema: Conte: “senza eurobond non firmo; no al Mes”.

Arriva alle sette e mezza di sera l’ennesimo “no” del premier Giuseppe Conte all’ipotesi che l’Italia possa ricorrere al Mes, anche nella versione riveduta e corretta scritta l’altroieri dall’Eurogruppo. «Abbiamo dato l’ok al Mes non condizionato, ma non è un discorso che riguarderà il nostro Paese, a noi non serve», chiarisce il presidente del Consiglio nella conferenza stampa slittata di ore per lo scontro tra i capidelegazione proprio sul Fondo Salva-Stati.
È dunque ancora un dibattito tutto interno, quello che delinea la linea italiana in vista del Consiglio europeo che il 23 aprile dovrà dire l’ultima parola sul ventaglio di strumenti anti-crisi dell’Ue. Perché il dossier scottante del Mes continua a minacciare pesantemente la tenuta della maggioranza. E a complicare un passaggio parlamentare chiesto a gran voce da tutti i partiti e promesso anche dal premier, tuttavia senza indicare date. Un voto delle Camere sarebbe indispensabile per aprire la strada a un ricorso al Fondo Salva-Stati, escluso da Conte con le stesse parole utilizzate in questi giorni dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che, ribadisce il premier, nel negoziato «ha fatto un ottimo lavoro».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Patta Emilia 
Titolo: Il Pd propone un contributo di solidarietà – «Una Covid Tax sui redditi alti» Tutti contro l’idea dei deputati Pd
Tema: Covid tax
Scudi per il rientro dei capitali dall’estero per far emergere la ricchezza nascosta, interventi sui cosiddetti conti correnti dormienti, prelievo sulle cassette di sicurezza. E naturalmente varie forme di tassazione sui patrimonio sui redditi alti. Quando ci sono da trovare rapidamente risorse per far fronte a qualche emergenza economica la fantasia del legislatore e della politica, si sa, si esercita volentieri nella direzione di colpire la ricchezza, vera o presunta. Ieri è stato il gruppo della Camera del Pd, presieduto da Graziano Delrio, a lanciare «in piena sintonia con il partito» la proposta di una tassazione straordinaria per due anni (2020 e 2021) sui redditi alti come contributo per l’emergenza coronavirus da dirottare in favore dei ceti più poveri: una somma, deducibile,che varia progressivamente da alcune centinaia di euro a partire dai redditi superiori agli 80mila annui fino ad arrivare ad alcune decine di migliaia di euro peri redditi superiori al milione. La proposta dei deputati dem riguarda una platea di circa 800mila contribuenti, come spieghiamo in pagina, e il ricavo stimato dai proponenti è di 1,3 miliardi annui.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Monticelli Luca 
Titolo: Intervista a Graziano Delrio – “Tassa di solidarietà per i più poveri” L’idea del Pd agita la maggioranza
Tema: Covid tax
Come se la temperatura all’interno della maggioranza non fosse già abbastanza alta dopo l’accordo all’Eurogruppo sul Mes, a surriscaldare ancora di più il clima ci ha pensato il Pd lanciando la proposta di una Covid tax. Una sorta di mini patrimoniale sui redditi alti in grado di raccogliere le risorse per aiutare le persone che soffrono la crisi. L’idea, che ha colto di sorpresa Zingaretti, è del presidente dei deputati, Graziano Delrio, e del capogruppo in commissione Bilancio, Fabio Melilli, che all’ora di pranzo diffondono una nota per promuovere un contributo di solidarietà che i cittadini con redditi superiori a 80 mila euro dovranno versare nel 2020 e nel 2021. «La somma sarà progressiva e deducibile, partirà da alcune centinaia di euro fino ad arrivare ad alcune decine di migliaia per i redditi superiori al milione», spiegano i due esponenti dem. Il gettito atteso da questa misura è di un miliardo e trecento milioni annui, una cifra capace di venire in soccorso «a tutti coloro che versano in situazioni di povertà odi grave difficoltà per la perdita completa del reddito come i giovani lavoratori autonomi». L’iniziativa dei democratici spacca subito la maggioranza giallorossa. In serata è il premier Giuseppe Conte a mettere la parola fine: «E la prima volta che sento di questo contributo di solidarietà. Non ne abbiamo parlato al tavolo dei capi delegazione, il governo non ha fatto propria nessuna proposta del genere e non la vedo all’orizzonte».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico 
Titolo: Il Tesoro studia il piano di emissioni «Ma l’Ue deve salire a 1.500 miliardi»
Tema: Necessari più aiuti europei

Alla fine l’Eurogruppo si è lasciato andare a un applauso liberatorio, reso surreale dal fatto che in realtà ciascuno applaudiva da sé. Chiusi in diciannove stanze a centinaia di chilometri l’una dall’altra, i ministri finanziari europei stavano dichiarando tutta la soddisfazione per un accordo che ognuno ha capito a proprio modo. Quell’applauso è stato la celebrazione di una faticosa tappa tolta di torno. L’area euro ha solo imboccato la via di una risposta ai danni economici imposti dal coronavirus, individuando i primi 500 miliardi di euro (ammesso che questi corrispondano realmente a risorse tutte nuove). Ma molta strada resta da fare. Visto che questa recessione ridurrà forse di 1.500 miliardi di euro i redditi degli europei, ne servono altri mille o poco meno.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Monti Mario 
Titolo: Un passo avanti
Tema: Passi avanti dell’Eurogruppo

L’accordo raggiunto all’Eurogruppo, pur con diverse ambiguità, è un altro passo in avanti verso una risposta europea alla crisi da coronavirus, dopo le misure prese dalla Commissione e dalla Banca centrale europea. Per l’Italia, che secondo me non è uscita male dal negoziato, vi è ora il rischio di un cattivo uso del risultato ottenuto. Due sono i mantra utilizzati, uno verso il governo e l’altro verso l’Europa. Si guardi bene il governo dal fare uso di ciò che è stato ottenuto nel negoziato, il Mes (Meccanismo europeo di stabilità) a condizioni leggere. E non creda, la gretta Europa, di aver fatto qualcosa a favore dell’Italia e degli altri Paesi più colpiti; ha respinto i coronabond, quindi stia zitta, l’Italia dovrà fare da sé. Queste posizioni sono insidiosamente diffuse sia in partiti all’opposizione, Lega e Fratelli d’Italia, sia forse nel Movimento 5 Stelle, asse portante del governo. Potrebbero mettere in difficoltà il premier Giuseppe Conte in vista del Consiglio europeo del 23 aprile e della Fase 2 nella lotta alla pandemia. Il richiamo ai fatti dovrebbe indurre a maggiore lucidità.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  D’Argenio Alberto 
Titolo: Intervista a David Sassoli – Intervista a Sassoli: sbagliato bocciare il fondo Ue per la salute – Sassoli “Il nuovo Mes non va respinto a priori È un Fondo salva-Salute per ospedali e ricerca”
Tema: Fondo Ue salva-salute

«Non conviene disdegnare il nuovo Mes a priori». David Sassoli ritiene «strumentali» le polemiche italiane sul Meccanismo europeo di stabilità. Il presidente dell’Europarlamento spiega che il Fondo salva Stati “alla greca” non esiste più: «è stato sospeso». Il Parlamento europeo, aggiunge, ha messo in campo un «fondo salva Salute» al quale i Paesi interessati possono accedere liberamente, «senza condizionali aggiuntive e a tassi prossimi allo zero». Ma non basta: Sassoli chiede ai capi di Stato e di governo di essere «coraggiosi», di lanciare in tempi brevissimi il Fondo per la ricostruzione capace di andare sul mercato con í Recovery Bond: «Per uscire dalla crisi serviranno oltre 1500 miliardi». Presidente, come giudica iI risultato dell’Eurogruppo? «Avevamo detto che volevamo un’Europa più forte, vediamo con piacere che l’Eurogruppo ha indicato strumenti che danno un indirizi.o più comunitario e meno governativo. Sono misure a disposizione dei cittadini e degli Stati, con un rafforzamento delle istituzioni europee e del processo democratico. Inoltre sul Fondo per la ricostruzione è emersa la volontà di costituirlo con una capacità di finanziamento che non esclude la possibilità di andare sui mercati».
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Testata:  Messaggero 
Autore:  De Paolini Osvaldo 
Titolo: Intervista a Paolo Gentiloni – Gentiloni: «Nella Ue infranto un tabù il Fondo da mille miliardi è in cantiere» – «Abbiamo infranto un tabù e il Fondo è gia in cantiere»
Tema: Passi avanti dell’Eurogruppo

Commissario Paolo Gentiloni, in Italia non tutti sembrano condividere l’esultanza con cui il governo la sera di giovedì ha salutato l’accordo raggiunto dall’Eurogruppo. Anzi, alcune critiche sono oltremodo severe. E crea qualche sospetto il fatto che il governo olandese, fortemente contrario all’introduzione di Covid-bond o Eurobond che dir si voglia, oggi sia tra i più esuberanti nel manifestare la propria soddisfazione. Lei, invece, parla addirittura di svolta storica. «Si tratta di un primo passo. Ma nella decisione di giovedì si è rotto un tabù. Fin qui era sempre prevalsa l’idea che, nonostante la moneta unica, per le politiche di bilancio la regola fosse ognuno per sé. E’ con questo spirito che venne affrontata la crisi di dieci anni fa. Giovedì si è compiuto il primo passo per affiancare alla politica monetaria della Bce anche alcuni strumenti di una comune politica economica, come suggerito negli ultimi anni da Mario Draghi e ora da Christine Lagarde. In questo c’è in effetti qualcosa di storico».
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Vecchi Gian_Guido 
Titolo: La via crucis del Papa nella piazza deserta – Francesco nel vuoto di San Pietro «Sono vicino al dolore del mondo»
Tema: Papa: via Crucis solitaria in Piazza San Pietro

Ancora nel silenzio di piazza San Pietro, senza fedeli e solo con coloro che portano la Croce. La Via Crucis di Francesco, nel Venerdì Santo dell’anno del coronavirus, si raccoglie sul sagrato della basilica, di fronte allo stesso Crocifisso di San Marcello che aveva accompagnato la preghiera del Papa perla fine della pandemia. E la prima volta dal 1964, quando Paolo VI riprese una tradizione iniziata nel 175o e conclusa con l’Unità d’Italia, che la processione del Venerdì Santo non si svolge intorno al Colosseo. Niente più fiaccole a rischiarare la notte intorno all’Anfiteatro Flavio, decine di migliaia di fedeli e il Pontefice ad assistere sul Colle Palatino. Eppure il vuoto della piazza sembra restituire il senso delle stazioni. «Sono vicino al popolo di Dio, ai più sofferenti soprattutto, alle vittime di questa pandemia, al dolore del mondo, ma guardando su, alla speranza che non delude», ha detto Francesco nel pomeriggio. Il cammino della Croce, nella piazza, è tracciato da fiaccole intorno all’obelisco e verso la basilica Francesco ha voluto che accanto a 5 persone del carcere — oltre al cappellano, don Marco Pozza, il direttore, un detenuto, due uomini della polizia penitenziaria, una volontaria — ci fossero anche 5 operatori sanitari del Vaticano, due medici, due infermieri e un portantino.
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Testata:  Avvenire 
Autore:  Scavo Nello 
Titolo: Francesco: «Sono con voi per i migranti» – Francesco: «Contate su di me»
Tema: Francesco: “vicino ai migranti”

«Grazie per tutto quello che fate. Vorrei dirvi che sono a disposizione per dare una mano sempre. Contate su di me». Ha risposto così papa Francesco alla lettera ricevuta giovedì da Mediterranea Saving Humans, la piattaforma per il salvataggio di migranti nel Mediterraneo. A firmare la missiva era stato il capomissione Luca Casarini, dopo le ultime notizie dalla Libia. E ieri mattina papa Francesco ha fatto arrivare la sua risposta, scritta di suo pugno, per incoraggiare i volontari delle missioni umanitarie nel Mediterraneo. Nella lettera, a nome di tutti i componenti dell’organizzazione italiana, Casarini aveva manifestato l’amarezza per tutti gli ostacoli posti alle navi umanitarie, ma soprattutto per l’aggravarsi delle condizioni di migliaia di persone nei campi di prigionia in Libia e negli accampamenti in Grecia, dove ore incombe la minaccia del Coronavirus. A inizio dicembre Papa Francesco aveva compiuto un gesto inatteso. Nell’accesso al Palazzo Apostolico dal Cortile del Belvedere, aveva fatto apporre una croce, realizzata con acqua di mare, con un giubbotto salvagente come simbolo dei tanti morti senza nome annegati nel Mediterraneo. «Ho deciso di esporre qui questo giubbotto salvagente, su questa croce, per ricordarci — aveva detto Papa Francesco— che dobbiamo tenere aperti gli occhi, tenere aperto il cuore, per ricordare a tutti l’impegno imprescindibile di salvare ogni vita umana, un dovere morale che unisce credenti e non credenti».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Gaggi Massimo 
Titolo: Quelle fosse comuni per i morti di New York – Le fosse comuni a New York nell’isola dei dimenticati da tutti
Tema: New York: fosse comuni per le vittime

Gli ospedali che scoppiano, medici e infermieri eroi, molti di loro caduti. L’ecatombe degli anziani nelle case di riposo. Obitori e crematori che non riescono a smaltire le salme. Nella New York divenuta capitale mondiale del coronavirus con i suoi ottomila morti — siamo già al triplo delle vittime della strage terroristica delle Torri gemelle — è incredibile vedere come si ripetano, due settimane dopo e amplificate dal ritmo di un decesso ogni due minuti, le stesse scene viste nella bergamasca, a Brescia o a Cremona. Con gli stessi problemi, a partire dalla scoperta che i numeri dei cittadini uccisi dal virus, per quanto spaventosi, danno un’idea solo parziale della realtà. La rimozione delle salme dalle case viene fatta dalla polizia mortuaria con furgoni requisiti. Affidati, spesso, a soldati dell’esercito e della Guardia nazionale. Militari anche negli uffici che registrano i decessi: i dipendenti sono quattordici ma ora ci sono sessanta persone al lavoro in turni che coprono tutte le ventiquattro ore. Una differenza rispetto all’Italia: invece delle immagini delle colonne di camion milltari che portano le salme lombarde in altre regioni, il mondo sta vedendo quelle della sepoltura di centinaia di vittime del Covid-19 nelle fosse comuni di Hart Island, una piccola isola, lunga appena un miglio, nella baia di New York, di fronte al Bronx: è il cimitero cittadino di poveri e defunti senza nome.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Mastrolilli Paolo 
Titolo: Mille morti al giorno: New York seppellisce i defunti in una fossa sull’Hart Island – New York, record mondiale di casi Quasi mille morti in un solo giorno
Tema: New York: fosse comuni per le vittime

Lo stato di New York ha da solo più casi di coronavirus di qualunque altro Paese al mondo. Ha superato questo triste traguardo giovedì, mentre gli Usa si preparano a scavalcare l’Italia come nazione con più morti. Così si spiega perché sulla Hart Island, davanti al Bronx, abbiano scavato le fosse comuni per seppellire le vittime dell’epidemia senza famigliari, che prendano in consegna i loro cadaveri per i funerali. Giovedì New York è arrivata a 159.937 casi, superando la Spagna con 153.000 e l’Italia con 143.000. Questi numeri però sono già superati, anche se qualche raggio di speranza inizia a mostrarsi. Gli Usa sono di gran lunga il Paese con più contagi, oltre 475.000, ormai i ricoverati in terapia intensiva nello Stato di New York, un dato in leggero calo avviati verso il mezzo milione.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Riotta Gianni 
Titolo: Lo scoglio degli ultimi – Le fosse comuni di Hart I morti del coronavirus nello scoglio degli ultimi
Tema: New York: fosse comuni per le vittime

E’ l’unico lembo degli Stati Uniti che Hitler sia riuscito a toccare, è stata prigione per i soldati sudisti Confederati nel XIX secolo durante la Guerra di Secessione, ha ospitato un tubercolosario, una galera, un manicomio, un ospedale, un sanatorio per tossicodipendenti, perfino una rampa di missili puntata contro l’Urss. I primi sedici morti di Aids a New York, quando il male scatenava isterie di massa, vennero seppelliti non sotto il solito metro di terriccio spugnoso, ricco di conchiglie della baia, ma sotto tre metri, come se i fantasmi, dall’isolotto al largo dal Bronx, potessero ripiombare su Manhattan.
Ora il mondo intero ha visto Hart Island, lo scoglio comprato dalla città di New York per 75.000 dollari nel 1868 dalla locale famiglia Hunter, e da allora destinato a raccogliere ogni possibile infelice destino, malati, morti abbandonati, vagabondi, prigionieri, matti, tossici. Un drone televisivo ne ha sorvolato la brulla spianata, mostrando ovunque la trincea aperta dai bulldozer, su ordine del sindaco De Blasio, per le bare delle vittime coronavirus, senza funerale o benedizioni. Non saranno sole, Hart Island conserva i resti di un milione di donne, uomini, vecchi e bambini, ricordati da una minuscola statua. Per chi muore, nella sterminata New York, senza che se ne reclami la salma, o quando la famiglia non ha i 6000 dollari (5500 euro) di imposta sepoltura, la strada è segnata: il corpo viene donato a università, o ospedali, per lezioni di anatomia o esperimenti, poi la fossa comune ad Hart.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Montefiori Stefano 
Titolo: Intervista a Manuel Valls – L’ex premier francese Valls: «Per Roma un buon accordo la Bce ora diventa cruciale»
Tema: Passi avanti dell’Eurogruppo

Manuel Valls, lei è stato premier francese, oggi è consigliere municipale a Barcellona, parla italiano grazie alla madre ticinese. Da europeo, che cosa pensa dell’accordo trovato a Bruxelles? «E’ una buona cosa. Un fallimento dei negoziati avrebbe rappresentato una vergogna, per l’Europa e per i ministri delle Finanze. La crisi economica e sociale provocata dall’epidemia può fare morire l’Europa. In Italia, grande Paese fondatore, e anche in Spagna, dove il sentimento europeista è sempre stato forte perché legato al passaggio dalla dittatura di Franco alla democrazia». Qual è a suo avviso il punto più importante dell’intesa? «In attesa di convincere tedeschi e olandesi sugli eurobond, l’aspetto più importante oggi mi sembra il ruolo della Bce, perché è chiamata a svolgere ancora di più il suo ruolo di vera Banca centrale mettendo all’incirca 1000 miliardi sul tavolo. In sostanza, si tratta di un prestito plurale solidale, la Bce compra titoli anche pubblici, quindi sta facendo quello che ha fatto la Fed americana. E se lo fa oggi, è perché la filosofia di Mario Draghi, un italiano, ha irrigato il sistema nervoso della Banca centrale europea. Poi ci sono le altre misure, per una forza d’urto di 410 miliardi di euro. L’Italia e a altri Paesi dovrebbero essere in grado di ottenere prestiti a condizioni vantaggiose per rilanciare l’economia».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Montefiori Stefano 
Titolo: Un violino rompe il silenzio a Notre-Dame isolata e ferita
Tema: Notre- Dame un anno dopo l’incendio

«Signore, siamo in questa cattedrale che un anno fa bruciava e in parte crollava provocando emozione in tutto il mondo. La vita è ancora qui tra noi», ha detto ieri mattina l’arcivescovo di Parigi Michel Aupetit all’interno di Notre-Dame, celebrando il Venerdì santo. E la seconda volta che la cattedrale di Parigi ospita una cerimonia da quando l’incendio l’ha devastata, il 15 aprile 2019. Due mesi dopo la sciagura monsignor Aupetit aveva celebrato la messa davanti a una trentina di fedeli, con il casco di protezione in testa. L’epidemia di Covid-19 ha conseguenze anche sui lavori di messa in sicurezza della cattedrale: a quasi un anno dall’incendio, finché l’impalcatura in metallo non viene tolta Notre-Dame corre ancora il rischio di crollare. Una serie di sensori monitora qualsiasi movimento, la struttura sembra abbastanza stabile. Ma per pensare alla ricostruzione bisogna prima smontare i diecimila tubi semi-distrutti nel rogo. E un’operazione delicata e decisiva, che stava per cominciare in marzo quando la quarantena ha provocato il blocco dei cantieri e fermato la settantina di operai.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Montefiori Stefano 
Titolo: Il corsivo del giorno – Contro il virus ora Macron fa il populista
Tema: Francia: uniti contro il virus
Lunedì sera il presidente Emmanuel Macron si rivolgerà ai francesi in un nuovo, atteso discorso dopo quello del «siamo in guerra» ripetuto il 16 marzo, alla vigilia della quarantena. Sarà un momento importante nel quale Macron potrebbe prefigurare la Francia del dopo-epidemia, cercando il consenso e l’appoggio dei cittadini. Per mostrarsi in sintonia con i francesi due giorni fa Macron è andato a Marsiglia a trovare il professor Didier Raoult, il fautore della terapia a base di clorochina e antibiotico diventato nelle ultime settimane una sorta di eroe popolare o, secondo alcuni, populista. Gli studi scientifici sull’efficacia della terapia consigliata dal professor Raoult sono controversi, e gli effetti collaterali notevoli: dal 27 marzo a oggi in Francia si sono verificati 54 casi di aritmie pericolose legate alla combinazione clorochina-antibiotico, con sette arresti cardiaci e quattro morti. Raoult è un infettivologo di fama, sarebbe sbagliato liquidarlo come un ciarlatano. Ma frasi come «anche se non abito a Parigi posso comunque occuparmi di scienza» hanno messo il medico dai capelli lunghi e anelli vistosi al centro della lotta eterna tra il cuore dello Stato e la provincia.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Lepri Paolo 
Titolo: Facce nuove – La sindaca Rolland, insieme è meglio
Tema: Francia: uniti contro il virus

«Non conta tanto il tempo passato ¡¡ a lavorare, quanto l’intensità», \\ dice la sindaca di Nantes, Johanna Rolland, che dal 23 marzo dirige l’amministrazione della città francese dallo studio della sua casa — in continuo contatto con collaboratori, consiglieri e avversari politici — cercando di fare funzionare al meglio una piattaforma di assistenza che prevede tra l’altro un forte sostegno ai rappresentanti del mondo economico, culturale, associativo e un servizio di trasporto gratuito per il personale medico e sanitario. «Le grandi prove rendono più forti e più liberi» era stato il suo commento all’indomani dell’attentato terrorista compiuto alla vigilia di Natale del 2014, quasi un segnale premonitore dell’attacco alla sede parigina di Charlie Hebdo. Ma quelle parole valgono sicuramente anche oggi, mentre il mondo lotta contro il coronavirus.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Morawiecki Mateusz 
Titolo: Europa, non punire i deboli
Tema: Premier polacco: vicini all’Italia

Europa si trova di fronte a una sfida esistenziale, la el pandemia del coronavirus. Un nemico invisibile ha spezzato le nostre linee di difesa, colpendo impietoso dapprima l’Italia del Nord, poi, successivamente, tutto il vostro splendido Paese, poi la Spagna e ora l’intero continente. Le notizie che giungono dall’Italia ci riempiono di profonda tristezza a ciascuna morte, ma portano anche la speranza di un domani migliore. Nel corso di poche settimane, l’Europa e l’Italia sono cambiate per sempre. Quest’anno non doveva andare così. Il 2020 è per la Polonia un anno ricco di ricorrenze eccezionali che avremmo voluto festeggiare insieme. Oggi la Polonia è uno dei Paesi europei con sviluppo economico più rapido e un alleato importante nella Nato. Dopo le tenebre della notte arriva sempre la luce del mattino. Confidiamo die presto l’Italia rinascerà e, con la sua grande cultura e il suo successo economico, continuerà a essere d’ispirazione per l’Europa. L’amicizia tra Polonia e Italia è una presenza costante nella storia dei nostri Paesi. La Polonia sarebbe stata diversa senza il patrimonio dell’Italia, che così profondamente ha segnato la nostra arte e cultura.
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