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SINTESI IN PRIMO PIANO – 11 marzo 2020

In evidenza sui maggiori quotidiani:

– Lombardia allo stremo chiede il blocco totale per quindici giorni.
– Lega e Fdi: fermare tutte le attività. Conte prende tempo.
– Dalla Ue maxi fondo per l’emergenza. Il governo vara deficit di 13 miliardi.
– Oggi le misure economiche: mutui, congedi e aiuti alle imprese, piano da 10 miliardi.
– Italia più isolata: aerei a terra, l’Austria chiude il Brennero e la Slovenia i valichi stradali.
– La Cina vede l’uscita dal tunnel, lezione per l’Europa che annaspa.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Giannattasio Maurizio – Senesi Andrea 
Titolo: La Lombardia chiede altri stop: aperti solo alimentari e farmacie
Tema: Lombardia allo stremo

Separare l’essenziale dal superfluo. Con un unico fine: far restare la gente dentro casa il più possibile. La Lombardia chiede la chiusura di negozi, fabbriche, attività. Tutto tranne l’essenziale, che nell’era del Covid-19 significa cibo e medicine, ossia negozi di alimentari e farmacie. Viene chiesto di limitare anche un diritto essenziale come la mobilità, riducendo al minimo indispensabile bus, tram, metrò, treni e aerei. Lo chiede il governatore lombardo Attilio Fontana assieme ai dodici sindaci dei capoluoghi di provincia, tra cui quello di Milano, Beppe Sala. «E’ necessario intervenire in maniera rigorosa perché il sistema sanitario è vicino a un momento di difficoltà», dice Fontana. Un appello accorato, collegiale, trasversale, che mette insieme l’Anci, i sindacati e dove l’ombra del tornaconto politico sparisce di fronte alle realtà dei numeri dei contagiati e dei morti. La risposta del governo però arriverà solo questa mattina tanto che il governatore si lascia andare a un piccolo sfogo: «Forse qualcuno nel governo non ha chiara la situazione in Lombardia, faremo le nostre valutazioni». Un primo no arriva da Confindustria nazionale, che si dice «preoccupata» dalle richieste «di esasperare le misure di contenimento del contagio».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Mauro Ezio 
Titolo: L’editoriale – Il nemico e il vuoto
Tema: Lombardia allo stremo

E se il sistema non tiene? L’allarme viene dalla zona più colpita dal virus, la Lombardia. «Non possiamo resistere a lungo», ha spiegato ieri il presidente della Regione, Attilio Fontana, «abbiamo bisogno che la gente interrompa il contagio e si arrivi a una vera inversione di tendenza». E l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, ha aggiunto: «Non reggiamo altri 15 0 20 giorni con una crescita così forsennata di persone nei pronto soccorso e nei reparti di terapia intensiva». Da qui la proposta che arriva da Milano: svuotare uffici, negozi, mezzi di trasporto, salvare solo i servizi essenziali. «Chiudere tutto, subito, per ripartire prima possibile». Se l’Italia sperimenta per conto dell’Europa quel che rischia di accadere in tutto l’Occidente, Milano anticipa quel che l’intero Paese dovrà affrontare. L’ultimo allarme, dunque, arriva dalla frontiera più avanzata e più esposta al nemico, quella munita tra l’altro del sistema sanitario migliore che oggi rischia il collasso, sopraffatto dall’emergenza.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Giannattasio Maurizio – Senesi Andrea 
Titolo: La Lombardia: più chiusure – La Lombardia chiede altri stop: aperti solo alimentari e farmacie
Tema: Lombardia allo stremo

Separare l’essenziale dal superfluo. Con un unico fine: far restare la gente dentro casa il più possibile. La Lombardia chiede la chiusura di negozi, fabbriche, attività. Tutto tranne l’essenziale, che nell’era del Covid-19 significa cibo e medicine, ossia negozi di alimentari e farmacie. Viene chiesto di limitare anche un diritto essenziale come la mobilità, riducendo al minimo indispensabile bus, tram, metrò, treni e aerei. Lo chiede ü governatore lombardo Attilio Fontana assieme ai dodici sindaci dei capoluoghi di provincia, tra cui quello di Milano, Beppe Sala. «E necessario intervenire in maniera rigorosa perché il sistema sanitario è vicino a un momento di difficoltà», dice Fontana.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Rossi Giampiero 
Titolo: «Voglio procedere, Roma dia l’ok Gli industriali qui sono d’accordo»
Tema: Intervista ad Attilio Fontana – Lombardia allo stremo

«La Lombardia si sta muovendo come una grande comunità. I cittadini hanno capito che ci siamo impegnati tutti quanti in una battaglia per il nostro futuro». Non è la prima volta che il presidente della Regione Attilio Fontana ricorre all’immagine della «grande comunita» del suo territorio. Ma al termine del suo primo giorno post quarantena, quando le notizie dal fronte del virus continuano a comporre una sorta di bollettino di guerra, il riferimento elogiativo a «noi lombardi» non è soltanto un retorico incoraggiamento al suo mondo. Anche se Fontana non offre grandi appigli alla polemica politica, è difficile non cogliere un altro riferimento implicito: dall’altra parte del tavolo delle interminabili e quasi quotidiane videoconferenze ci sono «loro», gli uomini di governo, con i quali da due settimane si consuma un confronto sfibrante, tra numeri allarmanti, scelte difficili, rinvii e gioco del cerino. Presidente, in sostanza voi avete chiesto al governo di disporre il blocco totale delle attività in Lombardia: commercio, produzione, trasporti. Perché una scelta così pesante? «Perché qui noi ragioniamo costantemente sui dati, sui numeri, vediamo da vicino cosa sta succedendo negli ospedali. Tutti si stanno impegnando al massimo, stanno facendo un lavoro meraviglioso, stiamo praticamente creando centinaia di nuovi posti letto in terapia intensiva e degenza perché altrimenti saremmo già arrivati alla saturazione. Ma se il contagio continua a diffondersi a questa velocità il sistema non potrà reggere ancora a lungo. Quindi l’unica arma a nostra disposizione è il rallentamento dell’epidemia e per ottenerla non abbiamo altra strada che la riduzione dei contatti tra le persone. Per questo, insieme ai sindaci, abbiamo scritto per chiedere misure ancora più drastiche. E anche i sindacati sono d’accordo. Del resto, la ex zona rossa di Codogno è l’unica dove i contagi rallentano».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Palmerini Lina 
Titolo: Politica 2.0 – Quali spiragli ha lasciato il premier al dialogo
Tema: Il centrodestra incontra il premier

E’ come se ci fossero stati due tempi dell’incontro a Palazzo Chigi di ieri: prima a favore di telecamere con le dichiarazioni di Salvini, Meloni e Tajani e un secondo tempo, invece, più sotterraneo fatto di riflessioni e contatti informali. Soprattutto con Sergio Mattarella che, come raccontano alcune fonti della maggioranza e pure del centro-destra, sarebbe rimasto deluso dal fallimento di quella collaborazione che auspicava nel suo appello di qualche giorno fa. Deluso e preoccupato perché al Quirinale sanno che siamo agli inizi e serviranno ancora scelte difficili da prendere e possibilmente da condividere per non spaccare gli italiani durante l’emergenza. Due sostanzialmente sono le decisioni che restano in bilico e che sono diventate l’argomento di rottura tra Conte e il leader del centro-destra: l’istituzione di una zona rossa ovunque e la nomina di un commissario. Ed è qui che scatta il secondo tempo, perché prima – nel vertice a Palazzo Chigi – il premier avrebbe detto di “no” alla serrata totale per ragioni economiche e di ordine pubblico ma dopo qualche ora dalla fine dell’incontro, ha fatto sapere che «nulla è escluso».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Franco Massimo 
Titolo: La Nota – Le divergenze sull’epidemia complicano il compromesso
Tema: Il centrodestra incontra il premier

La rassicurazione del commissario Paolo Gentiloni sulla solidarietà europea nei confronti dell’Italia non va lasciata cadere. In questa fase di emergenza e di confusione, la sponda delle istituzioni di Bruxelles è essenziale. Anzi, c’è da sperare che lo sia ancora di più, con un vero coordinamento a livello continentale delle regole per contrastare l’epidemia di coronavirus: un elemento finora mancato. Anche il colloquio avuto ieri dal premier Giuseppe Conte con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, sulle misure aggiuntive da concedere al nostro Paese, dovrebbe produrre risultati. II problema, semmai, rimbalza sul piano interno. I tentativi di ritrovare una coesione che vada oltre i confini della maggioranza continuano a dimostrarsi faticosi. L’incontro di ieri a Palazzo Chigi tra Conte e i capi delle opposizioni ha fornito indicazioni contrastanti. In teoria, la disponibilità al dialogo è esplicita: da parte di Lega, Fdl e FI, e da parte dello stesso governo. Nei fatti, però, alla fine è stata contraddetta da dichiarazioni che tendono a confermare le divergenze e una visione diversa dell’epidemia.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Folli Stefano 
Titolo: Il punto – Il dialogo obbligato – Conte-opposizione dialogo obbligato
Tema: Il centrodestra incontra il premier

Come ovvio, ieri non c’era l’ipotesi di un governo di unità nazionale sul tavolo di Palazzo Chigi. Forse prenderà forma in futuro, ma in quel caso lo scenario sarà assai più drammatico di quello attuale e nessuno se lo augura. Tuttavia intorno a quel tavolo, dove si sono seduti il presidente del Consiglio insieme ai rappresentanti dell’opposizione (Salvini, Meloni, Tajani, Lupi), si avvertiva quanto meno un senso di condivisione della gravità del momento. Dalla riunione non sono emersi significativi accordi da offrire alla stampa, tanto meno una svolta politica. Anzi, Salvini e Giorgia Meloni hanno riproposto un tema incandescente come il Mes, il fondo salva-Stati che lunedl dovrebbe essere approvato in sede europea, ma che il disastro del virus, a rigor di logica, rende meno urgente: la priorità adesso diventa la flessibilità che l’Europa non può non concedere a un Paese in affanno come l’Italia, tenendo conto che anche Francia, Spagna e persino Germania stanno entrando nel tunnel in leggero ritardo rispetto a Roma. È chiaro che Lega e Fdl non potevano andare a Palazzo Chigi a battere le mani a Conte. Hanno cercato quindi qualche distinguo, oltre alla bandiera dell’ostilità al Mes. Hanno ricordato che con le prigioni in fiamme l’ordine pubblico è l’altra emergenza da affrontare: anche qui, secondo loro, con un “uomo forte” dotato di poteri esecutivi. Hanno soprattutto ripetuto, in sintonia con il presidente della Lombardia, Fontana, che le misure adottate non sono sufficienti e che bisogna “chiudere tutto” prima del collasso finale.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Greco Anna_Maria 
Titolo: Il retroscena – Il centrodestra è deluso dall’incontro col premier «Allarme sottovalutato»
Tema: Il centrodestra incontra il premier

Meglio chiudere tutto e subito. Il centrodestra unito va a Palazzo Chigi per dire a Giuseppe Conte che no, non basta quello che l’esecutivo giallorosso ha deciso contro il Coronavirus, che bisogna fermare ogni attività che non sia strategica o fondamentale. Ma alla fine dell’incontro Matteo Salvini attacca il governo, «troppo timido e troppo incerto», che «ha detto no a scelte drastiche», mentre «questo non è il momento delle mezze misure». Dichiarazione che provoca una precisazione di fonti di Palazzo Chigi: «Il presidente Conte non ha escluso affatto la possibilità di adottare misure più restrittive, ove necessarie. Ha assicurato che il governo continuerà a rimanere disponibile e risoluto per contrastare con il massimo rigore la diffusione del contagio e aggiornare le misure costantemente». Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia insistono inoltre sulla nomina di un commissario straordinario e anche su questo il premier prende tempo. Forse più in là, ma non sarà Guido Bertolaso come vorrebbero le opposizioni.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Cesaretti Laura 
Titolo: Il retroscena – La tentazione: De Gennaro controllato da Palazzo Chigi
Tema: Il centrodestra incontra il premier

«Basta guardare i miei collaboratori per capire che io ho sempre scelto il meglio». Irritato, nervoso, il premier ha risposto così ieri a Giorgia Meloni, salita a Palazzo Chigi con gli altri big del centrodestra, che lo sollecitava sul possibile «supercommissario» all’emergenza virus, e adombrava il sospetto che il premier tema una figura con qualità superiori alle sue. Ora, detto chi si tiene Rocco del Grande Fratello come principale collaboratore, quello «scegliere il meglio» appare quantomeno discutibile. Ma ieri sera ha preso quota la voce che Conte stia premendo per essere affiancato dall’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro (oggi alla presidenza di Leonardo). L’ipotesi però è quella di un incarico assai delimitato: dovrebbe sovrintendere essenzialmente agli acquisti straordinari di materiale medico e presidi sanitari per fronteggiare l’emergenza. E potrebbe addirittura essere retrocesso al rango di sottosegretario, in modo da risultare con chiarezza gerarchicamente sottoposto non solo al presidente del Consiglio, ma anche al ministro della Salute Roberto Speranza. Raccontano infatti che il partito bersaniano abbia fatto fuoco e fiamme negli ultimi giorni per evitare che il «suo» titolare di dicastero potesse essere messo in ombra.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Lombardo Ilario – Russo Paolo 
Titolo: Retroscena – Conte, dubbi sulla stretta totale: blocco l’Italia col sì degli esperti
Tema: Il centrodestra incontra il premier

Giuseppe Conte si è dato circa 48 ore: «Se ci sarà da prendere misure ancora più restrittive lo faremo. Ma devono dircelo gli scienziati. Resto coerente alla linea che abbiamo tenuto sin dall’inizio, sin dai primi due casi emersi in Italia, quando abbiamo deciso di bloccare i voli dalla Cina e ci avevano detto che stavamo esagerando». Il ragionamento di Conte è lo stesso con tutti i diversi interlocutori che incontra nell’ennesima lunghissima giornata di riunioni e telefonate. «Gli esperti vogliono anche misurare gli effetti delle misure che abbiamo preso. Se tra due giorni vediamo che la curva dei contagi né si ferma né si arresta allora procederemo…».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cremonesi Marco 
Titolo:  «Ora tutta l’Europa diventi zona rossa Guerra commerciale per colpire l’Italia»
Tema: Intervista a Matteo Salvini – Il centrodestra incontra il premier

«Se l’Europa esistesse, lunedì si costituirebbe una zona rossa europea. E guardi che non lo dico io, ma imprenditori con aziende dal fatturati miliardari». Matteo Salvini non è uscito soddisfatto da Palazzo Chigi dopo l’incontro delle opposizioni con il premier Giuseppe Conte. Proprio per «la mancanza di coraggio» nei confronti «degli italiani e dell’Unione europea». Tutta l’Europa che non può uscire di casa? «Ma sì. Non soltanto perché il virus è una minaccia che va affrontata con la determinazione necessaria. Ma anche, melo lasci dire, per evitare lo squallore delle guerre commerciali che si stanno preparando». Chi le sta preparando? «C’è chi dice che sui formaggi italiani servano controlli supplementari, chi vuole la disinfezione delle ruote dei tir, chi vuole lo stop all’importazione di mobili e macchinari italiani… II virus non passa da questo, e del resto si va estendendo in parecchi Paesi. Allora, mi chiedo perché non pensare a una zona rossa europea: e in aprile si riparte senza che qualcuno ti abbia fregato il Parmigiano, il Salone del mobile o altro». Lei ha definito «quasi nulla» il risultato dell’incontro con Conte. Perché? «Perché si ha paura di fare quel che è necessario. Su tutto ci hanno risposto “adesso vediamo…”. II risultato è da vedere: autocertificazioni che fanno ridere, normative diverse qui è là. Oggi il governatore campano De Luca ha chiuso i parrucchieri. E a Roma, no? Verona e Mantova avevano regole diverse, anche se sono attaccate».
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Testata:  Stampa 
Autore:  La Mattina Amedeo 
Titolo: Meloni: un uomo forte per l’emergenza – “Serve un commissario non in cerca di consensi Magari un militare”
Tema: Intervista a Giorgia Meloni – Il centrodestra incontra il premier

Dopo tre ore di confronto con il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, Giorgia Meloni è piuttosto delusa. «Troppi tentennamenti e incertezze. Certo, il clima è stato buono, i toni sono stati franchi. Cè la consapevolezza comune che il momento è molto difficile e io ho detto di rendermi conto che prendere certe decisioni, stando al governo e non all’opposizione, non è una cosa facile. Ma proprio per questo occorre coraggio e capacità di ascolto delle imprese e dei commercianti: non sarebbe meglio chiudere tutto per 14 giorni, tranne i negozi alimentari e le farmacie, per evitare di trascinare il contagio per mesi?». Il governo però teme il collasso dell’economia. Il centrodestra, che a Palazzo Chigi era rappresentato da lei, Matteo Salvini, Antonio Tajani e i capigruppo, forse non si fida degli italiani. Non credete al comportamento responsabile dei cittadini per evitare la diffusione del contagio? «Non si tratta di non fidarsi degli italiani: la stragrande maggioranza di loro si rende conto del problema, ma la gente non ha chiaro cosa deve fare. Non sono state date indicazioni univoche. Non si può andare avanti con un decreto diverso ogni 48 ore. Non si può andare avanti con questa agonia.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Orsina Giovanni 
Titolo: L’impatto del virus trasformerà la politica italiana
Tema: La politica italiana

E’ quanto mai probabile che l’epidemia in corso sia destinata a modificare il panorama politico italiano, e non soltanto italiano, fino a renderlo irriconoscibile. E non sto parlando del governo Conte o dei sondaggi su Salvini, ma di trasformazioni ben più radicali. Come sempre quando il tessuto della storia si lacera, è molto difficile prevedere in quale modo la lacerazione si ricomporrà. Possiamo però almeno avviare un ragionamento, sapendo che si tratta soltanto del primo passo, molto malfermo, di una riflessione che ci accompagnerà per mesi, forse anni. E possiamo incardinare questo avvio di ragionamento su tre parole tronche: serietà, sovranità, libertà. La serietà, innanzitutto. La nostra è un’epoca poco seria.
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Testata:  Foglio 
Autore:  Cerasa Claudio 
Titolo: Contro la retorica dell’Italia irresponsabile
Tema: Le reazioni all’emergenza

Quando c’è una pandemia globale che arriva a infettare centinaia di migliaia di persone, che arriva a uccidere fino a cento persone al giorno nella seconda potenza industriale d’Europa, che arriva a mettere in quarantena un’intera nazione, che costringe un paese a chiudere buona parte dei suoi esercizi commerciali e che arriva a diffondersi tra gli esseri umani anche in assenza di sintomi, di fronte a tutto questo, essere ottimisti non è semplice neppure per vecchi ottimisti come noi, che tendono a guardare il mondo cercando di concentrarsi più sul bicchiere mezzo pieno che su quello mezzo vuoto. Eppure, per quanto possa essere difficile questo tentativo, di fronte al dramma di un’Italia chiusa, infettata, sfiancata, al limite del collasso, c’è un paese che salvo alcuni casi di irresponsabilità sta dimostrando di sapere reagire, sta dimostrando di saper fare i conti con i problemi, sta dimostrando di aver capito che avere paura non è un reato e sta dimostrando di avere qualche buon anticorpo per fare i conti con quella che è diventata la più grave emergenza mai registrata dal nostro paese dal Dopoguerra a oggi.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Rogari Marco – Trovati Gianni 
Titolo: Dote di 15 miliardi da extradeficit I primi dieci al decreto aiuti
Tema: Le misure economiche dell’emergenza

Il cantiere anticrisi messo in piedi dal governo entra oggi nella fase attuativa. Il consiglio dei ministri convocato di prima mattina dovrebbe dare il via a un primo decreto che muoverà fino a 10 miliardi di euro con i fondi aggiuntivi alla sanità e le prime misure per il sostegno ai settori più colpiti. Si salirà, quindi, sensibilmente rispetto ai 7,5 miliardi ipotizzati nei giorni scorsi, con un ricorso al disavanzo per 6,3 miliardi. Ma il deficit aggiuntivo che il governo ha intenzione di attivare è più alto, fino a 12-13 miliardi (in termini di saldo netto da finanziare si potrebbe invece arrivare a 14-15 miliardi), e porterebbe il disavanzo 2020 vicino al 3% con l’obiettivo di avere a disposizione uno spazio fiscale in più da utilizzare in una seconda fase, concentrata sugli indennizzi alle filiere più danneggiate dagli effetti economici dell’emergenza sanitaria. Un meccanismo, questo, che ieri ha ottenuto un primo sostanziale via libera dall’Unione europea, con la disponibilità espressa dalla commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager a riconsiderare le regole comunitarie sugli aiuti di Stato nello scenario esploso con la crisi. La richiesta di deficit aggiuntivo sarà esaminata da Camera e Senato subito dopo il consiglio dei ministri, 6,3 miliardi
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Romano Beda 
Titolo: Dalla Ue maxi fondo per l’emergenza Il governo vara deficit di 13 miliardi –
Dalla Ue fondo da 25 miliardi per le aziende in difficoltà
Tema: Dalla Ue maxi fondo per l’emergenza

L’Unione europea si sta mobilitando per tentare di arginare il rallentamento economico provocato dall’epidemia influenzale che sta colpendo il continente e in particolare l’Italia. I capi di Stato e di governo dei Ventisette hanno tenuto ieri una riunione straordinaria in videoconferenza per fare il punto della situazione. In un contesto segnato soprattutto dal coordinamento di misure nazionali, l’unica scelta realmente comunitaria è la nascita di un fondo di aiuti da 25 miliardi di euro. Parlando dopo la riunione, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha assicurato: «Useremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per permettere all’economia di superare la tempesta». Bruxelles intende presentare rapidamente, ossia entro la fine della settimana, «idee concrete» su un uso flessibile delle regole di bilancio. Sono attese anche lineeguida sull’applicazione delle regole relative agli aiuti di Stato.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Trovati Gianni 
Titolo: Ufficio di bilancio: rischio altissimo, subito gli eurobond
Tema: Le misure economiche dell’emergenza

Per affrontare le conseguenze economiche del coronavirus è «fondamentale» la definizione immediata di un intervento a livello continentale, inclusa «la possibilità di emettere debito con garanzia europea». Gli eurobond servirebbero prima per tamponare l’emergenza, e in un secondo momento per «sostenere la ripresa del sentiero di crescita». L’analisi arriva dall’Ufficio parlamentare di bilancio, che in una memoria inviata al Parlamento in sostituzione di un’audizione bloccata dalle misure di contenimento della crisi sanitaria promuove la richiesta italiana di deficit aggiuntivo per finanziare le spese eccezionali. Ma chiarisce senza giri di parole che l’Italia da sola non ha gli strumenti per contrastare del tutto l’emergenza. Il problema non è rappresentato dalle regole fiscali dell’Unione, che lasciano margini di vario tipo quando un Paese deve affrontare «eventi eccezionali» e riducono fino ad azzerarla la correzione richiesta quando il quadro peggiora. L’ostacolo reale è più concreto, ed è doppio; perché riguarda «l’evoluzione dei mercatifinanziari», con le tensioni sugli interessi che si intensificano insieme alle «incertezze sugli esiti economici di certi fenomeni e sulla capacità dei governi di controllarli», e «la sostenibilità del debito»
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Alesina Alberto – Giavazzi Francesco 
Titolo: Tutto ciò che serve – Tutto ciò che serve contro il virus (e la crisi)
Tema: Le misure economiche dell’emergenza

Ha fatto bene il governo ad aumentare i fondi stanziati per far fronte agli effetti del Covid-19, più che raddoppiandoli. Ancor meglio ha fatto il ministro Gualtierl ad annunciare nel presentare il decreto: «Nessuno dovrà perdere il lavoro a causa del virus» cioè a comunicare un obiettivo chiaro e irrinunciabile. Aggiungeremmo noi: «E se qualcuno perderà il lavoro dovrà essergli garantito un reddito che lo sostenga fino a quando non ne troverà un altro». n decreto del governo ha due obiettivi. Rendere disponibili nuove risorse per medici e ospedali che oggi operano in condizioni di grande difficoltà, ed evitare che allo «choc all’offerta», causato dalla diffusione del contagio che ha prodotto un generale rallentamento delle produzioni, si sommi uno «choc alla domanda», cioè una caduta dei consumi delle famiglie. Purtroppo non c’è nulla che la politica economica possa fare per attenuare lo choc all’offerta: solo la disciplina dei cittadini, se si attengono scrupolosamente alle regole anti-contagio, può rallentarne la diffusione.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Dominelli Celestina – Fotina Carmine 
Titolo: Garanzie ed export, plafond Cdp da 6 miliardi
Tema: Le misure economiche dell’emergenza

Nuove risorse targate Cdp in arrivo per le imprese colpite dall’epidemia da coronavirus. Mentre dovrebbero slittare al secondo decreto legge alvaglio del governo gli indennizzi diretti per quelle che hanno subito I danni maggiori nell’emergenza. Le iniziative annunciate da Cassa e dalla controllata Sace valgono 6 miliardi. La spa di Via Goito ha deciso innanzitutto di alzare da ia miliardi la dote del plafond Piattaforma imprese (frutto di un accordo siglato nel 2014 con l’AN), che ha raggruppato strumenti già esistenti e che veicola, attraverso il canale bancario, risorse a favore delle Pmi e delle mid cap a tassi calmierati. Sace ha invece previsto interventi pero miliardi in raccordo con il Piano perla promozione del made in Italy coordinato da Esteri, Ice e Cdp.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pogliotti Giorgio – Tucci Claudio 
Titolo: Virus, estesi a tutti i rimborsi baby sitter Congedi retribuiti per i dipendenti –
Congedo retribuito al 30% per chi ha figli fino a 12 anni
Tema: Le misure economiche dell’emergenza

Un congedo straordinario di 12 giorni, che, risorse permettendo potrebbero salire a 15, retribuito al 30% dello stipendio, destinato ai lavoratori dipendenti, privati e pubblici (si sta studiando se inserire anche gli autonomi) per fronteggiare l’emergenza coronavirus con i figli a casa per la sospensione delle attività didattiche prorogata fino al 3 aprile. Lo strumento riguarderà genitori con minori fino a 12 anni; mentre non ci saranno limiti di età per le famiglie con figli disabili. In alternativa al congedo straordinario, si potrà optare per una sorta di “voucher baby sitter” del valore di 600 euro, che verranno accreditati sul libretto famiglia. Giorno dopo giorno prende forma il pacchetto occupazione allo studio dei tecnici del ministero del Lavoro e del Mef che confluirà nel decreto legge con le misure econoria, estesa a tutt’Italia.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Salvia Lorenzo 
Titolo: Le misure. Più Cig alle piccole aziende Imposte e bollette sospese, nodo ancora da sciogliere
Tema: Le misure economiche dell’emergenza

Il nodo ancora da sciogliere è quello dello stop a tasse e bollette. La decisione finale verrà presa oggi e al momento restano in piedi due ipotesi, da inserire nel decreto legge che dovrebbe essere approvato nelle prossime ore. Un blocco totale oppure un semplice slittamento delle scadenze, a partire da quella del 16 marzo per i versamenti Iva. Mentre sembra certo lo stop alla riscossione delle cartelle fiscali, dei distacchi di luce e acqua in caso di morosità. E soprattutto delle rate dei mutui per famiglie e imprese, probabilmente solo per chi ha subito conseguenze economiche dirette dall’emergenza di questi giorni e in ogni caso per chi ha un’attività autonoma. ll tutto grazie a una garanzia pubblica per sostenere il sistema bancario. Una misura affiancata da un sostegno alla liquidità delle imprese, per evitare che siano travolte dal blocco di questi giorni.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Picchio Nicoletta 
Titolo: Allarme Confindustria: fabbriche e trasporti non possono fermarsi
Tema: Allarme Confindustria

La proposta di arrivare ad un fermo totale delle fabbriche e dei trasporti preoccupa Confindustria. «Il giusto e necessario proposito di fronteggiare l’emergenza sanitaria non può e non deve aggravarel’emergenza economica che sta già piegando l’intero sistema produttivo del paese», è scritto in una nota che Confindustria ha diffuso ieri pomeriggio, dopo le richieste di inasprimento delle misure di restrizione del governo, sollecitate in particolare dal governatore lombardo Attilio Fontana. «Confindustria esprime preoccupazione per la richiesta della Regione Lombardia di esasperare le misure di contenimento del contagio fino a prevedere il fermo totale delle fabbriche e dei trasporti», sono le prime righe del comunicato. La convinzione di Confindustria è che i provvedimenti varati fin qui dal governo «se rispettati da tutti con scrupolo e responsabilità offrono una soluzione equilibrata alla grave situazione del momento contemperando esigenze diverse ed evitando di provocare danni che potrebbero rivelarsi irreparabili».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Giannattasio Maurizio – Senesi Andrea 
Titolo: La Lombardia: più chiusure – La Lombardia chiede altri stop: aperti solo alimentari e farmacie
Tema: Lombardia allo stremo

Separare l’essenziale dal superfluo. Con un unico fine: far restare la gente dentro casa il più possibile. La Lombardia chiede la chiusura di negozi, fabbriche, attività. Tutto tranne l’essenziale, che nell’era del Covid-19 significa cibo e medicine, ossia negozi di alimentari e farmacie. Viene chiesto di limitare anche un diritto essenziale come la mobilità, riducendo al minimo indispensabile bus, tram, metrò, treni e aerei. Lo chiede ü governatore lombardo Attilio Fontana assieme ai dodici sindaci dei capoluoghi di provincia, tra cui quello di Milano, Beppe Sala. «E necessario intervenire in maniera rigorosa perché il sistema sanitario è vicino a un momento di difficoltà», dice Fontana.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Repubblica 
Autore:  Mastrobuoni Tonia 
Titolo: L’Italia isolata Dall’Austria alla Slovenia chiuse le frontiere Francia e Spagna: stop voli
Tema: Italia isolata

Carlos Santana ha preso la decisione più ecumenica: il leggendario musicista messicano ha cancellato la tournée in Europa. Ma dopo il decreto Conte che ha dichiarato l’Italia intera “zona protetta”, numerosi Paesi hanno deciso ieri misure ben più mirate. D’un lato hanno imitato l’Italia introducendo misure restrittive per contenere l’epidemia che si sta rapidamente diffondendo anche al di là delle Alpi. Dall’altro, hanno eretto un muro verso chi proviene dall’Italia. Una mossa che va di pari passo con la valanga di compagnie aeree che hanno cancellato i voli per Roma o Milano. Dopo la chiusura delle frontiere tra Austria e Italia, anche la Slovenia, che conta 16 casi di coronavirus, ha fatto sapere attraverso il premier uscente Marjan Sarec che blinderà i confini con il nostro Paese. E da ieri è anche in vigore un decreto che vieta i voli «provenienti dagli aeroporti italiani che si trovano in aree a rischio, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte e Marche», come ha fatto sapere il ministro della Salute, Ales Sabeder.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Guasco Claudia 
Titolo: Austria e Slovenia, frontiere chiuse Macron si schiera: scelta sbagliata
Tema: Italia isolata

L’Italia in auto isolamento per il coronavirus esce anche dai radar dei collegamenti internazionali. Non si entra via terra né via mare, le compagnie aeree fuggono. Austria e Slovenia chiudono le frontiere e chiedono ai loro cittadini di tornare a casa. La paura di importare il contagio ha determinato nelle ultime ventiquattr’ore un blocco in massa delle comunicazioni. Attorno ai nostri confini si è alzata una cortina di ferro e ora migliaia di italiani sono bloccati all’estero, o costretti ad affrontare rientri molto complicati. Spagna, Danimarca. Marocco, Tunisia, Turchia e Canada hanno annullato tutti o gran parte dei voli, la stessa Alitalia ha ridotto gli aerei da Malpensa verso l’estero. Malta e Albania lasciano all’ancora i traghetti. Siamo stati i più tempestivi a interrompere i viaggi da e per la Cina quando. a fine gennaio. è esplosa l’infezione e ora siamo i primi a essere tagliati fuori dalle mappe, anche se il numero dei malati sta crescendo esponenzialmente in tutto il mondo.
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Autore:  Carrer Stefano 
Titolo: Xi torna a Wuhan: «La vittoria è vicina» – Il leader Xi ricompare e visita Wuhan, dove tutto è cominciato
Tema: La Cina

Da qualche settimana si era diffusa la sensazione che solo una visita a Wuhan da parte di Xi Jinping avrebbe dato il segnale di una svolta verso il contenimento dell’epidemia da coronavirus in Cina. È accaduto ieri: il presidente è andato nella città epicentro della crisi, completamente paralizzata da fine gennaio a causa dei contagi (saliti fino a quasi 5omila, con oltre 2.400 morti). Lo ha fatto proprio nel giorno in cui le ultime due della quindicina di strutture ospedaliere temporanee realizzate in tutta fretta sono state smantellate. Una giornata in cui si sono registrati solo 19 nuovi casi in tutto il Paese: 17 a Wuhan e altri due (a Pechino e nella provincia di Guangdong) che hanno riguardato persone arrivate da Gran Bretagna e Spagna. Per il terzo giorno consecutivo, fuori dalla provincia di Hubei non sono emersi casi di trasmissione “interna” del virus.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Santevecchi Guido 
Titolo: Il «comandante» Xi a Wuhan Strade deserte, virus quasi sconfitto
Tema: La Cina

AIla fine anche il comandante supremo della guerra cinese contro il virus è andato a vedere la prima linea (e a farsi vedere dalle masse all’ora del tg). Xi Jinping ha visitato Wuhan ieri mattina, per segnalare ai cinesi e alla gente della città da 5o giorni in quarantena che la battaglia è quasi vinta. Quasi, non del tutto però. «C’è una svolta promettente a Wuhan e nello Hubei, la diffusione del coronavirus è stata frenata», ha detto Xi. Martedì in Cina è stato registrato tl numero più basso di nuovi casi da quando è cominciata la comunicazione dei dati, il 21 gennaio: sono stati solo 19, tutti nello Hubei. Un numero quasi trascurabile ora che nel mondo il contagio corre con cifre spaventose. Ma «controllo e prevenzione debbono continuare, senza rilassarsi», ha detto Xi
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Santelli Filippo 
Titolo: La Cina L’incubo è alle spalle il leader XI a Wuhan per dire al mondo che il Paese riparte
Tema: La Cina

Ci ha messo parecchio il “leader del popolo” a raggiungere il fronte della guerra contro il coronavirus. Nelle lunghe settimane in cui l’esito della battaglia era incerto, Xi Jinping ha preferito comandare da Pechino, a debita distanza dalla prima linea e da possibili fallimenti. Ma ora che il contagio è sotto controllo, eccolo entrare a Wuhan da vincitore. Ieri mattina, il segretario generale è planato per la prima volta dall’inizio della crisi nella metropoli martire, 2404 morti, pronta finalmente a essere liberata. Una tappa a Huoshenshan, l’ospedale costruito a tempo record, dove ha salutato in asettica videoconferenza medici, infermieri e pazienti. Poi, sempre con mascherina azzurra e senza strette di mano, una visita alle famiglie in quarantena di una comunità residenziale, affacciate dalle finestre dei palazzoni. Immagini studiate, in un bel giorno di primavera, per comunicare alla Cina e al mondo che il Partito comunista è riuscito a contenere il virus: ieri solo 19 nuovi casi in tutto il Paese, meno che in Liguria. Wuhan e lo Hubei da oggi inizieranno con cautela a riaprire
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Scott Antonella 
Titolo: Putin cambia linea: pronto a fare ancora il presidente
Tema: Putin

La proposta è arrivata da Valentina Tereshkova, la prima donna nello spazio nel 1963, oggi deputata per Russia Unita: emendare la Costituzione in modo da ripartire da zero con i mandati presidenziali di Vladimir Putin. Come se niente fosse stato. Il presidente non se l’è fatto ripetere due volte: il suo mandato attuale, il quarto non consecutivo, scade nel 2024. Putin non potrebbe più ripresentarsi, in teoria, e questo ha fatto discutere per mesi tutti gli osservatori del Cremlino, alla ricerca della strada che Putin avrebbe scelto per restare al potere. Colpo di spugna Un’annessione alla Bielorussia, con relativa creazione di una nuova entità statale, o una riforma costituzionale per permettere a Putin di mantenere la guida del Paese sotto un’altra veste, o dalla direzione del Gossoviet, il Consiglio di Stato. Fatica sprecata, alla fine la soluzione era la più semplice possibile: azzerare il passato.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Dragosei Fabrizio 
Titolo: Putin sul «trono» russo per sempre La Duma azzera i mandati precedenti
Tema: Putin

All’inizio era sembrato che Vladimir Putin fosse andato in Parlamento per bloccare un tentativo dei deputati di modificare la Costituzione per farlo rimanere al potere in eterno cancellando il limite di due mandati presidenziali: «Mi pare che la cosa sarebbe inopportuna», aveva detto. Ma poi, sorprendendo tutti gli osservatori, si è espresso a favore della seconda parte della proposta avanzata da una deputata, far ripartire tutti da zero una volta approvate le modifiche alla Legge fondamentale. Annullare, in sostanza, i precedenti mandati e consentire al presidente uscente di ricandidarsi nuovamente. «Una variante che in principio è possibile», si è limitato a suggerire. L’accenno è bastato e in pochi minuti i parlamentari hanno approvato, senza un solo voto contrario (astenuti i comunisti, tanto per salvare la faccia).
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