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SINTESI IN PRIMO PIANO – 13 gennaio 2020

In evidenza sui maggiori quotidiani:

– Il premier Conte: «Il voto regionale non è decisivo»
– Pd, le Sardine aprono al confronto
– Pensioni, stallo tra il Governo e i sindacati
– Libia, oggi la firma della tregua a Mosca
– Iran, nuove manifestazioni di piazza per il Boeing abbattuto

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Marco Galluzzo
Titolo: Intervista a Giuseppe Conte – «Ora la riforma dell’Irpef» – «La verifica sarà a fine mese Il voto regionale non è decisivo»
Tema: L’intervista al premier Conte

Nell’ampia inervista il premier Conte spiega al al Corriere il programma dell’azione di Governo nei prossimi mesi. Annuncia
che l’esecutivo  è al lavoro per la riforma dell’Irpef e per quella delle pensioni. Nega che le prossime elezioni regionali in Emilia Romagna possano influire sulla durata del governo: «Questo voto è importante – dice – ma rimane espressione di una comunità regionale e non decide del destino del governo nazionale».. E sullo slittamento della verifica di governo a dopo le elezioni regionali, dice che questa è stata decisa per concedere tempo alle forze di maggioranza per «elaborare un’ampia riflessione. Oggi parte la riflessione interna al Pd. Anche il M5S sta completando un’opera di riorgani«zzazione interna e chiede alcuni giorni per offrire il proprio contributo. E ragionevole che il confronto slitterà alla fine di questo mese. Ma questo non e un male. L’importante è ripartire con maggiore coesione, chiarezza di obiettivi, massima determinazione. Vogliamo che l’Italia torni a correre». Rivendica con forza l’incisività dell’iniziativa diplomatica italiana:  «L’incisività e la credibilità dell’Italia in politica estera è fuori discussione e con la Libia siamo in prima linea». E aggiunge: «Dobbiamo lavorare tutti per una soluzione politica, preparandoci all’appuntamento di Berlino. Dobbiamo tutti approfittare di questo cessate il fuoco” per contrastare l’opzione militare»
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Maria_Teresa Meli
Titolo: Le Sardine aprono a Zingaretti E il leader porta il Pd in conclave
Tema: Pd

La mossa di Nicola Zingaretti che ha annunciato di voler rifondare il Partito democratico ha sortito un primo effetto: una mezza apertura, seppur condita con tanta cautela, da parte delle Sardine. Intervistato da Lucia Annunziata a In mezz’ora, il leader del movimento Mania Santon osserva: «Il Pd si è messo in discussione e ne va dato atto». Certo, aggiunge, «è ancora troppo presto per capire se possiamo partecipare al loro Congresso», però «è indubbio che ci stiano dando più ascolto di altre forze politiche, mostrando un’apertura vera verso di noi». Il segretario del Pd è soddisfatto di queste affermazioni: «Parole e impostazione sono molto corrette e condivisibili. I partiti non devono mettere il cappello sui movimenti, né tanto meno pensare di inglobarli. Sarebbe sbagliatissimo e arrogante. Noi dobbiamo ascoltare e dare risposte ai temi che pongono». Del resto, la strada per raggiungere l’obiettivo prefissato da Zingaretti è ancora lunga. Per questa ragione il segretario non sembra avere intenzione di staccare la spina al governo. Parlando con i dirigenti del suo partito che oggi si riuniranno per un seminario di due giorni in una abbazia nel reatino, è stato chiaro: «Noi dobbiamo rafforzare l’azione di governo portando il nostro contributo di idee e proposte».
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Testata:  Stampa 
Autore: Fabio Martini
Titolo: Intervista a Goffredo Bettini – “Alleanza Pd-M5S alle prossime politiche per battere la destra” – “Alle prossime politiche alleanza ampia Pd-M5S per sconfiggere la destra”
Tema: Pd

Goffredo Bettini, proverbiale influencer nelle scelte strategiche del partito,spiega la strategia politica del Pd alla vigilia della verifica di governo e dopo l’annuncio di Zingaretti di un congresso di rifondazione del partito. Auspica la formazione di  «una classe dirigente plurale ma solidale, in grado di rielaborare valori per una sinistra moderna». e di dialogare con la società civile, con particolare attenzione alle richieste e alle sensibilità che hanno dato luogo al movimento delle Sardine.Quanto al rapporto con il Movimento 5 stelle, attraversato da un acceso dibattito interno, ritiene che «Il bipolarismo che ineluttabilmente avanza, anche se in forme nuove, li costringerà a scegliere. 0 di là o di qua». L’attuale governo, aggiunge, «va considerato un fondamentale “incubatore” politico: le forze che lo compongono potrebbero costituire alle prossime elezioni politiche l’alleanza ampia e democratica da schierare contro la destra. È una impresa faticosa, ma ineludibile»
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Testata:  Giornale 
Autore:  Alessandro Sallusti
Titolo: Resuscitano il Pci
Tema: Pd, il progetto di Zingaretti
Alessandro Sallusti  commenta le recenti dichiarazioni di Nicola Zingaretti di volere rifondare il Pd e di spostarne l’asse politico a sinistra. Una direzione di marcia, quella indicataa dall’attuale segretario del partito, opposta a quella immaginata da Bettino Craxi, di cui si sono appena concluse le celebrazioni per il ventesimo anniversario della morte avvenuta in esilio ad Hammamet, Craxi aveva tentato di creare in Italia una moderna forza socilaista di tipo euopeo, liberale e riformista. L’annuncio di Zingeretti sembra invece prefigurare “un nuovo grande Partito Comunista, sia pure camuffato con spruzzate formali di modernità”,  portando il Pd indietro nel tempo. “Sarà un viaggio da incubo – scrive – e già mi vedo le lotte fratricide tra le varie anime per costruire il nuovo organigramma. Per dirla alla Renzi: prepariamo i pop corn, lo spettacolo non mancherà”.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Simone Canettieri
Titolo: Il retroscena – M5S, Di Maio si smarca da Casaleggio mossa del leader per uscire dall’angolo – M5S, la mossa di Di Maio per placare la rivolta: Casaleggio conterà meno
Tema: M5s, la strategia di Di Maio
Smarcarsi dalla Casaleggio Associati. Arginare il potere di «influenza» di Davide fino ad arrivare a un clamoroso divorzio nella gestione del blog delle stelle, il sito del M5S. Luigi Di Maio in queste ore di assedio sta maturando un’unica convinzione: basta fare il «parafulmine» delle scelte prese a Milano, spostandosi così verso Beppe Grillo, anche lui autonomo sul web. Obiettivo: scrollarsi di dosso i sospetti di conflitto d’interessi che periodicamente spuntano fuori quando si parla della società privata di consulenza. In questo modo il leader pentastellato punta – per rimanere in sella – ad allargare la gestione del Movimento. Se Chiara Appendino si sfila («Penso ad amministrare Torino») sicuramente è in corso un tentativo di coinvolgere Paola Taverna per evitare che diventi un’antagonista, così come vuole un maggiore «protagonismo» del presidente della Camera Roberto Fico, altro storico nemico interno.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Paola Di Caro
Titolo: Intervista a Giorgia Meloni – «Mai il proporzionale Pronti a fare le barricate» – «Mai il proporzionale Tutto il centrodestra deve fare le barricate»
Tema: L’intervista a Giorgia Meloni

Se il centrodestra vincerà le Regionali «un minuto dopo chiederemo di andare alle elezioni». Contro una legge elettorale proporzionale «vanno fatte le barricate». Per difendere Salvini sul caso Gregoretti «siamo pronti a scendere in piazza».
Così Giorgia Meloni, indicata da Times come uno dei 20 personaggi che nel 2020 daranno «una scossa al mondo», conferma al Corriere l a sua “voglia di combattere”: «Io – sorride – mi accontenterei di cambiare qualcosa in Italia, e di dimostrare che le nostre idee sono quelle giuste».
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Testata:  Repubblica 
Autore:   Ilvo Diamanti
Titolo: Mappe – Quel referendum senza senso – Per il taglio dei parlamentari è già plebiscito
Tema: Taglio dei parlamentari

“Si discute molto, in questi giorni, – scrive Ivo Diamatni – sulla ‘riduzione dei parlamentari’. Prevista da una legge di modifica della Costituzione, approvata nello scorso ottobre. Intanto, sullo stesso argomento, sono state avanzate altre proposte e iniziative. In particolare, un referendum confermativo e un nuovo progetto di riforma”.Sottolinea in particolare che “la possibilità di un referendum avrebbe sicure conseguenze sulla durata dell’attuale governo. E, al tempo stesso, della legislatura” Una prospettiva, questa, perseguita da  Matteo Salvini e la sua Lega, e da Fratelli d’Italia: “I soggetti politici che potrebbero trarre maggiore vantaggio da una ‘crisi’ e, dunque, da una chiamata anticipata alle urne” Ma avverte che questi argomenti non interessano i cittadini. I quali “rivelano idee molto chiare, al proposito. Come mostrano i risultati di un sondaggio di Demos per Repubblica, condotto il mese scorso. L’avevamo già presentato, ma mi pare utile riproporlo, in modo diverso e articolato. Serve a dimostrare come il referendum, su questa materia, non sia necessario. Se non per altri scopi ‘politici’. Meno comprensibili, all’opinione pubblica. Che, al proposito, ha un’idea ben chiara. Il taglio dei parlamentari, infatti, fra i cittadini, incontra un consenso molto largo. Anzi, larghissimo. Senza distinzione di parte e di partito […] quasi 9 elettori su 10 (per la precisione: l’86%) vedono con favore la riduzione dei parlamentari. Il consenso massimo si incontra nella base della Lega e dei Fratelli d’Italia, come previsto. Oltre che, ovviamente, del M5s, il partito che ne ha fatto una bandiera. Solo fra gli elettori del PD il sostegno risulta appena inferiore. Ma, appunto, ‘appena’. Cioè, il 79%”..
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Testata:  Repubblica 
Autore: Alessandra Ziniti
Titolo: Decreto sicurezza È tutto come prima – Decreti Salvini, cambierà poco e solo dopo il voto in Emilia
Tema: Decreto sicurezza

Le multe alle Ong che salvano i migranti restano in vigore. E si riapre il dibattito sui decreti sicurezza, rimasti come li ha voluti Salvini. Il ministro Lamorgese da due mesi ha preparato i piani di riforma, ma il governo non intende approvarli prima del voto in Emilia. Il Quirinale ricorda le correzioni inattuate. Le sardine contestano l’esecutivo. ll Pd chiede di abolire i decreti, riformando tutta l’accoglienza ai profughi.
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Economia e finanza

Testata:  Repubblica 
Autore:  Valentina Conte
Titolo: Piano per la pensione a 62 anni Il governo dice no: costa troppo – Pensioni, il governo frena Uscire a 62 anni costa troppo
Tema: Pensioni
La proposta dei sindacati di andare in pensione a 62 anni con almeno 20 di contributi e nessuna penalizzazione spiazza il governo. E non solo perché ancora non c’è una data di convocazione del tavolo sulla previdenza, inaugurato dal premier Conte. Ma anche perché le posizioni degli alleati divergono. A parole tutti vogliono risolvere lo scalone di Quota 100 e riscrivere la Fornero. Ma quando si passa ai fatti, Italia Viva insiste per cancellare Quota 100, difesa dagli altri. E non disdegna le proposte più forti, come quella di Brambilla – già consigliere della Lega – di ricalcolare con il contributivo gli assegni di chi vuole uscire prima, a 64 anni con 36 o 38 di contributi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Matteo Prioschi
Titolo: Pensioni, le uscite di sicurezza – Pensioni verso una stretta dopo il 2021 Corsa alle uscite con le regole attuali
Tema: Pensioni

Le grandi manovre per definire le regole che dal 2022 prenderanno il posto di Quota loo stanno per partire. Già girano le prime proposte concrete e sono stati definiti alcuni tavoli tecnici, da quello istituito al Cnel sotto la presidenza di Tiziano Treu alle due commissioni presso il ministero del Lavoro. L’obiettivo è mettere in sicurezza la dinamica della spesa previdenziale prima della “gobba” attesa tra il 2030 e il 2044 con l’esodo della generazione del baby boom. Nel frattempo, restano valide, sicuramente per quest’anno, una serie di soluzioni per lasciare il lavoro con un anticipo di 4-5 anni rispetto al limite di 67 anni della pensione di vecchiaia. Si va da Quota 100 a Opzione donna, dall’Ape sociai ai canali di uscita anticipata riservati a chi ha accumulato molti anni di contribuzione.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Tito Boeri
Titolo: L’analisi – Abbassare l’età punisce i giovani – Ma abbassare l’età è un attentato al patto tra generazioni
Tema: Pensioni
Tito Boeri registra con allarme le proposte di riforma della legge Fornero di cui si dibatte in questi giorni in ambienti governativi e tra le forze poliche e sindacali. “Si moltiplicano – scrive – tra le file della nuova e vecchia maggioranza, le richieste di abolire il legame automatico, proprio del nostro riformato sistema pensionistico, fra longevità ed età normale di pensionamento. C’è chi propone di abolire completamente questa indicizzazione e chi di permettere che, invece dell’età, contino gli anni di lavoro”. Il rischio, ammonisce, è quello di minare “alle basi il sistema pensionistico perché corrompe la solidarietà tra generazioni di cui il sistema si nutre per assicurare il pagamento delle prestazioni. Come dare torto – chiede – ai giovani che, lasciando il nostro Paese, decidono di smettere di pagare le pensioni a chi li ha preceduti, sapendo che verranno trattati molto peggio di loro?”.
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Testata:  L’Economia del Corriere della Sera 
Autore:  Federico Fubini
Titolo: Check-up all’industria cibo, bevande, farmaci e macchinari sono i nostri assi – Sommersi & salvati l’industria che resiste al passo della recessioe
Tema: Industria italiana, l’analisi dell’Istat

Quattro settori sono cresciuti, dieci sono riusciti a fermare il declino, ma non si sono ripresi e altri dieci non hanno mai interrotto una scivolata verso il basso iniziata con la Grande recessione di oltre dieci anni fa. È il bilancio dell’industria manifatturiera che emerge da un’analisi puramente quantitativa dei dati Istat, l’istituto statistico italiano. Ne risulta che solo farmaceutica, macchine, food e beverage sono tornati ben oltre i livelli di fatturato pre-Lehman, e che i  quattro quinti del manifatturiero restano in mezzo al guado: sono in tutto tredici i settori che non stanno più toccando il fondo, ma non sono mai tornati dov’erano prima della crisi. Un altro gruppo di dodici settori ha continuato invece a declinare senza fermarsi.
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Testata:  Stampa 
Autore: Marco Bresolin
Titolo: Nasce l’Europa verde Piano da 1000 miliardi – Mille miliardi di euro fino al 2030 Ecco il piano per l’Europa verde
Tema: Ue, il Green Deal di Ursula von der Leyen
Mille miliardi di investimenti nei prossimi dieci anni. Di cui 100 destinati alla riconversione economica delle aree maggiormente dipendenti dalle industrie inquinanti attraverso un «Fondo per la transizione giusta». Regole meno severe sugli aiuti di Stato per gli interventi pubblici nei settori eco-sostenibili. Almeno un quarto del bilancio Ue destinato a progetti «verdi». Un coordinamento annuale con i governi per definire nel quadro del semestre europeo gli interventi necessari. E’ quanto prevede il «Piano di investimenti per una Ue sostenibile», il progetto della Commissione europea che verrà presentato domani a Strasburgo.
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Testata:  Stampa 
Autore:  MA. BRE. 
Titolo: Il retroscena – La scommessa green di Ursula “Creeremo sviluppo e lavoro”
Tema: Ue, il Green Deal di Ursula von der Leyen

Ursula von der Leyen vuole che l’Unione europea diventi leader mondiale nella lotta al cambiamento climatico. E il Green Deal è la sua scommessa. Ambiziosa, ma non priva di incognite e dunque di rischi. Tanto che i primi inciampi sono già arrivati nei primi metri del percorso, con le frizioni tra i governi sulla questione nucleare e soprattutto con la Polonia che si è sfilata e alla fine non ha sottoscritto l’impegno della neutralità climatica entro il 2050. Per non parlare degli scontri sul bilancio Ue, ancora tutto da negoziare. O sull’ipotesi di allentare i vincoli del Patto di Stabilità e Crescita per favorire gli investimenti verdi che divide il Nord e il Sud Europa. Però la nuova presidente della Commissione è convinta che presto tutti i governi saranno a bordo e che anche Varsavia cambierà idea. Per convincerla continua a battere su un tasto: «La transizione – ha fatto scrivere nel documento che presenta il piano di investimenti verdi – è una necessità ambientale, ma anche una opportunità economica».
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Stampa 
Autore: Francesco Semprini
Titolo: Libia, oggi a Mosca si firma la tregua – Sarraj e Haftar a Mosca per firmare la tregua L’Egitto preme per il ritiro delle truppe turche
Tema: Libia

E’ prevista per oggi a Mosca la firma della tregua da parte di Fayez al Sarraj, presidente del Governo di accordo nazionale, il generale Khalifa Haftar, il presidente del parlamento di Tobruk Agila Saleh, e il capo del consiglio di Stato di Tripoli, Khalid al-Mishri. E sotto la supervisione dei due azionisti di riferimento della «roadmap» verso la pace libica, ovvero la Russia di Vladimir Putin e la Turchia di Recep Tayyip Erdogan. A riferirlo a La Stampa sono fonti vicine al negoziato giunto a una fase decisiva nel corso delle prime 24 ore di cessate il fuoco trascorse tra accuse di violazioni e condizioni dettate per sottoscrivere la pace.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore: Francesca Basso
Titolo: La mossa di Putin: invita a Mosca Sarraj e Haftar per firmare la tregua
Tema: Libia

Finalmente una tregua, anche se fragile, dopo nove mesi di offensiva su Tripoli da parte dell’uomo forte della Cirenaica, Khalifa Haftar. In Libia il primo giorno di cessate il fuoco ha tenuto benché vi siano state accuse reciproche di violazione da parte delle due fazioni in lotta. Ieri al Sarraj è volato a Istanbul per incontrare il presidente turco Recep Tayyp Erdogan, suo sostenitore, per rilanciare una conferenza di pace, su cui stanno lavorando anche le capitali europee. Il presidente del Consiglio Ue Charles Michel in visita al Cairo dal presidente egiziano AbdelFattah al Sisi ha ribadito che «il processo di Berlino è l’unica via da seguire». Lo sforzo internazionale per arrivare a una de-escalation della situazione in Libia, che vede l’Italia in prima fila nel tentativo di mettere a un tavolo tutti i protagonisti della regione, si è intensificato nell’ultima settimana. Il presidente russo Vladimir Putin (sponsor di Haftar) sabato ha incontrato la cancelliera tedesca Angela Merkel e ieri ha parlato al telefono con il presidente francese Emmanuel Macron.E con una mossa a sorpresa ha deciso di invitare Sarraj e Haftar a Mosca «per firmare la tregua». Già oggi il possibile incontro.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Marco Conti
Titolo: Libia, l’Italia invia più militari – Italia pronta a muovere soldati più uomini nel Paese africano
Tema: Libia

Dopo la tregua il governo ha intensificato i suoi sforzi per avviare la tanto invocata soluzione politico-diplomatica. Il “cessate il fuoco” tra le forze del generale Haftar e del premier libico Al Serraj, seppur fragile, era il primo obiettivo ed è stato raggiunto grazie soprattutto al peso esercitato da Mosca ed Ankara. Ora il secondo passo è arrivare a fissare una data alla Conferenza di Berlino, invocata dall’Italia e sulla quale si sta spendendo molto la cancelliera Angela Merkel.
Nel frattempo – si ragiona a palazzo Chigi – ci sarà bisogno di assicurare che le armi tacciano e che le due principali fazioni evitino di scontrarsi di nuovo. E’ per questo che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio – che oggi sarà a Tunisti – continua a spingere per dar vita a una missione di interposizione in Libia, simile all’operazione Unifil in Libano a comando italiano realizzata per garantire il rispetto del cessate il fuoco tra Israele e le milizie di Hezbollah. Un coinvolgimento dei caschi blu che dovrebbe avvenire dietro richiesta dei libici e che Al Serraj ha già fatto capire di essere favorevole. In attesa di questo possibile scenario, il ministero della Difesa sta approntando un nuovo decreto missioni che tenga conto della necessità di dover rafforzare la nostra presenza in Libia.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Paolo Mieli
Titolo: Gli errori (a sinistra) sulla Libia – Gli errori (a sinistra) sul conflitto in Libia
Tema: Libia

Paolo Mieli giudica una  “sprovvedutezza” l’insieme affannato di iniziative diplomatiche di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio alle prese con la crisi libica, attribuendosi il merito di avere indotto i contendenti libici a un tregua, in realtà imposta da Putin ed Erdogan. “Provare a presentarsi come statisti in grado di sanare, sia pur provvisoriamente, un conflitto che va avanti da otto, nove anni è stata un’ingenuità”, scrive. Ma l’inadeguatezza della presenza italiana in Libia è anche, e soprattutto, aggiunge, il retaggio delle politche dei governi italiani del passato a guida Pd, che hanno stretto un legame pressochè esclusivo con Fayez al Sarraj, ignorando l’evoluzione in atto nella regione, con l’emergere della figura di Khalifa Haftar, e l’ingresso nell’area, dopo il disimpegno Usa, di Russia e Turchia.
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Testata:  Stampa 
Autore: Giordano Stabile
Titolo: Teheran: la polizia spara sulla protesta degli studenti – Rivolta in Iran contro Khamenei La polizia spara sugli studenti ribelli
Tema: Iran
Dopo le veglie e le proteste davanti alle università di sabato a Teheran, ieri le manifestazioni di protesta degli studenti per l’abbattimento del Boeing ucraino si sono allargate ad altre città, Isfahan, Mashhad, Sanandaj. Ma l’epicentro è stata la marcia verso piazza Azadi, luogo simbolo della capitale, ai piedi della grande torre che segna lo skyline della città. la marcia si è svolta con le candele accese in mano, al canto di «morte al dittatore», «chiedete scusa e dimettevi», «vergogna», «il nemico non è l’America, è fra noi», e ancora «via il capo delle forze armate», un altro modo per dire via la guida suprema Ali Khamenei, protetta da una severa legge contro il vilipendio e mai nominata in prima persona. Khamenei è però il bersaglio principale. Un assalto al centro del potere che è terminato con durissime cariche della polizia, lacrimogeni, poi colpi di arma da fuoco. Donald Trump, su Twitter, anche in farsi, ha ammonito la dirigenza iraniana a «non uccidere la propria gente» e ha espresso solidarietà agli studenti, mentre il premier britannico Boris Johnson ha condannato l’arresto, per alcune ore, dell’ambasciatore a Teheran, colpevole di essersi unito agli studenti sabato sera.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Pietro Del Re
Titolo: La rabbia dei ragazzi di Teheran “Basta menzogne, via il regime”
Tema: Iran

A  meno di due mesi dalle più imponenti manifestazioni antigovernative della storia della Repubblica islamica, ieri centinaia di persone sono nuovamente scese in piazza a Teheran per commemorare le 176 vittime dell’abbattimento del volo ucraino all’alba di mercoledì scorso. Stavolta i manifestanti non chiedevano più un ribasso del prezzo della benzina come lo scorso novembre bensì, dopo le bugie sull’abbattimento del Boeing e la disastrosa gestione della tragedia aerea, più trasparenza e democrazia. Al grido di «Morte al dittatore» e «Non vogliamo il regime dei Guardiani della Rivoluzione», perla prima volta hanno direttamente tirato in ballo anche la guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei
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Testata:  Messaggero 
Autore: Elena_Marisol Brandolini
Titolo: Spagna, mossa di Sanchez: un governo con 22 ministri per blindare la maggioranza
Tema: Spagna

«È un governo plurale, di coalizione. Ma con un fermo proposito di unità. Parlerà con varie voci, ma sempre con una stessa parola»: illustra così il presidente socialista Pedro Sánchez alla stampa, dopo averne riferito al re, il nuovo esecutivo spagnolo che traduce in dicasteri l’intesa tra Psoe e Unidas Podemos, siglata all’indomani delle elezioni del 10 novembre. Stamattina ci sarà l’atto di assunzione dell’incarico da parte dei ministri e ministre nominati nel palazzo della Zarzuela e successivamente lo scambio di consegne all’interno dei singoli dicasteri. Con 22 ministeri è il secondo governo più ampio della storia democratica spagnola, dopo quello di Adolfo Suárez nel 1980. Il nuovo esecutivo è paritario nella sua composizione, ne fanno parte 11 ministre e 11 ministri.
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Testata:  Repubblica 
Autore: Giuliano Foschini
Titolo: Lascia Muscat, travolto dall’inchiesta Daphne Abela è il nuovo premier
Tema: Malta

Malta cambia premier. Ma l’ombra di Daphne Caruana Galizia, e l’eco dell’autobomba che l’ha uccisa a ottobre del 2017, resta lì. Proiettata sul palazzo del governo. Cambia soltanto il front man: via Joseph Muscat, l’uomo contro cui Daphne aveva puntato il dito nelle sue inchieste sulla corruzione nell’isola. Ed ecco Robert Abela, 42 anni, avvocato, figlio di un ex presidente della Repubblica, consulente legale del governo uscente. È stato incoronato ieri con il 57,9% delle preferenze dalle primarie del suo partito, il Labour. Oggi giurerà e sarà formalmente incaricato come nuovo premier.
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