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SINTESI IN PRIMO PIANO – 13 marzo 2020

In evidenza sui maggiori quotidiani:

– La Bce tituba: Lagarde affonda l’Italia
– Dall’UE aiuti, non ostacoli
– Il virus attacca le Borse
– Tensione sulle nuove norme: Conte difendende il Dpcm
– Personale sanitario in prima linea
– Trump blocca i voli verso l’Europa
– Paura anche in Francia: Macron chiude le scuole

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Guerzoni Monica
Titolo: Tensione sulle nuove regole – I governatori: fare di più Conte resiste al pressing
Tema: Tensione sulle nuove misure
Le nuove misure per contrastare l’avanzata del coronavirus sono in vigore da meno di 24 ore. Ma la tensione cresce. Le Regioni chiedono più chiarezza al governo e misure ancora più restrittive. E la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese dice: «Se necessario faremo anche altre scelte coraggiose», lasciando intendere che potrebbero arrivare ulteriori divieti. Il premier Giuseppe Conte difende il decreto firmato nella notte di mercoledì. Intanto continua il bollettino sull’avanzata del coronavirus: oltre mille le vittime, più di 15 mila i positivi ai test. E il governo prepara nuovi aiuti per economia e sanità, i due settori più colpiti dall’emergenza.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Intervista a Luciana Lamorgese – Lamorgese: se necessario altre scelte coraggiose Ma adesso i cittadini non siano irresponsabili
Tema: Tensione sulle nuove misure
L’appello ai cittadini affinché rispettino le regole è chiaro e forte così come la determinazione a contenere il contagio da coronavirus: «Se non avremo i risultati sperati, siamo pronti a nuove scelte coraggiose». Dalla cabina di regia istituita al Viminale, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese sa bene quanto grave sia la situazione. Soltanto ieri sono stati effettuati oltre 100mila controlli e denunciate 2.197 persone. Nonostante chiusure e raccomandazioni la gente continua ad uscire senza un valido motivo. Bisognerebbe essere più determinati nei divieti? «Dobbiamo tutti essere consapevoli che stiamo affrontando un’emergenza eccezionale, in continua evoluzione e quindi estremamente complessa nella sua gestione. Lo Stato, le Regioni, gli enti locali, i prefetti, la protezione civile e in primo luogo i medici e il personale sanitario: sono tutti impegnati in uno sforzo corale senza precedenti. Non si tratta solo di imporre un divieto ai cittadini ma di informare e di convincere gli italiani che i comportamenti superficiali possono, soprattutto in questa fase difficile di contenimento del coronavirus, provocare danni gravissimi per la salute pubblica».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Lombardo Ilario 
Titolo: Retroscena – Conte: “Non si può chiudere tutto Il nostro Paese non è come la Cina”
Tema: Tensione sul Dpcm
La crisi sanitaria scatenata dal contagio del coronavirus diventerà sicuramente economica e farà male, molto male. Ma potrebbe diventare subito anche sociale. È uno scenario realistico che Giuseppe Conte tiene in considerazione da giorni e che ieri gli è esploso in faccia con i picchetti degli operai, gli scioperi dei sindacati, la rivolta dei dipendenti di molte aziende, dei rider delle consegne a domicilio esclusi dalle categorie messe in quarantena per decreto, le proteste dei partiti di opposizione guidati da Matteo Salvini ma anche di alcuni leader di maggioranza.  «L’Italia non è la Cina, non ha la sua estensione geografica— è la spiegazione di Conte—Non si puo fermare tutto, anche perché serve mantenere le condizioni minime di produzione per affrontare l’emergenza sanitaria».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Passeggiate, sport all’aperto e certificati Ecco le regole
Tema: Le nuove misure
Spostamenti tra le città permessi solo se necessari, le misure riguardano pure i movimenti dentro i comuni. L’obiettivo: ridurre al minimo i contatti tra persone. L’autocertificazione deve essere sempre compilata anche per gli spostamenti a piedi. Se si tratta di spostamenti fissi (ad esempio per andare al lavoro o per l’assistenza a un familiare malato) si può utilizzare sempre lo stesso modulo indicando le cadenze. Se invece si tratta di spostamenti diversi, bisogna cornpilarne uno ogni volta che si esce. Se al momento del controllo non si è in possesso del modulo si può giustificare verbalmente lo spostamento. Sì alla boccata d’aria, ma restando vicino a casa e da soli (o distanti). È uno dei punti più controversi del decreto perché il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiesto ai cittadini di rimanere a casa ma non ha vietato in maniera esplicita le passeggiate. Per l’attività fisica evitare assembramenti. Il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa ha twittato: «Per chiarezza in tema di coronavirus e comportamenti: lo sport e le attività motorie svolte negli spazi aperti sono ammessi nel rispetto della distanza interpersonale di un metro. In ogni caso bisogna evitare assembramenti».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Clementi Francesco 
Titolo: L’analisi – Quando l’emergenza restringe le libertà meglio un decreto legge che un Dpcm
Tema: Le nuove misure

Per prevenire il coronavirus nel nostro Paese, il Governo ha progressivamente approvato una serie di provvedimenti di emergenza, attraverso l’utilizzo di quattro fonti di diverso rango: tre decreti-legge; tre decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (d.p.c.m.); una delibera del Consiglio dei Ministri ed un’ordinanza del Ministro della salute. In sé, provvedimenti emergenziali non sono una novità
Così, dentro un tempo che ha visto, a fronte del fenomeno del terrorismo internazionale, molti Paesi adottare in emergenza atti fortemente restrittivi pure delle libertà fondamentali, a tutela della sicurezza, sempre più anche in Italia hanno preso campo provvedimenti amministrativi che, sotto la pressione della necessità e dell’urgenza, pur nel rispetto del principio di legalità, si sostanziano di contenuti ampi e flessibili rispetto a quanto stabilito dalla stessa legge che dà loro fondamento; arrivando così a delineare – in ragione appunto di un potere extra ordinem del Governo – una normalizzazione amministrativa dell’emergenza.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Gressi Roberto 
Titolo: Regole sì, ma chiare
Tema: Tensione sulle nuove misure

Non è tempo di polemiche stucchevoli e irresponsabili. Il governo in questi giorni è riuscito a accumulare un piccolo capitale di credibilità. Lo ha fatto assumendo decisioni difficili, mettendo al primo posto la difesa della salute, accettando il rischio economico e sociale di scelte radicali per fermare il virus. Un’azione che ha avuto un passo diverso rispetto agli altri Paesi europei e non solo perché in Italia il contagio ha colpito prima. Si è creato un clima di fiducia, nonostante qualche confusione dell’inizio, con i decreti che si sono rincorsi, cambiando e aumentando contenuti e raggio d’azione. È importante che questo clima non sia incrinato, come rischia di avvenire in queste ore. E il governo deve essere all’altezza dell’apertura di credito che ha ricevuto, anche da tantissimi che non condividono la sua politica e che mai lo voterebbero al momento del confronto elettorale. Servono regole che non lascino dubbi sui luoghi di lavoro, sui trasporti, per la vita di tutti i giorni. E’ indispensabile vietare o consentire con parole limpide.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ferrara Maurizio 
Titolo: I medici e la dignità dei pazienti
Tema: Personale sanitario in prima linea

Medici e operatori sanitari sono da settimane in prima fila nel rispondere all’emergenza coronavirus. L’ammirazione e la riconoscenza che tutti gli italiani provano per il loro straordinario impegno non può certo compensare il peso che l’epidemia ha scaricato sulle loro spalle. Non si tratta solo di (durissimo) lavoro, ma anche di enormi responsabilità. Le strutture sanitarie funzionano a pieno ritmo, le risorse sono però limitate, soprattutto sul versante delle terapie intensive. In molti contesti si devono fronteggiare scelte «tragiche»: a chi dare precedenza nell’accesso al presidi terapeutici disponibili, molto inferiori alle necessità? Dalle risposte che si danno può dipendere persino la sopravvivenza dei pazienti. I medici con esperienza sul campo sono abituati ad affrontare queste situazioni in base al vecchio principio ippocratico di «scienza e coscienza», ossia valutazione clinica e ragionevolezza pratica.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Landro Armando 
Titolo: La città sospesa con 71 medici infettati dal virus e i morti in chiesa «Qui è terribile»
Tema: Personale sanitario in prima linea

La conta è impietosa: 61 morti, ieri, sul territorio comunale di Bergamo (46 ufficiali e altri 15 annunciati dagli ospedali), contro otto nello stesso giorno di un anno fa. «E mercoledì erano stati 51, c’è un divario enorme rispetto alle statistiche del 2019 — dice l’assessore all’Anagrafe Giacomo Angeloni —. E una situazione terribile». Gli uffici cittadini registrano tutti i deceduti del territorio, quindi anche quelli che vengono da fuori provincia a curarsi all’ospedale Papa Giovanni o alle Cliniche Humanitas Gavazzeni.
Bergamo è la provincia più contagiata d’Italia, con 2.136 casi, che avanzano di 300 ogni ventiquattr’ore da quattro giorni consecutivi. Una città e una provincia unite dalla paura, che hanno sempre fatto dell’operosità la loro forza, oggi sono disorientate, guardano con speranza agli «eroi», come li ha definiti uno striscione fuori dal Papa Giovanni: medici e infermieri, che non si fermano, non vedono i loro familiari per paura del contagio, e rischiano. Sono 71 i medici risultati positivi su tutto il territorio bergamasco, e nel solo ospedale Bolognini di Seriate si contano più di 60 operatori (infermieri inclusi), contagiati. Una guerra, quella al coronavirus, che si affronta con una chiamata alle armi: un richiamo agli infermieri in pensione, neolaureati in medicina mandati all’aeroporto di Orlo a controllare la temperatura dei viaggiatori, richieste a tutti i medici del Papa Giovanni di fare almeno cinque turni a settimana dedicati all’epidemia.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Mauro Ezio 
Titolo: L’analisi – I clandestini della malattia – I clandestini del contagio
Tema: Il virus attacca la società

Poi ci sono i morti. Poi, appunto. Li contiamo alla fine, dopo aver controllato ogni giorno i nuovi numeri del contagio, confinandoli in un calcolo residuale. Su quelle cifre non ci soffermiamo, come se non riguardassero noi. È una difesa psicologica ingenua anche se naturale. Automaticamente ci iscriviamo alla categoria degli incolumi, gli scampati, indenni, e la casella che teniamo d’occhio è la prima, quella dei contagiati. In realtà non vogliamo vederli. Ci siamo inoltrati a fatica, un passo per volta e un giorno dopo l’altro nell’emergenza e nella sua piena accettazione. Nessun parente è accanto al letto nell’ospedale, nessun saluto è possibile, nessun funerale è concesso. È vero che si muore sempre da soli, ma qui è diverso: perla prima volta la morte è talmente singolare da diventare pura notizia senza rito, statistica, nuda comunicazione da un altrove, semplice scomparsa: cancellando l’imponenza tragica del trapasso, restringendo il lutto a evento individuale, spogliando la morte dei suoi effetti sociali, del suo significato collettivo, delle simbologie culturali. Riducendola, infine, a semplice fatto biologico. Cosa concludere? Mentre colpisce l’individuo, il virus attacca anche la società, indebolendo la sua coesione, che si stava riformando.
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Economia e finanza

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Meli Maria_Teresa – Taino Danilo 
Titolo: Lagarde fa crollare i mercati Il Colle: l’Europa non ci ostacoli – I mercati. La gaffe di Lagarde travolge le Borse Poi dietrofront: lo spread alto è un danno
Tema: La Bce tituba: Lagarde affonda l’Italia

«Non siamo qui per chiudere gli spread». Qualcosa che ha contribuito decisamente alla caduta dei mercati azionari, quello italiano in testa, e all’aumento dello spread sul Bund tedesco.E ha provocato una reazione come non si vedeva da tempo delle istituzioni e del mondo politico italiano. In particolare del ministero del Tesoro e del presidente della Repubblica. Tanto che Lagarde ha rettificato lo scivolone più volte in serata. «Sono pienamente impegnata ad evitare qualsiasi frammentazione dell’area euro in un momento difficile. Gli spread elevati inficiano la trasmissione della politica monetaria», ha chiarito.
La presidente della Bce ha illustrato una serie di misure di politica monetaria. Il premier Giuseppe Conte ha commentato che «la Bce deve garantire la stabilità dei mercati non farli fibrillare: il suo compito è quello di agevolare e non ostacolare gli interventi per l’emergenza sanitaria».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Folli Stefano 
Titolo: Il punto – Tutti i pericoli del caso Lagarde
Tema: Il caso Lagarde

Christine Lagarde non è Mario Draghi: chi aveva qualche dubbio al riguardo ieri ha potuto rendersene conto. Tutti coloro che ancora credono nell’Europa speravano che la Banca centrale avrebbe fatto qualcosa di straordinario per dare sollievo all’Italia, il Paese più colpito dal virus e il più esposto alla recessione economica. Non solo questo non è avvenuto, se non in misura parziale e insufficiente, ma la neo presidente dell’istituto – del tutto dimentica del famoso “whatever it takes” del suo predecessore – ha creato il panico sui mercati, affermando che non è suo compito preoccuparsi dello spread che vola. Dunque non la riguarda il destino dei Paesi indebitati, il primo dei quali tutti sanno essere l’Italia.
Sul piano pratico il senso di quanto accaduto si riassume nella sintesi che ne ha fatto il presidente della Repubblica: «L’Italia ha bisogno di solidarietà, non di ostacoli». Purtroppo, se l’ostacolo è creato dalla Bce, c’è da temere. Anche perché l’episodio incrocia in modo molto pericoloso la debolezza italiana. Dove il governo fa quel che può, sollecitando lo spirito civico dei cittadini, ma in uno scenario di crescente gravità sul piano sia sanitario sia economico.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Lops Vito – Romano Beda 
Titolo: Verso la sospensione del Patto di stabilità – Lo spread vola a 253 La Ue verso lo stop del patto di stabilità
Tema: Sospensione del deficit

La Commissione Ue approverà oggi una comunicazione all’Eurogruppo in programma lunedì, in cui si prende atto che esistono le condizioni eccezionali previste per una sostanziale sospensione delle regole sul deficit previste dal Patto di stabilità. La Commissione europea presenterà oggi- dopo che ieri i mercati hanno fatto registrare un giovedì nero per i titoli di stato italiani- l’atteso pacchetto di linee-guida che permetteranno una applicazione più flessibile sia delle regole di bilancio che di quelle relative agli aiuti di Stato. Secondo le informazioni raccolte a Bruxelles, l’esecutivo comunitario ricorderà che il Patto di Stabilità e di Crescita consente alle autorità europee di permettere a un paese di aumentare il deficit per affrontare eventi eccezionali. In questo caso potrà permettere un incremento della spesa pubblica nel campo sanitario, o per sostenere particolari settori economici. Le nuove linee guida europee dovrebbero aiutare a ridurre la pressione dei mercati sui titoli di stato italiani, che ieri ha fatto schizzare il rendimento del decennale fino all’1,92%, segnando il maggior balzo giomaliero dalla crisi del debito sovrano (chiusura a 1,8%, 61 punti base in più rispetto alla vigilia). Lo spread con il Bund tedesco è balzato oltre i 250 punti, con una punta a 273 e chiusura a 253. Impossibile non collegare la giornataccia alla riunione della Bce e alle (non) parole del governatore Christine Lagarde.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bresolin Marco 
Titolo: Retroscena – Virus, per la Ue il 3% non è più un tabù – La crisi mette paura all’Europa “Pronti a fermare il patto di stabilità”
Tema: Sospensione del deficit

Chi sta seguendo il dossier alla Commissione europea mette le mani avanti: «Fino all’ultimo momento tutto può cambiare». L’ultimo momento vuol dire oggi alle 13, quando sarà presentata la comunicazione sulla «Risposta coordinata europea sul Coronavirus», il piano dell’esecutivo Ue con le mosse per rispondere ai contraccolpi economici legati all’emergenza sanitaria. Nelle ultime bozze circolate ieri sera c’era un passaggio destinato a toccare uno dei punti più sensibili per l’Italia. La Commissione si dice infatti «pronta ad attivare» la «general crisis clause», vale a dire la clausola che porterebbe di fatto a una sospensione dei vincoli del Patto di Stabilità e Crescita. Nulla è ancora definitivo e certamente il documento di oggi non farà scattare il «liberi tutti», anche perché la proposta dovrà andare lunedì al tavolo dell’Eurogruppo. In ogni caso non si tratterà di un provvedimento automatico, ma di un’arma carica da tenere a disposizione in caso di necessità. «E in futuro – ammette una fonte Ue – potrebbero servirne anche altre». Il pacchetto sarà presentato oggi all’ora di pranzo dalla presidente Ursula von der Leyen, accompagnata dai vice Margrethe Vestager e Valdis Dombrovskis. La comunicazione farà ovviamente riferimento anche alla flessibilità. Verrà chiarito che tutte le spese straordinarie legate all’emergenza Coronavirus non saranno considerate nel calcolo del deficit. Quelle una-tantum, ma anche quelle strutturali. C’è poi una parte relativa alla necessità di stimoli fiscali coordinati a livello europeo. Questo è uno dei punti su cui erano emerse divergenze durante il Consiglio europeo di martedì, con i nordici e la Germania un po’ scettici. Ma da martedì la situazione si è notevolmente aggravata e c’è il timore che da qui a lunedì le cose possano cambiare ulteriormente.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Masciandaro Donato 
Titolo: Falchi & colombe – Scelte giuste, parole sbagliate – Dalla Bce scelte corrette, parole sbagliate
Tema: La Bce tituba

Nelle scelte fatte, la Bce non ha ripetuto l’errore fatto dalla Fed di attuare una politica monetaria basata sul mix tra sorpresa ed ambiguità. Non c’è stata alcuna sorpresa: le scelte sulla liquidità e sugli annunzi vincolati, appaiono sostanzialmente coerenti con la regola di condotta che ha finora caratterizzato la BCE, ma tarata sull’eccezionalità del momento. L’effetto coronavirus è stato definito come un evento rilevante, negativo, ma che al momento non può essere considerato permanente. Inoltre l’effetto incertezza richiede un ruolo prioritario delle politiche fiscali. Purtroppo la presidente Lagarde non è stata in grado durante la conferenza stampa di pronunciare parole all’altezza della straordinarietà della fase congiunturale. In tempi straordinari come questi l’obiettivo del coordinamento è ancor più forte: la Bce ieri è sembrata aver fatto un passo su questa strada, che però potrebbe essere imboccata con maggiore decisione, anche in termini di annunzi vincolanti e credibili.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fotina Carmine 
Titolo: Dote dai fondi Ue, partenza con 800 milioni
Tema: Via libera ai fondi Ue

C’è il via libera della Commissione europea per utilizzare una parte dei fondi strutturali per la coesione (Fse e Fesr) per l’emergenza coronavirus. Una prima dote di liquidità disponibile è dell’entità di circa 800milioni. Ulteriori risorse potranno derivare dai fondi non ancora impegnati della programmazione 2014-2020. Queste novità sono emerse dopo i contatti tra il ministro del Sud Giuseppe Provenzano e la commissaria Ue per la Coesione e le Riforme, Elisa Ferreira. Sanità, lavoro e sostegno alle imprese dei settori più colpiti, a partire dal turismo, saranno i tre assi di intervento.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Reichlin Lucrezia 
Titolo: Ora creare un vero fondo anticrisi – Il coronavirus dà l’opportunità di creare un vero fondo anticrisi
Tema: Fondo anitcrisi

Per diversi anni si è temuto che un “cigno nero” avrebbe messo alla prova le capacità di gestione delle crisi da parte dell’Unione europea. Con lo scoppio del coronavirus Covid-19, queste paure si sono adesso avverate – e non è assolutamente chiaro se l’Unione europea sarà in grado di resistere, perché l’epidemia Covid-19 non rappresenta soltanto uno stress test. A complicare il problema, poiché tutti gli Stati membri dell’Ue stanno affrontando simultaneamente un grave shock, aiutarsi a vicenda sarà molto più difficile rispetto a quanto avvenuto durante la crisi dell’eurozona iniziata nel 2010. L’Italia è finora il Paese in maggiore difficoltà. Certo, è impossibile dire con precisione come si svilupperà l’epidemia. Ma questa incertezza non farà che aggravare le ricadute a livello economico, perché pregiudicherà gli investimenti e il consumo delle famiglie. Il virus ha già interrotto le catene di approvvigionamento e rallentato il commercio globale, con effetti prevedibilmente negativi sulle entrate e l’occupazione delle imprese. Nella Ue, la capacità di fornire una risposta efficace e resistere a danni inevitabili (incluso il calo generale della domanda) varia da uno Stato membro all’altro. Ma, anche in Paesi relativamente ben attrezzati, le misure unilaterali e ad hoc hanno solo potenzialità limitate. Un’azione coordinata, in particolare sul fronte fiscale, sarebbe molto più efficace.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Dominelli Celestina – Mobili Marco 
Titolo: Per autonomi e professionisti sospensione selettiva di Irpef e Iva – Iva, Irpef e contributi: alt selettivo per imprese e professionisti
Tema: Iva e Irpef sospese

Sospensione a tre corsie per ritenute, contributi e Iva. Stop alle attività delle Entrate e di quella dell’agente pubblico della riscossione. Blocco dei termini di pagamento legati a cartelle, al saldo e stralcio, alla rottamazione-ter e agli atti esecutivi del Fisco. Non solo. Tra le novità in arrivo sul piano fiscale, inoltre, anche la possibile riduzione delle sanzioni per eventuali errori di calcolo degli acconti d’imposta con il metodo previsionale per tenere già conto del calo del fatturato prodotto dall’emergenza sanitaria. Intervento mirato anche sulle società di comodo come chiesto da Confindustria e Consiglio nazionale dei commercialisti: la riduzione del 50% delle percentuali di determinazione dei ricavi minimi e del reddito minimo, ovvero dei due parametri che determinano le maggiorazioni Ires per queste società fittizie. Sono alcune delle novità in arrivo con il nuovo decreto legge annunciato per il fine settimana e con cui il Governo stanzia 12 miliardi per far fronte all’emergenza sanitaria e per sostenere famiglie, imprese e lavoratori.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rizzo Sergio 
Titolo: Chi paga, in fabbrica e fuori
Tema: I lavoratori vittime del coronavirus

Il lavoro, la sicurezza e la salute. Rimasto tutto per settimane sotto traccia: sepolto dallo spauracchio della recessione, delle macchine spente, della cassa integrazione. Anche della lettera di licenziamento. Ma dopo l’annuncio grave della serrata di negozi, bar e ristoranti era inevitabile che scoppiasse il caso nelle fabbriche e alle catene di montaggio, perché per strano che possa sembrare da qualche parte quelle ci sono ancora. E qui il Covid-19 riesce a scavare un abisso ancora più profondo di quello che da decenni ormai divide il mondo del lavoro. Perché in fabbrica c’è il sindacato; e poi ci sono gli ammortizzatori sociali, conquistati dal padri a duro prezzo. Fuori, invece, c’è solo la platea dei precari truccati da veri lavoratori, quella dei paria del coronavirus. Che il lavoro, senza la sicurezza né la salute, l’hanno già perso. Platea davvero sterminata, se si pensa che le partite Iva attive riconducibili a persone fisiche non iscritte a ordini professionali, e dunque in larghissima parte a lavoratori privi di tutele, sono la bellezza di due milioni e duecentomila. Tutti impegnati in piccole attività imprenditoriali, artigianali, commerciali.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Balduzzi Paolo 
Titolo: L’analisi – Fabbriche aperte I troppi rischi che corriamo
Tema: Gli operai chiedono più sicurezze

Il governo italiano assomiglia molto a un’alpinista spaventato, incapace di compiere la mossa – nuova, coraggiosa, ma decisiva – per togliere il Paese da questo strapiombo. Ne è conferma l’ennesima esitazione che ha portato alte ultime misure adottate: un blocco a metà, che chiude il commercio ma lascia aperte fabbriche e industrie. Anche quelle non collegate alla produzione di beni di prima necessità. Gli obblighi a implementare misure di sicurezza sono piuttosto vaghi e difficilmente controllabili. E sono naturalmente fonte di ulteriori tensioni tra lavoratori e datori di lavoro, che sfociano in “scioperi sanitari”. ll caso FCA, non isolato ma certamente rilevante, mostra che la collaborazione tra sindacato e proprietà porta a scelte ragionevoli. Bene dunque che Conte abbia convocato per questa mattina imprese e sindacati.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Trump ferma da oggi i viaggi in Europa (e una foto lo spaventa)
Tema: Trump blocca i voli per l’Europa

«Per il momento non è necessario che il presidente e il vice presidente si sottopongano al test del coronavirus», si legge nella nota ufficiale della Casa Bianca a proposito delle inquietanti notizie in arrivo dal Brasile. Fabio Wajngarten, portavoce del presidente Jair Bolsonaro, è risultato positivo a un primo controllo per il Covid-19. Faceva parte della delegazione ospitata sabato 7 marzo da Donald Trump nel resort di Mar-a-Lago. «Non sono preoccupato, vedremo che cosa succede», ha commentato Trump. Intanto la diffusione del virus accelera e tocca 44 Stati, più il Distretto di Washington. I casi di contagio sono 1.302, i morti 38. Ma è un bollettino largamente provvisorio. Lo ammette anche Pence: «Ci saranno altre migliaia di infetti». Potranno diventare milioni? Gli è stato chiesto. «Lascio agli esperti fare queste stime», ha risposto il numero due dell’Amministrazione. Robert Redfield, direttore del Cdc, l’autorità sanitaria federale, ha fatto sapere al Congresso che nelle settimane scorse alcuni americani deceduti per l’influenza comune, erano stati in realtà colpiti dal Covid-19. Stanotte, alle 23.59 ora della Costa Est (New York, Washington, Miami eccetera) entra in vigore e durerà per 30 giorni, il bando annunciato mercoledì sera da Trump. Sarà vietato l’accesso al territorio americano ai viaggiatori in arrivo dai 26 Paesi che fanno parte dell’Area Schengen.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: Trump Lo stop ai voli per il “virus straniero” Lite con l’Europa
Tema: Trump blocca i voli per l’Europa

«In Italia c’è un problema record. Il contagio è veloce. Francia e Germania hanno problemi anche loro. Non c’era tempo per avvisare tutti». Donald Trump il giorno dopo giustifica così il divieto di ingresso dall’Europa agli Stati Uniti, che è scattato alla mezzanotte di oggi per 30 giorni. II suo embargo senza precedenti contribuisce al nuovo panico delle Borse, con Wall Street protagonista di un crollo storico: meno 10% l’indice Dow Jones, un disastro come non si verificò neppure nel 2008 (bisogna risalire al 1987 per trovare una caduta simile). Per un soccorso d’emergenza ai mercati finanziari è dovuta intervenire la Federal Reserve che ha effettuato una iniezione di nuova liquidità di 1.500 miliardi di dollari. Neppure l’annuncio della banca centrale però è bastato a rassicurare gli investitori. L’embargo sui viaggi con l’Europa è un altro duro colpo per l’economia mondiale: l’anno scorso gli americani hanno effettuato 72 milioni di visite nel Vecchio Continente. Ma anche questa misura così drastica è stacriticata da più parti. I governi europei lamentano di non essere stati preavvisati. In America gli esperti sanitari sottolineano l’assurda esclusione di Regno Unito e Irlanda, spiegabile solo con motivazioni politiche, non certo con l’assenza di un rischio contagio.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Montefiori Stefano 
Titolo: Adesso Macron ha paura: scuole chiuse – Macron in campo: misure dure Stop alle scuole e alle università
Tema: La Francia chiude le scuole

Ancora ieri mattina il ministro dell’Istruzione nazionale Jean-Michel Blanquer assicurava che la chiusura totale delle scuole «non è mai stata presa in considerazione». Ma alle 20, in diretta dall’Eliseo, nel suo discorso più grave e solenne da quando è presidente, Emmanuel Macron ha annunciato che a partire da lunedì «asili, scuole materne, elementari, medie, licei e università rimarranno chiusi, fino a nuovo ordine». È una misura che sembrava impensabile, in una Francia che fino a due giorni fa pareva guardare a quanto accade in Italia con la preoccupazione e il dispiacere che i sani riservano agli amici malati. Il discorso di ieri sera invece segna una svolta: «È la più grave crisi sanitaria che la Francia abbia conosciuto da un secolo», esordisce il presidente. Una progressione costante, simile a quella già vissuta dall’Italia, e dopo giorni di diniego sempre più francesi sembrano rassegnati al fatto che «lo scenario italiano» si produrrà probabilmente anche da loro, solo con 8-10 giorni di ritardo. Ma viste le misure finora blande delle autorità e tanti atteggiamenti leggeri dei connazionali, ancora ieri pomeriggio una trentina di corrispondenti della stampa francese in Italia si sono sentiti in dovere di rivolgere un appello senza precedenti alle autorità del loro Paese perché «prendano la misura del pericolo» e «traggano lezione dall’esperienza italiana».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ginori Anais 
Titolo: Il virus Ormai più di mille morti, quasi 13 mila contagiati. Francia, Macron si arrende: chiuse le scuole e le università – Macron La Francia si arrende chiusi atenei e scuole “E’ la crisi peggiore”
Tema: La Francia chiude le scuole

Dopo aver negato per giorni di voler seguire l’Italia, anche la Francia comincia ad arrendersi all’evidenza. «Attraversiamo la più grave crisi sanitaria da oltre un secolo», dice Emmanuel Macron in un messaggio solenne ai francesi. Un discorso di mezz’ora, in diretta tv. Il capo di Stato annuncia la chiusura di scuole e università in tutto il Paese a partire da lunedì, senza indicare neppure un’eventuale data di ripresa dei corsi. Un provvedimento clamoroso. Fino a qualche ora prima il ministro dell’Istruzione continuava a negare una chiusura al livello nazionale. «Ce lo chiedono gli scienziati», spiega ora il presidente. Macron segue le orme del governo italiano, ma per gradi.  La curva di progressione dei contagiati va veloce. Ieri il bollettino registrava 2.876 infettati e 61 vittime. Il discorso del giovane leader è a tratti drammatico. E’ la prima vera crisi che deve gestire dal 2017, se si esclude la contestazione del movimento dei gileti gialli.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Stefanini Stefano 
Titolo: Macron dà la sveglia all’Europa
Tema: Macron richiama l’Europa

“Massiccia” risposta europea a un virus che non ha passaporto: ecco lo schiaffo di Emmanuel Macron a un’Europa esitante a varcare la Maginot del Patto di stabilità e ai provincialismi della chiusura di frontiere. I rapporti del Presidente francese con l’Italia sono stati spesso altalenanti. Non ieri. Dall’Eliseo è venuto un messaggio che senza mai menzionare il nostro Paese è tutto assonanza e solidarietà con Roma. La palla passa all’Europa e all’Occidente – Macron ha chiamato in causa il G7 e Donald Trump. Ma cosa aspettarsi da una Washington che ha appena chiuso le frontiere ai cittadini Ue? Tocca a Bruxelles rispondere a tono. Ha già fatto i primi passi. La spinta ricevuta ieri da Parigi può essere quella decisiva. II Presidente francese parlava alla sua nazione per annunciare le prime misure restrittive, principalmente la chiusura di tutte le scuole, poca cosa rispetto alla blindatura dell’talia. Non ha nascosto che questo è solo l’inizio di un lungo percorso a cui prepararsi. Alla fine ha affrontato due nodi che toccano direttamente l’Italia: il ruolo dell’Europa e la circolazione. Uscire dalla crisi “costi quel che costi” è responsabilità europea; ci saranno “zone” da chiudere ma non necessariamente confini nazionali e con un approccio europeo.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Tortello Letizia 
Titolo: Macron chiude le scuole “Le misure Bce non bastano”
Tema: Macron richiama l’Europa

«Le misure della Bce non sono sufficienti. Le scadenze delle tasse del mese di marzo verranno rinviate. Lo Stato si prenderà carico dei salari di coloro che lavorano da casa». Emmanuel Macron è in tv alle 20 davanti alla nazione. Ogni parola del primo discorso da quando il coronavirus è diventato pandemia è volta a tranquillizzare i francesi dal punto di vista sanitario ed economico. «Abbiamo i migliori virologi del mondo – dice -, la nostra priorità è proteggere la salute di tutti, a cominciare dai più deboli. Preserveremo i posti di lavoro. Non abbiate paura del fallimento delle imprese o della disoccupazione». La preoccupazione è condivisa da Angela Merkel che ha parlato di «situazione straordinaria, peggiore di quella della crisi della banche».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Soave Irene 
Titolo: Trudeau a casa con la moglie e gli altri politici in quarantena
Tema: Cautela antivirus dai politici

Non ha sintomi, ma la moglie Sophie Gregoire sì, e in attesa dei risultati del test starà in isolamento «per prudenza»: il premier canadese Justin Trudeau ha annunciato ieri su Twitter che per un po’ lavorerà da casa, dice di stare «benissimo» e annuncia che i due incontri che aveva in programma per oggi — con leader stranieri e con gli indigeni del Canada — saranno spostati e anticipati da telefonate. Alle prese con contagi veri o presunti da Covid-19 sono, del resto, i politici di mezzo mondo.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Femia Filippo 
Titolo: L’incubo contagio fa tornare le frontiere a Est
Tema: Frontiere anti-virus in Europa

Quasi 80 chilometri di tir in coda al Brennero. Poliziotti cechi che vietano il passaggio ai cittadini di 15 Paesi. Stop agli ingressi in Austria dall’Italia. E la fotografia della grande paura in cui è piombata l’Europa. L’incubo pandemia mette in crisi la libera circolazione di persone e merci, Schengen scricchiola. Mentre a Bruxelles si studiano strategie comuni contro il coronavirus e Ursula von Der Leyen annuncia il sostegno dell’Ue all’Italia, gli Stati si blindano. Dall’Austria all’Ungheria, molti alzano gli steccati: frontiere chiuse, controlli sanitari o quarantene obbligatorie. Un’Unione poco unita. Già da martedì Vienna ha chiuso i confini con l’Italia. Da mercoledl gli italiani possono varcare i confini solo dopo aver mostrato il certificato medico che accerti la negatività del tampone effettuato negli ultimi tre giorni. Il timore di ulteriori limitazioni ha messo in crisi molte ditte venete e friulane: i loro dipendenti transfrontalieri preferiscono non recarsi in Italia per la paura di non poter rientrare nei loro Paesi. In Croazia, invece, la situazione epidemiologica viene considerata calma: finora sono stati confermati 19 casi di coronavirus, tutti lievi. Per tutte le persone in arrivo dall’Italia è comunque obbligatoria una quarantena o l’autoisolamento.
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Testata:  Foglio – Inserto 
Autore:  Palano Damiano 
Titolo: L’impatto dell’epidemia sui regimi politici: meglio le democrazie o le dittature?
Tema: Democrazia o dettatura nello scontro contro il Covid-19?

Dinanzi all’incedere del Covid-19 molti osservatori si stanno chiedendo quale sarà l’impatto dell’epidemia sull’economia mondiale, al di là delle ripercussioni immediate di cui si inizia già a vedere la gravità, soprattutto dopo che il governo Conte ha dichiarato l’Italia “zona protetta”. Diverse voci hanno prefigurato l’avvio di un processo di “deglobalizzazione”, più o meno temporaneo, destinato a ridurre gli scambi di merci e capitali. Quasi certamente l’epidemia avrà però anche una serie di implicazioni politiche, e non soltanto perché leader e governi potranno pagare i costi politici della crisi e della sua gestione. Più radicalmente, l’epidemia che sta attraversando il mondo potrebbe infatti innescare un riassetto delle stesse strutture politiche. Forse potrebbe persino rafforzare la “recessione democratica”, quel processo che – secondo alcuni politologi – consiste nell’arresto dell’espansione globale dei regimi liberaldemocratici. O, all’opposto, potrebbe contribuire a erodere le basi di legittimità di regimi autoritari incapaci di affrontare adeguatamente l’emergenza. Ogni bilancio sulla capacità di gestire la crisi da parte delle diverse forme di regime non può che compiersi solo quando l’emergenza sarà conclusa. In linea generale, i regimi non democratici sembrano però dotati di una capacità decisionale superiore a quella dei sistemi competitivi.
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