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RASSEGNA STAMPA DEL 16 OTTOBRE 2021
In evidenza sui principali quotidiani:
– Green pass, il D-day senza intoppi. I cortei non bloccano l’Italia;
– La sfida del Viminale dopo errori e accuse. Pronti 5 mila agenti nelle strade di Roma;
– Via libera al decreto fiscale ma il reddito di cittadinanza spacca in due la coalizione;
– Accordo tra Stato e Autostrade. Risarcimenti per 3,4 miliardi;
– Regeni, scontro dentro il Tribunale di Roma, processo azzerato;
– In Germania prende forma la coalizione Semaforo;
– Ucciso a coltellate deputato Tory. Indaga anche l’anti-terrorismo.
PRIMO PIANO
Politica interna
Testata: Corriere della Sera
Autore: Guerzoni Monica
Titolo: Green pass, l’Italia non si ferma – Green pass, il D-day senza intoppi I cortei non bloccano l’Italia
Tema: Green Pass
A Roma le donne che hanno manifestato contro il green pass hanno donato ai poliziotti rose rosse, come «gesto di pacificazione nazionale». E’ uno dei colori del 15 ottobre 2021, giorno che passerà alla storia per il debutto del certificato verde per 23 milioni di lavoratori. Proteste, scioperi e sit-in contro il green pass obbligatorio da Milano a Napoli, da Bologna a Roma, non hanno rallentato i motori del Paese. L’Italia non si è fermata. I mercati all’ingrosso hanno lavorato, i porti sono rimasti aperti pur tra blocchi e disagi e persone, bus, treni, aerei, merci, hanno continuato a viaggiare. ll temuto «black friday» non è stato un venerdì nero. La misura simbolo della lotta alla pandemia, contro la quale si era scatenata sabato scorso a Roma la violenza no vax, ha superato la prova del fuoco senza incidenti, senza scontri e con un effetto sulle prime dosi di vaccino: 70.296, con un aumento del 34% rispetto all’inizio della settimana. E se pure c’è stata qualche difficoltà all’ingresso delle fabbriche, il leader degli industriali Carlo Bonomi loda il «grande senso di responsabilità» delle aziende.
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Testata: Repubblica
Autore: Bocci Michele – Giannoli Viola
Titolo: Il G-day passa il primo test – L’Italia supera la prova Green Pass Fiori per gli agenti
Tema: Green Pass
Non tutte le piazze si sono riempite, l’Italia non si è fermata e comunque i timori della vigilia sui problemi di ordine pubblico sono tutti rientrati. Nessun revival del sabato di fuoco a Roma con gli scontri in centro e l’assalto squadrista alla Cgil, anzi proprio nella capitale, al Circo Massimo, si sono visti anche gesti distensivi con i fiori regalati ai poliziotti. Altrove invece si è invece esagerato. A Bologna, in una piazza Maggiore gremita da 7 mila manifestanti, uno degli organizzatori ha definito l’obbligo di Green Pass «fascismo 2.0» e poi ha accusato la senatrice Liliana Segre di tradire la sua storia e il suo passato appoggiando il certificato verde. «Una donna che ricopre un seggio che non dovrebbe avere perché porta vergogna alla sua storia. Dovrebbe sparire da dove è». Di «attacchi vergognosi» hanno parlato il Pd, Italia Viva e i Cinquestelle, tra gli altri. A Cagliari invece alcuni cittadini hanno preso di mira il corteo: da un palazzo hanno lanciato secchiate d’acqua sui manifestanti. Uno dei pochi momenti di tensione del G-day, la prima prova superata.
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Testata: Stampa
Autore: Griseri Paolo
Titolo: Il retroscena – La protesta nei porti non ferma l’Italia Landini: fase chiusa pensiamo ai giovani – Landini liquida le proteste “Questa battaglia è finita con Draghi inizia la fase 2”
Tema: Green Pass
Chiudere la pagina dello scontro sul Green Pass. La giornata di Trieste, i camion che con poche difficoltà entrano ed escono dal porto, sembra la fine di un incubo. Quello temuto per mesi dai sindacati: l’ipotesi della rivolta di piazza quando fosse diventato obbligatorio il certificato verde per lavorare. A Trieste il porto non si ferma. Sono gli stessi lavoratori, quelli in protesta contro l’obbligo del Green Pass, a tenere a distanza i movimenti politici che in nome della solidarietà No Vax tentano di saltare sul carro dei dissidenti nei luoghi di lavoro. Si dimostra così, numeri alla mano, che il certificato non divide i lavoratori ma isola solo una sparuta minoranza. La minaccia di Stefano Puzzer, leader dei portuali triestini, «con il Green Pass avrete un Natale senza regali», si dimostra presto un’arma spuntata. Al punto che la vera rivolta è quella di segno opposto: l’ira dei lavoratori vaccinati che non vogliono pagare con le tasse i tamponi di chi non vuole la dose. «È positivo – dice Maurizio Landini ai suoi – che alla fine la tensione sia calata. Del resto proseguire la protesta dopo che il Viminale aveva concess o a quei lavoratori i tamponi gratuiti non sembrava più avere molto senso».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Sarzanini Fiorenza
Titolo: E oggi pronti 5 mila agenti – La sfida del Viminale dopo errori e accuse Cinquemila uomini per impedire le violenze nelle strade di Roma
Tema: Manifestazioni a Roma
A tarda sera, quando si capisce che il primo giorno con l’obbligo di green pass per i lavoratori non è stato un venerdì nero, si tira un sospiro di sollievo. Ma è solamente il primo, appunto. Perché il fine settimana più complicato da quando Luciana Lamorgese è ministra dell’Interno non è finito. E perché la vera prova per l’ordine pubblico arriverà oggi, con 50mila persone in piazza a Roma per la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil, manifestazioni in tutta Italia e l’incubo di nuove proteste segnate dalla presenza di estremisti e no vax. Le ultime relazioni della polizia di prevenzione e dell’intelligence sono rassicuranti, ma anche quelle trasmesse alla vigilia del raduno di sabato scorso lo erano e il risultato è stato disastroso. Ora si cerca di voltare pagina, di abbassare la tensione provocata da un dispositivo di sicurezza che una settimana fa non ha retto all’assalto di Forza Nuova e dei suoi seguaci. E allora il piano messo a punto per contenere I violenti è quello di massima allerta, con circa 5.000 uomini schierati per vigilare piazza San Giovanni, blindare le sedi istituzionali e gli altri possibili obiettivi sensibili, sorvegliare i seggi elettorali che si apriranno domattina alle 7, presidiare arrivo e deflusso dei tifosi che nella capitale assisteranno alla partita Lazio- Inter. Dopo gli attacchi e le accuse dei giorni scorsi per le falle che hanno consentito l’assalto alla sede della Cgil e scontri tra manifestanti e forze dell’ordine nel centro storico di Roma andati avanti per ore, la ministra sa bene che la partita più delicata del suo mandato si gioca nelle prossime ore.
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Testata: La Verita’
Autore: Rico Alessandro
Titolo: Intervista a Giorgia Meloni – «Voglio le scuse e le dimissioni della Lamorgese» – «Criminalizzano noi di Fdi, ma è stata la Lamorgese ad agevolare i violenti»
Tema: Manifestazioni no vax
Deriva fascista fomentata dagli «irresponsabili» sovranisti, o strategia della tensione, allestita all’uopo dal governo per screditare l’unica opposizione parlamentare? Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, non ci sta a passare perla sobillatrice che, in qualche modo, ha ispirato i disordini dell’estrema destra di sabato scorso, a Roma. Respinge ogni tentativo di delegittimazione e, anzi, ribalta le accuse: «È stato il governo a surriscaldare il clima». Onorevole, un’informativa di polizia dimostra che i militanti di Forza nuova erano stati autorizzati a sfilare verso la Cgil. «Quanto accaduto è gravissimo. E ancora più grave sarebbe se il ministro dell’Interno avesse mentito in Parlamento, rispondendo alla richiesta di spiegazioni di Fratelli d’Italia». In che senso? «Luciana Lamorgese non ha spiegato come sia stato possibile che soggetti sottoposti a Daspo e con il divieto di partecipare a manifestazioni pubbliche siano andati ad arringare la folla sul palco. Lo stesso ministro, che fa effettuare perquisizioni a casa di chi scrive dei post sui social contro il green pass, non ha reputato di fermare, la mattina prima dei disordini, questi delinquenti. Grazie anche alla Verità è ora venuta alla luce la gravissima circostanza che il corteo, finito con l’assalto alla Cgil, è stato concordato con i responsabili dell’ordine pubblico. Autorizzato, dopo che il leader di Forza nuova, Giuliano Castellino, aveva annunciato le loro intenzioni violente. Quindi le violenze non sono solo state solo permesse. Sono state agevolate». Oggi ci sarà la manifestazione della Cigl. «Mi aspetto che la Cgil, a partire dal segretario Maurizio Landini, chieda a gran voce le dimissioni della Lamorgese, che ha permesso l’assalto alla loro sede. Allora sarebbe una manifestazione che ha un suo perché».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Bozza Claudio
Titolo: Le altre sfide
Tema: Ballottaggi
Oltre alle due città più grandi, Roma e Torino, sono otto i capoluoghi al ballottaggio. Spesso il Movimento è fuori: caccia ai suoi elettori. Si voterà ai ballottaggi per la scelta dei sindaci nel comuni (con oltre 15 mila abitanti) dove nessuno dei candidati ha superato il 50%. Al ballottaggio non si vota per le liste né si danno preferenze: per il consiglio comunale i voti sono già stati espressi al primo turno. Non è obbligatorio il green pass per accedere al segggio.
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Testata: Repubblica
Autore: Lauria Emanuele
Titolo: Nella capitale la comunità ebraica dice no a Meloni – La campagna di Meloni finisce con l’inciampo Visita al ghetto bloccata dalla Comunità ebraica
Tema: Comunità ebraica – Fdi
Il tentativo di affrancamento di Giorgia Meloni, in coda a una campagna elettorale trascorsa a difendersi dalle accuse di contiguità con i neofascisti, si è interrotto nella notte fra giovedì e venerdì: la Comunità ebraica si oppone alla visita al Ghetto della presidente di Fratelli d’Italia e di alcuni parlamentari. Un’iniziativa che la leader era riuscita a concordare ieri l’altro con la presidente della Comunità, Ruth Dureghello, con tanto di annuncio ufficiale. Ma proprio all’interno della Comunità è andata subito in scena una rivolta silenziosa. Dopo un vorticoso giro di telefonate e messaggi in chat è maturata quella che ufficialmente viene definita una «riflessione ulteriore»: un “no, grazie” comunicato dalla stessa Dureghello a Meloni e motivato con l’esigenza di evitare «equivoci e strumentalizzazioni» a ridosso del voto. Un invito a rinviare la commemorazione degli orrori del Rastrellamento del ’43, di cui oggi ricorre l’anniversario, ai giorni successivi ai ballottaggi. Questione di opportunità, dunque, legata ufficialmente alle elezioni.
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Testata: Giornale
Autore: Borgia Pier_Francesco
Titolo: «Roma, pronto Bertolaso» Cav in soccorso di Michetti – Sprint di Berlusconi per Michetti sindaco «Per il caos rifiuti è pronto Bertolaso»
Tema: Forza Italia
Silvio Berlusconi di nuovo in campo. Il leader azzurro telefona in diretta all’evento di chiusura della campagna elettorale di Enrico Michetti. E si rivolge direttamente a una piazza Campo de’ fiori particolarmente calorosa. «Voi che avete il privilegio di viverci, voi che amate la vostra città, non potete e non dovete più rassegnarvi – dice – al degrado, alla decadenza, alla sporcizia. Non potete rassegnarvi al declino di Roma per decenni di cattiva amministrazione». Berlusconi ringrazia Michetti, che elogia per il suo garbo e per la sua competenza. Il leader azzurro ricorda che proprio Forza Italia ha presentato una modifica costituzionale per dare uno nuovo status alla Capitale, «garantendo mezzi finanziari e prerogative in linea con le altre grandi capitali dell’Occidente». «Per questo, ancora, metteremo a disposizione di Roma e della sua nuova giunta – aggiunge Berlusconi – uno dei più grandi esperti del mondo in materia di emergenze, il nostro Guido Bertolaso, per risolvere definitivamente la scandalosa situazione dei rifiuti, che è indegna di una grande capitale europea». E anche l’ex capo della Protezione civile porta la sua testimonianza e la sua ambizione di riscattare la Città eterna. «Se Michetti sarà sindaco – conferma – lo aiuterò a gestire l’emergenza rifiuti e il prossimo Giubileo».
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Economia e finanza
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Pogliotti Giorgio – Tucci Claudio
Titolo: Decreto fiscale, ecco tutte le novità – Lavoro, nuova cassa Covid Bonus auto, solo 100 milioni
Tema: Decreto fiscale
Si abbassa dal 20 al 10% la soglia di personale irregolare presente sul luogo di lavoro che fa scattare la sospensione dell’attività imprenditoriale. Non solo. Viene meno la recidiva, con la conseguenza che in caso di gravi violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza del lavoro, già al primo accertamento scatta la sospensione d’attività. Per riprendere l’attività produttiva, bisognerà ripristinare «le regolari condizioni di lavoro», pagando una somma aggiuntiva da 300 euro a lavoratore fino a 3mila euro (a seconda delle fattispede di violazione). L’importo è raddoppiato se, nei cinque anni precedenti, la stessa impresa ha già avuto un provvedimento di sospensione. E l’impresa, destinataria di sospensione, non potrà contrarre con la Pa per tutto il periodo di sospensione. Oltre alla sicurezza sul lavoro, il decreto approvato ieri dal Cdm rifinanzia l’ecobonus per le auto meno inquinanti, ma con soli 100 milioni. Un terzo della richiesta avanzata dal ministero per lo Sviluppo economico. Rispetto alle bozze iniziali, spicca il ridimensionamento della quota per i veicoli più “green” elettrici ed ibridi (da 200 a 65 milioni). Tornando al pacchetto di misure presentate dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, con oltre 878 milioni scatta una nuova proroga della cassa integrazione Covid (scontata dei contributi addizionali) da usare dal 1 ottobre al 31 dicembre. Tra le novità, fondi per la quarantena e per i lavoratori Alitalia. Stanziati 200 milioni per il reddito di cittadinanza, misura che ha innescato una lite: Salvini all’attacco («coperture inaccettabili») mentre i ministri di Lega, Fi e Iv hanno espresso dubbi sulla sostenibilità.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Ducci Andrea – Marro Enrico
Titolo: Dai bonus alla sicurezza, le misure su Lavoro e Fisco
Tema: Decreto fiscale
II Consiglio dei ministri ha approvato ieri un decreto legge con «misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili». Il provvedimento prevede, tra l’altro, più tempo per pagare le cartelle esattoriali; la possibilità di rientrare nella Rottamazione ter e nel Saldo e stralcio anche se non si è versata qualche rata; altri 100 milioni per gli incentivi per l’acquisto delle auto ecologiche; 13 settimane in più di cassa integrazione dove scade iI blocco dei licenziamenti mentre l’ammortizzatore sociale per i lavoratori ex Alitalia è prolungato fino alla fine del 2022; nuovi congedi parentali per chi ha i figli in quarantena o in Dad; 200 milioni in più per iI Reddito di cittadinanza; 6 miliardi al fondo per l’assegno unico per i figli; il rifinanziamento delle misure per equiparare la quarantena per Covid 19 alla malattia. II testo comprende anche un lungo articolo con tutte le nuove disposizioni per rafforzare la prevenzione, i controlli (ci saranno 1.024 assunzioni in più di ispettori del lavoro) e le sanzioni alle aziende (fino alla sospensione dell’attività) per combattere la piaga degli infortuni sul lavoro.
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Testata: Stampa
Autore: Monticelli Luca
Titolo: Reddito di cittadinanza, governo in tilt – Via libera al decreto fiscale ma il reddito di cittadinanza spacca in due la coalizione
Tema: Decreto fiscale – Reddito di cittadinanza
Tra le norme del decreto fiscale c’è uno stanziamento di 200 milioni per far fronte alle maggiori richieste di reddito di cittadinanza nel 2021 e coprire così gli assegni fino a dicembre. Una miccia che fa esplodere le polemiche in Consiglio dei ministri, spaccando il governo. Da una parte Lega, Forza Italia e Italia viva; dall’altra 5 stelle, Pd e Leu. L’accusa dei leghisti è che i 200 milioni siano stati sottratti al Rei, ai congedi parentali e al pensionamento anticipato per i precoci e i lavori gravosi. Deve allora intervenire Draghi per abbassare i toni: il reddito di cittadinanza, è il ragionamento del presidente del Consiglio, verrà discusso nel merito in legge di bilancio, dove ci si concentrerà sulle politiche attive. Il provvedimento con le norme sulle scadenze fiscali, che contiene anche il giro di vite contro le morti sul lavoro, viene approvato, nonostante le divisioni. Via libera ai 150 giorni per pagare le cartelle e al differimento dei versamenti arretrati del saldo e stralcio e della rottamazione: ci si potrà mettere in regola il 30 novembre. La quarantena torna ad essere pagata come la malattia e si rifinanziano i congedi parentali al 50% per i genitori di minori di 14 anni in quarantena o in Dad. La cig Covid senza contributo addizionale sarà a disposizione delle aziende che l’hanno esaurita a ottobre per 13 ulteriori settimane, fino a dicembre. Il Mise porta a casa 100 milioni di ecobonus per l’acquisto di veicoli a basse emissioni e, scorrendo le pagine del decreto, spicca il contributo a Rfi che avrà a disposizione 1,3 miliardi di euro in più per il 2021 per accelerare la realizzazione delle opere infrastrutturali.
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Testata: Repubblica
Autore: Cuzzocrea Annalisa
Titolo: Il retroscena – Draghi difende il sussidio ma averlo sarà meno facile
Tema: Reddito di cittadinanza
Il reddito di cittadinanza resta, ma deve cambiare. La posizione di Mario Draghi è questa ed è una sorta di via mediana tra le richieste del centrodestra – «non funziona, aboliamolo» – e quelle di M5S e Pd, secondo cui l’unica parte da rivedere riguarderebbe le politiche attive del lavoro. In realtà, le modifiche proposte – già oggetto di riunioni tecniche con i ministri delle diverse forze politiche – sono di più. Il presidente del Consiglio avrà una serie di incontri, la prossima settimana, proprio su questo tema. Perché non si tratta solo di far funzionare i centri per l’impiego, impresa titanica finora mai riuscita a nessuno. Si tratta prima di tutto di potenziare di molto le clausole ostative, quelle che impediscono di avere accesso al sussidio, come le condanne o la mancanza di cittadinanza continuativa. A cambiare, dovrà essere proprio la natura dei controlli, che – dice un esponente di governo – «adesso sono fatti dopo, a campione, tutti in carico all’Inps». L’idea è quindi quella di aggredire anomalie e irregolarità e di correggere il più possibile alcuni degli elementi distorsivi prodotti
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Picchio Nicoletta
Titolo: Bonomi «Sul cuneo una manovra forte» – Bonomi: «Serve il coraggio di una manovra forte sul cuneo»
Tema: Confindustria
Mettere i soldi nelle tasche degli italiani e ridurre le tasse per le imprese, per renderle più competitive, visto che i margini si sono ridotti in maniera significativa per il rialzo dei costi delle materie prime e dell’energia. «Non per fare profitti, ma perché abbiamo bisogno di investire per rimanere sui mercati, per creare occupazione, reddito, trovare risorse per il welfare, redistribuire, nell’interesse del paese». Tra pochi giorni il governo presenterà la legge d bilancio e per Carlo Bonomi dovrà essere l’occasione per realizzare «un grande gesto di coraggio» e fare un intervento forte sul cuneo fiscale. «Nella legge di bilancio saranno a disposizione 22 miliardi, 4 sono per le politiche vigenti. Il costo del lavoro è l’unica variabile su cui possiamo agire. Aiuterebbe a stimolare la domanda interna, mantenere inalterate le quote di export», ha incalzato il presidente di Confindustria parlando davanti agli industriali di Bergamo. «È singolare stanziare 5 miliardi per i prepensionamenti e meno per una riforma fiscale che è fondamentale per il paese. Come dice anche l’Ocse che ci invita a ridurre la tassazione su costo del lavoro, famiglie e imprese». Il fisco, quindi, come leva per la crescita: «dobbiamo continuare a svolgere la nostra funzione in difesa dell’asset che ha tenuto in piedi il paese durante la crisi, l’industria». Quell’industria che «ha l’onere di essere in prima linea contro il caos.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Savelli Fabio
Titolo: Accordo tra Stato e Autostrade Risarcimenti per 3,4 miliardi
Tema: Dossier Autostrade
Finisce l’era della conflittualità tra lo Stato ed Autostrade per l’Italia ad oltre tre anni dal collasso del viadotto Morandi e 43 vittime in quel terribile 14 agosto 2018. La parte pubblica e quella privata hanno firmato l’accordo transattivo – atteso solo ora al passaggio formale della Corte dei Conti – per chiudere la procedura di revoca della concessione incardinata dall’allora governo Conte a seguito del crollo del Polcevera. La firma arriva dopo il pre-accordo, costruito la notte del 14 luglio dell’anno scorso a Palazzo Chigi dopo un’estenuante trattativa durata due anni, con cui le due parti avevano suggellato l’intesa che sventava la revoca della concessione. Si tratta del contratto che regola I rapporti tra lo Stato e la società concessionaria Autostrade per l’Italia che le gestisce fino al 2038. L’intesa ha un controvalore economico a mo’ di risarcimento per il crollo del ponte: 3,4 miliardi. Che il gestore, al momento controllato ancora da Atlantia – la holding riconducibile per il 30% alla famiglia Benetton – riconosce allo Stato (e ai familiari delle vittime e a tutto il sistema Genova) sotto forma di indennizzo. In questa cifra ci sono i 700 milioni con cui Autostrade ha pagato il nuovo Ponte San Giorgio a chi lo ha ricostruito: Webuild e Fincantieri. Ci sono 60 milioni per i familiari di chi ha perso la vita passando di lì per caso il 14 agosto. Ci sono 930 milioni per la realizzazione di due tunnel che dovranno supportare Genova e lo snodo logistico portuale. Un tunnel sotto il livello dell’acqua che verrà realizzato nei prossimi anni. E lo svincolo autostradale tra Rapallo e la Fontanabuona, chiamato tunnel Val Fontanabuona.
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Testata: Repubblica
Autore: Amato Rosaria
Titolo: L’inflazione accelera ancora prezzi ai massimi dal 2012
Tema: Consumi
Inflazione al 2,5% a settembre: un po’ meno del 2,6% stimato inizialmente dall’Istat, ma le associazioni dei consumatori parlano già di stangata sulle famiglie, mentre le stime di Confcommercio misurano un consistente effetto negativo sui consumi. A trainare i prezzi soprattutto i beni energetici, passati dal più 19,8% di agosto al più 20,2% di settembre, ma ormai corre anche l’inflazione di fondo, arrivata all’1%, e per i beni ad alta frequenza di acquisto si passa dal 2,4% di agosto al 2,6%. Risultato, una crescita così alta dei prezzi al consumo su base annua non si registrava dal novembre 2012, rileva l’Istat, e l’inflazione acquisita per quest’anno al momento è già dell’1,7%, ma tutto fa pensare che si andrà oltre. Il prossimo mese Confcommercio prevede infatti un balzo ulteriore, del 3,3%. Pesano infatti non soltanto gli aumenti del petrolio, dei carburanti, degli energetici in generale, ma anche «il permanere di tensioni sulle materie prime, e di strozzature nelle catene di produzione e distribuzione a livello globale». Per le famiglie, stimano le associazioni dei consumatori, l’aumento dei prezzi si traduce in una maggiore spesa annua compresa tra i 768 euro calcolati dal Codacons ai 942 valutati dall’Unione Consumatori per una coppia con due figli. Ecco perché i consumi rallentano: l’indice calcolato da Confcommercio cresce solo dello 0,8%, il dato più basso da marzo.
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Societa’, istituzioni, esteri
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Romano Beda
Titolo: Pressing su Londra: nel caso di rottura contromisure Ue
Tema: Protocollo irlandese
È iniziato ieri un lungo negoziato tra Londra e Bruxelles sul modo migliore per applicare il Protocollo irlandese relativo al trattato di recesso della Gran Bretagna dall’Unione europea. L’esito delle trattative è incerto, tanto che la Commissione europea e i Ventisette stanno mettendo a punto contromisure d’emergenza nel caso in cui il Regno Unito decida di sospendere d’emblée l’applicazione di quella parte dell’intesa che regola la relazione tra le due Irlande. Il vicepresidente della Commissione europea Maros Sefcovic e la sua controparte britannica David Frost si sono incontrati a Bruxelles per una prima interlocutoria discussione sulle generose proposte presentate mercoledì dall’esecutivo comunitario. Il tentativo europeo è di risolvere i nodi emersi negli ultimi mesi, facilitando il movimento delle merci tra l’Irlanda del Nord e la Gran Bretagna senza per questo mettere a repentaglio l’integrità del mercato unico. «Penso che l’Unione europea abbia sicuramente fatto uno sforzo per spingere oltre il punto in cui vanno di solito in queste aree e siamo abbastanza incoraggiati da questo», ha detto ieri Frost prima dell’incontro con la sua controparte europea e riferendosi alle più recenti proposte brussellesi. «Ovviamente c’è ancora un grande divario. Ed è su questo che dobbiamo lavorare oggi e in futuro». Dal versante europeo, si segnalava che il primo incontro è stato costruttivo e che nuove discussioni avverranno la settimana prossima. L’obiettivo è evitare il ritorno di un confine tra le due Irlande, ma garantendo l’integrità del mercato unico europeo.
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Testata: Repubblica
Autore: Guerrera Antonello
Titolo: Giovane uccide in chiesa deputato inglese – Ucciso a coltellate deputato Tory Indaga anche l’anti-terrorismo
Tema: Gran Bretagna
Anno 2000: Andy Penngton, assistente del deputato Nigel Jones, muore accoltellato per difendere quest’ultimo. 2010: il parlamentare Stephen Timms viene accoltellato due volte ma sopravvive. Nel 2016, poi, la tragedia di Jo Cox, la deputata laburista pro-Ue uccisa da un estremista di destra a poche settimane dal referendum sulla Brexit. Ieri mattina, infine, una morte atroce è toccata a Sir David Amess, conservatore, 69 anni, cattolico e sposato con 5 figli, ucciso da oltre dieci coltellate alle 12.05 mentre faceva ciò cui i deputati britannici si concedono da sempre con passione e impegno: incontrare, nei loro giorni liberi, i cittadini delle proprie circoscrizioni elettorali. Ad accoltellare brutalmente Amens, secondo il Telegraph e Sky, sarebbe stato un cittadino britannico «originario della Somalia», di 25 anni, «che si è mostrato calmo nel momento dell’arresto» dopo l’omicidio avvenuto in una chiesa metodista a Leigh-on-Sea, nell’Essex, a circa 60 chilometri a est di Londra, dove Amens stava incontrando gli abitanti locali. Quale il movente della furia omicida? Per ora le autorità sono estremamente caute. «Si tratta di un caso molto difficile», dicono gli investigatori dell’Essex, che fino a ieri sera hanno ripetuto di non cercare altri sospetti. Per ora l’antiterrorismo ha preso in mano le indagini.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: De Carolis Paola
Titolo: Come Jo Cox 5 anni fa E ora si discute se scortare le uscite dei parlamentari
Tema: Gran Bretagna
Il tragico caso di Jo Cox, le minacce online contro i parlamentari, le misure di sicurezza introdotte per proteggere i deputati «rischiano di rovinare la grande tradizione britannica che permette alla gente di incontrare apertamente i politici che ha eletto». Cosi scriveva Sir David Amess nel libro Ayes and Ears: A Survivor’s Guide to Westminster, pubblicato l’anno scorso. La guida dl un sopravvissuto, spiegava, perché in quasi 40 anni di servizio pubblico aveva visto grandi cambiamenti politici e sociali, nonché un triste irrigidimento, in tempi recenti, nei confronti del contatto diretto con l’elettorato. All’indomani della morte di Sir David proprio durante uno degli incontri con il pubblico che tanto apprezzava, le sue sono parole che sembrano trucemente profetiche. «Ci viene consigliato di non incontrare nessuno da soli, di prestare grande attenzione quando apriamo la posta e di assicurarci che i nostri uffici siano sicuri». Erano i provvedimenti introdotti dopo l’uccisione nel giugno 2016, a una settimana dal referendum sull’Unione Europea, della laburista Cox, pugnalata a morte in pleno giorno mentre si recava a una surgery con i suoi elettori. Un caso che ieri si è ripetuto e che torna a scuotere profondamente il Paese così come il sistema politico. La maggiore attenzione alla sicurezza dei deputati non ha salvato Sir David, che è diventato il secondo parlamentare assassinato in 5 anni, il sesto dalla fine della Seconda guerra mondiale, il nono in totale.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Bianconi Giovanni
Titolo: Regeni, scontro dentro il Tribunale di Roma
Tema: Caso Regeni
C’è un problema di diversa interpretazione delle norme tra magistrati. Di più: un conflitto all’interno del tribunale di Roma, dove un giudice ha ritenuto che il processo per ll sequestro e l’omicidio di Giulio Regeni si potesse fare anche in assenza degli Imputati e altri hanno replicato che no, il dibattimento non può cominciare perché manca la prova che quegli stessi imputati siano stai informati del giudizio a loro carico. Di fronte agli stessi commi e alle stesse carte bollate c’è un contrasto di vedute che ha portato a due verdetti opposti: decreto di rinvio a giudizio e successivo annullamento di quel provvedimento. Questo è lo scoglio su cui s’è arenato, per adesso il processo contro i quattro militari della National security egiziani accusati del rapimento e delle torture e dell’uccisione di Giulio: il generale Tarek Ali Saber, i colonnelli Aser Kamal Mohamed Ibrahim, e Hosam Helmy, il maggiore Magdi Ibrahim Sharif. Finora c’era una Procura che era riuscita nel mezzo miracolo di portare alla sbarra quattro cittadini stranieri per un reato commesso nel loro Paese ai danni di un cittadino italiano, nonostante gli ostacoli frapposti dall’Egitto che da quattro anni ha interrotto ogni collaborazione. Anzi, a gennaio scorso ha sferrato un duro attacco alla Procura di Roma, accusandola di «conclusioni illogiche e poco conformi al fondamenti giuridici penali internazionali». Adesso lo scenario è cambiato e l’ostacolo è stato sollevato dalla III corte d’assise che non se l’è sentita di aprire il processo in assenza degli imputati.
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Testata: Repubblica
Autore: Di Feo Gianluca
Titolo: Regeni, un anno per far ripartire il processo – Una giustizia per Regeni
Tema: Caso Regeni
Ci vorrà almeno un anno prima che un giudice torni a pronunciarsi sulla possibilità di celebrare il dibattimento per l’uccisione di Giulio Regeni. Eppure nessun esponente di governo o leader di partito ha sentito l’esigenza di prendere posizione sull’azzeramento del processo: un silenzio difficile da comprendere, che costituisce un segnale preoccupante. In questi casi, le democrazie possono trasformare i loro valori in forza solo attraverso una linea politica coerente e incisiva, senza ambiguità. Quello che in questi sei anni si è visto raramente, ma che ora diventa indispensabile per raggiungere verità e giustizia sulla morte del giovane ricercatore italiano. L’ordinanza della Terza Corte d’Assise di Roma rischia di vanificare i risultati delle indagini che hanno portato a identificare i funzionari dell’intelligence egiziana accusati per il sequestro, le torture e l’omicidio di Giulio Regeni. L’effetto delle valutazioni giuridiche mortifica non solo il dolore della famiglia ma anche la mobilitazione di tutti gli italiani che si sono schierati al suo fianco. Per impedire che questa decisione sia l’inizio di una lenta agonia processuale adesso è necessario affrontare una partita diplomatica e giudiziaria molto complessa. .
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: G.D.D.
Titolo: Vertice Ue-Cina: prove di distensione dopo le sanzioni sui diritti umani
Tema: Ue-Cina
Presto un vertice tra Unione Europea e Cina: lo ha annunciato ieri il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dopo un colloquio telefonico con il presidente cinese, Xi Jinping. La data ancora manca, ma sarà il primo summit in presenza” e non virtuale da prima dello scoppio della pandemia di Covid-19. L’ultimo incontro è avvenuto in videoconferenza il 30 dicembre 2020, giorno dell’annuncio dell’accordo di principio sul Trattato bilaterale per gli investimenti. Da allora, le relazioni tra le due potenze si sono molto raffreddate. In qualche settimana, scambi di accuse, sanzioni e ritorsioni hanno spento gli entusiasmi perla chiusura del lungo negoziato sul Comprehensive Agreement on Investment (Cai), fortemente voluto dalla Germania di Angela Merkel e siglato alla vigilia dell’insediamento del presidente Usa, Joe Biden, alla Casa Bianca, per il disappunto dell’amministrazione appena eletta. Insieme a Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada, l’Unione Europea, nel marzo del 2021, ha varato misure punitive contro alcuni funzionari cinesi, per il presunto ruolo nelle violazioni dei diritti umani, di cui il regime di Pechino è accusato nello Xinjiang, ai danni dell’etnia uigura. La Cina nega, rigetta quelle che considera ingerenze in affari interni e ha risposto con sanzioni ai danni di alcuni europarlamentari.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Bufacchi Isabella
Titolo: Germania, prende forma la coalizione di governo – In Germania prende forma la coalizione Semaforo
Tema: Germania
Semaforo al via. I leader dei partiti Spd, Bündnis 90/ Die Grünen e Fdp che hanno vinto le elezioni del 26 settembre – aumentati rispettivamente al 25,7%, 14,8% e 11,5% dal voto del 2017 – hanno chiuso ieri la fase preliminare esplorativa per la formazione del primo governo di coalizione a tre nella Repubblica federale tedesca. E a sole tre settimane dalla chiamata alle urne, hanno raccomandato ai loro partiti l’avvio formale dei negoziati per una “Ampelkoalition”. La coalizione Semaforo ha iniziato a prendere forma promettendo «il più grande progetto di modernizzazione industriale della Germania degli ultimi 100 anni» in un documento condiviso dai leader politici dei tre partiti vincitori, nel quale si afferma: «Siamo convinti di poter concludere un accordo di coalizione ambizioso e sostenibile». Quello redatto ieri dopo i colloqui esplorativi è un opuscolo snello, 12 pagine suddivise in dieci capitoli. Qui i tre partiti hanno cominciato a spartirsi la torta del potere esecutivo, e lo hanno fatto senza pestarsi i piedi l’un l’altro, evitando di azzuffarsi impantanandosi nei terreni più scivolosi. «Io faccio questo, e in cambio ti faccio fare quello»: questo il metodo. Ognuno ha ceduto qualcosa per conquistare qualcos’altro. Il limite di velocità a 130 chilometri l’ora, nei progetti di Spd e Verdi, per esempio, non è andato avanti, bloccato dai liberali. Anche se va detto che i negoziati esplorativi non entrano nei dettagli ma si limitano a indicare il programma futuro a grandi linee.
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Testata: Repubblica
Autore: Mastrobuoni Tonia
Titolo: Scholz, patto con Verdi e Liberali Germania verso il governo “semaforo”
Tema: Germania
Nella sua consueta asciuttezza, Olaf Scholz ha parlato di un risultato “molto buono”. Dopo giorni di negoziati a porte chiuse, il candidato alla cancelleria ha annunciato che la Spd, i Verdi e i Liberali hanno raggiunto un’intesa per tentare di formare un governo “semaforo”. Insieme ad Annalena Baerbock (Verdi) e Christian Lindner (Fdp), l’attuale ministro delle Finanze ha annunciato l’avvio dei “colloqui di coalizione” in cui sarà approfondito l’accordo contenuto in un documento di 12 pagine. I cardini sono: il Patto di stabilità europeo resta così com’è e il freno al debito tedesco idem. Il salario minimo sarà aumentato a 12 euro l’ora, il discusso sussidio al reddito Hartz IV sarà sostituito da un “reddito di cittadinanza” e alcune tasse per sgravare le bollette saranno alleggerite, mentre non ci saranno aumenti di imposte. Sparisce anche ogni riferimento a un limite di velocità sulle autostrade, vero feticcio dei tedeschi. C’è un ultimo ostacolo per il via libera alle trattative: un mini-congresso dei Verdi programmato per sabato e una discussione ai vertici della Fdp. Va segnalato, a proposito del freno al debito – che l’anno prossimo resterà ancora sospeso – che in questi giorni è partito un dibattito stimolato da un autorevole economista, Clemens Fuest, che ha suggerito di approfittare di un anno in cui non varrà ancora il limite per indebitarsi e creare un “tesoretto di spesa” per gli anni a venire.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: L.Cr.
Titolo: Tre kamikaze attaccano una moschea sciita: 47 morti e 70 feriti
Tema: Attentato a Kandahar
Tre kamikaze di Isis si fanno esplodere all’interno di una moschea acuta nella città di Kandahar. Gli ospedali locali segnalano quasi 47 morti e 70 feriti. L’ennesimo attacco dei gruppo estremista sunnita in Afghanistan a poco più di due mesi della vittoria talebana in tutto il Paese. Ma questa volta a venire colpita è la regione madre dell’intero movimento talebano. Fu a Kandahar che nel 1994 il Mullah Omar landò ll suo movimento dei «talib», gli studenti delle scuole coraniche. Ed è oggi proprio da qui che i nuovi dirigenti talebani proclamano l’intenzione di sradicare Isis per evitare che l’Afghanistan torni ad essere la base dei radicali panislamici, come fu per Al Qaeda prima dell’11 settembre 2001. I talebani promettono che la rappresaglia sarà dura.
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***mipa/