– Manovra, aumentano le fibrillazioni nella maggioranza
– Centrodestra, la manifestazione unitaria a Roma
– Barcellona, nuovi scontri e arresti
– Siria, tregua fragile al confine con la Turchia
– Brexit, oggi il voto al Parlamento inglese
PRIMO PIANO
Politica interna
Testata: Corriere della Sera
Autore: Al.T.
Titolo: Manovra, asse anti-premier – La carica di Di Maio e Renzi Conte finisce sotto attacco
Tema: Manovra, aumentano le fibrillazioni nella maggioranza
Si consolida l’asse Di Maio-Renzi contro la manovra e, di conseguenza, contro il premier Conte. Il pentastellato e il leader di Italia viva sono d’accordo: la manovra va «cambiata» e per questo, dicono, «serve un vertice di maggioranza». Matteo Renzi attacca su quota l100: «Voteremo l’emendamento per sopprimerla». Luigi Di Maio contesta le misure su contante e pos: «Se passassero, sarebbe un segnale devastante»,dice, e avvverte: «siamo una repubblica parlamentare. II Movimento è l’ago della bilancia e senza di noi non si va da nessuna parte». Il presidente del Consiglio non nasconde malumore e da Bruxelles dice: se hanno poco coraggio lo dicano in Parlamento. Mentre il segretario del Pd Zingaretti taccia gli alleati di irresponsabilità.
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Testata: Repubblica
Autore: Tommaso Ciriaco
Titolo: Fuoco amico su Conte – Manovra, assedio a Conte 5S-Iv vogliono un vertice Lui: avanti contro l’evasione
Tema: Manovra, aumentano le fibrillazioni nella maggioranza
“Quando entra quasi di corsa nella sala stampa dell’Europa Building – riferisce Tommaso Ciriaco su Repubblica – Giuseppe Conte strizza gli occhi in modo innaturale. È il segno di una rabbia che fatica a contenere. Pochi minuti prima, al telefono, Luigi Di Maio gli ha anticipato il comunicato, durissimo, con cui rimette in discussione l’intera manovra, ricordandogli chi comanda: «Senza il nostro voto – mette nero su bianco il leader – non si fa niente. Dall’alto del nostro consenso popolare, siamo l’ago della bilancia per ogni misura». L’avvocato è una furia. «Sembra quasi d’accordo con Renzi – si sfoga prima di presentarsi davanti ai cronisti – In troppi provano a indebolirmi, come se mi considerassero un ostacolo, forse a causa del mio consenso. Fosse così, sarebbe grave. Ma non voglio crederci»”.
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Testata: Repubblica
Autore: Annalisa Cuzzocrea
Titolo: Di Maio sfida il premier “Ormai fa sponda col Pd ma i voti li abbiamo noi”
Tema: Manovra, aumentano le fibrillazioni nella maggioranza
Luigi Di Maio convoca i ministri M5S a Palazzo Chigi, alle dieci e mezzo del mattino, perché vuole sapere tutto del Consiglio dei ministri di martedì sera. Quello che ha varato la manovra «salvo intese». Quello cui non ha partecipato, perché era a Washington con il capo dello Stato. «Conte e il Pd devono capire che siamo noi ad avere la maggioranza in Parlamento – dice ai suoi il ministro degli Esteri – siamo gli unici che possono consentire a ogni singola parte della manovra di vedere la luce». Ribadisceche intende ridiscutere il taglio del cuneo fiscale, e tutelare ceto medio e partite Iva: «non vogliamo criminalizzare i commercianti e i piccoli artigiani. E la misura sul carcere per i grandi evasori – aggiunge – deve esserci da subito». E in un post torna chiedere un vertice di maggioranza per ridiscutere la manovra: potrebbe tenersi lunedì mattina.
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Testata: Stampa
Autore: Fabio Martini
Titolo: Retroscena – Dalla Leopolda Renzi sfida Conte “Pensi al bene del Paese, non al suo”
Tema: Manovra, aumentano le fibrillazioni nella maggioranza
Matteo renzi ha aperto ieri i lavori della Leopolda, “dove tutto è cominciato dieci anni fa”. E ha voluto rassicurare il Governo e gli alleati: «Faremo il nostro lavoro senza polemiche: zero polemiche!», ha detto..Ma la vera «notizia» di queste ore è la reazione in casa Pd al protagonismo di Renzi: il segretario Nicola Zingaretti fa sapere che se Matteo immaginasse di far cadere il governo Conte, il Pd sarebbe pronto ad affrontare subito elezioni anticipate,e sarebbe pronto a farlo con l’attuale presidente del Consiglio come candidato premier, arrivando a scaricare Italiaviva dalla coalizione elettorale. Renzi replica dicendo che Zingaretti sbaglia «anche perché lo sanno tutti che la legislatura durerà sicuramente sino al 2023. Il problema è come arrivarci. Se lo facessimo cadere noi che l’abbiamo fatto nascere un mese fa, ti ricoverano per schizofrenia». E su Conte: «Lui è giusto che faccia il lavoro che si è impegnato a fare. Pensi al futuro del Paese, non al suo. E andremo d’accordo».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Massimo Franco
Titolo: La Nota – Il senso di un assedio – Un fuoco amico del movimento dagli esiti imprevedibili
Tema: Manovra, aumentano le fibrillazioni nella maggioranza
“Si sta delineando – sostiene Massimo Franco- un grillismo anti-Conte guidato da Luigi Di Maio. Fino a qualche settimana fa – scrive – sarebbe suonato come un ossimoro politico. Non più: l’assedio al premier filtra da alcuni settori del «suo» Movimento Cinque Stelle, che diffida dei tentativi di emancipazione politica e dell’asse sull’evasione fiscale tra premier e Pd di Nicola Zingaretti. Quando il blog del Movimento Cinque Stelle rinnova la fiducia a Palazzo Chigi ma in parallelo chiede un vertice «per lavorare alle intese che ancora non ci sono», consegna un ultimatum di fatto […] E l’ennesimo altolà a Conte, che si muove con un protagonismo osservato con nervosismo da alcuni settori del Movimento”. Al premier, annota ancora Massimo Franco, non sfugge “la saldatura tra le critiche che gli rivolge Di Maio, con dietro un pezzo di M5S, e quelle di Italia viva. «Strano a dirsi ma sul tema delle tasse ci troviamo in sintonia con Di Maio». Parole della capogruppo Maria Elena Boschi, che acuiscono i timori di una strategia di logoramento destinata a intensificarsi; e che sottolineano il gioco paradossale di sponda tra Di Maio e Italia viva, con esiti imprevedibili”.
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Testata: Repubblica
Autore: Stefano Folli
Titolo: Il punto – Il gioco dell’oca che inguaia Conte
Tema: Manovra, aumentano le fibrillazioni nella maggioranza
Per Stefano Folli, le attuali tensioni che agitano la maggioranza sembrano riportare il coverno Conte, come nel gioco dell’oca, alla situazione che in agosto ha condotto alla crisi del primo esecutivo da lui diretto. Scrive, in particolare. ”
ai primi d’agosto il governo Lega-5S boccheggiava sotto gli attacchi dei due alleati e oggi boccheggia per ragioni analoghe ma con protagonisti in parte diversi. In agosto Salvini si preparava a sganciarsi per ottenere le elezioni anticipate, fiducioso che Zingaretti tenesse fede al proposito più volte espresso di escludere qualsiasi subordinata e di pretendere anch’egli il voto (nella speranza di portare in Parlamento un gruppo di deputati e senatori fedeli a lui anziché all’ex segretario scissionista). Oggi Zingaretti ripropone lo stesso motivo: se Renzi fa cadere Conte-2, si andrà senz’altro alle urne, magari con un Conte-3 come candidato premier. In altre parole non ci sarà il governo intermedio a cui sembra aspirare l’uomo della Leopolda. Chissà se stavolta – si chiede – il segretario del Pd resterà della stessa idea”.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Lina Palmerini
Titolo: Politica 2.0 – Il premier stretto tra la piazza e i renziani
Tema: Manovra, aumentano le fibrillazioni nella maggioranza
Lina Palmerini riflette sul Sole 24 Ore sul “Vietnam” parlamentare che aspetta Conte sulla legge di bilancio. Il Premier è pressato dalla richiesta di Renzi di abolire quota 100, e da Di Maio, contrario alle limitazioni dell’uso dei contanti. Le fibrilazioin seno alla maggioranza mettono oggettivamente in dubbio la solidità del governo, mentre si avvicina l’appuntamento elettorale in Umbria: ” di certo,se ci sarà, una sconfitta – scrive – rimetterà in fibrillazione la maggioranza e tutto l’iter parlamentare della manovra. Ma soprattutto rimetterà in moto i calcoli sul voto anticipato. Per esempio, a tutti conviene che sia prima che entri in vigore la riforma con il taglio dei parlamentari. Per tornare alle urne ed eleggere di nuovo 945 parlamentari anziché 600″.
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Testata: Giornale
Autore: Fabrizio de Feo
Titolo: Tra aperture e veleni centrodestra in piazza – Via alla kermesse romana tra sospetti e veleni la piazza turba gli alleati
Tema: Centrodestra, la manifestazione unitaria a Roma
Oggi a Roma, in piazza San Giovanni, il centrodestra manifesterà contro la manovra del governo. E mentre Silvio Berlusconi riconosce la leadership di Matteo Salvini («se ha il 30%dei consensi…»), Giorgia Meloni attacca perchè sul palco «ci saranno simboli della Lega». Per la leader di Fratelli d’Italia si tratta di «un’altra occasione persa di dimostrare che siamo compatti, di mettere i sogni del nostro grande popolo prima degli interessi del singolo partito». Tuttavia conferma che in Piazza san giovanni, Fratell’ d’Italia ci sarà, «con le bandiere tricolori, come avevamo promesso e come tutti avevamo annunciato» Forza Italia, nonostante le perplessità di alcuni suoi esponenti che hanno espresso dubbi sulla manifestazione – «non è la nostra piazza» dice Mara Carfagna – sarà presente con la delegazione parlamentare e con alcuni pullman provenienti da varie zone d’Italia. Nel partito aleggiano timori per l’accoglienza che verrà riservata a Berlusconi. L’incognita esiste e le parole dei giorni scorsi di Salvini non l’hanno disinnescata. Il leader di Fi però rassicura: «Non ci sarà alcun problema, vedrete. E se anche dovesse esserci qualche fischio, l’importante è esserci e dare un segnale».
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Testata: Stampa
Autore: Amedeo La Mattina
Titolo: Berlusconi incorona Salvini Azzurri divisi – Berlusconi in piazza incorona leader Salvini Ma la Meloni: “Così sono ospite in casa altrui”
Tema: Centrodestra, la manifestazione unitaria a Roma
La manifestazione del centrodestra non ha pace. Prima la presenza dei neofascisti di CasaPound, che si sono autoinvitati a Piazza San Giovanni, ha provocato la reazione di un pezzo di Forza Italia che fa capo a Mara Carfagna. Adesso la forte irritazione di Giorgia Meloni per avere scoperto che sul grande palco campeggeranno solo i simboli della Lega. «Doveva essere una manifestazione di tutti e invece è come se fossimo ospiti in casa d’altri, in una piazza che abbiamo contribuito a riempire. Peccato – dice la leader di Fratelli d’Italia – un’altra occasione persa di dimostrare che siamo compatti, di mettere i sogni del nostro popolo prima degli interessi del singolo partito». E che sia un’occasione persa, Meloni, che si sente presa in giro, lo ribadirà nel suo intervento accanto a Salvini. Saranno momenti imbarazzanti, soprattutto perché Fratelli d’Italia pensa che Matteo in questo modo dimostra di voler rimanere il leader della Lega e non di tutta la coalizione. Con il risultato di non vincere i prossimi appuntamenti elettorali. Silvio Berlusconi invece non fa una piega né sulla presenza di CasaPound né sul fatto di essere un semplice ospite. Insolitamente remissivo, l’ex premier azzurro ha perfino incoronato Salvini, dicendo ieri a Perugia una cosa tutto sommato logica: «Nel centrodestra il leader è colui il cui partito prende più voti. È evidente – ha aggiunto – che se Salvini è oltre il 30% sia lui il leader, ma siamo noi i continuatori della tradizione liberale, occidentale, cristiana, garantista».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Pierluigi Battista
Titolo: La destra oltre la piazza – La destra italiana oltre la piazza
Tema: Centrodestra, la manifestazione unitaria a Roma
Il centrodestra, che oggi celebra la ritovata unità con la manifestazione di piazza San Giovanni a Roma, è chiamato, scrive
Pierluigi Battista, a dare una prova di maturità e capacità di governo, abbandonando i facili proclami propri della propaganda politica, e indicando all’elettorato “cosa intende fare, concretamente, realisticamente, credibilmente” nel caso in cui il centrodestra dovesse vincere le prossime elezioni e governare l’Italia. “La destra italiana deve diventare adulta e dovrebbe essere capace di farlo proprio nei giorni in cui i cuori si riscaldano per le piazze stracolme e per i sondaggi entusiasmanti”
Ma “l’ebbrezza – aggiunge – della piazza festante o arrabbiata potrebbe offuscare la lucidità politica. L’esperienza di quest’estate – ammonisce – dovrebbe essere di insegnamento”.
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Economia e finanza
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Nicoletta Picchio
Titolo: Rossi: l’Italia non riparte salvo intese Sul taglio al cuneo poco coraggio – Alessio Rossi: il Paese non riparte «salvo intese»
Tema: Manovra, la delusione dei giovani industriali
«CI aspettavamo più coraggio, il Paese non riparte salvo intese». li presidente del Giovani di Confindustria Alessio Rossi parla dal convegno di Capri della legge di bilando come «primo vero banco di prova del governo per mostrare di essere diverso».E non nasconde la delusione dei giovani industriali. Chiede in particolare più risorse per il taglio al cuneo fiscale rispetto ai 3 miliardi «invece che pensare al taglio dei parlamentari», per dare più soldi ai lavoratori e spingere i consumi.
E a proposito di tagli, osserva che occorrerebbe una sforbiciata alle 7mila partecipate, cominciando da quelle che non hanno dipendenti o in «gravi situazioni finanziarie».Nè approva misure autolesionistiche, come con la plastic tax.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Enrico Marro
Titolo: Intervista ad Antonio Misani – «La manovra mantenga il suo equilibrio Basta alzare la voce»
Tema: Manovra economica
II viceministro dell’Economia Antonio Misiani (Pd) si rivolge agli alleati di governo: «La manovra – ricorda – è stata approvata da tutti, in consiglio dei ministri, e gli ultimatum lasciano il tempo che trovano. Se la si vuole migliorare, l’unico metodo serio è sedersi intorno a un tavolo, analizzare le eventuali criticità e provare a risolverle». Ai 5 Stelle, che vogliono rivedere la stretta sulle partite Iva fino a 65 mila euro. dice: «Noi vogliamo dialogare con il mondo delle partite Iva, ne riconosciamo il valore e l’importanza. Le misure che proponiamo sono ragionevoli: confermiamo una importante agevolazione sulle start up, con un’aliquota del 5%, e su quelle fino a 65mila euro, con i115%. Per queste ultime sono previste correzioni per focalizzare meglio i beneficiari. Ciò detto, il dettaglio lo definiremo confrontandoci con le categorie interessate e con le forze della maggioranza». E ammonisce i renziani, contrari a quota 100: «Nella maggioranza bisogna essere consapevoli che tutto si tiene. Come vale per quota 100, deve valere per il taglio del cuneo e per lo stop all’aumento Iva. Se si mettono in discussione le scelte di fondo, si compromette l’equilibrio complessivo».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Lorenzo Salvia
Titolo: Intervista a Luigi Marattin – E Marattin insiste: i balzelli vanno eliminati
Tema: Manovra economica
Luigi Marattin insiste nella richiesta di Italia viva di abolire quota 100: «Sappiamo che si tratta di una battaglia minoritaria ma restiamo convinti che sia una battaglia giusta. Quota 100 è una misura iniqua, tratta allo stesso modo top manager e operai e scarica tutti i costi sui giovani. Quindi per noi va cancellata».ribadisce. Ma si dice disposto a valutare alcune ipotesi di compromesso, come un allungamento delle finestre, che comporterebbe rispami per 800 milioni nel primo anno, 1,2 miliardi nel secondo.«Siamo pronti a discuterne», dice..
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Carmine Fotina
Titolo: Sud, in arrivo i primi 5 miliardi: subito 1,1 a ricerca e Impresa 4.0 – Sud, bonus ricerca e 4.0 più alti Centrale unica per i fondi fermi
Tema: Manovra, il piano per il Sud
Nella legge di bilancio entrano le prime tracce del Piano per il Sud con 5 miliardi per i prossimi 5 anni appostati a valere sul Fondo sviluppo coesione. Bonus investimenti, quota premiale per il Mezzogiorno su credito di imposta ricerca e prestiti della “Nuova Sabatini” legati a Impresa 4.0, fondo perle infrastrutture sociali dei Comuni. Il ministro del Sud, Giuseppe Provenzano, spiega le misure per accelerare la spesa dei fondi e sollecita Cassa depositi e prestiti a investire di più nel Mezzogiorno. Intanto per il Fondo monetario l’Italia continua ad avere un problema di debito troppo elevato e quello che serve è «un piano credibile nel medio termine», spiega Pol Thomsen, responsabile del Dipanimento europeo del Fmi
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Maria_Teresa Cometto
Titolo: Bankitalia: luglio, crescita zero Fmi, i timori sui dazi
Tema: Pil, le previsioni di Bankitalia
Quanto serio sarà l’impatto dell’aumento dei dazi sull’economia italiana? E la manovra del nuovo governo è davvero sufficiente a iniziare a rilanciare il Paese? Ne discutono i rappresentanti del governo e i banchieri italiani agli incontri in corso al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale. L’Italia è ancora sotto osservazione perché la nostra economia è stagnante, sia secondo l’ultimo bollettino Bankitalia – zero crescita a lugliosettembre – sia secondo il Fmi, mentre il rapporto fra debito pubblico e Pil continua a peggiorare: dal 132% nel 2018 fino al 134% nel 2020. «Ma il nostro Paese non è più nell’elenco dei rischi» per la crescita globale, ha dichiarato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Sono le attuali turbolenze commerciali e geopolitiche ad aumentare l’incertezza nell’economia globale, con effetti negativi soprattutto sul fronte degli investimenti, ha detto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco a Bloomberg tv. In particolare i nuovi dazi Usa sono preoccupanti, secondo Bankitalia, perché anche se riguardano «una quota relativamente limitata delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti» i loro «effetti indiretti potrebbero essere significativi».
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Giovanni Tria
Titolo: In eurozona serve un fondo investimenti – All’eurozona serve un fondo per investimenti
Tema: Fondo europeo per gli investimenti, la proposta di Tria
L’ex mimistro dell’Economia propone, dalle pagine del quoitidiano della Confindustria, rifletendo sui limiti e le contraddizioni della poltica monetaria espansiva della Bce, di creare liquidità mediante il finanziamento diretto di programmi pubblici di investimento in infrastrutture materiali e immateriali e in innovazione tecnologica su scala europea. La liquidità aggiuntiva create entro questi vincoli non alimenterebbe timori di una nuova bolla finanziaria o di ripresa dell’inflazione, nè sarebbe assimilabila alla “abborrota” mutualizzazione dei debiti sovrani. “l’assorbimento di liquidità da parte degli investimenti pubblici – scrive – con il conseguente miglioramento delle dimensioni e della qualità del capitale pubblico, non avrebbe un effetto di spiazzamento degli investimenti privati, che al contrario beneficerebbero di un miglioramento dei loro rendimenti. La pratica attuazione della proposta – aggiunge – potrebbe passare attraverso la partecipazione al finanziamento di un budget dell’Eurozona dedicato a sostenere investimenti produttivi, di cui si discute da tempo, senza sostanziali progressi, nei faticosi processi decisionali di Bruxelles”.
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Societa’, istituzioni, esteri
Testata: Corriere della Sera
Autore: Andrea Nicastro
Titolo: Barricate, scontri e feriti: la battaglia di Barcellona – Salta il «clásico», chiude la Basilica Barcellona si ritrova nel caos
Tema: Barcellona, nuovi scontri e arresti
Continuano i disordini a Barcellona dopo la condanna dei leader secessionisti.Lo sciopero indipendentista di ieri è riuscito, pacifico e massiccio come nella tradizione del «catalanismo», ma nella notte la faccia violenta, inedita, incontrollabile del movimento secessionista è tornata a bruciare cassonetti e tenere la città in ostaggio della paura. La polizia ha parlato di scontri duri. Quasi 20 gli arresti e oltre 6o i feriti in un corteo parallelo a quello ufficiale, forte di 4.500 attivisti. La polizia parla di almeno 500 «antisistema particolarmente violenti», incappucciati e armati di mazze, biglie d’acciaio, acido e bottiglie molotov. Gli agenti in tenuta anti sommossa hanno risposto con gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e proiettili di gomma.
Per ragioni di sicurezza è stata chiusa la Sagrada Familia, la basilica di Gaudí, e rinviato il «clásico», il derby di Spagna tra Barcellona e Real Madrid. Il successore di Puigdemont, Quim Torra. Il nuovo President secessionista ha sostenuto che l’unica via d’uscita è una nuova conta popolare: non un referendum come quello del 2017, nato illegale e finito con le condanne di lunedì. Basterebbero, secondo Torra, normali elezioni amministrative che tutto il mondo dovrebbe però considerare alla stregua di un plebiscito pro o contro la secessione. Intanto, Caries Puigdemont ieri si è presentato in un commissariato belga per rispondere al mandato di arresto internazionale che la Spagna ha emesso contro di lui. La polizia gli ha lasciato libertà di movimento. Puigdemont ha tre gradi di giudizio a disposizione prima di essere estradato
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Testata: Repubblica
Autore: Alessandro Oppes
Titolo: 500 mila catalani bloccano Barcellona – Le barricate di Barcellona per i suoi leader in carcere
Tema: Barcellona, nuovi scontri e arresti
La cronaca dei violenti scontri che ieri, a Barcellona, in occasione della giornata di sciopero indetta per protestare contro la condanna al carcere dei leader indipendisti catalani, ha opposto le forze dell’ordine ai manifestanti.”Le cariche – si legge – sono partite molto presto, nel primo pomeriggio, per disperdere gli studenti che hanno aderito in massa alla giornata di sciopero generale indetta da due sindacati indipendentisti minoritari. In realtà, quando i furgoni si sono messi in moto, i ragazzi dei licei e delle università manifestavano in modo pacifico, avvolti nelle esteladas, le bandiere separatiste, molti seduti al centro della carreggiata. La prima carica è partita all’improvviso, a sorpresa, con la folla dispersa a manganellate e il lancio di candelotti lacrimogeni. Da quel momento la giornata ha preso una brutta piega, come era successo già nelle tre notti precedenti. Sono entrati in scena gruppi di anarchici, felpa col cappuccio tirato su, sciarpa a coprire il viso e a proteggersi dai lacrimogeni […] Sono quelli che hanno meno scrupoli a cercare il confronto fisico, appoggiati dalla parte più radicale dei ragazzi dei Cdr, i Comitati per la difesa della Repubblica nati nelle giornate del referendum di due anni fa”.
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Testata: Stampa
Autore: Giordano Stabile
Titolo: Erdogan: i profughi nelle zone di sicurezza I caccia turchi violano subito la tregua
Tema: Siria, tregua fragile al confine con la Turchia
I combattimenti sono continuati nel primo giorno di tregua nel Nord-Est della Siria, con cinque civili morti in un raid dell’aviazione turca, un elicottero turco abbattuto, mentre Recep Tayyip Erdogan ha ribadito che l’offensiva riprenderà, martedì prossimo, se non avrà ottenuto la sua «zona di sicurezza» larga 440 chilometri e profonda 32. Il leader turco ha detto che le notizie di violazione della tregua sono «disinformazione» ma ha anche smentito la promessa di ritiro delle truppe di Ankara, una volta ottenuto il disarmo dei guerriglieri curdi: manterrà nella regione «12 posti di osservazione», cioè basi dell’esercito turco come quelle già presenti nella provincia di Idlib. Una presenza che non potrà essere contestata neppure dal governo di Damasco, in quanto in caso di attacchi ai suoi soldati, la risposta sarebbe «immediata». Il cessate-il-fuoco è quindi soltanto una «pausa» nelle operazioni.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: La tregua fragile al confine siriano L’Europa chiama Erdogan al tavolo – I curdi accerchiati, inizia la «tregua» Tre leader europei invitano Erdogan
Tema: Siria, tregua fragile al confine con la Turchia
Dopo il “cessate il fuoco” negoziato giovedì dal vicepresidente americano Mike Pence assieme al segretario di Stato Mike Pompeo con Recep Tayyip Erdogan, entra in scena la diplomazia, che deve, però, fare i conti con la nuova realtà sul terreno. In campo anche l’Europa. Erdogan ne contesta l’«ipocrisia». («Un’accusa che respingo», gli ha risposto a distanza il premier Giuseppe Conte). Emmanuel Macron critica duramente l’offensiva turca: una «follia», ma annuncia che presto una delegazione formata da lui stesso assieme ad Angela Merkel e Boris Johnson incontrerà Erdogan, forse a Londra.Erdogan, però,ha ribadito ieri che, se i curdi entro le 120 ore definite l’altra sera non si ritireranno oltre la fascia di territorio larga 30 chilometri da lui unilateralmente imposta a ridosso del confine, l’offensiva turca «riprenderà più dura e determinata di prima».
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Testata: Messaggero
Autore: G.Per.
Titolo: Tensione diplomatica Italia-Turchia l’ambasciatore contro Pd e sinistra
Tema: Turchia, tensioni nei rapporti diplomatici con l’Italia
Sale la tensione tra la Turchia e l’Italia, con toni che diventano sempre più aspri. ieri l’ambasciatore turco in Italia, Murat Salim Esenli, h lanciato accuse ad esponenti politici della maggioranza nel corso di una conferenza stampa a Roma.
«Non vi dirò il nome, ma un membro» di un partito che è al governo in Italia «ha usato foto false per criticare ingiustamente la Turchia», immagini «che riguarderebbero un attacco chimico nella regione. Questo non ha niente a che fare con la verità», ha detto. Probabilmente l’uomo politico nel mirino è il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che nel tardo pomeriggio di giovedì ha pubblicato un post parlando di «bambini curdi gravemente ustionati da armi chimiche». Esenli sostiene anche che le recenti posizioni del governo sulla questione siriana, e quindi le accuse all’operato di Ankara, hanno provocato «un danno nelle relazioni diplomatiche» tra i due Paesi. Se non sarà riparato velocemente, ha avvertito, tutto questo «potrebbe avere conseguenze negative». II riferimento è alla burrascosa telefonata di giovedì tra il premier Giuseppe Conte e il leader turco Erdogan. Ma da Bruxelles il presidente del Consiglio ha ribadito che Roma giudica «inaccettabile» l’operazione militare in Siria, respingendo le accuse di «ipocrisia» lanciate ai Paesi europei proprio da Erdogan.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Nicol Degli Innocenti
Titolo: Il D-Day di Brexit, lotta in Parlamento fino all’ultimo voto
Tema: Brexit, oggi il voto al Parlamento inglese
La giornata forse più importante nella lunga storia di Brexit si apre senza alcuna certezza su come si concluderà. L’accordo raggiunto da Boris Johnson con l’Unione Europea verrà votato dal Parlamento di Westminster nel pomeriggio, dopo che il premier avrà presentato i dettagli dell’intesa e i deputati avranno avuto qualche ora di tempo per il dibattito di rito. Johnson e i suoi ministri, che hanno passato la giornata di ieri a cercare di convincere conservatori scettici e laburisti ribelli a sostenere l’accordo, si dichiarano ottimisti sull’esito del voto. Sulla carta i numeri non ci sono, dato che il premier ha bisogno di 320 voti favorevoli e i deputati conservatori sono solo 287. Johnson non ha la maggioranza in Parlamento ma ha due assi nella manica: in primo luogo gode della fiducia degli euroscettici e usando la sua popolarità, il suo carisma e una montagna di promesse può riuscire a convincerli ad accettare un accordo ben diverso da quello che avrebbero voluto. In secondo luogo Johnson può contare sull’effetto stanchezza nel Paese. Le discussioni e le divisioni su Brexit durano da oltre tre anni e c’è molta voglia di voltare pagina. Un sondaggio a caldo fatto ieri da YouGov rivela che il 41% degli interpellati vuole che il Parlamento oggi approvi l’accordo e solo il 21% è contrario.
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PRIME PAGINE
IL SOLE 24 ORE
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CORRIERE DELLA SERA
Titolo: Prima pagina
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LA REPUBBLICA
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LA STAMPA
Titolo: Prima pagina
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IL MESSAGGERO
Titolo: Prima pagina
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IL GIORNALE
Titolo: Prima pagina
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LIBERO QUOTIDIANO
Titolo: Prima pagina
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IL FATTO QUOTIDIANO
Titolo: Prima pagina
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