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SINTESI IN PRIMO PIANO – 2 dicembre 2019

– Fondo salva Stati: continuano le fibrillazioni nella maggioranza
– Manette agli evasori, raggiunto l’accoro sul decreto fiscale
– Migranti, in vigore l’accordo di Malta

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Repubblica 
Autore:  Tommaso Ciriaco
Titolo: Così salta tutto – Governo in bilico sul salva-Stati Di Maio sfida il Pd “Si voti sul rinvio”
Tema: Fondo salva Stati: fibrillazioni nella maggioranza

Governo in bilico sul salva-Stati. Nel vertice a palazzo Chigi si è consumato uno scontro durissimo tra M5s e Pd, mentre i renziani hanno disertato l’incontro. Di Maio ha insistito nella sua richiesta di un rinvio per aver il tempo di modificare il trattato,e continua a condizionare la firma del Governo a un passaggio parlamentare. Ha incontrato l’opposizione dei ministri dem: Franceschini si è scontrato con il capo del Movimento, dandogli di fatto dell’irresponsabile, e Amendola ha ricordato polemicamente al grillino che la sua posizione assomiglia a quella di Matteo Salvini, Su proposta del premier Conte, viene comunque raggiunta una posizione di compromesso, affidando a  Gualtieri un mandato a trattare a oltranza in Europa. Ma lo spettro del voto anticipato torna attualissimo: Pierluigi Castagnetti, considerato un amico del Quirinale, lo evoca con un lapidario «caliamo il sipario?»., e l’idea sembra convencere anche Zingaretti, convinto che il  ritorno alle urne potrebbe rappresentare il male minore: «In fondo – lo hanno sentito ragionare con l’ala dura del Pd – saremmo gli unici, tra i quattro partiti di maggioranza, a prendere più parlamentari, mentre i 5S crollerebbero».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Maria_Teresa Meli
Titolo: Intervista a Goffredo Bettini – «Noi stufi di un certo andazzo Si cambi musica o si chiude»
Tema: Fondo salva Stati: fibrillazioni nella maggioranza

Goffredo Bettini,, sulla scia delle dichiarazioni di Castagnetti che ha esplicitamente prospettato la fine dell’esperienza di governo tra Pd e M5s, avverte che, una volta approvata la manovra di bilancio, «o si cambia musica o finisce la musica».
Ma confida che «Conte a gennaio concordi un’agenda su cui l’intera maggioranza si possa confrontare e decidere», rilanciando unaa azione di governo in grado di «rovesciare l’orientamento dei tanti italiani che hanno votato la destra. Ma occorre – aggiunge – più chiarezza di idee e tanta determinazione».
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Testata:  Giornale 
Autore: Vittorio Macioce
Titolo: Finita la pazienza il Pd pensa al voto «Cala il sipario» – Quel tweet che sfiora il Colle «Cala il sipario sul governo»
Tema: Fondo salva Stati: fibrillazioni nella maggioranza
Vittorio Macioce così commenta le crescenti fibrillazioni che agitano la maggioranza di governo e l’acuirsi delle tensioni tra Pd e M5s: “Il male oscuro del governo piano piano sta salendo fino al Colle. Bastano tre parole e un punto interrogativo per dire che la pazienza non c’è più. «Caliamo il sipario?». La domanda, retorica, è di Pierluigi Castagnetti ed è uno di quei segnali che è difficile ignorare”. L’esponente dem, “uno dei consiglieri più ascoltati dal presidente della Repubblica”, .si legge più avanti, ” non è preoccupato solo per le sorti del governo. Vede oltre. Teme che il Pd esca da questa storia sfibrato, svuotato, imputridito, fino a toccare un punto di non ritorno. Castagnetti insomma pensa che il Pd debba uscire da questo rapporto malato il prima possibile. E una questione di sopravvivenza. E meglio andare alle elezioni. Sfidare Salvini.e nel caso di sconfitta fare opposizione”.
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Testata:  La Verita’ 
Autore:  Paola  Bulbarelli
Titolo: Intervista a Giorgia Meloni – Giorgia Meloni «Di Maio mostri dignità e faccia cadere l’esecutivo» – «Di Maio mostri dignità e faccia cadere il governo»
Tema: Fondo salva Stati: fibrillazioni nella maggioranza

Da Bologna, nel corso dell’incontro organizzato da Fratelli D’Italia per discutere di lavoro, imprese e infrastrutture, Giorgia Meloni lancia un esplicito appello a Luigi Di Maio perchè faccia cadere il governo, dilaniato dalle polemiche sul Mes. «Se Luigi Di Maio ha un briciolo di dignità – dice -questo è il momento in cui lo deve dimostrare. Basta proclami, i numeri in Parlamento li ha, se non vuole il Mes, come dice, ritiri il sostegno del M5s al governo. Basta fare i pagliacci, basta dire una cosa e farne un’altra. Se vuole essere coerente Di Maio ha una grande occasione per dimostrare dignità»
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Andrea Senesi
Titolo: Milano, 25mila Sardine riempiono piazza Duomo – Le Sardine sbarcano a Milano: in 25 mila (sotto la pioggia)
Tema: Sardine, nuova manifestazione a Milano

Nuova manifestazione del movimento delle Sardine, che ieri si sono riunite a Milano in 25mila riempendo piazza Duomo. Star a sorpresa della giornata, Roberto Saviano che, parlando dal palco, ha ricordato come il movimento rappresenti una mobilitazione dal basso a difesa dei valori della Costituzione e dell’antifascismo. «Questa piazza è bellissima perché non c’è nessuna volontà di dire vaffa – ha aggiunto l’autore di «Gomorra» – ma questa è l’Italia che ha voglia di incontrarsi. E Salvini si sta preoccupando moltissimo, si sta mettendo a paura».
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Economia e finanza

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Il retroscena – Salva-Stati, si tratta con la Ue – Di Maio avverte: non ci sono i numeri, lasciamo decidere il Parlamento
Tema: Fondo salva Stati

Il governo tratterà con l’Europa sul salva-Stati, il meccanismo nato come fondo finanziario per la stabilità economica dell’eurozona. La riunione tra esecutivo e maggioranza è stata caratterizzata da tensioni tra giallorossi. Con i renziani che non hanno partecipato al summit. Comunque il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri avrà il mandato di cercare una mediazione con Bruxelles così da evitare ulteriori scossoni ai giallorossi. Di Maio ha risposto alle critiche dei dem, stanchi
dei continui rilanci del ministro degli Esteri, chiedendo una risoluzione di maggioranza, che impegni il governo a seguire la rotta tracciata dal Parlamento. Conte, da parte sua, ha garantito che «nessuna decisione diventerà definitiva senza l’approvazione del Parlamento italiano».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Alberto D’Argenio
Titolo: Intervista a David Sassoli – Sassoli: “Bloccare la riforma è una scelta ad alto rischio per l’Italia” – Sassoli “Bloccare la riforma è una scelta ad alto rischio per la credibilità dell’Italia”
Tema: Fondo salva Stati

La polemica sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) non fa altro che «danneggiare la credibilità» dell’Italia sui mercati e tra i partner continentali. Ne è convinto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. «La riforma del Meccanismo non danneggia l’Italia», dice. Ammette tuttavia che «ci sono alcuni aspetti che possono essere migliorati, ma all’interno del più complessivo pacchetto di riforma della zona euro, non nel trattato del Mes. Penso ad esempio ad alcuni aspetti dell’Unione bancaria che potrebbero affiancare il nuovo Fondo salva-Stati in modo più vantaggioso». E aggiunge: «Le regole del Mes possono essere migliorate anche introducendo meccanismi che prevedano un coinvolgimento del Parlamento europeo, ma non firmarlo sarebbe come andare in giro con una Ferrari non assicurata, come non avere un paracadute in un momento di difficoltà»
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Alessandro Penati  
Titolo: Il commento – Facciamo chiarezza su questo Mes – Facciamo chiarezza sul Mes
Tema: Fondo salva Stati

Alessandro Penati, chiude la sua analisi dettagliata delle modifiche introdotte con la riforma del trattato isrtitutivo del Mes, esortando il Governo italiano ad aderire al nuovo trattato. “Non farlo, o rinviarlo, – scrive – sarebbe inutile perché il Mes è un accordo tra governi e quindi il Trattato può essere ratificato anche senza di noi. E aumenterebbe solo i danni perché una vittoria della linea di Salvini e Di Maio rafforzerebbe i timori sulla pericolosità del nostro debito”. Oggettivamente, il Trattato aumenta la probabilità che in caso di crisi futura ci venga richiesta una ristrutturazione del debito. Ma è chiaro che la responsabilità per tutto questo è il risultato dell’esperienza dei gialloverdi al governo e delle politiche propugnate ancora oggi dalla Lega e, a giorni alterni, dal M5S. Servirà pure a Salvini per arrivare alle elezioni e a vincerle. Qualcuno gli spieghi – conclude – che rischia di trovarsi a governare su un cumulo di macerie (sotto al quale ci saremo anche noi)”.
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Testata:  Stampa 
Autore: Stefano Lepri
Titolo: Il rischio di una doppia sconfitta
Tema: Fondo salva Stati
Nel fondo di apertura, oggi, sulla Stampa, Stefano Lepri ricorda alle forze politiche impegnate nell’infuocata discussione sul Salva Stati che “non si può chiedere agli altri Paesi la garanzia che l’Italia sarebbe protetta dalla bancarotta in qualsiasi modo si comporti. Chi governa un Paese tanto indebitato – aggiunge – deve soprattutto provvedere a tenerlo lontano dal pericolo. Ciò che giustamente si può pretendere – sottolinea – è che non si concordino norme tali da renderci più difficile il compito di salvarsi da soli”, come avverrebbe se “passassero certe misure sulle banche sollecitate dai tedeschi, nel quadro del completamento dell’unione bancaria”. E’ su questo aspetto che occorre accendere un confronto serrato con l’Europa, ma – avverte – “appare poco fondata l’idea che chiedere una (inutile) pausa di riflessione sull’accordo Mes possa rafforzare la posizione negoziale italiana”.
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Testata:  Stampa 
Autore: Carlo Cottarelli
Titolo: L’opinione – Il vero nodo è il debito dello stato – Dietro lo scontro sul fondo salva-Stati il vero problema è ridurre il debito pubblico
Tema: Fondo salva Stati

Carlo Cottarelli definisce “assurdo” il dibattito sul fondo europeo Salva Stati cui abbiamo assistito negli ultimi giorni. “La la maggiore assurdità – scrive – è quella di dimenticarsi che, indipendentemente da quello che verrà scritto nel trattato del Mes, dato lo stato dei conti pubblici italiani e il nostro comportamento negli ultimi anni in termini di gestione della finanza pubblica, corriamo davvero il rischio che un eventuale aiuto da parte dei nostri partner europei sia accompagnato da una richiesta di ristrutturare il debito” perchè – spiega- “oltralpe” è diffusa “la convinzione che il debito pubblico italiano possa essere ridotto solo attraverso un forte taglio iniziale e non attraverso un graduale aggiustamento”. Per evitare che ciò accada – continua – la classe politica di governo dovrebbe “Mostrare che è possibile ridurre il nostro debito gradualmente, senza fare manovre troppo radicali di austerità ma attraverso aggiustamenti stabili nel tempo. Ci aiuteranno riforme che rilancino la crescita (meno burocrazia, meno tasse risparmiando sulle spese non prioritarie, meno evasione, una giustizia civile e servizi pubblici che funzionino) […] Si può fare, si deve fare per convincere gli altri paesi europei che il debito italiano è sostenibile e non deve essere ristrutturato. Questa dovrebbe essere la nostra principale preoccupazione, non il Mes”, conclude Cottarelli.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Andrea Ducci  Titolo: Evasori e carcere, Confindustria attacca
Tema: Manette agli evasori
E’ stato raggiunto l’accordo di maggioranza sul decreto fiscale collegato alla legge di Bilancio. L’intesa è stata definita nel corso di una lunga maratona notturna che ha consentito l’approvazione del testo finale in commissione Finanze a Montecitorio. Il testo verrà sottoposto alla discussione in Aula già oggi. Il tema più controverso nelle ultime ore ha riguardato le modifiche introdotte all’articolo 39 del testo e l’inasprimento del decreto 231, stabilendo di estendere l’ambito applicativo ai reati tributari. Lo stallo si è registrato sul carcere per i gradi evasori, con il raggiungimento di un’intesa su un emendamento, che pur prevedendo un innalzamento delle pene, ne attenua l’effetto nel caso di reati occasionali, commessi cioè senza una chiara intenzione di frodare il fisco. Si registra, però, la ferma opposizione al provvedimento di Confindustria, allarmata dal generale inasprimento delle pene, con la revisione delle soglie di punibilità e l’ estensione del decreto 231 sulle responsabilità degli amministratori. «Non è certamente questo proliferare di interventi penali, volti a criminalizzare il mondo dell’impresa, il modo corretto per combattere l’evasione e far crescere l’economia del Paese. Preoccupa – lamenta Confindustria – il continuo ampliamento della sfera penale ai fatti economici».
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Testata:  Giornale 
Autore:  Alessandro Sallusti
Titolo: Tasse, sì alle manette
Tema: Manette agli evasori

Il direttore del Giornale si scaglia contro l’accordo di Governo sulle manette agli evasori. Scrive.”Chi pensa che i problemi del Paese si risolvano introducendo uno Stato di polizia, di mestiere dovrebbe fare il questurino, non il ministro. Gli italiani hanno bisogno di essere liberati, non arrestati. E giudicati da persone che ne abbiano i titoli, non da politici inesperti e improvvisati” E ricorda che “lo Stato ha settanta miliardi di debiti con imprese e privati. Una cifra enorme, circa il 6 per cento del Pil, e se fosse costretto a pagarli con gli stessi metodi coercitivi e tempi che lui impone ai suoi debitori, fallirebbe all’istante. Che facciamo- chiede – mettiamo le manette anche al ministro dell’Economia e al premier che evadono i loro debiti?”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Sara Bennewitz
Titolo: Autostrade, Di Maio contro Benetton È gelo tra la famiglia e i manager
Tema: Autostrade

E’ dura la reazione di Luigi Di Maio alla lettera inviata ieri ad alcuni quotidiani da Luciano Benetton, nella quale invocava
lo stop alla «campagna d’odio» scatenata contro la sua famiglia. Il ministro degli Esteri, letta ieri mattina la missiva di Benetton ha replicato attraverso Facebook: «È normale che a un anno e mezzo di distanza dalla tragedia del Ponte Morandi, l’uomo che per primo si è arricchito alle spalle degli italiani chiudendo un occhio sui mancati interventi di manutenzione da parte della sua società, oggi si improvvisi in un appello alla pace e al bene?». L’esecutivo si appresta dunque a procedere con la revoca della concessione ad Autostrade o, in alternativa, con un accordo “compensativo” che impegni la controllata di Atlantia ad un sostanzioso e duraturo taglio dei pedaggi, come confermato nei giorni scorsi dalla ministra dei Trasporti Paola De Micheli e dallo stesso premier Conte.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Messaggero 
Autore:  Valentina Errante
Titolo: L’accordo di Malta è operativo: alla Ue i primi 210 migranti – Operativo l’accordo di Malta: alla Ue i primi 210 migranti
Tema: Migranti, in vigore l’accordo di Malta

E’ entrato in vogore ed è operativo il ricollocamento dei migranti, previsto nel documento sottoscritto a La Valletta lo scorso settembre da Italia, Francia, Germania, Finlandia e Malta. I profughi soccorsi nel canale di Sicilia e arrivati sulle nostre coste nelle ultime settimane sono infatti in partenza con destnazione Germania, Francia, Portogallo, Irlanda e Spagna. L’applicazione dell’intesa è stata gestita direttamente da Bruxelles, che ha accolto le istanze del nuovo governo, assicurando, di fatto, di superare il Trattato di Dublino. In particolare, la redistribuzione, infatti, non riguarda solo i richiedenti asilo, ma anche i cosiddetti migranti economici, finora fuori da ogni accordo e destinati a rimanere nel paese di primo ingresso.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fiorenza Sarzanini
Titolo: Migranti, 8 su 10 redistribuiti nei Paesi del patto – Via dall’Italia L’intesa alla prova
Tema: Migranti, in vigore l’accordo di Malta

L’80 per cento dei migranti che arriva in Italia – riferisce Fiorenza Sarzanini –  viene registrato e andrà via entro un mese grazie alle richieste congiunte di «ricollocazione» presentate all’Unione Europea. La svolta sulla distribuzione di chi sbarca in Italia arrivata giorni fa – quando Germania, Francia e Malta hanno indicato a Bruxelles la cifra di stranieri che avrebbero accolto – è operativa (ha funzionato già in tre casi) per tutti gli approdi delle navi. Così, nel momento in cui viene chiesto il via libera all’attracco nei porti, scatta la divisione per quote tra gli Stati. Una ripartizione preventiva che evita le estenuanti trattative vissute ai tempi di Salvini ministro.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Alessandra Rizzo
Titolo: Londra, basta libertà vigilata per i terroristi
Tema: Gran Bretagna, le misure di sicurezza del governo

Revisione urgente di circa settanta casi di detenuti potenzialmente pericolosi in regime di semilibertà e linea dura contro i terrorristi. Sono queste le misure annunciate dal governo in seguito all’attentato di London Bridge, commesso da un uomo di 28 anni condannato per terrorismo ma rilasciato in anticipo. Boris Johnson, in corsa per la rielezione nel voto del 12 dicembre, sostiene che l’attentato si sarebbe potuto evitare e giura che se verrà confermato premier inasprirà il sistema. «I terroristi sconteranno ogni singolo giorno della loro sentenza, senza eccezioni», ha detto. La scarcerazione anticipata del terrorista che venerdì ha ucciso due persone a colpi di coltello e ne ha ferite altre tre prima di essere a sua volta freddato dalla polizia, ha provocato una bufera, con recriminazioni e accuse reciproche tra i Tory e i Laburisti, impegnati nelle ultime battute della campagna elettorale. Jeremy Corbyn, in particolare, ha accusato i Tory di aver reso le strade meno sicure con misure di austerity che hanno comportato il taglio di 20 mila agenti dal 2010.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Paolo Mieli
Titolo: L’ambigua sinistra inglese
Tema: Gran Bretagna, verso le lelezioni

Paolo Mieli scruta lo scenario politico britannico a pochi giorni dalle elezioni politiche. L’atto terroristico compiuto da Usman Khan venerdì scorso sul London Bridge. sembra avvantaggiare il partito di Boris Johnson che i sondaggi danno in ogni caso come vincitore. Le speranze di ribaltare le previsioni sono affidate dal leader laburista Jeremy Corbyn al programma “davvero ambizioso”, che prevede una tassazione super per le imprese tassazione super per le imprese per finanziare misure quali
la nazionalizzazione dei servizi pubblici e la settimana lavorativa accorciata a 32 ore, con aumento del 5% dei salari. Ma sull’appeal del leader laburista presso l’elettorato, pesano le ambiguità della sua politica estera, caratterizzata da “forti connotati antiatlantici corroborati da una più che decisa simpatia per organizzazioni come Hamas e Hezbollah (definite «amiche») e di spiccata antipatia nei confronti «delle politiche dello Stato di Israele». A tal punto evidente che in molti, anche dall’interno del Partito laburista, hanno identificato in essa i caratteri di un’ostilità a Israele tout court, sconfinante per di più in un (magari involontario) sentimento antisemita”.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Francesca Paci
Titolo: Il Parlamento accetta le dimissioni del premier
Tema: Iraq, si dimette il premier

Dopo due mesi di rivolte costate la vita a 400 persone, in una domenica segnata dalle parole allarmate del Papa per le violenza delle forze di sicurezza, il premier iracheno, lo sciita Adel Abdul Mahdi, si è dimesso: mentre gli scontri continuano a insanguinare Baghdad, Najaf e Bassora, i deputati, riuniti ieri in sessione d’emergenza, hanno recuperato così il mandato di Mahdi per assegnare al presidente, il curdo Barham Salih, il compito d’interpellare il maggior blocco parlamentare (quello filo-Iran in un Paese però a maggioranza sunnita) e nominare rapidamente il successore. L’Iraq entra adesso in una fase nuova, imprevedibile, l’esito niente affatto scontato delle proteste cominciate a inizio ottobre con migliaia di cittadini in piazza per chiedere lavoro e denunciare insieme alla corruzione diffusa l’abbraccio mortale di Teheran.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  … 
Titolo: Caos Malta: «Muscat vada via subito»
Tema: Malta, continuano le proteste di piazza

Malta scende in piazza per l’ottava volta. Chiede che Joseph Muscat se ne vada subito. Ma il partito laburista ancora una volta ha deciso di far quadrato, nonostante le evidenti spaccature, e dl tenere il premier in sella almeno fino all’8 gennaio, quando comincerà il processo interno al partito per l’elezione del nuovo leader del partito e del paese.
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PRIME PAGINE

IL SOLE 24 ORE
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CORRIERE DELLA SERA
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LA REPUBBLICA
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LA STAMPA
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IL MESSAGGERO
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IL GIORNALE
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LIBERO QUOTIDIANO
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IL FATTO QUOTIDIANO
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