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SINTESI IN PRIMO PIANO – 21 aprile 2020

In evidenza sui maggiori quotidiani:

– Coronavirus: per la prima volta cala il numero di positivi in Italia.
– Europa, Conte prende tempo sul Mes, ipotesi voto in Parlamento
– Decreto Aprile: allo studio reddito di emergenza e prolungamento cassa integrazione.
– Coronavirus: i paesi del Nord Europa verso la riapertura.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Iossa Mariolina 
Titolo: Meno malati, la prima volta – Cala il numero dei positivi «Non era mai successo»
Tema: Coronavirus, i numeri del contagio

Per la prima volta dall’inizio dell’epidemia la Protezione civile riferisce di un numero con il segno meno che è molto incoraggiante: è quello degli attuali malati, scesi di 20 unità.  Buone anche le notizie sui guariti: sono 1.822, un po’ meno rispetto al giorno prima quando erano 2.128, ma «la metà di tutti i guariti sono stati registrati nell’ultimo mese», ha spiegato il capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli. Sempre in discesa anche il numero dei pazienti ricoverati: sono 24.906, domenica erano 25.033; in terapia intensiva 2.573 malati, 62 in meno. I contagiati complessivi sono 181.228, 2.256 in più rispetto al giorno prima, con una percentuale di crescita che è dell’1,3%. Domenica l’incremento era stato di 3.047 casi. I morti sono 454, domenica erano 433, e questo numero frena gli entusiasmi. “La battaglia non è vinta — ha detto lo pneumologo del Gemelli Luca Richeldi, commentando i dati in conferenza stampa con Borrelli —. Tra sei parametri che analizziamo solo quello dei morti non va nella direzione che vorremmo, è un dato doloroso, ma tutti gli esperti ci dicono che sarà l’ultimo numero a scendere”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Trocino Alessandro 
Titolo: Ma quando zero infezioni? Prime Basilicata e Umbria Lombardia solo a fine giugno
Tema: Coronavirus, i numeri del contagio

Secondo le proiezioni statistiche fatte dagli esperti dell’Osservatorio nazionale della Salute nelle regioni italiane, coordinato da Walter Ricciardi — direttore dell’Osservatorio e ordinario di Igiene all’Università Cattolica — e da Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio, Umbria e Basilicata saranno le prime Regioni italiane ad arrivare al coontagio zero. Lo stop dovrebbe verificarsi a partire da oggi (il 17 aprile le due Regioni contavano rispettivamente solo 1 e 8 nuovi casi). Seguono Molise, Sicilia e Sardegna, entro la fine di questo mese. Per il Lazio occorrerà attendere almeno il 12 maggio. In Emilia-Romagna e Toscana lo stop a nuovi casi non dovrebbe accadere prima della fine di maggio. E a chiudere dovrebbero essere Lombardia e Marche, non prima del 28 giugno. Non tutti però sono persuasi dall’affidabilità delle previsioni: secondo Luca Ceriscioli, governatore delle Marche, la propria Regione potrebbe anticipare i tempi di circa un mese, mentre Sergio Venturi, commissario per l’emergenza coronavirus in Emilia-Romagna, ha commentato: “Non ho apprezzato queste previsioni sui contagi zero nelle regioni. È un esercizio che abbiamo già visto. Non abbiamo il tempo di esercitarci con la sfera di cristallo. Quando arriveremo ai contagi zero, lo sapremo”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso 
Titolo: Conte frena la Lombardia. Il 4 maggio riaperture parziali, il 18 i negozi
Tema: Coronavirus, verso la fase due

Il premier Giuseppe Conte frena sull’ipotesi di riapertura già dal 4 maggio. Il premier continua a nutrire forti dubbi sulle fughe in avanti delle Regioni, soprattutto della Lombardia, e per il pressing di alcune aziende per ottenere il via libera dai prefetti con l’autocertificazioné. Anche il ministro della Salute Roberto Speranza è prudente, argomentando le motivazioni alla base del rinvio delle elezioni amministrative. Il lavoro della task force presieduta da Vittorio Colao ha bisogno di ulteriore tempo per arrivare alle prime conclusioni, che verranno girate al governo tra giovedì e lunedì prossimo, non prima di un confronto con l’ISS. Toccherà poi al premier garantire dal 4 maggio la ripartenza, con criteri di massima da far calzare sui casi delle singole regioni, che potranno a loro volta limitare le riaperture per arginare il contagio di ritorno.  Il piano è questo, in estrema sintesi: dal 4 maggio riapertura del manufatturiero e del commercio collegato, oltre ai cantieri edili: tre milioni di lavoratori sugli otto totali censiti dal Mise. Seguiranno due settimane in cui resterà in vigore il blocco della circolazione interregionale. L’11 maggio, o più probabilmente il 18, via libera ai negozi. E dopo, soltanto dopo, sarà possibile garantire piena libertà di movimento ad anziani e bambini.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica – Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Nella fase 2 il ritorno delle passeggiate Orari e scrivanie, le regole per gli uffici
Tema: Coronavirus, verso la fase due

Il governo comincia a delineare le regole per la fase due della gestione dell’emergenza coronavirus, al via probabilmente dal 4 maggio: previsto un allentamento dei divieti di spostamento per i cittadini, ma regole severe per le aziende in modo da evitare la nascita di nuovi focolai di coronavirus. “Stiamo lavorando perché il 4 maggio i cittadini possano uscire, sempre che i dati lo consentiranno”, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza. A imporre ancora cautela è il rischio che spalancare portoni e cancelli e alzare le saracinesche dei negozi possa innescare una seconda ondata di contagi. Per questo le riaperture saranno deliberate in base alle tipologie delle attività e alle età delle persone. Il divieto di assembramento rimane — sia al chiuso, sia all’aperto — e servirà a proteggere soprattutto i giovani. Probabile invece che gli spostamenti da Comune a Comune rimagano ancora offlimits, almeno inizialmente.  Per poter tornare nei bar e ristoranti bisognerà attendere che i locali siano «messi in sicurezza». Se nella prima fase si privilegerà il «cibo da asporto», poi si concederà la riapertura con mascherine e guanti per il personale, il distanziamento dentro e fuori e non escludendo — per le metrature più grandi — l’installazione di veri e propri divisori tra i tavoli.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Salvia Lorenzo 
Titolo: App, polemiche per la privacy Salta la «quasi» obbligatorietà
Tema: App Immuni

Parziale marcia indietro del governo sulla iniziale ipotesi di “quasi obbligatorietà” dell’app che servirà a tracciare i contatti delle persone per arginare una seconda eventuale ondata del contagio. L’ipotesi era quella di limitare la libertà di movimento delle persone che non scaricheranno sul proprio telefonino l’app “Immuni”. Condivisibile il fine. Molto criticato il mezzo, cioè la limitazione della libertà di movimento. Si era pensato al divieto di uscire dalla propria regione. In realtà non è del tutto chiaro, perché la proposta era ancora in fase di studio. Ma prima ancora che venisse formalizzata, il governo l’ha scartata in via preventiva. Quel che appare certo è che le regole dell’app non verranno stabilite da un decreto del premier, ma da un voto in Parlamento. Per spingere gli italiani a partecipare al progetto il governo pensa quindi a una serie di attività aggiuntive per rendere l’app più appetibile. In particolare la possibilità di avere un filo diretto con il medico di famiglia e, previo consenso, di avere ricette e prescrizioni senza più la necessità di andare fisicamente fino al suo studio.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Di Matteo Alessandro 
Titolo: “La libertà degli italiani non è in vendita” Salvini e Meloni contro l’app anti-contagi
Tema: App Immuni

L’app che dovrebbe tracciare gli italiani per arginare la diffusione del virus mette in allarme la maggioranza dei partiti e il governo adesso deve faticare per rassicurare tutti. Troppo alto il rischio di “danni collaterali” che coinvolgono la privacy, e così il governo procede ad una marcia indietro rispetto all’idea iniziale di legare la possibilità di spostarsi all’utilizzo dell’app. La vicenda è delicata e non a caso persino il garante europeo per la privacy, in una raccomandazione – diretta non all’Italia in particolare ma a tutti i Paesi Ue – avverte : “Legittimità, trasparenza e proporzionalità dovrebbero accompagnare qualsiasi misura intesa a combattere la pandemia Covid 19”. Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono stati tra i primi ad alzare la voce. “Sono evidenti alcune gravi criticità – ha detto il leader della Lega – chi gestisce i dati raccolti, dove vengono conservati e per quanto e di chi è la proprietà dei dati? La strada scelta dal governo è pericolosa. La nostra libertà non è in vendita”.  La presidente di Fdi ha aggiunto: “E’ assolutamente impensabile che basti una semplice ordinanza per diffondere il software: un passaggio in Parlamento è d’obbligo: i dati sensibili dei cittadini siano tutelati e non entrino in nessun modo nelle disponibilità d i società private”. “Un terreno tanto delicato – ha spiegato Graziano Delrio, capogruppo dem alla Camera – non può essere affrontato esclusivamente con lo strumento dell’ordinanza commissariale. È necessario che la materia venga esaminata dalle Camere”.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Signore Adalberto 
Titolo: Il retroscena – Election day Così Giuseppi boicotta le larghe intese – Conte in cerca di truppe E punta all’election day contro le larghe intese
Tema: Scenario politico

Giuseppe Conte alle prese con le manovre di chi immagina un nuovo esecutivo chiamato a gestrire la fase due dell’emergenza coronavirus. Non c’è dubbio che in molti ambienti, ormai da settimane, si valutino scenari alternativi al Conte 2, troppo condizionato dalle divisioni interne al M5S e dalle conseguenti tensioni tra grillini e dem. Lo scontro sul Mes ne è la fotografia più implacabile. Anche in caso di voto a sostegno del governo sulla questione Mes, la prospettiva di un governo di unità nazionale con tutti (o quasi) dentro resterebbe sul tavolo.  Ecco perché in molti hanno visto nella decisione del Consiglio dei ministri di rinviare le elezioni regionali a dopo l’estate una mossa per stabilizzare l’esecutivo e, soprattutto, mettere una zeppa sulla strada di possibili esecutivi di salute pubblica.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cuzzocrea Annalisa 
Titolo: La maggioranza- Torna Dibba, governisti nel mirino per riprendersi il Movimento
Tema: Scenario politico

Alessandro Di Battista nega di aver mai voluto mettere nel mirino il presidente del Consiglio e di volerlo indebilire. “Il mio unico desiderio è non vedere un imputato per corruzione internazionale di nuovo a capo di Eni”, ha detto l’ex parlamentare pentastellato, spiegando che la sua uscita contro Descalzi, con tanto di appello e firme di parlamentari a supportarlo, non aveva secondi fini. Palazzo Chigi è stato raggiunto da rassicurazioni da parte di tutti i firmatari dell’appello anti-Descalzi: nessuno voleva dar fastidio al già di fficilissimo operato del premier. Il punto sarebbe un altro: la voglia di Di Battista di tornare in pista, di avere un ruolo, di essere centrale nel Movimento com’è stato in passato. Ma non c’è un orizzonte certo, per questo. Con le regionali rimandate in autunno, è molto facile che Crimi rinvii a ottobre-novembre anche quegli Stati generali che sarebbero dovuti servire a ricollocare i 5 stelle e a scegliere, poi, una nuova guida.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Minzolini Augusto 
Titolo: La profezia di Casini «Rischia i forconi» – Profezia di Casini sul premier: «Sarà mandato via coi forconi»
Tema: Scenario politico

Le parole dell’ex presidente della Camera Pierferdinando Casini, attuale senatore del Pd: “Il governo Conte – sentenzia – è morto. E già morto, anche se la crisi si consumerà tra uno, due mesi. E sarà determinata da un clima da rivolta sociale per cui Conte sarà costretto ad andarsene. Un po’ come avvenne nel 2011 con Berlusconi. Solo che il Cav è una persona seria, che ha senso dello Stato, e dieci anni fa prese da solo la decisione di farsi da parte. Invece Conte, che non ha l’istinto del politico o dell’imprenditore, sarà mandato via con i forconi”. Prosegue Casini, che pure rappresenta un partito di maggioranza: “In Conte c’è un’incapacità di fondo. Dalla sua ha la fortuna che neppure Salvini e la Meloni brillano. Anche se quest’ultima è più accorta. Solo che nell’ipotesi di una rivolta sociale, anche loro rischiano di essere travolti. Berlusconi che ha assunto una posizione intelligente mi ha confidato che non capisce dove vogliano arrivare: dice che da un parte c’è un Conte che “si è montato la testa” e dall’altra ha due alleati che hanno assunto posizioni incomprensibili”.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Rogari Marco – Trovati Gianni 
Titolo: Nel Def crollo Pil a -8% e debito verso 155-160%
Tema: Coronavirus, il fronte economico

Slittano i tempi dell’approvazione del Decreto Aprile, che rischia di arrivare a maggio. Un provvedimento da 70-75 miliardi, per circa 40 offerti dal nuovo disavanzo che però deve essere prima approvato dal Parlamento: il voto, come annunciato ieri dal ministro per i Rapporti con il Parlamento D’Incà, non avverrà però prima del 29-30 aprile, insieme al nuovo Def, probabilmente limitato al 2020/2021. Camera e Senato, che avevano previsto di chiudere la partita entro questa settimana, dovranno aggiornare i calendari, prevedendo con tutta probabilità il tradizionale ciclo di audizioni sul Def. Ma lo scostamento del deficit dovrebbe muoversi lungo lo stesso solco verso una votazione unica. A condizionare il calendario è soprattutto la complessa discussione in vista del Consiglio europeo di giovedì, da cui dovrebbe uscire il verdetto sulle misure comunitarie anti-crisi. A complicare l’avvio del nuovo decreto è però anche la difficoltà a far assestare il quadro delle misure. Il rifinanziamento di cassa integrazione e sostegni al reddito continua a gonfiarsi fino ai 25-30 miliardi indicati ieri dal presidente Inps Pasquale Tridico. In discussione ci sono poi le ulteriori forme di aiuto da indirizzare ai settori in difficoltà: una dotazione fra i 4 e i 10 miliardi a seconda delle ipotesi, che il ministro dello Sviluppo economico Patuanelli vorrebbe destinare all’avvio di aiuti a fondo perduto per le imprese, mentre al Mef studiano indennizzi proporzionali alla perdita di fatturato.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pogliotti Giorgio 
Titolo: Cig, altre nove settimane – Cassa integrazione per altre nove settimane Reddito di emergenza con quoziente familiare
Tema: Coronavirus, il fronte economico

Il bonus autonomi, che aumenterà da 600 a 800 euro, sarà accreditato in automatico dall’Inps per i mesi di aprile e maggio, come conferma il presidente dell’Istituto Pasquale Tridico. Buona parte degli esclusi dalle misure di sostegno del Dl Cura Italia potranno ottenere un reddito d’emergenza. Il ministro del Lavoro Catalfo ha annunciato che sarà un sostegno a 3 milioni di lavoratori con una base di partenza di 400 euro, e salirà fino a un tetto di 800 euro, in base al numero di componenti del nucleo familiare. Nel nuovo Decreto Aprile presente anche il rifinanziamento della cassa integrazione per 9 settimane e l’allungamento della Naspi e Discoll per un valore complessivo di 15 miliardi. Sempre nel pacchetto di misure del DI Aprile, per le colf e badanti in regola verrà istituita un’indennità per riconoscere sotto forma di cassa integrazione in deroga semplificata, una somma media di 400 euro se con contratto full time – che può arrivare a 600 euro-, e di 200 euro se part time.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Dominelli Celestina 
Titolo: Liquidità, operativa la linea Sace-Abi – Pronte le linee guida per la garanzia Italia affidata a Sace
Tema: Coronavirus, sostegno alle imprese

Pronto il disciplinare che definisce i termini per il rilascio della nuova Garanzia Italia prevista dal decreto liquidità a favore dei finanziamenti concessi dalle banche e dai soggetti abilitati all’erogazione del credito. Il manuale operativo è stato definito dai tecnici di Sace e Abi e annunciato ieri dal ministro della PA Fabiana Dadone e dal direttore dell’Associazione Bancaria Italiana Giovanni Sabatini. Gi istituti di credito potranno inserire da subito nel portale dedicato le richieste dopo essersi accreditati attraverso l’identificazione di un referente che sarà autorizzato ad accedere alla piattaforma web. Previsto un iter semplificato per le imprese con un fatturato inferiore a 1,5 miliardi e meno di 5 mila dipendenti e per tutti i finanziamenti fino a 375 milioni e con un percorso ordinario per tutte le altre. Stabilendo che l’erogazione del finanziamento dovrà avvenire entro 30 giorni dalla data di emissione della garanzia – che avverrà entro le 48 ore – per la procedura semplificata ed entro 45 giorni per quella ordinaria penala decadenza della copertura pubblica.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Massaro Fabrizio 
Titolo: La corsa burocratica ai prestiti
Tema: Coronavirus, sostegno alle imprese

Parte la corsa ai prestiti da parte delle imprese in difficoltà, ma senza le tensioni che i sindacati dei bancari temevano alla vigilia. Da ieri che presso le banche i titolari di pmi o partita Iva o i professionisti possono chiedere un prestito garantito al 100% dal Fondo centrale di garanzia fino al 25% dei ricavi 2019 e comunque fino a 25 mila euro. La concessone del credito dovrebbe avvenire in 48-72 ore, anche se molto dipenderà dalla mole di domande alle banche. Alcune banche hanno dato i numeri delle richieste del primo giorno: Mps ne ha ricevute 13 mila per 295 milioni di euro. Banco Bpm 8 mila per 140 milioni di euro. Unicredit dovrebbe aggirarsi sui 20 mila richiedenti, Credem su mille mila. Intesa Sanpaolo — che ha già erogato i primi prestiti — indica 1.300 domande processate (e 70 mila moduli scaricati), Bper conta 1.500 domande per circa 30 milioni.  Resta ancora da attivare la parte relativa ai finanziamenti oltre i 25 mila euro: quelli fino a 5 milioni per le imprese fino a 499 dipendenti, sempre coperti dal fondo centrale di garanzia (al 90% estensibile al 100% con i Confidi per prestiti fino a 800 mila euro per imprese più piccole) e quelli per le imprese medio-grandi garantiti dalla Sace.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Vico Dario 
Titolo: Per 15 mila euro di credito ci vogliono 19 documenti – Autocertificazioni e 19 documenti per quei fondi garantiti dallo Stato
Tema: Coronavirus, sostegno alle imprese

Il governo ha scelto di voincolgere il mondo bancario per il sostegno alle imprese in difficoltà. Nonostante però l’intenzione di semplificare i processi, la burocrazia sembra aver avuto ancora una volta la meglio. Lo conferma il caso di una piccola azienda del Centro Italia che ha chiesto un finanziamento coperto dal Fondo di garanzia per 15mila euro. La banca risponde indicando i documenti necessari per accendere il mutuo. In tutto 12 adempimenti che a loro volta implicano almeno altre 7 documentazioni aggiuntive.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Onado Marco 
Titolo: L’analisi – La pandemia e un sistema economico da salvare – La pandemia e un sistema da salvare
Tema: Coronavirus, sostegno alle imprese

Tutti i paesi europeo, ma l’Italia in modo particolare, rischiano che il blocco forzato causato dalla pandemia costringa molte aziende a chiudere i battenti per l’impossibilità di far fronte a un evento ben al di là del normale rischio di impresa. La particolare posizione dell’Italia deriva dal fatto che rispetto agli altri paesi, maggiore è la prevalenza di imprese medie e piccole e maggiore il ricorso all’indebitamento. Se quindi non si predispongono da subito i mezzi per assorbire queste perdite si rischia, come già sta avvenendo, che il credito non arrivi nelle quantità necessarie, aggravando l’impatto della crisi e avvitando l’economia in un circolo vizioso di depressione. Il documento della Banca d’Italia citato nei servizi del 19 aprile ha il pregio di indicare tre soluzioni, tutte condivisibili: la prima riguarda i trasferimenti diretti alle imprese, che non devono essere considerati meno urgenti di quelli alle famiglie; gli altri due punti della proposta mirano a risolvere nel medio termine i problemi finanziari tipici delle imprese, da un lato costituendo società-veicolo con capitale pubblico per la ristrutturazione dei debiti delle imprese medio-grandi e dall’altro incentivando fiscalmente la ricapitalizzazione delle aziende di ogni dimensione.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Romano Beda 
Titolo: Recovery fund. Al vertice Ue il nuovo budget per l’emissione di titoli comuni – Il piano Ue: debito comune per la ricostruzione post virus
Tema: Europa, la trattativa sulle misure anticrisi

Sarà un vertice importante, ma forse non risolutivo, quello di giovedì prossimo tra i capi di Stato e di Governo dell’Unione europea. Servirà a fare chiarezza sulla risposta europea allo shock economico provocato dalla pandemia. Parlando ieri a Berlino durante una conferenza stampa, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha ammesso che il prossimo bilancio comunitario settennale “sarà totalmente diverso” da quello attuale, che copre il periodo 2014-2020, sottolineando che sarà anche “più grande” di come immaginato prima della pandemia provocata dal virus Covid-19. La Cancelliera ha però anche ribadito la propria prudenza nei confronti dell’idea di mutualizzare il debito e di emissioni congiunte. Mancano agli occhi tedeschi le premesse giuridiche prima ancora che politiche. Una possibilità è di finanziare la nuova posta di bilancio raccogliendo denaro sui mercati attraverso la Commissione europea. Poiché lo spazio di indebitamento di Bruxelles è limitato, la Spagna ha proposto ieri un fondo di 1000-1500 miliardi che raccolga “debito perpetuo attraverso le istituzioni comunitarie”, garantito da “meccanismi già esistenti” e che distribuisca non prestiti ma sussidi. Dal canto suo, invece, la Francia propone un fondo finanziato con emissioni comuni e garanzie congiunte degli Stati membri. Non vi sarebbe mutualizzazione dei debiti, né passati né futuri, assicura Parigi. Il denaro verrebbe rimborsato secondo una precisa chiave di contribuzione.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galluzzo Marco 
Titolo: Conte prende tempo sul Mes E non esclude il veto al Consiglio Ue
Tema: Europa, la trattativa sulle misure anticrisi

Tensione sull’asse Roma-Bruxelles in vista del vertice europeo di giovedì. Il governo italiano sarebbe preoccupato soprattutto per il brutto inizio di settimana dei titoli di Stato e per il rischio di un declassamento da parte delle agenzia di rating, previsto per i prossimi giorni. Spiragli di ottimismo invece dopo la parziale apertura di Angela Merkel sull’ipotesi di un maxi Recovery Fund appoggiato sul bilancio Ue e sull’emissione di titoli garantiti dalla Commissione. Giuseppe Conte ha avuto ieri una serie di contatti diplomatici che lasciano aperte tutte le strade, anche quella che l’Italia possa bloccare le conclusioni del prossimo vertice europeo, se non saranno soddisfatte le sue richieste. Il premier oggi riferirà in Parlamento sia sui prossimi passi delle riaperture possibili, sia sul prossimo Consiglio europeo. Sul Mes, e sull’attivazione di una linea di credito da 37 miliardi di euro per le spese sanitarie dirette e indirette, Conte sembra disponibile a verificare in Parlamento l’esistenza di una maggioranza, qualora decidesse che lo strumento è davvero privo di quelle condizionalità che in altri tempi hanno soffocato i Paesi.
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Testata:  Avvenire 
Autore:  Celletti Arturo 
Titolo: Intervista a Luigi Di Maio – Di Maio: basta divisioni l’Europa avrà i bond – «Mes, stop liti. Ora tutti con Conte»
Tema: Europa, la trattativa sulle misure anticrisi

Le parole del ministro degli Esteri Luigi Di Maio sul dibattito in corso a proposito degli strumenti comunitari per contrastare la crisi economica provocata dalla pandemia da Covid-19: “Mi fido ciecamente di Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio sa tenere la barra dritta nell’interesse nazionale”, dice Di Maio, che aggiunge: “In Europa occorre camminare sulla strada maestra senza valutare alternative. E’ vitale sospendere le polemiche fino a giovedì”. Di Maio spiega: “Abbiamo un solo vero obiettivo. Ambizioso. Decisivo. II Recovery fund: 1.500 miliardi per riaccendere i motori. Tutto il resto è un dibattito limitante. Il dibattito sui singoli cespugli è limitante. II Mes vale per l’Italia 37 miliardi, il fondo antidisoccupazione Sure 100 miliardi in totale, la linea Bei 200. La sfida vera è allora giocare fino in fondo la partita sul Recovery fund. È camminare sulla strada maestra senza nemmeno valutare le alternative”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  D’Argenio Alberto 
Titolo: Intervista a Frans Timmermans – Timmermans, Ue: dite sì al Mes, serve ai vostri medici eroi
Tema: Europa, la trattativa sulle misure anticrisi

Il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Frans Timmermans spinge per una soluzione «solidale», che permetta a tutti i Paesi – Italia e Spagna comprese – di uscire dalla recessione grazie a massicci investimenti Ue e di evitare «il sacrificio dell’Unione e del mercato interno». Ma chiede trasparenza anche alla politica italiana, in particolare a Salvini e Meloni: “Di questo tipo di politici proprio non mi interesso, dovrebbero smetterla di mistificare e concentrarsi sull’interesse dei cittadini. Il Mes senza condizionalità è un buono strumento per aiutare i veri eroi di questa crisi, dottori e infermieri”, dice, aggiungendo: “La solidarietà è interesse anche dell’Olanda perché se lasciamo cadere un partner sotto il peso della crisi cadremo tutti. Spero che lo capiscano anche il governo Rutte e il ministro Hoekstra”. E ancora: “Concordo con il fatto che questa forma di solidarietà sia necessaria, ma questo non significa che anche gli altri strumenti non vadano usati. Se guardo alla pressione sul sistema sanitario, i soldi messi sul tavolo senza condizioni dal Mes possono essere utili per aiutare i veri eroi di questa crisi, dottori e infermieri. Non i usarli sarebbe un peccato”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  De Cesare Corinna 
Titolo: Crollo storico del petrolio – Il crollo storico del petrolio
Tema: Petrolio

Per la prima volta nella storia, il Wti (il greggio prodotto in Texas) scambiato a New York ha chiuso in calo del 305% a -37,63 dollari al barile sulle consegne di maggio: strade vuote, aerei a terra e fabbriche chiuse portano il petrolio ai minimi dal 1983, quando sono iniziate le rilevazioni. Anche il Brent (il petrolio di riferimento europeo) è andato sotto pressione ma le quotazioni sono arrivate a -7% a 26,23 dollari al barile. I tagli alla produzione decisi dall’Opec+ non sono stati considerati adeguati perché non riescono a tenere il passo con il calo della domanda. Per le cosiddette petro-economie (cioè quelle basate solo sul greggio), si tratta di un’autentica sciagura. Ma a essere preoccupati sono anche i produttori americani di shale oil. Il rischio è quello di un’ondata di bancarotte e del crollo di un settore che ha contribuito in modo sostanziale all’indipendenza energetica americana.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Miraglia Roberta 
Titolo: In Germania riaperti negozi e concessionari
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero (Germania)

La Germania allenta le restrizioni alle attività commerciali, con la Cancelliera Angela Merkel che però invita gli Stati federali a non cedere alla tentazione del ritorno immediato alla normalità. Ieri gli studenti delle ultime classi delle superiori sono tornati a scuola e molti Länder hanno permesso la riapertura di negozi di beni non essenziali con una superficie fino a 800 metri quadrati, concessionari d’auto, librerie e negozi di biciclette. Le regole base sono il distanziamento e l’uso di mascherine che, sebbene non obbligatorie, sono «fortemente consigliate». “Soltanto tra 14 giorni – ha detto la Merkel – potremo valutare se l’ammorbidimento del lockdown ha causato un aumento dei contagi”.  La Germania, finora, è riuscita a contenere contagi e decessi (ieri erano 141.672 i positivi e 4.404 le vittime, secondo i dati dell’Istituto Robert Koch).
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Salom Paolo 
Titolo: Paura in Cina per due nuovi focolai I «diffusori» tornavano dall’estero
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero (Cina)

Lo scorso 8 aprile nel giorno della riapertura di Wuhan, la città di Suifenhe, al confine con la Russia, diventava “zona rossa”: persone barricate in casa e stop ai traffici con le vicine città russe di Pogranichny e Vladivostok. E’ questo il nuovo focolaio di corornavirus in Cina, con oltre 400 nuovi casi. Il governo centrale di Pechino ha inviato in fretta e furia due aerei cargo di apparecchiature e rifornimenti medicali per permettere di costruire un ospedale provvisorio dove isolare i malati. Altra città al centro dell’attenzione è Harbin, capitale provinciale a circa 4 ore di distanza in treno, dove sono stati registrati 40 nuovi casi: qui una chiusura ufficiale non è stata ancora decisa, ma diverse strade e quartieri del centro avrebbero già eretto barricate e blocchi «autonomi». La causa di questa nuova impennata di infetti è messa in relazione al ritorno non sufficientemente monitorato (di qui la punizione per i responsabili del partito) di cittadini cinesi dall’estero.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Tarquini Andrea 
Titolo: La Danimarca corre Dopo le scuole aprono anche i parrucchieri
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero (Danimarca)

Dopo un mese di misure d’emergenza anti Covid-19, la Danimarca è diventata ieri il primo paese dell’Unione europea a passare di fatto alla fase 3 nella lotta al Coronavirus, con l’entrata in vigore di una seconda ondata di riaperture che coinvolge la maggioranza dei piccoli servizi e attività commerciali. Il governo guidato dalla premier socialdemocratica Mette Frederiksen ha deciso la riapertura di parrucchieri, fisioterapisti, autoscuole, saloni di massaggi e tatuaggi; i titolari degli esercizi dovranno autocertificare e dimostrare di essere in regola con le rigide norme sanitarie anticontagio per poter riaprire. Un mese fa il governo dispose un lockdown molto rigido. Ma dal 15 aprile sono state riaperte le scuole materne e quelle fino al quinto annodi istruzione.
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Testata:  Stampa 
Autore:  … 
Titolo: La Repubblica Ceca avvia la fase 2 Riaprono mercati, negozi e officine
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero (Repubblica Ceca)

Anche in Repubblica Ceca è iniziata la prima fase di de-confinamento, con l’apertura dei mercati, delle officine e con l’autorizzazione a feste di nozze contenute. Il governo punta al rilancio graduale dell’economia, in un Paese che non è stato fortemente colpito dal coronavirus, con poco meno di 7.000 contagi e 188 morti. Fino al 30 aprile spostamenti comunque limitati e obbligo di mascherina in tutti gli spazi pubblici. Riaperti anche concessionarie, officine, piccoli negozi per professionisti e artigianato e gli atleti potranno allenarsi all’aperto mantenendo le distanze di sicurezza.
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Testata:  Messaggero 

Autore:  Verrazzo Simona 
Titolo: Ramadan con le moschee chiuse. Il Pakistan: noi apriamo
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero (Pakistan)

Per i musulmani l’emergenza Coronavirus ha stravolto le celebrazioni del Ramadan: i paesi a maggioranza islamica hanno adottato la linea dura: gli affollati e brulicanti souq e bazar si sono svuotati per garantire il distanziamento sociale, così come negozi e centri commerciali; norme severissime regolano le uscite di casa, dove a una sola persona è consentito andare a fare la spesa. In questo Ramadan l’attenzione è soprattutto per le moschee, tassativamente chiuse, a cominciare da quelle delle città sante di Medina e La Mecca. In controtendenza il Pakistan, che ha deciso per la riapertura, nonostante il parere contrario della comunità scientifica.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lombardi Anna 
Titolo: Il virus e Trump La protesta anti-blocchi divide l’America E gli “infermieri eroi” fermano i ribelli
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero (USA)

Proteste negli USA contro le misure di contenimento del coronavirus. A Denver, nel Colorado, un corteo di automobilisti ha sfilato diretto verso il Parlamento locale. Tensione quando una coppia di infermieri ha cercato di sbarrare la strada alle auto. Quella del Colorado – dove i malati sono 10mila e 400 i morti – è solo una delle tante manifestazioni che da giorni si susseguono in tutti gli Stati Uniti. E se in Michigan giovedì i contestatori hanno bloccato perfino il Pronto Soccorso dell’ospedale di Lansing, a Olympia, stato di Washington, in piazza sono scesi in 2500. A simpatizzare per i ribelli, d’altronde, c’è pure Donald Trump, capace di contraddire le linee guida da lui stesso enunciate, affermando: «Se la gente protesta è perché i governatori esagerano». Critiche dalla stampa, con la CNN che ha preso la decisione di non mandare più in onda in formato intrgrale i briefing quotidiani del Presidente. Il Washington Post ipotizza che le proteste non siano spontanee ma orchestrate da gruppi di estrema destra vicini allo stesso Trump.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Barlaam Riccardo 
Titolo: Il Cares Act non basta, gli Usa cercano altri miliardi per le Pmi
Tema: Economia USA

Il Congresso USA pensa a nuove misure per contrastare la crisi economica provocata dal Covid-19: i 2.200 miliardi di aiuti federali stanziati dal Cares Act non bastano, così come le dieci misure straordinarie approvate dalla Federal Reserve a marzo: Donald Trump chiede altri 250 miliardi a favore delle piccole imprese: i 349 miliardi di aiuti contenuti nel Cares Act sono già esauriti,con oltre 4 milioni di domande presentate in poche settimane. I democratici vogliono maggiori stanziamenti per le Pmi e clausole di salvaguardia per assicurare che gli aiuti arrivino alle comunità svantaggiate, chiedono inoltre maggiori fondi per gli stati e le città, gli ospedali e più aiuti alimentari peri poveri: si parla di 450 miliardi. Un gioco di forza tra i due partiti, con sullo sfondo la campagna elettorale per le presidenziali. Gli Stati Uniti sono il primo Paese al mondo con il maggiore numero di casi di Covid-19: quasi 800mila malati e oltre 4omila morti. Il governatore dello stato di New York Andrew Cuomo guida il coro delle litanie degli amministratori locali: un malato in Nebraska ha a disposizione oltre 300 mila dollari di fondi federali, contro i 12 mila dollari che lui ha a disposizione nello stato più colpito dalla pandemia. Cuomo prevede un deficit di bilancio per lo stato di New York superiore a 15 miliardi di dollari.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Stabile Giordano 
Titolo: Netanyahu-Gantz Trovato l’accordo per il governo di unità nazionale
Tema: Israele

Raggiunto l’accordo tra Benjamin Netanyahu e Benny Gantz al termine di un alunga e complessa crisi politica, la più dura della storia di Israele. I due rivali si sono sfidati per tre volte alle urne nel giro di un anno non riuscendo mai a sbloccare una situazione di stallo. Il sofferto sì ad un governo di unità nazionale è giunto ieri, dopo un’altra notte di negoziati fra gli staff del Likud e del partito rivale, Kahol Lavan. Senza l’intesa, la prospettiva sarebbe stata quella di un quarto ritorno alle urne. Netanyahu sarà ancora premier per la prima parte della legislatura, 18 mesi, poi toccherà a Gantz. Il generale ricoprirà nel frattempo la carica di ministro della Difesa. Intanto in duemila sono scesi domenica sera in piazza Rabin, a Tel Aviv, per protestare. Una manifestazione nel segno dei tempi del coronavirus, tutti ad almeno due metri di distanza dal vicino. Allo stesso modo, al tavolo nella residenza del premier, Gantz e Netanyahu hanno firmato i fogli dell’intesa, ben distanziati fra loro. Sarà un governo con ben 32 ministri.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Frattini Davide 
Titolo: Intesa tra Bibi e Gantz, con protesta (a distanza)
Tema: Isreaele

Dopo settimane di trattative, ieri è stata firmata l’intesa tra Benjamin Netanyahu e Benny Gantz: governo di unità nazionale, poltrona di premier a rotazione. Il primo turno tocca a Netanyahu, che è in attesa del processo per corruzione e ha ottenuto il diritto di veto sulla nomina del procuratore generale dello Stato. In questi 18 mesi Gantz sarà ministro della Difesa mentre Gaby Ashkenazi, suo alleato e pure lui ex capo di Stato Maggiore, diventerà ministro degli Esteri. Gantz ha giustificato l’ammorbidimento della propria posizione con la necessità di formare un governo di unità nazionale a tempo per combattere la crisi sanitaria. Del nuovo esecutivo fanno parte anche i partiti religiosi, che già sostengono Netanyahu e la loro influenza si è fatta sentire quando il consiglio dei ministri ha votato domenica un alleggerimento della quarantena nazionale. Intanto domenica a Tel Aviv oltre 2 mila manifestanti hanno rimpito piazza Rabin (pur mantenendo il distanziamento sociale) per protestare contro l’intesa.
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