In evidenza sui principali quotidiani:
– Covid: caccia alla variante inglese, tamponi a chi rientra dal Regno Unito
– V-day Europeo si avvicina: Italia sicura dopo gennaio
– Caso Ponte Morandi: cadde per mancata manutenzione
– Conte apre sui fondi Ue
PRIMO PIANO
Politica interna
Testata: Repubblica
Autore: Bei Francesco
Titolo: Il premier nel castello assediato – Il castello assediato
Tema: Recovery
La verifica di governo sembra finita tra le notizie minori, relegata in secondo piano dalle preoccupazioni per la variante inglese del Covid e dalle legittime speranze suscitate dall’autorizzazione europea del vaccino Pfizer-Biontech. E’ sempre opportuno valutare lo stato di salute della maggioranza alla luce di quanto accade nel mondo reale, dove la posizione del presidente del Consiglio appare molto più solida rispetto a quanto si può vedere dal Palazzo. Con il secondo giro di “consultazioni” a Palazzo Chigi, dopo quelle di novembre (non proprio memorabili a dire il vero), Conte tuttavia sembra entrato in una nuova dimensione di consapevolezza dei limiti della propria esperienza politica. E’ del tutto evidente che, a un certo punto, all’inizio della seconda ondata del Covid, il premier deve essere stato preso dalla tentazione di forzare la mano e portare a casa un risultato più grande di quello che le condizioni della sua maggioranza gli avrebbero consentito. N asce da questo stato d’animo la prova muscolare sul Recovery Fund, con la cabina di regia ristretta e quella pletora di manager che avrebbero commissariato di fatto sia i singoli ministri che la Pubblica amministrazione.
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Testata: Giornale
Autore: Napolitano Pasquale
Titolo: Scudo di Pd e 5s Conte cede e i renziani forse – Passo indietro sulla task force Così Conte prova a salvarsi il posto
Tema: Recovery
Sintesi, credibilità e rapidità: il presidente del Consiglio Giuseppe Conte scandisce i tempi per chiudere il dossier Recovery e archiviare la crisi politica aperta da Italia Viva. Nel giorno in cui il capo dell’esecutivo avvia il giro di colloqui con le forze di maggioranza, si attenua lo scontro con i renziani. Nella prima giornata di riunioni bilaterali, Conte incontra le delegazioni di Pd e M5S. E tra un colloquio e l’altro, l’avvocato del popolo sale al Colle dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per gli auguri di auguri di Natale. Oggi toccherà ai gruppi di Leu e Italia Viva. E’ chiaro che l’appuntamento, fissato per le ore 11 di oggi con la delegazione dei renziani, sia il passaggio cruciale: Renzi ha consegnato al premier un documento con un elenco dettagliato di proposte e priorità per rilanciare l’azione dell’esecutivo. Oggi alle 11 la prova verità: il presidente del Consiglio si presenterà con una controfferta: con ferma della task force (ridimensionata nei poteri e nella composizione) e sottoscrizione del documento politico Iv. Per l’attivazione del Mes, Conte lascerà la decisione nelle mani del Parlamento.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Iossa Mariolina
Titolo: Sale ancora il tasso di positività Rallenta il calo dei ricoveri
Tema: Coronavirus
Scendono i nuovi casi, sono 10.872, il giorno prima erano 15.104. Ma molti di meno sono stati i tamponi nelle ultime 24 ore: 87.889 (ben 49.531 in meno rispetto a quelli registrati nel bollettino di domenica). Ancora molto alto, invece, e in risalita, il numero dei deceduti: 415.11 giorno precedente il bollettino ne aveva registrati 352. Purtroppo il totale delle vittime dall’inizio dell’epidemia è di 69.214 persone, ed è altamente probabile, se la tendenza non si inverte subito, che a Natale avremo superato la cifra di 70 mila morti, quasi tutti concentrati nei tre mesi di marzo, aprile e maggio e negli ultimi due mesi e mezzo, da metà ottobre ad oggi. Ma le brutte notizie non finiscono: il tasso di positività, ovvero la percentuale tra tamponi effettuati e positivi trovati, è aumentata fino al 12,4. Rallenta anche la decrescita dei ricoverati, sono 25.145 in tutto, «soltanto» 13 in meno rispetto al bollettino del giorno precedente. In terapia intensiva restano 2.731 pazienti, 12 in meno ma i nuovi ingressi nei reparti della rianimazione sono stati ieri 161, una quarantina in più. Non appare tranquillizzante la situazione all’avvicinarsi del Natale. Addirittura c’è chi come Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro Roberto Speranza, vorrebbe un altro lockdown. «Se prima avevamo un numero di casi inferiore e per farli scendere ci abbiamo messo due mesi, ora con un numero maggiore dobbiamo impiegare un periodo almeno analogo», dice, e per le prossime settimane parla di un «forse lieve aumento dei casi, per tutte le persone che si sono riversate nelle strade per gli acquisti natalizi».
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Testata: Repubblica
Autore: D’Argenio Alberto
Titolo: Un vaccino per salvare l’Europa – Virus, sì della Ue al primo vaccino Le consegne alla vigilia di Natale
Tema: Vaccino
Sono le tre del pomeriggio di quella che molti definiscono giornata storica quando l’Agenzia Ue per il farmaco (Ema) raccomanda la distribuzione in Europa del vaccino di Pfizer-Biontech. Alle 18.30 Ursula von der Leyen annuncia il via libera finale della Commissione europea alla sua commercializzazione nel nostro continente, tagliando i tempi di altri due giorni. «Il 2021 sarà più luminoso», esulta Emer Cooke, numero uno dell’Ema. «Iniziamo a voltare pagina, altri vaccini arriveranno», aggiunge Ursula. Dopodomani, vigilia di Natale, le prime dosi del rimedio procurato dall’Unione a nome dei governi europei lasceranno gli stabilimenti di Puurs, cittadina tra Bruxelles e Anversa, per raggiungere contemporaneamente tutte le nazioni della Ue. La campagna di vaccinazione in Europa partirà, tutti insieme, il 27 dicembre. «La battaglia contro il virus resta complessa, ma ora si apre una fase nuova che ci dà più forza e fiducia », commenta da Roma il ministro della Salute, Roberto Speranza. Poco dopo il premier Conte conferma: «Ottima notizia, il 27 si parte». Pfizer fornirà all’Europa 200 milioni di dosi entro settembre. Altre 160 milioni arriveranno da Moderna, il cui via libera da parte dell’Ema è atteso per il 6 gennaio. Astra-Zeneca, nonostante i ritardi, ha già iniziato la rolling review, la fase preliminare di autorizzazione che immetterebbe sul mercato Ue altre 400 milioni di dosi. Grazie ad altri 3 contratti – tutti quanti negoziati da Bruxelles – l’Unione ha potenzialmente 2 miliardi di dosi in portafoglio. «Il primo vaccino in meno di un anno è un risultato senza precedenti», faceva notare l’Ema.
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Autore: Bonini Emanuele
Titolo: “C’è il vaccino, Italia al sicuro nel 2021” – Da Ema e Ue via libera al vaccino anti-Covid “Finisce l’anno più duro, ora si volta pagina”
Tema: Vaccino
«Abbiamo approvato il primo vaccino sicuro ed efficace contro il Covid-19. È un buon modo di chiudere questo anno difficile e iniziare a voltare pagina». Soddisfazione, ottimismo e speranza. C’è tutto questo nelle parole di Ursula von der Leyen, nel momento in cui la presidente della Commissione europea annuncia l’autorizzazione alla messa in commercio del primo vaccino anti-Coronavirus. Il siero realizzato da BioNTech e Pfizer ha ottenuto il via libera dell’Agenzia europea per il farmaco (Ema), e sulla base di questo avviso l’esecutivo ha fatto il resto. C’è ancora tanta strada da fare, ma si comincia a intravedere la luce. Via libera alla vendita del vaccino nel mercato unico, dunque. «Nei prossimi giorni» giungeranno a Bruxelles i primi ordinativi. L’esecutivo comunitario ha già sottoscritto con Pfizer contratti per l’acquisto di 300 milioni di dosi. Le prime saranno distribuite a tutti gli Stati membri «allo stesso tempo e alle stesse condizioni», sottolinea von der Leyen, così da permettere la giornata europea del vaccino il 27, 28 e 29 dicembre, in tutti i Paesi dell’Unione. La somministrazione sarà contemporanea, ma graduale. Non c’è ancora una disponibilità tale da garantire la copertura di tutti i circa 450 milioni di cittadini comunitari. Significa che nei primi mesi non ci saranno dosi sufficienti per vaccinare tutti gli adulti. Quindi le prime iniezioni saranno fatte a gruppi considerati prioritari individuati dagli Stati membri, come ad esempio operatori sanitari e anziani. L’auspicio è che tutti gli adulti possano essere vaccinati nel corso del 2021, a condizioni comunque diversificate in termini di costi.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Pasqualetto Andrea
Titolo: «Tiranti corrosi, per 25 anni niente interventi» – «Nessun intervento sui tiranti dal ’93 Così è caduto il Ponte Morandi»
Tema: Ponte Morandi
«La causa scatenante il crollo è la corrosione della parte sommitale del tirante della pila 9…». «Se i controlli e le manutenzioni fossero stati eseguiti correttamente, con ogni probabilità avrebbero impedito il crollo…». «L’esecuzione dell’intervento di retrofitting lo avrebbe evitato con elevata probabilità…». Sono le conclusioni dell’attesa perizia sulle cause del crollo del ponte Morandi che il 14 agosto del 2018 causò la morte di 43 persone. Quasi cinquecento pagine, firmate dai quattro esperti nominati dal gip di Genova Angela Nutini, tutti ingegneri e tutti docenti universitari: Giampaolo Rosati e Stefano Tubaro del Politenico di Milano, Massimo Losa e Renzo Valentini dell’ateneo di Pisa. E, dunque, si conferma in sostanza quanto era stato ipotizzato fin dai primi mesi: il Morandi è crollato per la corrosione dei cavi di uno strallo, che hanno determinato il veloce cedimento dell’intera struttura. &la quo;La rottura di un tirante provoca la rottura della simmetria che attiva il collasso…». Collasso per la rottura del tirante, rottura per l’alta corrosione, corrosione per la scarsa manutenzione e scarsa manutenzione per gli inadeguati controlli e ispezioni. Una catena di cause per il più grande disastro autostradale della storia d’Italia.
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Testata: Messaggero
Autore: De Cicco Lorenzo
Titolo: No ai fondi per Roma, ira della sindaca E promuove un tavolo per il rilancio
Tema: Rilancio per Roma
In Campidoglio dicono che Virginia Raggi è «furiosa». È sera quando alla sindaca portano il bollettino delle votazioni alla Commissione Bilancio della Camera: gli emendamenti per la Capitale finiscono tutti spazzati via. Sopravvivono solo 2 milioni per il tavolo del Giubileo del 2025, tavolo che peraltro sarebbe presieduto dal premier. Nel muro della maggioranza in Parlamento («soprattutto del Pd», dicono i raggiani) non si apre nemmeno uno spiraglio sui fondi e i poteri extra per Roma, tema rilanciato da Raggi subito dopo l’assoluzione. Un rilancio a vuoto, per ora. La prima cittadina non si da per vinta: «Bisogna chiedere al governo di recuperare e fare propri quegli emendamenti», si sfoga con i collaboratori. «Ora basta. Non è possibile darla sempre vinta ai nemici di Roma. Tutti a parole si dicono favorevoli ma poi alla fine c’è sempre chi rema contro. E i romani sono stufi».Già sabato, nel piazzal e della Corte d’appello, subito dopo la sentenza sul caso nomine, Raggi aveva provato a spendere politicamente il capitale mediatico dell’assoluzione nella partita per i fondi extra alla Capitale. Con un appello trasversale (ma indirizzato soprattutto al suo partito, a quel pezzo di M5S che l’ha lasciata «politicamente sola») per inserire subito, nella manovra, le risorse. «C’è una legge di bilancio: si adoperino per Roma. Il favore non lo fanno a me, ma ai romani».
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Testata: Stampa
Autore: La Mattina Amedeo
Titolo: Il punto – Il centrodestra resta diviso sull’ipotesi di una crisi
Tema: Governo
FI, Lega e Fdl non hanno ancora un piano comune su come affrontare un’eventuale crisi del governo Conte. L’unica cosa che accomuna Berlusconi, Salvini e Meloni è la convinzione che alla fine verrà trovato il mondo di assorbire il dissenso di Renzi per paura delle urne. Berlusconi teme che la situazione possa sfuggire di mano ma non vede le «condizioni» per la formazione di un esecutivo tecnico o di unità nazionale. Meglio che Conte vada avanti per evitare di esporre l’Italia ad una brutta figura planetaria, con tutte le ricadute sul piano economico e finanziario. Ecco perché il Cavaliere conferma la sua disponibilità alla collaborazione. Se poi dovesse succedere il patatrac, Berlusconi si affiderà alla «saggezza del capo dello Stato». Salvini invece spera che Conte e Renzi «tolgano il disturbo». Per il leader leghista la via maestra sono le elezioni anticipate, ma se così non fosse allora il centrode stra dovrebbe prendersi la responsabilità tirare l’Italia fuori dal tunnel. Con quale maggioranza, Salvini non lo spiega, perché all’opposizione mancano circa settanta parlamentari.
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Economia e finanza
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Pogliotti Giorgio
Titolo: Lavoro, scommessa su ricollocazione e programmi per l’occupabilità – Politiche attive, 500 milioni per scommettere sul lavoro
Tema: Lavoro
Si estende l’assegno di ricollocazione ai disoccupati percettori di Naspi da oltre 4 mesi e ai cassintegrati, con una dote di 267 milioni per il 2021. Debutta il programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol), per la presa in carico finalizzata all’inserimento occupazionale dei senza lavoro, finanziato con 233 milioni di euro per il 2021. Sono i due strumenti di politica attiva del lavoro contenuti negli emendamenti alla manovra che, dopo il via libera dalla commissione Bilancio della Camera, sono attesi oggi in Aula a Montecitorio, dove il governo è intenzionato a porre la fiducia. Tra le altre novità, l’estensione dell’incentivo fiscale anche per i cervelli rientrati prima del 2020 iscritti all’Anagrafe Italiani residenti all’estero (Aire) e la possibilità da parte delle pubbliche amministrazioni di stabilizzare gli oltre 12mila Lsu in servizio al 2016.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Mobili Marco
Titolo: L’avviamento riallineato al 3% – Riallineamento fiscale al 3% esteso anche all’avviamento
Tema: Riallineamento fiscale
Tra i 320 emendamenti approvati dalla commissione Bilancio della Camera tra sabato e domenica sera spunta anche il riallineamento (l’emendamento usa impropriamente il termine rivalutazione) dei beni di impresa «immateriali privi di tutela giuridica». Una vera e propria rivoluzione e una buona opportunità per tutte le imprese che con questo emendamento potranno riallineare i minori valori fiscali ai maggiori valori civilistici a prezzi scontati dal Fisco anche per beni come l’avviamento. Eh sì, per queste operazioni di riallineamento, grazie al decreto Agosto, il Fisco chiede un’imposta sostitutiva del 3 per cento. Unica condizione, posta anche dalla nuova norma inserita nella legge di Bilancio con un correttivo a prima firma Massimo Garavaglia (Lega), è che l’avviamento e ibeni immateriali non giuridicamente tutelati siano iscritti in bilancio al 31 dicembre 2019. Va detto subito che la legenda della norma potrebbe trarre in inganno in quanto parla di rivalutazione dei beni e non più correttamente di riallineamento; ma è la stessa norma che riconduce solo a questa seconda tipologia di operazione richiamando espressamente le regole fissate dall’articolo 14 della legge 21 novembre 2000 n. 342 dedicate al riconoscimento fiscale di maggiori valori iscritti in bilancio. Per le imprese quella che si prospetta con l’entrata in vigore dal
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Longo Morya
Titolo: La variante inglese affonda le Borse – Borse globali in caduta (non solo per il Covid)
Tema: Virus inglese copisce le Borse
Vera paura o solo un pretesto per vendere azioni dopo i grandi rally di novembre e dicembre? Guardando i forti ribassi delle Borse causati ieri dalla notizia che in Gran Bretagna c’è una nuova forma di coronavirus più contagiosa (Milano -2,57%, Francoforte -2,80%, Parigi -2,44%), è questa la domanda che bisogna porsi: le Borse ieri sono cadute per concreta paura, oppure perché gli investitori hanno preso il “nuovo” virus come pretesto per fare quello che avrebbero comunque fatto in vista della chiusura dell’anno? Cioè vendere azioni e ribilanciare i portafogli dopo i rally di novembre? Ovviamente la realtà non è bianca o nera, per cui entrambe le spiegazioni al calo dei listini hanno un fondamento. Il timore che il “tunnel” del Covid si allunghi ieri c’è stato. Ma sentendo gli operatori del mercato, verrebbe da dire che il virus inglese è stato in gran parte preso come pretesto per vendere dopo i grandi rally: la vera svo lta che causerebbe un radicale cambio di umore sui mercati (e non solo) ci sarebbe infatti se si scoprisse che i vaccini non sono efficaci sul virus inglese.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Ricci Sargentini Monica
Titolo: Mezzo mondo isola la Gran Bretagna La variante del virus spaventa le Borse
Tema: Virus inglese colpisce le Borse
Una linea comune. È quella che sta cercando L’Unione Europea sul blocco dei voli da e per la Gran Bretagna. Finora si è assistito a una reazione in ordine sparso degli Stati membri alla minaccia rappresentata dalla nuova variante del coronavirus che è apparsa per la prima volta a fine settembre in Inghilterra, per poi diffondersi sempre di più, tanto che a novembre la sua presenza era stata rilevata anche in Danimarca e Australia. Tutti i Paesi dell’Unione, tranne pochissime eccezioni, hanno deciso una sospensione cautelare dei collegamenti con la Gran Bretagna ma con modalità diverse. La Germania, per esempio, ha decretato uno stop fino al 31 dicembre ma ha esentato i voli cargo. La Francia, al contrario, ha impedito «tutti gli spostamenti di persone, compresi quelli legati a trasporti di merci, per via stradale, aerea, marittima e ferroviaria». L’obiettivo è di far rientrare i cittadini degli Stati membri che si trovano attualme nte in Gran Bretagna, i britannici che risiedono in un Paese europeo e i camionisti che sono rimasti bloccati al di là della Manica. Oggi ci si aspetta che la squadra di Ursula von der Leyen emetta delle linee guida che poi dovranno essere discusse nel corso di una riunione tra gli ambasciatori dei singoli Stati. In Europa sono andati in fumo 202,63 miliardi. Wall Street scende ma poi chiude quasi in parità grazie agli stimoli economici varati dal Congresso. Cala anche il petrolio: il Wti arriva a perdere quasi il 4%. L’unica buona notizia arriva dall’Oms per il quale la nuova variante del Covid «non è fuori controllo, ma non può essere certo lasciata a se stessa».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Trocino Alessandro
Titolo: Recovery, una tregua nel governo Italia Viva: qualcosa è cambiato
Tema: Recovery plan
L’obiettivo è sminare i pericoli di una crisi di governo, che arrivano dall’insofferenza di Italia Viva, ma anche da una scarsa condivisione del Recovery plan. Per questo il premier Giuseppe Conte, negli incontri con M5S e Pd (oggi tocca a Iv e Leu), si mostra disposto a una tregua e delinea un quadro di collaborazione. Che prevede una riapertura del dossier, la valutazione di un gruppo di lavoro (chiesta da M5S) e il coinvolgimento del Parlamento. Strategia che deve avere tempi brevi, spiega il premier: «Arrivare in cdm oltre il periodo tra il 26 e il 31 dicembre sarebbe un pessimo segnale». Da Italia Viva arriva una prima apertura: «Ieri sera qualcosa è cambiato» dice il capogruppo in Senato Ettore Rosato. Il premier — insieme ai ministri Roberto Gualtieri e Enzo Amendola — spiega ai dem che quello che si è detto finora. Nelle ultime settimane le critiche di Italia Viva, il gruppo guidato dall’ex segretario del Pd Matteo Renz i, si sono fatte più forti, in particolare sulla struttura che dovrà gestire i fondi Ue è stato solo un «polverone»: «Ci servirà uno strumento di monitoraggio, ce lo chiede la Ue. Ma non abbiamo mai pensato a una struttura centralizzata invasiva che possa intralciare le prerogative e le responsabilità di ministeri, regioni e sindaci». Per il Pd, la governance del Recovery deve essere impostata «nella forma della sussidiarietà ma non della sostituzione alle prerogative dell’amministrazione centrale e periferica dello Stato».
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Testata: Repubblica
Autore: Vitale Giovanna
Titolo: Conte cambia il Recovery e la task force – Recovery, si cambia Piano e task force nuovi per evitare la crisi
Tema: Recovery plan
Andare a Canossa per scongiurare il peggio, ripartendo da dove tutto è cominciato: lo strappo in Consiglio dei ministri sul Recovery plan. Ricucire la tela lacerata da Renzi, con il beneplacito delle altre forze di maggioranza, portando sul tavolo della verifica una nuova bozza del piano nazionale di ripresa, riscritta da Palazzo Chigi ma aperta alle modifiche suggerite dai partiti. Uscire dalla due giorni giallorossa con una proposta d’accordo — sulla ripartizione dei fondi europei, i progetti da realizzare, la struttura che dovrà eseguirli — stavolta condivisa da governo e maggioranza. L’esatto contrario di quanto avvenuto due settimane fa, quando in piena notte, a poche ore dal Cdm, fu inviato ai ministri un testo «calato dall’alto», mai discusso nè condiviso. Nell’ultima stesura la destinazione delle risorse resta pressochè invariato: circa il 60% andrà alla transizione verde e a quella digitale, attraverso un ambizioso progetto di digitalizzazione pubblica e del sistema produttivo; il restante 40% verrà destinato a scuola,ricerca parità di genere, equita sociale e salute. Ma il peso di incentivi e investimenti è cambiato: i primi sono stati tagliati, i secondi aumentati. È un Conte determinato a chiudere l’incidente che ha incendiato l’alleanza e aperto inquietanti scenari di crisi quello che ieri ha incontrato le delegazioni prima del M5S e poi del Pd, in attesa di confrontarsi oggi con Iv e Leu. Un giro di consultazioni per partiti separati, senza però i rispettivi leader, con un obiettivo preciso: accelerare sul Recovery e ricompattare la coalizione. Sperando basti a spegnere le fiamme ed evitare un rimpasto dall’esito incerto.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Muglia Alessandra
Titolo: I sindaci in campo: alle città una parte dei fondi europei
Tema: Sindaci in campo per le città
«Perché Ursula von der Leyen non convoca subito i sindaci europei come ha fatto negli Usa Joe Biden?». Sceglie il forum di Corriere Tv «L’Europa delle città oltre il Covid» per lanciare questo appello il sindaco di Firenze Dario Nardella. E lo fa da presidente di Eurocities, la più grande rete di centri urbani medio-grandi del continente, «i più colpiti dalla crisi». Pensare al dopo e buttare il cuore oltre l’ostacolo non è semplice nel pieno della nuova emergenza, uno sforzo duro in queste ore di inquietudine. «Ma non possiamo sottrarci, il Corriere è in prima fila nel cercare di immaginare un mondo diverso, per questo abbiamo raccolto l’idea di questo forum proposto da Nardella», ha premesso il vicedirettore Venanzio Postiglione, con Maria Serena Natale moderatore del dibattito a cui hanno preso parte anche i sindaci Rafal Trzaskowski da Varsavia e Giuseppe Sala da Milano. Tutti concordi nel p ensare alle città come spazi di relazione dove progettare un futuro sostenibile e inclusivo. Un futuro che la pioggia di risorse in arrivo da Bruxelles potrebbe rendere più vicino.
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Testata: Stampa
Autore: Fagandini Marco – Fregatti Tommaso
Titolo: Morandi La perizia che inguaia Aspi “Il crollo del ponte era evitabile” – Morandi, una perizia inguaia Aspi “Il crollo per scarsa manutenzione”
Tema: Caso Ponte Morandi: cadde per mancata manutenzione
Il crollo dei ponte Morandi e la morte di 43 persone si sarebbero potuti tranquillamente evitare. Se solo «fossero stati svolti i regolari controlli e le attività di manutenzione che avrebbero certamente individuato uno stato di corrosione cominciato sin dai primi anni di vita del ponte e che è progredito senza arrestarsi fino al momento del crollo». Ma non solo. Viene smentita la tesi della difesa che aveva puntato sulla presenza sul ponte, il 14 agosto del 2018, giorno della strage, di una super bobina, quale concausa del collasso. «Non sono stati individuati fattori indipendenti dallo stato di manutenzione e conservazione del ponte che possono aver concorso a detenninare il crollo». Sono alcune delle conclusioni dei periti nominati dal giudice Angela Maria Nutini, nell’ambito del secondo incidente probatorio. Un atto considerato super-partes. La perizia è maturata nel contraddittorio delle parti e costituirà una prova nel process o. I quattro periti hanno risposto ai quesiti, spiegando le ragioni per cui il viadotto è crollato. Parlano di «mancanza e/o inadeguatezza dei controlli e delle conseguenti azioni correttive che costituiscono gli anelli deboli del sistema. Se fossero stati eseguiti correttamente l’evento (e cioè il crollo, ndr) non si sarebbe verificato».
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Societa’, istituzioni, esteri
Titolo: Anche l’Europa autorizza il vaccino Pfizer-BioNTech Partenza il 27 dicembre – Ema: sì al vaccino, preoccupa la variante il Governo monitora
Tema: Covid: caccia alla variante inglese, tamponi a chi rientra dal Regno Unito
L’ombra del nuovo Covid, la “variante inglese” del virus che rende la trasmissione più rapida del 71%, si allunga sull’Europa proprio mentre autorizza il primo vaccino e sull’Italia che monitora la nuova minaccia – per ora un solo paziente accertato e altri casi sospetti – senza ricorrere a nuove strette, oltre allo stop dei voli dalla Gran Bretagna che potrebbe essere esteso a quelli da Olanda e Lussemburgo. E mentre si rimette in discussione la riapertura delle scuole dal 7 gennaio – lo chiede tra gli altri il governatore veneto Luca Zaia- Palazzo chigi ieri ha pubblicato nuove Faq alla vigilia della prima zona rossa che scatterà il 24 dicembre. […] Le ombre del virus mutato – che sembra circoli già da settembre e potrebbe aver fatto correre i contagi anche in Italia questo autunno – offuscano il raggio di luce arrivato proprio ieri dall’Europa che ha dato la sua autorizzazione condizionata al primo vaccino, quello Pfizer Bionetch. Un sì che fa partire la macchia delle vaccinazioni con le prime somministrazioni attese il 27 gennaio. Ma questo scudo ci proteggerà dalla nuova variante del virus? L’Ema, l’Agenzia Ue del farmaco, ieri ha provato a rassicurare: «Al momento non ci sono indicazioni che il vaccino non funzionerà », ha detto Emer Cooke, la nuova direttrice esecutiva dell’Ema.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: S.Fi.
Titolo: La beffa degli italiani abbandonati in UK: bloccati in fila al gate
Tema: Italiani bloccati in Regno Unito
Nel pomeriggio di domenica, all’aeroporto di Heathrow, c’erano molte persone in attesa di imbarcarsi sul volo Alitalia da Londra a Milano. Quasi tutti italiani: famiglie, uomini d’affari, studenti o giovani lavoratori. Dei 700mila connazionali che vivono in Inghilterra, erano gli emigrati dell’ultim’ora, prima dell’obbligo di autoquarantena, a tornare in Italia. Ma non sono mai partiti. Federico, studente tiene della London School of Economics, è uno dei tanti lasciati a terra: aveva un biglietto sul volo Alitalia da Heathrow a Milano. Ha ricevuto un SMS dalla compagnia appena arrivato in aeroporto. Prima il panico, poi il rischio contagi: «Una folla inferocita di 200 persone si è scagliata sul caposcalo». L’assembramento ha spaventato pure gli addetti dello scalo: i passeggeri del volo sono stati stipati in un hangar esterno, al freddo, per ore, in attesa di informazioni dal governo italiano che non sono mai arrivate. Federico, e come lui migliaia di altri, sono rimasti bloccati in una Gran Bretagna isolata dal continente. La doccia gelata del ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha colto tutti impreparati. Scatenato rabbia e frustrazione. Il Consolato italiano e l’Ambasciata a Londra sono stati tempestati da centinaia di chiamate.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Degli Innocenti Nicol
Titolo: Gran Bretagna, confini chiusi La rabbia degli italiani bloccati – La variante inglese fa paura, oltre 40 Paesi sospendono i voli
Tema: Italiani bloccati in Regno Unito
La Gran Bretagna è isolata dall’Europa e dal mondo. Il timore della nuova variante di coronavirus, particolarmente contagiosa e responsabile della recente impennata di casi in Inghilterra, ha portato oltre quaranta Paesi a sospendere i collegamenti aerei passeggeri con il Regno Unito. La Francia è andata oltre, bloccando anche i trasporti di merci sui traghetti o nel tunnel sotto la Manica per 48 ore, creando code di 500 camion a Dover. Nei periodi di punta tomila camion al giorno fanno il tragitto tra Dover e Calais. Sia la Francia che la Gran Bretagna vogliono «risolvere la situazione nelle prossime ore o comunque il prima possibile», ha assicurato ieri il premier Boris Johnson dopo avere parlato al telefono con il presidente francese Emmanuel Macron. Il Governo francese sarebbe disposto a riaprire la frontiera solo a passeggeri e camionisti che risultano negativi a un test fatto nelle ultime 24 ore. I rappresentanti dell’Unione Europea si sono riuniti ier i a Bruxelles per discutere della nuova emergenza e stabilire una posizione coordinata e regole comuni per tutti i Paesi Ue. Un annuncio è previsto per oggi. Nell’attesa quasi tutti i Paesi europei hanno sospeso i collegamenti aerei e in alcuni casi hanno chiuso del tutto le frontiere a passeggeri dalla Gran Bretagna, così come hanno fatto Paesi dall’India al Canada e dalla Russia all’Arabia Saudita.
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Testata: Repubblica
Autore: Castelletti Rosalba
Titolo: Navalnyj beffa e fa confessare lo 007 del veleno – Navalnyj beffa l’ex Kgb “Ho chiamato il mio killer e ha confessato”
Tema: Navalny beffa il sicario
Un drappello di poliziotti presidia la grigia palazzina nel quartiere Novokino alla periferia Est di Mosca dove abita Konstantin Kudrjavtsev, il presunto agente dell’Fsb coinvolto nell’avvelenamento di Aleksej Navalnyj con il Novichok. L’uomo che non solo avrebbe confermato a sua insaputa la regia dei servizi segreti russi dietro al tentato asvcsinio dell’oppositore, ma rivelato anche che l’agente nervino non era stato versato né in una tazza di tè né in una bottiglietta d’acqua, ma applicato sulle mutande del blogger quarantaquattrenne. Spacciandosi per Maksim Ustinov, un inesistente assistente del segretario perla Sicurezza nazionale Nikolaj Petrushev, Navalnyj sarebbe riuscito a farlo parlare per ben 49 minuti estorcendogli di fatto una confessione registrata in audio e video insieme ai giornalisti di Bellingcat e Insider.ru che già la scorsa settimana avevano rivelato i nomi dei presunti agenti coinvolti nell’operazione. «E senza precedenti &mdas h; ha commentato Bellingcat — che l’obiettivo di un assassinio politico riesca a parlare per quasi un’ora con uno degli uomini che hanno tentato di ucciderlo e poi di coprire le prove». Ma per l’Fsb si tratterebbe di una «falsificazione» e di una «provocazione pianificata» Impossibile «senza il sostegno tecnico e organizzativo dei servizi speciali stranieri». Nonostante la secca smentita, il video intitolato “Ho chiamato il mio killer, ha confessato” pubblicato da Navalnyj su YouTube ha continuato a macinare visualizzazioni: sette milioni nella tarda sera di ieri.
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Testata: Corriere della Sera
Titolo: Il caso Regeni: uno schiaffo agli italiani che resero l’Egitto uno Stato moderno
Tema: Caso Regeni
ra l’italiano, un tempo, la lingua ufficiale della diplomazia egiziana. In italiano era J la rivista antenata della Gazzetta Ufficiale del Cairo. Italiani erano in buona parte gli uomini chiamati Iaggiù, con ammirazione, per fare dell’Egitto uno stato moderno. E vedere o.. come i nostri diplomatici e i nostri magistrati vengano tutti i giorni presi a ceffoni nella loro richiesta di verità e giustizia su un crimine come le bestiali torture inflitte a Giulio Regeni fa salire la collera. E insieme il rimpianto per quella grande occasione storica che fu data al nostro Paese e venne buttata via. «Uno Stato serio non si lascia trattare così», ha accusato Giuliano Ferrara. «Non si lascia trattare così», ha insistito parola per parola Ernesto Galli della Loggia denunciando il senso di impotenza di tutti davanti all’impudenza di un despota come Al Sisi. «Solo schiaffoni per l’Italia in affari con l’Egitto», ha titolato Il Manifes to. Siamo su «una china che rischia di farci scivolare nell’irrilevanza», ha scritto Goffredo Buccini, abbiamo «quasi certezza di vedere celebrato un processo in contumacia ad aguzzini che mai sconteranno un giorno di galera».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Serafini Marta
Titolo: Zaki alla madre: «Non ce la faccio più»
Tema: Caso Parick Zaki
Trecento diciannove giorni in carcere. Passano i mesi e Patrick Zaki non ce la fa più. «Sono esausto fisicamente e mentalmente, non posso continuare a stare qui ancora a lungo e mi deprimo ogni volta che c’è un momento importante nell’anno accademico, mentre io sono qui invece di essere con i miei amici a Bologna», ha detto lo studente alla madre durante l’ultima visita ricevuta nel carcere di Tora. Trecento diciannove giorni, con l’ultimo rinnovo di custodia cautelare stabilito dai gludici egiziani due settimane fa. Preoccupata e straziata la famiglia, che ha parlato di una visita «da spezzare il cuore» mentre gli amici e i sostenitori rinnovano gli appelli. «Durante la visita — raccontano i familiari del giovane — ci ha letteralmente spezzato il cuore. Le sue parole ci hanno lasciato in lacrime, incapaci di aiutare nostro figlio in questa straziante situazione. Siamo rimasti scioccati dal vedere che era depresso al punto che h a detto di uscire raramente dalla sua cella, perché non accetta di trovarsi lì e non vuole affrontare il fatto di dover uscire per camminare solo per qualche metro per poi essere rinchiuso di nuovo in una cella di pochi metri». Parole di dolore, cui fanno eco, dall’Italia, quelle di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International.
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Testata: Repubblica
Autore: Venturi Ilaria
Titolo: L’appello di Zaky “Esausto e depresso non resisto più”
Tema: Caso Parick Zaki
Non lo avevano mai visto così, in nessuna delle altre, seppure poche, visite. Sabato hanno avuto il permesso di andarlo a trovare al carcere di Tora, nella periferia del Cairo: «Ci è apparso esausto. Non sembra più se stesso e vederlo in quelle condizioni ci ha spezzato il cuore». E’ un grido disperato quello dei genitori di Patrick George Zaky, lo studente iscritto al master in Studi di genere all’università di Bologna, detenuto da oltre dieci mesi in Egitto con l’accusa di propaganda sovversiva: «Chiediamo a ogni persona responsabile e a chi prende le decisioni di rilasciare immediatamente Patrick. Restituiteci nostro figlio, ridateci le nostre vite». Solo venerdì scorso il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si era preso l’impegno di riportare Patrick alla sua famiglia. «E’ un cittadino egiziano, ma sentiamo e abbiamo a cuore la sua sorte come se fosse italiano» aveva detto. Nello stesso giorno il Parlamento eu ropeo aveva approvato una risoluzione in cui, citando i casi di Giulio Regeni e Zaky, si chiede-un’indagine indipendente su tutte le violazioni dei diritti umani nell’Egitto guidato da presidente Abdel Fatah al Sisi. Mentre le condizioni del ricercatore, 28 anni, si aggravano.
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Testata: Repubblica
Autore: D’Argenio Alberto
Titolo: Intervista a Stella Kyriakides – “Il vaccino è sicuro L’Europa vince la sfida se lo facciamo tutti”
Tema: Vaccino in Europa
«Il rimedio è sicuro, altrimenti non lo avremmo mai approvato. Ora però tutti devono capire che la pandemia non si vince con il vaccino, ma con la vaccinazione e che ogni singolo cittadino è parte di questa sfida». Ad affermarlo è Stella Kyriakides, commissaria Ue alla Salute nella squadra di Ursula von der Leyen. La cipriota, che ha già combattuto contro un tumore, vede nell’autorizzazione a Pfizer «un momento decisivo per la gestione della pandemia, una notizia molto positiva». Ma invita: «Vediamo una prima luce all’orizzonte, tuttavia siamo solo alla fine dell’inizio, la situazione resta estremamente seria e nel futuro prossimo non possiamo aspettarci una diminuzione della mortalità». In mold temono dee la velocità con la quale siamo arrivati al via libera del primo vaccino possa avere compromesso la serietà degli studi sulla sicurezza. Come risponde? «La rapidità con cui abbia mo approvato il vaccino non compromette minimamente la sua sicurezza: abbiamo cercato di fare il Arrivare insieme e alle stesse condizioni al traguardo è un successo per tutta l’Europa più in fretta possibile ma senza alcun compromesso sulla salute. Questo deve essere chiaro a tutti».
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Testata: Avvenire
Autore: Firreri Max
Titolo: I racconti-choc dei pescatori
Tema: I pescatori rientrati in Italia raccontano
A Mazara del Vallo, due giorni dopo l’arrivo dei 18 pescatori liberati a Bengasi, è il tempo della festa. Quello dell’incontro tra gli equipaggi e le famiglie che per 108 giorni hanno sofferto nella disperazione e nella speranza che tutto potesse finire presto. Dal 1° settembre, i pescatori in Libia e le famiglie a Mazara del Vallo, hanno vissuto lo stesso incubo, seppur con aspetti diversi, «perché il carcere è il carcere – racconta Pietro Marrone, comandante della “Medina” – siamo stati umiliati dal punto di vista psicologico, costretti in celle al buio, a mangiare in scodelle sporche, derubati delle nostre cose più care». L’incontro, i pianti di gioia mentre abbracciavano i loro cari – domenica mattina sulla banchina del porto di Mazara del Vallo – è stato il più bel regalo di Natale. Lo ripete spesso Pietro Marrone, che ieri mattina, insieme all’armatore Marco Marrone, è tornato alla “Medina” ormeggiata in banchina. Motori spenti, peschereccio vuoto e le ferite dell’assalto delle milizie: sono stati rubati i pc di bordo, uno schermo radar, forzata la porta dell’alloggio del comandante e poi in cucina i militari libici hanno portato via il forno elettrico e tutte le derrate alimentari. «Non sono mancati i soprusi – racconta il pescatore – i militari ci hanno obbligato a cucinare il pesce per loro e poi il passaggio in 4 carceri diverse, dapprima in una cella tutti insieme noi italiani divisi dai nostri compagni musulmani, poi i momenti di isolamento in ambienti strettissimi; altri giorni vissuti insieme ai detenuti libici e l’ultimo mese in una cella che abbiamo definito la “scatola nera”. Stavamo al buio, poche ore di luce al giorno; erano le guardie che decidevamo quando accendere le luci, ci passavano il cibo in due scodelle da una piccola fessura».
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