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SINTESI IN PRIMO PIANO – 22 marzo 2020

In evidenza sui maggiori quotidiani:

– Covid-19: nuova stretta del Governo su attività non strategiche;
– “Chiudiamo tutto”: così i Governatori di Lombardia e Piemonte;
– Crisi economica: Covidbond, prestiti Mes e fondi per disoccupati;
– Aiuti ad imprese e autonomi: indennizzi a partire da aprile;
– Usa: i rapporti riservati degli 007 sul rischio contagio e sulla possibile pandemia;
– Libia: Haftar viola il ‘cessate il fuoco’, tre razzi sulla Capitale.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Iossa Mariolina
Titolo: In un giorno 793 vittime. I malati: 42.681
Tema: Covid-19: i dati
Nel weekend più drammatico che il Paese sta attraversando dall’inizio dell’epidemia, la Protezione civile ha registrato 793 nuovi decessi (546 solo in Lombardia), un «numero molto importante ma che, voglio ricordare – ha detto il capo del Dipartimento Angelo Borrelli – considera tutti i deceduti con anche il coronavirus». Lo conferma il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro, «noi conteggiamo tutti i morti positivi, ma solo dopo aver esaminato le cartelle cliniche possiamo dire se sono deceduti per il Covid-19 o con un quadro clinico già grave a cui si è aggiunto il virus». Dall’inizio dell’epidemia sono morte 4.825 persone «con anche» il coronavirus. Continua a crescere il numero dei nuovi contagi, sono 4.821 per un totale di 42.681 persone attualmente positive al tampone, di cui 22.116 in isolamento domiciliare, 2.857 in terapia intensiva, il 7 per cento di tutti i positivi. A oggi i casi totali sono 53.578. Crescono i guariti, sono 943 per un totale di 6.072. Centinaia sono i medici che hanno aderito alla task force sanitaria della Protezione civile. «Li ringrazio tutti – ha detto Borrelli -. Presto saranno inviati a supporto degli ospedali lombardi».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Patta Emilia 
Titolo: Virus, nuova stretta del Governo Stop alle attività non strategiche – Scatta la chiusura totale, esclusi solo i settori strategici
Tema: Stop alle attività non strategiche

Chiudere tutto, la serrata in tutte le fabbriche con la chiusura di filiere e servizi pubblici non essenziali. Ossia tutto tranne agroalimentare, logistica e trasporti, energia e settore farmaceutico-sanitario. «Rallentiamo il motore produttivo del paese ma non lo fermiano, decisione non facile ma che necessaria», ha annunciato il premier Giuseppe Conte in tarda serata. Alla fine di una giornata drammatica, con il bollettino dei morti per Coronavirus salito a più 793 in un giorno, il Governo ha dunque deciso la misura estrema per tutto il Paese e non solo per le regioni del Nord come sembrava inizialmente. Da giorni lo ripetono dal “fronte” i governatori e i sindaci del Nord, da giorni lo ripete il leader della Lega Matteo Salvini, e ieri lo hanno chiesto prima con una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e poi in un incontro in teleconferenza con Palazzo Chigi anche i sindacati confederali: «Le chiediamo di valutare la possibile necessità di misure ancor più rigorose di sospensione delle attività non essenziali in questa fase per il nostro Paese» (all’incontro hanno partecipato per Confindustria il presidente Vincenzo Boccia e la direttrice generale Marcella Panucci e per Confapi il presidente Maurizio Casasco). La stretta è dunque decisa: il decreto della presidenza del Consiglio deve essere pronto entro il week end, prima che riaprano le fabbriche. Intanto le regioni del Nord hanno fatto da sé: ieri, con due analoghe ordinanze, il governatore della Lombardia Attilio Fontana e quello del Piemonte Alberto Cirio hanno inasprito la stretta sugli spostamenti e hanno bloccato i servizi pubblici non essenziali, gli studi professionali e i cantieri.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cremonesi Marco – Guerzoni Monica 
Titolo: Uffici e aziende, nuove chiusure – Stop alle affività non essenziali Conte: la nostra crisi peggiore
Tema: Stop alle affività non essenziali

L’Italia rallenta ancora, ma non ferma del tutto i motori. L’annuncio arriva che è notte, sull’onda dell’angoscia per gli oltre cinquantamila contagiati e i quasi cinquemila morti del giorno più nero. Giuseppe Conte questa volta non scende in sala stampa, ma sceglie di parlare agli italiani attraverso Facebook. Il video, prima annunciato in diretta per le 22.45, poi slittato alle 23.20, è un drammatico appello a resistere alla morsa delle restrizioni imposte dall’emergenza, ad affrontare compatti «la crisi più difficile che il Paese abbia vissuto dal secondo dopoguerra». E quando ne saremo fuori, promette il premier, «il governo interverrà con misure straordinarie che consentiranno di rialzare la testa». Adesso però c’è da piangere i morti, «che non sono semplici numeri, ma persone». E c’è da fare uno sforzo ancora per contenere il contagio ed evitare il collasso degli ospedali. Da oggi e fino al 3 aprile chiuderà «ogni attività produttiva che non sia indispensabile a garantirci i servizi essenziali».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cuzzocrea Annalisa 
Titolo: Intervista a Pierpaolo Sileri – Sileri “Una stretta maggiore dove le regole vengono trasgredite”
Tema: Intervista a Pierpaolo Sileri

«Una stretta maggiore? È necessaria dove non di seguono le regole». E vanno fatti «più tamponi». Secondo il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri è questo l’unico modo per sconfiggere la malattia e portare l’Italia fuori da un incubo che oggi conta 793 morti in un giorno solo. Il dato peggiore, nel giorno in cui il senatore M5S comincia a star meglio. Perché il virus lo ha preso anche lui, a inizio marzo. Viceministro, i numeri di oggi fanno paura. Cosa non sta funzionando? «Dobbiamo capire che è ancora prematuro valutare l’impatto delle misure prese. Servono 14 giorni pieni per capire quanto le restrizioni imposte hanno limitato il contagio. Dalla prossima settimana, dovremo osservare una diminuzione del numero dei contagi. C’è il problema di chi si spostato al sud e magari non si è messo in quarantena. Ci sarà quello dei contagi familiari, che non rispondono al distanziamento sociale. Ma il calo dovrà esserci». Serve una stretta maggiore, come invocano i governatori al nord? «È necessaria dove non si seguono le regole. Se tutti lo facessimo, sono certo che non servirebbero misure aggiuntive». Ci sono troppe industrie e fabbriche aperte, proprio nei luoghi in cui si muore di più. «I luoghi di lavoro dove non si può o comunque non viene rispettata la distanza di sicurezza vanno chiusi. Ma se si seguono le regole i rischi di contagio sono minimi. In più, tutti quelli che hanno sintomi di qualsiasi tipo devono restare a casa».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso 
Titolo: Italia sbarrata – Conte vara nuove misure “Restano aperte soltanto le aziende strategiche”
Tema: Italia sbarrata

La pressione è troppo forte, Giuseppe Conte deve accettare la forza dei numeri e la spinta dei territori: da oggi e fino al tre aprile il governo chiude le attività non essenziali in tutta Italia. Palazzo Chigi impone la serrata degli uffici pubblici, di tutte le attività produttive, professionali, commerciali e artigianali, ad eccezione delle aziende e delle fabbriche strategiche per la filiera agroalimentare, sanitaria, energetica. Una scelta sofferta, che il premier avrebbe voluto evitare, o almeno limitare solo ad alcune Regioni. Che anche Confindustria sconsiglia fino all’ultimo. Pesano però due dati drammatici: i 793 morti di ieri, come un intero paese che scompare ogni giorno, e un virus che continua a massacrare la Lombardia con una tenacia che lascia sgomenti anche gli scienziati. «Non nascondo la realtà – ammette alla fine Conte a reti unificate – è la crisi più difficile dal secondo dopoguerra. Sono misure severe, ma non abbiamo alternative – dice Conte – dobbiamo resistere».
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Testata:  Stampa 
Autore:  La Mattina Amedeo 
Titolo: “Ora chiudiamo tutto” Piemonte e Lombardia fanno da apripista
Tema: Piemonte e Lombardia apripista

Lombardia e Piemonte fanno la mossa della disperazione e chiudono tutto ciò che è possibile chiudere. La situazione rischia di sfuggire di mano in queste regioni. Anche i comuni e i sindacati fanno pressione sul governo affinché venga chiuso tutto, uffici pubblici e fabbriche che non producono beni essenziali. Dice il leader della Cgil Maurizio Landini: «Vanno chiuse tutte le attività non essenziali, evitiamo che la paura diventi rabbia». Non c’è più tempo da perdere di fronte al bollettino dei morti, 793 solo ieri, che continua a crescere. Il leader della Lega Matteo Salvini si appella al capo dello Stato, Sergio Mattarella, visto che il premier Conte non risponde alle sue telefonate, e tutti i parlamentari lombardi del centrodestra si schierano come un solo uomo a fianco del presidente lombardo Attilio Fontana. Ed ecco le ordinanze dei due governatori del Nord, praticamente identiche. Il governatore Fontana: “La situazione non migliora, anzi: continua a peggiorare”. Stretta sui mercati, chiusi uffici pubblici e studi professionali, stop agli spostamenti verso le seconde case. La decisione del governatore piemontese Alberto Cirio è di poco successiva a quella della Lombardia, e arriva dopo una riunione in videoconferenza con tutti i sindaci dei comuni capoluogo, i presidenti delle Province e i rappresentanti di Anci, Anpci, Upi. Le misure resteranno in vigore fino al 3 aprile.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Rossi Andrea 
Titolo: Intervista ad Alberto Ciro – Cirio: facciamo da soli Roma non ci capisce – “Spetta a Roma decidere sulle aziende Da governatore ho fatto tutto il possibile”
Tema: Intervista ad Alberto Ciro

Presidente Cirio, Piemonte e Lombardia – dopo i parchi – chiudono anche uffici e studi professionali, vietano le seconde case, gli assembramenti tra più di due persone e i mercati se mancano le condizioni di sicurezza. È una sfida al governo? «Nemmeno un po’. Il governatore Fontana ed io abbiamo informato il governo nel pomeriggio. Nessuna provocazione, il nostro è un estremo tentativo di tutelare la salute dei nostri cittadini». Com’è la situazione? «Preoccupante. Sei contagi non rallentano rischiamo la saturazione dei letti in terapia intensiva. Il Piemonte in queste settimane ha aumentato i letti del 65%, quasi nessuno ha fatto come noi, però non basta per sentirsi tranquilli. Per questo abbiamo deciso di agire, non sapendo che il governo stava per intervenire. Combattiamo una lotta contro il tempo, abbiamo maledettamente fretta». Un decreto al giorno non è destabilizzante? Le persone hanno bisogno di certezze in questo momento «Me ne rendo conto. Avessimo avuto certezze avremmo potuto attendere, ma di fronte all’incertezza, al tempo che passa e ai letti dei reparti che si riempiono noi presidenti di Regione abbiamo il dovere di fare tutto ciò che riteniamo utile, senza lasciare intentata alcuna strada».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Bignami Silvia 
Titolo: Intervista a Stefano Bonaccini – Bonaccini “Intervenire in extremis con le ordinanze è la nostra arma finale”
Tema: Intervista a Stefano Bonaccini

«Le Regioni più colpite hanno il dovere di intervenire da sole quando serve. Non possiamo aspettare l’accordo di tutto il Paese». Il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini è a Piacenza, in visita all’ospedale da campo allestito per l’emergenza Covid. Quando legge dei 546 decessi in Lombardia e degli oltre 700 in Italia sospira: «Sono cifre che lasciano senza fiato. E poi c’è chi reclama il jogging?». Nel pomeriggio ha firmato l’ordinanza che chiude i supermercati la domenica, nonostante il governo avesse assicurato che sarebbero rimasti aperti. Venerdì ha chiuso le fabbriche non essenziali nell’intera provincia di Rimini, «e non escludo di estendere questa misura ad altre province» annuncia. A cominciare da Piacenza e Parma. Presidente, ogni Regione si fa la sua ordinanza. Non si rischia la confusione? «Stiamo gestendo un’emergenza mai vissuta e le risposte da dare sono tantissime. Le ordinanze servono a questo. Poi ovvio che bisogna portarsi dietro i cittadini, le imprese, i sindaci: ordinare va bene, ma bisogna di Silvia Bagnami anche essere compresi».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Intervista a Francesco Boccia – «Dai sindaci leghisti accuse ingenerose Se non ci fosse lo Stato sarebbero crollati»
Tema: Troppe ordinanze locali

Francesco Boccia, il governo ha perso il controllo dell’epidemia? «Non è così. I contagi riguardano soprattutto alcuni focolai del Nord. I risultati dell’ultima stretta, quella più faticosa e dolorosa, non li avremo prima della fine della prossima settimana». II sindaco di Milano, Beppe Sala, ha lanciato un disperato appello. Ce la farete a scongiurare il collasso del sistema sanitario nazionale? «È la grande battaglia di queste ore. Giorni fa avevo chiesto alle Regioni di essere solidali e di mettere a disposizione cento medici. Hanno risposto una decina di Regioni, offrendone una sessantina. Abbiamo cambiato schema e ci siamo rivolti direttamente ai medici. Siamo stati travolti dalle domande, quasi 8.000». Bergamo è allo stremo, 243 sindaci della provincia più martoriata implorano di fermare tutto, «ma davvero». E i primi cittadini della Lega accusano il governo di aver fatto cadere le loro richieste nel vuoto. È vero? «Non è vero, non si può buttarla in politica. Tutti sanno che la Lombardia è la priorità assoluta e che il rafforzamento del sistema sanitario nella nostra Costituzione resta esclusivamente regionale. Le critiche dei sindaci leghisti sono ingenerose. Se non ci fosse lo Stato sarebbero crollati. Nessuno, in una situazione come questa, può farcela da solo».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Imarisio Marco 
Titolo: Il commento – Ma adesso serve una voce sola – Ora il Paese parli con una voce sola
Tema: Serve una voce sola

Nessuno può sapere se davvero andrà tutto bene. Non esistono più certezze, tantomeno questa. Gli auspici e le profezie declinate in forma di slogan sembrano ancora più vuoti dopo giornate come quella di ieri, la peggiore di una lunga e tragica serie con 800 morti, 546 in Lombardia, e sappiamo che altre ce ne saranno. Non sta andando bene, e già così il bilancio parziale è incredibilmente doloroso. I tormentoni sono perfetti per i social, e talvolta sono utili per coltivare una doverosa speranza. Ma poi c’è la realtà, seppure filtrata dalle finestre che separano ognuno di noi dal resto del mondo e delle nostre vite. E la realtà dice che stiamo vivendo una prova terribile e inedita, per la quale non esistono ricette sicure, e neppure regole già scritte. Magari ci fossero, magari ne sapessimo di più. Se qualcosa non funziona, si deve cambiare. Se l’isolamento era solo parziale, giusto che diventi più ampio, con la chiusura di quasi tutte le attività produttive, magari cercando di aiutare chi è più debole a non sentirsi ancora più solo e isolato. Davanti a una minaccia così subdola, così letale, le scelte drastiche sono giustificate. Ben vengano quindi le nuove misure annunciate ieri notte dal presidente del Consiglio.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Veltroni Walter 
Titolo: Semplice, veloce e trasparente La democrazia del «dopo» – Il «dopo» della democrazia Trasparenza e semplicità
Tema: La democrazia del «dopo»

Ora, proprio ora, bisogna sapere cosa fare appena le porte delle nostre case si saranno riaperte Avremo un gran bisogno di semplicità. La democrazia, se vorrà sopravvivere a questo tsunami, dovrà scrollarsi di dosso una delle più solide e apparentemente robuste garanzie della sua stessa esistenza. La complessità, lungi dall’essere – come è giusto – una modalità di interpretazione del presente è stata , nell’edificarsi degli Stati, anche un modus vivendi e un modus operandi delle istituzioni. Più la materia, la legge, il linguaggio sono complesse, più esse sono elitarie, e richiedono una forma di mediazione del rapporto tra cittadino e norma. La ricerca di qualcuno che sappia o, peggio, di qualcuno che conosca qualcuno. La reazione ai barocchismi del linguaggio pubblico è stata, in questi anni, la semplificazione brutale, la riduzione della complessità obiettiva delle cose a schema demagogico, a invettiva populista. Le parole prima astruse, lontane, respingenti si sono fatte troppo semplici per essere vere e persino per essere sincere. Il linguaggio della democrazia, se vuole rafforzarsi e non essere travolto da questa crisi drammatica dovrà trovare una nuova forza nella sua autentica semplicità. Le persone, uscite stremate da questo incubo, cercheranno soluzioni.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Scalfari Eugenio 
Titolo: L’editoriale – Il passo storto del mondo
Tema: Paese blindato

La tragedia del coronavirus sta interessando l’Italia ancor più che gli altri Paesi europei e qui da noi è concentrata soprattutto nelle regioni del Nord. Abbiamo per fortuna un presidente del Consiglio che ha il senso dello Stato, confortato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ieri è stato un altro giorno disperante. II Paese è blindato nella speranza che tra due o tre settimane i contagi diminuiscano e consentano un minimo di libertà della propria esistenza. Ce lo auguriamo e abbiamo anche fiducia nelle disposizioni del nostro governo. Quanto è accaduto finora ci induce comunque a delle riflessioni. Riflessioni che danno all’opinione pubblica una maturità maggiore di quanto finora non ci sia stata. Il presidente del Consiglio, ovviamente, è un leader politico e tutto ci fa ritenere che questa sua leadership aumenti nell’emergenza. Abbiamo già un governo di centro-sinistra con ovvie ripercussioni favorevoli che daranno all’Italia una fisionomia di modernità, nei limiti del possibile, anche ai Cinque Stelle, ma comunque soprattutto all’Italia socialdemocratica, con la speranza che anche Zingaretti esca dal suo malanno e possa riprendere la guida del Pd.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Caccia Fabrizio 
Titolo: «La mafia un cancro per la società che sconfiggeremo»
Tema: Giornata per le vittime della criminalità

«Il 21 marzo, giorno di primavera, anche in questo difficile anno è un giorno di speranza che dobbiamo far valere contro chi la speranza vuole sottrarre», ha scritto ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata della Memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie. «Le mafie cambiano le forme, i campi di azione, le strategie criminali – parole durissime quelle del Capo dello Stato -. Si insinuano nelle attività economiche e creano nuove zone grigie di corruzione e complicità. Sono un cancro per la società e un grave impedimento allo sviluppo». Così, il presidente si rivolge al Paese: «Occorre vigilanza, e la consapevolezza deve farsi cultura. II ricordo si lega a un impegno civile: quelle testimonianze, quegli esempi indicano un percorso di civiltà. Occasioni come queste ci aiutano a riflettere insieme. Sconfiggeremo ed estirperemo le mafie. Con l’azione delle istituzioni, con la coesione delle comunità, con il protagonismo dei cittadini». Una giornata speciale: «Oggi – sottolinea, Mattarella – ricordiamo le donne e gli uomini che hanno pagato con la vita l’impegno coerente, la fedeltà alle istituzioni repubblicane, la libertà di sottrarsi al ricatto criminale e al giogo violento della sopraffazione. Questa Giornata della Memoria è nata nella società civile, tra i giovani che vogliono costruire il loro futuro nella dignità e nella legalità che, sola, può garantire il rispetto e la parità dei diritti delle persone. Il Parlamento, opportunamente, ha poi deciso di dare a questo giorno la solennità di una ricorrenza».
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore
Autore:  Romano Beda
Titolo: Intervista a Paolo Gentiloni – «Contro la crisi ora Covidbond, prestiti Mes e fondi ai disoccupati» – «Non possiamo farcela con gli strumenti anti crisi di 10 anni fa»
Tema: Covidbond, prestiti Mes
Non si può affrontare questa emergenza con gli stessi strumenti anti crisi di dieci anni fa. Così Paolo Gentiloni, Commissario europeo agli Affari Economici, in un’intervista al Sole 24 Ore. L’ex presidente del Consiglio, alla vigilia dell’Ecofin che dovrebbe presentare nuove misure di i,ntervento anti-crisi da parte delle istituzioni europee, è inoltre convinto che in questa fase la Germania stia dando segnali importanti di apertura nei confronti di una soluzione condivisa. Sul tavolo dei ministri, ha aggiunto Gentiloni, ci sono molte opzioni: tra queste, i covidbonds, nuovi prestiti dal Mes e dalla Bei e l’idea di costituire un fondo europeo per la disoccupazione e la gestione della cassa integrazione. Tra domani e martedì i ministri delle Finanze europei torneranno a discutere della disastrosa situazione economica provocata dalla pandemia influenzale che sta colpendo il continente. La speranza è che possano mettersi d’accordo su una strategia congiunta, che non sia più solo la somma di misure nazionali. In una intervista al Sole24 Ore, il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni, 65 anni, descrive le opzioni sul tavolo. Allargando lo sguardo, l’ex presidente del Consiglio italiano analizza le possibili conseguenze di lungo termine della crisi sanitaria di queste settimane, e si dice preoccupato dalla possibilità che possa mettere radici “un capitalismo autoritario”.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Minenna Marcello 
Titolo: Due linee di gestione per i tassi – Due linee per la gestione dei tassi
Tema: Fed e Bce

La recessione globale incombe: quasi tutti i Paesi europei hanno un piano di espansione fiscale mentre si attende un massiccio programma di stimoli dagli Usa. La Bank of England, la Federal Reserve (Fed) e la Banca centrale europea (Bce) hanno lanciato 1-2 round di misure a sostegno dell’economia ed è quasi certo che l’allentamento monetario proseguirà: lo shock provocato dal coronavirus è troppo intenso. I primi dati arrivati dalla Cina mostrano una contrazione dell’attività industriale di magnitudo paragonabile alla crisi finanziaria del 2008-09. Le banche d’investimento internazionali hanno aggiornato le stime per il calo del Pil italiano al -3,6% annuo (nel 2009 il Pili si contrasse largo circa del -6%). La Fed ha tarato lo stimolo in risposta ad uno shock stile 2008: taglio del tassi di interesse-chiave di 100 punti base e riavvio in grande stile del Quantitative Easing (QE) per 700 miliardi di $ di Treasuries e di Mortgage-Backed Securities (i titoli strutturati che impacchettavano mutui immobiliari subprime). Negli stessi giorni, la Bce non è intervenuta sui tassi di interesse ed ha potenziato il QE solo per 120 miliardi di euro fino alla fine del 2020, facendo affidamento su una serie straordinaria di finanziamenti a tassi di interesse negativi al sistema bancario (LTRO – Longer Term Financing Operations) come nel 2011.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fabbrini Sergio 
Titolo: La strategia per il futuro nei giorni più difficili
Tema: Dopo il Covid-19

E’ una guerra. Una guerra sanitaria contro un nemico (il virus Covid-19) «invisibile e inafferrabile», per dirla con il presidente francesce Emmanuel Macron. Prima o poi, verrà vinto. Ma quando arriverà quel momento, non sarà più come prima. Con la guerra ancora in corso, tra agosto e ottobre del 1944, a Dumbarton Oaks (un posto vicino a Washington D.C.), delegazioni delle quattro potenze alleate contro l’Asse si riunirono per definire l’ordine politico mondiale da costruire nel Dopoguerra. La discussione gettò le basi perla Conferenza dl San Francisco (dell’aprile successivo) che dette vita all’Organizzazione delle nazioni unite (Onu). Dumbarton Oaks faceva seguito alla Conferenza tenuta a Bretton Woods (una cittadina del New Hampshire) nel luglio precedente, dove si gettarono le basi del futuro ordine economico internazionale (con la decisione di dare vita al Fondo monetario internazionale e alla Banca mondiale). Furono conferenze molto combattute. Oggi siamo di fronte a una discussione analoga. Mentre la Banca centrale europea e le istituzioni europee si sono finalmente decise a fare «tutto ciò che è necessario e anche di più» per neutralizzare il disastro economico generato dal virus, anche noi stiamo discutendo sull’ordine politico del dopo virus.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Tajani Antonio 
Titolo: Il commento – L’Europa ci ha ascoltato dando un calcio al rigore – Vincere con un calcio al rigore
Tema: L’Europa

Il calcio al rigore lo abbiamo dato sul serio. Alla fine ci hanno dato tutti ragione. Perché avevamo ragione a batterci per dare uno scudo finanziario che permettesse all’Italia ed all’Europa di combattere la grande guerra contro il Coronavirus. Finalmente la flessibilità sarà la caratteristica delle nostre politiche per impedire il collasso dell’economia oggi e favorire la rinascita quando tutto sarà finito. La decisione di sospendere il Patto di stabilità permetterà all’Italia ed agli altri Paesi europei di potere spendere senza l’incubo del tetto del 3% nel rapporto deficit/pil. Le nuove disposizioni della Commissione europea in materia di aiuti di Stato consentiranno di dare soldi alle imprese in questo momento di enorme difficoltà. E va nella stessa direzione la scelta della Vigilanza della Bce a favore di un «trattamento prudenziale più flessibile dei prestiti garantiti da misure pubbliche». L’inflessibile Vigilanza della Banca centrale (che ho combattuto duramente per la sua violazione delle regole sul caso crediti deteriorati) ora concede flessibilità alle banche proprio sugli Npl e permetterà agli istituti di credito di beneficiare in pieno delle garanzie e moratorie decise dalle autorità pubbliche su prestiti a famiglie ed imprese.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Chiellino Giuseppe – Trovati Gianni 
Titolo: Governo a caccia dei fondi Ue non spesi – Fondi Ue, governo a caccia di risorse
Tema: Fondi Ue

La settimana che si chiude oggi ha archiviato di fatto le regole fiscali europee sull’aggiustamento strutturale con il comunicato dell’Eurogruppo di lunedì, e ha messo praticamente in soffitta il Patto di stabilità con la proposta di venerdì della Commissione. Ma il repentino cambio di pelle dell’Unione è destinato a continuare nei prossimi giorni: l’Eurogruppo di martedì, annuncia il suo presidente Mario Centeno, studierà una «muova linea di difesa dal Coronavirus» per le economie europee, in una discussione dove tornerà al centro della scena il Mes e la sua possibilità di utilizzo per finanziare un piano di aiuto a livello continentale. Ipotesi, questa, che con la rapida corsa della crisi sanitaria sembra superare molte resistenze tradizionali nel mondo tedesco, ma continua ad accendere polemiche a Roma per il «no» al Mes sotto qualsiasi forma pronunciato dai Cinque Stelle oltre che dalle opposizioni di Lega e Fratelli d’Italia. Le prossime mosse di Bruxelles saranno cruciali per capire gli spazi saranno del prossimo intervento di sostegno all’economia per un’Italia che con il primo decreto anticiii ha esaurito il deficit aggiuntivo approvato dal Parlamento.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Salvia Lorenzo 
Titolo: Intervista ad Antonio Misiani – Misiani: imprese e autonomi, indennizzi ad aprile per chi ha perso più ricavi
Tema: Imprese e autonomi

Antonio Misiani, vice ministro dell’Economia, ad aprile ci sarà un ristoro per chi ha subito le conseguenze economiche del Coronavirus. Cosa vuol dire? «Vuol dire che bisogna costruire un sistema di parziale indennizzo per i settori più colpiti dall’emergenza». Ma intende una parziale cancellazione delle tasse, finora solo sospese, oppure soldi in mano, come i 600 euro per gli autonomi? «La forma e i criteri dell’intervento sono ancora in fase di studio. Ma le strade possibili sono queste due». Se la strada fosse quella dei 600 euro, sarebbe un primo passo verso l’helicopter money, i soldi a pioggia per tutti come dice Trump. «No, l’helicopter money dà soldi senza distinzioni. Noi intendiamo aiutare innanzitutto i settori più colpiti». Quindi turismo, commercio, trasporti, a patto che abbiano perso almeno il 25% del loro fatturato, la soglia ipotizzata e poi archiviata per il primo decreto? «Lo decideremo quando sarà più chiaro l’impatto sui singoli settori». Bruxelles ha sospeso il Patto di stabilità. A quanto arriverà il nostro deficit ora che non c’è più il tetto del 3% sul Pil? «Questo passo senza dubbio aiuterà i governi nazionali a fare il massimo possibile per sostenere le economie dei rispettivi Paesi. Ma adesso serve una misura europea, un vero e proprio piano sul modello di quello Marshall adottato dopo la seconda guerra mondiale».
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Testata:  Giornale 
Autore:  De Francesco Gian_Maria 
Titolo: La promessa di Gualtieri: in aprile rimborso delle tasse
Tema: Stop ai versamenti contributivi

«I 25 miliardi sono bastati e abbiamo attuato una sospensione delle tasse. Dal mese di aprile faremo un ristoro, calcolando la riduzione di fatturato». Il ministro dell’Economia, Gualtieri, in una intervista a Rainews, ha anticipato uno dei contenuti del decreto che sarà emanato il mese prossimo e che, dunque, rimborserà aziende e partite Iva che comunque hanno versato o verseranno anticipi di imposta superiori ai magri introiti attesi per quest’anno. Senza contare che per alcune di esse la soglia di fatturato (il Cura Italia salvaguarda chi ha ricavi fino a 2 milioni) o la categoria merceologica, non hanno consentito un rinvio del saldo Iva del 2019 e di contributi e ritenute per febbraio 2020. Per questo motivo, ha spiegato Gualtieri, «ad aprile potremo calibrare meglio gli interventi anche di ristoro, in favore di chi ha subito cali di fatturato o fermo delle attività». Sul versante previdenziale e assistenziale la giornata di ieri è stata caratterizzata da una parziale schiarita sul versante attuativo del decreto Cura Italia. Prorogati anche i termini per la presentazione delle domande Naspi, Dis-coll (disoccupazione dei collaboratori coordinati e continuativi) e disoccupazione agricola. Il sottosegretario all’Economia, Cecilia Guerra ha ribadito che «gli iscritti alle casse professionali potranno accedere all’indennizzo di 600 euro».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Voltattorni Claudia 
Titolo: Partite iva, niente click day C’è un modulo
Tema: Partite iva

Dall’indennità di 600 euro per i lavoratori autonomi e le partite Iva alla cassa integrazione (ordinaria o in deroga) per tutte le imprese, anche quelle micro, si moltiplicano le misure per aiutare il mondo del lavoro sempre più colpito dall’emergenza Coronavirus. Viene anche prorogato di 60 giorni il termine per chiedere l’indennità Naspi e la disoccupazione. Non solo. Le domande respinte perché scadute saranno invece riesaminate. Per ricevere l’indennità dei 600 euro prevista dal decreto Cura Italia, ad autonomi, liberi professionisti con partite Iva, lavoratori co.co.co. basterà compilare una normale domanda sul sito dell’Inps (www.inps.it). I moduli, fa sapere l’istituto, a cura di Claudia Voltattorni saranno disponibili online a partire dalla fine del mese di marzo. Sfuma così l’ipotesi – molto criticata – di un «click day» per accedere alle domande per poi ottenere il sussidio di 600 euro.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pogliotti Giorgio 
Titolo: Intervista ad Annamaria Furlan – «Imprese e lavoro al centro, bene il piano di Confindustria»
Tema: Imprese e lavoro al centro

«Per far fronte all’impatto dell’epidemia del coronavirus sul sistema produttivo quella di Confindustria è una proposta molto condivisibile che pone al centro il lavoro e l’impresa, valori che peraltro sono al centro dell’azione della presidenza di Boccia. E’ importante garantire, insieme agli ammortizzatori sociali per i lavoratori, la liquidità alle imprese, non solo per sostenerle per l’attuale calo di fatturato generalizzato, ma anche permetterle in condizione di ripartire quando questa terribile emergenza sarà superata». A parlare è la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan che, all’indomani della proposta avanzata da Confindustria, promuove anche l’idea di varare «un grande piano anticiclico alivello europeo perla crescita e il lavoro, un nuovo piano Marshall». E aggiunge: «Il Patto di stabilità va rivisto in profondità, il governo italiano deve intestarsi una proposta di cambiamento profondo. Abbiamo visto che cosa ha comportato il Patto di stabilità, in termini di tagli ai servizi pubblici, alla sanità pubblica, se abbiamo una percentuale di medici e infermieri per abitanti inferiore alla Germania, o alla Francia è per le misure di Austerity. Condivisibile anche il ricorso agli eurobond, contenuto nel documento di Confindustria, li chiediamo da anni, come Confederazione europea dei sindacati».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Brunetta Renato – Mulè Giorgio 
Titolo: Un nuovo patto sociale su investimenti e fisco
Tema: Investimenti e fisco

Costretti a rimanere nelle nostre case, noi italiani viviamo un tempo sospeso. La realtà impone a chi è classe dirigente di fare in modo che il tempo sospeso non si risolva in «tempo perso». Per questo, paradossalmente, il Coronavirus sta producendo effetti collaterali positivi. Pensiamo all’Europa che finalmente prova a guarire dalla malattia dell’egoismo, come da sempre auspicato da Silvio Berlusconi, con un processo di revisione dogmatico che si spera riporterà il primato dell’economia reale e del lavoro dell’uomo su quello immateriale della finanza. Bene, se dunque questo tempo sospeso deve servire a preparare un tempo migliore è doveroso essere ambiziosi e coraggiosi per creare le condizioni, ora e adesso, di un «new deal» basato su un nuovo patto sociale e fiscale. Il tempo dell’emergenza obbliga a una terapia keynesiana: si inizi a sbloccare i fondi per opere pubbliche già finanziate. L’ammontare è di oltre 100 miliardi. Se a questi 100 miliardi se ne aggiungessero altrettanti per rifinanziare la legge sulle città metropolitane e sulle periferie avremmo in mano un bazooka interno di potenza straordinaria.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Serra Monica 
Titolo: Negozianti, professionisti e operai senza stipendio Allarme per i nuovi poveri
Tema: Paralizzate le piccole aziende

La scritta fuori è uguale a quella degli altri super-mercati: «Rispettate la distanza di sicurezza». Una piccola lavagna, davanti al muro coperto dal marmo grigio. Dentro, gli scaffali presi d’assalto sono tutti in ordine, puliti. I soliti prezzi qui non ci sono: il costo della pasta, dei pelati, dei tovaglioli è calcolato in punti. «Ogni mese ne assegniamo un certo numero a ogni famiglia in difficoltà, a seconda del numero delle persone», spiega Stefano Doria, il responsabile dell’emporio solidale di Garbagnate, uno degli Otto aperti nelle periferie milanesi dalla Caritas Ambrosiana. Dal 24 febbraio le richieste di aiuto sono cresciute del 30 per cento: 4,6 quintali di generi alimentari distribuiti ogni giorno. Le storie «Da quando si è diffuso l’allarme le signore hanno smesso di chiamarmi per le pulizie di casa. È un disastro: per me non esistono ferie, malattia, smart working. Se non lavoro, non prendo un euro». Elena, colf di 48 anni, è in fila davanti alla cassa. «Mi auguro che presto s’intraveda la luce in fondo al tunnel. Non posso permettermi di stare a casa senza il lavoro».
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Titolo: Scandalo negli Usa: affari sull’epidemia – I senatori leggono il report degli 007 E vendono le azioni prima del crollo
Tema: Usa

Virusgate? La pandemia crea situazioni senza precedenti in campo medico, economico, di gestione delle libertà individuali. Ora sconfina anche nel campo delle mascalzonate finanziarie (che si tratti di reati o solo di comportamenti moralmente deplorevoli) commesse da esponenti politici di rango: quattro senatori americani accusati di aver venduto i loro portafogli di titoli azionari subito dopo aver ricevuto, tra fine gennaio e metà febbraio, una serie di allarmanti informative riservate dei servizi segreti sulle prospettive di diffusione del coronavirus. Principale imputato è il senatore repubblicano Richard Burr, presidente della Commissione Intelligence del Senato che il 13 febbraio ha venduto, in 33 distinte operazioni, quasi tutto il suo patrimonio in azioni il cui valore ha oscillato negli ultimi mesi tra i 628 mila e il milione e 700 mila dollari. Anche Tucker Carlson, il conduttore della rete conservatrice Fox amatissimo da Trump, ha chiesto le sue dimissioni. Sotto accusa, insieme a lui, altri due senatori repubblicani, James Inhofe dell’Oklahoma e Kelly Loeffler della Georgia e la democratica californiana Dianne Feinstein (i tre si dicono innocenti perché non hanno partecipato alle riunioni riservate o perché avrebbero affidato la gestione del loro patrimonio ad altri).
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Testata:  Stampa 
Autore:  Semprini Francesco 
Titolo: I rapporti segreti che accusano Trump “I servizi lo avvisarono del rischio contagio”
Tema: Usa

Gli 007 americani avvertirono del pericolo imminente del coronavirus già a gennaio e febbraio, ma il presidente non adottò misure preventive che avrebbero potuto contenere il contagio. È quanto sostengono fonti di intelligente citate dal Washington Post. Nel frattempo però Trump ha cambiato linea e ieri in una conferenza stampa ha alzato i toni: «Ogni americano ha un ruolo nella difesa della nazione da questo invisibile e orribile nemico e avremmo successo, si spera molto prima di quanti si pensi. Quindi diciamo restate a casa e salvate le vite». I rapporti riservati dei Servizi non contenevano previsioni su quando il virus sarebbe arrivato negli Usa e non raccomandavano particolari misure da prendere, non essendo per altro materia di competenza dell’intelligence. Tracciavano però una mappatura della diffusione del Covid-19 in Cina e poi in altri Paesi, mettendo in guardia sul fatto che i dirigenti di Pechino tendevano a minimizzare la gravità dell’epidemia. Le indicazioni fornite dagli 007 arrivavano a concludere che da lì a poco il coronavirus si sarebbe trasformato in una pandemia tale da richiedere misure di intervento immediate ai governi del Pianeta. Nonostante i ripetuti avvisi, Trump ha continuato a ridimensionare il rischio e lo stesso hanno fatto i membri del Congresso non imponendo misure importanti come l’obbligo di dimora.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Robecco Valeria 
Titolo: Un miliardo di persone in casa Stato di calamità a New York
Tema: Usa

Quasi un miliardo di persone. Tanti sono i cittadini del mondo confinati in casa a causa del coronavirus. A rivelare il dato impressionante è un’indagine dell’Afp, che parla per l’esattezza di oltre 900 milioni di cittadini in 35 Paesi. La maggior parte – circa 600 milioni – è soggetta a confinamento obbligatorio, come in Francia o in Italia, nella speranza di bloccare la pandemia che ha già provocato 11.800 vittime (e 284 mila contagiati), oltre a mettere in crisi l’economia mondiale. Ci sono nazioni dove è in vigore il coprifuoco, come la Bolivia, oppure la quarantena, come Azerbaijan e Kazakistan, o ancora gli inviti a non lasciare le proprie case, come in Iran. Anche negli Usa i due stati più popolosi – California e New York – hanno intensificato le restrizioni, chiedendo ai cittadini di rimanere nelle proprie abitazioni. Stessa misura è stata approvata pure in Illinois e New Jersey. In America i casi sono 21 mila, con 266 vittime: oltre la metà dei casi è nello stato di New York, che ha superato quota 10 mila. Il presidente Donald Trump – come ha fatto sapere la Casa Bianca – ha approvato la dichiarazione di calamità per l’ Empire State, mossa che rende disponibili i fondi federali per affrontare la crisi.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lombardi Anna 
Titolo: Una donna come vicepresidente la mossa di Biden per la vittoria
Tema: Usa

Joe Biden ha messo gli occhi su una donna. Chi sia la fortunata, nessuno lo sa. Ma l’ex numero due di Barack Obama lo ha promesso davanti all’America intera: «Se diventerò presidente formerò un’amministrazione che somigli di più al Paese. E fin d’ora m’impegno a scegliere un vice di sesso femminile». Un annuncio irrituale, quello fatto qualche giorno fa, durante il primo dibattito dem con solo due candidati sul podio, Biden, appunto, e Bernie Sanders. Svelare il sesso del compagno di ticket, senza farne il nome, non era mai successo prima. E la promessa ha talmente spiazzato il senatore del Vermont, da costringerlo a rincorrere il rivale, affermando che sì, pure lui pensa a un gabinetto: «Pieno di donne, tutte progressiste». Biden, dunque, guarda all’altra metà della politica americana per trovare il suo running-mate, l’anima gemella di una campagna presidenziale da condurre all’ombra sinistra del coronavirus. E di sicuro gli serve una candidata solida e stimata: capace di prendere il suo posto fin da subito se gli eventi – e l’età avanzata, ha 77 anni – dovessero richiederlo.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Rosaspina Elisabetta 
Titolo: Madrid sfinita, i giorni del lutto Un super-ospedale in «tempi cinesi»
Tema: Madrid

Con 25 mila contagi ufficializzati ieri sera dal ministero della Sanità, la Spagna segue l’Italia a circa sei giorni di distanza; e con l’angoscia di non poter scongiurare la medesima escalation verso un picco ancora troppo lontano. Sebbene il tasso di letalità si mantenga inferiore, 5,39 rispetto all’8,6% italiano, le cifre assolute testimoniano la tragedia in corso anche a sud dei Pirenei, con 1.326 morti e gli ospedali quasi disarmati di fronte all’avanzata massiccia del virus: da venerdì a sabato il numero di ricoveri in terapia intensiva è stato il più alto della settimana con un’impennata del 41%. Le contromisure sono, o tentano di essere, proporzionate all’attacco: a Madrid, nella cui regione si concentra il 60% delle vittime, i padiglioni dell’Ifema, l’immensa fiera cittadina, si stanno trasformando a tutta velocità in nuovi reparti per alleggerire la non più sostenibile pressione sugli ospedali. I primi 1.300 pazienti con sintomi più lievi sono già stati trasferiti. Mentre al padiglione numero 9 si lavora per creare 5.500 nuovi posti letto in pochi giorni. Altre 9.000 camere sono state offerte da quaranta alberghi. Il municipio ha chiuso gli sportelli e le pratiche si sbrigano solo in modalità telematica.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Olivo Francesco 
Titolo: Dramma a Madrid: fra 3 giorni peggio dell’Italia – Ospedali in crisi e morti negli ospizi La Spagna finisce nel baratro italiano
Tema: Madrid

L’orrenda routine si ripete. Cinquemila contagi in 24 ore, ospedali che scoppiano, esercito nelle strade, mascherine che mancano e un incubo ormai concreto: «Altri tre giorni così e raggiungiamo l’Italia». Molti spagnoli guardano al nostro Paese con la brutta sensazione di avere un destino segnato. Un percorso fatto di impennate di casi, reparti di terapia intensiva vicini al collasso e un numero di morti che sale ogni giorno, senza nemmeno il saluto dei parenti. E con una popolazione costretta a casa. Con una differenza importante: se l’Italia aveva esempi lontano, in senso politico e geografico, come Cina e Corea, la Spagna aveva un modello molto più prossimo. E invece per molti giorni gli esperti continuavano a ripetere, «noi non siamo l’Italia», mantra consolatorio che ha finito per ritardare quelle misure che inevitabilmente sarebbero state prese, come l’obbligo di restare casa, con eccezioni simili a quelle italiane. «Misure tardive e timide» accusa il governo catalano, che declina il suo conflitto con lo Stato centrale, e pretende restrizioni più dure, sulla falsariga, una dinamica che, fatte le necessarie proporzioni, può ricordare quella tra Roma e Lombardia.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Montefiori Stefano 
Titolo: Francia. Medici in rivolta C’è chi denuncia il premier
Tema: Francia

A nome del collettivo «C19» che raggruppa oltre 600 colleghi, tre medici francesi hanno denunciato il primo ministro Edouard Philippe e l’ex ministra della Sanità, Agnès Buzyn, per avere evitato «volontariamente di prendere misure che avrebbero permesso di affrontare il pericolo per la sicurezza dei cittadini». La denuncia di Philippe Naccache, Emmanuel Sarrazin e Ludovic Toro si basa sulle dichiarazioni di Agnès Buzyn, candidata a sindaco di Parigi alle elezioni municipali del 15 marzo, che dopo essere arrivata solo terza si è sfogata con una giornalista di Le Monde definendo le elezioni «una buffonata», e raccontando di avere avvisato per tempo il premier Philippe dell’epidemia in arrivo e che sarebbe stato necessario annullare il voto. Sulla denuncia dei tre medici sarà chiamata a pronunciarsi la Cour de justice de la République, l’organismo che giudica sugli atti dei ministri nell’esercizio delle loro funzioni. È un momento molto delicato per il governo francese: da una parte il presidente Emmanuel Macron ha chiesto e in parte ottenuto una «unità nazionale» contro l’epidemia, dall’altra sono sempre più evidenti le mancanze dell’affrontare l’emergenza.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Cesare Gaia 
Titolo: Francia, rivolta dei medici: «Ora un’inchiesta Il governo sapeva, ha mentito e agito tardi»
Tema: Francia

«Bugie di Stato», le chiamano. E accusano il governo di non aver preso le misure necessarie per affrontare l’epidemia da coronavirus in Francia, di avere insabbiato e mentito. Chiedono un’inchiesta penale e perquisizioni al ministero della Salute. «Vogliamo capire l’estensione delle informazioni che sono state nascoste ai francesi. Per determinare le responsabilità di ciascuno in questo fiasco sanitario». Sono 600 finora, un collettivo di medici e paramedici, che ha deciso di presentare denuncia alla Corte di Giustizia della Repubblica (Cjr), il solo organismo che può giudicare gli atti commessi da membri del governo nell’esercizio delle loro funzioni. La Francia non perde tempo e vuole mettere sul banco degli imputati la politica, il primo ministro Edouard Philippe e l’ex ministra della Salute Agnèz Buzyn, costretta da Emmanuel Macron a lasciare il suo ministero all’alba di quella che lo stesso presidente ha poi definito «la peggiore crisi sanitaria da oltre un secolo» in Francia. La ministra Buzyn è stata costretta a metà febbraio a lasciare il suo ministero e candidarsi a sindaca di Parigi con il partito di Macron, dopo lo scandalo del video hard di Benjamin Griveaux.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Castelletti Rosalba 
Titolo: “Noi medici russi costretti a mentire Numeri al ribasso”
Tema: Russia

Con 306 casi accertati e nessun morto in un Paese da circa 145 milioni di abitanti, la Russia vanta uno dei tassi di contagi da coronavirus più bassi al mondo. Merito delle misure adottate con tèmpestività, dicono le autorità: il confine con la Cina chiuso già il 20 febbraio e l’obbligo di quarantena per chiunque arrivasse dai Paesi toccati dalla pandemia. Eppure i medici della Federazione raccontano un’altra realtà. «Non solo sono numeri al ribasso, ma si tratta di bugie spudorate», sbotta al-telefono con Repubblica Anastasija Vasilieva, a capo del sindacato Alleanza dei medici e autrice di una videodenuncia su YouTube visualizzata da oltre 250mila persone. «È tutta propaganda perché il Cremlino non vuole annullare il referendum costituzionale del 22 aprile». La verità, sostiene Vasilieva, sarebbe nelle pieghe delle percentuali diffuse da Rosstat e rilanciate dal giornale economico Rbk. Dal germaio 2019 al gennaio 2020, l’Istituto russo di statistica ha registrato un aumento del 37 per cento dei casi di “polmonite acquisita in comunità”, o Cap, ossia quasi 2mila casi in più. «Le autorità sovrappongono Pac a coronavirus per evitare il panico», prosegue Vasilieva.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Agliastro Giuseppe 
Titolo: Un altro Putin in politica: ecco il partito del nipote Roman
Tema: Russia

La politica russa adesso ha un altro Putin. Roman Putin, figlio di un cugino del presidente russo, ha lanciato infatti un proprio movimento politico: il Partito delle persone d’affari, una fazione conservatrice che ufficialmente si pone come obiettivo quello di sostenere la piccola imprenditoria. Il partito punta ai seggi della Duma in palio alle elezioni parlamentari del prossimo anno, ma Roman non ha certo intenzione di mettere i bastoni tra le ruote a suo zio Vladimir. Anzi, l’impressione è che il suo Partito delle persone d’affari sia uno dei tanti nuovi partitini nati negli ultimi mesi per frammentare il voto di protesta e creare un’illusione di democrazia a tutto vantaggio del Cremlino. Roman del resto non fa mistero del suo appoggio al potente zio. «II nostro Paese – ha detto in un’intervista al quotidiano Kommersant – ha bisogno di un leader forte, soprattutto in una situazione di crisi globale. Non c’è alternativa a Vladimir Putin». Il leader del Cremlino probabilmente la pensa proprio come il nipote, anche lui con un passato nei servizi segreti di Mosca. Vladimir Putin sta infatti preparando una riforma costituzionale che di fatto annullerà per lui il limite di due mandati consecutivi da capo dello Stato consentendogli di ricandidarsi alle presidenziali del 2024 e di nuovo a quelle del 2030, rimanendo così al potere per altri 16 anni.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cremonesi Lorenzo 
Titolo: Ancora bombe di Haftar su Tripoli Italia e Onu: «Tregua umanitaria»
Tema: Libia

L’Italia, gli Stati Uniti e l’Onu cercano di bloccare l’attacco di Khalifa Haftar contro Tripoli. Approfittando dell’incertezza e la paura collettive nella regione della capitale svuotata dal coprifuoco, l’uomo forte della Cirenaica intensifica i bombardamenti e cerca di dare la spallata finale. Per la prima volta dall’inizio dell’offensiva lanciata il 4 aprile 2019, i suoi razzi hanno colpito nel cuore dell’agglomerato medievale della città vecchia, ferendo almeno due donne e danneggiando sette abitazioni. Nei giorni scorsi la missione dell’Onu in Libia aveva denunciato l’uccisione di quattro ragazze di età compresa tra i 14 e 20 anni, oltre al ferimento di altre cinque persone nel quartiere di Ain Zara, posto nelle zone meridionali della capitale, dove da diversi mesi ormai si combatte tra le colonne avanzate di Haftar e la pletora di milizie schiarate in difesa del Governo di accordo nazionale del premier Fayez Sarraj. I media tripolini mostrano le immagini di una ventina di soldati nemici uccisi nelle ultime ore. Ma è stato proprio il degenerare dei combattimenti a spingere la comunità internazionale a cercare di porre un freno ai blitz voluti da Haftar.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Semprini Francesco 
Titolo: Haftar viola il cessate il fuoco Tre razzi sulla Capitale
Tema: Libia

In Libia i bombardamenti delle forze di Khalifa Haftar non si fermano neppure dinanzi all’emergenza Coronavirus, e per la prima volta ad essere colpito è il centro storico della capitale. «Tre razzi» lanciati dalle milizie del generale hanno raggiunto ieri il cuore di Tripoli causando il ferimento di «una donna e di una bambina», spiegano i portavoce di “Vulcano di collera”, l’operazione di difesa della capitale libica. «Sette le abitazioni danneggiate», edifici risalenti all’epoca romana e ottomana. Il bombardamento della “città vecchia”, assieme a quello di due altri popolosi quartieri come il più periferico Ain Zara, è una «nuova violazione» del cessate il fuoco e di una prosecuzione del martellamento «di civili, scuole e istituzioni» da parte di Haftar. Due giorni fa cinque donne erano state uccise e altri cinque ferite in un bombardamento attribuito alle forze del generale su Tripoli e i suoi sobborghi. Il tutto in piena emergenza Coronavirus, una pandemia che si affaccia minacciosa anche in Libia. Un “coprifuoco totale” dalle 18 alle 6 di mattina è stato imposto nella parte centro-orientale del Paese, quella sotto il contro di Haftar.
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Testata:  Espresso 
Autore:  Saviano Roberto 
Titolo: L’antitaliano – Nei lager della Libia fine pena mai
Tema: Libia

Voci dalla Libia, 16 marzo 2020. Inizio così, poi ci torno. Ancora qualche giorno fa, parlando degli incontri pubblici in programma per la primavera, c’era chi sperava non si dovessero cancellare. Ero scettico nel sentire quell’ottimismo, ma mi ero convinto che chi diceva che le cose sarebbero tornate presto alla normalità fosse, in realtà, il più scoraggiato di tutti. Sì, perché continuare a progettare, nonostante gli ostacoli fisici, è un modo per mantenersi saldi, per non cedere. Per non lasciare spazio all’insofferenza, alla tristezza. La pandemia ha cambiato radicalmente le nostre vite al punto da non consentirci più di pensare ad altro che al cambiamento. Alzare la testa e respirare, vedere cosa accade a causa o nonostante il virus, però, è una necessità che abbiamo. Una necessità vitale. Come restare in casa, come essere prudenti. Ora sappiamo che restare in casa è l’unico modo che abbiamo per prenderci cura l’uno dell’altro, ma allo stesso modo, nella condizione in cui stiamo vivendo, abbiamo al responsabilità di non dimenticare cosa accade lontano da noi.
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PRIME PAGINE

IL SOLE 24 ORE
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CORRIERE DELLA SERA
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LA REPUBBLICA
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LA STAMPA
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IL MESSAGGERO
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IL GIORNALE
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LIBERO QUOTIDIANO
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IL FATTO QUOTIDIANO
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