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SINTESI IN PRIMO PIANO – 27 dicembre 2019

– Dimissioni del ministro Fioramonti: tensioni nel M5s
– Manovra finanziaria: decreti attuativi in eccesso
– Crisi libica: piano Ue

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Caro Paola 
Titolo: Strappo nel governo Conte – Fioramonti lascia, caos nel governo Il M5S accusa: ci deve 70 mila euro
Tema: Dimissioni Fioramonti

La notizia era nell’aria, ma è arrivata per lettera al premier Giuseppe Conte solo all’antivigilia di Natale: Lorenzo Fioramonti, esponente dei Cinque Stelle, ha dato le dimissioni dal suo incarico di ministro dell’Istruzione, deluso da una manovra che ha trascurato, a suo giudizio, le sue richieste minime per i bisogni della scuola italiana. Ia delusione, già esternata nelle ultime settimane, l’ha messa nera su bianco in un post su Facebook: «Sarebbe servito più coraggio da parte del governo per garantire quella “linea di galleggiamento” finanziaria di cui ho sempre parlato, soprattutto in un ambito così cruciale come l’università e la ricerca. Si tratta del vero motore del Paese, che costruisce il futuro di tutti noi. Pare che le risorse non si trovino mai quando si tratta della scuola e della ricerca, eppure si recuperano centinaia di milioni di euro in poche ore da destinare ad altre finalità quando c’è la volontà politica».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vitale Giovanna 
Titolo: Scuola indietro tutta – Fioramonti lascia “Scuola, pochi soldi” E nel M5S si prepara un nuovo strappo
Tema: Dimissioni Fioramonti

Tutto avrebbe voluto trovare sotto l’albero, il premier Giuseppe Conte, tranne che il pacchetto confezionato per lui dal ministro all’Istruzione Lorenzo Floramonti. La lettera con cui, la sera di Natale, il professore di Pretoria ha rassegnato le dimissioni per non aver ottenuto in manovra i 3 miliardi chiesti per scuola e università (sono 2 quelli previsti) ha infatti aperto una nuova crepa nella maggioranza, mandato in fibrillazione i grillini e creato l’ennesima grana in un governo chiamato ora a fronteggiare il buco. Da coprire in tempi brevissimi (già ieri Conte ha sentito il presidente della Repubblica Sergio Mattarella), per frenare gli appetiti dei partiti.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: L’ira di Zingaretti: sceneggiata E Conte non vuole un rimpasto
Tema: Dimissioni Fioramonti

Le dimissioni di Lorenzo Fioramonti erano nell’aria da giorni, ma certo Giuseppe Conte non si aspettava di trovare sotto l’albero, l’antivigilia di Natale, la letterina di addio del ministro dell’Istruzione. Adesso l’obiettivo del premier è fare presto. Trovare il nome giusto all’interno del M5S, incassare il via libera dei partiti che lo sostengono e designare il successore entro una settimana. «Bisogna sostituirlo prima dell’Epifania, altrimenti sarà un casino», è il monito che ripete il sottosegretario a Palazzo Chigi, Vincenzo Spadafora. Una fretta che sembrerebbe escludere l’ipotesi dell’interlm per il premier. Nicola Zingaretti è di umore altrettanto cattivo e chiede a Conte di trovare al più presto una soluzione adeguata e autorevole, perché un settore importante come la scuola non può essere lasciato in balia degli umori delle persone. I collaboratori descrivono il segretario «molto irritato», anzi «furioso» per «la sceneggiata» delle dimissioni di Natale, che al Pd definiscono «indecorose».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Capurso Federico 
Titolo: Di Maio: basta protagonismo Se vanno via è un bene non avranno più visibilità
Tema: Dimissioni Fioramonti

Non si può dire che Lorenzo Fioramonti manchi di tempismo scenico, visto il momento in cui ha annunciato le sue dimissioni da ministro dell’Istruzione: nel pieno delle feste di Natale, a manovra approvata, mentre la maggioranza provava a tirare il fiato. Così adesso, nei Palazzi di Roma, tutti parlano di lui, lo cercano, qualcuno lo corteggia, persino. Giuseppe Conte è il primo tra quelli che avrebbero preferito un altro giorno per i commiati, non a ridosso della conferenza stampa di fine anno durante la quale dovrà tracciare il primo bilancio del governo giallorosso. E storce il naso pure Luigi Di Maio, per quello che viene visto come l’ennesimo esempio di «una continua ricerca di protagonismo».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Paci Francesca 
Titolo: Fioramonti lascia, tremano i 5S – Fioramonti si dimette, crisi nei 5 Stelle Conte teme la frantumazione grillina
Tema: Dimissioni Fioramonti

Che abbia rinunciato all’incarico per coerenza, non avendo ottenuto i 3 miliardi di euro richiesti per la scuola, o che si sia sfilato per mettersi alla guida di un gruppo di dissidenti del M5S, il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha anticipato i troppo a lungo rinviati mal di pancia che il governo, fresco di legge di bilancio approvata, sperava di affrontare dopo le feste. Le dimissioni dei 42enne professore dell’università di Pretoria che originariamente i grillini avrebbero voluto a via XX Settembre anche in virtù delle teorie decresciste illustrate nel saggio «Presi per il Pil», aprono una stagione di turbolenza destinata a mettere alla prova i giallo-rossi ancor prima delle elezioni in Calabria e in Emilia Romagna.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Conti Marco 
Titolo: Il retroscena – Il premier rassicura il Colle E frena la mossa in suo nome
Tema: Dimissioni Fioramonti

“Come in un libro scritto male, lui si era dimesso per Natale”. Parafrasare Guccini rende solo in parte lo sconcerto e l’imbarazzo che si vive a palazzo Chigi dopo la lettera di dimissioni del ministro Fioramonti. Tanto annunciata, quanto inattesa, se è vero che nei giorni scorsi i ripetuti segnali provenienti da viale Trastevere venivano interpretati più o meno con un’alzata di spalle nella speranza – andata delusa – che Fioramonti potesse ripensarci o quantomeno attendere per non rovinare i “festeggiamenti” perla manovra di bilancio e la conferenza stampa di fine anno del premier che si terrà domani.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Di Sanzo Domenico 
Titolo: Le dimissioni di Fioramonti: un impresentabile di meno
Tema: Dimissioni Fioramonti

Sono stati quattro mesi intensi, quelli di Lorenzo Fioramonti al ministero dell’Istruzione. Non sappiamo se verrà ricordato come il ministro delle tasse sulle merendine, oppure delle scuole senza crocifissi. Degli insulti da hater del web o dei libri di storia senza battaglie. Ma è stato anche l’unico che si è dimesso la sera di Natale perché nella manovra alla scuola manca un miliardo rispetto alla sua richiesta di tre mliardi: «Il governo – ha tuonato – doveva avere più coraggio». Di sicuro l’ex professore dell’Università di Pretoria non è passato inosservato durante la sua permanenza in viale Trastevere.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Canettieri Simone 
Titolo: Governo, prove di scissione M5S – Lo strappo di Fioramonti: ora un gruppo “contiano” M5S: ci deve 70mila euro
Tema: Dimissioni Fioramonti

Il ministro all’Istruzione Lorenzo Fioramonti lascia («Pochi fondi per la Scuola, serve più coraggio») e tra i grillini c’è aria di strappo: un piano per la creazione di un gruppo parlamentare a sostegno del premier Giuseppe Conte, di cui Fioramonti farebbe parte. Il premier lo frena. L’ira del Pd sul ministro dimissionario: «Ha avuto due miliardi». Palazzo Chigi: il successore sarà nominato subito.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Franco Massimo 
Titolo: Il commento – La fragilità del Movimento che ricade sull’esecutivo
Tema: Dimissioni Fioramonti

La domanda inevitabile è se le dimissioni del ministro grillino all’Istruzione, università e ricerca Lorenzo Fioramonti siano una coda di questo convulso 2019, o un assaggio al fiele del 2020. L’incognita si staglia, senza risposta, sul cammino del governo tra M5S e Pd, con le appendici di Leu e Iv. E contraddice di nuovo le previsioni della maggioranza che parlava di rilancio dopo l’approvazione della Legge finanziaria. Il «nuovo inizio», al momento, somiglia un po’ troppo a un passato di litigiosità e di incertezza. Il ricompattamento è ancora tutto da cercare e da trovare: anche perché l’uscita di scena di Fioramonti, personaggio controverso e promotore di scelte discutibili, conferma e dilata l’impressione di un grillismo sempre in bilico; e proteso inevitabilmente a scaricare sull’esecutivo convulsioni interne a tempi sempre più ravvicinati.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Folli Stefano 
Titolo: Il punto – I signori della guerra 5S
Tema: Dimissioni Fioramonti

Non sono pochi coloro che hanno concesso all’ormai ex ministro Fioramonti l’onore delle armi: in fondo è abbastanza raro trovare un politico che promette di dimettersi e poi lo fa davvero. Detto questo, il gesto natalizio del titolare della Pubblica Istruzione non ha l’aria di un colpo di testa, quanto di una mossa politica studiata da tempo per ricavarne il massimo vantaggio anche elettorale. Una mossa che non a caso prende forma all’indomani della nascita del Conte 2, quando Fioramonti chiese tre miliardi per finanziare scuola e università: senza quelle risorse, disse, se ne sarebbe andato. E così è stato. A questo punto bisogna collocare la decisione nel suo contesto.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  De Gregorio Concita 
Titolo: Il commento – L’emergenza dimenticata – Il governo torni a scuola
Tema: Dimissioni Fioramonti

Lorenzo Fioramonti è un giovane uomo al centro dei suoi quarant’anni. Era neonato negli anni di piombo, si laureava in Filosofia mentre finiva il Novecento. Classe 1977, è cresciuto quando le grandi battaglie ideologiche si erano già consumate tutte. Ha un eccellente curriculum di studi e di formazione internazionale, una reputazione di economista nel mondo costruita su tesi, pubblicazioni e libri, sul suo pensiero insomma, una moglie tedesca poliglotta, due figli, una cattedra in Sudafrica, un bel sorriso, una schiettezza nel dire che gli ha procurato spesso qualche problema.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lopapa Carmelo 
Titolo: Parlamento, Regioni e Comuni La mappa dell’esodo da Forza Italia
Tema: Crisi in Forza Italia

La grande fuga di tutti gli uomini del Presidente adesso è davvero iniziata. Il carbone trovato sotto l’albero di Natale è stato il segnale finale del rompete le file. Silvio Berlusconi che per la prima volta in 25 anni non convoca deputati e senatori per gli auguri di buone feste diventa solo la conferma che «tutto è finito, lui non ci sopporta e il partito è storia già archiviata», per dirla con le parole di uno dei fondatori ed ex fedelissimo ministro. Il video del leader che preferisce la cena di Natale col Monza Calcio la sera di mercoledì 18 ha avuto l’effetto del commiato, per la truppa dei 97 deputati e 61 senatori. Sotto Natale si sono moltiplicati gli esodi, da Bolzano a Ragusa. Direzione, neanche a dirlo, Fratelli d’Italia e Lega, soprattutto dopo la nascita del partito “Salvini premier” sabato 20 a Milano. E l’addio il 24 dicembre di Michaela Biancofiore, è solo la punta di un iceberg.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Pucci Emilio 
Titolo: FI, i “responsabili” frenano: niente scosse, rischio elezioni
Tema: Crisi in Forza Italia

Forza Italia in difesa, Lega e FdI all’attacco. Obiettivo comune dei partiti del centrodestra è quello di far cadere il governa rosso-giallo e allora ognuno usa i mezzi che può. Il partito di via Bellerio ora punta a bissare l’operazione ‘aggancio M5S anche alla Camera. Salvini, con il lavoro sotto traccia dei vari Calderoli e Romeo, ha giocato un ruolo di primo piano nel convincere i senatori pentastellati Grassi, Lucidi e Urraro ad abbandonare Di Maio per passare nel gruppo del Carroccio. Nei giorni scorsi a Montecitorio si è mosso il numero due Giorgetti, che insieme al capogruppo Molinari e al Capitano ha avuto diversi colloqui con quegli esponenti M5S che pensano allo strappo. Sono una decina in uscita verso il Misto, ma qualcuno potrebbe passare presto nella Lega o in Fratelli d’Italia. Non sarebbe un colpo mortale per l’esecutivo, considerati i numeri ampi per la maggioranza, ma si tratterebbe in ogni caso di un altro segnale importante per far gonfiare le vele del centrodestra in vista della battaglia dell’Emilia.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vecchio Concetto 
Titolo: L’addio dell’ultrà azzurra cresciuta a pane e Mediaset “Se ne vanno 26 anni di vita”
Tema: Crisi in Forza Italia

«Cerchi di capirmi, non sono giorni facili, 26 anni della mia vita che finiscono», sospira Michaela Biancofiore, 49 anni domani, via chat. L’hanno chiamata in tanti modi: la valchiria di Forca Italia, l’amazzone azzurra, o anche tele-amazzone, per la capacità che aveva di azzannare l’avversario di turno di Silvio Berlusconi in tv. E adesso se ne va. Lascia Forra Italia. Entra nel gruppo al Misto. Il Cavaliere le ha preferito un altro come coordinatore del partito in Alto Adige, Giorgio Leonardi.
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Testata:  Stampa 
Autore:  FRA.GRI. 
Titolo: Prescrizione, il Pd va in collisione con la riforma Bonafede
Tema: Riforma della giustizia

Non finisce qui, la telenovela della prescrizione. Il Pd l’aveva promesso e lo farà: oggi presenta una «sua» proposta di legge per modificare il sistema della prescrizione. Un meccanismo che però va in totale rotta di collisione con la riforma Bonafede (in vigore a partire dal 1 gennaio 2020). Evidentemente in tema di giustizia le distanze tra i partiti della maggioranza sono ancora notevoli, al punto da lasciar presagire nuove rotture. La riforma l’hanno scritta parlamentari Walter Verini, responsabile Giustizia del Pd, Alfredo Bazoli, capogruppo alla commissione Giustizia di Montecitorio, Franco Mirabelli, capogruppo in Commissione al Senato. Il meccanismo è abbastanza chiaro: prevede di bloccare gli orologi per 24 mesi dopo una sentenza in primo grado e altri 12 mesi dopo il secondo grado. In questo modo, una sospensione di 3 anni permetterebbe di portare a compimento i processi, ma senza intaccare il principio che un reato non è eterno ma ha un tempo di scadenza. La riforma Bonafede, invece, prevede una sospensione «sine die» dopo il primo grado che in pratica è un’abolizione.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Panebianco Angelo
Titolo: L’equilibrio (Perduto) dei poteri – L’equilibrio dei poteri che abbiamo perduto
Tema: Riforma della giustizia

Ma davvero il ministro dell’Economia non ha niente da dire sul solenne funerale della presunzione di non colpevolezza nei procedimenti penali che si celebrerà il primo gennaio, quando verrà tolta di mezzo la prescrizione? Ci sono già tanti motivi per non investire in Italia. Quale azienda estera, d’ora in poi, vorrà correre il rischio di rimanere invischiata in un qualche procedimento giudiziario per l’eternità? Vicenda dell’Ilva più abolizione della prescrizione rappresentano una doppietta micidiale. Il messaggio è forte e chiaro: se venite ad investire in Italia siete dei pazzi. E questo della prescrizione l’ultimo atto di un movimento, iniziato molto tempo fa, teso alla penalizzazione integrale della società italiana, alla affermazione di un panpenalismo che soffoca la società senza peraltro rimediare affatto a quei mali che il panpenalismo medesimo pretende di curare.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bertini Carlo 
Titolo: Intervista a Francesco Boccia – La diagnosi di Boccia “Parlare di lista Conte affossa la legislatura” – “L’autonomia regionale si deve fare subito Chi parla di lista Conte uccide la legislatura”
Tema: Autonomia delle Regioni
«L’autonomia si farà, approderà presto in Parlamento malgrado i tanti gattopardi». Francesco Boccia non si ferma. Dopo aver varato la legge quadro con il placet di tutti igovematori di destra e sinistra, il grido di battaglia del ministro degli Affari regionali contro le resistenze delle forze di maggioranza – renziani e grillini – è secco. «Non baratto l’unità raggiunta dalle regioni con le bandierine dei vari partiti». Intanto partiamo del suo collega che si è dimesso. Si parla di un suo gruppo a sostegno di Conte. Potrebbe guidarvi in battaglia il premier Conte con una lista alleata al Pd se si scivolasse presto alle urne? «Se cominciamo a parlare di liste vuol dire che riteniamo la legislatura finita. Questo paese ha un faro che si chiama Mattarella. E la luce che accende quotidianamente sul dibattito politico impone alle forze politiche di maggioranza lealtà e chiarezza. Il premier sta svolgendo benissimo il suo ruolo e il Pd è la naturale barra stabilizzatrice del governo. È evidente che ora arriva la fase della verità pertutti per fare un salto di qualità al governo».

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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Chierchi Antonello – Marini Andrea – Paris Marta 
Titolo: Fisco e manovra, all’appello mancano 177 decreti attuativi – Manovra, in Parlamento i decreti attuativi raddoppiano a quota 134
Tema: Manovra finanziaria

Per la legge di bilancio 2020, approvata nella notte tra il 23 e il 24 dicembre e attesa in Gazzetta ufficiale nelle prossime ore, inizia la fase due. Non solo perché molte norme non entreranno in vigore dal 1° gennaio prossimo, ma avranno una decorrenza differita come la plastic tax (luglio) e la sugar tax (ottobre), ma anche perché gli 884 commi dell’articolato arrivano al traguardo con un bagaglio di 134 misure attuative tra decreti ministeriali e provvedimenti delle agenzie fiscali. Senza i quali molti degli interventi portanti non potranno essere pienamente operativi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Chierchi Antonello – Parente Giovanni – Paris Marta 
Titolo: Dl Fisco al via con un fardello di 43 decreti
Tema: Manovra finanziaria

Anche il decreto fiscale ha tenuto fede alla regola che durante il passaggio parlamentare la mole di decreti attuativi sia destinata a gonfiarsi: il provvedimento (il Dl 124) arrivato alle Camere aveva, per diventare pienamente operativo, necessità di 19 decreti; dopo la conversione quei decreti sono diventati 43. Per alcuni i tempi di attuazione sono strettissimi. Entro fine gennaio, per esempio, dovrà arrivare il decreto dell’Economia sul codice amministrativo di riscontro per contrastare le frodi nel settore degli idrocarburi. Oppure il provvedimento della Banca d’Italia sulle modalità di trasmissione telematica da parte degli operatori finanziari circa le transazione effettuate ai fini del credito d’imposta sulle commissioni sui pagamenti elettronici.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Salvia Lorenzo 
Titolo: Autostrade, i due documenti che complicano la revoca
Tema: Revoca concessioni autostradali

È passata quasi una settimana dalla sua approvazione in consiglio dei ministri con la formula provvisoria del salvo intese, cioè in attesa di un accordo su tutti i punti. Ma il decreto legge Milleproroghe ancora non c’è. Forse oggi, venerdì, il testo dovrebbe essere inviato al Quirinale per la firma del Capo dello Stato. Il decreto prevede il subentro immediato di Anas nella concessione. E, soprattutto, introduce un nuovo metodo di calcolo dell’indennizzo, uguale per tutti. Una formula che nel caso di Aspi, la società che ha in concessione anche il tratto del ponte Morandi di Genova, farebbe scendere da oltre 23 a circa 7 miliardi di euro la somma che lo Stato dovrebbe versare. Ma la questione vera resta sempre quella delle concessioni autostradali, con Aspi che minaccia ricorsi miliardari se il governo dovesse andare avanti. Dopo mesi di guerriglia, ormai tra il governo e l’azienda è guerra aperta. E sembrano non esserci più le condizioni per una semplice rinegoziazione degli accordi che metta tutti d’accordo.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Franzese Giusy 
Titolo: Autostrade, sfida in Parlamento
Tema: Revoca concessioni autostradali

Sarà il Parlamento il luogo in cui si deciderà il destino delle concessioni autostradali e in particolare di Autostrade per l’Italia, la società dei Benetton che ha in gestione gran parte della rete autostradale e che gestiva anche il ponte Morandi di Genova. La norma che rende più semplice e meno costosa la revoca delle concessioni e che il governo ha inserito nel Milleproroghe per adesso non cambia oggi il decreto dovrebbe arrivare al Colle per poi essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro il 31 dicembre. Ma non è detto che non ci possano essere delle modifiche durante il passaggio parlamentare per la conversione. Anche se non aiuta la lettera inviata da Aspi a Palazzo Chigi, Mit e Mef, nella quale la società annuncia di essere pronta a mettere in campo tutte le azioni legali possibili per ottenere un mega risarcimento di oltre 23 miliardi di euro in caso di revoca della concessione. «È una minaccia inaccettabile» hanno risposto dal governo, ma c’è tempo per mettere in campo le diplomazie incrociate. Per ora comunque il governo mantiene il punto.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rizzo Sergio 
Titolo: Disfatta digitale La battaglia persa degli uffici statali
Tema: Pa e digitale

C’è una legge che vieta a un ufficio pubblico di chiedere ai cittadini documenti già in suo possesso. È stata approvata il 28 dicembre del 2000, e sta dunque entrando nel ventesimo anno di vita. Ma è finita anch’essa nel grande buco nero della nostra burocrazia. Nessuno se la ricorda, semplicemente perché non viene praticamente applicata. La ragione, dice uno studio dell’Osservatorio dei conti pubblici di Carlo Cottarelli, è assai semplice: le pubbliche amministrazioni non sono in grado di incrociare i dati dei loro archivi informatici.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Giliberto Jacopo 
Titolo: L’Italia sarà l’hub elettrico europeo Investimenti per oltre 6,2 miliardi
Tema: Transizione energetica

La transizione energetica verso le fonti rinnovabili d’energia e verso un abbandono europeo del carbone riporta l’Italia come nodo al centro dei progetti di una ragnatela di reti energetiche fra Europa,Asia e Africa. L’alta tensione, in primo luogo. Ma anche il metano. Il caso esemplare è il piano d’investimenti di Terna, la Spa ad altissimo voltaggio, 6,2 miliardi di euro per posare elettrodotti fra l’Italia e l’estero e per scavalcare le strozzature della rete che tengono il Mezzogiorno sul perenne bilico del blackout.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Tucci Claudio 
Titolo: Rinnovo contratto e fondi agli atenei i fronti più caldi
Tema: Manovra

Per rinnovare il contratto dei circa 800mila professori italiani, in manovra, la dote si ferma a 812,63 milioni di euro nel 2020 e a 1670,12 milioni dal 2021, a regime. Ciò comporta, secondo i primissimi calcoli dei tecnici del Miur, aumenti mensili medi peri docenti di circa 80 euro lordi a regime, distanti, quindi, dagli incrementi “a tre cifre” (vale a dire almeno too euro al mese) promessi nelle settimane scorse (in primis, ai sindacati) da Lorenzo Fioramonti (e prima di lui già da Marco Bussetti). Non solo. La legge di Bilancio, appena approvata dal Parlamento, non iniettafondi aggiuntivi,significativi,neppure al capitolo università e ricerca.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Spini Francesco 
Titolo: In banca 13 mila uscite “Per l’occupazione serve un nuovo patto”
Tema: Contratto bancari

La dieta delle banche continuerà anche nel J2020. Dei 30 mila lavoratori di cui gli istituti hanno alleggerito i propri organici con gli ultimi piani industriali, 16.434 sono già usciti. Secondo i calcoli della Fabi, entro il prossimo anno toccherà ad altri 13.269 lavoratori, senza però contare i circa 5.500 esuberi (su un totale di 8 mila eccedenze dichiarate a livello di gruppo) decisi da Unicredit, spalmati di qui al 2023 e su cui ancora non si è aperto il tavolo con i sindacati. Rispetto però alla falcidia europea con 470 mila posti persi negli ultimi dieci anni, in cui il 70% dei lavoratori bancari è stato licenziato, in Italia «le crisi sono state gestite in maniera del tutto diversa, con pensionamenti e prepensionamenti volontari» grazie al fondo esuberi e al fondo per l’occupazione, sottolinea Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, principale sindacato di categoria.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Di Donfrancesco Gianluca 
Titolo: La Cina punta su lavoro, aziende statali e grandi opere – Aziende di Stato, infrastrutture e lavoro: le mosse della Cina
Tema: Economia cinese

L’accordo con gli Usa per fermare la guerra dei dazi, la riforma dei conglomerati di Stato, le misure di sostegno per l’economia in frenata, compreso l’allentamento delle restrizioni alle migrazioni interne dei lavoratori. L’inizio del 2020 si presenta come un passaggio cruciale per la Cina. Nelle ultime settimane del 2019, a Pechino si sono moltiplicati gli annunci di interventi a tutto campo, in attesa di stipulare l’accordo per la così detta Fase Uno dell’armistizio commerciale con Washington. Ancora ieri, il portavoce del ministero del Commercio, Gao Fene ha ribadito che il Governo cinese resta in stretto contatto con quello Usa per definire l’intesa, dopo due anni di escalation a colpi di dazi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Gualtieri Paolo 
Titolo: Quali capitali per il Sud – Servono capitali pubblici e privati per investire nel rilancio del Sud
Tema: Investimenti nel Mezzogiorno d’Italia

Negli ultimi mesi, più di frequente rispetto al passato, mi è capitato, passeggiando per Milano, di sentire giovani che parlano con accento meridionale e, da un lato, mi è sovvenuta nostalgia del tempo, ormai quasi 40 anni orsono, in cui studente napoletano fuori sede esploravo la città, per me nuova; dall’altro, ho riflettuto, da economista, sulla questione meridionale. Fu uno tra i temi più discussi da decenni non solo dagli studiosi di scienze economiche e sodali, ma anche dagli storici, dai filosofi, dai politici e persino raccontato in film e romanzi, ma ancor oggi sempre lì, questione quasi immutata e si teme, con una rassegnazione tutta meridionale, immutabile.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Bonanni Andrea – D’Argenio Alberto 
Titolo: Intervista a Ursula von der Leyen – “La mia Europa più forte e più verde” – Ursula von der Leyen “L’Europa verde sarà la prima sui mercati
Tema: Politica economica in Ue

La nuova presidente della Commissione europea ha tre sogni: «Durante i miei cinque anni di mandato vorrei riuscire a dimostrare che il Green deal conviene a tutti, vorrei uscire dallo stallo sulle politiche migratorie e vorrei rinforzare l’euro».’I’edesca, grande amica di Angela Merkel, Ursula von der Leyen da quando si è sistemata al tredicesimo piano di Palazzo Berlaymont ha già cambiato molte cose e in questa intervista esclusiva a Repubblica ci spiega non solo la sua visione di una Europa verde, ma anche di una Ue capace di creare campioni globali rivedendo le regole della concorrenza. Ma a cambiare, con il suo arrivo, non sono state solo le priorità politiche Salvare l’accordo sul nucleare con l’Iran è sempre più docile. Con Pechino dialoghiamo della Commissione europea. Persino l’ufficio fino a quattro settimane fa di Jean-Claude Juncker ha un aspetto diverso.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Bassi Andrea – Cifoni Luca 
Titolo: Intervista a Pasquale Tridico – Tridico: «Flessibilità e aspettativa di vita ecco la ricetta per uscire da Quota 100» – «Uscita anticipata flessibile, così le pensioni del futuro»
Tema: Pensioni

Pasquale Tridico delinea uno scenario per il superamento di Quota 100. «Abolirla, dopo solo un anno, sarebbe stato inopportuno. Allo scadere naturale si può pensare però a una revisione complessiva del sistema».
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  L.Cr. 
Titolo: Libia, il piano Ue tra Putin e Erdogan – Libia, l’Ue pensa alle no-fly zone
Tema: Crisi libica

La nuova formula sul campo si chiama «no-fly zone»: con l’Europa impegnata a lavorare per bloccare tutte le attività aeree di qualsiasi forza militare nei cieli libici. Ieri il premier Giuseppe Conte si è intrattenuto telefonicamente a lungo con Vladimir Putin e con il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi. Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, fresco della sua visita il 17 dicembre a Tripoli da Fayez Sarraj e a Bengasi da Khalifa Haftar, aveva parlato telefonicamente con gli omologhi americano, turco e russoLa nuova formula sul campo si chiama «no-fly zone»: con l’Europa impegnata a lavorare per bloccare tutte le attività aeree di qualsiasi forza militare nei cieli libici. Ieri il premier Giuseppe Conte si è intrattenuto telefonicamente a lungo con Vladimir Putin e con il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi. Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, fresco della sua visita il 17 dicembre a Tripoli da Fayez Sarraj e a Bengasi da Khalifa Haftar, aveva parlato telefonicamente con gli omologhi americano, turco e russo.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cremonesi Lorenzo 
Titolo: Lo scenario. Droni e raid, preoccupa la guerra aerea
Tema: Crisi libica
Una «no-fly zone» a marchio europeo porterebbe nel breve periodo alla paralisi dell’offensiva militare lanciata da Khalifa Haftar lo scorso 4 aprile contro la regione di Tripoli controllata dalle milizie fedeli al governo di Accordo Nazionale di Fayez Serraj. Non è un mistero infatti che Haftar disponga di poche fanterie, ma di una netta superiorità aerea, oltreché di sofisticati missili terraaria forniti da Russia, Egitto ed Emirati. Negli ultimi giorni le milizie di Tripoli si stanno dotando di droni e armi antiaeree turche. E in questi cieli sempre più infidi che nell’ultimo paio di mesi sono stati abbattuti un drone militare italiano e almeno due americani. Si spiegano anche così i tentativi italiani (e degli altri partner europei) di dialogare con Russia, Egitto e Turchia, gli attori terzi più impegnati nel conflitto.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Semprini Francesco 
Titolo: Haftar alle porte di Tripoli schiera 5000 mercenari Erdogan: pronti a reagire
Tema: Crisi libica

Le richieste di aiuti militari da parte del goverJno di Tripoli mettono in allarme gli Stati Uniti che temono un’escalation bellica, proprio mentre la Turchia conferma il suo impegno nell’inviare un nutrito contingente di soldati in territorio libico per contrastare l’offensiva di Khalifa Haftar. La stessa che ieri ha visto velivoli del generale colpire obiettivi civili nella cittadina di Zawya, a ovest de Ila capitale. All’indomani delle cinque missive di aiuti inviate da Fayez al Sarraj a Usa Gran Bretagna, Italia, Algeria e Turchia, il portavoce del dipartimento di Stato, Morgan Ortagus, ha reso nota la «preoccupazione» di Washington sulla richiesta di sostegno militare da parte del governo di accordo nazionale (Gna). Gli Stati Uniti sono al contempo preoccupati per la «minaccia rappresentata dall’esercito nazionale libico (Lna) di utilizzare armi, aerei e mercenari forniti all’estero».
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Mangani Cristiana 
Titolo: Escalation Libia La Ue convoca summit urgente – Libia, vertice d’emergenza Ue Conte parla con Putin e al Sisi
Tema: Crisi libica

Si vedranno a Bruxelles il 30 dicembre prossimo per una riunione convocata d’urgenza. Lo richiede la situazione in Libia dove non sono più Fayez al Serraj, presidente del governo riconosciuto dall’Onu, e il generale Khalifa Haftar, a decidere le sorti del paese africano. Ma sono i paesi che, in queste ore, hanno deciso di mostrare i muscoli e di inasprire il conflitto. Uno scenario di emergenza, davanti al quale, però, potrebbe forse trovarsi una via d’uscita.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Nigro Vincenzo 
Titolo: Libia, Erdogan schiera le truppe Voto a gennaio per aiutare Tripoli
Tema: Crisi libica

La Libia chiede formalmente aiuto militare alla Turchia. E la Turchia si prepara a far votare il suo parlamento, il prossimo 7 gennaio, sull’invio di truppe. Soldati stranieri a Tripoli, chiamati da uno dei governi in guerra fra di loro. Dice il presidente Erdogan che «ci sono altri stranieri in Libia, stanno aiutando un signore della guerra (Khalifa i iaftar, ndr). Noi rispondiamo a un invito del governo legittimo libico, questa è la differenza!». Dall’altra parte della barricata c’è il presidente russo Vladimir Putin, che di Libia ha parlato al telefono con il premier italiano Giuseppe Conte.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Sforza Francesca 
Titolo: Conte alza il telefono e cerca la sponda di Putin- Conte cerca la sponda di Putin per rilanciare la diplomazia in Libia
Tema: Crisi libica

La necessità di trovare per la Libia una soluzione pacifica è stata al centro della telefonata tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, che ieri hanno avuto sul tema una lunga e articolata conversazione. Molta attenzione è stata riservata alle consultazioni russo-turche del 7 gennaio prossimo —quando Putin andrà a Istanbul per parlare di Libia con Erdogan, nello stesso giorno in cui il Parlamento turco dovrebbe decidere l’invio di truppe a sostegno del governo di Serraj a Tripoli. Non è un caso che il governo italiano, nell’arco di pochi giorni, abbia voluto parlare con entrambi i leader, proprio per sensibilizzarli sull’importanza del cessate il fuoco e di puntare alla Conferenza di Berlino come appuntamento capace di dare vita a una road map in linea con il piano delle Nazioni Unite
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Offeddu Luigi 
Titolo: I.a favola triste della Norvegia Suicida l’ex principe scrittore
Tema: Norvegia

Per uccidersi ha scelto il giorno di Natale, a 47 anni: Ari Behn, scrittore, ex marito della principessa norvegese Märtha Louise, padre con lei di tre bambine, aveva raccontato nel suo ultimo libro, «Inferno», della malattia mentale che gli aveva rovinato l’esistenza. Ma nella sua vita non c’è stata solo la malattia: gli scandali nel mondo dello spettacolo – durante la campagna MeToo aveva accusato l’attore Kevin Spacey di averlo molestato nel 2007, e prima ancora del matrimonio un documentario lo aveva ritratto a Hollywood durante una festa a base di cocaina con alcune prostitute – lo avevano reso già da giovane uno dei personaggi più controversi della scena pubblica norvegese. Tenebroso e insieme straripante, amante della vita mondana, ma anche del buio e del silenzio che spesso lo risucchiavano. Pieno di un precoce talento letterario che già forse lasciava presagire il suo destino («Triste da morire», così intitolò il suo primo libro), ma anche capace di dissipare tutto in poche ore.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ricci Sargentini Monica 
Titolo: La regina, l’anno «accidentato» e la disfida delle foto
Tema: Gran Bretagna

E’ stato «un anno accidentato» quello della monarchia inglese, come ha detto la stessa regina Elisabetta nel tradizionale messaggio di Natale riferendosi probabilmente allo scandalo che ha coinvolto il principe Andrea per la sua amicizia con Jeffrey Epstein ma anche allo scontro tra i media e i duchi di Sussex. Le feste, a Sandringham nella residenza di campagna della Casa Reale, sono però andate bene anche se in ranghi ridotti visto che Harry e Meghan quest’anno sono in Canada e hanno diffuso una foto di auguri molto inusuale, in cui si vede il piccolo Archie in primo piano con loro sullo sfondo.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  … 
Titolo: L’alleato di Navalny mandato nell’Artico
Tema: Opposizione in Russia

Scomparso da Mosca e portato in una base militare sull’Oceano Artico per prestare servizio di leva. È quanto accaduto a Ruslan Shaveddinov, un attivista collaboratore del più noto oppositore del presidente russo Vladimir Putin, Alexei Navalny, il quale ha denunciato l’episodio affermando che Shaveddinov «è un prigioniero politico». Shaveddinov, di cui non si avevano più notizie da lunedì, è riuscito a chiamare la compagna utilizzando il telefono prestatogli da qualche commilitone. «Così abbiamo saputo che si trova nell’arcipelago di Novaya Zemlya, con orsi polari che si aggirano nelle vicinanze».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Castelletti Rosalba 
Titolo: Come sotto Stalin L’uomo di Navalnyj spedito nell’Artico
Tema: Opposizione in Russia

«Felice anno nuovo 1937». Per i moscoviti che hanno protestato davanti al Comando generale delle Force armate russe, quel che è successo all’attivista 23enne Ruslan Shaveddinov prelevato dalla sua abitazione e spedito a prestare servizio militare in una remota base artica – è un ritorno all’anno del terrore di Stalin. Ex responsabile della campagna dell’oppositore Aleksej Navalnyj per sfidare Vladimir Putin alle presidenziali 2018, Shaveddinov è a capo di diversi progetti della Fondazione tinti-corruzione (Fbk) dello stesso Navalnyj, definita lo scorso ottobre “agente straniero”, al centro di un’inchiesta per “riciclaggio di denaro” e oggetto di ripetute perquisizioni, l’ultima proprio ieri. Poliziotti avevano fatto irruzione nel suo appartamento lunedì, lo avevano perquisito e poi portato via. Il suo numero di telefono risultava disabilitato e Fbk ne aveva denunciato la scomparsa. Solo dopo qualche ora gli avvocati della Fondazione avevano scoperto che Shaveddinov era stato portato presso l’ufficio di reclutamento di Mosca e da lì in una «località sconosciuta».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Dragosei Fabrizio 
Titolo: Oppositore di Putin «rapito» e spedito in una base nell’Artico
Tema: Opposizione in Russia

Capita spesso e volentieri che i ragazzi in età di leva vengano «catturati» in strada perché renitenti e mandati ai centri di addestramento. Ma quello che è successo a un collaboratore del noto oppositore Aleksej Navalny ha fatto subito gridare allo scandalo politico: subito dopo che la sua richiesta di esonero per motivi di salute era stata respinta, agenti della polizia militare hanno fatto irruzione nella sua casa. Immediatamente Ruslan Shaveddinov è stato caricato su un furgone, messo su un aereo e spedito in una base missilistica nell’arcipelago Novaya Zemlya, duemila chilometri a nord di Mosca, a un passo dal pack artico. Una base dove il ventitreenne Ruslan sembra destinato a passare i prossimi 12 mesi. E ieri, poche ore dopo quello che Navalny ha definito un vero e proprio rapimento (al ragazzo è stato pure sequestrato il cellulare e lui ha potuto far sapere dov’era solo grazie al telefono di un commilitone) gli uffici del blogger e avvocato sono stati nuovamente perquisiti da agenti che hanno sfondato la porta.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  … 
Titolo: Crisi della natalità Giappone, calo record di abitanti: cinquecentomila in meno nel 2019
Tema: Giappone

Scendono ai minimi degli ultimi 120 anni le nascite in Giappone, e perla prima volta sotto la soglia di goo mila, segnando il maggior declino di sempre della popolazione. In base ai dati del ministero della Salute e del Welfare nipponico, nel 2o1g i nuovi nati sono stimati a quota 864 mila, in calo di 54 mila unità rispetto al 2018; mentre i decessi si assestano ai massimi dal dopoguerra con un milione e 376 mila persone: un saldo negativo della popolazione di 512 mila unità. Il progressivo calo del tasso di natalità nel Paese, ormai da 13 anni consecutivi, avrà prevedibili ripercussioni sul sistema pensionistico, sulla copertura sanitaria e il livello di assistenza infermieristico.
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