In evidenza sui principali quotidiani:
– Incontro Conte – Zingaretti: il premier spinge per un accordo Pd/M5S alle Regionali.
– Decreto semplificazioni: nodi appalti e abuso d’ufficio, si va verso il rinvio.
– Coronavirus, record di contagi negli USA.
– Caso Marò, l’Aia: il processo sarà in Italia
PRIMO PIANO
Politica interna
Testata: Repubblica
Autore: Vitale Giovanna
Titolo: Conte al M5S “Alle regionali si all’alleanza con i dem” – L’appello di Conte per ricucire con il Pd “Unità alle regionali”
Tema: Colloquio Conte-Zingaretti
Dopo giorni di tensioni, ieri mattina c’è stato un incontro tra il premier Giuseppe Conte e il segretario Pd Nicola Zingaretti. Un colloquio a quattr’occhi durante il quale Zingaretti ha ribadito ciò che ormai non smette più di ripetere: “II governo va avanti se fa le cose, non possiamo più permetterci rinvii né ritardi: il Paese soffre e ha bisogno di risposte”. Il segretario dem evoca soprattutto i dossier Autostrade, Mes e semplificazioni, ma anche i decreti sicurezza. Sollecitazioni che il presidente del Consiglio ha condiviso, tuttavia risoluto nel difendere la sua linea attendista: rimandare a settembre il voto sul salva-Stati, quando cioè sarà definito il pacchetto di aiuti europei, è necessario per ricompattare i Cinquestelle. II rischio, altrimenti, sarebbe quello di non reggere la prova dell’Aula al Senato. I due invece condividono la prospettiva di un’alleanza a livello regionale, “per provare a costruire progetti unitari e condivisi”. Conte quindi si inserisce nelle dinamiche interne Pd/M5S, ancora ieri incapaci di giungere ad un nome condiviso per la Liguria.
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Testata: Stampa
Autore: Di Matteo Alessandro
Titolo: Il premier pressa per alleanze Pd-M5S alle regionali Ma l’unica chance è in Liguria, con strada in salita
Tema: Colloquio Conte-Zingaretti
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo un incontro con il segretario del Nicola Zingaretti, auspica un alleanza a livello regionale tra le forze di governo, Pd/M5S. Ma il suo appello non riesce ancora a convincere le parti in causa in vista del voto di settembre, temuto dal premier per le conseguenze che potrebbe avere anche sull’esecutivo. Il mancato accordo tra Pd, Iv e M5s, ha aggiunto Conte “sarebbe una sconfitta per tutti, anche per me”. Ma come evidente dalle difficoltà della trattativa per il candidato ligure (all’inizio avrebbe dovuto essere Ferruccio Sansa, giornalista del Fatto quotidiano e figlio di Adriano, ex sindaco di Genova e magistrato. Ma il Pd ligure fa resistenza, spunta il nome di Ariel Dello Strologo, presidente della comunità ebraica di Genova, che però viene stoppato da M5s), le differenze tra i due partiti rimangono sostanziali. In Campania, invece, l’accordo è semplicemente impensabile, come ha spiegato Crimi nella nota: “Il problema è De Luca – ribadiscono fonti M5s – il Pd non ha nemmeno risposto quando abbiamo avanzato l’ipotesi di candidare il ministro Sergio Costa, un nome vicino a noi ma in realtà espressione della società civile”. E anche Italia Viva si avvia a correre da sola almeno in due regioni.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Roncone Fabrizio
Titolo: Al gran mercato dei senatori – Nel suk di Palazzo Madama tra chi cerca un posto migliore
Tema: Numeri della maggioranza
Al Senato, da qualche giorno, è ricominciato il solito mercato dei senatori. Vincenzo Carbone a sorpresa ha lasciato Forza Italia ed passato con Matteo Renzi. Questo Carbone era e resta però un uomo di fiducia del senatore Luigi Cesaro, finito sui giornali tre settimane fa perché indagato dalla Procura antimafia. L’arrivo di Carbone è comunque salutato con euforia da Italia Viva, che così passa da 17 a 18 senatori. Non solo: gira voce che addirittura altri due forzisti sarebbero ad un passo dall’iscriversi al partito di Renzi. L’operazione, intanto, si presta ad almeno due letture: in teoria dovrebbe rafforzare Giuseppe Conte, in realtà aumenta il potere d’interdizione di Renzi sul governo. Potenzialmente, l’aula di Palazzo Madama potrebbe infatti essere chiamata a una serie di voti assai complicati: prima il «decreto rilancio», poi il «decreto semplificazione». Infine c’è il problemone del voto sul cosiddetto «scostamento di bilancio». Annusata l’aria del suk, Andrea Marcucci, capogruppo Pd, avverte: «Eviterei di votare lo scostamento di bilancio a fine mese. Statisticamente, è il periodo dell’anno con più malattie di stagione, qui al Senato». Tradotto: rischiamo di non avere i numeri.
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Testata: Stampa
Autore: Sorgi Marcello
Titolo: L’analisi – Il governo e la sindrome di Rumor – Strategia del rinvio e sindrome Rumor
Tema: Scenario politico
Giuseppe Conte comincia a ricordare i vecchi democristiani di una volta; un po’ come Rumor, incaricato a suo tempo di temporeggiare senza decidere nulla, o fare spostamenti minimi, di centimetri, dall’estrema sinistra della destra all’estrema destra della sinistra del partito, restando in pratica assolutamente immobili. Il paragone è venuto in mente ascoltando le dichiarazioni accomodanti del premier in risposta al leader olandese Rutte e dopo l’incontro con il segretario Zingaretti, seguito da un’inattesa presa di posizione di Conte a favore delle intese Pd-5stelle per le regionali e dalla prevedibile promessa di un’accelerazione per il decreto semplificazioni. Nel Pd sta montando una crescente insoddisfazione che potrebbe arrivare a mettere in discussione la scadenza del 2022 dell’elezione del Presidente della Repubblica come data limite per non rompere l’alleanza con il Movimento. Questo perché, giorno dopo giorno, sta maturando tra i Dem la convinzione che se si sono rivelati impossibili gli accordi per le regionali, aprendo la prospettiva di un capovolgimento in almeno due (Marche e Puglia) delle sei amministrazioni in gioco, un accordo per eleggere il successore di Mattarella con i 5 stelle non sia affatto garantito.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Palmerini Lina
Titolo: Politica 2.0 – I rischi del Pd senza il proporzionale
Tema: Scenario politico
Sembrava paradossale sentire ieri esponenti del Pd che parlavano di nuova legge elettorale spingendo la maggioranza ad approvarla almeno in un ramo del Parlamento, nel pieno della crisi economica e con un Dl Semplificazioni ancora da approvare. Il tema però è stringente da un punto di vista politico. Ne avranno parlato Conte e Zingaretti nel faccia a faccia di ieri perché quello di modificare il Rosatellum è un risultato che il segretario Pd vuole portare a casa e avrebbe bisogno anche dell’aiuto del premier. Il Pd da tempo chiede una legge proporzionale per riequilibrare l’effetto distorsivo della riduzione degli onorevoli. Se infatti si arriverà a settembre senza nuove regole e facendo campagna per il sì al referendum, il partito di Zingaretti regalerà una vittoria al Movimento senza aver incassato alcun risultato.
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Testata: Stampa
Autore: La Mattina Amedeo
Titolo: Intervista a Matteo Salvini – Salvini non molla: voto a settembre – “Da Conte con tutto il centrodestra Ma servono elezioni a settembre”
Tema: Opposizioni in piazza
Matteo Salvini annuncia la manifestazione del centrodestra in programma domani a Roma, in piazza del Popolo: attese 4 mila persone “contingentate e sedute”, sottolinea il leader leghista, che poi è durissimo nel rispondere al segretario dem Zingaretti, che aveva detto “Se a governare l’Italia durante l’emergenza sanitaria fosse stato Salvini, ci saremmo trovati come in Brasile con Bolsonaro”: “Sono le dichiarazioni di un poveretto, di un miserabile, di un mentecatto, dovrebbe vergognarsi, indegno di un governatore. Scherzare sui morti non solo italiani come se i morti brasiliani avessero un colore politico”, dice Salvini, che aggiunge: “Semmai Zingaretti spieghi come sono stati utilizzati i 35 milioni spesi per materiale sanitario durante l’emergenza e andad a certe aziende. C’è una magistratura più attenta con una parte politica e meno con il Pd”. Poi sul governo: “Abbiamo fatto 500 proposte su tutto. Non ci stato accolto nulla. Più che dare voti all’opposizione, Conte dovrebbe garantire soldi alle imprese. Ho ricevuto una mail da Conte che annuncia un prossimo incontro, non dice né dove né quando, ma a me interessa sapere su cosa. Noi andremo insieme a tutto il centrodestra e proporremo le nostre prioritàperl’ennesima volta”. Conclude Salvini: “Io un governo con il Pd non lo faccio. La via maestra sono le elezioni a settembre, nel giorno del voto per le Regionali e le comunali. La parola agli italiani. Un governo che litiga su tutto, immobile, con i cantieri fermi, è un danno al Paese”.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Cremonesi Marco
Titolo: FI evoca un’altra maggioranza Salvini: la via maestra è il voto
Tema: Opposizioni in piazza
Silvio Berlusconi torna al centro della scena. In un’intervista a la Repubblica ammette la possibilità di un cambio di governo e maggioranza, senza però il M5S. Dalla Lega le reazioni non si fanno attendere: “La via maestra sono le elezioni — si legge in una nota —. Mandare a casa un governo che blocca tutto è vitale per il futuro dell’Italia”. Fino al botto: “Sul Mes la posizione di Forza Italia è contro l’interesse nazionale italiano”. Segue contro nota azzurra: “Il presidente Berlusconi non si è mai detto a favore di un governo di unità nazionale”. Chiude l’incidente la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini: “Forza Italia è all’opposizione e ci resterà: non inseguiamo né Conte né qualche strapuntino di governo”. Quanto al Mes, la visione diversa dagli alleati “non ci impedirà di assicurare ad altre Regioni il buongoverno del centrodestra”.
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Testata: Messaggero
Autore: Jerkov Barbara
Titolo: Intervista a Giorgia Meloni – Meloni: «Non c’è alternativa al voto Governo sulla Luna, tagli le tasse» – «In piazza per chiedere di andare subito al voto»
Tema: Opposizioni in piazza
Le parole di Giorgia Meloni, alla vigilia della nuova manifestazione del centrodestra di domani a Roma: “Torneremo a chiedere libertà, lavoro e sicurezza per gli italiani. L’Italia sta vivendo la peggiore crisi dal Dopoguerra e le previsioni macroeconomiche sono catastrofiche”, dice la leader di Fratelli d’Italia: “Pd e Cinquestelle devono andare a casa e a Piazza del Popolo, e in tutte le maggiori piazze italiane, raccoglieremo le firme per chiedere elezioni subito”. E ancora: “Siamo sempre stati disponibili al dialogo e le centinaia di proposte che abbiamo presentato in Parlamento, poi puntualmente bocciate dalla maggioranza, lo confermano. Siamo pronti ad andare nuovamente da Conte, insieme agli altri partiti del centrodestra, ma chiediamo almeno di ricevere prima il documento conclusivo degli Stati generali. Una richiesta finora caduta nel vuoto. Comincio a pensare che il documento non esista, a conferma del fatto che questo governo non ha uno straccio di idea su come ripartire”.
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Testata: Tempo
Autore: Di Majo Alberto
Titolo: Intervista a Antonio Tajani – «Il premier ci blandisce? Gli risponderà la piazza» – «In piazza per dare un segnale a Conte»
Tema: Opposizioni in piazza
Il vicepresidente di Forza Italia ed eurodeputato Antonio Tajani, alla vigilia della manifestazione delle opposizioni a Roma: “Al governo manca una visione strategica, non può risolvere i gravi problemi del nostro Paese”, dice. “Non c’è stata alcuna soluzione ai problemi che ci troviamo davanti e peraltro il governo e la maggioranza che lo sostiene non ci hanno mai coinvolti (…). La manifestazione di sabato serve per dare un segnale chiaro, per ribadire la necessità delle riforme, partendo dalla giustizia”.
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Economia e finanza
Testata: Corriere della Sera
Autore: Marro Enrico
Titolo: Eterno rinvio sulle semplificazioni I veti su appalti e abuso d’ufficio
Tema: Decreto semplificazioni
Rischia di slittare alla prossima settimana il decreto legge semplificazioni. Restano numerosi i contrasti nella maggioranza, in particolare sugli appalti e sulla riforma dell’abuso d’ufficio. L’impegno personale del presidente del Consiglio non è bastato e i nodi da sciogliere rimangono numerosi anche dopo la riunione di ieri del preconsiglio dei ministri. Conte ha provato a mediare tra le diverse posizioni, tenendo fermo l’affidamento diretto dei lavori per gli appalti fino a 150 mila euro di valore e proponendo una articolazione della trattativa ristretta per quelli superiori: coinvolgimento di 5 imprese per gli appalti fino a 350 mila euro, di 10 per quelli da 350 mila euro a un milione e di 15 per i lavori fra un milione e la cosiddetta soglia europea (circa 5,2 milioni di euro). Riservando le gare solo alle opere più grandi, ma con la possibilità di derogare ricorrendo al commissariamento su determinati lavori individuati con Dpcm, cioè con decreti della presidenza del Consiglio. Una soluzione, questa, sulla quale spingono il Movimento 5 Stelle e Italia Viva, ma che non convince il Pd. Ma la discussione si è accesa anche sulla riforma del reato di abuso d’ufficio: nella bozza si circoscrive alle sole ipotesi dove i comportamenti del funzionario siano difformi da regole che non prevedono margini di discrezionalità al fine di eliminare l’aleatorietà della formulazione attuale. Italia viva, che pure è favorevole a riformare l’abuso d’ufficio, ha però chiesto di stralciare l’articolo perché sarebbe stato scritto ad personam per le sindache grilline di Roma e Torino, Virginia Raggi e Chiara Appendino, coinvolte in inchieste.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Negri Giovanni – Santilli Giorgio
Titolo: Sull’abuso d’ufficio c’è l’intesa, ma è ancora lite sulle grandi opere – Accordo sull’abuso d’ufficio, ancora lite sulle grandi opere
Tema: Decreto semplificazioni
Sei ore di preconsiglio sono servite ieri a dipanare molte delle questioni su cui aveva rallentato il decreto legge semplificazioni, ma non sono bastate a sciogliere tutte le questioni. Il decreto intanto slitta al Consiglio dei Ministri di lunedì. Fra gli accordi più importanti c’è quello sulla riforma dell’abuso d’ufficio mentre la lite fra Pd e Leu da una parte e Palazzo Chigi, M5s e Italia Viva dall’altra continua ancora sullo stesso punto che alimenta le tensioni da giorni: l’articolo 2 sulle procedure di affidamento senza gara delle opere sopra soglia Ue, l’ampiezza dei poteri affidati alle stazioni appaltanti in deroga al codice degli appalti, quante opere debbano beneficiare della corsia emergenziale senza gara formale, quante imprese debbano essere invitate alla procedura negoziale senza bando (il Pd ritiene che cinque siano poche), quanti commissari bisogna fare e con quale ruolo. Accordo invece sulla riforma del reato di abuso d’ufficio, ormai considerato a metà tra l’ordinario incidente di percorso da mettere in conto per gli amministratori pubblici, di qualsiasi appartenenza politica, e un volano ad atteggiamenti di “burocrazia difensiva” tali da ingessare ulteriormente la macchina amministrativa. Detto che Italia Viva ne avrebbe preferito lo stralcio, ma poi un accordo è stato trovato.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Picchio Nicoletta
Titolo: Bonomi incalza Conte: subito il decreto – Bonomi: il confronto sia rapido, il Governo lo vari al più presto
Tema: Decreto semplificazioni
Appello del presidente di Confindustria Carlo Bonomi al governo per un confronto rapido sul tema semplificazioni. “Le bozze che sono circolate – sostiene il presidente di Confindustria – non risolvono tutte le criticità”. Ma, aggiunge, “è innegabile che il problema è immenso e costituisce da anni un collo di bottiglia per la crescita del paese, la realizzazione di opere e interventi troppo a lungo rinviati, il reddito e il lavoro di migliaia di italiani”. Per Bonomi “è indispensabile un segnale forte. E bene ha fatto il premier Conte ad annunciarlo in questi giorni anche nei colloqui europei”. Ed ha ricordato che da parte di Confindustria sono state avanzate “proposte concrete”, con l’aspettativa che “vengano valutate senza pregiudizi”. Su un aspetto il presidente di Confindustria ha voluto insistere specificatamente: “Se da un lato chiediamo regole più semplici, non modellate sulle patologie, e un’amministrazione che non abbia paura di decidere, dall’altro non accettiamo alcun passo indietro sul tema essenziale della legalità”. Anzi, la richiesta esplicita del presidente di Confindustria è che “il decreto non investa solo tutte le fasi che allungano incredibilmente i tempi di procedimenti essenziali per l’iniziativa privata e le infrastrutture pubbliche ma – continua Bonomi – indichi anche tempi molto più rapidi per perseguire chi viola le norme in materia e per non dover aspettare decenni per abbattere gli ecomostri edilizi, come invece è avvenuto nella storia italiana”.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Santilli Giorgio
Titolo: L’Anac: pronti al via 23 miliardi di opere – Appalti, 23 miliardi pronti a partire dalla fase post Covid
Tema: Appalti e grandi opere
A margine dei dati statistici diffusi ieri che evidenziano un buco di 19 miliardi registrato dagli appalti nel primo quadrimestre rispetto al 2019 (-33,6%), l’Anac sottolinea che ci sono al momento 22mila procedure per un importo complessivo di 23 miliardi pronte e partire, con un “tasso di perfezionamento delle procedure che si aggira attorno al 90%”. Notizia ghiotta, tanto più che queste procedure andranno ad alimentare la fase post-Covid normata dal decreto semplificazioni, che però all’Anac continua a non piacere. Ieri il presidente Merloni ha ribadito che l’idea di una deroga al codice appalti e alle procedure ordinarie è rischiosa. “Non è togliendo le regole che il sistema funziona meglio”, ha spiegato. Allarme che si fa più grave anche per il moltiplicarsi del fenomeno della corruzione che, ha detto Merloni, “è in continui aumento: nel 2019 sono stati comunicati 633 provvedimenti di interdittiva antimafia, contro i 573 del 2018”.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: G.Sa.
Titolo: Nel Def infrastrutture priorità per 95 miliardi: possono fare Pil subito
Tema: Appalti e grandi opere
Con il decreto semplificazioni e con il Piano nazionale di riforme (Pnr) arriva al prossimo Consiglio dei ministri, salvo sorprese, anche l’allegato Infrastrutture al Def, detto anche «Def Infrastrutture», che fa il punto sullo stato delle opere strategiche e dettano le priorità delle cose da fare. Un piano complessivo da 196 miliardi – che tiene dentro anche #italiaveloce, l’estensione dell’Av nel Sud. Fare subito Pil con le Infrastrutture – fare cioè Sal (Stato avanzamenti lavori) e pagamenti alle imprese che realizzano i lavori – è possibile in due modi, all’insegna del realismo: avviando interventi leggeri e a basso livello di progettazione come manutenzioni e innovazione; e accelerando il più possibile investimenti (anche grandi opere) già in corso. Dei 95 miliardi totali del piano priorità, 93 appartengono proprio a queste tre tipologie: 48,754 miliardi per gli investimenti in corso, 24,185 per manutenzione e sicurezza e 20,409 miliardi per innovazione tecnologica. Il ministero delle Infrastrutture dà anche conto del lavoro svolto in questi mesi con 7.548 milioni di fondi già sbloccati con l’assegnazione dei fondi: 2.978 milioni sono andati al rinnovo del parco autobus per il trasporto pubblico locale (2.580 milioni alle Regioni e 398 a 38 comuni più inquinati), 2.600 milioni per la mobilità sostenibile e le metropolitane, 1.504 alle infrastrutture stradali, 466 alle ferrovie regionali isolate.
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Testata: Corriere della Sera 7
Autore: Valentino Paolo
Titolo: Intervista a Mark Rutte – “Cara Italia, impara a farcela da sola” – “Al patto di stabilità serve rigore”
Tema: Trattativa in Europa
Mark Rutte, primo ministro olandese, è il leader morale della “banda dei quattro”, Austria, Olanda, Svezia e Danimarca, i Paesi frugali. “I rapporti tra Olanda e Italia sono eccellenti”, premette; “Siamo entrambi Paesi fondatori, insieme a Belgio, Lussemburgo, Francia e Germania. Il mio rapporto personale con Giuseppe Conte è forte e amichevole. E le relazioni sono molto migliori di quanto si possa pensare se ci si basa sui media, soprattutto negli ultimi tempi”. Rutte poi aggiunge: “Quello del 19 giugno è stato un vertice esplorativo. L’atmosfera era buona. Ogni Paese ha colto l’opportunità per esporre la propria posizione. Penso che la proposta della Commissione contenga margini per proseguire la discussione. Senza dubbio ci sono differenze. La trattativa sarà dura, prenderà un po’ di tempo, ma un compromesso è possibile”. E ancora: “obbiamo solidarietà ai Paesi più colpiti dalla pandemia, sapendo pero che anche noi siamo stati colpiti gravemente. Ciò significa che gli Stati i quali necessitano e meritano aiuto devono anche far sì che in futuro siano capaci di affrontare da soli crisi del genere in modo resiliente. E voglio aggiungere che ammiro ciò che fa Giuseppe Conte, cercando di varare un pacchetto di riforme mirate ad aumentare la produttività e la competitività dell’Italia, incluse misure impopolari. È un buon inizio e spero che prosegua. Perché è cruciale che la prossima volta l’Italia sia in grado di rispondere a una crisi da sola”.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Rogari Marco – Trovati Gianni
Titolo: Gentiloni: «Senza obiettivi sul debito Italia più debole» – Debito sorvegliato speciale Gentiloni: «Serve un piano»
Tema: Debito pubblico
Nella sua audizione mattutina alla commissione sulle Politiche Ue della Camera il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni mette il tema del debito pubblico italiano al centro delle proprie riflessioni: l’Italia “potrà contare di più (nelle trattative sul Recovery Fund) se non cancella, fra i suoi obiettivi, quello del controllo del debito pubblico”, perché senza un impegno specifico diventerà “difficile avere un ruolo negoziale efficace”, dice Gentiloni. Punto questo ben noto al ministero dell’Economia, che nel Piano nazionale di Riforma, atteso al consiglio dei ministri tra stasera e lunedì, punta a garantire una prospettiva decennale di riduzione del debito. Il primo taglio arriverebbe l’anno prossimo grazie al rimbalzo del Pil atteso dopo la caduta 2020 anche grazie alle risorse del Recovery Fund che saranno impiegate, spiega Gualtieri, “in un vasto programma di investimenti su temi come la banda larga, le reti idriche, il trasporto ferroviario, la sanità territoriale e gli aiuti alle filiere produttive”. Sul Recovery fund la trattativa è in corso ma, sottolinea Gentiloni nel corso dello stesso dibattito, “è importante notare che nessuno è ostile all’idea di un intervento comune, e un senso minimo di responsabilità porta verso l’accordo”.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Sabella Marco
Titolo: Debito, le mosse del Tesoro Il Btp Futura per le famiglie
Tema: Debito pubblico
Saranno svelate oggi le caratteristiche di cedola e rendimento del nuovo Btp Futura, lo strumento del debito pubblico italiano messo a punto dal Tesoro per diversificare le sue fonti di raccolta e rilanciare un rapporto diretto più stretto con le famiglie italiane. Il Tesoro ha scelto questa strada alla luce del fatto che la porzione del debito detenuta dalle famiglie nel corso degli ultimi 20 anni, secondo dati di Banca d’Italia, è passata dal 19,41% del totale di fine anno 2000, al circa 14% del 2010, fino a precipitare al 6,97% di fine 2005 e al 3,09% di fine marzo 2020, ultimo dato disponibile. Dare più forza alla componente famiglie, incentivandole all’acquisto di nuovi Btp, è dunque una politica perseguita con lucidità dal Tesoro. Oggi conosceremo l’ammontare delle cedole del Bpt Futura — progressive, vale a dire crescenti nel tempo — che verranno pagate dalla nuova emissione. Chi decide di sottoscrivere la nuova emissione dovrà tenere conto di diversi fattori: il rendimento assoluto, il tasso di rendimento reale (al netto dell’inflazione, sempre più bassa), la remunerazione degli investimenti alternativi, ad esempio in conti correnti, su cui sono depositati oltre 1.400 miliardi di liquidità. Ma dovrà anche valutare il rischio di un debito che a fine anno toccherà il 160% del Pil.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Pogliotti Giorgio
Titolo: Lavoro, persi altri 84mila posti ma a maggio il calo rallenta
Tema: Disoccupazione
A maggio continua a calare l’occupazione, anche se a ritmi meno sostenuti rispetto ai due mesi precedenti: si registrano 84mila occupati in meno, soprattutto per la continua emorragia di rapporti di lavoro a termine (-79 mila), con un impatto particolarmente negativo per le donne (-65mila). Dopo il lockdown in molti si sono messi in cerca di lavoro, senza però trovarlo, come emerge dall’incremento di 307mila disoccupati e il contestuale calo di 229 mila inattivi. Complessivamente il quadro che emerge dai dati Istat è di un mercato del lavoro ancora in forte sofferenza. Guardando all’andamento complessivo del trimestre marzo/maggio, rispetto al trimestre precedente, l’occupazione è in calo di 381 mila unità – soprattutto a causa del crollo dei contratti a termine (-318 mila) e degli indipendenti (-89 mila) solo minimamente compensato dall’aumento degli occupati permanenti (+27mila).
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Morino Marco
Titolo: Caos Liguria, fuga dal porto di Genova – Navi cinesi via da Genova: «Caos mai visto»
Tema: Caos trasporti in Liguria
Se una compagnia marittima del calibro di Cosco, un gigante dello shipping mondiale che fa capo allo Stato cinese, decide di inviare una circolare ai propri clienti sconsigliandoli vivamente di utilizzare il porto di Genova per le proprie spedizioni, significa che la situazione in Liguria sul fronte trasporti trasfuggendo di mano. Le direttrici che collegano il porto di Genova con le regioni limitrofe vertono – si legga nella nota di Cosco – in una situazione vergognosa: con tratti chiusi di notte e anche di giorno lungo le autostrade A10, A26, A7, Al2, con decine di chilometri a corsia unica, che generano quotidianamente code di svariati chilometri, raggiungere i siti di carico e scarico diventa sempre più difficile e logorante. “Vi invitiamo — si legge nella lettera – a valutare insieme ai nostri uffici commerciali e logistici, scelte alternative”. Un ulteriore punto debole del porto di Genova è la quota molto bassa del trasporto intermodale. A La Spezia, per fare un esempio, la quota intermodale supera il 33% mentre su Genova (considerando tutti i terminal a Voltri e nel porto storico) non supera il 10-12% del totale volumi. Questo significa che circa il 90% delle merci in entrata o in uscita dal porto viaggia su camion.
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Societa’, istituzioni, esteri
Testata: Stampa
Autore: Mastrolilli Paolo
Titolo: Usa, il giorno più buio: record di contagi Trump: focolai, ma l’economia ruggisce
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero
Mercoledì si è registrato l’incremento più alto di positivi al Coronavirus negli Stati Uniti, ben 52.789 nuovi positivi in 24 ore. Per fortuna i decessi non stanno ancora seguendo la stessa curva, forse perché si ammalano i giovani più forti, o il sistema sanitario è più preparato a curarli, ma esiste anche il timore che l’impennata dei morti seguirà a breve. I numeri certificano il fallimento della gestione dell’emergenza da parte della Casa Bianca: gli USA hanno il 4% della popolazione mondiale e il 25% dei casi e delle vittime. Il ritardo del lockdown e le riaperture frettolose stanno costando caro. Unico aspetto positivo, dal versante economico: il mercato del lavoro nel mese di giugno ha creato 4,8 milioni di posti, facendo scendere la disoccupazione all’11,1%. Un risultato positivo sorprendente, che però è stato raccolto prima del 12 giugno, e quindi non tiene conto dei licenziamenti avvenuti dopo le richiusure seguite alla ripresa dei contagi.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Gaggi Massimo
Titolo: Troppi contagi, la California chiude – La California chiude di nuovo (e Trump celebra il 4 luglio)
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero
I nuovi positivi da Coronavirus negli Usa aumentano ogni giorno (42 mila mercoledì, 52 mila ieri, un altro record) e sono concentrati per metà in quattro degli Stati più popolosi: Texas, Florida, Arizona e California. Gli americani pagano caro gli affollamenti e i festeggiamenti del Memorial Day di fine maggio: da quel momento infatti la curva della diffusione del virus è tornata a salire. Le sale interne dei locali sono considerate il principale luogo di contagio: soprattutto i bar dove, parlando ad alta voce, si emettono più droplets, mentre sotto l’effetto dell’alcol gli avventori sono meno cauti, il rispetto delle distanze sparisce, così come l’uso delle mascherine. Per questo a Los Angeles e in altre 19 contee vengono richiusi per almeno tre settimane non solo bar e ristoranti, ma anche musei e cinema. Chiuse di nuovo, almeno nel ponte dell’Independence Day, le spiagge più affollate.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Ippolito Luigi
Titolo: Londra ci prova: Boris toglie la quarantena (e riapre i pub)
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero
Oggi — o nel weekend, salvo sorprese — il governo di Boris Johnson dovrebbe annunciare la fine della quarantena di due settimane imposta a tutti gli arrivi dall’estero. La quarantena per tutti verrà sostituita da un sistema «a semaforo»: i Paesi inclusi in una lista rossa (dagli Stati Uniti al Brasile, dalla Svezia al Portogallo), dove i contagi sono ancora alti, rimarranno sottoposti a restrizioni; quelli nella lista arancione (la gran parte degli europei, inclusa l’Italia) non dovranno sottostare alla quarantena, anche se i viaggiatori diretti lì saranno invitati alla cautela; per i Paesi della lista verde (tipo Croazia e Grecia) c’è il via libera totale. Probabilmente, però, chi arriva in Gran Bretagna dovrà comunque fornire alle autorità un contatto e un indirizzo. In ogni caso, a Londra si potrà riassaporare una ritrovata normalità: da domani finalmente qui riapriranno pub, ristoranti e musei, chiusi ormai da tre mesi e mezzo.
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Testata: Libero Quotidiano
Autore: Bolloli Brunella
Titolo: L’epidemia di Covid esplode in Libia e sempre più migranti fuggono in Italia
Tema: Coronavirus, la situazione all’estero
Otto migranti provenienti dalla Libia e sbarcati in Sicilia sono risultati positivi al Coronavirus. Fanno parte del gruppo che era a bordo della Mare Jonio. L’episodio pone il problema del rischio di un contagio di ritorno dai Paesi nordafricani: in Libia nelle ultime ore si sono registrati altri 50 casi che portano a 874 il totale di quelli confermati. Sono le stesse Ong a lanciare l’allarme sulle terrificanti condizioni igienico-sanitarie dei campi di prigionia che rischiano di «trasformare quei luoghi in focolai senza precedenti».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Taino Danilo
Titolo: Marò, processo in Italia – Spetta all’Italia giudicare i marò La svolta all’Aia dopo otto anni
Tema: Processo ai Marò
Ieri la Corte Permanente di Arbitrato dell’Aia ha stabilito che il processo a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i marò accusati di avere ucciso due pescatori indiani nel 2012 durante una missione antipirateria, si terrà, se ci si arriverà, in Italia. La procura romana ora dovrà condurre le indagini sull’incidente, chiedere il materiale raccolto negli anni dai magistrati indiani, sentire testimoni e decidere se i due militari italiani vanno rinviati a giudizio. La sentenza di ieri accoglie pienamente le posizioni italiane. La questione risale al 15 febbraio 2012 quando due pescatori indiani — Aieesh Pink, 25 anni, e Valentine Jalastine, 45 —furono uccisi nelle acque indiane al largo dello Stato del Kerala. La polizia locale accusò i fucilieri di marina che erano in missione antipirateria sulla nave Enrica Lexie di avere sparato i colpi mortali. Da allora si è aperto un contenzioso tra Roma e Delhi che inizialmente ha visto montare lo scontro tra i due governi.
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Testata: Repubblica
Autore: Nigro Vincenzo
Titolo: Prima svolta sui marò: il processo sarà in Italia – Il processo ai due marò si terrà in Italia “Ma Roma deve risarcire”
Tema: Processo ai Marò
Il processo al due marò responsabili dell’uccisione di due pescatori indiani il 15 febbraio del 2012 si terrà in Italia. Questa la decisione del Tribunale internazionale dell’Aia. Ma c’è un altro lato della medaglia, c’è una contropartita che l’Italia ha concesso all’India: l’Italia ammette la sua responsabilità nell’incidente e si prepara a pagare i danni. Il processo si terrà a Roma, ma i due marò hanno sparato e ucciso, e l’Italia quindi pagherà. L’Italia era ricorsa alla corte dell’Aia nel 2015 per decidere sul caso dei fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. I 5 giudici ieri hanno precluso all’India l’esercizio della giurisdizione sui due marò: hanno riconosciuto che Latorre e Girone erano funzionari dello Stato Italiano, impegnati nell’esercizio delle loro funzioni.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Piccolillo Virginia
Titolo: «Ora finalmente liberi» La gioia di Girone e Latorre
Tema: Processo ai Marò
Reazione sollevata dei due Marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone alla decisione del Tribunale dell’Aia. “Un’emozione incontenibile, difficile da spiegare, da metabolizzare”, dice Latorre; e Girone, a distanza, gli fa eco: “Ero quasi incredulo”. Una soddisfazione velata di amarezza. Per il troppo tempo trascorso in attesa della giustizia. “Eravamo da otto anni e mezzo nel limbo, ora torniamo liberi”, spiega Girone. “Per me era una questione morale. Il verdetto del Tribunale arbitrale internazionale mi ha alleggerito il cuore. Vivevo costantemente con un pugno nello stomaco. Adesso so di essere un uomo libero. Mia figlia mi chiedeva sempre di andare a Disneyland, e non potevo mai accontentarla. Adesso potrò farlo”.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Sacchettoni Ilaria
Titolo: Regeni, dal Cairo nessun aiuto ai pm «Vogliono arrivare all’archiviazione»
Tema: Caso Regeni
Il prossimo 28 novembre scadrà l’ultima proroga alle indagini richiesta dal pm Sergio Colaiocco per accertare la verità sul rapimento e l’uccisione di Giulio Regeni. Senza risposte, se cioè la rogatoria inviata al Cairo dalla Procura romana resterà lettera morta, come sembra, l’indagine sarà di fatto conclusa. Destinata ad un’archiviazione appunto. Un’eventualità che, al momento, dopo il fallimento del dodicesimo vertice italo egiziano appare verosimile. Il nuovo procuratore del Cairo, Hamada Al Sawi, infatti sembra aver chiuso le porte agli investigatori italiani e, anziché fornire risposte concrete alle domande poste dai pm italiani, ha avanzato una nuova richiesta di identificare gli obiettivi seguiti dal ricercatore friulano durante il suo soggiorno egiziano.
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Testata: Repubblica
Autore: Ciriaco Tommaso
Titolo: Regeni, Fico: “Rispondere al cazzotto dell’Egitto” – Fico: “Su Regeni cazzotto dall’Egitto” Conte frena Di Maio
Tema: Caso Regeni
Giuseppe Conte predica prudenza di fronte all’ennesimo schiaffo dell’Egitto nelle indagini per il brutale omicidio di Giulio Regeni. Il premier sarebbe contrario a richiamare l’ambasciatore italiano al Cairo, come vorrebbe il ministro degli Esteri Di Maio. Conte spiega i rischi di un’escalation con Al Sisi, decisivo nello scacchiere geopolitico mediterraneo e attivo soprattutto sul fronte libico. E ricorda anche gli interessi commerciali di Roma. È un colpo duro, per Di Maio. Consapevole che ogni strategia su Regeni non può prescindere dal via libera di Palazzo Chigi. Di certo, l’intervento di Roberto Fico al Tg1 non facilita il compito del ministro degli Esteri. “Il vertice tra magistrati è andato malissimo – premette – L’Egitto ha dato un vero e proprio cazzotto in faccia all’Italia, a tutti gli italiani, al nostro Stato. Bisogna dare una risposta risoluta e veloce”. E ancora: “Il caso Regeni è una questione di Stato. Deve appartenere a tutta l’Europa. Serve un lavoro forte tramite governi e parlamenti europei per creare una rete che possa risolvere il caso di Giulio”.
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Testata: Stampa
Autore: Paci Francesca
Titolo: L’affondo di Fico sull’inchiesta Regeni “Dal Cairo un cazzotto in faccia a Roma”
Tema: Caso Regeni
L’ultima risposta dell’Egitto sull’assassinio di Giulio Regeni appare negativa, provocatoria, ostile. “Un cazzotto in faccia all’Italia”, dice il presidente della Camera Roberto Fico, che boccia senza appello il dodicesimo incontro tra le procure di Roma e del Cairo. Ma mentre da più fronti politici si moltiplicano le dichiarazioni di solidarietà ai genitori di Giulio, «offesi» dall’atteggiamento dei magistrati del Cairo, sedimenta, palpabile, un’incomprensione ormai prossima all’afasia tra il governo, impegnato perunasoluzione diplomatica con un partner strategico come l’Egitto, e la famiglia, bruciata dalla notizia delle due fregate italiane pressoché vendute al Cairo e irriducibile nel domandare il richiamo dell’ambasciatore. Sullo sfondo si colgono le differenze di approccio tra la cautela della presidenza del Consiglio e una Farnesina in apparenza più irritata, da cui pure il sottosegretario Manlio di Stefano fa sapere che “il ritiro dell’ambasciatore non è la soluzione”.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Mazza Viviana
Titolo: Arrestata Ghislaine L’amica che procurava le ragazzine a Epstein
Tema: Indagine Epstein
Sono sei i capi d’accusa contro Ghislaine Maxwell, arrestata ieri alle 8,3o del mattino dall’Fbi in una bella casa nel bosco di Bradford, in New Hampshire: dall’associazione a delinquere per l’adescamento di minori, al traffico sessuale, fino alla falsa testimonianza. Ghislane era la compagna e manager di Jeffrey Epstein, il finanziere newyorchese incriminato l’anno scorso per traffico sessuale di minorenni e trovato impiccato nella sua cella a New York. Epstein le aveva permesso di tornare a vivere nei lussi cui era abituata, e lei ricambiava introducendolo nell’alta società, presentandogli ora il Principe Andrea — anche lui coinvolto nello scandalo sessuale — ora i Clinton. La stessa procura federale che ha perseguito Epstein, quella del Southern District of New York, ha aperto il caso contro di lei. È la stessa che ha visto il potente procuratore Geoffrey Berman licenziato da Donald Trump nei giorni scorsi, dopo aver condotto indagini sul suo entourage. A firmare l’accusa è, infatti, la vice procuratrice Audrey Strauss, temporaneamente al posto di Berman.
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