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SINTESI IN PRIMO PIANO – 31 marzo 2020

In evidenza sui maggiori quotidiani:

– Il virus rallenta la corsa ma non si riapre fino a maggio.
– Decreto aprile: “reddito di emergenza” e bonus di 800 euro per le partite Iva
– Berlino chiude al Covid bond. Ora resta il maxiprestito Bei.
– Ungheria, pieni poteri a Orbàn. L’opposizione: è una dittatura.
– L’onda della pandemia spaventa l’Africa: scatta il coprifuoco dalla Nigeria al Ghana.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Iossa Mariolina 
Titolo: La frenata netta dei nuovi contagi «Trend favorevole grazie alla stretta»
Tema: Il virus rallenta

La speranza degli italiani è aggrappata ad una percentuale, ogni giorno più bassa, quella della crescita del contagio. E quella percentuale, che è sempre stata in discesa negli ultimi giorni, è calata ancora. Domenica era il 5,6%, ieri il 4,1. «Dal 20 marzo ad oggi siamo passati da 40 mila a 75 mila contagiati, 4.050 persone in più nell’ultimo giorno. Ma ciò che è importante è la percentuale dei nuovi contagi su base quotidiana, passata dall’11 del 20 marzo all’attuale 4,1», ha detto il capo dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli. I sorrisi e i volti più distesi del capo Dipartimento e del presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli, in conferenza stampa, parlavano di fiducia, di ottimismo. Non ne siamo fuori, è presto per ragionare su scenari sociali e politici post emergenziali. Ma è proprio adesso che va mantenuto «il comportamento tenuto fino ad ora dai cittadini — dice Locatelli —. Le misure restrittive ci hanno portato a questi primi risultati. Una riapertura del Paese? Ne riparliamo dopo Pasqua». «Oltre 6.500 persone sono state denunciate in un giorno — ha aggiunto Borrelli — per aver violato l’obbligo di quarantena, e tra loro ci sono anche positivi al virus. Sono comportamenti gravissimi».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Lombardo Ilario – Russo Paolo 
Titolo: Retroscena – Il governo pensa a un aprile blindato Possibile riapertura dopo il 4 maggio
Tema: Il virus rallenta

Per uscire di casa e da questa quarantena infinita a questo punto è quasi certo che se ne riparlerà dopo il ponte del 1° maggio, ossia il 4. E probabile, vuole dire che non è certo. Perché ancora nulla è certo, oggi. Né può esserlo. La riunione, ieri, del comitato tecnico-scientifico che affianca il governo nelle sue scelte, più la frenata dei contagi in salita da coronavirus, offre spunti di speranza, ma sancisce una verità difficile da digerire per tanti: i dati sono ancora molto teorici, ci spiegano da Palazzo Chigi, non c’è il calo netto dei contagi che ci si aspettava due settimane fa, e numeri buoni sui quali fondare disposizioni più nette arriveranno magari tra altre due settimane. La fretta che improvvisamente ha impresso Matteo Renzi è qualcosa che per Giuseppe Conte fa a schiaffi con la realtà. Il premier-avvocato difende la strategie a tappe, della progressiva chiusura dell’Italia, e continua a dire che ogni decisione sulla riapertura sarà presa solo su quando gli scienziati diranno: ora è possibile.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Patta Emilia – Perrone Manuela 
Titolo: Su emergenza, Mes e riaperture alta tensione nella maggioranza
Tema: Verso la riapertura

Da una parte Matteo Renzi che, come già accaduto in queste settimane d’emergenza, gioca d’anticipo e propone una graduale riapertura delle attività a partire da aprile; dall’altra i Cinque Stelle che si arroccano sui temi identitari, rilanciando con Beppe Grillo il reddito di base universale e con Luigi Di Maio e Vito Crimi il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari. In mezzo naviga ll Pd che, con l’asse tra Roberto Gualtieri e Dario Franceschini (in perfetto raccordo con il commissario Paolo Gentiloni a Bruxelles) sta prendendo in mano le redini dell’emergenza, soprattutto di quella economica. A quasi un mese dalla chiusura delle scuole per l’epidemia di coronavirus, la maggioranza comincia a muoversi in ordine sparso in vista del decreto di: aprile che dovrebbe stanziare fino a ulteriori 30 miliardi per famiglie e imprese.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cuzzocrea Annalisa 
Titolo: Grillo torna e lancia il reddito per tutti I 5S: via metà stipendio ai parlamentari
Tema: Verso la riapertura

Dice Beppe Grillo che per uscire da tutto questo, servirà un reddito universale. Non il reddito di emergenza che da più parti viene proposto in questi giorni, e a cui apre perfino il centrodestra. Non il reddito di cittadinanza già realizzato dal Movimento 5 stelle al governo, sebbene coi limiti che si conoscono (il passaggio dal sussidio al lavoro resta una chimera). Quello di cui parla Grillo – dopo un ostinato silenzio durato un mese – è quello di cui ha sempre parlato nei suoi spettacoli: un reddito di base che vada a tutti, ricchi e poveri, a prescindere dal lavoro. Perché ce ne sarà sempre meno e perché – questo il refrain del fondatore M5S – «bisogna lavorare per vivere, non vivere per lavorare».
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Testata:  Stampa 
Autore:  La Mattina Amedeo – Magri Ugo 
Titolo: Ipotesi Costituente: per il Quirinale la ripresa deve partire da Milano –
L’opzione Costituente: per Mattarella la ripresa deve partire da Milano
Tema: Verso la riapertura

La proposta di Giuseppe Sala cade in un momento di emergenza che già richiede spirito di unità nazionale. L’idea di «una Costituente per far ripartire l’Italia dopo il virus», come nel secondo dopoguerra, è considerata molto stimolante dai protagonisti della politica perché tutti pensano che sia necessario modernizzare le nostre istituzioni, definire con precisione le competenze tra Stato e Regioni. Del resto, come non si stanca di far notare Matteo Renzi, la sua riforma della Costituzione aveva proprio questi obiettivi. Le diffidenze però sono tante. Nel M5S c’è il timore che un dibattito del genere preluda a grandi intese, con l’oggettivo indebolimento del governo Conte. I grillini sentono nelle parole del sindaco un sapore «antiparlamentare» quando si appella al Capo dello Stato affinché promuova la fase costituente.  E chi frequenta il Colle esclude che in questo momento esistano le condizioni per una processo di questo tipo: troppo grandi le distanze tra i protagonisti della politica. Ma qualche passo avanti sarà indispensabile. Il capo dello Stato potrà svolgere un’opera di moral suasion tesa a creare un clima di maggior condivisione, e non c’è dubbio che Mattarella lo stia già facendo con i suoi ripetuti appelli all’unità del Paese.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Cottone Sabrina 
Titolo: La svolta di Berlusconi: «Ora tutti con il premier» E lancia Draghi per il post
Tema: Verso la riapertura

«La competenza e l’autorevolezza di Mario Draghi sarebbero utili per far ripartire l’Italia». Non solo. Silvio Berlusconi, in un’intervista a Repubblica, rivendica il diritto di primogenitura sull’ex presidente della Banca centrale europea: «Sono stato io a volere Draghi prima alla guida della Banca d’Italia e poi della Bce, pur contro il volere della Germania, perché sapevo che avrebbe agito responsabilmente, con rigore ma anche con flessibilità, usando tutti gli strumenti necessari per contrastare le situazioni di crisi». Eppure c’è un tema di tempi. Berlusconi sostiene che non è il momento di cambi in corsa. Conte dovrà lasciare il suo posto? è la domanda. E l’ex premier risponde: «Non credo che questa discussione sia attuale mentre tante famiglie piangono i loro morti e medici e infermieri rischiano la vita. Siamo in guerra e in guerra ci si stringe intorno a chi ha la responsabilità di decidere».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Palmerini Lina 
Titolo: Politica 2.0 – Ritornano le bandiere dei 5 stelle che dividono
Tema: Verso la riapertura

Il contesto economico e sociale fa tornare d’attualità le bandiere dei 5 Stelle. Se prima dell’emergenza coronavirus, veniva messo in discussione il reddito di cittadinanza e già all’Economia si stava cercando un modo per cambiarlo, adesso lo scenario della recessione dà una nuova spinta politica a quella misura che fa un gradino ulteriore e diventa reddito di emergenza esteso e rafforzato come dice la ministra Catalfo o addirittura universale, per tutti, come scriveva ieri Beppe Grillo nel suo blog.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  D’Alimonte Roberto 
Titolo: Analisi – Conte, Draghi e il Governo per ricostruire dopo l’epidemia – Conte, Draghi e il governo di ricostruzione
Tema: Verso la riapertura

In tempi di gravi crisi, come quella che stiamo attraversando, chi governa tende a essere favorito. È un fenomeno naturale. Lo vediamo in tutti i paesi alle prese con la pandemia. La paura spinge a stringersi intorno a chi ha il potere di agire, sia esso capo del governo, presidente diregione o sindaco. Ed è quello che sta succedendo anche in Italia. Secondo diversi sondaggi l’indice di fiducia del premier Conte è salito oltre il 50% con un incremento molto significativo rispetto alle rilevazioni dei mesi scorsi. Ma quanto potrà durare questo effetto? E cosa succederà dopo quando la crisi sanitaria sarà stata superata e bisognerà affrontare la crisi economica? A queste domande è difficile rispondere ora. L’Italia non è un paese sovrano. Facciamo parte di un’unione economica e monetaria. Le decisioni che la Ue prenderà nei prossimi giorni per affrontare la crisi condizioneranno la politica interna. Ma comunque è da questa che occorre partire per ragionare su scenari futuri.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Folli Stefano 
Titolo: Il punto – Il virus, la politica e il difficile realismo
Tema: Verso la riapertura

Ma che crimine hanno commesso gli italiani – si domanda un editoriale del quotidiano belga Le Soir – per far sì che 10 mila morti non bastino per attrarre un sostegno senza divisioni da parte dei loro pari europei?. Domanda legittima che ripropone il tema irrisolto della solidarietà dell’Unione al Paese più provato dal virus. Poi c’è la questione del “realismo” su cui ha scritto su queste colonne Roberto Perotti a proposito di “eurobond” e risorse del “fondo salva-Stati”. Realismo vuol dire capacità di dire la verità, per quanto scomoda, anziché blandire la popolazione con speranze destinate a essere deluse. Qui bisogna ammettere che il nostro dibattito pubblico è carente; per meglio dire, non è più abituato da anni – salvo poche eccezioni – a confrontarsi con i dati concreti, uscendo dalla bolla di una campagna elettorale permanente.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fotina Carmine – Mobili Marco 
Titolo: Decreto aprile, garanzie su prestiti a 15-20 anni Deficit di 1-1,5% di Pil
Tema: Decreto aprile

Per supportare la liquldità delle imprese ora l’obiettivo è estendere la garanzia statale su prestiti a lungo termine. Su questo fronte si stanno incrociando tavoli di lavoro tra ministero dell’Economia e ministero dello Sviluppo. Al dicastero guidato da Stefano Patuanelli si studia un rafforzamento del Fondo di garanzia Pmi che, esteso alle small mid cap (aziende da 250 a 499 dipendenti), diventerebbe un Fondo di garanzia per l’industria sfruttando anche la nuova flessibilità Ue sugli aiuti di Stato. Si punta a elevarne la dote finanziaria a 6-7 miliardi, con una nuova iniezione di 4-5 miliardi aggiuntivi rispetto all’attuale disponibilità di 2,2 miliardi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Rogari Marco – Trovati Gianni 
Titolo: Il Governo pronto a varare altro deficit per 1-1,5 punti di Pil
Tema: Decreto Aprile

Per le decisioni (eventuali) dell’Eurogruppo bisognerà aspettare il 7aprile. Ma il calendario italiano per avviare la macchina del nuovo decreto con gli interventi a sostegno dell’Economia è più stretto. E guarda al Consiglio dei ministri che domani o giovedì, al netto di eventuali accelerazioni dovrà chiedere nuovo deficit al Parlamento. Quanto? Al ministero dell’Economia si valuta un disavanzo aggiuntivo da 1-1,2 punti di Pil, quindi fra i 18 e i 22 miliardi per un decreto che sfruttando una quota dei fondi europei non impegnati potebbe arrivare vicino ai 30 miliardi.  Ma nel governo un’intesa dl massima su dimensioni e modalità degli interventi va ancora trovata nella dialettica tesa fra Palazzo Chigi.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Marro Enrico 
Titolo: Partite Iva, ipotesi bonus a 800 euro Cassa integrazione, tempi lunghi
Tema: Decreto Aprile

L’indennizzo per lavoratori autonomi e professionisti non solo verrà prorogato anche per il mese di aprile, ma potrebbe salire da 600 a 800 euro, magari non più per tutti, ma «con un minimo di selettività in più», come dice il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani. La misura entrerà nel decreto legge che il governo ha intenzione di varare subito prima di Pasqua. Con lo stesso provvedimento potrebbe arrivare un mini reddito per coprire l’area del lavoro sommerso (3,7 milioni di persone, secondo i dati Istat): l’ipotesi è quella di un bonus intorno ai 400 euro per chi dimostri di aver lavorato anche per brevissimi periodi (una-due settimane negli ultimi due anni)
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Trovati Gianni – Tucci Claudio 
Titolo: E ora arriva il reddito di emergenza – Subito dai sindaci aiuti anti povertà Poi il reddito di emergenza
Tema: Reddito di emergenza

L’allarme sui rischi per la tenuta sociale di un Paese bloccato dall’emergenza sanitaria era arrivato soprattutto da Sud, con le segnalazioni da Palermo e Napoli su qualche episodio-scintilla che potrebbe annunciare tensioni più ampie. Ma è da settimane che da Nord a Sud Comuni piccoli e grandi intervengono con mezzi propri, e con le associazioni del Terzo settore, per aiutare i soggetti e le famiglie più fragili. Nascono da qui le decisioni di sabato scorso: lo sblocco degli anticipi ai Comuni da 4,3 miliardi, erogati ieri dal Viminale, e i 400 milioni mossi dall’ordinanza della Protezione civile. Anche in questo caso si tratta tecnicamente di una «anticipazione», perché un’ordinanza non può generare nuove risorse (e nemmeno una legge, per ora, fino alla prossima autorizzazione del Parlamento sull’extradeficit). In ogni caso, il decreto Aprile è l’orizzonte a cui guarda questo che a tutti gli effetti è un intervento ponte. Il decreto atteso la prossima settimana in consiglio dei ministri dovrà portare misure più strutturali: per i Comuni, e per il welfare più in generale. Estensione dei sussidi Ammortizzatori e welfare, appunto, promettono di essere i protagonisti per quel che riguardale cifre in gioco.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Sorrentino Riccardo 
Titolo: Gentiloni: Covidbond possibili solo se legati a obiettivi chiari
Tema: Covidbond

Un vero eurobond non è possibile. Occorre seguire altre strade per raggiungere gli stessi obiettivi. Tocca a Paolo Gentiloni, il commissario Ue per l’Economia, mettere in chiaro i termini della discussione – che il 7 aprile l’Eurogruppo affronterà formalmente – sugli interventi comuni contro la recessione da coronavirus. Un’emissione di bond «è una priorità – ha detto l’ex presidente del Consiglio – ma genericamente, per mutualizzare il debito non verrà accettata». Questo non significa che altre strade non siano percorribili: questo tipo di emissioni va «finalizzata a una missione». «Le condizioni per riaprire il dialogo – ha aggiunto – ci sono». Gli obiettivi devono essere chiari, però: «Affrontare l’emergenza sanitaria» e «creare un nuovo strumento di garanzia per la disoccupazione e un piano per il sostegno delle imprese».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Caizzi Ivo 
Titolo: Fondo salva stati e Bei per gli aiuti all’Italia Lite su mille miliardi
Tema: Fondo Salva Stati

Accelera «il lavoro iniziato su un possibile utilizzo» del Fondo salva Stati della zona euro (Mes) e della banca comunitaria Bei per gli aiuti all’Italia e agli altri Paesi più colpiti dalla pandemia del coronavirus. Lo ha reso noto il presidente dei 19 ministri finanziari dell’Eurogruppo, il portoghese Mario Centeno, convocando la riunione del 7 aprile per fornire al Consiglio europeo dei 27 capi di Stato di governo «proposte per rafforzare le misure Ue di risposta al Covid-19», che da giorni considerano di aggiungere, agli strumenti esistenti, anche «altre soluzioni innovative» e «politiche per sostenere la ripresa». Nelle aspettative di alcuni governi si dovrebbe arrivare a oltre un trilione di euro (mille miliardi). E il presidente del Consiglio europeo, il belga Charles Michel, ha annunciato per oggi una videoconferenza con Centeno, la presidente francese della Bce Christine Lagarde e la presidente tedesca della Commissione europea Ursula von der Leyen proprio sugli aiuti Ue e su come ammorbidire nel tempo alcune rigide opposizioni a condivisioni del debito con i Coronabond.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Franco Massimo 
Titolo: La Nota – Una trattativa complicata dai pregiudizi nord europei
Tema: La trattativa con l’UE

Il commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ammette di non essere sorpreso dall’atteggiamento delle nazioni del nord nei confronti dellltalia. «È una divisione antica che conosciamo a memoria», dice. Aggiunge di non essere molto ottimista sulla possibilità che la filiera dei Paesi nordeuropei accetti di aiutare i governi bisognosi di un’apertura di credito straordinaria. E non solo perché, come sottolinea il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, «siamo di fronte alla più difficile trattativa che l’Italia abbia mai portato avanti a livello di Unione». Sta riemergendo, rafforzato e non ridimensionato dalla pandemia da coronavirus, un radicato pregiudizio dell’«altra Europa». La durezza con la quale venerdì scorso il capo dello Stato, Sergio Mattarella, si è rivolto alle nazioni nordeuropee inclini a ripiegarsi su se stesse anche economicamente, è stata vistosa. Racchiude l’invito pressante a smetterla di osservare quanto avviene nei Paesi mediterranei, per lo più cattolici, come una fastidiosa anomalia: un peccato originale rispetto alle virtù e alla disciplina finanziaria delle quali ritiene di avere il monopolio l’Europa del nord, soprattutto protestante.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: «Nella Ue frenano i Paesi senza leadership» – «Con certe regole si può usare il Mes Merkel? La sua leadership è debole»
Tema: Intervista a Enrico Letta – La reazione dell’Europa

L’ex premier Enrico Letta è notoriamente un europeista convinto. Ma l’Europa ai tempi del coronavirus, quella che non aiuta l’Italia perché non deve fare i conti con migliaia di morti in casa propria, di certo non è la sua. Sul quotidiano Volkskrant, il direttore di Sciences Po ha sfidato il primo ministro olandese, il «falco» Mark Rutte: «Nessuno sta chiedendo l’elemosina ai Paesi Bassi». Come si può rompere il muro del disinteresse dei Paesi del Nord? «È triste dirlo, ma i Paesi che frenano sugli aiuti, come Olanda, Germania e Svezia, sono quelli ancora aperti perché non hanno visto i cortei di bare. Ma ora i nuovi epicentri sono Londra e New York, che non sono né meridionali, né spendaccioni, quindi il dito puntato su Italia e Spagna non ha più senso. I governi del Nord Europa devono imparare la lezione e muoversi per tempo, senza aspettare. Mi preoccupa questa drammatica carenza di leadership».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Baroni Paolo 
Titolo: Retroscena – Famiglie in affanno con i pagamenti Il governo pensa a posticipare l’Imu
Tema: Pagamenti posticipati

Si possono congelare le rate del mutuo da un minimo di 6 mesi ad un massimo di 18, se si è finiti in cassa integrazione o se la propria attività a causa del coronavirus ha subito un calo superiore al 33%; commercianti e artigiani avranno un credito di imposta pari al 60% dell’affitto pagato a marzo: gocce in un mare di scadenze da rispettare e pagamenti da fare tra questa fine marzo ed inizio aprile. Un vero incubo per famiglie, operai in cig, precari, lavoratori autonomi e piccole imprese (con e, soprattutto, senza bonus) alle prese con la crisi, col lavoro che non c’è più ed i conti magari già in rosso. Per molti i soldi non bastano già più. «I circa 900 euro di cassa integrazione sono insufficienti per avere una vita dignitosa, pagare le bollette, il cibo ed ogni spesa necessaria in questa situazione drammatica» alza il tiro il segretario dei metalmeccanici della Uil Rocco Palombella.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Boeri Tito 
Titolo: Ecco da dove ripartire – Tre risposte per ripartire
Tema: La ripartenza economica

Per sopportare i sacrifici è essenziale sapere che prima o poi finiranno. Gli italiani hanno sin qui nella stragrande maggioranza rispettato i divieti, come ci svelano le indagini campionarie. Il governo sembra intenzionato a procedere all’ennesima proroga estendendo il blocco. Sarebbe bene questa volta delineare un percorso di graduale uscita dall’emergenza più stringente. Servirà anche per fare rispettare da tutti le nuove direttive oltre che per permettere a chi lavora di prepararsi alla “fase 2”. Ci sono alcune domande chiave da porsi per l’uscita dal blocco di queste settimane: 1) Quali e quanti lavori possono ripartire garantendo condizioni di sicurezza a chili svolge? 2) È possibile in tempi rapidi concentrare maggiori risorse umane (e non solo finanziarie) sui settori che servono di più nella guerra contro il coronavirus? 3) Ci sono aree del Paese in cui è pensabile ridurre per prima i vincoli alla mobilità?
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Veronese Luca 
Titolo: Orban conquista il potere assoluto. Budapest a un passo dalla dittatura
Tema: Pieni poteri a Orban

Viktor Orban si prende i superpoten per governare in Ungheria per decreto, senza rendere conto a nessuno. Nell’emergenza Covid-19 o per quanto tempo riterrà necessario. Il coronavirus è il pretesto con il quale la maggioranza sovranista ha consegnato il Paese al premier che domina a Budapest da dieci anni e che ha ripetutamente tentato di mettere sotto controllo la magistratura, di zittire la stampa libera. In base alla legge approvata con il voto dei deputati di Fidesz – il partito dl maggioranza guidato da Orban – e di alcuni deputati dell’estrema destra, Orban ha ora poteri straordinari senza limiti di tempo, può governare sulla base di decreti, può arrivare a chiudere il Parlamento se necessario, ha il potere di modificare o sospendere qualsiasi legge e, se lo ritiene giusto, ha la facoltà di bloccare le elezioni.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Valentino Paolo 
Titolo: Pieni poteri a Orbán: democrazia sospesa senza limiti di tempo
Tema: Pieni poteri a Orban

Cala il sipario sulla democrazia ungherese. Il Parlamento di Budapest ha approvato oggi una legge che conferisce a Viktor Orbán pieni poteri a tempo indeterminato per lottare contro il coronavirus. Di fatto, è una delega in bianco al tribuno magiaro a governare senza il controllo dell’Orszàggyulés e i contrappesi costituzionali. Presentato due settimane fa, il decreto non aveva ottenuto in prima battuta il necessario quorum dell’80%, troppo alto perfino per il Fidesz, il partito di Orbán che dispone di una maggioranza di due terzi in Parlamento. Ma la strada era tracciata. Alla seconda votazione il quorum era più basso e il tribuno di Budapest non si è fatto sfuggire l’occasione, sfruttando la paura di fronte alla pandemia per mettere definitivamente in quarantena anche la già vacillante democrazia danubiana.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Tarquini Andrea 
Titolo: Ungheria L’autogolpe del premier Orbàn pieni poteri con l’alibi del virus
Tema: Pieni poteri a Orban

In nome e col pretesto della lotta al Coronavirus, la democrazia tramonta e viene surgelata virtualmente per sempre in Ungheria. Il Parlamento magiaro, seguendo i voleri del premier sovranista Viktor Orbán, gli ha concesso poteri eccezionali senza limiti di tempo: potrà prolungare senza limiti lo stato d’emergenza già in vigore, sciogliere l’assemblea legislativa quando vorrà, governare solo coi suoi decreti, abolire o irrigidire leggi esistenti, abrogare ogni elezione, introdurne di nuove, senza veri controlli degli altri poteri. E non è tutto: chi diffonde notizie ritenute fake news dal governo, anche critiche allo sfacelo della Sanità, sarà colpito con 5 anni di prigione.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Sforza Francesca 
Titolo: Da Pd e 5S accuse al sovranista Meloni lo difende: fa come Conte
Tema: Pieni poteri a Orban

«Ma in fondo che differenza c’è tra l’Ungheria di Viktor Orbàn e l’Italia di Giuseppe Conte? Anche in Italia quasi tutti i poteri sono stati dati al governo con un decreto legge che il governo ha deciso di interpretare in modo molto estensivo». Le parole della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni irrompono con prepotenza nel dibattito politico italiano, mettendo al centro un tema che tocca nel vivo il nervo della nostra democrazia e delle democrazie europee in generale. Meloni infatti fa un passo avanti anche rispetto al leader della Lega Matteo Salvini, che si è limitato a «un plauso» nei confronti del premier ungherese, ha invocato «rispetto» per la scelta ungherese e ha augurato «buon lavoro all’amico Victor Orbàn e buona fortuna a tutto il popolo di Ungheria in questi momenti difficili». Meloni ha messo sullo stesso piano i Dpcm del presidente del Consiglio, che come ha ricordato il presidente della Camera Roberto Fico «sono stati autorizzati dalle Camere tramite la conversione di un decreto legge in un perimetro ben definito» con una legge speciale che consegna l’Ungheria alle decisioni del premier esautorando il Parlamento di qualsiasi prerogativa. A parziale giustificazione, Meloni sostiene di non conoscere «nel dettaglio» cosa è davvero accaduto in Ungheria.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Barlaam Riccardo 
Titolo: Trump ora frena: chiusure e divieti fino al 30 aprile
Tema: Covid 19 negli Stati Uniti

Elmhurst Hospital nel Queens. Ospedale simbolo della tragedia in corso a New York, il centro della pandemia: lunghe code di persone con la mascherina che attendono di fare il test. I morti che vengono portati via con i camion frigo. Medici e infermieri in perenne emergenza. Donald Trump è rimasto impressionato dalle immagini dell’ospedale: «Sacchi per i cadaveri dappertutto, nei corridoi. Li ho visti mentre li portavano sui camion. Accade nel mio quartiere, nel Queens. Ho visto cose che non avevo mai visto prima». Il linguaggio è cambiato. Dopo una partenza al rallentatore, negli ultimi giorni negli Usa è partita una corsa alla cooperazione per recuperare i ritardi.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lombardi Anna 
Titolo: La giravolta di Trump Usa chiusi fino al 30 aprile
Tema: Covid 19 negli Stati Uniti

Indietro tutta. Donald Trump ci ripensa, l’America non riapre più a Pasqua. La “distanza sociale” e le altre misure messe in atto per il contenimento del virus sono prorogate fino al 30 aprile: e oltre se sarà necessario. A fargli cambiare idea sono stati i medici della task-force anti-Covid-19 della Casa Bianca: il virologo Anthony Fauci insieme alla dottoressa Deborah Birx, icona della lotta all’Aids. Gli hanno mostrato i modelli con lo scenario peggiore: 2,2 milioni di morti se non si mantengono le cautele. E lui ha capito. Tanto da trasformare quei drammatici numeri in potenziale vittoria: «Se riusciremo ad avere meno di 100mila morti avremo fatto un ottimo lavoro». Dimenticandosi di aver sostenuto, solo un mese fa: «Ne ammazza di più una normale influenza».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Vecchi Gian_Guido 
Titolo: Conte in Vaticano I timori del Papa per i poveri
Tema: Conte in Vaticano

Il Papa ha ricevuto ieri mattina il premier Giuseppe Conte, un gesto di vicinanza all’Italia e di sostegno «alle autorità che devono prendere misure dure, ma perii bene nostro», aveva detto all’Angelus. «Le persone prima di tutto»: bisogna evitare, ha scritto al Comitato panamericano, un «genocidio virale». Ma si deve pensare anche ai problemi del «dopo», che si mostrano già ora: «Si incomincia a vedere gente che ha fame, perché non può lavorare».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Simoncelli Lorenzo 
Titolo: L’Africa si prepara all’onda d’urto Coprifuoco dalla Nigeria al Ghana
Tema: La pandemia spaventa l’Africa

Lagos, la capitale commerciale della Nigeria che non dorme mai, chiude i battenti. La pressione del Covid-19 è arrivata anche qui e dopo giorni di tentennamenti si è deciso di imporre la chiusura di tutti i servizi non essenziali per due settimane. Le autorità sanitarie della megalopoli nigeriana hanno dimostrato in passato di saper gestire e frenare l’epidemia di Ebola, ma la pandemia globale di coronavirus sta facendo tremare il Presidente Muhammadu Buhari già costretto a manovre economiche emergenziali per il crollo del prezzo del greggio. Il vicino Ghana ha seguito la decisione della Nigeria di limitare la chiusura alle grandi città, tra cui la capitale Accra, Tema e Kumasi, dispiegando 35mila uomini armati per implementare le misure restrittive anche qui per le prossime due settimane. In Africa orientale, invece, il Ruanda, lo Stato più colpito dal coronavirus nella regione, è già da una settimana in lockdown totale, ma il numero di nuovi contagi non accenna a diminuire in attesa di raggiungere il picco.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Del Re Pietro 
Titolo: Africa Il grido del Nobel Mukwege “Contro il virus senza armi qui si rischia l’ecatombe”
Tema: La pandemia spaventa l’Africa

È in Africa, ventre molle del pianeta per via delle sue economie malconce, dei suoi sistemi sanitari sgangherati e delle sue croniche malattie letali quali la tubercolosi, la malaria e l’Aids, che il coronavirus dovrebbe mietere il più gran numero di vittime. «Temo l’ecatombe perché non abbiamo i mezzi per combatterlo e perché gli africani sono costretti a uscire di casa per procurarsi il cibo. Nessun confinamento è dunque possibile, e il Covid-19 si sta diffondendo a velocità da primato», spiega al telefono il ginecologo Denis Mukwege, premio Nobel per la Pace nel 2018 per aver fondato un ospedale a Bukavu, nel Congo orientale, dove cura e ricuce le donne stuprate dai soldati e dai ribelli che si combattono da più di vent’anni. «A differenza di altri luoghi, qui il coronavirus s’accanirà soprattutto contro le donne, perché nei pochi ospedali disponibili, le contagiate ci andranno da sole e nessuno si occuperà di loro».
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