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SINTESI IN PRIMO PIANO – 5 marzo 2020

In evidenza sui maggiori quotidiani:
– Coronavirus, scuole chiuse fino a metà marzo
– Cura shock anti crisi: 3mila miliardi per le infrastrutture
– Ex Ilva previsto un taglio del 30% dell’uso del carbone
– Primarie democratici Usa: vince Biden
– Clima, il piano della Ue non piace a Greta

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Scuole chiuse fino a metà marzo – Le scuole – A casa fino al 15 marzo per frenare il virus «Aiuteremo i genitori»
Tema: chiusura scuole
Lezioni sospese in tutta Italia, anche nelle università Conte: situalione grave, chiederò a Bruxelles massima flessibilità. La scelta «in via prudenziale» annunciata da Conte. Il parere contrario del Comitato scientifico. Alle sei della sera, dopo un’intera giornata di fughe e frenate che hanno generato sconcerto tra i cittadini e nervosismo tra le forze politiche, il premier finalmente scende nella sala stampa di Palazzo Chigi. «Non è stata una decisione semplice», ammette Giuseppe Conte lasciando che sia la ministra Lucia Azzolina, «competente per materia», a ufficializzare la sospensione dell’attività didattica in tutte le scuole e università fino al 15 marzo. Una notizia temuta e senza precedenti, confermata ieri mattina dalla «fuga in avanti» di qualche ministro, durante il vertice di Palazzo Chigi con il premier. Per qualche ora, mentre in tutto il Paese montavano l’ansia e l’incertezza delle famiglie, le opposizioni hanno tuonato contro la «comunicazione schizofrenica» e il «balletto di notizie» e nella squadra di governo è scattata la caccia al colpevole. Conte ha spiegato vche la decisione, di cui lui stesso si è assunto piena responsabilità, è trapelata prima del doveroso parere del Comitato tecnico scientifico. il quale però, come è emerso in serata, non era affatto favorevole al provvedimento, la cui efficacia è ritenuta dagli esperti «priva di evidenza scientifica». Walter Ricciardi (Oms) avrebbe definito la misura «inutile e dannosa», mentre il solo Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, ha espresso parere positivo. La tenuta degli ospedali, ecco cosa ha convinto l’esecutivo giallorosso a far scattare la misura estrema dello stop alle scuole di ogni ordine e grado, su tutto il territorio nazionale. Se il coronavirus dovesse aggredire Roma e dilagare al sud, il sistema collasserebbe.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ciriaco Tommaso – Lopapa Carmelo 
Titolo: Italia a porte chiuse – Italia in quarantena Scuole e università ferme fino al 15 marzo Stop a eventi affollati
Tema: chiusura scuole

La decisione di chiudere le scuole matura in mattinata. L’escalation del contagio non può, non deve finire fuori controllo. Il capo del governo ascolta senza fiatare le considerazioni degli esperti dell’Istituto superiore di sanità riuniti alla Presidenza. È pensieroso, preoccupato, comprende subito la portata dello scenario che gli viene prospettato, i rischi provenienti dai focolai delle regioni del Nord. I ministri sono al suo fianco. Col passare delle ore i dubbi dei renziani vacillano, le perplessità dei 5 stelle si smorzano, non è più tempo di fare distinguo politici. Non fosse altro perché i dati presentati lasciano intendere che alla lunga il sistema sanitario potrebbe collassare. Tanto più se il virus dilagasse nel resto del Paese, laddove la sanità soffre ben più che in Lombardia o in Veneto o in Emilia Romagna. La scelta però è complessa, dal momento che i tecnici dell’Istituto superiore di sanità spiegano agli inquilini di Chigi che l’efficacia antivirus dell’eventuale chiusura delle scuole non sarebbe garantita. A meno che non si proceda con lo stop per un periodo ben più lungo degli undici giorni prospettati: addirittura nell’ordine dei due mesi. È a quel punto che il premier riprende in mano il pallino. Ne va della tenuta sociale ed economica del Paese. Oltre che di quella nervosa delle famiglie, dei genitori che lavorano. Sul tappeto ci sono tre opzioni: chiudere fino al 15 marzo, fino al 22 o – quella estrema per il momento – fino al 29 di questo mese. Conte e i suoi ministri prendono tempo, un lasso lungo alcune ore che alimenta all’esterno un clima di caos e incertezza, diventa un pasticcio mediatico. Ed è un paradosso, dato che si verifica nel giorno in cui un provvedimento senza precedenti viene condiviso dall’intero arco parlamentare.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Palmieri Lina 
Titolo: Politica 2.0 – Le divisioni nel governo e l’appello di Conte
Tema: chiusura scuole
Chi ha partecipato alle riunioni racconta di una spaccatura politica, del Pd e di ministri come Speranza o Franceschini (che sembra volesse tenere chiusi anche musei, teatri e cinema) che spingevano su una linea di maggiore tutela optando per la chiusura delle scuole addirittura fino a un mese. Una decisione che a Palazzo Chigi è stata valutata non sostenibile e quindi alla fine si è scelto di partire con due settimane di chiusura ed eventualmente – poi – estenderle. Un passaggio strettissimo quello di ieri. Non per la ragione che dice Conte ma perché il pasticcio ha fatto emergere il caos di questa fase in cui, nel Governo, non hanno ancora adottato un criterio di scelta tra allarme sanitario e allarme economico. Si fa fatica, cioè, a fare sintesi tra due emergenze e si oscilla un giorno decidendo una stretta sulle misure, il giorno dopo cercando invece di normalizzarle. In sostanza, l’Esecutivo è preso nel mezzo di una tenaglia: da una parte la reale preoccupazione che con un picco di contagi il sistema sanitario possa non reggere per effetto del numero di posti necessari per le terapie intensive; dall’altra parte c’è la paura che tutto si fermi e che l’economia italiana crolli di schianto. È chiaro che quando è toccato decidere sulle scuole – che sono l’argomento più popolare, quello su cui il giudizio dei cittadini/ elettori è severo – questo dilemma politico è esploso e ha tenuto in stand by il Governo per svariate ore. Sono così emersi i punti di vista spesso distanti che ci sono dentro la maggioranza, con il Pd più schierato sulla linea della prudenza tant’è che Zingaretti ha dato subito copertura politica alla scelta di chiudere le scuole.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galluzzo Marco 
Titolo: Conte: «L’Italia ce la farà, spenderemo ciò che serve»
Tema: coronavirus, risorse per 3,6 miliardi

Alle otto di sera Giuseppe Conte rilascia un messaggio agli italiani che va in diretta Facebook e viene rilanciato dai Tg. Il senso è spiegare, rassicurare, rivolgersi agli italiani dicendo che il governo sta facendo tutto il possibile per reagire all’epidemia. Prima di andare in diretta fa una promessa ai suoi ministri: «Andrò in Europa e farò il diavolo a quattro per avere la flessibilità, i fondi e le risorse necessarie, perché i 3,6 miliardi che stiamo per stanziare saranno solo l’antipasto degli investimenti che metteremo in campo per rilanciare l’economia e reagire a una situazione che al momento è grave». Concetti che vengono ripresi nel messaggio: «Già prima dell’emergenza coronavirus, avevo affermato che l’economia italiana ha bisogno di una terapia d’urto. È una situazione straordinaria che necessita di misure straordinarie. Siamo sulla stessa barca, chi è al timone ha il dovere di mantenere la rotta e indicarla all’equipaggio». Con alcuni criteri e con un metodo che non cambia: «Siamo decisi a non alimentare diffidenze e complottismi, la verità è l’antidoto più forte. La trasparenza è il primo vaccino di cui dotarci. Siamo un Paese forte, che non sí arrende. È nel nostro dna. Stiamo affrontando la sfida del coronavirus che non ha colore politico e deve chiamare a raccolta l’intera nazionale».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Franco Massimo 
Titolo: La Nota – Quella spinta del Premier Perchè si parla con una voce sola
Tema: coronavirus e tenuta governo

Notizie contraddittorie e prese di posizione in ordine sparso contribuiscono ad alimentare non solo i pregiudizi contro il Paese all’estero, ma il disorientamento dell’opinione pubblica Italiana. Le indiscrezioni di ieri, filtrate, smentite e poi confermate, sulla chiusura «prudenziale» di scuole e atenei, sono state esemplari in negativo. In serata è dovuto intervenire il premier Giuseppe Conte, dopo gli inviti pressanti al governo a parlare con «una sola voce ufficiale». Come regola ci siamo dati «verità e trasparenza», si e difeso il premier. Sulla chiusura delle scuole «era stato chiesto al comitato tecnico-scientifico un ulteriore approfondimento». E nell’attesa, la fuga di notizie «è stata totalmente improvvida». Il coro discorde dei ministri non ha offerto un’immagine di serietà e di cautela, ma di incertezza e di scarso coordinamento. Come risultato ha fatto lievitare il timore che la strategia di contrasto dell’epidemia non sia ancora stata messa a punto, né la situazione sotto controllo. Quando dall’opposizione Giorgia Meloni, di Fdl, accusa Palazzo Chigi di avere fornito una «comunicazione schizofrenica», coglie un elemento di verità che va oltre le strumentalizzazioni, pure evidenti. D’altronde. le critiche sono arrivate anche dall’interno della maggioranza. Rispetto a una popolazione spaventata ma pronta a mobilitarsi per arginare il coronavirus, la classe politica si è mostrata in affanno. La sfida è di fornire risposte univoche e motivate: compito rivelatosi arduo. Certo, colpisce che nelle pieghe dell’epidemia Lega e Fdl pensino in primis al proprio tornaconto. II tema che sembra prioritario è come e quanto il contagio possa accorciare o allungare la vita del governo.
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Testata:  Stampa 
Autore:  La Mattina Amedeo 
Titolo: Salvini attacca, Meloni dialoga L’opposizione si divide sulla crisi
Tema: coronavirus e atteggiamento opposizioni

Il centrodestra ha un atteggiamento diverso di fronte all’emergenza. Giorgia Meloni parla di «schizofrenia», ma non dice che sia sbagliato chiudere tutte le scuole perchè non ha gli elementi tecnici-sanitari per valutarne la correttezza. Ma sia lei che Silvio Berlusconi mostrano una predisposizione collaborativa, a differenza di Matteo Salvini. «Questo governo non è in grado di gestire la normalità e tanto meno l’emergenza del coronavirus», ha detto il leader leghista in un’intervista a El Pais, dando un’immagine di un Paese allo sbando. Un’affermazione considerata anti-italiana, che «sporca l’immagine» del Paese, secondo la vicepresidente del Pd Debora Serracchiani. Ma l’attacco più forte a Salvini è arrivato dal suo ex alleato Luigi Di Maio che lo accusa praticamente di tradimento degli interessi nazionali. Un modo, però, per coprire le difficoltà di questa maggioranza che dovrà chiedere a Bruxelles grande flessibilità per spendere molto di più dei 3,6 miliardi annunciati dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Questo mentre Salvini ne chiede da 20 a 50 miliardi per fare fronte alla crisi economica che investe le imprese italiane. Lo scontro tra i due «fratelli» dell’ex maggioranza gialloverde ora è frontale. «I veri patrioti – afferma Di Maio – sono quelli che lavorano per i propri cittadini: medici, infermieri, militari, amministratori locali, amministratori regionali. Non questi sovranisti da avanspettacolo».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Caro Paola 
Titolo: Intervista a Giorgia Meloni – «Dalle famiglie alla sanità, ecco le nostre proposte Pronti a dare una mano ma basta con le passerelle»
Tema: coronavirus e atteggiamento opposizioni
«Noi fin dall’inizio siamo stati disponibili a collaborare con il governo in un momento di grave emergenza per il Paese. Ma quello che non possiamo e non vogliamo fare è gli utili idioti a vantaggio di chi approfitta del coronavirus per fare passerelle e per vanità politica». E un atto d’accusa contro il premier Giuseppe Conte quello che arriva da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Di Maio chiede «responsabilità nazionale» dell’opposizione. Che risponde? «Ma la responsabilità nazionale la chiedo io a loro, a partire dai comportamenti. E questa responsabilità, con alcune eccezioni come il ministro Speranza che ha un atteggiamento istituzionale apprezzabile, non l’ho vista». A cosa si riferisce? «Noi siamo pronti a dare il nostro contributo: ho appena inviato al presidente Conte una lista di nostre proposte in vista sulla chiusura delle scuole. Pensiamo a un congedo parentale al 709 o a un contributo di 500 euro per le babysitter per i nuclei familiari in cui tutti siano occupati con figli sotto i 14 anni, pensiamo alla sospensione e al ricalcolo di tutte le rette scolastiche, al pagamento degli insegnanti a spese dello Stato… L’ho mandata adesso (alle 19, ndr) perché ora è arrivata la conferma del provvedimento dopo una giornata di indiscrezioni, fughe di notizie, smentite: un balletto vergognoso».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Giannattasio Maurizio – Senesi Andrea 
Titolo: Intervista a Beppe Sala – «Milano in due mesi può tornare alla normalità» – Sala: «La normalità? Serviranno 2 mesi Diano anche a Milano gli aiuti previsti per la zona rossa»
Tema: Milano e l’emergenza virus 

Il sindaco Sala: a questo punto i tributi andrebbero sospesi per due, tre mesi, ma si potrebbe anche considerare di non farli pagare per lo stesso periodo. «Un consiglio ai milanesi? Essere diligenti e obbedienti alle regole, ma pensare già al rilancio con la consapevolezza che se ne verrà fuori». Nei giorni della crisi, il sindaco di Milano Beppe Sala accoglie l’invito del Corriere della Sera e per un’ora risponde in diretta alle domande del direttore, della redazione e dei lettori. Sindaco Sala, quando ne usciremo? E soprattutto come ne uscirà la città? «Non bisogna cedere all’ottimismo di maniera né al pessimismo cosmico. Ho parlato con degli imprenditori in Cina che lavorano fuori dalla zona rossa. Mi spiegavano che il ritorno alla normalità per il loro business è cosa di questi giorni, ossia dopo un paio di mesi. Potrebbe essere così anche per noi. Questo ci fa capire quanto sia necessario adesso cambiare il nostro modo di vivere per contenere il contagio.  Sono d’accordo con le decisioni del governo: in questo momento bisogna essere rigidi».
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Testata:  Foglio 
Autore:  Cerasa Claudio 
Titolo: Mettere in quarantena l’era dell’irresponsabilità
Tema:

L’invito alla responsabilità individuale è la vera cifra del nuovo spirito del tempo e non si tratta solo di una questione retorica ma si tratta anche di una questione pratica. Una volta firmato il dpcm, ovvero il decreto del presidente del Consiglio dei ministri, in realtà l’invito a stare tutti a due metri di distanza, a salutarsi da lontano, a lavarsi continuamente le mani, a non baciarsi, a non abbracciarsi, a rimanere a casa in caso di febbre anche se non si ha alcun sospetto di aver contratto il virus potrebbe diventare qualcosa di più di un semplice invito, considerando il fatto che il nostro codice penale, all’articolo numero 650, prevede che chiunque non osservi un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a duecentosei euro. Ma dato che, nelle condizioni di panico in cui ci troviamo, è difficile immaginare di fare una multa a chi scelga di dare un bacio a qualcuno per strada si può dire che questa zona grigia tra l’invitare e l’obbligare resta certamente il tema centrale di queste ore. E in questo senso, il precipitare del paese in una sorta e per certi versi ossimorica condizione di quarantena volontaria ci costringe tutti a fare i conti con uno stato d’animo nuovo in cui non basta più la rabbia per fare i conti con la paura.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Bianconi Giovanni 
Titolo: Roma, Prestipino capo della Procura Il Csm supera lo stallo (ma è diviso)
Tema: Procura di Roma

Dopo lo scandalo che ha scoperchiato le manovre occulte di un anno fa, alla guida della Procura di Roma arriva il candidato che, all’inizio della corsa, nessuno aveva pronosticato come vincitore. Anzi, non era proprio entrato in gara. II nuovo procuratore è Michele Prestipino, 62 anni, «reggente» dell’ufficio giudiziario più importante d’Italia dopo il pensionamento di Giuseppe Pignatone, di cui è stato vice e principale collaboratore sia nella capitale che — prima — a Palermo e a Reggio Calabria, dove ha condotto indagini importanti come quelle che hanno portato alla cattura del boss mafioso Bernardo Provenzano e alla scoperta della struttura unitaria e verticistica della ‘ndrangheta. Il Consiglio superiore della magistratura l’ha nominato ieri mattina con 14 voti su 26. Otto consiglieri hanno votato per Francesco Lo Voi, procuratore di Palermo, 3 si sono astenuti e il vicepresidente David Ermini non ha partecipato allo scrutinio. A cambiare il destino di una nomina così importante e così attesa è stato Pier Camillo Davigo, che a maggio aveva votato per Viola e invece ieri ha proposto al plenum del Csm la candidatura di Prestipino. Sottolineando che a suo giudizio doveva prevalere sugli altri due aspiranti (più titolati perché già procuratori) in quanto più idoneo alla carica specifica: «Roma ha il non invidiabile privilegio di ospitare sul suo territorio tutte le più diverse forme di criminalità organizzata esistenti in Italia, che Prestipino conosce per averle fronteggiate più e meglio degli altri, così come la pluralità di reati contro la pubblica amministrazione, dalla corruzione in giù».
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Testata:  Il Fatto Quotidiano 
Autore:  Mascali Antonella 
Titolo: Il clone di Pignatone perché nulla cambi – Prestipino a Roma: il Csm decide per la continuità
Tema: Procura di Roma

Habemus il procuratore di Roma. E Michele Prestipino. La sua nomina è stata a maggioranza e dopo un ballottaggio con il procuratore di Palermo Franco Lo Voi: 14 a 8. Determinanti per la sua nomina sono stati i voti dei tre togati di Unicost, al primo turno per il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo e di due dei tre laici di M5S. Procuratore aggiunto di Roma, capo dell’Antimafia della Capitale, Prestipino è stato il reggente dopo il pensionamento di Giuseppe Pignatone, 10 mesi fa. Lo sconfitto al ballottaggio, il procuratore Lo Voi, pare prossimo alla nomina a Pg di Milano al posto di Roberto Alfonso, appena andato in pensione. Lo Voi è in corsa anche per il posto di Pg a Roma, lasciato libero da Giovanni Salvi, ora Pg della Cassazione, insomma avrebbe di che consolarsi per questa sconfitta. E pensare che quando partì lacorsa per la successione a Pignatone, Lo Voi, considerato una sorta di gemelle professionale dell’ex procuratore, era il favorito.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Picchio Nicoletta 
Titolo: Cura shock anti crisi: 3mila miliardi per le infrastrutture – «Più investimenti pubblici e liquidità per le imprese»
Tema: Emergenza coronavirus, le proposte di Confindustria

Rilancio degli investimenti pubblici e delle infrastrutture in Italia e in Europa, da realizzare immediatamente, con un piano straordinario triennale e con una dote finanziaria nella Ue da oltre 3mila miliardi di euro, ricorrendo agli eurobond. Azione urgente di sostegno al credito, per dare più liquidità alle imprese. E poi semplificazioni burocratiche; incentivi all’occupazione giovanile; stimoli agli investimenti privati, potenziando gli incentivi fiscali, con misure specifiche per il Mezzogiorno. Sono i punti principali del documento, 7 pagine, che il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha presentato ieri al tavolo convocato dal governo con le parti sociali, presente il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. La premessa è che «l’impatto sull’economia sarà rilevante se la situazione non sarà fronteggiata in tempi rapidi e con strumenti non convenzionali» è scritto nelle prime righe. Deve essere «il momento dell’ambizione e del coraggio», di un «whatever it takes della politica economica» dice il testo riprendendo le parole dell’ex presidente Bce, Mario Draghi; occorre «un’ampia convergenza nazionale tra forze politiche, governo, istituzioniterritoriali e parti sociali», evitando «allarmismi infondati e percezioni errate nella comunicazione» arrivando presto ad una normalizzazione per evitare effetti depressivi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Franceschi Andrea 
Titolo: Fmi lancia l’allarme crescita globale Borse, rally a Wall Street (+4,52%) – Fmi lancia l’allarme crescita Borse, rally a Wall Street
Tema: emergenza virus e Borse

Dopo la reazione scomposta al taglio di mezzo punto dei tassi deciso martedì dalla Fed, e nel giorno in cui il Fondo Monetario ha lanciato un allarme-crescita, le Borse si sono stabilizzate ieri in una giornata caratterizzata ancora da oscillazioni superiori alla media sulle maggiori piazze azionarie. Piazza Affari ha chiuso gli scambi con un rialzo dello 0,91% ma ha ridimensionato di molto i guadagni registrati nel corso della giornata (a metà seduta l’indice registrava rialzi superiori al 2%). La decisione del governo italiano di aumentare il livello di guardia nel contrasto al virus chiudendo le scuole fino a metà marzo ha evidentemente smorzato gli entusiasmi degli investitori. Lo stesso è successo anche sulle altre piazze europee e lo Stoxx 600, che a metà seduta guadagnava il 2%, ha chiuso a +1,36 per cento. Certo rispetto ai tonfi della scorsa settimana i numeri sono positivi. La maggior propensione al rischio è stata dettata in parte dalla scommessa su un intervento di stimolo fiscale e monetario per contrastare gli effetti sulla crescita dell’epidemia e in parte dagli ultimi sviluppi sul fronte delle primarie democratiche negli Usa: il ritiro di Mike Bloomberg e l’endorsement a Joe Biden hanno infatti rafforzato l’ex vice di Obama già uscito vittorioso dal “super Tuesday” e questa è una notizia che piace agli investitori notoriamente meno favorevoli al radicale Sanders. La notizia ha dato la spinta anche a Wall Street che in serata mostrava rialzi di oltre il 3% sul Dow Jones.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Caizzi Ivo 
Titolo: L’Europa – Bruxelles si prepara ad agire E l’Fmi mette sul tavolo 50 miliardi
Tema: Coronavirus, le mosse dell’Europa

L’Italia e gli altri Paesi Ue più colpiti dall’emergenza coronavirus potranno ottenere flessibilità nella spesa pubblica e sostegni comunitari per il rilancio della crescita. Lo ha reso noto l’Eurogruppo dei 19 ministri finanziari, riunitosi d’urgenza in teleconferenza anche con i colleghi dei Paesi non euro. «Considerato l’impatto potenziale sulla crescita, compresa l’interruzione delle catene di approvvigionamento, coordineremo le nostre risposte e saremo pronti a utilizzare tutti gli strumenti politici appropriati per conseguire una crescita forte e sostenibile e per salvaguardare da un’ulteriore materializzazione dei rischi al ribasso — ha dichiarato il presidente portoghese dell’Eurogruppo Mario Centeno —. Siamo pronti a intraprendere ulteriori azioni politiche. Questo include misure di bilancio, ove opportuno, in quanto potrebbero essere necessarie per sostenere la crescita». La società Usa di valutazione finanziaria Standard & Poors ha stimato che nel 2020 il coronavirus potrebbe provocare la recessione in Italia con -0,3% del Pil (rispetto a +0,4% prima del Covid-19) e far arretrare la zona euro a +0,5% (da +1%). Centeno ha confermato che le «regole di bilancio consentono flessibilità per affrontare eventi insoliti fuori dal controllo del governo» e che «spetta alla Commissione europea valutare le richieste».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fotina Carmine – Mobili Marco 
Titolo: Esteso lo stop ai contributi per due mesi – Contributi e ritenute, due mesi di stop a fiere, alberghi e trasporti
Tema: virus e misure economiche

Un nuovo decreto legge “Covid-19” per sostenere i settori produttivi e fornire maggiori risorse al servizio sanitario. Tra aprile e maggio, invece, dovrebbe arrivare il Dl con lo shock economico, con misure di maggiore impatto per rilanciare la crescita. È questo lo schema di lavoro del Governo anche se il varo del primo intervento sembra destinato a slittare alla prossima settimana e al consiglio dei ministri di domani potrebbe esserci al massimo solo un primo esame. ll nuovo provvedimento d’urgenza arriverà soltanto dopo il via libera delle Camere allo scostamento dei saldi di finanza pubblica, atteso tra martedì e mercoledì della prossima settimana. La flessibilità sui saldi sarà di circa 4 miliardi, ha detto ieri Roberto Gualtieri alle parti sociali, spiegando anche che l’Eurogruppo «ha confermato la possibilità di ricorrere a questo strumento previsto dalle regole Ue per fronteggiare» l’emergenza sanitaria. E potrebbe essere solo un primo intervento. «Chiederemo alla Ue – ha assicurato il premier Giuseppe Conte – tutta la flessibilità di bilancio di cui ci sarà bisogno per sostenerele nostre famiglie e le nostre imprese». Occorrono ancora alcuni giorni per unalista definitiva delle misure. Di sicuro si parte dall’estensione della cassa integrazione. Ma si lavora anche a un doppio meccanismo di ristoro. Ci sarà un indennizzo automatico, e in alcuni casi anche integrale, per chi ha subito un danno diretto dalle misure di restrizione.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Petrini Roberto 
Titolo: L’economia Il governo ai sindacati: fino a 4 miliardi per ammortizzatori e pmi
Tema: aiuti alle pmi e al lavoro

«Intervento immediato su lavoro e imprese, incremento molto significativo degli ammortizzatori sociali anche per le micro-imprese fino a 50 dipendenti e sostegno alla liquidità per le aziende». Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri annuncia ai sindacati, durante il vertice di ieri a Palazzo Chigi, che il decreto che sarà varato martedì prossimo, dopo il via libera del Parlamento, sarà «un po’ più di 3,6 miliardi» per via dei “sottodecimali”. In sostanza si arriverà ad avvistare i 4 miliardi. «Vogliamo intervenire subito su lavoro e redditi per evitare licenziamenti e conseguenze immediate», ha sottolineato Gualtieri. «Ma sarà necessario anche un intervento più massiccio di stimolo all’economia da coordinale a livello europeo», ha aggiunto spiegando che si «agirà per step successivi». Tre le “gambe” del decreto, ha confermato Gualtieri ai sindacati: sanità-protezione civile, settori industriali e cassa integrazione. Per gli ammortizzatori sociali sarà «sensibilmente aumentata» la cassa integrazione in deroga, ma saranno utilizzati anche gli ammortizzatori per micro-imprese da 1 a 5 e da 5 a 50 dipendenti, fuori dalla cig, attraverso l’attivazione del Fis, fondo integrazione salariale.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Giavazzi Francesco 
Titolo: L’esempio in Europa – La necessità di ripartire e l’esempio in Europa
Tema: analisi della crisi

Il governo ha già annunciato misure per 3,6 miliardi di euro. Basteranno? Probabilmente no anche nelle ipotesi più ottimiste. Come si può pensare che un intervento che vale lo 0,2 per cento del PII riesca ad arginare uno choc che ha fermato interi settori, dal turismo alle fiere, e intere province? Come nell’esempio della difesa dell’euro non bisogna annunciare un numero, ma un obiettivo irrinunciabile. Innanzitutto, costi quel che costi, medici e ospedali devono essere posti in condizione di funzionare. Si chieda al primari dei reparti di che cosa hanno bisogno e gli venga concesso nel più breve tempo possibile. I dipendenti di imprese che a causa dell’epidemia hanno visto svanire gli ordini devono essere protetti, che godano dei benefici della Cassa integrazione o no, che abbiano contratti a tempo definito o a tempo indeterminato. Idem per gli autonomi la cui attività non sia nella forma di una società a responsabilità limitata. Le tasse dovranno intanto essere rinviate nelle zone rosse e gialle, poi si vedrà. Le imprese non devono fallire a causa dell’epidemia: ciò significa ampia liquidità per far fronte alla caduta della produzione. In altre parole occorre evitare che allo choc all’offerta, causato dall’interruzione delle catene produttive, si sommi uno choc alla domanda, causato dalla caduta dei consumi privati, costi quel che costi. La politica economica non è in grado di riparare uno choc all’offerta, ma di impedire che ad esso si sommi una caduta della domanda, questo sì.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Palmiotti Domenico – Pogliotti Giorgio 
Titolo: Accordo ex Ilva, previsto un taglio del 30% per l’uso del carbone – Ex Ilva, firmata la tregua Ora negoziato sugli esuberi
Tema: Ex Ilva

L’accordo che modifica il contratto di affitto, firmato ieri a Milano dai cornmissari dell’Ilva e da Arcelor Mittal sgombra il campo dalle cause giudiziarie promosse dalle parti, dando tempo fino a novembre per negoziare il rilancio del polo siderurgico di Taranto che poggia sull’ingresso dello Stato e di investitori privati nel capitale di AmInvestco. Non è questa l’unica grande incognita, perchè si apre la trattativa con i sindacati «indisponibili a firmare intese con esuberi». Tra le disposizioni del contratto di affitto modificate, il termine per l’acquisto dei rami di azienda viene anticipato al 31 maggio 2022 (prima era il 23 agosto 2023). Uno dei passaggi chiave è l’ingresso in AmInvestco, tramite un aumento di capitale, di investitori pubblici e privati, attraverso la stipula di un accordo di investimento da perfezionare entro il 30 novembre. La scommessa del governo è di riuscire in prima battuta a convincere i creditori (Intesa Sanpaolo, Bpm, Cdp, Met) a trasformare i crediti in equity. Prima dovrà essere fatta una due diligence per stabilire il valore dell’azienda.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Barbera Alessandro 
Titolo: L’analisi – Giù turismo ed export L’Azienda Italia unisce in rosso – L’epidemia manda in rosso l’Azienda Italia Il turismo perde 7 miliardi, l’export trema
Tema: crisi del settore turistico

Secondo le stime di Confturismo da qui alla fine di maggio l’isolamento dell’Italia farà mancare più di trenta milioni di persone e con loro sette miliardi di spese in alberghi e ristoranti. Il presidente dell’associazione Luca Patané chiede al governo di far terminare i blocchi ai voli aerei. Purtroppo con il passare dei giorni la lista dei governi e delle compagnie che hanno preso provvedimenti non fa che allungarsi. Quando non c’è lo stop, il resto lo fanno le misure di quarantena che rendono impossibile gli incontri d’affari. La valanga che sta travolgendo l’economia italiana è iniziata il 21 febbraio, il giorno del primo caso accertato a Codogno. Nell’area compresa fra Milano, Pavia, Lodi e Cremona c’è il dodici per cento del Pil italiano. Eppure quel che fa la differenza nei numeri non è lo stop all’economia. Nella manifattura, soprattutto quella tecnologica, la catena del valore è ormai globale: i prodotti nascono e vengono assemblati in vari Paesi. Se viene a mancare un anello, le conseguenze possono essere rapide e lontane.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Caizzi Ivo 
Titolo: Clima, il piano della Ue che non piace a Greta – Ue, la battaglia del clima «Emissioni zero entro il 2050» Greta avverte: così è una resa
Tema: clima

L’Ue prova a superare le forti contrapposizioni tra i Paesi membri sulle politiche anti-inquinamento e per uno sviluppo economico sostenibile. La Commissione europea ha così presentato una proposta ai 27 governi e all’Europarlamento di una legge europea per il clima con l’obiettivo di eliminare le emissioni inquinanti di CO2 entro il 2050, introducendo una moderata apertura alle sollecitazioni arrivate da 12 capitali e dagli ambientalisti per una accelerazione entro il 2030. Un ulteriore segnale i commissari Ue l’hanno dato invitando alla loro riunione settimanale, che ha concordato il testo, l’attivista svedese Greta Thunberg, simbolo globale della lotta ai cambiamenti climatici e molto critica sui tempi lunghi del provvedimento comunitario. Ma Greta ha continuato a contestare definendo «una resa» l’obiettivo al 2050 ed esortando a intervenire «dal 2020». Subito dopo, partecipando a una riunione della commissione Ambiente nell’Europarlamento di Bruxelles, ha ribadito che bisogna «agire ora». Oggi la giovane svedese è invitata al Consiglio dei 27 ministri dell’Ambiente, dove Italia, Francia, Spagna e altri nove Paesi sostengono l’accelerazione sul clima, mentre la Germania frena su pressione delle grandi industrie tedesche molto inquinanti, che vorrebbero tempi lunghi per introdurre tecnologie più sostenibili.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Stravince Biden E Bloomberg lascia già la corsa – L’ultima resurrezione di Biden «Solo io posso battere Trump»
Tema: primarie Usa

L’ ex vice di Obama, dato da tutti fuori dalla corsa, rinasce politicamente nel super martedì grazie all’endorsement di Pete Buttigieg e Amy Klobuchar. «Siamo più vivi che mai», festeggia un raggiante Joe Biden. E intanto si ritira l’ex sindaco di New York Bloomberg: «Lascio per far perdere Trump». Joe Biden non è cambiato. Continua ad annoiare nei comizi. A urlare («Hei fox!») per richiamare l’attenzione, a suscitare blande reazioni. Ma da ieri è di nuovo il frontrunner dei democratici, il possibile sfidante di Donald Trump nelle presidenziali del 3 novembre 2020. Nel Super Martedì, 3 marzo, i militanti democratici, forse in maggioranza anche se i conteggi sono ancora in corso, si sono riversati su di lui per esclusione, pur di fermare il movimento socialista guidato da Bernie Sanders. Con una sola eccezione: il sostegno convinto, con qualche punta di entusiasmo, degli afroamericani. Sono i black people che lo hanno acciuffato in extremis, mentre stava già scivolando nell’irrilevanza politica. E accaduto sabato 29 febbraio in South Carolina, grazie anche all’intervento probabilmente decisivo di Jim Clyburn, gran catalizzatore della comunità nera. C’è anche la regia di Barack Obama? In un primo momento, si racconta, l’ex presidente cercò addirittura di scoraggiarlo. Per quasi un anno ha evitato accuratamente di comparire in pubblico con lui o di farsi sfuggire qualche parola di incoraggiamento. Ma la crescita tumultuosa di Sanders ha cambiato il quadro. Obama continua a mandare email ai supporter invitando a «lavorare per l’unità del partito». Tuttavia in molti hanno visto la sua mano nell’improvviso ritiro dalla corsa di Pete Buttigieg e di Amy Klobuchar, i due moderati che avrebbero potuto intralciare lo slancio ritrovato di Biden.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Barlaam Riccardo 
Titolo: Usa, Bloomberg lascia la corsa presidenziale – Bloomberg rinuncia alla corsa e appoggia Joe Biden
Tema: primarie Usa

In quattro giorni Joe Biden, il candidato dell’establishment democratico che tutti davano per morto, è riuscito a ribaltare tutte le previsioni. «Joe is back» esultano i suoi sostenitori. «Sono più vivo che mai» dice l’ex vice di Obama festeggiando i risultati. Wall Street ha salutato la notizia con un rialzo: ieri le azioni sono tornate in positivo per la prima volta dal 14 febbraio. Biden ha inciso più della Fed. Sabato scorso in South Carolina, il candidato moderato aveva stravinto grazie ai voti degli afroamericani su Bernie Sanders, ed era arrivato quasi al 50% dei voti. Nel Super Tuesday il tornado Biden si è aggiudicato almeno 9 dei 14 Stati dove si votava. Ha conquistato tutti gli stati del Sud. La sorpresa più grande è stato il Texas, lo stato più importante per numero di delegati in palio, assieme alla California. La chiamata alle armi per compattare il partito sull’ex vice presidente ha funzionato. Aiutata dal lavoro sottotraccia di BarackObama. Negli ultimi giorni Biden ha ricevuto oltre 200 endorsement da parte dei sindaci delle grandi città americane, da personaggi della società civile e dello star system, ma soprattutto ha ricevuto sostegno diretto dai suoi rivali, i candidati appena usciti dalla corsa per la nomination. Il colpo finale è stata la sua apparizione in un comizio alla vigilia del voto accanto a Pete Buttigieg, Amy Klobuchar e al texano Beto O’Rourke. Il Texas è uno stato enorme, più grande della Francia, ed è un po’ un laboratorio dell’America polarizzata di oggi: i sindaci delle grandi città sono democratici, le aree rurali e i centri sotto i 25mila abitanti sono tutti proTrump, con le cinture urbane, attorno alle aree metropolitane e le periferie zone cuscinetto con la maggior parte degli indecisi. La cartina dei risultati delle primarie democratiche qui mostra solo due colori: Biden ha vinto in oltre metà del “Texas triangle”, le grandi città che fanno 20 milioni di abitanti sui circa 29 dello stato.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Valsania Marco 
Titolo: Il miliardario sconfitto dalla sua arma più forte: l’enorme ricchezza
Tema: primarie Usa

È stato il fallimento dei record nel business della politica. Un crack da centinaia di milioni di dollari: 500 quelli spesi solo in pubblicità, assieme a tanti milioni per assumere migliaia di funzionari e aprire duecento uffici in ogni angolo del Paese. Michael Bloomberg – creatore dell’omonimo impero dell’informazione finanziaria, filantropo ed ex sindaco di New York – si è ritirato dalla corsa per la nomination del Partito democratico. Dopo aver investito in tre mesi il doppio di tutti gli altri candidati messi assieme e aver sostenuto di essere il solo capace di sconfiggere Donald Trump a novembre. L’infinita disponibilità di risorse personali, aveva promesso di spendere senza batter ciglio fino a un miliardo, gli è valsa alla fine una sonora bocciatura alle primarie del Super Martedì: in un messaggio di commiato, Bloomberg ha vantato d’aver ricevuto quasi due milioni di consensi; dei 14 Stati e territori andati al voto ha però vinto solo nelle isole Samoa. Facendosi da parte non ha cambiato obiettivo, nello sforzo di salvare il suo investimento nella cacciata di Trump, e ha offerto pieno sostegno, anche finanziario, alla nomination di Joe Biden.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: Il retroscena – Usa, due alleati per Joe Biden Sono Bloomberg e Obama – L’ombra di Obama dietro il risveglio del sonnolento Joe
Tema: primarie Usa

Se Joe Biden dopo la sua spettacolare rimonta sarà in grado di conquistare la nomination democratica, e in seguito magari di battere Donald Trump, ricordiamoci di chiamarlo col suo vero nome: Obama III. La fortuna politica di questo 77enne si spiega cosi: una parte della base democratica sostiene il suo ex vicepresidente perché ha nostalgia di Barack Obama, vuole una “restaurazione” della sua presidenza. E lo avrebbe votato per un terzo mandato nel novembre 2016, se la Costituzione non lo vietasse. Il Supermartedì con la resurrezione politica di Biden porta le impronte di Obama per tante ragioni. L’ex vicepresidente era partito male nelle primarie dell’Iowa e New Hampshire, aveva sofferto delle pessime performance nei dibattiti televisivi. Mostrava più della sua età, sembrava più anziano di Bernie Sanders che ha 78 anni. Scarseggiavano i fondi dei donatori privati, al punto che diversi analisti già scommettevano su un ritiro precoce di Biden. Invece a ritirarsi sono stati gli altri, quasi tutti.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Flores D’Arcais Alberto 
Titolo: L’amarezza di Sanders tradito dai giovani Il grande favorito costretto a inseguire
Tema: primarie Usa

L’ultimo cinguettio di Bernie è arrivato su Twitter quando sulla East Coast erano le 6:57 del mattino. La lunga nottata del Super Tuesday più sorprendente di sempre si era appena conclusa, !’Associated Press lo dava vincitore nel Golden State: «Grazie California! Hai dimostrato che gli americani sono pronti per un governo e un’economia che funzioni per tutti, non solo per l’1%. Andiamo avanti insieme». Chiuso con i suoi più stretti collaboratori, il campaign manager americano-pachistano Faiz Shakir, l’imprenditore-filantropo Ben Cohen e la fida Arianna Jones (direttrice della comunicazione), stava analizzando quella che sui media era già raccontata come una preoccupante battuta d’arresto del candidato «socialista». Solo poche ore prima, parlando ai suoi sostenitori in Vermont, Sanders si era mostrato ottimista («Quando abbiamo cominciato questa corsa tutti dicevano che non era possibile, ma stasera vi dico con fiducia assoluta che conquisteremo la nomination e sconfiggeremo il presidente più pericoloso della storia») ma quando ha lasciato il palco è sembrato un po’ amareggiato. La sorpresa c’è stata, ma non nel senso che auspicava lui e adesso la strada di «zio Bernie» verso la nomination diventa tutta in salita. Diciotto Stati hanno già votato, altri ne seguiranno i due prossimi martedì e fra quindici giorni il suo destino potrebbe già essere segnato. Se con la vittoria in California riuscirà a contenere e forse a colmare la distanza che lo separa da Biden , altri dati ci dicono che le difficoltà per lui iniziano ora.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Carrer Stefano 
Titolo: Violenze al confine tra Grecia e Turchia
Tema: migranti

Priorità assoluta alla difesa delle frontiere esterne: dalla riunione straordinaria di ieri dei Ministri degli Interni e Giustizia degli Stati dell’Unione Europea è scaturito l’impegno a intraprendere «tutte le misure necessarie» a prevenire l’ingresso illegale nel territorio Ue dei migranti che premono alle frontiere tra Grecia e Turchia (attuamente oltre 26mila secondo fonti elleniche, 135mila secondo il governo di Ankara). Mentre la polizia greca è tornata ieri a utilizzare lacrimogeni e idranti per respingere tentativi di sconfinamento, i ministri dei Ventisette a Bruxelles hanno sottolineato che gli ingressi illegali non saranno tollerati, chiedendo alla Turchia di rispettare gli accordi del 2016 e evitare azioni che mettono in pericolo vite umane. Ai blocchi di partenza, dunque, il piano di azione della Commissione per lanciare due operazioni di rapido intervento alle frontiere orientali della Grecia, terrestri e marittime, da parte di Frontex , che dovrà anche coordinare un nuovo programma di rapide espulsioni dal territorio ellenico verso i Paesi di origine per chi non avesse il diritto di restare. I primi 35o milioni di euro di aiuti ad Atene per la gestione dell’emergenza saranno disponibili subito, mentre per gli altri 35o la Commisisone proporrà un emendamento al bilancio.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  D’Argenio Alberto 
Titolo: Intervista a David Sassoli – Sassoli: l’Ue non farà muro ai profughi – Sassoli “Violenze intollerabili ma Atene è sotto pressione e l’Europa deve aiutarla”
Tema: migranti

Martedi al termine della visita al confine tra Grecia e Turchia dei tre presidenti delle istituzioni Ue, la cristiano-democratica Ursula von der Leyen, a capo della Commissione europea, ha detto che la Grecia è «lo scudo» dell’Unione. David Sassoli da presidente dell’Europarlamento e da esponente del centrosinistra italiano condivide l’affermazione? «Scudo nei confronti degli immigrati mai. E anche la presidente si è riferita ad una frontiera europea che è interesse comune proteggere in conformità al diritto internazionale. Nel corso della visita in Grecia, comunque, abbiamo ribadito la contrarietà delle istituzioni europee a qualsiasi ipotesi di sospendere l’esame delle domande dei richiedenti asilo. Alle nostre frontiere tutti hanno diritto di chiederlo. Ed è dovere delle autorità nazionali dare una risposta. Credo che le autorità greche condividano questa posizione». Abbiamo visto video di inaudita violenza alle frontiere terrestri e di spari e speronamenti in mare per non far entrare i migrantl. Non pensa che l’Europa dovrebbe stigmatizzare questo comportamento da parte delle autorità greche? «La Grecia è un Paese dove esiste lo stato di diritto. Ogni violenza ingiustificata e non proporzionata è intollerabile e come tale dev’essere punita. Sono sicuro che le istituzioni e la magistratura greca proteggeranno lo spirito democratico del Paese. La pressione comunque è molto alta e abbiamo il dovere di dare delle risposte allo smarrimento dei cittadini che da tempo sono soli ad affrontare una straordinaria emergenza. Penso agli abitanti di Lesbo e Samo che dal 2015 hanno dato prova di solidarietà e accoglienza e che oggi si sentono abbandonati»
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Mensurati Marco 
Titolo: Alba Dorata a caccia di migranti “Li blocchiamo con cani e armi” – I raid di Alba Dorata sul fronte greco-turco “Caccia ai migranti”
Tema: migranti

I militanti di estrema destra catturano i profughi che superano la frontiera e li consegnano alla polizia. Ieri un altro morto e 5 feriti. Mentre dalla frontiera arrivano grida disperate e rumori di spari, l’uomo vestito di nero mostra orgoglioso la gallery del suo telefonino. In sequenza appaiono: la foto di un gruppo di una decina di afgani seduti a terra che guardano impauriti verso l’obbiettivo («li ho catturati io»), tre ragazzi di carnagione più chiara a torso nudo e magrissimi che mostrano piangendo alcune ferite ancora sanguinanti, («i cani avevano appena finito il loro lavoro»), una foto di gruppo con due militari delle forze armate, («i miei ex compagni»). L’uomo vestito di nero si chiama Dinos Theoharidis ed è una specie di luogo comune vivente: enorme, palestrato, rosario al collo e un passato nelle forze speciali di Atene. È il colonnello di Alba Dorata – il movimento dell’estrema destra greca – nella regione di Evros, ed è il principale problema dei profughi. O meglio di quei pochi che riescono a passare il confine ed entrare in Europa. I Cacciatori sono circa 500. «Siamo distribuiti lungo tutta la frontiera, cinque, sei persone per villaggio. Siamo tutti armati, alcuni con fucili da caccia altri, come me, con roba militare, visori notturni pistole automatiche, cose così. Abbiamo una chat collettiva, mi basta un messaggio e si parte».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Stabile Giordano 
Titolo: Pace già unita Raid degli Usa contro i taleban “Basta attacchi”
Tema: Afghanistan

La pace in Afghanistan è finita ancora prima di cominciare. Ieri l’aviazione americana ha condotto il primo raid contro militanti talebani, quattro giorni dopo la firma a Doha dell’accordo per il ritiro del truppe statunitensi e la fine della “guerra più lunga”, quasi 19 anni. Gli studenti barbuti, ha spiegato il Pentagono, hanno assaltato un check-point dell’esercito governativo afghano e i cacciabombardieri sono intervenuti «per fermare l’attacco». Il portavoce della forze Usa nel Paese, colonnello Sonny Leggett, ha precisato che gli Stati Uniti «mantengono l’impegno per arrivare alla pace ma difenderanno le forze afghane se necessario: i taleban hanno promesso che avrebbero ridotto la violenza, non aumentato gli attacchi. Chiediamo loro di sospendere queste azioni inutili e mantenere gli impegni». Il raid è stato il primo in 11 giorni, da quando, prima dell’intesa in Qatar, Washington e i Taleban avevano concordato una settimana di “riduzione della violenza” per spianare la strada al ritiro americano.
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