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SINTESI IN PRIMO PIANO – 8 febbraio 2020

In evidenza sui maggiori quotidiani:

– Prescrizione: verso la “sospensione tecnica” della legge Bonafede;
– Stragi di mafia: il boss Graviano chiama in causa Berlusconi;
– Pensioni: contesa Governo-sindacati su rivalutazioni;
– Bilancio Ue: le richieste di Conte e Gualtieri all’Eurogruppo;
– Coronavirus: voli Italia-Cina bloccati; l’appello del Papa;
– Difesa Ue: l’offerta nucleare di Macron.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Sole 24 Ore
Autore:  Negri Giovanni
Titolo: Prescrizione, dubbi sugli assolti in primo grado
Tema: Prescrizione
Rimane agitato il futuro della maggioranza, del Governo e, forse, anche della legislatura. Sulla prescrizione i partiti giocano troppe partite e qualcuno alla fine dovrà fare un passo indietro. In queste ore al ministero della Giustizia si stanno mettendo apunto i 2 testi chiave di questa fase: il disegno di legge delega, ma con parti destinate a entrare subito in vigore come quella ordinamentale sul nuovo sistema elettorale del Csm, sulla riforma del processo penale e il lodo Conte bis (con paternità però da attribuire non più al premier Giuseppe Conte, ma al deputato Leu Federico Conte). Possibile la presentazione già lunedì o martedì in un consiglio dei ministri che però, a ieri sera, ancora non era stato convocato, dedicato esclusivamente ai temi di politica della giustizia. Paradossalmente, a creare più problemi ora è il testo di minore densità e complessità, quello sulla prescrizione. Per ragioni di forma e di contenuto. Quelle di forma vedono al momento sul tavolo due ipotesi: la prima prevede la presentazione in Consiglio dei ministri di un decreto legge che intervenga subito a modificare la Bonafede; i requisiti di necessità e urgenza ci sarebbero, si fa notare, perchè si tratterebbe di intervenire a modificare una disciplina già in vigore, sia pure destinata dispiegare i suoi effetti solo tra qualche anno.
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Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Pagnoncelli Nando
Titolo: Scenari – La riforma piace al 59% Ma solo un italiano su 5 la conosce nei dettagli
Tema: Prescrizione
La riforma della prescrizione approvata dal precedente governo ed entrata in vigore il primo gennaio scorso ha scatenato un duro scontro nella maggioranza, mettendo a rischio la tenuta dell’attuale governo. Nonostante il clamore suscitato, il provvedimento risulta conosciuto da meno di un italiano su due: in particolare, solo il 5% dichiara di conoscerlo nel dettaglio e il 40% nelle sue linee generali. Per converso il 36% ne ha solo sentito parlare e il 19% ignora la questione. In generale le opinioni sulla prescrizione sono piuttosto nette, infatti il 57% ritiene si tratti di un provvedimento che spesso consente ai colpevoli di evitare la condanna e propende per l’eliminazione o l’allungamento affinché si giunga a sentenza, evitando l’estinzione del reato; al contrarlo solo il 20% considera la prescrizione una garanzia per gli imputati, in assenza della quale rischiano di rimanere sotto processo per un tempo molto lungo e all’incirca uno su quattro (23%) non si esprime in proposito. Siamo di fronte alla consueta contrapposizione tra glustizialisti e garantisti, una delle tante fratture che attraversa il nostro Paese. Tra coloro che conoscono la riforma promossa dal ministro Bonafede, nonostante i primi continuino a prevalere (59%) si registra un significativo aumento dei secondi che salgono al 84%.
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Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Meli Maria_Teresa
Titolo: Intervista a Matteo Renzi – Lite sulla giustizia Renzi: mi caccino se vogliono farlo – «Non voteremo questo pasticcio Se lo vogliono fare, ci caccino»
Tema: Prescrizione
Senatore Matteo Renzi, Italia viva non ha accettato l’accordo sulla prescrizione. Siete isolati? «Non siamo isolati, siamo garantisti. E anche se il premier sembra non capire la differenza tra giustizialismo e garantismo, per noi si tratta di un valore importante. Da un lato c’è Bonafede e purtroppo insieme con lui c’è quello che resta del riformismo del Pd. Dall’altro ci sono i penalisti, i magistrati, i garantisti insieme a secoli di civiltà giuridica italiana». Ma perché forzare sulla prescrizione, in questa fase? «Forzare sulla prescrizione è oggettivamente assurdo in un momento nel quale abbiamo il coronavirus, l’incidente del Frecciarossa, il Pil negativo. E tuttavia la forzatura viene dai giustizialisti, non da noi. Noi non stiamo forzando: abbiamo solo chiesto di prenderci tempo con il lodo Annibali. Un anno per riflettere sulle soluzioni migliori e gli altri invece insistono sulla bandierina Bonafede. Capisco i Cinque Stelle che sono in una crisi spaventosa. Mi sfugge invece Il motivo per cui íl Pd debba ammainare la bandiera garantista dopo aver vinto in Emilia-Romagna grazie a un presidente riformista: ci saranno ragioni che io non conosco, ma è politicamente e logicamente inspiegabile».
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Testata:  Repubblica
Autore:  Milella Liana
Titolo: Prescrizione Ora Conte frena – Prescrizione congelata ma salta il decreto Renzi: resto al governo
Tema: Prescrizione
«Basta litigi, è il momento delle decisioni» dice il premier Conte. Ma sulla prescrizione il suo governo sta vivendo ore terribili. Dopo il no dei renziani all’accordo raggiunto da Pd, 5S e Leu, l’incubo più pressante è scegliere quale strada seguire per dare seguito a quell’intesa e cambiare la prescrizione del Guardasigilli Bonafede. La strada più probabile è quella di una “sospensione tecnica” della legge entrata in vigore il primo gennaio, da inserire nel decreto Milleproroghe. Non solo per superare l’attacco di Renzi («Il governo non ha i numeri, quello raggiunto è un accordo devastante, io sto con i garantisti» dice a Circo Massimo su Radio Capital di prima mattina, pur confermando di voler restare al governo), ma per portare a casa con certezza la modifica della prescrizione. Si cerca di evitare il decreto perché riproporrebbe lunedì in consiglio del ministri lo scontro con i renziani, i quali non lo voterebbero. Lo stesso Quirinale avrebbe espresso delle forti perplessità sul decreto. Difficile anche la via di inserire la modifica della prescrizione direttamente nel decreto Milleproroghe, perché verrebbe eccepita l’estraneità della materia.
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Testata:  Stampa
Autore:  Grignetti Francesco
Titolo: Intervista a Eugenio Albamonte – “Tutto sulle spalle di noi magistrati Il governo è sleale”
Tema: Prescrizione
Eugenio Albamonte, ex presidente dell’Anm, oggi alla guida delle toghe progressiste riunite in “Area”, ritiene che il Lodo Conte bis funzionerà nelle aule di tribunale? «Vedremo. Gli aspetti tecnici potranno essere rivisti fino all’ultimo dal legislatore. Mi sembra presto parlare di come questa nuova prescrizione si inserirà nel sistema processuale. Non mi sento di arruolarmi in nessuna tifoseria. È un sistema come tanti altri… Bisognerà piuttosto ragionare sulle compatibilità costituzionali. C’è chi dice che è prerogativa del Parlamento trattare diversamente situazioni diverse quali sono un condannato o un assolto, in primo o in secondo grado. Premessa la regola generale della presunzione di non colpevolezza, se c’è stata una assoluzione in primo grado potrebbe avere un senso un regime mite; viceversa, con una condanna, seppure in primo grado, che è comunque una previsione di responsabilità, ancor maggiore se ribadita in secondo grado, avrebbe senso un trattamento severo. Sappiamo bene, però, che secondo alcuni giuristi questo trattamento differenziato violerebbe il principio di uguaglianza. Io dico che è materia del legislatore e sicuramente sarà la Corte costituzionale a pronunciarsi, perché è scontato che lì si finirà. Ma in questo Lodo Conte bis c’è qualcosa che proprio non va, un atteggiamento inaccettabile nei confronti di noi magistrati».
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Testata:  Stampa
Autore:  Di Matteo Alessandro
Titolo: Intervista a Maria Elena Boschi – Boschi: “Conte dica se siamo di troppo Noi pronti a lasciare” – “Il premier ora dica se siamo di troppo Possiamo lasciare”
Tema: Leu – Boschi
Il governo «regge», Maria Elena Boschi ne è convinta, ma in ogni caso Italia viva non voterà l’accordo sulla prescrizione raggiunto dagli altri partiti di maggioranza ed è invece pronta a votare la proposta di Forza Italia che chiede di azzerare la riforma voluta da Bonafede perché «non su tutto si può scendere a compromessi». La presidente dei deputati renziani esclude l’appoggio esterno («Non scherziamo») ma avverte: «Siamo per l’appoggio pieno al governo, ma se qualcuno ci considera di troppo possiamo lasciare appena Conte ce lo chiede». L’unico modo per evitare la rottura, ripete, è votare la sospensione di un anno della Bonafede. Maria Elena Boschi, innanzitutto: perché Italia viva dice no all’accordo raggiunto dal resto della maggioranza? «Prima di tutto perché è incostituzionale. Non lo diciamo solo noi, ma magistrati, costituzionalisti e avvocati che lo hanno definito addirittura “devastante”. Lascia immutata la distinzione tra assolti e condannati peri quali si interromperebbe la prescrizione. Solo in caso di assoluzione in secondo grado potrebbero recuperare gli anni trascorsi.
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Testata:  Sole 24 Ore
Autore:  Palmerini Lina
Titolo: Politica 2.0 – La ricerca di una strada per salvare la faccia
Tema: Governo
Dopo lo strappo sulla prescrizione e il “no” di Italia Viva alla mediazione tra Pd e 5 Stelle, le discussioni politiche di ieri si sono concentrate su un punto: quale strumento tecnico-parlamentare usare per alleggerire le tensioni. Per consentire, cioè, una via d’uscita senza umiliare nessuno, né Renzi né Bonafede. In pratica, visto che uno scontro vero – e fino in fondo – nessuno se lo può permettere, si sta cercando un meccanismo per uscire dall’angolo in cui Renzi per primo si è messo. E questo strumento è stato individuato nel Dl Milleproroghe per una serie di ragioni: è già all’esame della Camera; è la sede giusta per un emendamento del Governo ma soprattutto è già previsto un voto di fiducia. Domanda: il gruppo del senatore di Firenze è pronto a morire con il Conte II e andare al voto? Questo è il succo. E si vedrà presto. Comunque, su questa soluzione “onorevole” ieri si è molto speso Dario Franceschini che ha mediato fino all’ultimo – e molto – con il ministro Bonafede che non voleva accettare questa strada perché l’emendamento del Governo per essere ammissibile deve contenere una proroga su cui, come si sa, si è strenuamente battuto contro Renzi.
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Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Bianconi Giovanni
Titolo: Graviano dal carcere: incontrai Berlusconi quando ero latitante La difesa: «Falsità»
Tema: Berlusconi-Graviano
Il capomafia più giovane e intraprendente della filiera corleonese che scatenò il terrore stragista tra il 1992 e il ’94, sale un altro gradino nella scala delle dichiarazioni, delle ambiguità e dei messaggi trasversali. Dalla saletta del supercarcere in cul è rinchiuso, il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano parla in videoconferenza nel processo che lo vede imputato a Reggio Calabria per l’omicidio di due carabinieri e il ferimento di altri quattro, proprio nel periodo delle bombe sul Continente. E stavolta fa il nome di Silvio Berlusconi, nuovamente indagato per le stragi del ’93, dalla Procura di Firenze, proprio per alcune frasi di Graviano intercettate in prigione. Ora il padrino racconta di averlo conosciuto e incontrato almeno tre volte, quando l’imprenditore futuro leader politico sapeva bene di trovarsi di fronte a un latitante; ma spiega che trattavano affari e rapporti imprenditoriali, non criminali. Dice ma soprattutto non dice, l’uomo chiamato «Madre natura» dal suoi sottoposti, per via del suo potere. E su quello che dice pesa l’ipoteca degli attentati negati – «noi non siamo per niente responsabili» -, come la smentita alle rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza, giudicato attendibile e riscontrato dalle corti di mezza Italia.
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Testata:  Repubblica
Autore:  Candito Alessia – Palazzolo Salvo
Titolo: La verità di Graviano su Berlusconi “Ero latitante, lo incontrai tre volte”
Tema: Berlusconi-Graviano
Dice di non essere un boss, ma parla da capomafia, quasi sempre al plurale. Giuseppe Graviano, condannato per le bombe che uccisero Falcone, Borsellino e poi insanguinarono l’Italia nel 1993, rompe un silenzio che durava da 26 anni, da quando l’avevano arrestato a Milano. E chiama in causa Silvio Berlusconi. Dichiarando di averlo incontrato «per tre volte», l’ultima «poco prima del Natale 1993», quando era latitante. «E lui penso lo sapesse, io ho condotto la mia latitanza nel Milanese tra shopping in via Montcnapoleone e teatri, insomma facevo la bella vita». Il boss vuole offrire dettagli su quel “rapporto bellissimo”: «L’ultima volta, c’è stata una cena a Milano 3. lo, mio cugino Salvo e Berlusconi, c’era qualche altra persona… discutiamo di formalizzare le società». Ecco la rivelazione del padrino, che continua a negare qualsiasi accusa, ma conferma le intercettazioni in carcere fatte dai pm del processo Trattativa. Parole che l’avvocato Niccolò Ghedini definisce: «Totalmente e platealmente destituite di ogni fondamento».
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Testata:  Il Fatto Quotidiano
Autore:  Musolino Lucio – Pipitone Giuseppe
Titolo: L’ultimo bacio – “Ero in affari con Berlusconi Cenai con lui a Milano nel 1993”
Tema: Berlusconi-Graviano
Sostiene di averlo incontrato “al massimo tre volte”: lui era un pericoloso latitante di mafia, l’altro un rampante imprenditore all’apice della sua carriera, con un futuro dapresidente del consiglio. A legarli un “rapporto economico” antico nel tempo: venti miliardi di lire partiti da Palermo negli Anni 70 e investiti nell’edilizia nel Nord Italia. Ma non solo: “C’erano le tv, Canale 5, Mediaset”. Dopo 26 anni di religioso silenzio Giuseppe Graviano parla e fa il nome più atteso: Silvio Berlusconi. Da mesi il boss che custodisce i segreti della stragi chiede di essere ascoltato dalla corte d’assise di Reggio Calabria. Il processo è quello sulla ‘Ndrangheta stragista, ma Graviano non è un pentito e neanche un testimone: è un imputato e come tale non ha l’obbligo di dire la verità. Eppure “Madre natura”, come lo chiamavano i suoi uomini, ci teneva a rispondere alle domande del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo.  E se due settimane fa aveva parlato genericamente di “imprenditori del Nord”, questa volta è molto più specifico: “Negli anni 70 mio nonno aveva messo i soldi nell’edilizia al Nord. Il contatto è col signor Berlusconi, glielo dico subito”. E poi: “Ho incontrato tre volte a Milano Berlusconi mentre ero latitante”. E ancora : “Con Berlusconi abbiamo cenato insieme. È accaduto a Milano 3 in un appartamento”.
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Testata:  Il Fatto Quotidiano
Autore:  Lillo Marco
Titolo: L’analisi – Dietro il discorso una montagna di messaggi cifrati – Il silenzio s’è rotto Ma il boss non ha chiarito la “cortesia” che gli chiese B.
Tema: Berlusconi-Graviano
Silvio Berlusconi, nato a Milano, 83 anni, è stato il politico italiano più potente per almeno 18 anni dal 1994 al 2011. Tuttora resta probabilmente l’italiano più ricco e famoso nel mondo. Giuseppe Graviano, 56 anni, nato a Palermo invece è il boss condannato per le stragi del 1992 in Sicilia e del 1993 a Firenze e Milano nonché per gli attentati del 1993-94 a Roma e dintorni. Il protagonista della stagione del terrorismo mafioso che ha eliminato i magistrati più importanti della recente storia dell’Antimafia, Giovanni Falcone con la moglie Francesca Morvillo e Paolo Borsellino, gli uomini delle loro scorte, e “Cose loro” Graviano offre una chiave di lettura alle sue parole intercettate in cella ne! 2016-2017 sui rapporti con il Caimano Gli incontri “Prima con il nonno in un albergo, l’ultimo a cena a Milano 3 in un appartamento” tante persone innocenti. Quelle stragi, secondo le testimonianze dei pentiti recepite nelle sentenze della magistratura, sono state compiute per cambiare le leggi e la politica italiana a cavallo tra Prima Repubblica e Seconda Repubblica.
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Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Tremonti Giulio
Titolo: La forza dirompente di un referendum
Tema: Riduzione parlamentari
Caro Direttore, presto, molto presto verrà il tempo per ascoltare una voce che, non isolata, viene dal profondo della nostra storia: «… il potere di scioglimento delle Camere [è] strumento indispensabile per adeguare la rappresentanza popolare ai reali mutamenti dell’opinione pubblica, al di fuori della durata normale delle legislature» (Aldo Moro, Assemblea costituente). All’opposto, l’ipotesi che oggi prevale all’interno del «palazzo», in ordine al prossimo referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari, è Invece che, se anche il voto degli italiani fosse espresso per il «sì», e se questo fosse magari pure accompagnato dall’assordante silenzio di chi ormai tutto della politica disprezza, comunque non cambierebbe niente fino al 2023 e dunque fino alla scadenza naturale della legislatura, inclusa nel 2022 l’elezione di un presidente della Repubblica che, fino al 2029, sarebbe così garantito gradito alle «cancellerie europee» e ai «mercati finanziari». È questa una ipotesi che ruota intorno a un cavillo, animata dall’unica forza in campo: la forza di gravità, la forza che oggi muove verso il basso il simulacro di questa democrazia «parlamentare».
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Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Verderami Francesco
Titolo: Settegiorni – Quei dubbi nella Lega – L’«agendina» che manca al leader del Carroccio per tornare a Palazzo Chigi
Tema: Lega
Le relazioni con le cancellerie straniere non si inventano, si costruiscono. In tal senso il leader leghista è all’anno zero e la scelta di Giorgetti come responsabile Esteri del suo partito è l’indizio di un nuovo inizio, il tentativo di resettarsi e riaccreditarsi, lasciandosi alle spalle Il passato, magari senza volerlo pubblicamente abiurare. Perciò la selezione degli uomini a cui affidare i dipartimenti diventa una sorta di biglietto da visita per il capo del Carroccio, che ha l’ambizione di «entrare a palazzo Chigi dal portone principale». Ma al momento la sua è un’opera incompiuta, siccome la casella dell’Economia è vuota e non si sa ancora a chi verrà affidata. E vero che in ogni forza politica un segretario deve tenere a mente certi equilibri e rispettarli, solo che in questo caso la decisione di Salvini avrà un peso che va oltre le questioni interne di bottega, sarà un’anticipazione della linea che vorrà seguire. E se Giorgetti è funzionale a rompere l’isolamento internazionale con «quelli che stanno nelle stanze dove bisogna passare per poter governare», la scelta del responsabile economico dovrà essere conseguente o rischierà di rivelarsi controproducente.
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Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Piccolillo Virginia
Titolo: «Basta furbizie, il governo acceleri A Renzi dico: non ci sono terzi poli»
Tema: Pd
Nel giorno in cui, sulla prescrizione, Matteo Renzi picchia duro, parlando di «mutazione genetica» del Pd, Nicola Zingaretti contrattacca accusando il leader di Italia viva di «ambiguità» e «trasformismi». E rilancia annunciando un «congresso aperto», con diecimila assemblee in tutta Italia (si parte con un appuntamento di piazza a Firenze che pare anche un messaggio a Renzi). L’obiettivo è pescare consensi tra i progressisti non iscritti al Pd. A cominciare dalle Sardine. Un bacino, questo, conteso dal suo ex compagno di partito, anche lui a caccia di follower per Italia viva. In apertura della direzione del Partito democratico, Zingaretti regola subito i conti. «Qualcuno è ossessionato e ha attaccato questa mattina il partito sbagliato. Mi aspetterei più misura e maggiore rispetto da forze che si dichiarano avversarie di Salvini e che invece stentano assai nel radicamento sociale e che ogni giorno si mettono in cattedra per dare lezioni di riformismo». Il segretario sottolinea il «passo in avanti enorme » sulla prescrizione, difendendo la mediazione trovata da Conte. «Il ministro Bonafede ha stravolto la posizione di partenza», rivendica. E annuncia che sui decreti sicurezza finirà la «subalternità»: «Di sicurezza non c’è nulla. Sia il governo ad approvare presto dei decreti che chiamerei di vivibilità e sicurezza urbana», dice.
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Testata:  Corriere della Sera
Titolo: Intervista a Mattia Santori – Il leader delle Sardine: stiamo calando? È iniziata una fase nuova ma torneremo in piazza
Tema: Sardine – Santori
Mattia Santori, giovedì a Scampia al presidio delle Sardine c’era una decina di persone: non fate più presa? «Lì era previsto l’arrivo di Saivini – spiega il fondatore del movimento -. Ma il leader della Lega ha poi cambiato idea e il presidio ha perso significato». Sarà, ma il tema resta: la prima volta nelle piazze è stata un successo, sicuri che andrà bene anche il bis? «Stiamo avviando una seconda fase, ma le piazze non le abbandoniamo. Anzi, dal 10 al 20 febbraio toccheremo tantissime città e faremo grandi manifestazioni a Roma (il 16), Napoli (il 18) e Lecce (il 19). Faremo una staffetta con Tina, la Sardina di qo metri che abbiamo mostrato in piazza San Giovanni e che ha preso il nome dalla partigiana Costa. Perché per noi l’antifascismo è un tema fondante. È iniziata una fase nuova ma torneremo in piazza Santori: incontreremo Conte e Zingaretti nuovo millennio». La seconda fase in cosa consiste? «La prossima settimana incontreremo a Roma i ministri Giuseppe Provenzano e Francesco Boccia e anche il premier Giuseppe Conte». A Conte avete scritto ma non vi ha ancora risposto. «C’è attenzione e disponibilità: è stato solo un problema di agenda».
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  M.Rog. 
Titolo: Pensioni, i sindacati: sbloccare l’indicizzazione – Pensioni, sblocco indicizzazione appeso alla nuova flessibilità
Tema: Pensioni

Apparentemente la partita si gioca sui 3,6 miliardi di risparmi, 2,2 al netto degli effetti fiscali, nel triennio 2019-2021 dalla stretta alle indicizzazioni degli assegni pensionistici scattata parallelamente al decollo di Quota 100. Ma il vero oggetto della contesa tra governo e sindacati, e magari all’interno della stessa maggioranza, potrebbe diventare proprio il collegamento tra “l’adeguamento” delle rivalutazioni e lo stop ai pensionamenti anticipati voluti dall’esecutivo “giallo-verde” per fare posto alla nuova flessibilità. Anche perché la coperta sempre troppo corta delle risorse disponibili sembra imporre qualche rinuncia. Nel corso del round tecnico di ieri, proprio sul capitolo “rivalutazioni”, il governo non si è sbilanciato rimandando le sue valutazioni a verifiche condotte nei prossimi giorni sulla base delle richieste di Cgil, Cisl e Uil.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Cifoni Luca 
Titolo: Pensioni, ora spunta la quattordicesima ma costa un miliardo – Pensioni, quattordicesima sul tavolo: costa 1 miliardo
Tema: Pensioni

I sindacati chiedono al governo più soldi per i pensionati; ovvero in termini concreti di potenziare la rivalutazione annuale degli assegni e ampliare la platea dei beneficiari della cosiddetta quattordicesima. Il governo ascolta, si dice disponibile a discutere ma non prende impegni. I! secondo incontro del cosiddetto “cantiere della previdenza” à dedicato non alle regole future ma alla situazione di chi l’attività lavorativa l’ha già lasciata. Cgil Cisl e Uil si sono presentati con una serie di richieste ben precise, anche per far valere al tavolo il fatto di aver ottenuto molto poco nella scorsa legge di Bilancio: nella manovra per il 2020 è stato infatti inserito un miglioramento solo simbolico del meccanismo di adeguamento all’inflazione. Ottengono la rivalutazione piena anche coloro che hanno un assegno tra i 1500 e i 2000 euro lordi mensili circa, che però arrivavano già al 97 per cento: da questa novità ricaveranno quindi qualche decina di centesimi al mese. Per il futuro la “piattaforma” è molto più sostanziale.
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Testata:  Milano Finanza 
Autore:  Cabrini Andrea 
Titolo: Intervista a Pasquale Tridico – Perché l’Inps può fare la previdenza integrativa – Basta con queste soglie
Tema: Pensioni

Investire i risparmi di quota 100 per le aree di crisi, a partire dall’Ilva. Mettere in gioco la previdenza integrativa firmata Inps per puntare in Italia sul Green New Deal. Battere i furbetti del reddito, che sono gli stessi del Rei. Pasquale Tridico, da dieci mesi presidente dell’Inps, non si tira indietro, e dopo le polemiche sulle sue ultime proposte, rilancia in questa intervista concessa a Class Cnbc. Domanda. Presidente Tridico, al tavolo aperto dal Governo stanno nascendo le nuove pensioni? Risposta. Questo tavolo appena partito è importante e deve dare delle risposte strutturali, in modo che non si debba metterci mano di nuovo fra qualche anno. Noi abbiamo avuto due grandi riforme delle pensioni (Dini 95 e Fornero 2011) che orientano il sistema verso il modello contributivo. Tuttavia fino al 2036 c’è un periodo di transizione per i cosiddetti misti. Il problema principale si pone per coloro che fanno dei lavori faticosi e soprattutto per le donne che, a causa di carriere più instabili e periodi fuori dal lavoro più lunghi, hanno spesso una impossibilità a raggiungere i 41 anni e 10 mesi di contribuzione per la pensione anticipata, oppure 67 anni per la vecchiaia.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pelosi Gerardo 
Titolo: Scontro con l’Europa anche sul bilancio Ue Conte: ora cambiarlo
Tema: Bilancio Ue

Il Governo italiano si appresta a partecipare al prossimo Eurogruppo e al Consiglio straordinario del 20 febbraio prossimo sul nuovo bilancio Ue 2021-2027 con proposte nuove e ambiziose. Proposte che suonano come aperta sconfessione per la strategia del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel che vorrebbe stringere i tempi e arrivare a un accordo lampo il 20 febbraio. L’idea di Michel è di insistere sul vecchio documento messo a punto dalla presidenza finlandese che non ha sciolto tuttavia i tanti problemi posti dai minori contributi inglesi per la Brexit e dai nuovi impegni previsti dall’agenda della presidente della Commissione Ursula von der Leyen a cominciare dallo European green deal. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri hanno spiegato ieri la posizione italiana al convegno”Un bilancio Ue all’altezza delle sfide”. Il bilancio 2014-2020 si è attestato sull’1,16% del Pil dell’Ue a 27. La nuova Commissione ne ha proposto uno per il prossimo settennato pari all’1,11% ma il Parlamento vorrebbe l’1,3% mentre la proposta della presidenza finlandese, è per 1,07%, 48 miliardi in meno della proposta della Commissione.
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Testata:  Stampa
Autore:  Bresolin Marco – Sforza Francesca 
Titolo: Roma preme sul bilancio Ue “Più soldi per il piano verde”
Tema: Bilancio Ue

Le trattative per ora proseguono a distanza, con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel che nell’ultima settimana ha ricevuto 18 capi di Stato e di governo (altri arriveranno la prossima). Ma quando i 27 leader si ritroveranno il 20 febbraio a Bruxelles per un vertice straordinario c’è da scommettere che il livello dello scontro si alzerà. E i negoziati proseguiranno fino all’alba, se non addirittura oltre. Bisogna trovare un accordo sul prossimo bilancio pluriennale Ue, la finanziaria dell’Unione per il periodo 2021-2027 che vale più di mille miliardi di euro. Ma al momento i suoi azionisti sono nettamente divisi, sia sulla quantità di risorse da mettere nella cassa comune, sia sulla distribuzione delle spese. C’è da colmare il buco lasciato dai britannici, contributori netti del budget Ue. Sono circa 10 miliardi l’anno e per far quadrare i conti le opzioni sono due: o si aumentano i versamenti, oppure si tagliano le spese. La Commissione europea ha proposto di portare il bilancio all’1,11% del reddito nazionale lordo Ue, ma non c’è accordo.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Trovati Gianni 
Titolo: Doppio fronte con l’Europa L’Italia attacca sul bilancio: piano da rifare Frenata sulla firma del Mes – Bruxelles: firma sul Mes ad aprile. Roma frena
Tema: Mes

Lo scenario “filtrato” ieri da Bruxelles non è esattamente inedito. Ma è più che sufficiente per rianimare le polemiche italiane sul Meccanismo europeo di stabilità, o per dire meglio il braccio di ferro sulla sua riforma discussa nei mesi scorsi. Perché ieri fonti dell’Eurogruppo hanno spiegato che il provvedimento è sostanzialmente chiuso, e che il programma prevede la firma ad aprile da parte degli ambasciatori degli Stati membri presso la Ue riuniti nel Coreper. Ma il terreno in Italia rimane delicatissimo, al punto che nel pomeriggio dal ministero dell’Economia fanno sapere che la firma del trattato non è stata calendarizzata, e che il tema non è all’ordine del giorno dell’Eurogruppo di febbraio e quindi tornerà sui tavoli dei ministri delle Finanze a marzo. «Non c’è nessuna novità e nessuna firma prevista», rimarca in serata direttamente il premier Conte.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sabella Marco 
Titolo: La Lente – Conte ribatte a Bruxelles sul Mes: nessuna firma
Tema: Mes

C’è di nuovo battaglia tra Roma e Bruxelles sulla data dell’approvazione del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità noto anche come «Fondo salva Stati», tema sul quale II premier Giuseppe Conte aveva ottenuto un rinvio della firma, subordinandola al rafforzamento dell’unione bancaria e monetaria. Fonti Ue ieri hanno indicato che a Palazzo Justus Lipsius, sede del Consiglio europeo, si lavora perla firma ad aprile. «Non c’è nulla di nuovo, nessuna firma. Nessuna novità, il Mes non è stato nemmeno scadenzato per la prossima riunione dell’Eurogruppo a febbraio», ha affermato il premier Giuseppe Conte.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Orlando Luca 
Titolo: Industria in calo, il terziario è la spinta dell’occupazione
Tema: Industria

Un’economia sempre più terziarizzata, con aziende che in media crescono di dimensioni. Stazza che peraltro è un evidente elemento discriminante in termini di innovazione e spinta oltreconfine. I primi risultati del censimento Istat, ora reso permanente, permettono di dare una lettura non banale degli effetti della grande crisi sul sistema economico. Analisi ricca, effettuata su un campione di 28omila imprese, che fornisce prime risposte in termini strutturali. Tra 2011 e 2018 le aziende si riducono di 13mila unità, mentre gli addetti lievitanodi 160mila. Crescita concentrata tuttavia nei servizi, mentre l’industria perde terreno sia in termini numerici (dal 20,7% al 18,9%) che occupazionali, cedendo nel periodo quasi 200mila unità. A dominare la scena sono sempre le Pmi, che tuttavia per ovviare ai limiti dimensionali operano in un sistema connesso, con il 53,6% di imprese che mantiene relazioni stabili con altre aziende. Dimensioni che ad ogni modo sono correlate in modo positivo sia alla spinta innovativa che alla presenza di investimenti digitali, così come maggiore è la propensione a sfruttare i mercati internazionali per le realtà di maggiore stazza.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Sorrentino Riccardo 
Titolo: Germania e Francia, industria in rosso Italia ancora ferma – Germania in crisi, la produzione crolla ai minimi dal 2009
Tema: Industria

Colpa del ponte natalizio, forse. La flessione del 3,5% della produzione industriale tedesca è però il peggior dato da gennaio 2009 e fa del quarto trimestre 2019 la sesta stagione consecutiva in cui il settore subisce una flessione. Lo stesso pil – che sarà annunciato venerdì prossimo – potrebbe allora risultare in calo, dopo il secondo trimestre del 2019 e il terzo del 2018. È un dato fortemente alterato, quello di dicembre: decisamente anomalo anche se ci si concentra solo sulla recente fase di contrazione della produzione, iniziata a giugno del 2018. La possibilità che abbiano pesato i ponti di Natale – le statistiche non riescono a “correggerle” – è concreta: la flessione dell’8,7% segnato dalle costruzioni sembra confermarlo. L’anno scorso il 25 e il 26 dicembre, entrambe festività nazionali, cadevano di mercoledì e giovedì. Anche tenendo conto di questo fattore, resta però il fatto che il settore industriale «non è ancora fuori dai guai», come spiega Rainer Sartoris di Hsbc. Solo l’energia ha segnato un aumento dell’attività, mentre il manifatturiero è calato del 2,9%.
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Testata:  Foglio 
Autore:  Padoan Pier_Carlo 
Titolo: Questo lo dice lei – Più crescita e meno debito: il percorso è angusto, ma serve una visione lunga – Il percorso angusto per crescere
Tema: Investimenti pubblici – Pil

Spinto anche dai recenti dati scoraggianti sul ciclo economico è ripreso il dibattito sull’eterno dilemma dell’economia italiana: come conciliare la sostenibilità del debito con il sostegno alla crescita. Ma è un dilemma solo apparente. Più crescita permette di ridurre il debito più rapidamente e meno debito permette di allargare lo spazio fiscale e trovare più risorse per la crescita. Si tratta, si sa, di un cammino difficile, lungo un percorso angusto. Ma è un percorso possibile che, se ben avviato, dà vita a un circolo virtuoso. Appunto meno debito e più crescita. Perché, ci si chiede allora, l’Italia non riesce a crescere di più e a ridurre il debito? Le spiegazioni degli illustri critici si concentrano sui seguenti punti. A) La spesa pubblica in questi ultimi anni è stata concentrata sulla spesa corrente (spesa per trasferimenti) e sono invece calati gli investimenti pubblici. B) Non sono state fatte le riforme strutturali, indispensabili per far decollare gli investimenti privati. C) Il surplus primario è andato calando rendendo meno sostenibile il debito.
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Testata:  Milano Finanza 
Autore:  Leone Luisa 
Titolo: Il Cencelli giallorosso
Tema: Nomine

Nei Palazzi romani il fermento è già tangibile. Il governo, dopo aver tirato un sospiro di sollievo per l’esito delle elezioni in Emilia Romagna, ha subito aperto la stagione delle nomine, con l’indicazione, attesa da settimane, dei direttori delle agenzie del ministero dell’Economia (Ernesto Ruffini alle Entrate, Marcello Minenna alle Dogane e Antonio Agostini al Demanio). Poi è stata la volta delle commissioni parlamentari, con in testa quella d’inchiesta sulle banche, la cui presidenza è andata alla grillina Carla Ruocco. Il prossimo appuntamento è per il 18 febbraio, quando il Parlamento dovrebbe sbloccare le nomine per le Agcom e la Privacy, i cui collegi sono scaduti da oltre sei mesi e procedono di rinnovo in rinnovo. Ma è solo risraldamento. La partita vera, infatti, sta per iniziare: il rinnovo dei consigli di amministrazione delle partecipate pubbliche, a partire dalle big quotate: Banca Mps, Enav, Enel, Eni, Leonardo, Poste e Terna. In tutto 68 poltrone alla cloche di una buona fetta di economia italiana, e di 160 miliardi di capitalizzazione di Borsa. Certo i bocconi davvero grossi sono molti meno e corrispondono alle posizioni di presidente e amministratore delegato, su cui si concentrerà il fuoco di fila dei partiti.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  M.Sab. 
Titolo: Fitch, giudizio invariato sull’Italia
Tema: Fitch-Rating BBB

L’agenzia di rating Fitch ha confermato ieri sera a mercati chiusi il giudizio sull’Italia. Il rating è ancora BBB con prospettive (outlook) negative. Non ci sono dunque variazioni rispetto alla valutazione espressa il 9 agosto scorso, un’epoca in cui peraltro lo spread tra Btp e Bund viaggiava in prossimità della soglia dei 300 punti contro i 133 della chiusura di ieri. Giungono anche conferme sulla tonicità del mercato del lavoro negli Stati Uniti. Secondo i dati dello Us Bureau of Labour Statistics, infatti, a gennaio le aziende statunitensi hanno continuato ad assumere. Il mese scorso sono stati creati 225 mila posti di lavoro, mentre gli analisti ne attendevano 158 mila. La disoccupazione tuttavia è salita al 3,6% dal 3,5% perché è aumentato il numero di chi è in cerca di occupazione. Anche il rapporto semestrale della Fed, pubblicato ieri, traccia un quadro positivo dell’economia del Paese. La Banca centrale americana ritiene che i rischi al ribasso per l’economia degli Stati Uniti siano diminuiti con l’allentamento delle tensioni commerciali e le migliori prospettive di crescita globale, ma esprime la preoccupazione che possibili ricadute del virus in Cina rappresentino una nuova minaccia.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Masciandaro Donato 
Titolo: Falchi & colombe – Due errori che la Bce non deve fare – Due errori che la Bce non può fare
Tema: Bce

Nel rivedere la strategia della Bce, Christine Lagarde dovrà evitare due errori: sopravvalutare l’efficacia della politica monetaria e sottovalutare i rischi di un aumento dell’ingerenza dei politici. a non neutralità economica della politica monetaria rafforza la necessità di una sua neutralità politica. I due errori potranno nascere se la Bce, temendo di ridimensionare il suo ruolo, darà ascolto a due favole che rispettivamente falchi e colombe amano raccontare. La prima favola è che l’inflazione sia un fenomeno che dipende esclusivamente dalla condotta della politica monetaria, ovverosia che non ha effetti reali, ma solo nominali; tecnicamente, che la moneta sia neutrale. Questo è una favola che piace molto ai falchi, basata sull’assunto che la razionalità di imprese e famiglie produca, a livello aggregato, mercati – in particolare quelli finanziari – che tendono sistematicamente all’equilibrio e alla stabilità. Nelle fasi congiunturali, imperfezioni e frizioni sia nei mercati dei beni e servizi che in quelli del lavoro possono allontanare le economie dal sentiero di crescita economica, che dipende dalla produttività delle imprese e dei lavoratori. Compito della politica monetaria è riportare l’economia su quel sentiero di crescita.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Tria Giovanni 
Titolo: Navigator sì, ma per la formazione tecnica – Navigator sì, ma della formazione tecnica
Tema: Reddito di cittadinanza – Navigator

Una politica economica coerente, in grado di far fronte alla complessità delle prospettive, non può costruirsi intorno a azioni e provvedimenti che rispondono più all’affermazione di battaglie politiche identitarie che a un disegno coerente con le finalità dichiarate. I provvedimenti o le riforme “bandiera” non si prestano a un esame sereno, ma piuttosto a una radicalizzazione delle posizioni af avore o contro. Un tipico caso è quello del Reddito di cittadinanza che proprio per queste caratteristiche non fu sottoposto al momento della sua approvazione a una analisi tecnica sufficientemente condivisa. Fu un errore dovuto forse a una sorta di insicurezza da parte dei proponenti che vedevano, nel confronto, il pericolo del materializzarsi di opposizioni pregiudiziali sotto le spoglie di obiezioni tecniche. Anche se non credo che il Reddito di cittadinanza sia realmente minacciato da una discussione che riemerge periodicamente, oggi si rischia il ripetersi di quell’errore di arroccamento. Una riflessione su alcuni suoi aspetti, mancata allora, non dovrebbe essere respinta anche se si presta all’obiezione, solo in parte giustificata, che il tempo di applicazione del provvedimento è stato troppo breve per valutarne compiutamente i risultati.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore
Autore:  Borrell Josep
Titolo: Ue, mai più stretta tra Usa e Cina – Questa Europa deve ricominciare a parlare il linguaggio del potere
Tema: Ue – Cina
Gli sconvolgimenti geopolitici a cui stiamo assistendo dimostrano quanto sia urgente che l’Ue rifletta sul suo ruolo in un contesto globale sempre più segnato da politiche fondate su puri e semplici rapporti di forza. oi europei dobbiamo adeguare le nostre mappe mentali per confrontarci con il mondo quale è, e non quale speravamo che fosse. Viviamo in un contesto dominato dalla competizione geostrategica, in cui alcuni leader non esitano a ricorrere alla forza e a usare strumenti economici e di altro tipo come armi. Se non vuole essere schiacciata dalla concorrenza tra Usa e Cina, l’Ue deve riapprendere il linguaggio del potere e riconoscere il proprio ruolo di attore geostrategico di primo piano. A prima vista può sembrare difficile raccogliere questa sfida: dopo tutto, l’Unione è nata proprio per porre fine a politiche di potere.
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Testata:  Repubblica
Autore:  mi.bo.
Titolo: Intervista a Pierpaolo Sileri – Sileri “Ho fatto il tampone Sull’aereo abbiamo seguito le procedure usate per Ebola”
Tema: Cina – Coronavirus
Pierpaolo Sileri, viceministro alla Salute, era a bordo del volo che il 3 febbraio ha riportato gli italiani di Wuhan in Italia. Quello sul quale viaggiava anche l’uomo poi risultato positivo al coronavirus. Viceministro, è preoccupato? «Sapevo che non si trattava di un viaggio di piacere ma andavamo a prendere dei connazionali in un’area dove è in corso un’epidemia. Appena arrivati ci siamo protetti». In che modo? «Siamo scesi completamente isolati, indossando tute intere, gambali, mascherina, occhiali e guanti. Abbiamo usato il protocollo Ebola, per intenderci». Quanti eravate? «Oltre ai 5 dell’equipaggio, altri 11, tra personale sanitario di ministero, esercito e aeronautica». E dopo? «Rientrati in aereo, ci siamo completamente cambiati, rimettendoci tute nuove, come il resto del materiale. Durante il viaggio sedevamo in una zona diversa dagli altri passeggeri. Ci separava un telo di plastica trasparente. A Pratica di Mare, indossando le divise abbiamo preso il pulmino con gli altri passeggeri».
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Testata:  Sole 24 Ore
Autore:  Bartoloni Marzio – Pelosi Gerardo
Titolo: Blocco voli, tensione con Pechino
Tema: Cina – voli bloccati
Sale la tensione tra Cina e Italia sul blocco dei voli deciso dopo lo scoppio dell’allarme coronavirus. ll Governo resta, almeno per ora, compatto sul no ai voli da e per la Cina, almeno finché i numeri dell’epidemia non si stabilizzeranno. L’Italia è stato il Paese più drastico nella chiusura totale dei voli diretti da e perla Cina ma sull’onda delle sollecitazioni delle imprese italiane e cinesi e in presenza di un rafforzamento dei controlli sanitari in tutti i punti di arrivo si stava preparando una ripresa dei voli diretti almeno di alcuni collegamenti “ferry” che arrivano vuoti dalla Cina per rimpatriare i cinesi che si trovano nel nostro Paese. Ma a complicare il tutto ci ha pensato l’agenzia di stampa di stato cinese Xinhua che avrebbe dato un’interpretazione quanto meno forzata di un colloquio giovedì scorso tra l’ambasciatore italiano a Pechino e il vice ministro Qin Gang lasciando intendere che era imminente una ripresa dei collegamenti diretti. Notizia che la Farnesina ha definito «priva di fondamento» e che ha reso molto più difficile il “passo indietro” per le autorità sanitarie e per lo stesso ministro della Salute Roberto Speranza.
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Testata:  Stampa
Autore:  Agasso JR Domenico
Titolo: Retroscena – Il Papa sul virus: “Fraternamente vicino alla Cina” – Il messaggio di solidarietà del Papa “Sono fraternamente vicino alla Cina”
Tema: Cina – Papa
Papa Francesco è «fraternamente vicino alla Cina e ai cinesi che stanno soffrendo a causa dell’emergenza coronavirus». In questi giorni l’ha ribadito più volte, raccontano i suoi collaboratori. E non ha dubbi: bisogna sostenere la Cina per combattere l’epidemia. Così il Vaticano e la Chiesa universale sono in prima linea per aiutare il Paese del Dragone in grave difficoltà. E la via del dialogo con Pechino, culminata con lo storico accordo provvisorio del settembre 2018 sulla nomina dei vescovi, passa anche attraverso la solidarietà attiva in un momento di urgenza. A livello di messaggi, come la forte vicinanza e la preghiera espresse dal Pontefice all’Angelus del 26 gennaio. E con iniziative concrete. Sia dai Sacri Palazzi delle gerarchie ecclesiastiche, da dove è partita la maxi-spedizione – gestita direttamente dall’elemosiniere di Sua Santità, il cardinale Konrad Krajewski – di 700mila mascherine professionali, con tanto di stemma del Papa sulla confezione, per prevenire il contagio.
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Testata:  Corriere della Sera
Titolo: «La nostra bomba nucleare a disposizione dell’Europa» – L’offerta nucleare di Macron alla Ue
Tema: Difesa Ue
Il discorso sulla strategia di difesa e la dissuasione nucleare è un appuntamento importante per ogni capo di Stato francese: il predecessore Hollande lo ha pronunciato nel 2015 a Istres, Nicolas Sarkozy a Cherbourg nel 2008, Jacques Chirac nel 2001 e nel 2006, uno per ogni mandato, all’Istituto di studi sulla difesa nazionale. Emmanuel Macron ha scelto la Scuola di guerra di Parigi, ma più che il luogo è importante il momento: dopo molti rinvii negli ultimi mesi, il presidente ha parlato ai cadetti militari ieri, pochi giorni dopo la Brexit che fa della Francia l’unico Paese dell’Unione Europea in possesso dell’arma nucleare. Il capo di Stato francese ha esortato gli europei a dotarsi di una «maggiore capacità di azione» di fronte ai nuovi disordini mondiali. «Gli europei oggi devono comprendere che potrebbero presto trovarsi esposti alla ripresa di una corsa agli armamenti sia convenzionali sia nucleari, sul loro suolo. Non possono limitarsi al ruolo di spettatori. Ridiventare il terreno di scontro di potenze nucleari non europee non sarebbe accettabile. In ogni caso, io non lo accetto».
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Testata:  Stampa
Autore:  Martinelli Leonardo
Titolo: Macron spinge la Ue: le atomiche francesi per la difesa europea
Tema: Difesa Ue
Il momento non è stato casuale. Subito dopo la Brexit, la Francia resta l’unica potenza nucleare dell’Unione europea. Ed Emmanuel Macron si è appena spiegato con i suoi alleati nel Baltico ed è andato in Polonia: una delicata operazione per rassicurare gli alleati preoccupati del dialogo di Parigi con Mosca. Ecco, era il momento propizio per fare il punto sulla «deterrenza nucleare» francese. Agli europei ha proposto di «definire insieme quali sono i nostri interessi per la sicurezza». E ha chiesto loro un «sussulto» per una sovranità scelta e non subita in questa materia. «Le nostre forze nucleari – ha precisato – rafforzano la sicurezza dell’Europa e hanno una dimensione europea». Diciamolo subito: tanta «generosità» e apertura nei confronti degli alleati Ue, in una fase in cui l’«ombrello atomico» americano sul Vecchio continente viene messo in discussione, non significa condivisione dell’arsenale delle testate con l’Unione (la proposta un po’ provocatoria che era arrivata qualche giorno fa dal conservatore tedesco Johann Wadephul, vicino ad Angela Merkel).
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Testata:  Italia Oggi 
Autore:  Bechis Francesco 
Titolo: Intervista a Raffaele Volpi – Difesa degli interessi nazionali
Tema: Difesa

E’ un leghista doc, Raffaele Volpi, «e si, anche un ex democristiano». A sentirlo parlare, col suo aplomb istituzionale, riesce difficile immaginarlo a fianco del segretario del Carroccio, il mattatore di piazza Matteo Salvini. E invece fra i due c’è reciproca stima, e oggi Volpi è una colonna portante del partito. Colonna pensante, ma anche d’azione, precisa lui, perché al Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), il comitato di raccordo fra Parlamento, Servizi e governo che presiede da settembre, l’azione non manca di certo. Dalla Libia all’Iraq, dagli Stati Uniti alla Cina, dalla sicurezza delle banche italiane a quella della rete 5G, le competenze dell’organo consultivo di palazzo San Macuto sono sconfinate. E utili, se c’è qualcuno disposto ad ascoltarne i consigli. Domanda. Dicono che Raffaele Volpi sia un leghista sui generis… Risposta. Sono un leghista doc. Ho passato quattro anni e mezzo a inventarmi un partito al Sud. Sono uno che pensa lento, ma lavora tanto.
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Testata:  Italia Oggi 
Autore:  Marcadella Luigi 
Titolo: Intervista a Giulio Sapelli – Libia, siam color che son sospesi
Tema: Libia
Uscire dai ragionamenti «tutti italiani» che spesso impediscono la percezione del peso e dell’influenza italiana al di fuori nei nostri confini è un valido escamotage per capire cosa succede realmente nel mondo. A maggior ragione nello scacchiere mediorientale dove si intersecano da decenni guerre, rivoluzioni, conflitti per procura ed mastodontici interessi economici e geostrategici. Nel panorama italiano il professor Giulio Sapelli è una delle rare voci fuori dal coro che analizza gli effetti della politica estera, o meglio della «non politica estera», che l’Italia si è rassegnata a mettere in atto. Il curriculum del professor Sapelli è sterminato e noto a tutti, vale la pensa solo ricordare che agli inizi della corrente legislatura è stato in predicate di diventare Premier o in seconda battuta ministro dell’Economia. Domanda. Professor Sapelli, dopo la Conferenza di Berlino la questione libica è ritornata in fondo alla gerarchia delle notizie del nostro Paese. Qual è lo stato dell’arte della posizione italiana in Libia? Risposta. Non è nota ai più. È infatti letteralmente scomparsa, come lei ben dice, dall’agenda politica. Le questioni sul campo sono complesse e nuove: in Libia si sono collocate anche potenze non europee attorno ad attori a noi conosciuti come Germania e Francia, quest’ultima in posizione di mediatrice in gran parte delle trattative.
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Testata:  Repubblica
Autore:  Grandi Filippo
Titolo: Perché restiamo in Libia
Tema: Libia

Caro direttore, il popolo libico e decine di migliaia di rifugiati e migranti bloccati in Libia si trovano a un passo dalla catastrofe. II conflitto, intensificatosi, ha fatto registrare un aumento degli scontri a Tripoli. Le persone tanto disperate da affidarsi a imbarcazioni inadeguate per la traversata del Mediterraneo nella speranza di approdare a una vita sicura sono intercettate, respinte e rinchiuse in centri di detenzione. Qui, molte subiscono tortura e violenza sessuale e devono sopportare condizioni di vita raccapriccianti. In 30 anni di impegno umanitario, non mi sono mai trovato in un contesto tanto problematico. Ma, per l’Unhcr (Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati) restare in Libia e la decisione giusta. Salviamo vite umane. Andarcene sarebbe un’inadempienza ai nostri doveri. Qualcuno sostiene che l’Unhcr non stia facendo abbastanza. Altri ritengono che stiamo operando oltre i nostri doveri – ovvero che legittimeremmo le attività di chi è coinvolto nel conflitto e saremmo complici delle strategie per tenere rifugiati e migranti lontani dalle coste dell’Europa.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Mieli Paolo 
Titolo: L’ombra che turba i tedeschi – Una lezione per tutti dal caso della Turingia
Tema: Germania

Stavolta tutto si è risolto in tempi rapidi. In Turingia, il liberale Thomas Kemmerich, eletto alla carica di governatore con i voti determinanti della Cdu e del partito di ultradestra Alternative für Deutschland, si è prontamente dimesso. Gli è stato sufficiente ascoltare le parole sdegnate di Angela Merkel e ha capito che era meglio gettare la spugna. La cancelliera aveva condannato all’istante l’«esperimento di Kemmerich» definendolo «imperdonabile», e il 5 febbraio del 2020 da ricordare come «un giorno nero perla democrazia». L’ira della Merkel era poi aumentata non appena le erano giunte alle orecchie le voci dell’imbarazzo manifestato dallo stesso capo di Kemmerich, il leader dei liberali tedeschi, Christian Linder. E soprattutto quando aveva dovuto prendere atto delle minacce di rottura della coalizione di governo da parte del socialdemocratico Norbert Walter-Borjans e del vicecancelliere (sempre Spd) Olaf Scholz sdegnati per il «tradimento dei valori democratici» consumato a Erfurt, capitale della Turingia.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Mastrolilli Paolo 
Titolo: Volano economia e occupazione, popolarità Trump più alta di sempre
Tema: Trump

L’occupazione continua a correre negli Stati Uniti, rafforzando le prospettive per la rielezione a novembre del presidente Trump, che dopo l’assoluzione dall’impeachment sta cominciando le purghe dei collaboratori che lo hanno tradito o deluso. Nel mese di gennaio l’economia americana ha creato 225.000 posti di lavoro, contro i 158.000 previsti dagli analisti. ll tasso di disoccupazione è salito al 3,6%, ma l’incremento è dipeso dal fatto che molti cittadini scoraggiati hanno ripreso a cercare un impiego. Anche i salari sono aumentati del 3,1%, poco più del 3% registrato a dicembre. Gli economisti dei due schieramenti continuano ad essere divisi. Quelli più vicini al Partito democratico sottolineano che la ripresa è in corso dal 2009, e la media della crescita del Pil negli ultimi 4 anni del mandato di Obama è stata del 2,4%, ossia superiore al 2,3% fatto registrare da Trump nell’ultimo rilevamento. La sostanza, però, è che la percezione degli elettori è positiva.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Marconi Cristina 
Titolo: Irlanda al voto, fenomeno Sinn Fein il Pil corre ma la maggioranza rischia
Tema: Irlanda
Con l’economia in forma smagliante e il rischio di una frontiera tisica con l’Irlanda del Nord scongiurato, in condizioni nomali il ‘taoiseach’ Leo Varadkar, forte del modo fermo e competente con cui ha tenuto testa ai britannici nel dossier Brexit, dovrebbe avere in tasca la rielezi one con il suo partito di centro-destra, Fine Gael. Eppure quando oggi gli irlandesi andranno a votare dalle 7 del mattino alle 10 di sera, dalle urne potrebbe uscire un risultato ben diverso, perché sono molti i temi che hanno cambiato l’equilibrio delle cose in una campagna segnata da un forte desiderio di rinnovamento di un paese che si è arricchito rapidamente ma non ha ancora visto migliorare i suoi servizi perla popolazione. E a sorpresalo Sinn Fein, da partito di lotta storicamente legato alla causa repubblicana, inizia a essere vista da molti elettori come un possibile partito di governo, con Ie risposte giuste ai problemi delle persone normali: sanità al collasso e grave crisi abitativa innanzi tutto.
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