Menu

SINTESI IN PRIMO PIANO – 8 febbraio 2021

In evidenza sui principali quotidiani:

– Parte il secondo giro di consultazioni. Draghi salirà al Colle da Mattarella a metà settimana.
– Il Pd non mette veti sulla Lega, Zingaretti: Salvini ci dà ragione, ora coerenza. Conte: non entro nel governo. Meloni resta all’opposizione.
– Per l’Economia nell’agenda Draghi: attenzione alle partite iva in crisi, aumento degli investimenti nella Salute, priorità all’Istruzione.
– Esteri. La Birmania scende in piazza contro i golpisti. Il presidente Usa: l’Iran rispetti gli impegni sul nucleare.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Verderami Francesco 
Titolo: Il retroscena – Ora il premier incaricato chiederà ai partiti risposte (e di non fare tattica)
Tema: Governo Draghi

La settimana che inizia con le consultazioni finirà con il giuramento del governo: il timing per la nascita del gabinetto Draghi è chiaro, com’è chiaro al premier incaricato l’impianto di programma che da oggi sottoporrà ai partiti. Resta da sciogliere un nodo politico, certo non di poco conto, legato alla presenza di Salvini in maggioranza: il secondo giro di colloqui servirà all’ex presidente della Bce per capire se il leader della Lega ha davvero preso una decisione strategica o se la sua è una mossa tattica, funzionale a usare l’esecutivo come una sorta di piattaforma da sfruttare a breve per una campagna elettorale. In questo senso vanno decrittate le parole del capo del Carroccio, che ieri si è detto pronto ad appoggiare «un progetto che ci convince, ovviamente della durata di mesi che ci sarà». Così come va interpretato il ragionamento del segretario dem che — in un inciso della sua intervista a < em> Mezz’ora in più — si è lasciato scappare un «vedremo se in tre mesi il governo darà un segnale di svolta».
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galluzzo Marco 
Titolo: Il Pd non mette veti sulla Lega – Via al test decisivo per Draghi Il Pd: la Lega? Ci dà ragione
Tema: Governo Draghi

Il Pd non mette veti sulla Lega e questa mattina parte il secondo giro di consultazioni di Mario Draghi. A metà settimana il premier incaricato potrebbe salire al Colle e proporre la squadra di governo. I dem sembrano avere superato i tormenti delle ultime ore. «Procederemo per punti comuni», dice il segretario Nicola Zingaretti. Che punzecchia Matteo Salvini: «Ci ha dato ragione». Il leader del Carroccio conferma l’apertura: «Non siamo per appoggi esterni, se c’è un progetto che ci convince ci staremo per la durata dei mesi che sarà». E Giuseppe Conte: «Non entro nell’esecutivo». La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, invece rimarca i motivi della scelta di restare all’opposizione: «Sicuramente sarò isolata dal mainstream e me ne sono accorta dal giornali di questi giorni. Ma non mi pare di essere così isolata tra gli italiani, perché molti, come me, si interrogano su questa nostra democrazia imperfetta e sul fatto che qui si cerchi sempre una strada per non votare».
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Stampa 
Autore:  Carratelli Niccolò 
Titolo: Il retroscena – Nell’esecutivo si punta al 50 per cento di donne L’ipotesi di una cabina di regia con i leader
Tema: Esecutivo Draghi

Ancora 48 ore e poi, salvo imprevisti, Mario Draghi dovrà mettere in bella copia la lista dei suoi ministri per sottoporla al presidente Mattarella. Molti scommettono che la squadra possa essere ufficializzata nella giornata di mercoledì. Ma prima il presidente incaricato dovrà prendere una decisione sulla formula, resa più complicata dalla larghissima maggioranza che si sta materializzando intorno al suo nome. Solo ministri tecnici, magari alcuni “di area” segnalati dai partiti, con i politici limitati agli incarichi di seconda fascia (viceministri e sottosegretari): soluzione ora preferita dal Partito democratico, in agitazione all’idea di far sedere i propri esponenti a fianco dei leghisti. Che è poi l’assetto su cui lo stesso Draghi metterebbe subito la firma, se non fosse per le pressioni in senso opposto da parte della Lega e del Movimento 5 stelle. Il compromesso porterebbe ad una composizione mista: i tecnici nei ministeri di spesa pi&ugrave ; importanti e i politici a riempire le altre caselle, dando così maggiore spazio e visibilità ai partiti. C’è anche l’ipotesi di una cabina di regia con i leader di tutti i partiti della maggioranza, che Draghi potrebbe riunire periodicamente, tenendoli quindi fuori dalla squadra di governo, ma dentro l’attività di governo. Di certo, nei piani di Draghi, le donne in squadra non mancheranno: il premier incaricato ha già fatto capire di voler garantire un equilibrio di genere, la metà saranno ministre.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Falci Giuseppe_Alberto – Galluzzo Marco 
Titolo: Nomi e ruoli, si lavora alla squadra Due ipotesi per il sottosegretario
Tema: Esecutivo Draghi

Non ci sono dubbi sul fatto che il cuore della squadra di governo sarà deciso nelle prossime ore da Mario Draghi in sintonia e collaborazione con il capo dello Stato Sergio Mattarella. E questo non solo perché il Quirinale ha sempre e comunque una voce in capitolo, almeno da prassi, ma perché si tratta di un governo del presidente, che ne ha dettato il perimetro quando ha parlato di un esecutivo di «alto profilo». Il primo nodo da sciogliere al momento resta il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, una figura strategica per la macchina del governo. Ecco perché a meno di colpi di scena dovrebbe trattarsi di un tecnico: un giurista o un economista di altissimo livello. Non a caso girano due nomi: Daniele Franco, direttore generale di Bankitalia e già ragioniere generale dello Stato, e Luisa Torchia, giurista e allieva di Sabino Cassese e Massimo Severo Giannini.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Uva Valeria 
Titolo: Nell’agenda Draghi le partite Iva in crisi: redditi in picchiata e caccia ai ristori – Il grande freddo per le partite Iva ma i ricavi ko aprono l’opzione flat tax
Tema: Rapporto Confprofessioni

Oltre due milioni di partite Iva sono rimaste ferme durante il lockdown fino al 3 maggio dello scorso anno. In pratica il 40% dei 5,3 milioni di soggetti che compongono la galassia degli indipendenti, tra professionisti, imprenditori e altre partite Iva. Ancora per tutto il mese di maggio lo stop ha coinvolto il 28% degli indipendenti. E per molti si protrae tuttora: basti pensare ai lavoratori dello spettacolo o del turismo. La fotografia del primo impatto dell’emergenza Covid-19 è contenuta nel Rapporto sulle libere professioni, presentato nei giorni scorsi da Confprofessioni. La crisi ha colpito fatturati già al mimimo: 35mila euro per i professionisti con gli Ordini e 15mila per chi è senza Albo. A giugno l’assegno l’Iscro, ma sarà solo per 41mila lavoratori indipendenti.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Aquaro Dario – Dell’Oste Cristiano – Ferlito Gabriele 
Titolo: Nuovi aiuti. Con cinque decreti coperti fino a 7 mesi su 10. Ora vanno articolati gli interventi per cui e già autorizzata la spesa di 32 miliardi – Aiuti agli autonomi verso la ripartenza dopo il 2020 «spot»
Tema: Ristori 5

I 32 miliardi di scostamento di bilancio, decisi poche settimane fa per alimentare l’ipotetico decreto “Ristori 5”, con ogni probabilità continueranno a contemplare anche gli aiuti a professionisti e autonomi, come nelle intenzioni del Governo Conte-bis. Ma in una direzione ancora tutta da vedere, che sarà il nuovo Esecutivo a dover indicare. La ripartenza degli aiuti avrà l’imprinting di Mario Draghi, che già l’anno scorso aveva sollecitato il sostegno immediato alla liquidità su vasta scala, esortando a mobilitare in ogni modo l’intero sistema finanziario, per proteggere i cittadini e l’economia «contro scossoni di cui il settore privato non ha nessuna colpa, e che non è in grado di assorbire». D’altra parte, con il passare dei mesi è diventato sempre più chiaro che la strategia degli aiuti a fondo perduto serve a far fronte allo shock iniziale, ma non basta a garantire né il sostentamento, né&nb sp;il rilancio delle attività economiche nel medio periodo.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Repubblica 
Autore:  Tito Claudio 
Titolo: Draghi: programma di coesione sociale – Impresa, lavoro e sanità Il programma di Draghi per la “coesione sociale”
Tema: Programma Draghi

Draghi non vuole nemmeno sentire parlare di «sussidi» a pioggia. «Gli incentivi – è uno dei suoi capisaldi – devono creare nuovi lavori, non salvare quelli vecchi». Così come il sostegno pubblico alle aziende non può che essere mantenuto e rafforzato durante una stagione di stagnazione prolungata, ma non per quelle destinate comunque a fallire. Lo Stato, insomma, non può farsi carico di imprese “zombie”. Semmai il nuovo governo avrà l’obiettivo di modificare il diritto fallimentare per renderlo in grado di favorire le ristrutturazioni aziendali e non solo di prevederne, appunto, il fallimento. Le risorse, semmai, vanno in larga parte dirottate sulle giovani generazioni: «Privare un giovane del futuro – aveva ammonito ad agosto scorso nel corso del meeting di Cl – è una delle forme più gravi di diseguaglianza». Di sicuro nella sua proposta di programma non mancheranno l’aumento degli investimenti nell a Salute all’interno del Recovery Plan e l’attenzione alla scuola. Parola d’ordine: coraggio.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Gattegno Hervé – Gröndahl Marie-Pierre 
Titolo: «Con lui l’Italia ripartirà» – «Ho fiducia in Draghi, rilancerà la crescita»
Tema: Intervista a Christine Lagarde

La presidente della Bce: «È un’occasione d’oro per l’Italia e un’occasione d’oro per l’Europa, che Mario Draghi abbia accettato la sfida: far uscire il suo Paese dalla crisi economica e sociale, il Paese della zona euro più gravemente colpito dalla pandemia. Ripongo la massima fiducia in Mario Draghi e so che porterà a termine il suo compito nel migliore dei modi. Ha tutte le qualità indispensabili, la competenza, il coraggio, e anche l’umiltà, per riuscire nella sua nuova missione: rilanciare l’economia italiana, con il sostegno dell’Europa».
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Repubblica 
Autore:  Mania Roberto 
Titolo: Landini: siamo con lui, si può uscire dalla precarietà del lavoro – Landini “Il lavoro è prioritario Draghi ci porti fuori dalla precarietà”
Tema: Intervista a Maurizio Landini

«Con Draghi possiamo far uscire l’Italia dalla precarietà del lavoro». È più di un endorsement quello di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, nei confronti del presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi. Aggiunge: «Sarebbe un suicidio politico del nostro Paese non saper cogliere e non saper utilizzare la sua competenza e la sua autorevolezza per ridisegnare il futuro del nostro Paese facendo quelle riforme che rinviamo da anni».
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Repubblica 
Autore:  Colarusso Gabriella 
Titolo: Un’onda rossa in piazza contro il golpe “Vogliamo la democrazia in Birmania”
Tema: Birmania

Più di 100 mila persone hanno manifestato nelle città birmane per protestare contro il golpe del 1° febbraio e per chiedere il rilascio di Aung San Suu Kyi e degli altri arrestati. I manifestanti indossavano magliette rosse, il colore del partito di Suu Kyi, e tenevano alte le tre dite della mano, il gesto di Hunger Games ormai diventato il segno della rivolta contro l’autoritarismo in molti Stati asiatici, dalla Thailandia a Hong Kong. Sono state le manifestazioni anti-regime più imponenti dalla rivolta dello zafferano del 2007, convocate da sindacato e associazioni studentesche, nonostante la paura della repressione e il blackout di Internet, ripristinato nel pomeriggio di domenica anche se social e app come Facebook e Whatsapp restano inaccessibili.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Repubblica 
Autore:  Pizzati Carlo 
Titolo: Dalla Nobel alla giornalista l’offensiva per zittire le donne della nuova Asia
Tema: Birmania

L’arresto in Birmania della premio Nobel Aung San Suu Kyi con la scusa che aveva presumibilmente acquistato senza autorizzazione tre walkie talkie mette in rilievo un fenomeno che accomuna diversi Paesi asiatici: quello di zittire le voci delle donne con pretesti giuridici. La voce delle donne sta scomoda al potere nazionalista patriarcale rappresentato dalla monarchia thailandese puntellata dai militari, dal regime comunista di Xi Jinping, dal caudillismo di Rodrigo Duterte e dalla prepotenza del fondamentalismo islamico, così come dai militari birmani. Ecco il perché di queste punizioni esemplari. In molte nazioni asiatiche c’è qualcosa di rivoluzionario in una donna che dice che il re è nudo. Per questo il potere inveisce. La voce di una donna dà più fastidio perché potenzialmente più pericolosa.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Stampa
Autore:  Semprini Francesco 
Titolo: Biden gela Teheran “Le sanzioni restano” E attacca Xi Jinping “Non è democratico”
Tema: USA-Iran

Inizia in un clima di gelo apparente il nuovo corso dei rapporti tra Stati Uniti e Iran, con Joe Biden determinato a mantenere in vita le sanzioni imposte da Trump sino a che la Repubblica islamica non avrà rispettato i suoi impegni sul fronte del nucleare. Un no categorico alla richiesta del leader supremo Ali Khamenei, secondo gli Usa devono prima di tutto allentare la morsa delle restrizioni. La linea della Casa Bianca per il momento è rigida, ma a Washington si respira un’altra aria dopo quattro anni di strategia della «massima pressione» voluta da Trump nei confronti di Teheran. «Da parte di Biden c’è un po’ di tattica in risposta a Khamenei oltre a una serie di condizionamenti interni ed internazionali che gli impongono un minimo di prudenza», spiegano fonti vicine al dossier.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  G.Sar. 
Titolo: Obama: la democrazia non è scontata
Tema: USA

Domani inizia al Senato la fase finale dell’impeachment a carico di Donald Trump. Il secondo del suo mandato e con un’accusa gravissima: «incitamento all’insurrezione». L’esito, però, sembra scontato. Non ci sono i numeri, 67 senatori, per arrivare alla condanna. II Partito repubblicano si avvicina all’appuntamento con qualche contorsione logica, prima ancora che politica. Ieri, per esempio, il senatore Lindsey Graham, a lungo molto vicino a Trump, ha detto in un’intervista televisiva: «L’ex presidente avrà un posto nella storia in relazione all’assalto di Capitol Hill, ma noi non siamo procuratori». La maggior parte dei conservatori si è compattata più o meno su questa linea: Trump ha ormai lasciato la Casa Bianca, possiamo discutere sulle sue responsabilità politiche, ma non tocca più al Senato giudicarlo. Ieri sera, intanto, l’ex presidente Barack Obama è stato ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa : «Non credo che potremo mai cancellare I fatti di Capitol Hill», ha detto il 44esimo presidente americano. «Dobbiamo anzi stamparci nella mente perché ci ricordano che la democrazia non è un dono che viene dal cielo: noi cittadini dobbiamo continuamente rinnovarla e investirci. Lo stesso tipo di impulsi di estrema destra, di suprematismo e il razzismo lo possiamo vedere in ogni Paese europeo», ha proseguito.
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

PRIME PAGINE

IL SOLE 24 ORE
Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

CORRIERE DELLA SERA

Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

LA REPUBBLICA

Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

LA STAMPA

Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

IL MESSAGGERO

Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

IL GIORNALE

Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

LIBERO QUOTIDIANO

Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

IL FATTO QUOTIDIANO

Leggi da:   PC/Tablet    SmartPhone 

SCARICA L'APP