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SINTESI IN PRIMO PIANO – 9 aprile 2020

In evidenza sui maggiori quotidiani:

– Covid: l’Italia pensa alla fase 2
– Il numero dei contagi in lenta discesa: Oms: “Restare all’erta”
– Imprese: necessaria la ripartenza
– Scontro sul debito. Conte: pronti a fare a meno dell’Europa
– Usa, duemila contagi in un giorno
– Sanders lascia la corsa: sfida Biden-Trump

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Palmerini Lina 
Titolo: Politica 2.0 – Nervosismi e compromessi ma resta il nodo Ue
Tema: Nodo UE

Un nervosismo crescente ha segnato la giornata di ieri che ha richiesto vertici di maggioranza su diversi dossier tra cui quello sull’Europa, il più preoccupante dal punto di vista della tenuta finanziaria Un negoziato complicato che è stato oggetto di un serrato confronto tra Conte, Di Maio, Gualtieri (oggi torneranno a vedersi) con il premier che cerca una mediazione non solo sul tavolo di Bruxelles ma pure su quello di Roma viste le differenti posizioni tra Pd e 5 Stelle sul Mes. E infatti quella sua dichiarazione – «potremmo fare anche da soli senza un ammorbidimento Ue» – sembrava detta più in chiave interna – al mondo grillino – che europea. Sempre in quel summit ristretto è approdato un altro dossier già frutto di uno scontro tra i due principali partiti della coalizione su cui, però, sembrava si fosse trovata una mediazione: il decreto sulla liquidità alle imprese. Ancora ieri – invece – il testo non era pronto per essere mandato alla firma del Quirinale: restavano alcuni nodi irrisolti di cui il più intricato era proprio quello sul controllo di Sace che era stato il punto di discordia tra Di Maio e Gualtieri (in extremis si è trovato il compromesso). Una tensione altissima tra i ministri a cui si è aggiunta la pressione del Colle che attendeva il testo per dargli il via libera, data l’urgenza di un provvedimento vitale per le imprese.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Franco Massimo 
Titolo: La Nota – L’europa arma tattica nello scontro tra i partiti
Tema: Nodo UE

Per il momento la marcia di allontanamento delle opposizioni dal governo non si ferma. Il premier Giuseppe Conte assicura che «il confronto è costante», ma le polemiche sul modo in cui si è risposto alla pandemia rimangono aspre. E nei confronti dell’atteggiamento europeo, Lega e Fratelli d’Italia continuano a martellare, accarezzando posizioni sempre più radicali. Probabilmente lo fanno anche per assecondare sondaggi che segnalano l’impopolarità delle istituzioni continentali in questa fase delicata delle trattative; e perché sperano di dividere il governo. Almeno con il M5S, il fossato in apparenza tende a ridursi in nome di un istinto euroscettico. Lega, FdI e grillini appaiono entrambi per il «no» al Fondo salva-Stati, il Mes, considerato il preludio di un commissariamento dell’Italia da parte della «troika» finanziaria Fmi-Bce-Commissione europea. Ma per la destra il tema è il riflesso di un approccio ideologico, a differenza di FI, aderente al Ppe. Palazzo Chigi, invece, può utilizzare tatticamente l’impuntatura della sua componente grillina per cercare di spuntare condizioni migliori nella trattativa. Nazioni nord-europee come l’Olanda, contrarie a condividere i debiti provocati dal coronavirus, sanno che non è facile accreditare il problema solo come italiano.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica – Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Ripresa diversa in ogni regione – Fase 2, un calendario per le regioni
Tema: L’Italia pensa alla fase 2

L’Italia non riprenderà tutta assieme, la Fase 2 partirà in modo diverso da regione a regione. Una decisione guidata dalla prudenza, per evitare che i contagi che sono in diminuzione non tornino di nuovo a salire in modo preoccupante, cosa che metterebbe in difficoltà un sistema sanitario già provato da questi mesi di emergenza coronavirus. Gli industriali del Nord chiedono con una sola voce di riaprire in fretta le aziende. E il premier Conte dice all’Europa: «È necessario che la Ue batta un colpo». Intanto ieri record di guariti, più di 2.000 in un giorno.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Amato Rosario – Bocci Michele – Ziniti Alessandra 
Titolo: Come e quando ripartire
Tema: L’Italia pensa alla fase 2

La produzione di macchinari per l’agricoltura, le acciaierie che forniscono pezzi essenziali, come la strumentazione ospedaliera o la latta per inscatolare gli alimenti. Il governo sta ragionando su pochi gruppi di industrie per una prima riapertura. Ma le filiere sono strettamente intrecciate e questo rende i piani più complicati. Si parla con insistenza di una prossima ripartenza dell’edilizia, che però poggia su una filiera che coinvolge oltre 80 settori industriali. Moltissime fabbriche comunque stanno già riaprendo perché collegate ad altre “essenziali” secondo i codici Ateco. I sindacati chiedono che la ripartenza avvenga nel rispetto delle garanzie previste dal protocollo siglato il 14 marzo: l’obbligo di rimanere a casa se si ha la febbre (è possibile misurare la temperatura all’ingresso, per verificare che non sia superiore ai 37,5 gradi), la sanificazione periodica, il mantenimento della distanza di un metro o in alternativa l’uso di mascherine, guanti, occhiali, cuffie e camici.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vitale Giovanna 
Titolo: Gli scienziati frenano Conte: è presto, ancora troppi rischi
Tema: L’Italia pensa alla fase 2

Un po’ se l’aspettava, il premier. Sapeva che prima o poi Confindustria sarebbe tornata alla carica, avrebbe scatenato la sua potenza per mettere sotto pressione il governo e spingerlo ad allentare la stretta sulle attività produttive. Non è un caso se l’altro ieri, non appena la curva del contagio ha stabilizzato la flessione, da palazzo Chigi è stato fatto filtrare un cauto ottimismo e la voglia di «riaccendere i motori del Paese», sebbene con «gradualità e prudenza». Due parole che rappresentano la chiave di volta della Fase 2, così come immaginata dall’esecutivo. E che tuttavia l’associazione delle imprese non sembra voler accettare. Pigiando il piede sull’acceleratore per forzare la mano a Conte e Co. Stavolta, però, a prevalere sulle richieste pur legittime di Confindustria è la linea dell’accortezza ribadita ieri dal Comitato tecnico scientifico: «Guai ad avere fretta, rischiamo di vanificare tutti gli sforzi fatti fm qui». In piena sintonia con l’avvertimento dell’Oms: «Non c’è ancora una diminuzione netta dei contagi, ma solo un rallentamento, riaprire ora è difficile». Conte capisce che non può muovere nulla, ora: è troppo pericoloso.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Iossa Mariolina 
Titolo: Record di guariti, 2.099 in un giorno «Il virus rallenta, non è calo netto»
Tema: Il numero dei contagi in lenta discesa

Tanti nuovi guariti in un solo giorno: 2.099 pazienti ieri si sono ristabiliti dal virus, in tutto sono 26.491, e il capo della Protezione civile Angelo Borrelli parla di «record». Per il quarto giorno di seguito inoltre, calano i ricoverati in terapia intensiva, sono 99 in meno (3.693, -2,6%) e cala anche il numero di ospedalizzati, sono 28.485. C’è un rialzo del numero dei nuovi contagi, che sono 3.836 mentre martedì erano 3.039 ma è anche vero che sono stati fatti 51.670 tamponi, il numero più alto fino a oggi in un giorno.  Le notizie che i numeri danno sono buone ma proprio perché buone, «non dobbiamo abbassare la guardia», ha aggiunto Borrelli. «L’allarme è tuttora massimo — ha rinforzato il concetto Ranieri Guerra, direttore generale aggiunto dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) —. Il fatto che le misure di contenimento adottate finora abbiano avuto un riscontro preciso è dovuto a provvedimenti presi 3 settimane fa». Non siamo ancora «al sicuro», insomma, e almeno fino al 3 maggio dovremo continuare esattamente come stiamo facendo adesso. Solo così si aprirà la fase 2 nella quale, continua Guerra, «sono certo che il governo adotterà misure improntate alla massima cautela».
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Testata:  Giornale 
Autore:  Giannini Chiara 
Titolo: Chiudono i porti, ma continuano gli sbarchi – Il governo chiude i porti ma a Lampedusa sbarcano
Tema: Confini italiani chiusi ma continuano gli sbarchi

II governo non farà più sbarcare migranti, almeno sulla carta, visto che i ministri Paola De Micheli (Infrastrutture e trasporti), Luigi Di Maio (Esteri) e Luciana Lamorgese (Interno) hanno firmato un decreto che non rende più l’Italia un porto sicuro per la durata dell’emergenza Covid-19. Ma è un controsenso, visto che i barconi continuano a sbarcare a Lampedusa, dove sale la protesta dei cittadini, esasperati perché cosi si potrebbero mettere a rischio le loro vite. Nel documento firmato dai tre ministri si legge che «i porti italiani non assicurano» più «i necessari requisiti per la dichiarazione e definizione di “place of safety”». Ecco perché le «attività assistenziali possono essere assicurate dal Paese di cui le unità navali battono bandiera laddove abbiano condotto le operazioni al di fuori dell’area Sar italiana».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Dazzi Zita – Pucciarelli Matteo 
Titolo: “Quei referti scomparsi al Trivulzio” – Il caso Trivulzio La denuncia degli infermieri “Esami spariti dalle cartelle per nascondere lìepidemia”
Tema: Il caso Trivulzio

Quella che si consuma in questi giorni dietro la gloriosa facciata gialla del Pio Albergo Trivulzio è una storia fatta di tentativi per insabbiare le prove: i referti dei pazienti che alla Baggina si sono ammalati e in alcuni casi morti. Ma tra gli operatori sanitari diverse fonti si dicono pronte a collaborare con la commissione d’inchiesta creata due giorni fa, denunciando un fatto: ovvero che da alcune cartelle cliniche di pazienti siano state omesse radiografie e referti.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Sorgi Marcello 
Titolo: Taccuino – Le ragioni dietro il pressing delle aziende
Tema: Imprese: necessaria ripartenza
A un mese esatto dall’inizio del blocco, il Nord preme per la riapertura. Il documento delle Confindustrie di Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna è una chiara presa di posizione nei confronti del governo. Non è neppure connotato di parte, dato che agli imprenditori delle tre regioni governate dal centrodestra si sono aggiunti quelli della maggior regione a guida di centrosinistra, e che i termini dell’appello sono chiari: se ci costringete a stare ancora chiusi, non saremo più in grado di pagare gli stipendi. Le ragioni che si intuiscono, anche a una veloce lettura del testo, sono due. La prima è che da Palazzo Chígi, proprio in tema di riapertura o fase 2, intesa come graduale ritorno alla vita normale, almeno a quella produttiva, dato che per il resto si tratterà di una convivenza con i rischi del virus, arrivano segnali contraddittori. Il secondo motivo è l’imbarazzo di tecnici e scienziati che hanno fin qui coadiuvato l’esecutivo nell’indicare un insieme di regole plausibili perla graduale uscita dall’emergenza, tipo blocco solo di certe aree geografiche o di certe fasce d’età, via libera a esercizi fin qui fermi e quali, ristoranti e bar si o no e così via. S’intuisce che gli esperti che sono stati a ragion veduta solleciti nell’imporre il lockdown al governo, che del resto, nel prendere le durissime misure di queste settimane, s’è fatto sempre scudo dei pareri scientifici, adesso preferirebbero che sia Conte a prendere una decisione di quelle che non si possono proprio sbagliare.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Stella Gian_Antonio 
Titolo: E ora siate semplici
Tema: Per la ripartenza meno burocrazia

La bozza del «Decreto legge recante disposizioni urgenti per il sostegno alla liquidità delle imprese e all’esportazione» dice tutto. Le migliori intenzioni, le più generose aperture, i più volenterosi obiettivi, rischiano infatti di impantanarsi in un testo che si srotola per cento pagine in 37.157 parole. Un metro più in là del confine, in Svizzera, il modulo che un imprenditore deve riempire per avere un prestito pari a un decimo del fatturato 2019 a interessi zero fino a 500.000 euro, credito da restituire entro cinque anni, consiste in una pagina. Una. Una pagina che chiede una dozzina di dati dell’impresa (nome, indirizzo, numero di dipendenti, iban, telefono, cifra d’affari, email…) ed elenca due manciate di condizioni contrattuali. Tipo quella che chi chiede soldi non può avere in corso una procedura di fallimento. Seguono luogo, data e firma. Fine. Tutto facile. Come di facile lettura, spiegata con chiarezza sul Web, è l’intera legge su questi «crediti transitori». Breve. Asciutta. Alla portata di tutti.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Signore Adalberto 
Titolo: Il commento – Si arena in Senato la «coesione» che voleva il Colle – Si arena il Senato lo spirito di unità che il premier ha sempre ostacolato
Tema: Italia divisa

Poco dopo l’ora di pranzo il Senato concluderà il voto di fiducia sul decreto Cura Italia. Un provvedimento su cui il governo ha messo la fiducia, escludendo di fatto qualsiasi ipotesi di convergenza delle opposizioni. Una scelta per molti versi scontata e che, finalmente, fa un po’ d’ordine dopo che per quasi un mese si è andati avanti con lo stucchevole balletto di un presunto spirito di unità nazionale che avrebbe guidato, quasi fosse un rabdomante, maggioranza e opposizioni in nome del supremo interesse del Paese. Della collaborazione più volte invocata da Sergio Mattarella (nel tondo), infatti, non c’è traccia. E non ce n’è mai stata, al netto dei due incontri molto formali e fumosi che Giuseppe Conte è stato costretto a fare con Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani per salvare quantomeno le apparenze. II premier, magari complice un rapporto umano e personale ormai compromesso con il leader della Lega, non ha infatti mai davvero voluto ascoltare le minoranze.
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Testata:  Osservatore Romano 
Autore:  Gisotti Alessandro 
Titolo: Intervista a Giuseppe Conte – Conte: l’Europa sia forte e solidale di fronte all’emergenza
Tema: Conte: il mondo ci ammira

In questo periodo di emergenza, la politica dia esempio di unità ai cittadini. E quanto afferma il presidente del Consiglio dei ministri italiano, Giuseppe Conte, in un’intervista rilasciata a «L’Osservatore Romano» e Vatican News. Dall’emergenza sanitaria all’impegno per sostenere l’economia nazionale, dalla delicata questione dell’accesso alle chiese al ruolo dell’Europa nell’affrontare questa crisi senza precedenti, il capo dell’esecutivo risponde a tutto campo e auspica una nuova primavera per l’Italia una volta usciti dall’emergenza
È necessario, secondo lei, un nuovo modello economico per affrontare il dopo coronavirus? Intanto serviva una primissima e immediata risposta a chi ha fame e l’abbiamo data, con un trasferimento di 400 milioni ai Comuni per poter distribuire buoni pasto alle famiglie più bisognose. Con il Cura Italia abbiamo stanziato 25 miliardi di euro per interventi in favore delle famiglie, dei lavoratori, delle imprese; all’interno di questo intervento, ben II miliardi sono dedicati ai tanti cittadini la cui vita professionale è sospesa: la cassa integrazione per i lavoratori, il bonus per gli autonomi. Con l’ultimo decreto siamo intervenuti con un ampio schema di garanzie pubbliche per liberare subito 400 miliardi di liquidità a beneficio delle nostre imprese, piccole e grandi. Nel complesso sono interventi davvero poderosi.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 

Autore:  Meneghello Matteo 
Titolo: Il bazooka delle banche vale 54 miliardi ma resta il nodo dei tempi – Il bazooka delle banche vale 54 miliardi
Tema: Finanziamenti dalle banche

Le munizioni sono pronte e sono state messe a terra da giorni. Il «bazooka» delle banche a sostegno di imprese, liberi professionisti e privati nell’emergenza Covid-19 vale più di 50miliardi di euro. È una stima per difetto, misurata sulla base dei soli plafond dichiarati. Questa dotazione è destinata a crescere, considerando la varietà delle misure, spesso non vincolate a tetti. Senza dimenticare che la massa di denaro che si appresta a entrare in circolazione lieviterà quando sarà fatta chiarezza nel quadro delle garanzie del Decreto liquidità: Intesa Sanpaolo, per esempio, ha messo a terra 15 miliardi, ma ha già annunciato che il nuovo credito, anche a seguito delle misure del Governo, dovrebbe salire a 50 miliardi. Dopo il grido d’allarme di industrie o cittadini colpiti dal lockdown, gli istituti si sono mossi, con una varietà di azioni. Sulla carta la somma dei plafond chiamati a sostenere la liquidità dichiarati a oggi dalle banche è di 54 miliardi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Orlando Luca 
Titolo: Liquidità e Fase 2, le imprese del Nord fanno pressing – Riaprire dove c’è sicurezza L’appello del Nord produttivo
Tema: Imprese: necessaria la ripartenza

Il 45% del Prodotto interno lordo. Così come i due terzi dell’export nazionale, oltre 300 miliardi di euro. È in fondo naturale che parta da qui, dalle quattro regioni a maggiore vocazione manifatturiera, l’appello al Governo per un avvio immediato delle Fase 2: la riaccensione della produzione. Richiesta corale che arriva dalle quattro Confindustrie regionali di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, unite anzitutto nella linea di porre sicurezza e salute pubblica come faro di ogni decisione. Nella consapevolezza, tuttavia, che il blocco produttivo, ormai non è più sostenibile. L’agenda per la riapertura delle imprese e la difesa dei luoghi di lavoro contro il Covid-19 è un mix di richieste, offerte di disponibilità e proposte che parte da un assunto di base: lo stop alle attività produttive rischia di spegnere definitivamente il motore dell’economia, trasformando in vera depressione la profonda crisi economica che comunque, certamente, seguirà l’emergenza sanitaria. Come ovvio il lockdown prolungato della produzione si traduce in perdita di clienti e relazioni internazionali, così come in vendite azzerate.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Perrone Manuela 
Titolo: Intesa su garanzie e Sace, tensione sul Mes – Intesa su Sace, ancora tensione sul Mes
Tema: Tensioni sul Mes. Accordo su Sace

Sul decreto liquidità «l’accordo politico c’è», sul Mes ancora no. Al vertice serale convocato a Palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro e i ministri dell’Economia, Roberto Gualtieri, e degli Esteri, Luigi Di Maio, si confrontano per ore. La prima urgenza è far arrivare oggi in Gazzetta Ufficiale il Dl approvato lunedì scorso in Consiglio dei ministri, appianando le ultime tensioni tra Gualtieri e Di Maio sul ruolo di Sace e sulla concertazione delle decisioni in tema di garanzie all’export tra Tesoro e Farnesina. I tecnici lavorano alle ultime limature. Ma buona parte dell’incontro tra Conte e i ministri verte sull’altro dossier caldissimo, quello sulla partita in corso in Europa. In un’intervista a Bild Tv, poche ore prima, il premier era stato durissimo. «Non dobbiamo arretrare rispetto a Cina e Usa che mettono al momento a disposizione  50 miliardi. Il valore delle garanzie date da Sace all’export, previste dal decreto liquidità del loro Pil», ha avvertito. «È nell’interesse reciproco che l’Europa batta un colpo, che sia all’altezza della sfida, altrimenti dobbiamo assolutamente abbandonare il sogno europeo e dire che ognuno fa per sé, ma impiegheremo il triplo, il quadruplo, il quintuplo delle risorse per uscire da questa crisi». Conte ha di nuovo esortato l’Ue a dotarsi di strumenti finanziari «all’altezza della sfida», come gli eurobond. E ha avvisato: se la risposta non sarà unitaria e tempestiva, «ne soffriranno anche i cittadini tedeschi».
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Testata:  Sole 24 Ore
Autore:  Romano Beda 
Titolo: Sul Fondo salva Stati Olanda contro tutti – Eurogruppo, ultima chiamata Olanda contro tutti sul Mes
Tema: Olanda contro tutti

I ministri delle Finanze della zona euro torneranno a riunirsi questo pomeriggio per cercare un sofferto accordo sul modo in cui rispondere allo shock economico provocato dalla pandemia influenzale che sta colpendo il continente. Dopo 16 ore di negoziato nella notte tra martedì e mercoledì, è emersa plateale la posizione dell’Olanda che ha bloccato una intesa. La speranza è che dalla nuova riunione possa giungere un compromesso da presentare ai capi di Stato e di governo. «Dopo 16 ore di negoziato ci siamo avvicinati a un accordo, ma ancora non ci siamo», ha scritto ieri su Twitter Mário Centeno, il presidente dell’Eurogruppo che ha guidato la riunione in video-conferenza. «L’Olanda ha chiesto che ci fossero precise condizioni economiche all’uso del prestito. L’Italia si è opposta finché è stato raggiunto un compromesso accettabile per tutti, salvo per il governo olandese. In buona sostanza, il Paese ha messo il veto a un accordo. Alla fine della discussione è apparso chiaro il confronto tra l’Olanda e tutti gli altri Paesi», ha riassunto un partecipante ai lavori.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Caizzi Ivo 
Titolo: «O l’Europa cambia o ne facciamo a meno»
Tema: Nodo UE

Le posizioni politiche di Italia e Olanda, su come la Ue deve fronteggiare le pesanti conseguenze economiche dell’emergenza coronavirus, restano opposte. Ma la ricerca di un compromesso nell’Eurogruppo dei ministri finanziari, in programma oggi in teleconferenza, ruota principalmente intorno ai miliardi in discussione e alle condizioni per utilizzarli. I ministri del Sud favorevoli a maxi investimenti espansivi, guidati da Roberto Gualtieri, dal francese Bruno Le Maire e dalla spagnola Nadia Calvino, avrebbero bisogno di almeno 1.000-1.500 miliardi. I loro colleghi del Nord definitisi «frugali» per la poca disponibilità a spendere per l’Ue, capitanati dall’olandese Wopke Hoekstra con dietro il tedesco Olaf Scholz, vorrebbero limitarsi a 540 miliardi di prestiti: 240 del Fondo salva Stati (Mes) per i governi, 200 della banca Bei per le imprese e 100 del progetto Sure anti-disoccupazione.
Il premier Giuseppe Conte ha detto al quotidiano tedesco Bild che «l’Europa deve rispondere senza se e senza ma o i cittadini europei saranno delusi e ne soffriranno anche i cittadini tedeschi», sollecitando «eurobond» perché «altrimenti dobbiamo fare senza l’Europa».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Lagarde Christine 
Titolo: L’intervento – «Così la Bce aiuta famiglie e imprese» – Così la Bce aiuta imprese e famiglie
Tema: Dalla Bce aiuti alle famiglie

Nel mondo le autorità pubbliche sono impegnate nella lotta al coronavirus. Il Covid-19 rappresenta una nuova forma di shock economico che non può essere affrontato applicando schemi del passato. Abbiamo bisogno di politiche disegnate per chi è maggiormente esposto alla crisi. Oggi questi soggetti sono le imprese e le famiglie che devono far fronte a forti riduzioni di reddito e ad una crescente preoccupazione per il proprio futuro. Le recenti decisioni prese dalla Bce hanno l’obiettivo preciso di dare loro una risposta. Nell’ambito del nostro mandato abbiamo calibrato le misure per fare in modo che ai cittadini e ai settori che più hanno bisogno di sostegno non vengano a mancare risorse finanziarie. Per capire la portata delle nostre misure, dobbiamo aver ben presente le ragioni che rendono questa crisi speciale. Le sue origini sono diverse da quelle di una crisi finanziaria odi una classica recessione. Il netto calo dell’attività economica è la conseguenza delle restrizioni al movimento delle persone. Diventa pertanto indispensabile evitare che le imprese sane falliscano e i dipendenti perdano il loro posto di lavoro a causa di una crisi temporanea di cui non hanno nessuna colpa. I lavoratori dipendenti sono esposti a un rischio mai visto dagli anni ’30.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Barlaam Riccardo 
Titolo: New York, 779 morti in un giorno Sanders si ritira dalle elezioni Usa – Trump, altri 250 miliardi alle Pmi Fed, i tassi resteranno a zero
Tema: Usa, duemila contagi in un giorno

Nel giorno più tragico per gli Stati Uniti per il coronavirus il caos e l’improvvisazione sembrano regnare alla Casa Bianca. I casi accertati di Covid-19 sono 417mila. I morti sono saliti a 14mila, raddoppiati in meno di una settimana Nelle ultime 24 ore si è registrato il record delle vittime: oltre 2mila. Solo a New York si contano 779 morti, concentrati nei quartieri popolari di Brooklyn, Bronx e Queens. Le comunità afroamericane e ispaniche le più colpite, rallentano i ricoveri Il governatore Andrew Cuomo ha aumentato le multe per chi non attua il distanziamento sociale da 500 a 1.000 dollari. E il sindaco Bill de Blasio lancia l’allarme emergenza alimentare per i poveri.  Cresce l’allarme nell’area della capitale Washington che rischia di diventare uno dei nuovi focolai: il bilancio sale di ora in ora e ha superato le 10mila persone tra D.C., Maryland e Virginia. Nelle ultime ore Trump ha attaccato l’Organizzazione mondiale della Sanità per aver lanciato tardi l’allarme e aver coperto la Cina, minacciando di cancellare i 400 milioni di fondi. L’Oms ha lanciato l’allarme il 31 gennaio. Il presidente fino a dieci giorni fa parlava della riapertura delle chiese a Pasqua.  La Fed per consentire alla banche di finanziare le Pmi senza troppi vincoli – come richiesto da Jamie Dimon di JPMorgan – ha eliminato temporaneamente le restrizioni imposte a Wells Fargo sugli asset obbligatori da tenere in bilancio, imposti a seguito della truffa dei conti correnti fantasma.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarcina Giuseppe 
Titolo: Fine corsa per la sinistra di Sanders La mossa di Obama «libera» Biden
Tema: Sanders lascia la corsa

Con quasi un mese di ritardo, Bernie Sanders si ritira dalla corsa per la Casa Bianca. Era una decisione scritta nelle cose già il 17 marzo scorso, quando il Senatore del Vermont incassò un’altra netta sconfitta nelle primarie di Florida, Illinois e Arizona. Sarà, dunque, Joe Biden, 77 anni, il candidato dei democratici, lo sfidante di Donald Trump nelle elezioni presidenziali di novembre. Bernie lo ha annunciato con un tweet, postato poco prima di mezzogiorno: «Oggi ho deciso di sospendere la mia campagna. Ma mentre la campagna termina, la lotta per la giustizia continua». Il senatore, 78 anni, intervistato dalla tv Abc, ha detto che è stata «una scelta dolorosa» e che comunque «il movimento ha vinto la battaglia delle idee nel partito, perché sono le nostre idee il futuro di questo Paese». Biden gli ha subito risposto con una grande apertura: «Sanders e una persona per bene, un grande leader. So quanto sia stato difficile per lui e per i suoi sostenitori rinunciare. Ma ha messo l’interesse della Nazione sopra ogni cosa. Lo ascolterò, affronteremo insieme il climate change. Renderemo la sanità e le università accessibili a tutti. Insieme sconfiggeremo Trump e trasformeremo questo Paese».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: Bernie Sanders lascia e lancia la volata di Biden contro Trump – Sanders si ritira e lancia Biden E Trump parla già di rischio brogli
Tema: Sanders lascia la corsa

Addio al “nonno comunista” che fece sognare una generazione. Bernie Sanders si ritira ufficialmente da una gara per la nomination democratica che è stata oscurata dal coronavirus, e dopo una contestatissima primaria del Wisconsin che offre oscuri presagi per la regolarità delle elezioni. Joe Biden diventa il candidato ufficiale dei democratici per l’elezione presidenziale del 3 novembre, dopo che l’ultimo degli sfidanti ha abbandonato. «La mia campagna finisce, ma il nostro movimento continua», ha detto il 78enne senatore del Vermont, ritirandosi per la seconda volta: era già stato in lizza nel 2016 contro Hillary Clinton. Sanders ha un seguito forte tra i giovani, e in alcune élite delle due coste, ma non abbastanza da poter contrastare l’accumulo di delegati in favore dell’ex vicepresidente di Barack Obama. Il ritiro di Sanders è giunto dopo una disastrosa primaria del Wisconsin, il cui risultato sarà noto solo fra una settimana, e comunque ormai irrilevante. I democratici volevano rinviare le primarie, i repubblicani hanno prevalso.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  l.ip. 
Titolo: Oltre 900 morti in un giorno Boris migliora, resta la stretta
Tema: Boris Johnson migliora
Le condizioni di Boris Johnson stanno migliorando, anche se il primo J ministro britannico resta ricoverato nel reparto di terapia intensiva del St Thomas’ Hospital di Londra. 11 premier, fanno sapere i medici, sta rispondendo bene alle cure e ieri riusciva a stare seduto a letto e a conversare con i sanitari. È ancora troppo presto, però, per capire quando potrà essere dimesso e in ogni caso occorreranno settimane per un suo pieno recupero. Allo stesso modo il governo giudica prematuro un allentamento delle misure restrittive, anche perché ieri si è registrata la cifra record di oltre 900 morti in un giorno, col totale che ha superato quota 7 mila.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Mastrolilli Paolo 
Titolo: Trump attacca l’Oms “Complici della Cina Vi blocchiamo i fondi”
Tema: Trump attacca l’OMS

Trump attacca l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rinfacciandole di essere complice della Cina sul coronavirus. I critici però lo accusano di farlo per cercare un capro espiatorio, su cui scaricare i propri errori, se i piani che sta considerando per riaprire gli Usa non funzioneranno. E per la prima volta sul tema interviene Obama, avvertendo che la ripresa potrà avvenire solo quando ci sarà «un solido sistema nazionale peri test». Il Covid 19 è esploso in Cina, che ha almeno due colpe: le condizioni igieniche dove si è sviluppato il virus; e la mancanza di trasparenza, che la rende responsabile nei confronti dei paesi dove la pandemia ha fatto vittime. Secondo Trump l’Oms ha il torto di essere stata «sinocentrica», avendo prima aiutato Pechino a nascondere il virus, e poi criticato la sua decisione di bloccare i voli il 31 gennaio. Quindi sta considerando di punirla, bloccando o riducendo i finanziamenti americani, che ammontano a circa un decimo del bilancio da 6 miliardi di dollari dell’organizzazione.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Kupchan Charles_A 
Titolo: Covid esalta il duello America-Cina – Covid 19 esalta il duello Usa-Cina
Tema: Contrasto America-Cina

Come gli italiani, gli americani sanno fin troppo bene che la pandemia di Covid-19 sta gettando le loro vite nel caos: la perdita dei propri cari, i malati gravi, gli ospedali al collasso, la grave retioneeconomica, l’isolamento sociale. Ma gli americani sono meno consapevoli del fatto che la pandemia sta anche arrecando danni significativi all’immaginee all’influenza della nazione all’estero. I Paesi di tutto il mondo si aspettano ancora che gli Usa forniscano una leadership internazionale, anche in tema di salute globale. L’assenza della leadership statunitense ha messo a dura prova le relazioni con i tradizionali alleati europei. Le relazioni transatlantiche sono tese fin da quando Trump è in carica; la sua politica estera “America First” ha lasciato gli europei scontenti e insoddisfatti degli Stati Uniti, ma la risposta tentennante e unilateralista di Trump a Covid-19 ha notevolmente peggiorato la situazione. A gennaio, quando il pericoloso potenziale del virus si è manifestato in modo evidente, Trump avrebbe dovuto immediatamente mettersi a capo di un’iniziativa internazionale per procurarsi, allocare e distribuire le attrezzature mediche necessarie, per generare e condividere le migliori pratiche in materia di teste isolamento e per preparare il terreno ai minori introiti di comunità e Paesi che rischiano di essere particolarmente colpiti. Invece, il leader Usa ha trascorso settimane a minimizzare il virus. Poi, all’inizio di marzo, si è finalmente allarmato quando la diffusione della malattia ha fatto crollare il mercato azionario statunitense. Il governodegli Stati Uniti, nel mezzo di un’emergenza sanitaria senza precedenti in tutto il mondo, ha rotto con i suoi alleati chiave al solo scopo di colpire la Cina.
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Testata:  Foglio 
Autore:  … 
Titolo: Editoriali – The Donald e l’Oms
Tema: Trump attacca l’OMS

Diamo un sacco di soldi all’Organizzazione mondiale della sanità”, ha detto martedì il presidente americano Donald Trump, durante la conferenza stampa sull’epidemia di Covid, “eppure all’inizio loro hanno criticato il mio divieto di viaggio per la Cina. Hanno dato molte informazioni sbagliate, quindi controlleremo molte cose, il loro lavoro, e poi decideremo se sospendere il contributo degli Stati Uniti all’Oms”. Trump non ha del tutto torto, nel merito, ma purtroppo non è nella posizione di criticare l’Oms. Sembra uno scontro tra giganti cattivi. La Casa Bianca ha fatto di tutto per minimizzare finora la portata del contagio e le sue conseguenze, e ha ricevuto critiche da chiunque, non solo dall’Oms. Il problema è che per Trump l’unica cosa davvero sbagliata dell’Oms è che abbia avuto il coraggio di criticarlo, più recentemente, quando non dichiarava l’emergenza, e questa suscettibilità mette Washington sullo stesso piano di Pechino, che da anni foraggia l’Oms per avere più influenza politica. Del resto, l’Oms non è che sia priva di colpe, anzi. In questa emergenza mondiale ha ritardato tutte le decisioni e ha cambiato idea un infinito numero di volte.
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