Il gruppo Rina fa shopping negli Stati Uniti. La multinazionale italiana di ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica ha acquisito – tramite la controllata Rina Consulting — il Z00% di Patrick Engineering, con ricavi netti intorno ai 6o milioni di dollari, 34o dipendenti e sede a Chicago. La società, nella classifica Top 50o del settore negli Usa, lavora nella consulenza ingegneristica in diversi rami, dalle infrastrutture ai trasporti e alle energie rinnovabili. L’obiettivo di Rina è cogliere le consistenti opportunità di un mercato – quello statunitense – dove il presidente Joe Biden ha annunciato un piano di maxi investimenti da millesettecento miliardi di dollari. «L’acquisizione è una nuova base negli Usa – spiega Ugo Salerno, presidente e amministratore delegato di Rina -, un’opportunità unita per crescere nel fiorente mercato delle infrastrutture del Nord America. Gli Usa diventeranno uno degli hub principali del gruppo». Nel paese Rina è già presente con 150 persone e uffici tra Washington, Houston e Fort Lauderdale: con l’acquisizione, la forza lavoro a stelle e strisce salirà a 500 persone. «E’ un’operazione in continuità – aggiunge Salerno – la vecchia proprietà (la famiglia Dietzler) resterà rappresentata nel board. Utilizzeremo le competenze dell’azienda per continuare a migliorare le nostre». Sul prezzo le indiscrezioni di mercato indicano un valore tra 8 e 10 volte il margine operativo lordo, per una stima sui 50 milioni di dollari. Rina e Patrick Engineering hanno già iniziato a lavorare insieme, su un progetto per la metropolitana di Boston. Le altre commesse dell’azienda Usa vanno dallo sviluppo delle reti energetiche nell’Ohio al project management per un programma di ricerca sui raggi X del Dipartimento dell’Energia Usa. Andata in porto l’acquisizione americana, adesso inizia un periodo più tranquillo sul fronte deWMeA per Rina. Il focus è piuttosto sull’azionariato. Naus, il veicolo dei fondi di private equity Vei Capital e Nb Renaissance entrato nel capitale nel 2014, ha da poco ceduto il suo 27% allo stesso Rina.
E dopo il buy back, la multinazionale sta ora cercando nuovi soci. «Un’uscita concordata – spiega Salerno – a cui sta seguendo una situazione solo temporanea: siamo in contatto con alcuni fondi per un possibile loro ingresso come azionisti di minoranza, con una quota complessiva che può arrivare anche al 33%. L’operazione dovrebbe chiudersi entro fine anno e portare nuove risorse e competenze specifiche per continuare sulla strada delle acquisizioni». I ricavi del 2022 viaggiano intorno ai 68o milioni di euro, mentre nel 2023 dovrebbero superare i 70o milioni. Parallelamente continua a crescere l’organico: 5.000 lavoratori a tempo indeterminato a fine 2022, più i nuovi ingressi di quest’anno. «La vera sfida oggi è assumere rapidamente le risorse giuste» commenta Salerno, «noi cerchiamo soprattutto ingegneri e laureati in materie scientifiche: è un mercato difficilissimo perché sono profili molto richiesti e le aziende tendono a strapparseli l’una all’altra. Ciononostante, siamo riusciti a portare in azienda mille persone solo l’anno scorso». A cui vanno tolte naturalmente le uscite per il fisiologico turnover.
«Alle aziende i giovani non chiedono solo uno stipendio adeguato – aggiunge il manager – ma anche prospettive valide, un corretto bilanciamento tra lavoro e vita privata e il rispetto di criteri e valori sociali e ambientali: oggi non siamo noi a fare il colloquio a loro, ma loro a noi». Un altro capitolo in cui Rina sta investendo è la decarbonizzazione. Il gruppo ha firmato un accordo di collaborazione con Maran Dry Management (degli armatori greci Angelicoussis) e il designer cinese Sdari per una nuova nave portarinfuse che vuole ridurre le emissioni di CO2 utilizzando un misto di Gill e idrogeno prodotto a bordo. Quanto a Genova, sede di Rina da sempre (questa realtà è nata dallo spin off del Registro Navale, fondato nel 1861), «in questo momento è al centro di un grande numero di progetti – commenta Salerno, Cavaliere del Lavoro dal 2013 forse come in nessun’altra città italiana. Siamo impegnati come project manager per la diga foranea (la seconda più profonda al mondo). Stiamo lavorando per l’ampliamento dei cantieri di Sestri Ponente di Fincantieri, per il tunnel subportuale che sostituirà la Sopraelevata e per la metropolitana in Val Bisagno». Dalla Lanterna a Chicago, e ritorno.
Articolo pubblicato il 22 gennaio da Il Corriere della Sera