Se la piazza è il luogo per eccellenza in cui le persone si ritrovano, largo Mengaroni nel cuore di Tor Bella Monaca è la prima a Roma che è anche interamente pensata dai suoi abitanti. Le loro idee diventano reali grazie al cantiere di rigenerazione educativa Cresco promosso dal dipartimento di Ingegneria civile della Sapienza e da Fondazione Paolo Bulgari che, con un milione di euro, il 13 febbraio inizierà i lavori di riqualificazione. Dopo circa nove mesi, nel quartiere che troppo sale agli onori delle cronache per la malavita e il degrado vedrà invece la luce un’area con una nuova pavimentazione, l’illuminazione pubblica potenziata, nuove alberature e soprattutto ridisegnata per creare spazi adatti a tutte le età. Dall’area giochi per bambini attrezzata, al campo da street basket.
E ancora: nella piazza ci sarà anche uno skate park per i giovani, diverse aree dove sostare e ritrovarsi con sedute e tavolini pensati per le persone anziane. Accanto a Cubo Libro, uno degli spazi riconquistati di Tor Bella Monaca che si affaccia proprio su largo Mengaroni, sorgerà infine un’area adatta a giocare liberamente, dove poter organizzare anche eventi e spettacoli dal vivo. Queste novità non solo trasformeranno la piazza che ora si presenta come una colata di cemento con larghe sedute e qualche sprazzo di verde. Serviranno soprattutto a realizzare concretamente le necessità espresse dalla cittadinanza: il progetto è infatti il frutto di un percorso di progettazione partecipata che è iniziato nel 2020 e che ha coinvolto associazioni come il già citato Cubo Libro, gli attivisti del Chentro sociale Torbellamonaca, la scuola Melissa Bassi. Alle riunioni in piazza è seguito un lungo iter amministrativo portato avanti negli anni con il VI municipio e con il Campidoglio e che si è recentemente concluso.
«Siamo orgogliosi di dare un piccolo contributo alla riqualificazione del più grande quartiere di edilizia popolare di Roma, Tor Bella Monaca, di cui si parla sui media solo e sempre in cronaca nera – commenta Giulio Cederna, direttore generale della Fondazione Paolo Bulgari – Si tratta invece di un quartiere ricchissimo di energie positive, associazioni, comunità educanti, attivisti, singoli cittadini impegnati che se adeguatamente sostenute possono fare la differenza». Il significato più autentico di questo intervento per il direttore della Fondazione rendere la riqualificazione di uno spazio come una piazza «un motore» capace di riattivare la comunità.
«Il futuro di questo luogo è stato costruito con gli abitanti e con le realtà locali impegnate sul territorio – aggiunge Carlo Cellamare professore di urbanistica presso il dipartimento di Ingegneria civile edile e ambientale – in questo modo, si dà senso all’intervento di riqualificazione radicandolo nella vita quotidiana e si rendono protagonisti i soggetti coinvolti, chiamati a prendersi cura della piazza nel tempo». Ora, prima che inizino i lavori e veri e propri, l’obiettivo è comunicare il progetto a tutti gli abitanti della zona: il progetto Cresco continua dunque con la consegna, in 2.500 cassette della posta, di altrettante lettere. In più compariranno anche manifesti pubblicitari per Roma con i volti della “Tor Bella Monaca che non fa notizia”, come recita lo slogan della campagna di informazione firmata da Croma. I testimoni che ci mettono la faccia, sono Pietro, da 35 anni maestro presso l’Istituto Melissa Bassi, Giulietta, attivista sul territorio e docente del Liceo Amaldi, e Simona, che vive a Tor Bella Monaca con la sua famiglia.
Articolo pubblicato il 3 febbraio dalla Repubblica di Roma