La rinascita dell’Ucraina passerà anche dall’Italia. Che con le sue aziende potrà giocare un ruolo da protagonista nel piano di ripresa che Kiev sta programmando da tempo. E il messaggio che arriva al termine della Conferenza bilaterale di Roma sulla ricostruzione dell’Ucraina, a cui hanno partecipato 600 aziende italiane e r5o ucraine. Dalle infrastrutture all’energia, dall’agroindustria allo Spazio fino alla siderurgia, saranno diversi i settori in cui le aziende italiane potranno dare una mano. Anche in quello dei trasporti, in particolare delle ferrovie, grazie a Mermec, l’azienda pugliese del gruppo Angel di Vito Pertosa.
Come nasce il memorandum d’intesa che avete firmato al termine della Conferenza bilaterale?
«Si tratta di un doppio memorandum, con le Ferrovie nazionali ucraine, controllate dallo Stato, e con un gruppo privato. L’intesa parte da lontano, non nasce oggi: i contatti sono iniziati più di un anno fa, poco dopo lo scoppio del conflitto. Il forte impulso dell’Ambasciata ucraina a Roma ha fatto il resto: abbiamo trovato livelli di esperienza e di competenza importanti. Gli stessi che possiamo vantare noi e che ci hanno reso leader nel settore delle tecnologie; altrimenti oggi non saremmo tra le prime aziende italiane ad aver firmato il memorandum».
Che cosa farete, nello specifico?
«Quello che facciamo da sempre: tecnologie per la sicurezza ferroviaria, come ci è capitato in passato per le principali metropolitane e ferrovie del mondo. Porteremo la rete ucraina a raggiungere gli standard europei. Questa volta, però, visto che si tratta di un Paese coinvolto in un conflitto, sarà diverso».
Che cosa significano le ferrovie per l’Ucraina?
«L’abbiamo detto anche al presidente di Ukrzaliznycja, questo il nome esatto della società ferroviaria ucraina: ricordiamo il suo predecessore, Oleksandr Kamyshin, diventato poi ministro dell’Industria strategica, che piangeva i 540 ferrovieri morti durante il conflitto. Le ferrovie sono strategiche per tutti i Paesi, lo sono ancor di più se in guerra: lo abbiamo visto quando con i treni sono state trasportate le prime derrate di grano».
Al di là delle ferrovie, che ruolo possono avere le aziende italiane nella ricostruzione dell’Ucraina?
«Un ruolo fondamentale. Ma fondamentali saranno anche i finanziamenti che il governo italiano lodevolmente sta mettendo a disposizione per la ricostruzione. Macron, per la Francia, ha già detto che metterà 2 miliardi, l’Italia non può perdere questa opportunità, anche grazie all’evento di oggi (ieri, ndr): non è importante solo il valore assoluto delle risorse ma anche la velocità, che possa garantire alle intese firmate oggi di consolidarsi in un piano».
Articolo pubblicato il 27 aprile da Il Corriere della Sera