In evidenza sui maggiori quotidiani:
– Manovra economica, Salvini e Di Maio aprono alla Ue. Conte spinge per l’intesa
– Scontri a Parigi, Macron apre ma pensa alla linea dura. I gilet gialli si spaccano
– Scuola,eEffetto «quota 100» rinviato al 2020 per 20mila docenti
PRIMO PIANO
Politica interna
Testata: Stampa
Autore: Iacoboni Jacopo
Titolo: “Solo una stalla Però Di Maio ci faceva cene e bagni estivi”
Tema: Accuse a Luigi Di Maio
Ci sono quattro fabbricati nel terreno dell’azienda Di Maio che non risultano dalle mappe catastali, e dunque sarebbero totalmente abusivi, che possono mettere in grave difficoltà direttamente Luigi Di Maio, non più solo suo padre, per (almeno) due storie scoperte ieri sera da Le Iene. La prima storia è questa. Intervistato dall’inviato Filippo Roma, Di Maio aveva riconosciuto due dei quattro fabbricati: uno, aveva detto, è «una masseria dove ha vissuto mio padre per un periodo della sua vita quando era piccolo», l’altro è «un magazzino», del quale Di Maio apriva la porta agli operai per consegnar loro delle attrezzature («L’unica cosa che facevo era aprire questa porta perché mio padre non dava la chiave del catenaccio a tutti e quindi lo aprivo io, i lavoratori si prendevano quel che dovevano prendere e poi andavano via»). Del terzo fabbricato, il vicepremier dice che si trattava di «una stalla», che starebbe lì «credo dalla Seconda guerra mondiale». Senonché Le Iene mostrano che – da foto satellitari prese da Google Earth nel 2002 – la presunta «stalla» non c’era, compare solo dal 2008 in poi.
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Testata: Repubblica
Autore: Sannino Conchita
Titolo: “È solo una stalla” Ma sugli abusi Di Maio è smentito dalle foto
Tema: Accuse a Luigi Di Maio
Spuntano immagini di bagni in piscina e conviviali serate estive organizzate anche in anni recenti negli immobili – oggi ritenuti abusivi – di proprietà di Antonio Di Maio. Ma la sorpresa è un’altra: nelle foto che risalirebbero al 2013 compare anche Luigi Di Maio, il vicepremier e capo del M55. Che di fronte alle telecamere delle Iene, fino a qualche giorno fa, senza sapere quali e quante carte sarebbero emerse su quei manufatti oggi all’attenzione della Procura di Nola, insisteva con gli inviati: «Quella? Io da piccolo ho ricordi… Credo sia una stalla. Stanno lì dalla seconda guerra mondiale». Dallo stupore all’effetto telenovela. Si allunga la sequenza di contraddizioni in casa Di Maio. Dopo il corposo condono edilizio nella casa in cui risiede il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, pagato nel 2006 da suo padre Antonio (2mila euro per 150 metri quadri di abusi); dopo gli operai pagati in nero dallo stesso imprenditore e geometra e dopo i passaggi societari dell’azienda Ardima in cui il capo dell’impresa continua a non avere alcun ruolo formale, esplode il caso di quei terreni nel vicino comune di Mariglianella.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Trocino Alessandro
Titolo: «Senza Giuseppe e Luigi non avrei fatto niente»
Tema: Salvini a tutto campo in tv
«Chiedo ai signori di Bruxelles di aiutarci e tra un anno ci giudicheranno». «Confindustria? Abbia fiducia». Un Matteo Salvini in versione quasi ecumenica si presenta a Non è l’Arena da Massimo Ghetti su La7 e prova a tenere insieme la fermezza di sempre, «l’orgoglio di essere populista», e il pragmatismo necessario. Salvini smentisce che il deficit scenda fino al 2%: «Una bufala, sono numeri al lotto. Non si può fare tutto subito. Io numeri non ne faccio». Anche perché sa bene che occorre trovare un punto di caduta con Bruxelles. Per questo usa due lingue. II Salvini di battaglia: «L’Europa può mandarci pure Padre Pio ma io la legge Fornero la smonto, per me ormai è una ragione di vita». Per il resto Salvini prova a rassicurare tutti, anche perché «con Conte e Di Maio siamo una squadra». A Giletti che gli chiede della questione Di Maio padre e allude alla sua famiglia, Salvini risponde: «Mio padre e mia madre sono pensionati, mia sorella è una precaria con un bimbo avuto da due mesi. Siamo la classica famiglia normale. Quando non possono attaccare una persona, si attaccano ai parenti, alle fidanzate. Per me sono poveretti quelli che sbirciano dal buco della serratura».
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Testata: Repubblica
Autore: Pucciarelli Matteo
Titolo: Il mistero della doppia Lega Nuovo statuto per l’addio al Nord
Tema: Statuto Lega Nord
La Lega nord, salvo imprevisti, finirà nei libri di storia (e, forse, in una fondazione) dopo le europee del 2019 per cedere il passo alla Lega per Salvini premier. Ormai tutto è pronto per la trasformazione definitiva del movimento indipendentista in movimento nazionale e sovranista: il 22 novembre, sulla Gazzetta ufficiale, è uscita l’ultima versione dello statuto che, in 35 articoli, delinea l’assetto del nuovo partito. Ma ci sono ancora diversi nodi da sciogliere.
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Testata: Messaggero
Autore: Pucci Emilio
Titolo: Caos Pd, gelo dei leader sull’asse Renzi-FI: punta a sfasciare tutto
Tema: Malumori nel Pd
«Basta giocare su più tavoli, cosi si danneggia, il partito, il rischio è che si spacchi definitivamente». Non c’è bisogno di una posizione congiunta come quella presa sul no ad un governo con M5s (espressa in un articolo sul “Foglio” di qualche giorno fa) ma gli stessi Zingaretti, Martina e Minniti non hanno affatto gradito l’intenzione di Renzi di allacciare un dialogo con gli uomini di Berlusconi, con l’obiettivo di guardare in prospettiva anche al centrodestra. «E’ come mettere un dito nell’occhio del Pd», si sfoga un big dem. Ormai nel Pd aumenta ogni giorno di più il malessere nei confronti dell’operazione che sta portando avanti l’ex premier. Proprio nel momento in cui il tentativo è di ricostruire un campo di centrosinistra. Il senatore di Scandicci da settimane ha cambiato prospettiva: si tiene lontano dal congresso, ha spiegato più volte di non voler dare alibi a nessuno, punta solo ad attaccare i giallo-verdi, vorrebbe creare anche in Parlamento una rete anti-sovranista.
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Testata: Repubblica
Autore: Cuzzocrea Annalisa
Titolo: Gentiloni “Spero che il Pd e i 5S dicano sì al Global compact” – Gentiloni “Spero che Pd e 5S dicano sì al Global compact Salvini? Strategia della tensione”
Tema: Intervista a Paolo Gentiloni
Per Paolo Gentiloni, quella di Matteo Salvini è una «piccola strategia della tensione». L’ex presidente del Consiglio rifiuta l’idea secondo cui – dei due partiti di governo – la Lega sia portatrice di un “populismo buono” perché più pragmatico: «Non è così, le parole di Salvini e dei suoi ci indeboliscono ogni giorno di più». Le immagini di donne incinte, bambini, ragazzi buttati fuori dai centri che li avevano accolti, inducono a chiedere: avete fatto abbastanza? Eravate consapevoli di quel che avrebbe significato il decreto sicurezza? «Credo che la consapevolezza ci sia e che la bolla di consenso di cui gode questa maggioranza sia destinata ad esaurirsi. Questo non riduce la pericolosità di certe immagini. Abbiamo un governo che invece di risolvere i problemi li cavalca. Salvini aveva avuto in eredità un crollo degli sbarchi, avrebbe potuto mettersi al lavoro per risolvere la situazione».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Gorodisky Daria
Titolo: «Colloqui col Pd senza significato Presto un governo Forza Italia-Lega»
Tema: Intervista ad Antonio Tajani
«Il colloquio tra Paolo Romani e Matteo Renzi della settimana scorsa? Ma non esiste, non ha alcun significato: noi siamo alternativi al Pd. E vogliamo un governo di centrodestra. Questo esecutivo si sgretolerà dopo le Europee, e noi siamo pronti: con la forza dei nostri 170 parlamentari e di tutti i deputati e senatori responsabili che chiedono economia sostenibile, diminuzione del debito pubblico e politiche di crescita». Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia, è sempre più «convinto» che, dopo il voto di maggio, la guida del Paese cambierà colore. Eppure Matteo Salvini ripete che il governo è saldo e reggerà tutta la legislatura.
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Economia e finanza
Testata: Corriere della Sera
Autore: Fubini Federico
Titolo: Il retroscena – In cerca di otto miliardi – Obiettivo 8 miliardi in 14 giorni
Tema: Trattativa con l’Europa
Mancano due settimane e sette o otto miliardi per trovare fra il governo e la Commissione Ue la tregua sul bilancio che pochi giorni fa sembrava lontanissima. Oggi invece l’obiettivo di evitare una procedura europea sui conti dell’Italia non è più distante come prima, a giudicare da come è cambiato l’approccio dei vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini: chi ha parlato con loro negli ultimissimi giorni li ha trovati attenti alle cifre del bilancio e alle possibili strade per un compromesso, quando ancora poco tempo fa erano riluttanti anche solo a farsi spiegare i dettagli del problema. Fosse ancora sul tavolo oggi – osserva una delle persone coinvolte nel negoziato – forse i due leader del Paese accetterebbero quanto in settembre scorso proponeva il ministro dell’Economia Giovanni Tria: ambizioni ridotte rispetto alle promesse elettorali, ma nel 2019 un deficit appena sotto il 2% del prodotto lordo definito d’intesa con Bruxelles.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Labate Tommaso
Titolo: Il retroscena – Conte spinge per l’intesa – Conte spinge i leader alla trattativa: troppo avanti per tornare indietro
Tema: Trattativa con l’Europa
«Ce la dobbiamo fare. Adesso siamo andati troppo avanti per tornare indietro». Se lette con la lente del 27 settembre scorso, giorno in cui il tandem Di Maio-Salvini aveva vinto il primo braccio di ferro sulla manovra imponendo il deficit del 2,4%, le parole consegnate da Giuseppe Conte ai due vicepremier nella notte tra sabato e domenica avrebbero avuto un altro segno. Quello della rottura con le cancellerie europee, dello strappo con Bruxelles. E invece, quando tornando da Buenos Aires il premier evoca il «troppo avanti per tornare indietro», in testa ha uno schema uguale e contrario a quello che avevano in mente i due vicepremier alla genesi della «manovra del popolo». Per Conte, ormai, è la trattativa con l’Europa ad essere «troppo avanti» per poter rifare tutto daccapo.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Bruno Eugenio – Colombo Davide
Titolo: Scuola, quota 100 in due fasi – Effetto «quota 100» rinviato al 2020 per 20mila docenti
Tema: Scuola e quota 100
Il grande esodo dalla scuola per effetto di quota 100 non ci sarà. Il gioco delle finestre che porterà i lavoratori del pubblico impiego a uscire a settembre 2019 avrà un impatto minimo sul mondo dell’istruzione perché riguarderà solo i docenti che matureranno i requisiti entro marzo. Una minima parte. L’asticella del turnover in vista del prossimo anno scolastico dovrebbe fermarsi alle 2unila cessazioni stimate da fonti sindacali. Per gli altri 20mila insegnanti, che arriveranno alla somma 62+38 di età anagrafica e contributi, se ne parlerà a settembre 2020.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Gobbi Barbara – Landolfi Flavia
Titolo: Sui ticket non pagati le Regioni lanciano la sfida al recupero – Regioni all’attacco sul recupero-ticket
Tema: Ticket sanitali regionali
Nella Babele regionale dei ticket sanitari – per ricetta, per prestazione e pronto soccorso – il pianeta esenzioni non fa eccezione. Nemmeno, ovviamente, sulle modalità di recupero delle somme dovute e non versate dai cittadini, che si tratti di dolo odi semplice distrazione. Le Regioni, quindi si muovono, a partire dall’annunciata sanatoria della Lombardia. Tanto più che, nei giorni della manovra, mentre si sta cercando un’acrobatica quadratura del cerchio sui conti pubblici, la “vicenda” dell’abrogazione del superticket da 10 euro a ricetta vale in complesso un “tesoretto” da 400 milioni difficili da rimpiazzare per le stesse Regioni beneficiarie. In questo quadro non consolano i dati della Guardia di Finanza che nei primi 6 mesi del 2018 su 3.611 controlli mirati ha “pizzicato” 3.367 ticket irregolari (in pratica 9 irregolarità su 10).
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Gabanelli Milena – Marvelli Giuditta
Titolo: Dataroom – Tutti i danni dello spread alto – Perché lo spread alto fa male a tutti
Tema: Danni da spread
Banche, famiglie, imprese. Lo spread alto fa male a tutti. E come se tempestasse su tutti i settori dell’economia. Alcuni danni si vedono subito, altri a distanza di tempo. Allo Stato costerà sei miliardi in più. Soldi, questi, che andranno a scapito di investimenti e di servizi per i cittadini.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Caccia Fabrizia
Titolo: Gli uffici e i furbetti Si licenzia di più – Arriva la stretta per i furbetti del cartellino: già 54 licenziati
Tema: Furbetti del cartellino
I tornelli per le impronte digitali arriveranno negli uffici pubblici all’inizio del 2019 ma il clima è già cambiato per i «furbetti del cartellino». I licenziamenti per assenteismo in Italia stanno aumentando: 3 nel 2016, 34 nel 2017, 54 quest’anno (di cui u in Sardegna). a pagina 21 Arriva la strella per i furbeffi del cartellino: già 54 licenziati In testa Sardegna, Lazio e Sicilia.
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Testata: Stampa
Autore: Fregatti Tommaso – Menduni Marco – Sculli Roberto
Titolo: Genova Svelati i progetti per ricostruire il Morandi – Due grandi favoriti per il nuovo ponte Ecco tutti i progetti
Tema: Ricostruzione ponte Morandi
A quattro mesi esatti dal crollo, il prossimo 14 dicembre si conoscerà il nome dell’azienda chiamata a ricostruire il ponte Morandi, a Genova. I sette “saggi” incaricati di vagliare le proposte giunte sul tavolo di Marco Buca, sindaco e commissario, hanno completato la fase uno del loro lavoro. E domattina saranno nell’ufficio del sindaco per esporre le loro valutazioni. C’è un cronoprogramma stabilito, tappe forzate e tempi serrati, per arrivare alla decisione su chi demolirà e ricostruirà il viadotto. «Se tutto va bene – spiega il sindaco – il 14 stesso potrebbe essere firmato il contratto». Una quindicina i progetti presentati, contando quelli per demolire, per ricostruire o per fare entrambi i lavori: due sfidanti e tanti outsider. Non è un mistero che esista una favorita d’obbligo, la squadra composta da Salini Impregilo e Fincantieri, con il supporto di Italferr, società di ingegneria del gruppo Fs.
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Testata: Stampa
Autore: Marini Daniele
Titolo: Scuole e trasporti: cosa invidiano gli italiani ai Paesi Ue – “All’estero scuole e trasporti migliori” Cosa invidiano gli italiani ai Paesi Ue
Tema: Sondaggio sullo stato del Paese
Come dimostra l’ultima rilevazione del Centro Studi di Community Group per La Stampa, gli italiani considerano il proprio Paese generalmente alla stregua delle altre nazioni europee, ma prevalgono le valutazioni peggiori. E il bilancio complessivo è marcato in senso negativo. «All’estero scuola e trasporti sono migliori». L’unico servizio che gode di una buona reputazione è la sanità. Inoltre, i nostri connazionali pensano di avere«i politici peggiori d’Europa», si salva solo il Capo dello Stato Sergio Mattarella.
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Testata: Repubblica
Autore: Giovara Brunella
Titolo: Se la crisi fa le scarpe a Vigevano – Vigevano, la crisi dei maestri nella patria delle scarpe resiste chi lavora per gli altri
Tema: Crisi delle aziende a Vigevano
Allora «tu vuoi fare una babbuccia. Vieni qua, parli con quello che fa la macchina, lui viene e te la impianta a casa». Il sindaco tiene la mano sospesa, con la babbuccia ideale che gli volteggia sulla testa, ma è molto serio, mentre rimbalza sulla sua poltrona molleggiata. Fulmineo, estrae II reportageuna mappa e dice «queste sono le strade che ci servono, sennò come li portano i macchinari fino a Malpensa?».
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Societa’, istituzioni, esteri
Testata: Messaggero
Autore: Pierantozzi Francesca
Titolo: Macron apre i gilet gialli si spaccano – Gilet gialli, Macron apre ma pensa alla linea dura
Tema: Gilet gialli
Dopo gli scontri il presidente francese Macron apre al dialogo con i gilet gialli, che però si spaccano. C’è chi è disponibile alla trattative e chi invece chiede come precondizione il ritiro della tassa sui carburanti da parte del governo. Ieri, appena atterrato da Buenos Aires dove aveva partecipato al G20, Macron è passato sui luoghi della guerriglia di sabato, poi ha ringraziato le forze dell’ordine. Il bilancio del giorno dopo è grave: 263 feriti in tutta la Francia, di cui 133 soltanto a Parigi. tn automobilista è morto nella notte vicino a Arles: ha sbattuto contro un camion fermo a un blocco di gilets jaunes. I fermati sono stati 412, «un livello mai raggiunto negli ultimi decenni» ha detto il prefetto di Parigi Michel Delpuech che ha recensito 249 incendi, 112 attacchi contro automobili e sei contro edifici, ha accusato «gruppuscoli di estrema destra e estrema sinistra» ma anche «molti manifestanti con indosso il gilet giallo».
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Testata: Repubblica
Autore: Valli Bernardo
Titolo: Il commento – L’incubo giallo e la fragilità di Macron – L’incubo giallo di Macron
Tema: Gilet gialli
La collera è il sentimento che da giorni prevale in Francia. Le spettacolari colonne di fumo nel centro di Parigi, attorno all’Arco di Trionfo cancellato per ore da una fitta nebbia, i falò delle automobili nei boulevards, le vetrine frantumate e i negozi saccheggiati nella capitale, ma anche in alcuni centri di provincia, fanno pensare a una jacquerie, a una di quelle rivolte contadine che in secoli lontani investivano il paese. Ma, con quel che accade nella Francia moderna, industriale e democratica, il paragone non regge. È allora l’agitata vigilia di una rivoluzione? Non è neppure questo perché i gilets jaunes non sembrano voler conquistare il potere. Per ora Emmanuel Macron, bersaglio principale dei manifestanti che chiedono le sue dimissioni, ha ordinato al primo ministro di convocare e dialogare coni capi dei partiti politici. I quali non hanno alcuna presa sui gilets jaunes.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Sarcina Giuseppe
Titolo: Dopo il G20 Trump – Xi Chi ha vinto? – Quanto vale il baratto di Donald: tregua dei dazi, export in crescita
Tema: Accordo Cina-Usa
La «tregua di Buenos Aires» si fonda su uno scambio. Donald Trump congela la decisione di aumentare, a partire dal primo gennaio 2019, i dati dal 10 al 25% su merci importate dalla Cina per un controvalore di 200 miliardi di dollari. Nel comunicato diffuso dalla Casa Bianca si legge che Xi Jinping si impegna ad acquistare «in modo motto sostanziale» più beni americani, nei settori «dell’agricoltura, dell’industria e dell’energia». Nella cena di sabato sera, a conclusione del G20 argentino, i due leader hanno fissato una scadenza di 90 giorni. In questo arco di tempo le trattative riprenderanno su tutti i temi bilaterali: dal trasferimento forzato di tecnologia imposto dal cinesi agli investitori americani, fino alle intrusioni informatiche. Se non ci sarà un accordo complessivo entra il primo marzo 2019, Trump ordinerà di procedere all’incremento delle tariffe al 25%.
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Testata: Stampa
Autore: Molinari Maurizio
Titolo: Abu Mazen “Gli Stati Uniti sono un ostacolo per la pace” – “Gli Stati Uniti di Trump non bastano più per raggiungere la pace”
Tema: Intervista ad Abu Mazen
«Gli Stati Uniti di Donald Trump non possono essere gli unici mediatori in Medio Oriente». Il presidente palestinese Mahmoud Abbas è appena atterrato a Roma quando spiega a «La Stampa» l’intenzione di recapitare ai leader italiani e a Papa Francesco un messaggio assai esplicito: «L’America non basta più per raggiungere la pace». Afferma di credere nel dialogo diretto con Israele, dice di aver appena tentato il canale dell’Oman e guarda ad Europa-Russia perché considera l’amministrazione Trump «un ostacolo». Da quando Yasser Arafat siglò gli accordi di Oslo a Washington nel settembre del 1993 Abbas, detto Abu Mazen, è il primo leader palestinese ad assumere una posizione così negativa nei confronti della Casa Bianca.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Mieli Paolo
Titolo: La questione russa: Europa distratta su Kiev – L’Europa distratta su Kiev
Tema: Questione russa
Può darsi che Donald Trump abbia rifiutato l’incontro con Vladimir Putin al summit argentino del Geo perché il suo ex avvocato personale Michael Cohen minaccia rivelazioni sul Russiagate al procuratore Robert Mueller e in questo contesto il presidente americano non voleva mostrarsi sorridente al fianco dell’autocrate russo (salvo poi concedersi in extremis per qualche minuto). Però in quel modo almeno ha attirato l’attenzione del mondo intero sul clamoroso sequestro di tre navi della Marina di Kiev da parte dei russi e sull’incredibile arresto di ventiquattro marinai che erano colpevoli soltanto di trovarsi su quelle imbarcazioni entrate nel mare di Azov.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Nicastro Andrea
Titolo: Spagna, choc andaluso Crollano i socialisti, vola la destra di Vox
Tema: Elezioni in Andalusia
Mancava nel panorama politico iberico un movimento anti europeo e sovranista, in stile Salvini, Orban o Le Pen. Ora c’è. L’eccezione spagnola è finita ieri nelle urne di quella che una volta era la rossa Andalusia e che oggi ha un Parlamento dove le destre (al 98% dello scrutinio) hanno la maggioranza. Il nuovo partito Vox ha conquistato i primi 12 seggi della sua storia e con l’11%, nell’ambiente meno favorevole di Spagna, si prepara alla grande sfida di maggio per il Parlamento europeo e moltissime amministrazioni locali. Restano prima forza i socialisti del presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez con il28% dei voti, ma è un primato inutile. Perdono il 7% e difficilmente troveranno un alleato per continuare a guidare l’Andalusia.
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Testata: Repubblica
Autore: Foschini Giuliano
Titolo: Regeni, rottura totale l’Egitto contro i pm
Tema: Caso Regeni
Nei giorni scorsi i pm di Roma hanno annunciato l’iscrizione nel registro degli indagati di una decina di persone, tra 007 e poliziotti egiziani, per il sequestro e l’omicidio di Giulio Regeni. Mala collaborazione tra Italia ed Egitto sul caso è a un punto morto. II presidente della Camera Fico ha sospeso le relazioni con il Parlamento egiziano, mentre il ministro degli Esteri Moavero Milanesi ha convocato l’ambasciatore. E il vicepremier Di Maio ha minacciato conseguenze sui rapporti commerciali senza risposte concrete.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Serra Elvira
Titolo: Kate contro Meghan La guerra tra cognate «costringe» i principi al Natale da separati
Tema: Famiglia reale inglese
L’ultima è che non passeranno il Natale insieme. Una a Buckle bury Manor, con mamma, papà, marito, figli, sorella, cognato, primo nipote e fratello. L’altra a Norfolk, con la regina e il principe consorte. Se il primo scenario non rimandasse subito all’immagine della famiglia perfetta, il secondo, con la regina d’Inghilterra assieme a Filippo sotto l’albero, farebbe crepare d’invidia. Ma Kate Middleton ha dei buoni motivi per far sembrare migliore per sé la prima scelta, Natale in casa Middleton, e ingoiare il rospo per l’ennesima occasione di intimità tra sua cognata Meghan ed Elisabetta II. A gettare ombre sui piani per le vacanze dei reali è l’informatissimo Daily Mail, che mette insieme voci e rivelazioni: William che avrebbe avanzato dubbi sulle nozze di Harry, Kate che il Natale precedente sarebbe stata costretta a ospitarla ad Anmer Hall per accontentare il suocero Carlo.
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PRIME PAGINE
IL SOLE 24 ORE
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CORRIERE DELLA SERA
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LA REPUBBLICA
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LA STAMPA
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IL MESSAGGERO
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IL GIORNALE
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LIBERO QUOTIDIANO
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