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SOSTENIBILITÀ, una strada obbligata di Luca PATANÈ | Civiltà del Lavoro 2/2024

24.09.2024

Articolo pubblicato nella rivista n.2/2024 di Civiltà del Lavoro

In origine il viaggio è stato sempre legato a una condizione biologica e sociale dell’uomo. Intorno ad esso si è costruita la storia umana, diventando un grande elemento dell’immaginario, agente e modello di trasformazione e di evoluzione. La mente del viaggiatore, aperta ai mutamenti, lo rende luogo privilegiato dell’esperienza, di condivisione e di trasformazione del senso di tempo.

Oggi il turismo mondiale è un settore dinamico, che ha subito un profondo impatto a causa degli eventi globali, dalle pandemie alle tensioni geopolitiche, e delle conseguenti sfide che deve affrontare. Tutto ciò diventa dunque opportunità di cambiamento e innovazione.

Nello specifico, lo scorso anno il turismo italiano ha definitivamente recuperato i livelli pre-pandemia, chiudendo con circa 445 milioni di presenze nelle strutture ricettive, in aumento dell’8,1% rispetto all’anno precedente. A trainare in maniera determinante l’intero comparto e la ripresa è stato soprattutto il forte incremento della domanda estera – americana in testa – con presenze che hanno segnato +13,7% sul 2022 e che in valori assoluti si sono attestate a oltre 228,5 milioni (nel 2019 erano state 220,6 milioni).

Superiore alle aspettative è stata anche la performance del business travel. Si conferma, invece, il passo decisamente più lento del mercato leisure italiano, che ha segnato nel 2023 un aumento del 2,8% sull’anno precedente, per un totale di 216,8 milioni di pernottamenti (216 milioni nel 2019).


LE TENDENZE EMERGENTI E LE CRITICITÀ

Le maggiori tendenze emergenti nel settore riguardano prevalentemente il turismo sostenibile: la crescente consapevolezza dell’impatto ambientale e sociale del turismo spinge i viaggiatori a scegliere destinazioni e strutture eco-friendly, nonché attività che promuovano la conservazione ambientale e il coinvolgimento delle comunità locali. In questo modo i viaggiatori sono sempre più interessati a esperienze autentiche e significative cercando di immergersi nella cultura del luogo.

Anche la tecnologia continua a trasformare il modo in cui pianifichiamo e viviamo i viaggi, creando un vero e proprio turismo digitale, grazie al quale i viaggiatori semplificano ma al tempo stesso arricchiscono le loro esperienze di viaggio.

Permangono tuttavia diverse criticità, che devono essere prese in considerazione e affrontate per garantire uno sviluppo sostenibile e responsabile del settore. Oltre a quella più innegabile dell’impatto ambientale, un turismo non sostenibile può portare al degrado del patrimonio culturale e artistico delle destinazioni, causato da un’occupazione di territorio smodata e dall’eccessiva commercializzazione e banalizzazione dei siti culturali e storici.

Inoltre, in molte destinazioni turistiche popolari, il flusso eccessivo di visitatori può provocare sovraffollamento, congestionamento del traffico, deterioramento delle infrastrutture locali e aumento dei prezzi, compromettendo la qualità della vita per i residenti locali e danneggiando l’esperienza dei visitatori. Il risultato è quello di generare tensioni sociali tra residenti e visitatori, cosa che diventa un pericoloso boomerang di ritorno sì, ma negativo.

A questo si aggiunge il fatto che vi è una distribuzione diseguale dei benefici economici del turismo, con alcuni settori della popolazione che restano esclusi dalle opportunità di lavoro e di sviluppo economico, con un conseguente aumento delle disuguaglianze sociali.

A fine 2023 circa il 50% delle posizioni aperte nel settore è rimasto inevaso, nonostante un incremento del 35% nella richiesta di professionisti rispetto all’anno precedente. Continuano a mancare soprattutto receptionist, cuochi, camerieri, baristi. Ed è da qui, soprattutto, che gli albergatori dovranno ripartire nel 2024. Affrontare queste criticità richiede un approccio olistico e collaborativo che coinvolga le autorità e le comunità locali, le imprese turistiche e i viaggiatori stessi.


LE SFIDE PER IL FUTURO

Non solo per risolvere le criticità ma anche per affrontare le sfide future, è necessaria una collaborazione senza precedenti tra tutte le parti interessate lavorando insieme per sviluppare soluzioni innovative e sostenibili. Guardando avanti, il World Travel & Tourism Council (Wttc) prevede un futuro promettente per il prossimo decennio, caratterizzato da una crescita robusta. Entro il 2034, il settore potenzierà l’economia globale con la cifra di 16 trilioni di dollari, pari all’11,4% dell’intero panorama economico.

Ma che tipo di turismo vogliamo? Come detto precedentemente, il turismo deve portare con sé una forza costruttiva e benefica per il territorio coinvolto, non deve essere una guerra impossibile tra numeri e realtà ricettiva. Questo porta inevitabilmente alla necessità di segmentare i prezzi verso l’alto. Non si può pensare di essere ricettivi oltre quello che la realtà effettiva permette. Le strutture e le infrastrutture devono essere adeguate, l’offerta di servizi deve, nel caso dell’Italia, rivelare e contenere quella caratteristica di accoglienza firmata “made in Italy”, quel calore insieme mediterraneo e al contempo raffinato e creativo: occorre, insomma, mantenere uno standard di eccellenza che è dato dallo spirito italiano e dalla bellezza paesaggistica e culturale del Paese, unico al mondo.


Masseria Montelauro, Otranto

Gangehi Resort, Maldive

Il settore, in forte espansione, è destinato a diventare un colosso nella creazione di posti di lavoro, fornendolo a 449 milioni di persone in tutto il mondo. Quasi il 12,2% della forza lavoro alimenterà il settore, dimostrando il ruolo fondamentale dei viaggi e del turismo nell’occupazione globale. Oltre tre quarti dei paesi analizzati dovrebbe superare il punto più alto del 2019, in termini di contributo al Pil relativo a viaggi e turismo, promettendo prosperità, innovazione e connessione.


IL NOSTRO CONTRIBUTO

Uvet, leader nel mondo del business travel, turismo, mobility ed eventi, si dedica già da diversi anni attivamente alla risoluzione di alcune delle criticità individuate, comprendendo l’impegno in prima linea nel sociale nonché applicando condotte e scelte di politica aziendale attenta alla sostenibilità.

Attraverso la Fondazione Atlante, Uvet si occupa della salvaguardia del patrimonio artistico e culturale con interventi di recupero e restauro di beni, oltre ad attività di responsabilità sociale supportando interventi economici, educativi e ricreativi per le comunità locali di destinazioni turistiche.

Riguardo all’emergenza dell’occupazione, dal 2012 il Gruppo Uvet in collaborazione con Università Milano Bicocca, contribuisce, attraverso il master in Tourism Strategy & Management, allo sviluppo della formazione dei futuri professionisti nella filiera del turismo organizzato. Ma non solo, da quest’anno abbiamo avviato un progetto sociale insieme alla casa di detenzione di Bollate per l’inserimento lavorativo di persone in regime di detenzione all’interno del nostro gruppo. Crediamo infatti nella formazione professionale della manodopera, nella dignità del lavoro come opportunità di riscatto e affermazione sociale.

Analogamente il Paese, per superare la criticità legata alla carenza di risorse umane, deve imparare a formare adeguatamente e a impiegare correttamente la manodopera che i grandi flussi migratori potenzialmente offrono a questa industria.

Non manca, infine, l’attenzione all’innovazione tecnologica, di cui siamo stati pionieri già dagli anni passati attraverso piattaforme e servizi digitali che rispondono puntualmente alle esigenze dinamiche dei viaggiatori sia business che leisure.

Luca Patanè è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2016. È presidente del Gruppo Uvet, leader nella fornitura di servizi e soluzioni innovative per viaggi leisure, mobility management, eventi, mice e pharma. Conta mille dipendenti ed è anche presente in alcuni mercati europei come la Francia, l’Inghilterra e la Turchia.

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