Cinquant’anni di storia, tra lusso e bellezza. Il marchio fiorentino Stefano Ricci, espressione di qualità, culto del dettaglio e dell’artigianato ad alto livello, rappresenta uno dei “family business” di spicco del made in Italy. Una storia imprenditoriale, mista a dedizione e lungimiranza, iniziata nel 1972 con una collezione di cravatte disegnata da Stefano Ricci, stilista e imprenditore, con la moglie Claudia, musa ed esperta in tutto ciò che riguarda il mondo della seta. La collezione che ha avuto un grande successo, ha rappresentato per Stefano Ricci un trampolino di lancio straordinario verso il total look. Infatti, negli anni Novanta, il brand ha ampliato la sua offerta con abiti sartoriali, la maglieria, le calzature e lo sportwear.
Più articoli in pelle e accessori, come gemelli e fibbie, in oro, platino e pietre preziose, lavorate secondo l’antica tradizione orafa fiorentina. Stefano Ricci, da vero capitano d’azienda, ha saputo trasmettere la sua passione ai figli Niccolò, il Ceo, e Filippo, il direttore creativo. «Siamo entrati in azienda all’inizio del Duemila, ognuno con un proprio ruolo e in grande sintonia con tutta la famiglia – spiega Niccolò Ricci, responsabile della parte strategica, innovativa e finanziaria – Il nostro brand ha come simbolo l’aquila reale, che per noi simboleggia i valori della maison, vale a dire onore, potere e orgoglio. Oggi, nonostante i tempi difficili, a causa della guerra e l’emergenza economica legata al caro energia, il nostro bilancio di fine anno raggiungerà i 148 milioni, come nel periodo pre Covid. Un dato per noi molto positivo, considerando tutti i problemi del momento, inclusi quelli relativi al commercio con la Russia».
Attualmente i Paesi più importanti per l’export dei prodotti di lusso di Stefano Ricci sono rappresentati dagli Usa (con un +30%) che prendono il posto della Cina, considerata un faro per le vendite fino alla fase pre Covid. Poi, dopo gli Usa, i mercati più di rilievo sono l’Europa (con un +75% per Parigi, Londra e Milano) e i Paesi limitrofi alla Russia. «La nostra forza è rappresentata dall’alta qualità delle nostre produzioni e dalle lavorazioni artigianali. Le persone che lavorano con noi sono 620, incluse quelle inpegnate nelle nostre 72 boutique e 20 shop in shop – ricorda il Ceo – A fine mese apriremo una nuova boutique sulla 57a Strada a New York e a fine gennaio sarà la volta di un nuovo flagship store a Pechino». Stefano Ricci, con la sua aquila reale, svetta su un guardaroba che si colloca nella fascia top luxury del mercato, a cui si aggiunge tutta la parte home, con tessuti prodotti realizzati dall’Antico Setificio Fiorentino, una storica seteria nata nel 1786 e acquisita dalla maison Ricci nel 2010.
Ma nelle produzioni superlusso della maison figurano, tra gli altri, anche i sigari, i profumi e la collezione di orologi “Octagon”, nata nel 2020, “best investment of the year” perle riviste di settore. «Noi siamo orgogliosamente un “family business” – ricorda Niccolò Ricci – e teniamo alta la bandiera del nostro marchio grazie al fatto che, con la nostra dimensione snella, possiamo prendere decisioni rapide, in accordo con i nostri top manager. Non solo, ma ci premiano la coerenza con il nostro Dna e l’attenzione per qualità più alta, linfa vitale del nostro mercato di nicchia».
Articolo pubblicato il 14 novembre da La Repubblica