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TECNOLOGIA E FORMAZIONE, così il settore cambia pelle di Bernabò BOCCA| Civiltà del Lavoro 2/2024

16.09.2024

Articolo pubblicato nella rivista n.2/2024 di Civiltà del Lavoro

Quando si affronta il tema del turismo in Italia, la suggestione che in primis si avverte è sempre quella della bellezza. Forse perché ci troviamo in un Paese come il nostro che, con tutta onestà, non credo abbia eguali nel mondo. Malgrado questa consapevolezza, chi opera nel settore avverte ogni giorno di più la necessità di trovare le giuste leve per mantenere viva tale suggestione nell’immaginario collettivo, tanto dei visitatori italiani quanto dei turisti stranieri. Si tratta di una responsabilità che ogni imprenditore del comparto sente profondamente come propria.

L’ultima stima preliminare Istat sul Pil italiano è incoraggiante: si rivela una crescita nel primo trimestre 2024, con un aumento dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% rispetto al 2023. Si tratta di cifre che stanno a dimostrare una indubbia vitalità della nostra economia. Mi sento di poter dire che questa crescita sia stata generata anche e soprattutto dall’andamento del turismo, un comparto che diventa sempre più incisivo per la bilancia economica del Paese. Con questi presupposti, lo scenario che si prospetta induce ad una certa dose di ottimismo. In termini di movimento turistico interno, tra le festività pasquali e i ponti di primavera, le aspettative sono state rispettate e tutto lascia pensare che l’estate 2024 produrrà un’ottima performance. Ci si dovrebbe sentire al sicuro, ma alcune criticità persistono. Tra queste, l’incertezza che i conflitti internazionali possono generare nella progettazione di un viaggio. La sicurezza è un tema centrale per il turismo interno quanto per i visitatori stranieri, in particolare gli americani, che rappresentano per così dire il nostro mercato principale: amano l’Italia, progettano vacanze con largo anticipo nel nostro Paese, ma sono estremamente sensibili ad ogni minima eventualità di rischio.

Inoltre, vi sono problematiche legate alla carenza di personale: è sempre più difficile per il nostro settore pianificare la funzionalità della propria impresa alberghiera con la certezza di avere garantite le forze necessarie. Una cosa va detta: nel post-Covid siamo entrati in un’altra era. Molte cose sono cambiate, in particolare nel turismo, dove, durante il periodo più buio della pandemia, vi è stato un blocco assoluto delle attività. Impossibile per noi dimenticarlo. Molti professionisti dediti al comparto, spaventati dalla precarietà della situazione e dalla continua incertezza, hanno optato per altre occupazioni. Indubbiamente su questo tema andrebbe fatta una profonda riflessione. Da una parte per invogliare i giovani ad un mestiere da considerare affascinante e non soltanto caratterizzato dal grande sacrificio, dall’altra per alleggerire i nostri imprenditori da eccessivi orpelli dal punto di vista fiscale. Bisogna invertire la tendenza, smetterla con i populismi secondo cui non si troverebbe personale a causa di salari non adeguati e facilitare piuttosto chi, per scelta di vita, si assume il rischio di impresa e sa di dover contare sui propri collaboratori tanto quanto su sé stesso.

Oggi siamo alle porte del futuro. L’Intelligenza artificiale incalza e sembra dettare le regole del nostro lavoro da qui in avanti. C’è chi ne subisce il fascino, chi ne ha paura. Ma l’Ia è stata creata dall’uomo, dunque è amica dell’uomo e va sperimentata in tutte le sue declinazioni. Va però tenuto presente che si tratta di uno strumento, sempre più prezioso per la produttività delle nostre aziende, ma mai sostitutivo della persona. L’ospitalità italiana è connotata dal tocco personale di ciascuno dei nostri albergatori, testimonial in prima linea dell’eccellenza del Belpaese. Non si può prescindere dall’evolvere delle tecnologie, cosa che diventa essenziale per il turismo. Una volta che ci si appropria delle procedure, è sorprendente scoprire quante potenzialità esse offrano nel processo di realizzazione del nostro prodotto.

Ultimamente il nostro Gruppo, Sina Hotels, ha celebrato due anniversari importanti: i 150 anni dell’hotel Sina Bernini Bristol a Roma e il 140° del Sina Brufani di Perugia. È stato un momento straordinario, in cui passato, presente e futuro si sono incontrati: tra gli hotel che hanno la loro storia e tutta la preparazione avveniristica che abbiamo gestito con le giovani generazioni. È stato bellissimo poter vivere momenti così intensi, accompagnati dalla modernità ma ben ancorati ai valori di sempre. Un’esperienza che mi ha dato una nuova consapevolezza: le celebrazioni, così come i grandi eventi, sono un elemento su cui fare leva anche nell’intento di diventare turisticamente più attrattivi. Nei paesi nostri competitor ogni piccola ricorrenza diventa un avvenimento siderale. Noi, che siamo pieni di storia e di luoghi meravigliosi in cui celebrarla, a volte sembriamo dimenticarcene.

Gestendo un patrimonio così prezioso come l’Italia, per noi la strada è aperta. Si tratta solo di percorrerla nel verso giusto, ben sapendo che la condivisione degli obiettivi sia il primo passo verso la stabilità e la crescita di tutto il comparto.

Bernabò Bocca è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2005. È a capo del Gruppo S.I.N.A. Hotels, azienda di famiglia, cui fanno capo 11 alberghi di lusso. Il Gruppo oggi dà lavoro a 400 dipendenti. Bocca è presidente di Federalberghi e della Fondazione CR di Firenze ed è stato Senatore della Repubblica nella XVII Legislatura.

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