“Non siamo in guerra. Guerra e pandemia hanno in comune soltanto un gran numero di decessi e un impegno emotivo, psicologico, economico, industriale da parte della nazione. Sono però diversissimi gli scenari, le cause, le soluzioni, le prospettive, le forze in campo”. A parlare è Luca Tomassini, Cavaliere del Lavoro e professore aggiunto alla Luiss. Fondatore e presidente di Vetrya, gruppo quotato in borsa e leader riconosciuto nello sviluppo innovativo di servizi digitali ma anche acuto osservatore del presente, autore del libro “Il grande salto”, un’analisi sul futuro e sull’impatto che la tecnologia esercita su stili di vita, benessere e salute del pianeta.
Luca Tomassini, riusciremo a uscirne?
Questi mesi sono stati caratterizzati da preoccupazioni, timori, rinunce e speranze ma anche da conferme piene nell’umanità, nella sua capacità di resistere, di affrontare i problemi più difficili, di osare sognare e progettare il futuro. Ne usciremo. Nonostante tutto, continuo a essere e a dichiararmi un ottimista. II Covid ha modificato le nostre vite ed evidenziato ü ruolo delle tecnologie.
Come si inserisce Vetrya in questa sfida?
Durante la crisi il cambiamento e l’innovazione non si sono arrestati ma anzi hanno in un certo modo accelerato la loro corsa. Appena avuto sentore dell’importanza del fenomeno che si stava presentando, abbiamo attivato le nostre migliori energie per trovare risposte all’altezza della sfida che ci si presentava. Abbiamo messo a punto una soluzione di tracciamento e dispositivi indossabili per garantire il mantenimento della distanza di sicurezza sui luoghi di lavoro. Attraverso le nostre piattaforme di videocomunicazione, abbiamo messo a disposizione dei nostri clienti uno strumento agile ed efficace per gestire al meglio le attività necessariamente remotizzate, come quelle legate alla formazione. Potrei farle altri esempi, mi limito a questi per darle un’idea di come abbiamo cercato e stiamo cercando di applicare la filosofia nella quale crediamo profondamente: quella di un digitale al servizio dell’uomo, che facilita la vita e offre sostegno per superare le situazioni più difficili.
Il digitale sarà sempre più parte integrante del quotidiano, dunque?
Il digitale ci ha consentito di rimanere uniti e connessi. E continuerà a farlo. Ci sarà, allora, una nuova normalità, che dobbiamo essere noi a coltivare e istituire, come si istituiscono le istituzioni, appunto; una nuova normalità nella quale le nostre attività domestiche e lavorative si intrecceranno necessariamente. Il confine tra abitazione e ufficio salterà in molti settori produttivi. Pensiamo agli insegnanti, che hanno continuato a far lezione, a interrogare gli alunni via web. O a tutti coloro che hanno comunque continuato a lavorare da remoto.