Nata a Roma nel 1905 come emporio di caffè, spezie e coloniali, oggi Danesi Caffè è attiva nell’importazione, torrefazione ed esportazione di caffè a marchio proprio. Quali le principali tappe di questo percorso di crescita?
Fondata a Roma da mio nonno Alfredo nel 1905, per il quale il caffè non era soltanto una bevanda, ma un’autentica forma d’arte da condividere con i cultori come lui, l’azienda ha ottenuto rapidamente il gradimento dei consumatori per i suoi prodotti. A partire dal 1933 è mio padre Giovanni a proseguire l’attività promuovendone la crescita e sviluppando la vendita dei prodotti a marchio Danesi perlopiù nel canale dei pubblici esercizi Ho.re.Ca. Ho ereditato la passione di mio padre, da lui tramandatami con maestria tanto che già negli anni Settanta ero Direttore Commerciale per l’Italia, contribuendo a diffondere la conoscenza delle nostre miscele sul territorio nazionale e avviando l’internazionalizzazione dell’azienda. Ho creato una rete di distribuzione inizialmente in Europa e successivamente negli Stati Uniti con l’apertura di uffici commerciali ad Atlanta, New York, Los Angeles e Miami.
La strategia di espansione per l’acquisizione di quote sui mercati internazionali mi ha spinto in Russia e in tutta l’Europa dell’Est fino a raggiungere 55 paesi nel mondo. Nel 2007 ho completato il nuovo impianto di torrefazione che utilizza tecnologie di tostatura all’avanguardia, grazie alle quali la capacità produttiva dell’azienda è raddoppiata da 10 a 20 tonnellate di caffè torrefatto al giorno. Particolare attenzione viene data a tutte le fasi della produzione del caffè: dalla coltivazione, alla selezione dei chicchi, alla miscelazione sino alla loro tostatura. Naturalmente il processo di tostatura viene seguito secondo una metodologia sofisticata adattata alle caratteristiche di ciascuna miscela di chicchi verdi, un processo che conduce all’espressione dei migliori e più apprezzati aromi del caffè che contraddistinguono l’espresso Danesi. Tali caratteristiche consentono a Danesi Caffè di adattarsi con prontezza ai tempi, alle esigenze e ai gusti dei consumatori che si evolvono continuamente. Da qui l’idea di dedicare particolare attenzione anche alle Monorigine.
Questi prodotti sono il frutto di un’intensa attività di ricerca che ha avuto l’intento di identificare quei caffè coltivati in determinati luoghi della terra la cui geografia, geologia e clima imprimono a ciascuno un carattere speciale tale da renderlo unico. L’impatto sensoriale di questi caffè si può ben descrivere con una varietà di note aromatiche che vanno da quelle del cacao e uva passa del Brasile a quelle di vaniglia e frutti neri del Ruanda. Oggi sono affiancato e coadiuvato nella conduzione dell’azienda di famiglia dalle mie figlie, ognuna delle quali apporta le proprie competenze per l’espansione dell’impresa in linea con i trend e le sfide del futuro, sia nell’acquisto della materia prima, che nei rapporti internazionali e nella transizione digitale per rendere sempre più efficienti in qualità e quantità i flussi aziendali.
Siete presenti in 55 paesi con un export che negli ultimi 20 anni è cresciuto dal 40% all’80%. Da quali mercati è maggiormente apprezzata la vostra produzione?
Uno dei paesi in cui il caffè Danesi ha avuto un grande apprezzamento è la Grecia, dove è stata lanciata una linea di caffetterie a marchio DCH – Danesi Coffee House con l’apertura di diversi locali ad Atene. Le nostre produzioni sono inoltre apprezzate in diversi paesi dell’Est e Nord Europa fino a Israele ed Emirati Arabi. Negli Stati Uniti siamo presenti fin dal 1970 con tre branch office a New York, Los Angeles e Miami che si occupano della distribuzione per il mercato americano, canadese e messicano.
Danesi Caffè è orientata all’ambiente e alla sostenibilità. Di recente una partnership con Enel X. Di cosa si tratta?
Si tratta di un impianto fotovoltaico nello stabilimento romano (che ha una potenza di 93 kWp ed è in grado di produrre energia per 122.162 Kwh ogni anno) con il quale vengono emessi circa 45.087 chili di anidride carbonica in meno ogni anno. La nostra azienda è molto attenta all’efficienza e alla sostenibilità dei processi produttivi, adottando le tecnologie più innovative per ridurre gli impatti sull’ambiente, utilizzando imballaggi riciclabili, destinando gli scarti del processo di trasformazione del caffè in impianti per produzione di biogas e utilizzando veicoli elettrici per la distribuzione del prodotto sul territorio italiano. La consapevolezza dell’impatto sociale e ambientale della coltivazione e della produzione del caffè torrefatto si manifesta nella costante collaborazione e nell’acquisto di materia prima direttamente dai piccoli produttori del Centro e Sud America e in Africa, contribuendo al miglioramento delle loro condizioni di vita.
Articolo pubblicato nella rivista n.6/2023 di Civiltà del Lavoro
Molte le sponsorizzazioni in ambito sportivo e non solo. Quali ricorda con maggiore trasporto?
Tra le più significative sicuramente l’A.S.D. Danesi Nettuno Baseball, più volte campione d’Italia e campione d’Europa. L’azienda è stata anche sponsor dell’edizione 2018 degli Internazionali di tennis Bnl di Roma e, inoltre, di diverse partite di Lazio, Roma e Parma, durante i campionati di Serie A e durante le partite di Coppa Italia.
Cosa ha significato per lei la nomina a Cavaliere del Lavoro?
È un prestigioso riconoscimento dei quasi 60 anni vissuti nell’azienda di famiglia che ha suscitato in me una profonda commozione anche perché è giunto proprio nell’anno in cui ho compiuto 80 anni. È stato un riconoscimento che premia anche il lavoro delle mie figlie e di tutti i collaboratori dell’azienda.