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Tra ambiente e arte la moda alza il sipario

22.02.2023

Abiti preziosi come opere d’arte per le lavorazioni a ricami effetto pizzo o macramè, completamente realizzati a mano. È una collezione di grande leggerezza, di eleganza e di armonie di colori neutri quella presentata da Brunello Cucinelli che, da oggi, dà il via alla fashion week di Milano. Un inno alla bellezza che la sera si accende di ricami brillanti, satin e paillettes. E che esalta l’alto artigianato di un marchio profondamente legato al territorio e all’ambiente. Dal 2022 Cucinelli ha aderito alla H.M. King Charle’s Sustainable Markets Initiative Fashion Task Force, il progetto ideato e presieduto da Federico Marchetti su iniziativa di Re Carlo d’Inghilterra per consentire al settore privato di accelerare la transizione verso un futuro sostenibile. Un progetto di ampio respiro che lo
stilista ha raccontato ieri. «Con il sovrano ci siamo visti al G20 ed è nata un’intesa», ha detto. Quell’intesa ora è sfociata in una alleanza per la rigenerazione agricola e il ripopolamento di capre dell’Himalaya.

«Da lì sono già arrivati i primi cinque chili di cashmere» ha ricordato, «e da questi partiremo per produrre scialli di altissimo livello. A Natale ho mandato al re una lettera che l’ha commosso. Amo il suo impegno in difesa dell’ambiente e il suo stile è per me fonte di ispirazione». L’inizio delle sfilate milanesi è stato preceduto da un evento al Piccolo Teatro, dove da 25 anni sfila Laura Biagiotti. «Il Piccolo è la testimonianza del genio di Giorgio Strehler ed è anche un pezzo della mia vita e di quella di mia madre Laura che ha iniziato qui nel 1998», ha ricordato sua figlia Lavinia.

L’imprenditrice-stilista ha offerto un’anteprima della collezione che sarà rivelata nella sua interezza, lunedì prossimo, in un fashion-film che mette insieme moda e teatro. E danza, con il balletto dell’étoile Eleonora Abbalerino del Bolshoi. In passerella, il grande protagonista è stato l’abito-bambola, il simbolo della maison, che Laura Biagiotti definiva “spazialista”, perché espande l’abito nello spazio e che qui è stato trasformato in spolverino e in gonna da indossare sopra i pantaloni. Nel ricco calendario della moda quest’anno sono previsti 165 appuntamenti, di cui 59 sfilate, in location speciali e spazi cari alla città. Come il ristorante Savini, in Galleria Vittorio Emanuele, un’istituzione dal 1867, scelto per il défilé di Borbonese. Dorian Tarantini e Matteo Mena, i due giovani creativi che hanno rilanciato il brand, hanno dato vita a una collezione all’insegna della femminilità con colori pastello, rosa cipria e blu. Nel guardaroba delle donne Borbonese ci sono lunghi cappotti, gonne a matita, top decorati con catene ricoperte di camoscio e la stampa OP, il famoso occhio di pernice, da sempre nel Dna del marchio. E borse speciali per ogni look.

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Articolo pubblicato il 22 febbraio da La Repubblica

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