“Prima ne usciamo, prima riparte l’Italia, ma per uscirne occorre accelerare la campagna di vaccinazione. Sul fronte abbiamo pronto un esercito di farmacisti, perché non impiegarlo da subito?” si domanda il Cavaliere del Lavoro Luigi De Vita, fondatore di Pharma Logistics e presidente di Devital, società leader nel settore della formazione ai professionisti della salute e nell’organizzazione di congressi scientifici.
Per arrivare alla piena copertura della popolazione il prima possibile occorre che la vaccinazione “avvenga non solo presso i presìdi pubblici, ma anche in qualsiasi altro luogo idoneo, con la supervisione di medici, assistiti, se necessario, da infermieri o da personale sanitario opportunamente formato”. Lo prevede la stessa normativa, nella legge di bilancio 2021. Raggiungere l’obiettivo di vaccinare entro l’estate la popolazione italiana, o almeno una quota largamente maggioritaria implica reperire le dosi necessarie e, al tempo stesso, impone da subito la necessità di ampliare al massimo la rete dei vaccinatori. “Su questo punto – osserva il Cavaliere del Lavoro De Vita – c’è tutta la disponibilità della rete dei farmacisti italiani, pensi cosa potrebbe significare coinvolgere un network di 18mila presìdi, tante sono le farmacie italiane, distribuiti sul territorio. Nel Regno Unito è già così, i farmacisti inglesi stanno vaccinando i cittadini”.
Oltre alla presenza sul territorio va considerato anche il valore rappresentato dal rapporto di fiducia che i farmacisti possono vantare nelle rispettive comunità di riferimento, dal quartiere alla piccola cittadina. “Per procedere – aggiunge Il Cavaliere del Lavoro – è necessario che gli stessi farmacisti siano vaccinati in via prioritaria in questa prima fase, alla stessa stregua degli altri operatori sanitari”. Il Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Domenico Arcuri ha intanto manifestato la disponibilità a coinvolgere i farmacisti.
“L’azione dei farmacisti va programmata da subito per farsi trovare preparati non appena arriveranno in Italia i nuovi vaccini, che potranno essere conservati a 2 – 8 °C” – continua De Vita. “Il governo deciderà a chi dare la priorità per la vaccinazione, ma è essenziale che le farmacie diventino punti di riferimento per l’erogazione delle dosi, per accelerare la distribuzione e a coinvolgere in tempi brevi la maggioranza della popolazione.”
Al di là dell’organizzazione della campagna vaccinale, lo shock pandemico ha imposto un ripensamento del ruolo della sanità e dell’assistenza territoriale. E anche in questo senso può rivelarsi utile il ruolo della farmacia e dei farmacisti quali operatori sanitari. A cominciare dalla telemedicina, che a seguito della Conferenza Stato-Regioni dello scorso 17 dicembre, che ha sancito l’accordo sulle “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina”, ha fatto il suo ingresso nel Sistema Sanitario Nazionale. “Siamo di fronte a una importante innovazione – osserva De Vita – , ora le piattaforme di telemedicina sono dispositivi medici a tutti gli effetti, si tratta di strumenti attraverso cui diventa possibile attivare teleconsulti, televisite, teleconsulenze, teleassistenza e telerefertazione con una centrale operativa attiva 24 ore al giorno e sette giorni su sette. Possiamo e dobbiamo compiere un passo in avanti decisivo rispetto al vecchio modello degli ambulatori”.
La sanità digitale porta con sé il duplice vantaggio di tagliare i costi e rendere più efficace l’assistenza. Non è un caso se proprio la digital health rappresenta un capitolo decisivo del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, che degli attuali 19,7 miliardi previsti nella bozza governativa, (compresi i fondi React), prevede la destinazione di 7,9 miliardi proprio all’“assistenza di prossimità e telemedicina”.