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Villa Albani Torlonia, i Cavalieri del Lavoro promuovono il restauro della Fontana di Nettuno

22.10.2019

La Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro promuove il restauro della Fontana di Nettuno ospitata nei giardini storici di Villa Albani Torlonia a Roma.

L’iniziativa si inquadra nel “Progetto Cultura” avviato dalla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro durante la presidenza di Antonio D’Amato sui temi della valorizzazione e della tutela del patrimonio culturale e artistico italiano.

Un’azione articolata in confronti, convegni e riflessioni con esponenti del mondo istituzionale, accademico ed economico che nel settembre 2016 ha portato alla sigla di un Protocollo d’intesa con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per promuovere gli investimenti privati a favore della cultura e per sostenere la difesa del cultural heritage italiano e dei suoi valori.

Il progetto di restauro, che interessa tutte le componenti della Fontana di Nettuno, dalla pulitura delle superfici con tecnica laser, alla riparazione degli elementi idraulici fino all’integrazione delle parti mancanti con calce St. Astier, intende assicurare l’opera al futuro nella sua autenticità e valorizzarne la centralità per la quale era stata progettata.

Il complesso scultoreo infatti, incastonato nel punto di intersezione delle due scalinate principali che conducono dalla loggia del Casino Nobile al giardino all’italiana, riveste un ruolo di primo piano nella concezione architettonica dello storico dell’arte Jhoann Joachim Winckelmann che, nel ruolo di bibliotecario e confidente del cardinale Albani, influenzò fortemente il progetto.

Villa Albani Torlonia, rara testimonianza dello stile di passaggio tra il Rococò ed il Neoclassicismo, venne realizzata a metà del XVIII secolo da Carlo Marchionni secondo un progetto al quale contribuirono Giovanni Battista Nolli, Giovanni Battista Piranesi e Johan Joachim Winckelmann per ospitare la collezione di antichità del cardinale Alessandro Albani, nipote di papa Clemente XI.

Un sogno di classicismo, preservato intatto grazie alla passione per l’arte di diverse generazioni della Famiglia Torlonia che l’acquista nel 1866, ampliando la collezione ed il giardino, restituendo lustro e prestigio alla più importante dimora cardinalizia del Settecento, dove nel 1870 venne firmata la resa di Roma da parte dello Stato Pontificio.

Le opere della Collezione Torlonia e Villa Albani Torlonia sono state conservate avvalendosi di un selezionato gruppo di restauratori e tecnici di fiducia. Una costante e scrupolosa opera di restauro che la Fondazione ha proseguito ottenendo importanti risultati: oltre all’ambizioso programma di conservazione, sempre in essere, ha portato a compimento il restauro, nel salone principale di Villa Albani, dell’affresco di Anton Raphael Mengs, il ‘Parnaso’,  manifesto pittorico del nascente stile neoclassico, lo studio per il recupero delle lacche romane nel salotto cinese, l’opera di restauro, durata tre anni, delle oltre cento sculture della Kaffeehaus fino ai lavori già avviati, grazie al contributo della Federazione Nazionale dei Cavalieri del lavoro per il restauro della Fontana di Nettuno.

Antonio D'Amato presenta il progetto di restauro

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