Civiltà del Lavoro, n. 1/2013 - page 95

VITA
ASSOCIATIVA
CIVILTÀ DEL LAVORO
VI • 2013
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Alessandrello invita l’Italia a fare lo stesso e a leggere il
Corridoio dei due mari innanzi tutto come una “sfida cul-
turale”, da cogliere per le generazioni future. Puntualiz-
za, inoltre, che “a competere oggi non sono più le sin-
gole imprese, ma sono interi territori, interi distretti” e
che il Corridoio “mette in relazione regioni europee tra
le più densamente popolate e a maggiore vocazione in-
dustriale, con poli produttivi di importanza mondiale nei
settori chimico, farmaceutico, automobilistico, energeti-
co e dell’acciaio”. Riconquistare il ruolo di porta d’accesso
all’Europa per merci e persone provenienti dall’Oriente e
dal Mediterraneo, significherebbe per l’Italia vivere una
terza età dell’oro dopo il Rinascimento e, più indietro an-
cora, l’epoca romana.
L’esempio di Rotterdam e Anversa
Più tecnici i contributi offerti da Bernhard Kunz, Ceo del
gruppo Hupac, (azienda specializzata nel trasporto inter-
modale attraverso la Svizzera, ndr) e da Eugenio Muzio,
Amministratore di Combitec. Il primo, nel ricordare l’appor-
to della logistica alla crescita dell’occupazione, cita l’esem-
pio di Duisburg, città che dopo l’affievolirsi della propria
vocazione industriale si è reinventata come hub logistico
d’Europa grazie alla costruzione del porto sul Reno, che
ha portato 17.000 nuovi posti diretti e 34.000 nell’indotto.
Il secondo approfondisce il tema dei retro porti, concet-
to ancora nuovo per l’Italia e che corrisponde a strutture
che, “oltre alla rituale funzione intermodale strada-rotaia
di un terminal, alleggeriscono il carico di lavoro del retro
banchina e selezionano le destinazioni dei container in im-
port ed export”. Con il decreto “Salva Italia” del 2011, sot-
tolinea Muzio, si è fatto però finalmente un passo avanti,
assegnando alle Autorità portuali “possibilità di progetta-
zione e programmazione logistica del territorio fino a quel
momento impensabili”. D’altronde il modello a cui guar-
dare, ricorda Luigi Merlo, presidente dell’Autorità portua-
le di Genova, sono proprio i porti di Rotterdam e Anversa,
che gestiscono l’intera catena logistica. Per Merlo questo
significa accelerare la riforma proposta dal ministro del-
le Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, procedendo
verso un accorpamento delle attuali Autorità portuali, tra-
sformandole in distretti logistici e conferendo loro l’auto-
nomia necessaria per espandersi. “Anversa e Rotterdam
stanno acquistando porti indiani – racconta – mentre noi
non possiamo nemmeno acquistare il 3% di una quota
del retro porto di Rivalta”.
Il progetto svizzero AlpTransit
In questo processo di ammodernamento e sempre guar-
dando all’obiettivo dell’intermodalità, si inserisce il Ter-
zo Valico dei Giovi, ovvero il progetto di linea ferroviaria
ad Alta Velocità che collegherà Genova alle principali li-
nee ferroviarie del nord Italia. Più che favorevole il Cava-
liere del Lavoro Ugo Salerno, Amministratore delegato di
Rina, che a conclusione dei lavori ribadisce come la mo-
dalità ferroviaria sia l’unica competitiva sulle lunghe di-
stanze attraverso i valichi alpini e come la Svizzera si stia
da tempo muovendo in questa direzione. A dimostrarlo
è il progetto Alptransit, che punta a raddoppiare entro il
2020 la capacità di trasporto merci e a collegare in modo
ecologicamente sostenibile il Mediterraneo al Mare del
Nord. Il gioiello di questo progetto sarà il San Gottardo,
57 km di ferrovia nel cuore delle Alpi che una volta com-
pletati ne faranno la galleria più lunga al mondo.
(s.t.)
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