Civiltà del Lavoro, n. 1/2013 - page 85

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CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2013
INTERVISTA
mente è il più grande progetto idroelettrico in Africa e
rappresenterà la diga più grande dello stesso continente.
L’impianto, con una potenza installata di 6.000 MW, sa-
rà in grado di aumentare significativamente la potenza
idroelettrica disponibile nel Paese.
Vi sono paesi nei quali ha trovato un contesto
più favorevole alla realizzazione di infrastrutture?
Sarebbe limitativo afferma-
re che vi siano paesi più
favorevoli di altri alla re-
alizzazione di infrastruttu-
re. Tutti i paesi sono forti
sponsor dei progetti in-
frastrutturali che ci ven-
gono assegnati e pertan-
to, in generale, tendono a
creare contesti favorevoli.
In questo momento potrei
citare il caso del Qatar, do-
ve stiamo realizzando la
metropolitana che si in-
serisce nel programma di
realizzazione del nuovo
sistema di mobilità infra-
strutturale promosso dal
Qatar nell’ambito del Pia-
no Nazionale di Sviluppo per il 2030 (“Qatar National Vi-
sion 2030”).
E ancora il caso di Riyadh, con il maxi contratto aggiudica-
to a Salini Impregilo e altri, che rappresenta la più grande
commessa mai assegnata ad aziende italiane nel settore
dell’ingegneria civile, nell’ambito del più ampio proget-
to di costruzione contemporanea della nuova rete di me-
tropolitane di Riyadh (composta da 6 linee di lunghezza
complessiva di circa 180 km) del valore complessivo di
circa 23,5 miliardi di US $.
Il suo Gruppo sarà sempre alla ricerca di ingegneri e
tecnici altamente specializzati. In Italia riesce a tro-
varne a sufficienza?
Intendiamo diventare un polo di eccellenza per le migliori
professionalità del settore delle infrastrutture. Innovazio-
ne e alta specializzazione sono pertanto tra i nostri fat-
tori vincenti, che alimentiamo di continuo con attrazione
di talenti da università italiane, ma, a tendere, da tutto il
mondo. L’attività del nostro Gruppo oramai da diversi anni
si svolge prevalentemente all’estero. La quota di fattura-
to in Italia non supera il 20% ed è destinata a diminuire
in percentuale sul fatturato del Gruppo. Intendiamo per
questo sviluppare i rapporti con le università, non solo ita-
liane, ma anche di alcuni paesi per noi chiave, per creare
insieme percorsi di formazione specifici in grado di crea-
re le professionalità di cui abbiamo bisogno, rendendoci
a nostra volta disponibili
per attività di formazio-
ne e/o stage. Un recipro-
co scambio di valore tra
noi e i territori in cui ope-
riamo. Perché crediamo
che la diversità di cul-
tura e di modelli di for-
mazione non possa che
rafforzare la nostra pro-
pensione alla innovazio-
ne e alla crescita. In que-
sto contesto intendiamo
anche avviare i contatti
con il Collegio Universi-
tario “Lamaro Pozzani”,
che ho avuto il piacere
di visitare recentemente.
Come si svolge la giornata tipo dell’amministratore
delegato del principale general contractor italiano?
Ho l’onore di essere l’amministratore delegato di un gran-
de Gruppo di 34.000 persone di oltre 85 nazionalità, attivo
in più di 50 paesi nel mondo, e questo mi porta a essere
sempre in movimento. Uno stile di vita che ho appreso
molto giovane, appartenendo a una famiglia di costrut-
tori. Quando sono in Italia la giornata inizia molto presto
con la lettura della rassegna stampa. Seguendo da vicino
le nostre attività nei diversi paesi, come ad esempio l’Au-
stralia o Dubai, talvolta sono attivo già dalle prime ore del
mattino. Credo fermamente che l’abitudine a relazionarsi
con differenti culture rappresenti un arricchimento perso-
nale per ognuno di noi e di sicuro un valore che ho sem-
pre cercato di trasferire in azienda. La mia giornata tipo?
Impegnativa e stimolante. Normale ma sempre ricca di
nuove emozioni. L’anno trascorso è stato veramente im-
pegnativo e non ricordo una giornata che sia stata ugua-
le alle altre 364.
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