Civiltà del Lavoro, n. 3/2014 - page 79

VITA
ASSOCIATIVA
CIVILTÀ DEL LAVORO
III - 2014
79
RESTAURARE
I
SIMBOLI
PER RIDAR
VITA
ALLA
CITTÀ
Qual è il valore dell’iniziativa sostenuta dalla Fede-
razione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro nell’opera
di restauro promossa dalla Direzione Regionale per i
Beni culturali e paesaggistici dell’Abruzzo?
L’iniziativa è di notevole pregio innanzitutto per la qua-
lità e l’importanza dell’associazione che ha finanziato il
restauro della chiesa. È un riguardo speciale che questa
direzione regionale del Ministero dei beni e delle attività
culturali e del turismo dedica ai donatori che promuovo-
no la conservazione e la va-
lorizzazione del patrimonio
colpito dal sisma del 2009. In
particolare, la Chiesa di San-
ta Maria di Farfa adottata dai
Cavalieri del Lavoro, nobilis-
sima per storia e fondazio-
ne, rappresenta un tassello
eccezionale per il suo valo-
re identitario nel contesto
cittadino.
Qual è il danno del ter-
remoto sui beni culturali
dell’Aquila?
I danni sono stati cospicui. Al
di là di un bilancio numerico,
il patrimonio culturale è l’am-
bito più vistosamente colpi-
to, e colpito in modo diffuso
e uniforme. La nostra pro-
grammazione prevede in-
terventi su nove anni di attività, a partire dal 2012, che
aumenteranno se si considera la relativa esecuzione dei
lavori. Chiaramente il tutto è condizionato dalla presenza
di un flusso continuo di finanziamenti.
A cinque anni di distanza dal sisma, a che punto è l’o-
pera di restauro?
Dal 2012, terminata la gestione emergenziale, è in atto
un’importante programmazione di interventi. Al momen-
to un centinaio di cantieri, differenti per intensità, misu-
ra ed impegno economico, insistono non solo nella città,
ma in tutta la vasta area circostante colpita dal sisma, nel
cosiddetto cratere sismico. Li lega un unico filo condutto-
re definibile “bisogni e cultura”. Ognuno di essi deve cioè
avere un valore simbolico ed identitario per la comunità e
rispondere ai suoi bisogni, combinando lavoro materiale
con uno più sottilmente culturale e spingendo sui peda-
li della valorizzazione, comunicazione e corretta informa-
zione. Un impulso importan-
te in tal senso ci è dato da
Dario Franceschini, in visita
all’Aquila all’indomani del
suo insediamento. Nel motto
“L’Aquila viva” il Ministro ha
compendiato il nostro scopo:
calare l’opera della nostra
Amministrazione, dedita alla
tutela e alla conservazione
del patrimonio culturale, in
una sofisticata promozione
di valori culturali.
Quali sono i fondi utiliz-
zati fino ad ora? A quali
si mira?
Sono tre le principali fonti di
finanziamento. Innanzitutto il
decreto n. 24 del 2010, che,
assegnando 118 milioni di
euro, ci ha consentito di la-
vorare fin da subito. Poi la delibera CIPE n. 135 del 2012,
che ha finanziato la prima delle nove annualità del pro-
gramma. Infine, le donazioni dei privati, costituenti il 25-
30% delle risorse complessive. Per fare qualche esempio:
la chiesa di Santa Maria di Farfa, appunto, e la donazio-
ne della Camera dei Deputati per il restauro del Palazzet-
to dei Nobili. Ma non bisogna dimenticare la miriade di
altri piccoli donatori meno noti ma non per questo me-
no significativi.
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A colloquio con Fabrizio Magani, Direttore Regionale per i Beni culturali e paesaggistici
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