Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2014 - page 11

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2014
Luigi Roth
IL
CONCRETO
DINAMISMO
DELLE
RETI
UN ANNO FA,
era solo un auspicio. Poi abbiamo
cominciato a lavorare, e con gradualità l’auspicio si è tra-
sformato in qualcosa di più di una semplice idea. È diven-
tato una strategia, poi una proposta, e infine un program-
ma di lavoro scandito da tempi e da momenti di verifica.
In un anno, possiamo dire di avere costruito quella rete
che prima non c’era. E di averlo fatto coinvolgendo tante
persone, intelligenze, ragazzi, organizzazioni, con l’obiet-
tivo di lavorare insieme, di realizzare iniziative concrete,
di rafforzare la nostra identità di Cavalieri del Lavoro, in-
dividuale e collettiva.
La rete che abbiamo costruito è prima di tutto interna: at-
tivando dei progetti pilota nel Gruppo Lombardo (di cui si
può leggere nelle pagine interne di questo numero, nella
sezione dedicata alla Vita associativa), si è generata una
condivisione via via più ampia all’interno del mondo del-
la Federazione Nazionale. Ma non solo: elaborare delle
proposte che connettessero i Cavalieri del Lavoro alla so-
cietà e ai giovani, ha attivato molte risposte, interesse e
momenti di networking anche esterni alla comunità dei
Cavalieridel Lavoro, facendoci comprendere alcune cose
importanti, che vorrei condividere con voi.
La prima è che non possiamo aspettarci di avere attenzio-
ne dall’esterno se non ci muoviamo noi per primi. Appena
abbiamo iniziato a raccontare i nostri progetti, a incontra-
re persone che provengono anche da ambiti diversi dai
nostri, abbiamo intercettato reazioni molto positive, col-
laborative, coinvolgenti. La reputazione dei Cavalieri del
Lavoro è forte, è un elemento indispensabile per fare re-
te, e dalla rete viene incrementata e rafforzata.
La seconda è la connessione tra mondi e generazioni di-
verse tra loro, sia all’interno dei Cavalieri del Lavoro, sia
all’esterno: non dobbiamo accontentarci di connessioni
orizzontali, ma spaziare il più possibile, indagando sia il
tema del passaggio generazionale sia le forze emergenti
della società. Non tutto il “nuovo” sarà per forza positivo,
ma bisogna provare a capire il cambiamento e a coglier-
ne le esigenze sottese.
La terza e ultima riflessione riguarda il rapporto tra la no-
stra eredità, in termini di esperienze e di contributo allo
sviluppo del Paese, e il nostro ruolo “quotidiano” come
membri della Federazione e dei rispettivi Gruppi: il no-
stro status di élite imprenditoriale è apprezzato e gode
di molta attenzione. È per questo che ogni azione fatta
insieme, come rete, al servizio del Paese, del territorio,
della comunità, dei giovani, della cultura o dell’economia,
può risuonare sino a molto lontano da noi, e avere effet-
ti più ampi rispetto a quelli che forse, come esperienza
individuale, possiamo immaginare. Noi lo stiamo speri-
mentando. Funziona.
EDITORIALE
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