Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2014 - page 17

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2014
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motivare i propri collaboratori. È in questa prospettiva che
si coniuga, a un livello diverso, la sfida del rilancio della
crescita e dell’occupazione nel nostro Paese. Più l’impe-
gno sarà profondo e collettivo, più faremo in fretta a usci-
re da questo lungo tunnel.
I dati sul mercato del lavoro sono allarmanti, in Italia co-
me in Europa. Il tasso di disoccupazione nel nostro Pae-
se ha superato il 12%. La mancanza di lavoro non rap-
presenta solo una pesante difficoltà del singolo individuo
che non può assicurare un adeguato livello di benesse-
re a sé e alla sua famiglia. È invece un problema colletti-
vo, perché amplia la crescita delle disuguaglianze e della
povertà, provocando ripercussioni sulla coesione sociale
e sulla tenuta democratica.
Il Governo è perfettamente consapevole delle gravi pro-
blematiche che appesantiscono l’attività imprenditoria-
le in Italia e ha preso significativi provvedimenti per av-
viarle a soluzione: dalla riduzione dei costi (mi riferisco
all’energia o alla tassazione sul lavoro) agli stimoli all’in-
vestimento (con riferimento alla detassazione degli in-
vestimenti in beni strumentali e al credito d’imposta per
ricerca e sviluppo).
Però anche gli imprenditori devono fare la loro parte. Devo-
no continuare a investire e rischiare. E devono impegnarsi,
in questo momento di difficoltà diffusa, a mantenere l’oc-
cupazione ai massimi livelli possibili. Nella consapevolezza
che ridurli vorrebbe dire rinunciare, forse per sempre, a un
patrimonio di professionalità che essi stessi hanno contri-
buito a creare. Rischio, investimento, duro lavoro e senso
di responsabilità: sono questi gli ingredienti della buona
impresa e sono queste le caratteristiche che definiscono
individualità eccezionali e di successo come quelle il cui
lavoro viene oggi, giustamente, riconosciuto.
Del resto è proprio qui che si nasconde una delle insi-
die peggiori della crisi in atto: il rischio di dissipare cono-
scenze e competenze. Dobbiamo porre attenzione a non
perdere il nostro ingegno e la nostra abilità: dobbiamo al
contrario valorizzare e sviluppare le capacità e l’ingegno
della forza lavoro italiana.
L’Italia sta cercando di rimediare ad alcune delle sue de-
bolezze storiche. In primo luogo diventando un ambien-
te più attrattivo per le imprese che investono, producono
ricchezza e generano occupazione. E poi prestando parti-
colare attenzione alle nuove imprese e in particolare alle
startup. Gli interventi messi in campo dal Governo in tal
senso hanno favorito la creazione di nuova occupazione,
in particolare giovanile, dando grandi possibilità di valoriz-
zazione dei talenti delle nuove generazioni. Perché oggi il
lavoro non lo si può solo cercare ma lo si può anche crea-
re, facendosi imprenditori. Oggi grazie alle tecnologie e
all’apertura dei mercati, fare impresa è diventato più fa-
cile. Questa è un’opportunità che il Paese deve e vuole
»
“VOI CAVALIERI DEL LAVORO RAPPRESENTATE
QUELLA PARTE DELL’ITALIA CHE HA CREDUTO
NEI VALORI DI UNA SANA IMPRENDITORIA
E CHE CE L’HA FATTA”
I 25 nuovi Cavalieri del Lavoro
copertina 1...,7,8,9,10,11,12,13,14,15,16 18,19,20,21,22,23,24,25,26,27,...copertina 4
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