Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2014 - page 21

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2014
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tà a considerare i problemi che il nostro Paese si trascina
pesantemente dietro ormai da decenni come addebitabi-
li solo a una parte e che solo a una parte tocchi fare ogni
sforzo per superarli.
Nei due interventi che mi hanno preceduto ho colto sia
analisi sia indicazioni sul da farsi – nuove politiche per ri-
lanciare le imprese e l’occupazione, riforme strutturali or-
mai non rinviabili – che mi sento di condividere e non ho
motivo di ripetere.
Il tema di una comune assunzione di responsabilità dinan-
zi alle sofferenze, ai rischi e alle sfide che il Paese sta vi-
vendo, è stato uno dei motivi ispiratori dell’indirizzo che
da Presidente – nell’ambito delle mie funzioni costituzio-
nali – ho seguito fin dall’inizio, ormai otto, quasi otto anni
e mezzo orsono. Perché sul piano politico, e con gravi im-
plicazioni per la vita delle istituzioni, le troppe contrappo-
sizioni pregiudiziali, l’incapacità di dialogo e di intesa, gli
atteggiamenti frenanti o di vero e proprio rifiuto rispetto
a scelte concrete di riforma, sono stati l’espressione – co-
me ho detto in altra occasione – di conservatorismi, cor-
porativismi e ingiuste pretese di conservazione di posizio-
ni di rendita, di ingiuste posizioni acquisite.
Noi non possiamo restare prigionieri di paralisi e impedi-
menti. Occorre varare con passo celere e determinazio-
ne cambiamenti essenziali. In questo senso continuerò
a svolgere il mio ruolo di garante dell’unità nazionale, di
tutore di regole che siano realmente tali e non paraventi
tesi a difendere l’esistente. Continuerò a operare in que-
sto senso nei limiti delle mie forze.
Non sono pochi o lievi gli elementi di conferma della ne-
gatività ancora diffusa nei comportamenti istituzionali,
politici, sociali: ci è toccato vivere con pena, di recente,
il clima che ha bloccato il Parlamento, a danno delle sue
stesse prerogative costituzionali, di fronte all’elezione di
due giudici costituzionali di estrazione parlamentare. E al
Capo dello Stato non è rimasto che dare un esempio do-
vuto e severo, procedendo alle nomine di sua competenza
alla Corte Costituzionale con scelte imparziali e miranti
»
NESSUN CAMBIAMENTO POTRÀ COMPIERSI SE PREVALESSE
LA TENDENZA DI SINGOLI SETTORI DELLA SOCIETÀ
A CONSIDERARE I PROBLEMI DEL PAESE ADDEBITABILI SOLO
A UNA PARTE E CHE SOLO A UNA PARTE TOCCHI FARE
OGNI SFORZO PER SUPERARLI
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