Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2014 - page 28

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2014
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Antonio Francesco Vita
LAPIÙGRANDE SODDISFAZIONE?
REALIZZARE IMIEI PROGETTI INITALIA
Ha scelto la facoltà di Inge-
gneria, indirizzo gestiona-
le. Per quale motivo?
Partendo dal presupposto
che la cultura non è fine
a sé stessa, ho cercato di
coniugare le inclinazioni
personali emerse durante gli
anni scolastici con l’obiettivo
di maturare competenze da mettere a disposizione del
prossimo. Da qui la scelta di una facoltà che mi permettesse
di sfruttare praticamente le mie conoscenze. Pensando in
ndr) in collaborazione con il Parco Scientifico e Tecnologico
della Valle Scrivia (PST) di Tortona ha permesso a me e
ad altri studenti di passare, per così dire, dalla teoria alla
pratica. Durante i dieci giorni di stage, infatti, abbiamo
visitato diverse aziende tra cui, ad esempio, il laboratorio
della Chemtex Italia, azienda chimica del Gruppo Mossi &
Ghisolfi, dove abbiamo avuto l’opportunità di parlare con i
ricercatori del laboratorio.
Sempre nel 2013, a luglio, ho partecipato a Roma al corso di
orientamento universitario organizzato dalla Scuola Normale
di Pisa insieme all’Accademia Nazionale dei Lincei. Ho
seguito di tutto, dalle lezioni di fisica a quelle di filosofia
ed è stata una bellissima esperienza, che mi ha aperto la
mente e dato tanto.
Esperienze più recenti?
Quella ai Laboratori Nazionali di Frascati dell’Istituto Nazionale
di Fisica Nucleare dove a marzo di quest’anno, per una
settimana, ho potuto partecipare a conferenze e lezioni su
vari argomenti: l’origine della vita, il bosone di Higgs, etc. Con
la soddisfazione, peraltro, di riuscire a seguire nel complesso
le discussioni, salvo magari quelle su materie come la fisica
quantistica, che non rientrano nei programmi scolastici.
Come ha reagito quando ha saputo di essere stata no-
minata Alfiere del Lavoro?
Ho provato incredulità e gioia insieme. È un premio che capita
una volta nella vita, rappresenta un sogno. Indubbiamente
ripaga degli sforzi e dei sacrifici compiuti, ma al tempo stesso
è uno stimolo ad andare avanti e impegnarsi sempre con
zelo e serietà.
grande mi piacerebbe contribuire allo sviluppo economico
del nostro Paese, ma l’obiettivo naturalmente resta lo
stesso anche se lavorerò in un’azienda o nella Pubblica
amministrazione.
Più in dettaglio, quali sono le sue ambizioni profes-
sionali?
Dopo la cerimonia di premiazione al Quirinale, mi auguro
che il filo sottile di collaborazione ideale che si è creato tra
me e il Cavaliere del Lavoro Morra possa proseguire anche
in futuro. La sua azienda, specializzata nella produzione di
macchine agricole, è tra le più prestigiose del settore in
Italia e diventare un suo collaboratore mi farebbe molto
piacere. Se ciò non accadesse, interessa anche il settore
della moda e, volendo fare un nome, sceglierei ancora
una volta uno dei Cavalieri premiati quest’anno, il Cavaliere
Rosita Missoni Jelmini.
Fra 10 anni si sentirebbe realizzato, o comunque già
a buon punto, se…?
Se sarò riuscito a concretizzare i miei progetti in Italia e non
all’estero. Mi auguro che la situazione complessiva del Paese
migliori in modo da non essere costretto a espatriare per
realizzarmi professionalmente e condurre una vita dignitosa.
In sintesi, spero veramente di poter mettere i miei sforzi
al servizio del Paese.
E dunque il fatto di restare nella sua regione e studia-
re all’Università della Calabria è una scelta volontaria?
Assolutamente sì. Credo che il fattore determinante per
raggiungere i propri obiettivi non risieda tanto nel contesto
sociale da cui si proviene o nel prestigio dell’Università che
si frequenta, ma nella voglia di migliorarsi, di credere in
un futuro diverso e nella determinazione con cui ciascuno
studente affronta i propri studi.
Il suo curriculum è ricco di esperienze anche nel campo
del sociale e della comunicazione. Nel 2012 ha vinto
un premio per uno spot contro il femminicidio e l’an-
no dopo per uno sulla dipendenza dalle tecnologie.
Come è nato l’interesse per questi temi?
Credo che l’impegno che i miei docenti hanno dimostrato
nel sensibilizzarci verso questi argomenti – la dipendenza
dalle nuove tecnologie, ad esempio, riguarda molto da
vicino la nostra generazione – abbia contribuito a far
scattare l’interesse.
In generale, comunque, sono una persona creativa, tanto è
vero che non escludo di continuare a coltivarlo in qualche
modo.
(s.t.)
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