Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2014 - page 27

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2014
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e l’universo. Tutti noi e tutto ciò che ci circonda è fatto della
stessa materia di cui, ad esempio, sono fatte le supernovae.
Cosa le piacerebbe fare?
Il mio sogno è lavorare alla Nasa. Per adesso è solo
un’aspirazione e non ho ancora ben chiaro in mente il
percorso necessario. Intanto penso a imparare bene l’inglese,
più in là vedremo.
La vita è fatta anche di occasioni inaspettate: ad esempio
non avrei mai immaginato di stringere un giorno la
mano al presidente della Repubblica, eppure è successo.
Naturalmente esistono anche altre agenzie prestigiose
come l’ESA (European Space Agency) oppure l’ASI (Agenzia
Spaziale Italiana) o ancora l’ICRA (International Center for
relativistic Astrophysics), che peraltro ha una sede nella
mia città, Pescara.
A prescindere comunque da quello che sarà, a casa sono
molto soddisfatti, in particolare mia madre, che da ragazza
era appassionata di queste materie ma ha dovuto dedicarsi
prima al lavoro.
È uno dei nuovi allievi ammessi quest’anno al Collegio
Lamaro Pozzani. Quali sono le sue prime impressioni?
La vita in Collegio è molto impegnativa: oltre alle lezioni
universitarie, dobbiamo infatti seguire altri corsi e sostenere
i relativi esami, partecipare a conferenze e viaggi di studio.
Ma è questo che mi piace perché mi consentirà di ampliare
le mie conoscenze e di non sapere soltanto di fisica, ma
anche di economia, di diritto, etc.
Fra le cose che più apprezzo, inoltre, vi è lo scambio continuo
fra gli allievi più giovani e quelli più grandi.
È molto bello perché i ragazzi del Collegio diventano come
una seconda famiglia, sappiamo di poter contare l’uno
sull’altro e questo, a mio avviso, aiuta anche il distacco
da casa.
In questi primi tempi torno in Abruzzo quasi ogni fine
settimana, ma più avanti credo non sarà così.
Quali hobby coltiva?
Ascolto la musica, mi piace uscire con gli amici e andare in
bicicletta. Adoro i puzzle, a casa ne ho tantissimi, ritraggono
soprattutto paesaggi e architetture. E poi naturalmente mi
piace la letteratura, anche quella latina.
C’è un passo dello storico Sallustio, nel quale l’autore spiega
la differenza tra gli animali e gli uomini più o meno così: i
primi hanno il muso orientato verso il basso, verso la terra;
i secondi, invece, hanno lo sguardo rivolto al cielo perché
ambiscono nella vita a fare qualcosa per cui essere ricordati.
È un bel messaggio.
Marialba Mogni
AMO LA CHIMICA PERCHÉ È LA
BASE DI TUTTO
Frequenta la facoltà di
ingegneria chimica al
Politecnico di Milano.
Come ha deciso?
D a s e m p r e h o u n a
predilezione per le materie
scientifiche. Mi piace in
particolare la chimica perché
rappresenta la base di tutto ciò che ci circonda, ma ho
scelto una specializzazione della facoltà di ingegneria – e
non ad esempio la facoltà di chimica – perché preferisco gli
aspetti applicativi della materia e, in prospettiva per il mio
futuro, un’attività non di pura ricerca. L’ingegnere chimico,
invece, da questo punto di vista è coinvolto con compiti
chiaramente applicativi in qualsiasi settore industriale, che
sia quello farmaceutico, alimentare, cosmetico e così via.
Ha già in mente un’azienda per la quale vorrebbe la-
vorare?
Al momento no, ho una preferenza di settore. Oltre infatti
che per motivi logistici, ho scelto di studiare al Politecnico di
Milano perché vorrei specializzarmi in ambito farmaceutico
per collaborare poi, ad esempio, alla sintesi di nuovemolecole,
nuovi prodotti. Ipotizzando invece una specializzazione nel
ramo impiantistico, mi piacerebbe lavorare nel trattamento
delle acque, cercando di ridurre i costi di estrazione e di
purificazione. La scarsità del cosiddetto “oro blu”, insieme
all’aumento della popolazione mondiale, rende urgente la
ricerca di soluzioni efficienti.
Prende in considerazione il fatto di trasferirsi all’este-
ro, sia per studio che per lavoro?
Andare all’estero non è per me una priorità, ma non è
nemmeno una scelta che temo. Credo piuttosto sia
un’occasione per crescere e migliorarsi. È indiscutibile che
la nostra generazione affronti uno scenario lavorativo fra i
meno rosei, ma penso anche che non dobbiamo precluderci
da soli le possibilità partendo con il piede sbagliato.
Dal suo curriculum si evince che ha cominciato a orien-
tarsi già al quarto anno per l’università. Gli stage e i
corsi seguiti le sono stati utili?
Molto. Lo stage organizzato a settembre dello scorso anno
dalla mia scuola (il liceo scientifico “G. Peano” di Tortona,
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