Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2013 - page 22

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2013
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Flavio Zanonato, Ministro dello Sviluppo Economico
caratterizzato i rapporti tra capitale e lavoro si è stempe-
rata. Tuttavia, le parole che Marchesi ha dedicato al la-
voro come elemento creatore di libertà e di diritto, oltre
che di valore sociale, sono ancora estremamente attua-
li, perché è solo grazie al lavoro che “l’individuo … potrà
finalmente ritrovare in se stesso l’unica fonte del proprio
indistruttibile valore”.
Voi Cavalieri del Lavoro siete pienamente consapevoli che
la funzione più alta che svolgete è proprio quella di cre-
are lavoro, a beneficio delle singole persone e dell’inte-
ro sistema sociale.
La grave crisi economica di cui tuttora sentiamo gli effetti
è stata il frutto di un modello di crescita privo di un effi-
cace sistema di regole, di controlli e di responsabilità, che
ha assecondato le facili speculazioni e la ricerca del pro-
fitto di breve termine, trascurando uno sviluppo basato su
solidi presupposti produttivi. Per avviare un duraturo per-
corso di crescita occorrono, invece, concretezza, impegno
quotidiano, serietà, coraggio
e senso di responsabilità. E,
permettermi di aggiungere,
“stabilità”.
È chiaro che in un contesto
globalizzato per dare rispo-
ste concrete ai grandi temi
sociali ed economici del no-
stro Paese non è sufficien-
te limitarsi alla dimensione
nazionale, ma è necessario
ragionare con un’ottica in-
ternazionale, in particolare
con riferimento all’ambito
europeo.
Il terreno economico rap-
presenta l’ambito in cui
l’azione dei singoli Paesi è
sempre più coordinata e in-
terconnessa.
SIGNOR PRESIDENTE,
con il solenne conferi-
mento delle insegne di Cavaliere del Lavoro, ogni anno
la Repubblica onora, in questa prestigiosa cornice, l’eccel-
lenza di quella imprenditoria italiana che ha saputo ren-
dere “grande” il nostro Paese in Europa e nel mondo. La
cerimonia di oggi costituisce un appuntamento prezioso
per ribadire quanto i valori incarnati dai Cavalieri del La-
voro conservino intatta la propria attualità.
L’essenza di questi valori è rappresentata dalla centralità
che il lavoro assume nell’ambito della nostra società, co-
me la Costituzione solennemente afferma nell’articolo 1.
A questo proposito, voglio ricordare le parole pronunciate
da Concetto Marchesi di fronte agli studenti dell’Universi-
tà di Padova, inaugurando l’anno accademico del 1943 in
un Paese spaccato e dilaniato dalla guerra.
“Il lavoro c’è sempre stato nel mondo, anzi la fatica im-
posta come una fatale dannazione. Ma oggi il lavoro ha
sollevato la schiena, ha liberato i suoi polsi, ha potuto al-
zare la testa e guardare at-
torno e guardare in su: e lo
schiavo di una volta ha po-
tuto anche gettare via le ca-
tene che avvincevano per
secoli l’anima e l’intelligen-
za sua. Non solo una mol-
titudine di uomini, ma una
moltitudine di coscienze è
entrata nella storia a chie-
dere luce e vita e a dare lu-
ce e vita. Oggi da ogni par-
te si guarda al mondo del
lavoro come al regno atte-
so della giustizia…”.
Sono passati settant’anni
da quel discorso e le con-
dizioni storiche sono molto
cambiate, anche la conflit-
tualità che ha lungamente
LA
PRIORITÀ
È
CREARE
NUOVA
OCCUPAZIONE
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