Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2013 - page 21

CIVILTÀ DEL LAVORO
IV • V - 2013
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Un altro appuntamento che ci aspetta – tra quelli che, di
fronte ai cittadini, il Governo e il Parlamento hanno il do-
vere di non procrastinare – è la riforma della legge elet-
torale. In questi giorni, Signor Presidente, ho riletto l’in-
tervento che pronunciai un anno fa in occasione di questa
cerimonia.
Della riforma sottolineavo la necessità di modificare un
sistema che favorisce la frammentazione politica a sca-
pito della possibilità per gli elettori di compiere una scel-
ta democratica. Oggi, a distanza di un anno, la necessità
è sempre la stessa, ma l’urgenza è più forte.
È davvero tempo che l’asprezza del dibattito e ancor più
gli interessi di parte lascino il posto al rispetto degli ita-
liani e alla considerazione del bene del Paese. La via per-
ché si riaffermi quella nobiltà della politica che l’intera
Sua storia personale testimonia, vede nella riforma della
legge elettorale un passaggio obbligato. L’altro, non v’è
alcun dubbio, sono le riforme istituzionali che da troppo
tempo aspettiamo.
Il terzo appuntamento che voglio ricordare non corrispon-
de nell’agenda dell’Italia a una data precisa. Ma non può
che essere immediato e non può che scandirsi in un im-
pegno quotidiano. È quello con i giovani, con la necessi-
tà di dare loro una prospettiva concreta di lavoro e di vi-
ta. Contrastare la disoccupazione – credo che siamo tutti
d’accordo – è una priorità.
La lotta a quella giovanile è la priorità. Costruire insieme
a noi e dopo di noi il futuro dell’Italia toccherà alle nuo-
ve generazioni. A noi tocca creare i presupposti perché
abbiano la forza, ritrovino la volontà e dispongano degli
strumenti per farlo.
L’ultimo pensiero, Signor Presidente, non può che anda-
re alla tragedia che si è consumata dieci giorni fa davanti
alle coste di Lampedusa. Enorme per gravità, resa ancora
più grande dal fatto di essere l’ennesima.
Le parole non bastano a raccontare la sofferenza e l’or-
rore. L’auspicio, perché stragi di questa sorta non possa-
no ripetersi, è che all’indispensabile impegno italiano per
una politica dell’accoglienza, si affianchi il non meno ne-
cessario intervento dell’Unione europea.
L’appuntamento questa volta è con la coscienza di tutti.
Come pure chiama in causa la nostra coscienza di italia-
ni l’altra tragedia che, Lei stesso, soli pochi giorni fa ha
riportato all’attenzione delle Camere, quella delle condi-
zioni di vita di chi è detenuto nelle carceri italiane: un’u-
miliazione per chi la subisce e allo stesso tempo una ver-
gogna per l’Italia intera. Ho apprezzato, Signor Presidente,
il Suo messaggio formale al Parlamento, di fronte all’og-
gettiva gravità della situazione, dove ha chiesto “imme-
diati rimedi straordinari”, poiché cambiare la condizione
delle prigioni è un imperativo giuridico, politico e morale.
Signor Presidente, con questo incontro si concludono i
miei sei anni alla guida della Federazione Nazionale dei
Cavalieri del Lavoro.
Desidero ringraziarLa ancora una volta, a titolo personale
e a nome di tutti i miei Colleghi, per l’azione instancabile
che svolge, giorno dopo giorno, a favore dell’Italia, met-
tendo sempre al centro il bene del Paese, la difesa dei
principi della Costituzione e i valori dell’Europa.
Grazie di cuore, Signor Presidente.
è urgente dare ai giovani
una prospettiva concreta
di lavoro e di vita.
costruire insieme a noi
e dopo di noi il futuro
dell’italia toccherà alle
nuove generazioni
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